Carcassonne-Città fortificata (Aude-Languedoc-Roussillon-France)
"...Aspetterò la notte , se potrò vivere ancora, per andarmene un po' a piedi sulla strada maestra che attraversa il nostro villaggio, avvolto nella mia dorata solitudine, allo scopo di capire perchè devo morire..."
("Pilota di guerra", Antoine de Saint-Exupéry)
Castello di Chenonceau (Loira-Francia)
Mont Saint-Michel (Normandia-Francia)
Castello di Trecesson (Bretagna-Francia)
Paimpont (Bretagna- Francia)
"Merlino, nella tua grotta di cristallo
immerso nel diamante del giorno,
esisterà mai un cantore
la cui musica attenui
il solco tracciato dal dito di Adamo
nel prato e nell'onda?"
PEACE NO WAR
Foresta di Brocéliande-Paimpont (Bretagna-Francia)
Aforismi dedicati a certi personaggi...
"Il valore genera l'invidia nelle menti meschine e l'emulazione nelle anime grandi" (Henry Fielding).
"Quelli che ti criticano, sono quelli che ti vorrebbero diversa, perchè vedono in te quello che loro non saranno mai!!!"
"Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza." ( Oscar Wilde)
"DIO LI FA E IL DIAVOLO LI ACCOPPIA..."
Dono del carissimo amico Enrico per il mio compleanno (2012)! Grazie di cuore!!!
Dono del carissimo amico Enrico per il mio compleanno! Grazieeeee!!!
Grazie di cuore cara Thea!
Dono del carissimo Ale che ringrazio di cuore.
Dono della carissima amica Simona che ringrazio di cuore.
Doni del carissimo amico Army che ringrazio di cuore.
Dono del carissimo amico Davide che ringrazio di cuore!
Dono della carissima amica Simona che ringrazio di cuore.
Nell'Antico Egitto ogni momento dell'esistenza dell'uomo era legato alla magia, sia nelle manifestazioni ufficiali sia nella quotidianità della vita comune.
Per gli antichi egizi gli dei erano un esempio da seguire, anche la Creazione, secondo la teologia menfita, fu compiuta attraverso un atto magico: la parola degli Dei.
ed è da essa che la verità prevarrà sempre sopra ogni cosa...
La Sibilla Cumana è una delle più importanti Sibille, figure profetiche della religione greca e romana, inoltre è anche una sacerdotessa di Apollo. Nessun mito, come quello della Sibilla, ha attraversato i millenni, conservando il fascino della superstizione primitiva dalla quale trae origine, nonostante gli adattamenti alle differenze etniche, culturali e psicologiche delle antiche popolazioni mediterranee che l'hanno coltivato. Dagli oscuri tempi pre-omerici, la Sibilla è giunta fino al medio-evo sostanzialmente immutata nel suo significato. Il suo ciclo non è stato mai concluso perchè la sua presenza sopravvive nel folclore religioso, fino ai primi decenni del XX sec. in alcune regioni e città di Italia. Ma soprattutto vive il suo ricordo, oltre che nelle opere di scrittori e artisti nel nostro Rinascimento, nella suggestione che ancora ispirano il Lago d'Averno e la grotta della Sibilla Cumana, famosa nel mondo.
La parola "Sibilla" potrebbe avere il significato di "vergine nera", cioè la vergine o divinità che opera in un luogo oscuro, com'è l'antro nel quale la tradizione la colloca nei momenti in cui pronuncia i suoi "vaticini". La Sibilla, posseduta dalla divinità, è una creatura sconvolta, che cerca di resistere ad una condizione di sofferenza alla quale viene trascinata da una forza superiore: i suoi vaticini sono perciò duri e spesso angosciosi. Le leggende posteriori enumeravano nove Sibille: "la Cumana (denominata da altri autori : Deifobe, Erofile, Amaltea, Demifile), la Delfica, la Libica, la Samia, l'Ellespontica, la Frigia, la Persica, l' Eritrea, la Tiburtina. Il titolo di Sibilla Cumana era detenuto dalla somma sacerdotessa dell'oracolo di Apollo (divinità solare ellenica) e di Ecate (antica dea lunare pre-ellenica), oracolo situato nella città magnogreca di Cuma, fondata dagli Ausoni. Ella svolgeva la sua attività oracolare nei pressi del Lago d'Averno, in una caverna conosciuta come l'"antro della Sibilla" dove la sacerdotessa, ispirata dalla divinità, trascriveva in esametri i suoi vaticini su foglie di palma le quali, alla fine della predizione, erano mischiate dai venti provenienti dalle cento aperture dell'antro, rendendo i vaticini "sibillini". La sua importanza era nel mondo italico pari a quella del celebre oracolo di Apollo di Delfi in Grecia. Nel poema la Sibilla Cumana ha la doppia funzione di veggente e di guida di Enea nell'oltretomba e la presentazione dell'oracolo è accompagnata dal cupo ritratto dei luoghi in cui vive e che formano un tutt'uno a suggerire un'immagine di paura ma allo stesso tempo di mistero.
Alla sua figura è anche legata una leggenda: "Apollo innamorato di lei le offrì qualsiasi cosa purché ella diventasse la sua sacerdotessa, ed essa gli chiese l'immortalità. Ma si dimenticò di chiedere la giovinezza e, quindi, invecchiò sempre più finché, addirittura, il corpo divenne piccolo e consumato come quello di una cicala. Così decisero di metterla in una gabbietta nel tempio di Apollo, finché il corpo non scomparve e rimase solo la voce. Apollo comunque le diede una possibilità: se lei fosse diventata completamente sua, egli le avrebbe dato la giovinezza. Però ella, per non rinunciare alla sua castità, decise di rifiutare".
In Ovidio, inoltre, nel libro XIV delle Metamorfosi la Sibilla Cumana narra ad Enea del dono ricevuto da Apollo, di tanti anni di vita quanti i granelli di sabbia che era possibile stringere nella propria mano; dimenticando tuttavia di richiedere l'eterna giovinezza, la Sibilla era destinata a un invecchiamento lunghissimo nel tempo. Dante, costante evocatore dei miti virgiliani, cita talora anche la Sibilla, con particolari riferimenti alla difficoltà di cogliere il filo dei suoi responsi: Così la neve al sol si disigilla, (Dante, Paradiso XXXIII, 64-66) L'antro della Sibilla Cumana si trova nella frazione di Cuma, tra i comuni di Pozzuoli e Bacoli, nella provincia di Napoli. È ricordata una Sibilla Cumana anche a Ponte Arche (Trentino), sede delle Terme di Comano. La Sibilla Cumana viene omaggiata nella saga di Harry Potter nella persona di Sibilla Cooman, professoressa di Divinazione, che si rende protagonista in quanto autrice di una profezia chiave sul destino del giovane Harry.
La Sibilla cumana è, comunque, una delle figure semimitiche più complesse e affascinanti che emergano dalla letteratura latina, anche se la sua prima menzione è in un autore greco di III sec. a.C., Licofrone. Essa appare indirettamente già nel VI sec. a.C. quando, secondo una tradizione affermata, fu dalle sue mani che re Tarquinio Prisco acquistò una cospicua raccolta di oracoli, redatti in esametri greci su foglie di palma, poi definiti Libri Sibillini. I libri, dapprima custoditi nel tempio di Giove Capitolino, bruciarono nell’incendio del Campidoglio dell’83 a.C Tuttavia furono poi ricomposti grazie alla raccolta degli oracoli custoditi in tutta la Grecia e l’Asia Minore e, quindi collocati da Augusto nel tempio di Apollo sul Palatino accanto alla dimora imperiale. Qui rimasero sino al IV sec. d.C, quando furono distrutti dal generale Stilicone.
Properzio, Ovidio e Lucano tracciano la figura della longaeva Sibylla con mille anni di vita,mentre Petronio nel Satyricon descriverà una Sibilla decrepita che, concorde con la testimonianza di Servio, Apollo ha reso immortale ma non eternamente giovane: essa, ridotta a minuscolo essere chiuso in una bottiglia, invoca (in greco) la morte. Dal II sec. a.C. essa, tuttavia, era stata assorbita dalla tradizione ebraica, che, oltre a crearne una propria recuperò l’uso degli oracoli e le diede voce tramite testi definiti Oracoli Sibillini in cui era annunciata la fine di Roma e del corrotto potere imperiale. Grazie a questa mediazione i cristiani recuperarono dall’oblio la Sibilla Cumana diffondendo a suo nome oscure visioni sul tempo a venire che, confluendo nei vecchi Oracoli Sibillini, diedero vita a Oracoli Sibillini cristiani. Nella IV ecloga delle Bucolicae virgiliane, in cui la Sibilla di Cuma annuncia l’inizio di una nuova era (quella augustea) e la nascita miracolosa di un fanciullo divino (Ottaviano), poteva in realtà essere letta come annuncio del cristianesimo. Dal Web.
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Post n°145 pubblicato il 04 Gennaio 2011 da rigel2_rm
L'Epifania (o Epifania del Signore), nel linguaggio contemporaneo, è una festa cristiana celebrata il 6 gennaio, cioè dodici giorni dopo il Natale. Con la Pasqua, l'Ascensione, la Pentecoste ed il Natale, quella dell'Epifania costituisce una delle massime solennità che la Chiesa celebra. Il termine epifania deriva dal greco epifaneia, che può significare manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina, e epifaino, appaio. Il termine veniva utilizzato dai greci per indicare l'azione o la manifestazione di una divinità (mediante miracoli, visioni, segni, ecc.). Nel III secolo i cristiani iniziarono a commemorare, con il termine Epifania, le manifestazioni divine (come i miracoli, i segni, le visioni, ecc.) di Gesù. In particolare, tra queste manifestazioni si sono sottolineate: l'adorazione da parte dei Re Magi, il battesimo di Gesù ed il primo miracolo avvenuto a Cana. Oggi con questo termine si intende, invece, la prima manifestazione pubblica della divinità, con la visita dei Magi. Nel mondo ortodosso, alcuni usano il termine Epifania per indicare la festa che cade sempre il 6 gennaio (o tredici giorni più tardi nelle Chiese che seguono il calendario giuliano) e viene più correntemente chiamata Teofania. In questo giorno viene celebrato il battesimo di Gesù nel Giordano, mentre la visita dei Magi, commemorata dai Cattolici di rito latino e da altre Chiese occidentali in una festa a sé, nelle chiese di rito bizantino viene celebrata il giorno stesso del Natale.
Epifanio ci racconta il Battesimo di Gesù come la manifestazione della sua divinità: "Quando tutto il popolo si fu battezzato, venne anche Gesù e fu battezzato da Giovanni. E allorché uscì dall'acqua, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito Santo in forma di colomba che discendeva e penetrava in lui. E dai cieli venne una voce che disse: Tu sei il mio figlio diretto: in te mi sono compiaciuto. E poi ancora: Io oggi ti ho generato. E in quel momento una gran luce illuminò tutto il luogo. Vedendolo Giovanni gli disse: Tu chi sei? E di nuovo una luce dal cielo a lui: Questo è il mio figlio diletto in cui mi sono compiaciuto. Allora Giovanni gettandosi ai suoi piedi disse: Ti prego Signore, battezzami tu! Ma egli vi si oppose, dicendo: Lascia, perché così conviene si adempiscano le cose". (Epifanio, Haer. XXX 13,7). Con l'Epifania si celebra la prima manifestazione della divinità di Gesù all'intera umanità, con la visita solenne, l'offerta di doni altamente significativi e l'adorazione dei magi, autorevoli esponenti di un popolo totalmente estraneo al mondo ebraico e mediterraneo. Avvenimento di fondamentale importanza per la tradizione cristiana, che ha trovato riscontro in numerosissime opere d'arte.
Fra Angelico : Adorazione dei Magi (1433-34), Museo Diocesano, Cortona. Nelle chiese cristiane ortodosse(che seguono il calendario giuliano), il 7 gennaio si celebra la Nascita di Gesù, a causa di una differenza di tredici giorni fra calendario gregoriano, in uso in occidente dal 1582, e il calendario giuliano precedente, ancora in uso in certe chiese ortodosse. Nelle varie culture la celebrazione dell'Epifania si accompagna a simboli e tradizioni diverse di derivazione molto antiche (culti solari) frammiste a contaminazioni più recenti come:
Le origini e la storia della Befana. La Befana, (termine che è corruzione di Epifania, cioè manifestazione) è nell'immaginario collettivo un mitico personaggio con l'aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio.
Nella tradizione popolare però il termine Epifania, storpiato in Befana, ha assunto un significato diverso, andando a designare la figura di una vecchina particolare. Come si ha modo di vedere per le altre tradizioni italiane che si svolgono in tutto l'arco dell'anno, molte nostre festività hanno un'origine rurale, affondando le loro radici nel nostro passato agricolo. Così è anche per la Befana. Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l'anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l'anno successivo. La Befana coincide quindi, in certe tradizioni, con la rappresentazione femminile dell'anno vecchio, pronta a sacrificarsi per far rinascere un nuovo periodo di prosperità.
Questa festa ha però assunto nel tempo, anche un significato lievemente diverso. Nella cultura italiana attuale, la Befana non è tanto vista come la simbolizzazione di un periodo di tempo ormai scaduto, quanto piuttosto come una sorta di Nonna buona che premia o punisce i bambini. I bambini buoni riceveranno ottimi dolcetti e qualche regalino, ma quelli cattivi solo il temutissimo carbone, che simboleggia le malefatte dell'anno passato. Il potere psicologico della Befana sui bambini è quindi molto forte ed i suoi aspetti pedagogici non vanno di certo trascurati.
In alcune regioni, come il Lazio, la Befana è una figura molto importante ed intorno alla sua festa si svolgono importanti fiere culinarie, ma è anche l'ultimo giorno di vera festa, l'ultimo in cui si tiene l'albero di Natale a casa. Addirittura, in molte regioni d'Italia, c'è l'usanza, anche tra gli adulti, di scambiarsi dei regali più modesti rispetto a quelli del 25 dicembre, oppure, soprattutto tra innamorati, cioccolatini e caramelle La leggenda della Befana: Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia.
La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla figura "straniera" di Babbo Natale, rappresentava anche l'occasione per integrare il magro bilancio familiare di molti che, indossati i panni della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio, passavano di casa in casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio di un augurio e di un sorriso.
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Oggi vi voglio parlare di un Santuario a me caro, che dista pochi chilometri da casa mia: Il Santuario di Oropa, che frequento spesso quando voglio ritrovare un po' di pace ... Il Santuario di Oropa sorge a 1200 m di altitudine ed è il più importante Santuario mariano delle Alpi: inserito in una cornice naturale di assoluta bellezza, è un luogo di incontro, di dialogo, di ascolto, di contemplazione e di preghiera. Come una gemma incastonata tra il velluto dei verdi prati circostanti, il Santuario appare oggi come una reggia, il cui grandioso insieme di edifici viene quasi stemperato dalle montagne circostanti. All'interno del santuario si trova anche un osservatorio meteo-sismico fondato nel 1874 per opera del padre barnabita Francesco Denza di Napoli (1834-1894), fondatore anche del Regio osservatorio Carlo Alberto di Moncalieri e della rete di oltre trecento osservatori nel Regno d'Italia. L'osservatorio di Oropa fa parte della rete meteo regionale del Piemonte e della rete sismica sia regionale che nazionale.
Dal santuario è possibile raggiungere il rifugio Savoia (quota m 1900 circa) e da qui, in pochi minuti, il Lago del Mucrone sul monte omonimo. Salendo ancora con una cabinovia si arriva alla cima del monte Camino, a circa 2.400 metri di altitudine. Come parte del sistema dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, il Sacro Monte di Oropa è stato dichiarato nel 2003 patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Secondo la tradizione l’origine del Santuario è da collocarsi nel IV secolo, ad opera di S. Eusebio, primo vescovo di Vercelli. I primi documenti scritti che parlano di Oropa, risalenti all’inizio del XIII secolo, riportano l’esistenza delle primitive Chiese di Santa Maria e di San Bartolomeo, di carattere eremitico, che costituivano un punto di riferimento fondamentale per i viatores (viaggiatori) che transitavano da est verso la Valle d’Aosta. Lo sviluppo del Santuario subì diverse trasformazioni nel tempo, fino a raggiungere le monumentali dimensioni odierne tramutandosi da luogo di passaggio a luogo di destinazione per i pellegrini animati da un forte spirito devozionale.
Il maestoso complesso è frutto dei disegni dei più grandi architetti sabaudi: Arduzzi, Gallo, Beltramo, Juvarra, Guarini, Galletti, Bonora hanno contribuito a progettare e a realizzare l’insieme degli edifici che si svilupparono tra la metà del XVII e del XVIII secolo.
La chiesa della Madonna Nera...
Basilica Superiore...
Sul dosso a Sud-Ovest del Santuario di Oropa sono state costruite, tra il 1624 e il 1724, le cappelle del Sacro Monte dedicato alla vita della Vergine Maria (oggi riconosciuto Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO). Il Sacro Monte è costituito da 12 cappelle popolate da un notevole numero di statue policrome di terracotta che rappresentano alcune tappe fondamentali della vita di Maria, dall'Immacolata concezione alla sua Incoronazione in cielo.
Alla realizzazione delle statue hanno lavorato, tra gli altri, artisti come i fratelli Giovanni e Melchiorre D'Enrico, Giovanni Galliari, Pietro Giuseppe Auregio e Carlo Francesco Auregio. Il santuario ha avuto un'incessante espansione tanto che nell'Ottocento è stata progettata la costruzione di una seconda corte in cui ospitare anche un cimitero, i cui resti solo recentemente sono stati scoperti. Successivamente un nuovo cimitero monumentale in sostituzione di quello antico era stato costruito a ovest del santuario poco distante dalla via del Sacro monte ove si realizzarono le tombe di famiglia delle principali famiglie nobili e notabili del biellese . Tra di esse diverse riportano simboli esoterici riferiti alla massoneria ( la tomba di Quintino Sella e' addirittura una piramide).
Nei primi anni del XX secolo inizia la progettazione e costruzione della monumentale chiesa nuova, un tempio imponente che con la sua alta cupola chiude scenograficamente il santuario. Un colle a sud del santuario viene spianato per far posto al Prato delle Oche. In questo modo il santuario diventa visibile da Biella. La chiesa nuova viene consacrata nel 1960 ma non si riuscì a spostare la statua della Vergine dal vecchio al nuovo Santuario poiché inspiegabilmente divenuta troppo pesante.
Il 1949 è l'anno della Peregrinatio Mariae: la Statua della Vergine per la prima volta si allontana da Oropa e viene condotta in tutti i paesi del Biellese. Della Peregrinatio esiste un interessantissimo filmato. Nel 1958 viene chiusa la Tranvia Biella-Oropa da molti poi rimpianta. I caratteristici treni a scartamento ridotto dal 1911 si arrampicavano fino al santuario lungo un percorso caratterizzato da un suggestivo panorama aperto sull'intero Biellese.
Misteri del luogo... Si racconta che l'antico simulacro della Madonna manifesta alcuni fatti particolari:
La roccia che si trova a fianco della basilica antica, presso cui si trovava la statua prima della costruzione del sacello era già oggetto di culti pagani (come altri massi erratici) legati alla fecondità. L'uso delle donne di sedersi sulla pietra per propiziare la nascita di un figlio si è mantenuto fino al XIX secolo. Progressivamente la roccia è stata scalpellata e ridotta.
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Pare che il Capodanno abbia le sue origini in Mesopotamia, sin dai remoti giorni del II millennio a.C. I mesopotamici credevano che l'universo fosse nato dopo una violenta lotta fra il loro dio Marduk e la dea del caos Tiamat. La vittoria andò a Marduk, il quale, con la forza, impose l'ordine sul caos. Ogni anno la sua impresa era commemorata all'arrivo delle piogge portatrici di vita. Dato che il re rappresentava l'ordine, per circa 11 giorni egli si ritirava, e la popolazione ricreava letteralmente il caos bevendo, permettendo agli schiavi di insultare i padroni e commettendo atti immorali.
Di qui le celebrazione portate in auge poi dal popolo romano. Nell'antica Roma il primo dell'anno era dedicato a Giano il sacro dio bifronte. Tale divinità si diceva avesse due facce e due fronti: l'una rivolta indietro verso il passato e l'altra rivolta avanti verso il futuro. Ecco perché Giano era considerato il dio dei passaggi e delle porte, degli inizi e dei termini e da qui il nome gennaio. Anche in questo caso, l'inizio dell'anno nuovo assumeva un significato religioso mescolato però ad una sregolatezza ed a festeggiamenti sfrenati in onore di questa divinità romana.
Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno; tale culto pagano venne deplorato da Sant'Eligio (morto nel 659 o nel 660), che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro: "A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l'andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l'usanza di doni augurali o di libagioni eccessive. Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica". Nel Medioevo, molti paesi europei usavano il calendario giuliano, ma vi era un'ampia varietà di date che indicavano il momento iniziale dell'anno. Per esempio dal XII secolo fino al 1752 in Inghilterra e in Irlanda il capodanno si celebrava il 25 marzo (giorno dell'Incarnazione e usato a lungo anche a Pisa ed in seguito a Firenze) mentre in Spagna fino all'inizio del 1600 il cambio dell'anno era il 25 dicembre, giorno della Natività. In Francia fino al 1564 il Capodanno lo si festeggiava nella domenica di Resurrezione (chiamato anche stile della Pasqua), a Venezia (fino alla sua caduta, avvenuta nel 1797) era il 1º marzo mentre in Puglia ed in Calabria lo si festeggiava seguendo lo stile bizantino che lo indicava al 1º settembre. Queste diversità locali (che, specialmente nel Sacro Romano Impero variavano spesso da città a città), continuarono anche dopo l'adozione del calendario gregoriano. Solo nel 1691 papa Innocenzo XII emendò il calendario del suo predecessore stabilendo che l'anno dovesse cominciare il 1º gennaio, cioè secondo lo stile moderno o della Circoncisione. L'adozione universale del calendario gregoriano fece sì che anche la data del 1º gennaio come inizio dell'anno divenne infine comune. Durante il periodo fascista in Italia il regime tentò con scarso successo di imporre il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, come capodanno. È usanza di alcune regioni considerare il Capodanno come l'ultimo giorno dell'anno. Il 1º gennaio segna l'inizio di un nuovo periodo, che solitamente inizia una settimana dopo Natale, dedicato al riepilogo dell'anno appena trascorso, specialmente nelle radio, nelle televisioni, e nei quotidiani, I mass-media spesso, infatti, pubblicano articoli o trasmettono notizie su quanto è avvenuto durante l'ultimo anno, gli elenchi delle persone più in vista decedute durante l'anno appena terminato, i cambiamenti annunciati, previsti o prevedibili nel nuovo anno, come la descrizione delle leggi che entreranno in vigore dal 1º gennaio e l'oroscopo per l'anno che verrà. Questo giorno è in molti luoghi una festa religiosa di precetto (la Solennità della Madre di Gesù per la Chiesa cattolica che segue la forma ordinaria del rito romano, la Circoncisione di Gesù per chi segue il rito ambrosiano o la forma straordinaria del rito romano), ma anche una occasione per celebrare la notte di passaggio tra il 31 dicembre e il 1º gennaio, che si festeggia con il veglione di Capodanno. Per questa celebrazione si sparano tradizionalmente i fuochi artificiali in molte città del mondo. Molti la considerano anche un'occasione per fare dei buoni propositi per il nuovo anno. La tradizione italiana prevede una serie di rituali scaramantici per il primo dell'anno che possono essere rispettati più o meno strettamente come quello di vestire biancheria intima di colore rosso o di gettare dalla finestra oggetti vecchi o inutilizzati (quest'ultima usanza è stata quasi completamente abbandonata). Le lenticchie vengono mangiate a cena il 31 dicembre come auspicio di ricchezza per l'anno nuovo ed un'altra tradizione prevede il baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio.
In molti paesi germanici c'è l'usanza di gettare nell'acqua stagno fuso allo scoccare della mezzanotte, proprio quando arriva l'anno nuovo. Poi, guardando la forma che si crea o l'ombra gettata da quella forma, tutti cercano di indovinare cosa ha in serbo l'anno nuovo. In Spagna c'è la tradizione di mangiare alla mezzanotte dodici chicchi d'uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio (il principale è quello di Puerta del Sol a Madrid). In Russia, dopo il dodicesimo rintocco, si apre la porta per far entrare l'anno nuovo. In tutta l'ex Unione Sovietica è usanza scambiarsi ed aprire i regali. Spesso vengono regalati cioccolatini o pupazzetti corrispondenti all'animale simbolo del calendario cinese dell'anno che verrà. In Ecuador ed in Perù si esibiscono fuori la propria abitazione dei manichini di cartapesta (a volte con le sembianze di personaggi famosi, calciatori, etc.) riempiti di petardi così da bruciare ed esplodere ai rintocchi della mezzanotte. In Giappone, prima della mezzanotte, le famiglie si recano nei templi per bere sakè ed ascoltare 108 colpi di gong che annunciano l'arrivo di un nuovo anno (si ritiene infatti che questo sia il numero dei peccati che una persona commette in un anno e che in tal modo ci si purifichi). E' anche comune preoccuparsi molto del primo sogno fatto per l'anno nuovo, perché si pensa che riveli ciò che accadrà durante l'anno avvenire. Per assicurarsi un bel sogno i giapponesi comprano amuleti e speciali foglietti su cui è scritta la buona sorte. Tutto questo ci rammenta i tentativi degli antichi babilonesi di indovinare il futuro il primo giorno dell'anno. In Messico, il primo gennaio, moltitudini di persone visitano "le colonne della vita" nelle rovine dell'antica città maya di Mitla. I visitatori usano circondare le colonne di pietra con le braccia, e stabilendo quanto spazio c'è fra le mani tese misurando con le dita, si suppone che corrisponda al numero di anni di vita della persona che abbraccia la colonna. In tanti paesi che seguono il calendario Gregoriano, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, l'Italia e altri, il Capodanno è anche una festa civile. In molti paesi, se il 1 gennaio cade di sabato o domenica, allora il venerdì precedente o il lunedì successivo sono anche festivi. Israele è il solo paese ad usare il calendario gregoriano che non celebra il Capodanno come festa pubblica. La ragione ufficiale è che essa nascerebbe come festa della Chiesa Cristiana, anche se molti altri paesi a maggioranza non cristiana festeggiano il Capodanno. Nondimeno, molti israeliti che vivono specialmente in Nord America o in Europa lo festeggiano privatamente.
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Benedetto sia 'l giorno, e 'l mese, e l'anno, E la stagione, e 'l tempo, e l'ora, e 'l punto E 'l bel paese e 'l loco, ov'io fui giunto Da'duo begli occhi che legato m'ànno; E benedetto il primo dolce affanno Ch'i' ebbi ad esser con Amor congiunto, E l'arco e la saette ond' i' fui punto, E le piaghe, ch'infino al cor mi vanno. Benedette le voci tante, ch'io Chiamando il nome di Laura ho sparte, E i sospiri e le lagrime e 'l desio. E benedette sian tutte le carte Ov'io fama le acquisto, e il pensier mio, Ch'è sol di lei, si ch'altra non v'ha parte. (Francesco Petrarca)
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Video creato in collaborazione con Alessandro (AngelFree)
NON TUTTI SANNO CHE:
COLORO CHE SONO TITOLARI DI UN PROFILO
O DI UN BLOG CON DATI SUFFICIENTEMENTE CHIARI
(ES.:FOTO O NOME) DA RICONDURRE A UNA PERSONA
RICONOSCIBILE NEL MONDO REALE E SONO OGGETTO
DI INGIURIE/OFFESE NEL WEB,POSSONO DENUNCIARE
PENALMENTE L'OFFENSORE
E CITARLO PER DANNO
La Corte di cassazione con la sentenza n. 8824 della Quinta sezione penale depositata il 7 marzo 2011, ha condannato chi, utilizzando un nickname su un forum online diffondeva ingiurie, in forma anonima, nei confronti di altre persone.
L'indirizzo Ip ha inchiodato l'autore della diffamazione, confermando che la traccia digitale permette l'identificazione senza dubbi.
Grazie Leon!
DONI DEGLI AMICI/E
Ricevuti dal caro amico Enrico
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