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è pur sempre agosto.
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Filosofia del viaggio
Il viaggio fornisce l'occasione per dilatare i cinque sensi: sentire e comprendere in modo più profondo, guardare e vedere in modo più intenso, assaporare e toccare con maggiore attenzione. Teso e pronto a nuove esperienze, il corpo in subbuglio registra più dati rispetto al consueto.
Viaggiare intima il pieno funzionamento dei sensi.
Emozione, affezione, entusiasmo, stupore, domande, sorpresa, gioia e sbalordimento, ogni cosa si mescola nell'esercizio del bello e del sublime, dello spaesamento e della differenza.
Michel Onfray
James Michener
Man learns what he sees
and what he learns
influences what he sees
Visto da vicino, nessuno è normale.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati. |
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« Poi succede | A.A.A. Cercasi… » |
E’ il titolo del film.
Della cena tra amici che faremo domani sera, non avendo doti di preveggenza, mi sembra prematuro parlarne.
Palestra chiusa, io e la bionda libere da impegni e orari da incastrare con precisione chirurgica, decidiamo per lo spettacolo tardo-pomeridiano. Come mi ha suggerito un amico quando gli ho detto che stavo andando al cinema alle 18.30, il prossimo passo è il matinée. Anche se credo che il prossimo passo sarà il nulla, considerata la programmazione cinematografica estiva.
Ma si sopravvive lo stesso, eh?
Il film è francese.
Che, in genere, per me, è un deterrente.
Ma quest’anno va così.
A me e alla bionda è piaciuto, alla Tiz molto meno. Cattivo al punto giusto, probabilmente in lingua originale sarebbe stato ancora meglio, tralasciando il fatto che io non ci avrei capito una mazza. La storia è semplice, e potrebbe ricordare vagamente Carnage di Polanski, ma meno sofisticato.
Vincent e Claude sono ospiti a cena a casa di Elisabeth e Pierre. Mentre attendono l’arrivo di Anne, moglie di Vincent, incinta di 5 mesi, chiedono a Vincent qual è il nome che hanno scelto per il nascituro. E, nel momento in cui Vincent lo rivela, si scatena l’inferno. Quando l’atmosfera sembra tornata tranquilla, arriva Anne, e, per un inevitabile gioco degdi equivoci, parte il secondo round...
Mi fa sempre uno strano effetto uscire dalla sala e scoprire che c'è ancora luce. Visto che eravamo all’Ambrosio ne abbiamo approfittato per provare il famoso gelato di Alberto Marchetti.
Buono. Ma lontano dall'essere memorabile.
A differenza mia, che sono abbastanza vicino all'essere incontentabile.
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il 12/04/2022 alle 11:51
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