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Filosofia del viaggio
Il viaggio fornisce l'occasione per dilatare i cinque sensi: sentire e comprendere in modo più profondo, guardare e vedere in modo più intenso, assaporare e toccare con maggiore attenzione. Teso e pronto a nuove esperienze, il corpo in subbuglio registra più dati rispetto al consueto.
Viaggiare intima il pieno funzionamento dei sensi.
Emozione, affezione, entusiasmo, stupore, domande, sorpresa, gioia e sbalordimento, ogni cosa si mescola nell'esercizio del bello e del sublime, dello spaesamento e della differenza.
Michel Onfray
James Michener
Man learns what he sees
and what he learns
influences what he sees
Visto da vicino, nessuno è normale.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati. |
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« Cena tra amici | che noia » |
La Poison si è resa conto che ha bisogno di un nuovo portafrutta.
Balle.
La Poison non ha bisogno di nulla, ha semplicemente deciso che il suo portafrutta non le piace più, e vuole cambiarlo. Acquistando un portafrutta che le piaccia.
Balle, again.
La Poison, se continua a parlare di ella stessa medesima in terza persona, avrà presto bisogno di uno specialista di quelli competenti, seri, preparati.
Comunque, per farla breve, voglio un portafrutta nuovo. Non che io mi stia dannando alla ricerca dell’oggetto, visto che tanto in questa stagione la frutta la tengo in frigo, fra l’altro. Quando lo incontrerò sono certa che lo riconoscerò, e sarà amore a prima vista. Conoscendomi, minimo sarà dell’Alessi, e mi costerà come un paio di Louboutin.
Visto che ieri sera, uscita dall’ufficio, l’unico programma concreto era di andare a casa a stirare, ho preferito perdere tempo e sono andata all’Ikea.
Che ho pensato che, magari, avrei anche potuto trovarlo lì, un portafrutta. Possibilmente già montato. Così sono arrivata, ho parcheggiato, sono entrata.
Che io non ce l’ho con l’Ikea, sia chiaro. Ho ancora in mente la sequenza esatta di bestemmie pronunciate l’unica volta che ho montato una loro cassettiera, ma, a parte questo, una volta l’anno un giretto ce lo faccio. Tenendomi accuratamente alla larga da qualsiasi cosa sia composta da più di due pezzi, fosse anche il gioco del domino.
Manco a dirlo di portafrutta (assemblati e/o da assemblare) nemmeno l’ombra. Questo non mi ha impedito di lasciare comunque 50 euri alla cassa. Adesso ho una bellissima parure di lenzuola color verde minchia (verde acido per i non addetti ai lavori), l’ennesimo copriletto indira (verde anche lui) e, visto che la saggezza accumulata nel tempo mi ha trattenuto dal comprare un’altra orchidea in vaso, che poi rischio di passare per serial killer, un rametto di orchidea rigorosamente finto.
Ieri sera arrivata a casa l’ho incastonato nel vaso dell’orchidea in coma. Fa un figurone.
Da lontano.
Il portafrutta?
Puo attendere.
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il 12/04/2022 alle 11:51
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il 12/04/2022 alle 10:43
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