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Lou, mon amour (4/4, facciamola finita, non ne posso più)

Post n°163 pubblicato il 11 Ottobre 2007 da semi.conduttore
 

Oramai Lou ha quasi due mesi. E' diventata ciò che doveva diventare (Come Si Diventa Ciò Che Si E', cfr dopo), cioè una micetta di quasi due mesi che rompe il cazzo a destra e a manca, piscia e caca un po' dove capita - anche se questa non è La Casa Delle Libertà, e non credo lo sarà mai - mangia croccantini, omogeneizzati all'orata (minkia, manco sapevo che esistessero omogeneizzati all'orata), polpette e in genere quel che le capita a tiro, fa gli agguati alle mie pantofole (pensando che siano topi, immagino), dorme nel mio stesso letto ronfandomi nell'orecchio, e salta all'occasione come se fosse il Grillo Parlante (per gli amici, Grillante).

Giusto dieci minuti fa l'ho beccata che stava provando a boicottarmi l'adsl e il telefono, trattando i cavi come allenamento gattesco. Nell'inutile tentativo di redarguirla ho battuto la fronte contro lo spigolo della maniglia della porta finestra, col risultato che mi sono tolto una lente a contatto piena di sangue - oltre al buco in testa, sica pisce. Adesso ciò il cerotto, ma mi fa un male della madonna. Temo sia l'orgoglio. E poi la sento che ronfa dietro di me, proprio sui miei cuscini, sarà un problema spostarla. Io misà che me la faccio al forno; il problema è cosa dico poi alle bambine: "ohe, ragazze, è coniglio, buono, eh? Lou? Ah, Lou è scappata con Romeo, adesso sta a Parigi e presto vi manderà una cartolina con la tureiffel".

Per farla finita con questa storia di Lou mi manca solo di raccontare perché l'ho chiamata Lou, mannaggia a me (nomen omen). Come mi sembra di avervi già detto, ho capito subito che tra me e lei sarebbe stata una questione di amore-odio (anche se confesso che l'odio sta prendendo il sopravvento). Proprio in quei giorni (intendo i giorni in cui l'ho salvata da morte certa, raccogliendola dall'infida strada) stavo rileggendo il carteggio Sigmund Freud - Lou Andreas Salomè, che poi una che si chiama in questo modo già ti sta antipatica a priori.

Saprete certamente che la cara Lou Andreas Eccetera è stata una delle intellettuali più à la page di fine ottocento / inizio novecento. Si è trombata un po' tutti quelli che si poteva trombare, a parte, sica pisce, il povero Nicce, che poi infatti ha sbroccato. Deve aver pensato, il caro Federico, cazzo, 'sta troia la dà a tutti meno che a me. E vorrei vederti: darla a un sifilitico brutto, noioso e con seri problemi di alitosi è un compito che spetta al massimo a qualche suffraggetta dell'Esercito della Salvezza della Piccola Anima Immortale.

- Non lo fo per piacer mio, ma per far piacere a Dio!

Purtroppo per Nicce - il quale dopo aver constatato che aver proclamato la morte di Dio gli era costato la chiattella con la suffraggetta, ed essersi per questo risolto a preferire un cavallo - alla cara Lou non le è passato manco per l'anticamera dei lobi frontali di dargliela. Ma questo sarebbe un suo - di Lou Andreas Eccetera, intendo - merito; il fatto è che poi a Rainer Maria Rilke gliel'ha data. Eccome se gliel'ha data.

Ora, mettetevi nei panni del povero Nicce: lui sta lì che ti scrive di Zaratustra e della Gaia Scienza e di cosa ci sarebbe, se ci fosse qualcosa, Al di là del Bene e del Male, sperando che quella troia gliela molli, mentre la troia la molla a un poetastro effemminato che tutto quel che sa produrre è un - oh, tutti gli Angeli sono terribili (guarda che poi ci pensa Uim Uenders a fare il Cielo Sopra Berlino, cretino). Questo è il potere terrifico della poèsia: oltre ad autopromuoversi e autopropagarsi, si autopredice. In realtà al pòeta interessa solo fare il caro vecchio su-e-giù, ma vaglielo a spiegare alle tipe come la Lou Andreas Eccetera, tutte prese dall'angelo, oh, l'angelo, guarda che angelone, che belle ali, sembra quasi un uccello, ecco, vedi?

Ti credo poi che il povero Nicce si abbraccia il cavallo e scoppia a piangere, voi che avreste fatto al posto suo, con la sorella nazista che si ritrovava, per giunta. Eccheccazzo, c'è un limite a tutto.

Insomma, com'è come non è, la cara Lou Andreas Eccetera a Nicce la fa annusare e basta, a Rilke e a un pacco di altra gente gliela dà, e fattostà che si ritrova esattamente al centro del mulinante gorgo di pensiero che produce a) l'affondamento del Titanic, b) la prima guerra mondiale e quel che ne consegue, c) la meccanica quantistica e d) la psicanalisi. Mi sorprende quasi, a dirla tutta, che Musil non le abbia dato una bottarella. Magari gliel'ha data, vai a sapere.

Da quel che ho scritto sopra anche il meno sagace tra gli eventuali lettori riesce a evincere che 'sta Lou Andreas Eccetera Del Cazzo non è che mi stia tanto simpatica, anzi: eppure a guardare bene mi sono dovuto convincere che questo risentimento non aveva nulla di logico, appartenendo alla sfera di quei non-sentimenti assurdi che noi ossessivi ci coccoliamo come se fossero uova di Colombo.

Questo, e solo questo, il motivo che mi ha spinto a. Mannaggia a me. Mo si chiama Lou e fa la troia, cazzo.



 
 
 
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