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Post n°154 pubblicato il 05 Settembre 2007 da semi.conduttore
 

ora, dovete sapere che in quei torridi giorni di ferragosto i mostriciattoli (l'affettuoso appellativo con cui sono uso indicare il sangue del mio sangue e la carne della mia carne, insomma, le bambine) erano in vacanza con la mamma. potevo solo supporre la loro sorpresa al ritorno (e soprattutto le sacramentazioni della genitrice delle piccole stesse, seconda, nella classifica dell'ostilità verso qualsiasi forma di vita non umana in casa, solo alla mia augusta mamma). ma le mie facoltà immaginative erano ostruite e praticamente impedite da un ingorgo di fatti che si presentavano con ogni evidenza come realtà oggettiva: come cazzo infilare la microtettarella del microbiberon da barbie nella boccuccia riottosa di lou. per non parlare del fatto che la microtettarella, così come acquistata in una farmacia che avevo sempre creduto essere dominio esclusivo di medicine e/o equipollenti per esseri umani - come è dura rinunciare ai propri bacati punti di vista, alle volte -  insomma la microtettarella mica era bucata.

le istruzioni per trasformare quella specie di spesso micropreservativo in una microtettarella sembravano esaurienti: tutto sommato sarebbe bastato prendere, a detta del foglio illustrativo, un paio di forbicine e tagliare a X la sommità del coso. grazie alla mia proverbiale abilità da homo faber della domenica pomeriggio, il primo tentativo si è presto trasformato in una specie di caporetto: presumo di aver intagliato una X bold corpo 48, perché i risultati netti della cascata di latte che si è prodotta quando ho cercato di allattare lou sono stati:

a) una palla di pelo semiaffogata che starnutiva latte per gatti dal nasino, fradicia fino alle midolla dello stesso latte per gatti;
b) i miei pantaloni inzuppati di latte per gatti, che sembrava che me la fossi fatta sotto;
c) pavimento del soggiorno inondato di latte per gatti (ove non si fosse capito lo ribadisco, ho un problema col latte per gatti).

non so se avete mai avuto occasione di rendervene conto, spero per voi di no, ma il latte per gatti in polvere ha lo stesso nauseabondo odore del latte per neonati umani in polvere. in pochi minuti ero quasi riuscito a uccidere per soffocamento la palletta di pelo e allo stesso tempo, oltre a infradiciarmi e, giusto perché di solito non mi faccio mancare niente, a ridurre il soggiorno di casa in una specie di ributtante palude che puzzava di latte per gatti in polvere. suicidarmi mettendo la testa nel microonde sembrava una delle più rassicuranti vie di fuga da quella situazione, ma se non chiudi lo sportello il microonde non parte. allora ho pensato che potevo prima ghigliottinarmi e poi infilare la testa nel microonde, ma una breve riflessione sulla faccenda mi ha convinto che l'operazione avrebbe presentato non poche difficoltà d'ordine pratico.

dopo aver intaccato con la X giusta, o pressappoco, la microtettarella di riserva, cacciato in gola alla micia qualche porcòlitro di latte e aver messo a posto, più o meno, il bordello che avevo combinato, si è presentato il problema "massaggini sulla pancia". io mi ci sono messo con tutta la mia buona volontà, che è tanta, ma piscia niente.

il giorno dopo, il 16 agosto, ho ficcato lou in una scatola da scarpe rivestita coi resti di un asciugamano che aveva decisamente visto tempi migliori e l'ho portata dalla veterinaria (che con un lapsus degno di nota sono riuscito a chiamare "pediatra" ben tre volte) per avere consigli ed essere sicuro che la micia stesse relativamente bene. già trovare un veterinario il 16 agosto si è rivelata un'impresa non da poco: fattostà che ci sono riuscito. sono entrato strisciando à la fracchia, e ho spiegato che di gatti avevo su per giù la stessa esperienza che un armadillo può avere della metafisica di aristotele. per eccesso di amor proprio ho evitato di menzionare il fatto che coi cani non è che me la sarei cavata meglio.

la prima cosa che ha fatto la ped veterinaria, dopo l'ovvio pat pat sulla spalla per tirarmi su, è stato dirmi:

- probabilmente questa micina deve fare pipì: adesso le mostro come si fa.

dopo di che, con la sinistra ha acchiappato la micia con una mossa che se non hai tot anni alle spalle di arti marziali o di convivenza coi mici non ti viene facile, e con la destra, con l'ausilio di uno scottex, ha cominciato a strofinare vigorosamente la patata della micia (nel frattempo la ped veterinaria mi aveva edotto sul fatto che ci trovavamo in presenza di un gattino femmina, come se non l'avessi sempre saputo, dentro di me).

- e quelli sarebbero i famosi massaggini sulla pancia? - ho detto con un'espressione del volto che immagino virata al seppia: - alla faccia! quella è masturbazione bella e buona. corruzione di minore, altro ché.

mentre la ped veterinaria sorrideva delle mie facezie, lou ha cominciato la sua personalissima interpretazione del diluvio universale: ettolitri di piscio di gatto si sono improvvisamente riversati sul tavolo d'alluminio su cui la ped veterinaria visita i suoi pazienti.

sono sbiancato e ho chiesto:

- ma ne farà sempre così tanta, ogni volta?

la ped veterinaria ha continuato a sorridere e ha detto:

- ma no, è che era tanto che non la faceva, poverina. piuttosto, dovrà fare anche popò. vada a comprare una confezione di microclismi in farmacia, per favore, che ne sono momentaneamente sprovvista.

ora, quel che è troppo è troppo. andare in farmacia a comprare latte per gatti appena nati e biberon per gatti appena nati già mi sembrava un compito troppo arduo per le mie povere forze. arrivare poi a concepire che esistessero farmacie pronte a vendere microclismi per gatti mi sembrava un'enormità degna dell'apocalisse.

- microclismi per... per gatti, intende? - ho balbettato.
- ma no, i microclismi per neonati. se ha bambini li conoscerà, no? come le viene in mente che le farmacie vendano microclismi per gatti?

(to be continued)

 
 
 
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