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1,nessuno&centomila

Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina

 

Messaggi di Maggio 2007

Post N° 1050

Post n°1050 pubblicato il 31 Maggio 2007 da psike830

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Deliri post studio

Quella notte l'asfalto era un lago illuminato da centinaia di lunelampione e satelliti di stelle.
Lei era seduta ad un tavolo bianco di panno bagnato e nero di promesse d'amore scritte con chiavi e accendini.
Lui era già nella sua vita, discontinuo, certo, ma pieno di sguardi e gesti, di fatti e non solo parole.
Percorreva quei pochi metri che li dividevano incerto tra il correrle incontro e voltarsi per andar via prima che lei lo vedesse.
Percorreva quei pochi metri con in testa una serie di immagini passate e presenti senza la benchè minima idea di futuro.
Erano sempre stati così: piantati a terra e poi slanci improvvisi e ricadute più o meno morbide.
Erano sempre stati così: presenza assoluta e assenza totale, mai una via di mezzo.
Avrebbe voluto esserci, lei, in ogni più piccola piega della vita di lui, ma non aveva il coraggio di chiederglielo.
Avrebbe voluto averlo, lei, in ogni lembo della sua esistenza, perfino alla deriva. 
Percorreva quegli ultimi metri sapendo di non potersene più andare ormai, aveva superato il confine rimasto invalicato per troppo tempo: il cuore.
Chissà come sarebbe stato dirle in silenzio che era venuto per restare
chissà se lei avrebbe capito.
Lei lasciava che il polpastrello seguisse le lettere di quel lieve solco e ad occhi chiusi cercava di indovinarne il nome, riaprendoli lo vide.
Perfino le stelle si spensero per creare più atmosfera e per poterli spiare senza essere viste. Non capita mica tutti i giorni che qualcuno prenda una decisione del genere.

Non disse niente lui, solo un sorriso accennato di piacere nel trovarla impegnata in qualcosa di così leggero.
Prese una sedia e anche lui cadde in quel gioco di polpastrelli, buio e fantasia.
D'un tratto la pelle rosa di lei incontrò quella olivastra di lui sul bianco del tavolo, cercò di non farsi tradire dal brivido che le era partito dal cuore ed era già arrivato al gomito. Piegò il braccio per spezzare il circuito e lui si irrigidì nel distacco improvviso.
Aprendo gli occhi si guardarono forse per la prima volta in tutti quegli anni di muri e fortezze.
Cominciarono a pensare che forse nel mondo c'erano altri cento uomini e donne che li aspettavano e che erano le loro anime gemelle. Lei pensò che avrebbe potuto incontrarli durante quel viaggio in America che tanto voleva fare, lui avrebbe potuto tornare in Spagna o in Marocco e cercare quella o quell'altra ragazza.
In un attimo immaginarono mille vite e mille futuri diversi ma in ognuno di essi l'altro era sempre presente in un ruolo tutt'altro che marginale.

Lei lo prese per mano e se lo portò in America, durante il volo lui le propose di passare il Natale in Marocco e l'estate in Spagna.

Nessuno dei due era restato, erano partiti insieme.

 
 
 

Post N° 1049

Post n°1049 pubblicato il 29 Maggio 2007 da psike830

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Non lo sapevo che a volte non perdersi è molto più facile che perdersi.
Ci vuol molto meno a mettere tutt'e due i piedi fuori da una vita che continuare a tenerne uno sulla porta per evitare che si chiuda, basta un attimo in fondo, una piccola distrazione  e tutto cambia. Capita spesso di rincontrare qualcuno e rimaner lì a domandarsi com'è stato possibile allontanarsi così.
Eppure noi ce ne stiamo ancora qui a dondolare sulla porta, ad indugiare, tra la paura di perdersi e quella d'aversi.
Perché lasci che rimanga sospesa tra quello che avrei voluto da te e quello che ancora spero d'avere, tra quello che mi hai dato e continui a darmi.

Perché son le piccole cose che non riesco a dimenticare, ognuno di noi ama cose sciocche di cui, a volte, quasi si vergogna, ma tu sai dargli il giusto peso, tu sai che quelle cose non son leggere, tu lo sai che le parole non volano semplicemente via.
Ad esempio quella sera lì, col libro delle commedie dialettali sulle ginocchia io leggevo e pensavo a te, pensavo a quanto anche a te sarebbe piaciuto tenere fra le mani quelle parole e D. non lo poteva certo capire mentre continuava a guardarmi strano perchè continuavo a chiedere ad E. se potevo portarmelo via. Oggi invece tu l'hai capito, oggi invece tu quel libro me l'hai chiesto in prestito e mi hai detto che sapevi già che leggendolo io pensavo a te.

E lo sapevi anche oggi che ti pensavo
anche oggi
quando mi hai telefonato.
 

 
 
 

Post N° 1048

Post n°1048 pubblicato il 29 Maggio 2007 da psike830

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Certe cose nascondono la loro magia
proprio nel non poter essere spiegate,
è tutta lì la magia
in quello che non si riesce a capire
ma che puntualmente accade.
Io ad esempio non ho ben capito
tutta questa storia della terra che gira e ruota
e ogni alba e tramonto mi lascia a bocca aperta.
io ad esempio non ho ben capito
tutta quella storia della luce che è bianca ma
nasconde tutti i colori
e ogni volta che si riflette su un prisma
rimango a bocca aperta.
io ad esempio non ho ben capito
tutta questa storia di me e di te
che è finita ma non è finita
e ogni volta che mi chiami
rimango a bocca aperta.

E' naturale, semplice, quasi banale.
Ma no, non riesco proprio a capirlo.

E son due anni che è così,
dovrei forse rassegnarmi

[solo che...c'è troppa folla nella tua vita...]

 
 
 

Post N° 1047

Post n°1047 pubblicato il 29 Maggio 2007 da psike830
Foto di psike830

Non avresti dovuto permettermelo, sapevi che non sarei potuta rimanere a lungo nell'aria che spostano i tuoi gesti lenti e distratti, sapevi che non c'era abbastanza spazio per tutti e due i nostri egoismi.

Non avrei dovuto permettertelo, sapevo di non essere abbastanza forte da sopravvivere...

e che vuol dire se mentre io ti penso squilla il telefono e sei tu?

Ho fatto talmente tanta confusione che non distinguo più il sesso dall'amore...

[in foto: i miei deliri al telefono]

 
 
 

Post N° 1046

Post n°1046 pubblicato il 27 Maggio 2007 da psike830

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Certi sogni sfumano piano come l'alba che arriva stemperando i colori della notte ed hanno una musica dolce di uccellini che cantano annunciando il giorno.

Non gli ho detto nemmeno ciao ché certi addio han bisogno di silenzio e sarebbe imbarazzante trovare le parole per dirsi quello che si sa già, quello che non è certo difficile da capire.

Vittorio mi ha detto che stasera era "il gran finale", ma secondo me non sapeva quanto questo fosse vero per me. 

Signori miei si chiude il sipario, si cambia palco,
si ricomincia.

 
 
 

Post N° 1045

Post n°1045 pubblicato il 25 Maggio 2007 da psike830

"...Ogni sera
giustifico a fatica le mie scelte.
Quale incantesimo ci ha legati?
Che cambia e ci cambia
ma è sempre così intenso?..." B.

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Sarebbe bello dirti ogni notte
quant'è dolce addormentarsi
col tuo pensiero tra le ciglia,
sentirlo solleticarmi gli occhi
e rimanere così:
sveglia a fissare il soffito vuoto
riempiendolo di te.
Non ci credevo io
che l'amore non conosce distanze,
temporali o materiali che siano,
non ci credevo io
al vuoto che lascia una persona
quando se ne va.
Non lo sapevo mica
che una persona
può restare andandosene,
può tornare pur restando dov'è,
può essere lontana
anche se riesci a toccarla con le dita.
Non lo sapevo
che il tempo può trascorrere
e lasciare intatte le sensazioni
e immutate le emozioni,
credevo dovesse curare e cancellare lui,
mi dicevano che era l'unico modo.
E allora,
se nemmeno l'unico modo è valido,
cosa ne faccio io
adesso
di queste tue parole?
Dove li mettiamo tutti questi pensieri
che percorrono la distanza che ci divide?

Che faremo
se poi
ci accorgeremo di aver davvero sbagliato?
Come lo recuperemo tutto il tempo perso?

 
 
 

Post N° 1044

Post n°1044 pubblicato il 24 Maggio 2007 da psike830

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Penso solo che vorrei andarmene da questo lago d'asfalto afoso e riflettente e poggiare i piedi nudi sulla staccionata che fa da balcone al lago, al mio lago d'acqua azzurra e dolce. Calma piatta e una leggera brezza nei capelli, è l'ora dell'aperitivo, martini bianco nel bicchiere largo e basso a triangolo e le montagne laggiù nascondono il punto da dove ci si lancia col deltaplano, il punto da dove si può vedere ogni angolo e ogni quadrato di terra e di acqua di questa mia vita. Chè il mio mondo è questo: un vulcano imploso diventato lago. E se chiudi gli occhi sembra quasi di sentire il mare, senza però quella sensazione di infinito a perdita d'occhio che disorienta che quasi spaventa. E' tutto verdeazzurro qui, di tutte le tonalità e le qualità.

Ho solo bisogno di questo silenzio rumoroso solo di vento lento che riporta le mie grida da bambina quando mi tuffavo nell'acqua fredda o tiravo il pallone alzando polvere, che riporta i miei primi baci nascosti sotto l'ascuigamano agli occhi indiscreti di chi non ricorda più cosa vuol dire essere felici di quella felicità libera da preconcetti e malizie.
E poi i piedi affondano nella sabbiaterra polverosa di passato e grigia di futuro ché di terso ho solo gli occhi io, ma di un terso ingannevole, come il mare liscio come l'olio che in realtà preannuncia la bufera.

Per tutte le volte che mi son seduta su questa riva piegando le ginocchia e abbracciandomele con le mani giunte dopo ogni delusione, dopo ogni sorriso sincero perchè è sooprattutto dalla felicità che scappo ché dal dolore non si può scappare, ti rincorre lui, mentre la gioia se ne va se non riesci a prenderla al volo, non torna più.

Il mio amore per questo posto non sarà mai uguale all'amore per nient'altro perché nessun'altro può esserci sempre per me indipendentemente dall'ora o dalla stagione, coperto di neve o indorato o, come lo preferisco, tinto dell'arancione del tramonto o dell'alba quando vado a lavorare di mattina presto e mi fanno male gli occhi a forza di guardarlo di sbieco.

Sono i luoghi quelli che rimangono, quelli che non si riempiono mai, quelli in cui puoi continuare a metterci le tue emozioni e le tue lacrime, sono  i luoghi a non dire mai basta a non essere mai stanchi delle tue parole silenziose o scritte su un foglio stropicciato con una penna tirata fuori dal cassettino che scrive a tratti.
Sono i luoghi ad accoglierti e a regalarti odori che ogni volta potrai ritrovare immutati.

La maggior parte degli uomini o degli amici che sono stati con me in questo posto se ne sono andati dalla mia vita ma il lago è rimasto qui ed io è qui che torno, ogni volta diversa e ogni volta uguale, ogni volta troppo piena o troppo vuota a chieder pace.

E anche mia madre, pur nella sua follia, lo sapeva che qui la pace è veramente eterna.
La differenza è che io qui ci vengo per continuare a vivere, non per morire.

 
 
 

Post N° 1043

Post n°1043 pubblicato il 24 Maggio 2007 da lylee0

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un invito a scrivere in questo blog che spesso ho dimenticato....spero accetterai questo piccolo pensiero..un'altra delle immagini raccolte qua e là per il web, un bacio
 

 
 
 

Post N° 1042

Post n°1042 pubblicato il 23 Maggio 2007 da psike830

il telefonino dice

messaggio inviato

il mio cervello è in corto circuito

trattengo il fiato

l'attesa -anche se sembra eterna- prima o poi finirà

 
 
 

Post N° 1041

Post n°1041 pubblicato il 23 Maggio 2007 da psike830

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Se c'è un momento che vale la pena vivere è quello delle scelte, quello in cui si sa che la differenza tra il prima e il dopo sarà netta.
E non è mica facile scegliere: vale la pena/non ne vale la pena, lo faccio/non lo faccio, mi butto/non mi butto, lo perdono/non lo perdono.... scegliere significa riuscire a prevedere quali saranno le conseguenze, significa immaginare che qualcosa accada, significa saper interpretare nel modo migliore ogni segno della realtà presente basandosi anche sull'esperienza del passato e sull'intuito. Significa provare a proiettare oggettivamenme, svuotando un po' il mondo dei nostri significati, significa avere una cosa piuttosto che un'altra e non poter tornare indietro a riprendere qualcosa che credevamo non ci sarebbe servito.

Che poi chi se ne frega se la scelta è giusta o no, non servirà a niente mangiarsi le mani e maledirsi, ci si deve solo rimboccare le maniche e andare avanti.

Ci vuole fegato
faccia tosta
e pazienza.

 
 
 

Post N° 1040

Post n°1040 pubblicato il 22 Maggio 2007 da psike830

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C'è tutto un andirivieni di pensieri, di ipotesi di futuro, di idee scartate e poi riprese per essere di nuovo abbandonate, di sogni ad occhi aperti, di nodi alla gola che si sciolgono e si ringarbugliano, di batticuori che provo invano a rallentare, di confusione tra passato e presente.
C'è che prendo mille volte in mano il telefono per scrivere un messaggio ma improvvisamente tutte le parole perdono valore, si scompongono in sillabe che provo ad immaginare esser lette dai tuoi occhi di cui non ricordo nemmeno il colore e diventano sciocche e sospese, senza legami l'una all'altra.

C'è che ho una paura fottuta di chiederti di uscire, come se un tuo "no" portasse una catastrofe inaudita nel mio già precario equilibrio.

L'esito positivo non è razionalmente preso in considerazione, ma irrazionalmente vivo un idillio tutto mio.

Sono da ricovero.
Sono da internare.
Sono innamorata.

"...legami le mani
legami
con doppi nodi
all'anima
porta la mia vita
a correre da qualche parte
e stancala
solo mi farai felice
se sarai crudele
con me
e se sono prigioniero
io mi sento libero.
Legami le mani..."
Mario venuti - Crudele 

 
 
 

Post N° 1039

Post n°1039 pubblicato il 22 Maggio 2007 da psike830

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Poi arriva la notte e da quella no, nessuno ti può difendere. Affondo le dita nel buio cercando conforto nel sonno o nei sogni.

Poi arrivano le tue parole che son come zucchero tra le labbra, ma lo stesso zucchero si infila anche tra le lenzuola e non è più così piacevole.

E' che tu mi ricordi tutte le paure e gli errori, tutte le occasioni perse, le fughe da qualcosa di troppo bello per crederci davvero. Sono andata troppo lontano e l'ho perso.

Se vedessi adesso la lentezza con cui mi son fatta avanti, la timidezza e la delicatezza con cui studio ogni mossa e poi agisco d'istinto, niente a che fare con la fredda razionalità con cui giocavamo alla seduzione io e te.

Solo che adesso fa ancora più paura perchè dall'altra parte c'è il vuoto e l'ignoto, perchè dall'altra parte non ci sei tu e tutte le bugie che dicevi e inventavo.
Solo che adesso non so da dove cominciare, sono il tipico elefante in un negozio di cristalli e, per quanto ci provo, riesco solo a mandare tutto in pezzi.

Lo sai come sono fatta no?
Faccio sempre il contrario di quello che penso, il contrario di quello che è giusto e non perdo nemmeno più tempo a cercare attenuanti e giustificazioni.

Forse, in fondo, è colpa tua ché non sei mai riuscito a dare regole precise o mia ché non riuscivo a rispettarle o le reinventavo di sana pianta.
E poi... io perdevo e tu piangevi, vincevo e te ne andavi, non è mica così che si fa.
Certe volte si ha bisogno di causalità e non di casualità, per capirci almeno qualcosa.

 
 
 

Post N° 1038

Post n°1038 pubblicato il 21 Maggio 2007 da psike830

Contro la forza di gravità.

 

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Poi capita che la mente si perde, immagina qualcosa che forse non potrà mai essere, ma che sembra così vicino da poterlo quasi toccare.
Credevo quasi di non esserne più capace, di sognare intendo, avevo legato così bene i pensieri tra loro illudendomi che quei fili fossero elastici e invece, alla prima piccola grande -e sciocca- gioia, si son strappati come fossero di carta velina e adesso non riesco più a fermarmi.
Non ha confini la fantasia, soprattuto in amore, ho immagini di viaggi in macchina, baci, sorrisi, piccoli gesti, parole e sguardi come fossero già successi, come potessero succedere davvero.
Lo so che il ritorno alla realtà sarà uno schianto da 7000 metri d'altezza senza paracadute, ma non riesco a far altro che godermi la discesa.

Ce la farò a vincere contro la forza di gravità?

 
 
 

Post N° 1037

Post n°1037 pubblicato il 21 Maggio 2007 da psike830
Foto di psike830

"...sono in paranoia dura,
dolce tortura,
paura,
come quella sera
indeciso sul baciarti o meno,
a parlare sul divano ore,
la prima volta che assaggiavo il tuo sapore
e già ne ero strettamente dipendente,
shhh,
cotto immediatamente.
Ed era tipo "che c'importa di domani?",
stringimi le mani,
ma i baci non risolvono i problemi,
e ora non ci sei,
domani è già arrivato,
e brucia dentro sai, anche se ero preparato,
e cadono parole come pioggia sulla strada,
forse verrà domani il sole che le asciuga..."

Anno 1996: io e la mia vicina non facevamo altro che cantare questa canzone e me la porto dietro ancora adesso, ancora adesso riesco a trovarci dentro i pezzi di ogni storia d'amore, di ogni illusione, di ogni speranza e di ogni "fine".
Nel 1996 non pensavo certo che, undic'anni dopo, mi sarei trovata fianco a fianco a J-Ax nella discoteca dove son cresciuta.
Non so se J-Ax sa tutto quello che mi ha dato con questa e altre canzoni, quando le ha scritte probabilmente non sapeva cosa io c'avrei messo dentro, cosa ci avrei visto di me e della mia vita, che momenti avrebbero accompagnato, aiutato, accelerato, ricordato.
J-Ax non sa che grazie alla sua presenza sabato son riuscita a parlare davvero con A.(il dj), non mi ha certo visto attraversare la pista con due bicchieri di prosecco in mano, non mi ha visto bere birra, io che la birra la detesto, non mi ha visto tirar fuori dal pacchetto una sigaretta, accenderla e vederlo uscire dalla consolle per fare una pausa anche se non era proprio il momento, tanto che "il capo" lo guardavo un po' storto, non mi ha visto uscire dalla discoteca alle 4 e mezzo del mattino, andare al bar a comprare un cornetto con la crema e poi rientrare per portarglielo.
E anche chi mi ha visto quasi non ci credeva.
Ché certe volte gli uomini escono dai propri schemi abituali e quasi si trasformano, diventano più docili, più accessibili.

Non è così brutto, a volte, mostrarsi fragili, abbassare le difese, l'orgoglio, le insicurezze e fare semplicemente quello che si sente, anche se si corre il rischio di apparire un po' ridicoli o infantili.

"...guardarti accende un desiderio incontenibile,
come le gocce sul bicchiere quando ho sete ma..."

ma non lo so come andrà a finire, anche perchè questo sabato sarà l'ultima occasione per vederlo visto che ci sarà a chiusura estiva, ma...

sarò mica innamorata sul serio?

 
 
 

Post N° 1036

Post n°1036 pubblicato il 20 Maggio 2007 da psike830

...poi son le 4 e mezzo del mattino e t'accorgi d'averci parlato praticamente per tutta la notte, non solo per quei famosi "5 minuti"...
E' lì, sempe biondo, sempre carino, per un attimo si definisce quasi egocentrico e tu sorridi.
Sembra non dispiacergli la tua presenza e continui a buttar lì quella bevuta insieme, come poco fa che ti sei trovata in mezzo alla gente con due bicchieri di prosecco e uno l'hai offerto a lui: "è la bevuta che mi devi?".
E vorresti dirgli no, vorresti dirgli che daresti qualsiasi cosa per vederlo fuori da qui, lontano dalle luci e dal microfono, lontano da tutto questo caos.

Io lo voglio quest'uomo, con ogni cellula del mio corpo, lo voglio respirare, voglio scoprire il suo odore, le inflessioni della sua voce, voglio sapere cosa lo fa emozionare, cosa lo fa rattristire, voglio sentire il suo sapore, i suoi gesti e il suo sorriso.

Non riesco ad arrendermi, anche se so di non avere speranze.
E' sciocco, ma non riesco a farne a meno.

 
 
 

Post N° 1035

Post n°1035 pubblicato il 19 Maggio 2007 da psike830

Ci vuole calma e sangue freddo...

Non so come è successo, ma ieri sera mentre mi asciugavo i capelli è saltato praticamente tutto l'impianto elettrico.
Non funziona più niente nel mio bagno, il frigorifero, la televisione e il surgelatore che è nel garage.
Mia nonna è stata presa dal panico, ma quel panico che ti porta quasi a strillare e strapparti i capelli.
Ora... io dico...ma a che divolo serve?
Ho chiamato Ale per vedere se ci capisce qualcosa, nel frattempo, invece di imprecarmi contro, mia nonna non potrebbe telefonare a sua sorella o alla sua vicina e chiederle se per favore le tiene la roba nel surgelatore finchè non si è risolto il problema?
Non sarebbe una cosa logica?
Non è più semplice e meno faticoso che urlare e lasciarsi prendere dal panico?

[la cosa divertente è che, di tutte le prese di casa, funzionano solo quella dove è attaccato il mio pc e quella della televisione che sta guardando mio nonno....e mia nonna gira disperata per casa provando ad accendere tutte le luci, aprendo tutti gli sportelli, tirando fuori cacciaviti e chiavi inglesi...non smonterà mica l'impianto elettrico?
Certe volte questa casa è uno spasso...se non ci fossi io a far danno come farei a ridere?]


 
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Post N° 1034

Post n°1034 pubblicato il 18 Maggio 2007 da psike830

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Immagine: San Pellegrino (VT) a due passi da Lucio.

Sai di cosa avrei bisogno stasera?
Di sentirti ridere parlando di chissà cosa, camminarti accanto tenendo tra le mani un'altra sigaretta e chiedendoti di farmi accendere.
Respirandoti.
Sentirmi di nuovo leggera e lontana da tutto, da tutto quello che non sai e che nemmeno io vorrei sapere.

Voglio il borgo medioevale da calpestare e la fontana sulla piazzatta in cui allungarmi a bere e poi i bicchieri di plastica rigida e i tuoi strani cocktails.

Voglio ritrovarmi in mezzo alle tue parole buttate lì senza pensare e stupirmi nel trovarmi proprio lì dove non credevo d'essere.

Voglio....

 
 
 

Post N° 1033

Post n°1033 pubblicato il 18 Maggio 2007 da psike830

Mica si deve per forza parlar bene dei morti.
Se mia madre era una debole, era una debole.
Avrebbe dovuto tirar fuori le palle come ho fatto io in tutti questi anni invece di smettere di mangiare, iniziare a bere, riempirsi d'ansiolitici, mettersi due dita in gola per vomitare e piangersi addosso.

Eccheccazzo.

 
 
 

Post N° 1032

Post n°1032 pubblicato il 17 Maggio 2007 da psike830

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"...A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'é una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran. Non si capisce.
E' una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave".
Ci rimasi secco.
Fran. ..."
Da: "Novecento", Alessandro Baricco.
.
.
.
.
"ho cominciato a leggere novecento di Baricco, se non mi bruciassero così tanto gli occhi l'avrei già finito.[...]"
"il film della leggenda del pianista sull'oceano è ispirato a quel libro. Io lo amo quel film e poi Baricco...è un allucinato! [...]
come stanno i tuoi occhi di cielo?"
[...i miei occhi di cielo starebbero meglio se potessero vederti...]
 
 
 

Post N° 1031

Post n°1031 pubblicato il 16 Maggio 2007 da psike830

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Ritrovarsi poi a raccontare un anno in una notte e accorgersi che tutte quelle cose che credevo dimenticate in realtà sono ancora lì.

E forse è questo l'amore: qualcosa che non se ne va

che continua a crescere anche se fai di tutto per non alimentarlo

è lui ad alimentare te.

 
 
 

JO

perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.

 

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DUE ZERO ZERO CINQUE

RADIOFRECCIA

"...perchè le canzoni non ti tradiscono.
Anche chi le fa può tradirti,
ma le canzoni,
le tue canzoni,
quelle che per te han voluto dire qualcosa
le trovi sempre lì,
quando tu vuoi trovarle.
Intatte.
Non importa se cambierà chi le ha cantate.
Se volete sapere la mia,
delle canzoni,
delle vostre canzoni vi potete fidare..."

 
 

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