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1,nessuno&centomila

Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina

 

Messaggi del 18/12/2006

Post N° 878

Post n°878 pubblicato il 18 Dicembre 2006 da psike830

Siedo sulla sedia in legno, gomiti sul tavolo e pensieri negli occhi.
Mastico la gomma insieme ad una certa dose indeterminata di insofferenza stasera. In bocca ho ancora il sapore del caffé della pizzeria, quella dove non si trova mai parcheggio. Il pub è semivuoto e la musica bassa che si sentono i rumori dei bicchieri dalla cucina e la cameriera non deve nemmeno sgolarsi per prendere le ordinazioni. Siamo solo 5 stasera, scelgo il succo di frutta guardando gli occhioni azzurri di P.
Quest'uomo ha un certo fascino a cui si aggiunge quello dell'uomo maturo e poi non è mai invadente, anche con me che ho una concezione del "riservato" talmente ampia che a lavoro mi toglierei pure il cartellino. Lui riesce a cogliere i miei stati d'animo pur senza conoscermi a fondo e certe notti ce ne restiamo con la macchina e la sigaretta accessa a parlare del più e del meno finchè non è quasi l'alba.
Stasera davanti alla portiera aperta mi ha detto che la verità, la vera verità, è che io da sola sto troppo bene.
Ed ha ragione, pienamente ragione.
Nel pomeriggio me ne stavo con S. al centro della piazza in festa e lui mi parlava della sua voglia di fermarsi, di trovare una ragazza con cui sta bene come sta bene con me e dare un senso alla casa che ha comprato e che non ha ancora l'allaccio di luce e gas.
Io invece non voglio affatto fermarmi.
Forse dipende anche dalla differenza di età o dal fatto che oggi era il suo 27 compleanno e in modo o nell'altro è inevitabile non fare bilanci.
Lo guardavo prima, mentre provava pantaloni e maglioni e mi chiedeva "come mi sta?", lo guardavo e per un attimo ho ripensato a venerdì, alle sue labbra morbide e al sapore della sua saliva, all'odore della sua pelle che avevo tra le dita quando sono tornata a casa. La commessa mi ha chiesto se fosse il mio ragazzo e siamo scoppiati a ridere come facciamo sempre in questi casi, come se niente fosse successo. Poi il pensiero se n'è andato così come è venuto e forse a lui è venuta in mente la stessa cosa quando sono stata io ad uscire dal camerino.
Credo che una grande amicizia si debba rischiare solo per un amore folle. Tra noi quell'amore folle non c'è anche se quei baci sono stati (puntini puntini).
Forse è da questi episodi che si capisce la forza di un legame: il nostro ha retto bene il "colpo".

Comunque sia ho preso un succo di frutta e l'ho aperto come fosse un pacco a sorpresa versandolo poi nel bicchiere alto e stretto dove il mio nasone non c'entra.
Mi son fatta due conti guardando con attenzione i graffi del tavolo e i poster appesi alle pareti, aiutata da qualche sms di un amico e da P. che ha un sorriso contagioso ho capito un po' di cose.
Ho capito che quella "me stessa" che mi mancava sta tornando a grandi passi a parte alcuni lati propri dell'adolescenza che si son consumati con gli anni.
Anche se scrivo cose deprimenti in fondo me la sto godendo alla grande. Non ho conosciuto nessuno di interessante ma difficilmente torno a casa senza un paio di persone che mi abbiamo chiesto il numero di telefono. Sono mesi che non faccio sesso, è vero, troppi mesi, ma so già che quando succederà di nuovo saranno fuochi d'artificio.
Però è di quella "me stessa" che mi interessa di più.
Il problema è che l'unica cosa che non riesco a ritrovare è un po' di istintività, anche se certe volte esce fuori con una forza incredibile, ma solo con una determinata persona.
Francesco.
In fondo è grazie a lui se mi sto ritrovando, è grazie alla sua fiducia e alle sue parole. Tra noi ormai è finita, anche se fa male a tutti e due e certe notti torniamo a cercarci con la stessa voglia che avevamo i primi giorni che ci eravamo conosciuti, quando il pensiero di passare anche solo un minuto insieme è più forte di ogni ostacolo e limite. Poi uno dei due estrae dal cappello la razionalità e ridiventiamo quella specie di adulti responsabili che siamo ora.
Quando ci si è amati così tanto però è normale. Conoscere ogni più piccolo segreto dell'altro, ogni piega del carattere e ogni espressione del viso, riuscire ad interpretare ogni parola e sguardo fa restare inevitabilmente un filo invisibile ad unire le due vite anche se distanti.
E lo so che certe volte vorrebbe essere con me invece che con lei come io vorrei essere lei, ma i nostri tempi non si sono mai incontrati per chissà quale strano gioco del destino e così...eccoci qua di nuovo dai due lati della strada a fingerci due sconosciuti e piano passerà anche il dolore nel guardarsi negli occhi o la voglia di dirsi almeno una volta a settimana quanto ci manchiamo.
Al prossimo uomo che entrerà a far parte della mia vita voglio regalare quel sorriso che solo lui riusciva a far nascere e spero che, chiunque sia, riesca a capire e sopportare i miei silenzi almeno un decimo di come faceva lui, con la stessa dolcezza e partecipazione.
Dovrei solo aprirmi un po' di più, ritrovare la voglia di condividere.
E' da questo che avevo capito di amarlo davvero: dalla voglia di condividere la mia vita con lui, di vederlo in mezzo ai miei amici, di girarmi per fare retromarcia e vedere poggiato sul sedile un suo cd o i suoi fogli di lavoro, nel non essere terrorizzata quando in mezzo alla strada mi prendeva per mano, ma sentirmi protetta e al sicuro solo tra le sue braccia.
Ogni amore porta con sè una scia di ricordi piacevoli e dolorosi, una serie di paramentri con cui confrontare le persone che verranno, ma con Fra' nessuno sarà mai paragonato, perchè lui è parte di me, perchè io sono parte di lui, perchè quel "noi" se ne starà per sempre in un angolo del cuore e chi verrà dopo non ne sarà disturbato o turbato.
Vederlo con lei forse non mi fa male perchè lo amo ancora, ma perchè avrei potuto renderlo felice e non l'ho fatto, perchè non sono riuscita a dargli e a trasmettergli nemmeno in minima parte quello che avrei voluto. Lui è riuscito a tirar fuori la parte migliore di me, quella che si era addormentata a partire da quel 17 maggio duemila..cazzo non ricordo più nemmeno se uno o due. Lui mi ha ridato me stessa ed è riuscito a tirar via strato dopo strato quella patina che rischiava di atrofizzarmi il cuore. Amavo al donna che mi faceva sentire, amavo me stessa quand'ero con lui e amavo ritrovarmi nei suoi gesti e scoprire qualcosa di lui nei miei.
ci siamo regalati tante di quelle piccole cose che ne avremo abbastanza per una vita intera e avere dentro una parte di quell'uomo meraviglioso che è mi fa sentire migliore, come mi fa sentire migliore il fatto che lui mi abbia amata tanto e per così tanto tempo, anche nei periodi in cui io mi odiavo.
E' solo qualcosa da cui trarre insegnamento per non ripetere gli stessi errori in futuro.
L'unica cosa che voglio dirti è che il mio errore più grande è stato dirti che ho amato Antonio più di te. Credevo fosse così, credevo che sarebbe sempre stato così e invece la differenza è stata nell'amare e nell'amarsi. Noi ci siamo amati per anni per quello che eravamo davvero, senza idealizzarci troppo, senza mentirci, senza troppi segreti o giochi di ruolo, con poche bugie e nessun inganno.
"non ti ho visto mai guardare nessuno come guardavi lui", questo mi dicevi sempre. Ti sbagli sai? 

E quando ti dirò che "ho smesso di avere paura solo con te" so che capirai, so che serviranno solo queste poche parole invece di tutte quelle inutili che ho scritto stanotte.

E vedrai che fra poco smetteremo di cercarci di notte e ignorarci di giorno e continueremo ognuno per la nostra strada, felici di aver condiviso questo pezzo di vita e di portarci appresso ognuno qualcosa dell'altro.

E da domani ricomincerò a chiamarti con quel diminutivo con cui tutti ti chiamano, perchè io ero l'unica a chiamarti per nome, perchè tu amavi e odiavi lasciarmelo fare.

Ti lascio un pezzo di una delle più belle notti passate insieme (che credo anche tua sorella che cercava di dormire nella stanza accanto ricorderà) 

 
 
 

JO

perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.

 

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