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1,nessuno&centomila

Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina

 

Messaggi del 24/04/2007

Post N° 1013

Post n°1013 pubblicato il 24 Aprile 2007 da psike830

Lettera
(buffe linee di inchiostro virtuale)

Certe volte eri tutto sguardi e attenzioni, piccoli tocchi, carezze e sorrisi, erano le sere in cui credevo fossimo qualcosa di più di due vite incrociate per caso.
Tagliando la pizza guardavo attraverso il bicchiere e c'eri tu: pelle ambrata, labbra rosa e la mano che sposta avanti e indietro il coltello. Me ne rendo conto solo adesso che riuscivi a tagliare tutte fette di uguale grandezza, al contrario di me che torturavo la pizza come un fratello minore con una barbie.
E' tornata la primavera e io non ho più quella piccola finestra da cui guardare un'apparentemente infinita distesa di noccioli, tutti in ordine, tutti in fila come soldati, come i ricordi che ho di te che allo stesso modo mi puntano addosso fucili di malinconia (e sparano all'impazzata credimi).
Non ho più nemmeno un numero da comporre a memoria una volta ogni due settimane e trattenere a stento tra i denti un "mi manchi", credo mi sia rimasta solo la finta indifferenza e il finto disinteresse con cui non ti cerco, con cui da sempre mi faccio del male.

Sono ingrassata, te n'eri accorto anche tu l'ultima volta, ma da quel giorno sono ingrassata ancora di più e in questo corpo non mi ci trovo affatto, anche se tutti dicono che sto meglio, che prima sembravo una stampella, io proprio non mi ci so vedere, mi sento goffa, ingombrante, ho paura di cadere e cominciare a rotolare come una botte -di vino ovviamente- e non fermarmi più.

Venerdì sera io e D. volevamo andare da Lucio con quei musicisti, ma poi E. doveva registrare e allora siamo rimasti tutti in quella stanza insonorizzata. Ti ricordi quanto mi piaceva? ti dicevo che vorrei viverci in quella sala registrazione, che assistere alle prove mi piaceva molto più che vedere i concerti, che mi ero pentita di non aver mai studiato musica, che mi sarebbe piaciuto saper suonare la chitarra e dopo poco tu avevi comprato una vecchia tromba che non sapevi suonare affatto e poi mi hai chiesto se tra tutti gli amici musicisti che avevo c'era qualcuno che voleva comprarla.
Non l'ho mai chiesto a nessuno, sai? Mi piaceva troppo l'idea di te con le guance e le labbra gonfie che provi a pigiare nel modo giusto quei tre bottoni d'ottone.

Ho ricominciato a preparare l'esame di fisiologia, lo stesso che preparavo seduta su quella barca a lago con te e mi son fermata nello stesso identico punto in cui mi avevi interrotto tu per darmi un bacio chiedendomi se avevo voglia di fare un bagno perché al sole non resistevi più.

Il fatto è... beh... il fatto è che certe volte credo d'averti amato e di amarti ancora altrettanto.
Il problema, forse, è che non so cosa sia l'amore... lo dico perché se l'amore fosse quello che abbiamo avuto io e te allora...eh sì dai...ci sarebbe da spararci.
Non lo so perchè metto tutti questi puntini di sospensione.

Stavamo bene insieme, eravamo slanci e ritirate, parole e disconferme, eravamo sopra le righe, completamente fuori dal normale, non avevamo nessun motivo per continuare a vederci eppure ci cercavamo con la stessa intensità e bisogno con cui un assetato cercherebbe l'acqua.
No forse come paragone non regge, ho esagerato?
E poi lo sai che ho sempre questo vizio di fare paragoni, di mettere il "come" in quasi tutte le frasi, va a capire perchè, magari è l'insicurezza e allora cerco di mettere un esempio dopo ogni frase per paura di non essere capita.

Mi perdo, come al solito, tocco l'argomento scottante e poi fuggo via di corsa. Questa era una delle poche cose che avevamo in comune: quell'abilità nel lasciar cadere discorsi scomodi o impegnativi, quella capacità di evitarli iniziando a parlare di cartoni animati o pubblicità, come quelle notti in cui guardando il tuo tappeto della disney provavamo a fare un albero genealogico di tutti i personaggi.

Ti dicevo di venerdì, ad un certo punto siamo andati nella stanza accanto e il bassista ha tirato fuori il libro delle commedie dialettali del suo paese e io ho pensato 2ora chiamo B. e gli dico che la prossima volta che ci vediamo glielo porto" e ho riso pensando a quella sera di due anni fa passata poggiati ad una fontana a ridere per "la cena dei cretini". Solo dopo mi sono accorta che i miei pensieri non avevano senso: io e te non c'andremo mai più a vedere una commedia insieme, solo che quando mi hai detto che tu e Francesco stavate scrivendo la nuova commedia mi aveva fatto piacere saperlo e lo so che non sono venuta a nessuna delle serate a cui mi avevi invitato, ma... non ho nessuna scusa, mi sarebbe piaciuto ma non sono venuta. punto.

E' che non riesco a trovare un solo motivo valido per cui è finita.
Ed è strano perchè non ho mai trovato un motivo valido per iniziarla e portarla avanti eppure è successo e poi mi sono accorta che il motivo era perchè con te mi sentivo tremendamente viva e mi eccitavi testa e corpo e nessuno l'aveva mai fatto prima.
Poi un giorno hai scelto lei e non hai fatto altro che cercare me, nonostante io provavo a non risponderti, a sfuggire ancora, alla fine mi trovavi sempre e riuscire a resistere un anno è stato più che abbastanza, credo.
Diciamo che mi sono fatta un regalo di compleanno.
Diciamo che mi hai fatto un regalo di compleanno.
diciamo che è meglio evitare di vederci, diciamo che se ci si incontra per caso non è mica colpa nostra se sembra il primo giorno e ci si annebbia la vista e reagiamo d'istinto e non ci pentiamo e non c'accorgiamo che domani farà ancora più male.
Ci metto circa una settimana a riprendermi: sette giorni di visione distorta del mondo in cui tutto è meno brutto, in cui mi sento di nuovo la più forte perchè sei stato tu il primo a cedere, in cui tu col broncio mi rinfacci di quella notte in cui ti ho fatto piangere e poi io ritorno nel mio bunker e tu alla tua vita.

Scusa, avevo solo bisogno di sfogarmi.
Tutte le altre schifezze della mia vita te le risparmio, ti dico solo che forse tutta questa malinconia è dovuta al fatto che stamattina sono andata al liceo e ritrovarmi in mezzo a quei corridoi, ai vecchi professori, ai nuovi alunni, mi ha fatto sentire da una parte vecchia e fallita e dall'altra ancora una ragazzian che non sa quello che vuole dalla vita.
E adesso che ripenso a tutto il male che ci siamo fatti non so se mi manchi davvvero, l'amore deve essere qualcosa di meglio che mentirsi, tradirsi, attrarsi e respingersi, fuggire e rincorrere.

Vabbè...buonanotte, vado a leggere uno dei 4 libri di De Carlo che ho comprato ieri ad una bancarella sul lungo lago a Trevignano e non chiedermi di prestarteli perchè poi me li rovini: de "di noi tre" non è rimasta intera nemmeno la copertina.

Ciao castano,
mi manchi,
solo ogni tanto
e solo ogni tanto ti penso
ma ti voglio bene, sempre.

I.

                                            

 
 
 

JO

perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.

 

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"...perchè le canzoni non ti tradiscono.
Anche chi le fa può tradirti,
ma le canzoni,
le tue canzoni,
quelle che per te han voluto dire qualcosa
le trovi sempre lì,
quando tu vuoi trovarle.
Intatte.
Non importa se cambierà chi le ha cantate.
Se volete sapere la mia,
delle canzoni,
delle vostre canzoni vi potete fidare..."

 
 

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