Creato da psike830 il 19/11/2005

1,nessuno&centomila

Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina

 

Messaggi del 29/12/2006

Post N° 893

Post n°893 pubblicato il 29 Dicembre 2006 da psike830

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E tu lo sai quant'è che aspetto questo momento.
Incontrarci a metà strada tra la tua bocca e la mia per poi accorgersi di essere ancora troppo distanti.
Vieni più vicino, ancora un po', cosa vuoi che sia.
In fondo è solo pelle, in fondo è dalla prima volta che t'ho visto che ho desiderato toccare la tua.
E dov'è finito quello capace di mettermi spalle al muro?
E dita intrecciate e saliva...quanto tempo è passato?

Sai cosa farei?
Ti prenderei per un braccio, ti trascinerei in una stanza buia e inizierei a respirarti addosso e stavolta no, non te ne potrai andare, e stavolta no, nessuna scusa da inventare.

Dimmi cosa senti ora, con le mani sui miei fianchi, con il mondo a fare da sfondo.
Dimmi cosa senti ora che hai capito che non si può più aspettare, che quella famosa "attesa che amplifica il piacere" sta ormai volgendo al termine.
E schiudi le labbra continuando a tenere gli occhi aperti, per chiuderli solo cominciando a vedermi sfocata.
Che sapore senti?
Riesci a distinguere il mio dal tuo?
Ancora un altro istante e non potrai più.

 
 
 

Post N° 892

Post n°892 pubblicato il 29 Dicembre 2006 da psike830

Quello lì è uno sguardo che ti cade giù dagli occhi e che non riesci a trattenere.
Dice più di quello che volevi dire.
Parla di quello che c'è sempre stato e non c'è stato mai.
E le mani si muovono di nervosismo.
Rimettile in tasca, come fai sempre, come faccio io.

Sarebbe semplice se non fossi in ogni cosa.

Fra poco non basteranno più due sole mani per contare tutti gli anni passati a rincorrersi, a superarsi, a restare indietro e, talvolta, ad incontrarsi.
E noi ci prendevamo così, come si prende un treno al volo aggrappandosi con una mano sola e cercando di non cadere giù. Il rumore sulle rotaie copriva le parole che tanto non sapevo pronunciare e a volte avrei potuto anche tacere.
Ma quel treno faceva tutte le fermate e ad ogni frenata scivolavamo inconsapevoli di perdersi.
Poi arrivava un'altra coincidenza.
Poi non sempre ci portava dove volevamo andare.
A volte sbagliavo vagone, dimenticavo di timbrare il biglietto.

Te li ricordi i nostri inverni?
Il locale dietro la gelateria, il nostro Capodanno.
Diec'anni.
Siamo cambiati così tanto?

"...Vorrei con te da solo sempre viaggiare,
scoprire quello che intorno c'è da scoprire
per raccontarti e poi farmi raccontare
il senso d'un rabbuiarsi e del tuo gioire;
vorrei tornare nei posti dove son stato,
spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
e per farmi da te spiegare cos'è cambiato
e quale sapore nuovo abbia l' universo..."
-vorrei-

"Non bisognerebbe mai ritornare:
perchè calcare i tuoi vecchi passi,
calciare gli stessi sassi,
su strade che ti han visto già a occhi bassi?
Non troverai quell' ombra che eri tu
e non avrai quell' ora in più
che hai dissipato e che ora cerchi;
si scioglierà impossibile il pensiero
a rimestare il falso e il vero
in improbabili universi.

Eppure come un cane che alza il muso e annusa l' aria
batti sempre la tua pista solitaria
e faccia dopo faccia e ancora traccia dopo traccia
torni dove niente ti aprirà le braccia...

E rimpiangere, rimpiangere mai.
Come piovigginano le vecchie cose:
perchè fra i libri schiacciare rose
di risa paghe e piene delle spose?
E buttar via un' incognita e uno scopo,
trascurare il giorno dopo
come se chiudesse sempre;
studiar la stessa pagina di storia
conosciuta già a memoria,
date e luoghi impressi a mente.

Ma gocciola da sempre sul bagnato, tesoriere dei tuoi giorni,
di chi ha preso e di chi ha dato.
E ora dopo ora e dopo un attimo ed ancora
la poetica consueta è "dell' allora"...

Primo, non ricordare,
perchè i ricordi sono falsati,
i metri e i cambi sono mutati
per la spietata legge dei mercati.
E' come equilibrarsi sugli specchi,
ad ogni occhiata un po' più vecchi,
opachi, muti e deformanti.
Frugare dentro ai soliti cassetti
dove non c'è quel che ci metti
e mai le cose più importanti.

E invece come tutti sempre lì a portarli addosso, a ricercare
quel sottile straccio rosso
che lega il tempo assente ed il presente e nella mente,
tutto questo poi ci si confonderà,
tutto questo poi ci si...

Non bisognerebbe mai ricordare..."
-non bisognerebbe-


 
 
 

JO

perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.

 

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"...perchè le canzoni non ti tradiscono.
Anche chi le fa può tradirti,
ma le canzoni,
le tue canzoni,
quelle che per te han voluto dire qualcosa
le trovi sempre lì,
quando tu vuoi trovarle.
Intatte.
Non importa se cambierà chi le ha cantate.
Se volete sapere la mia,
delle canzoni,
delle vostre canzoni vi potete fidare..."

 
 

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