Creato da Tammare il 22/01/2008

Versi da mare

Su un oceano di scampanellii repentina galleggia un'altra mattina

 

 

Non serbare nulla, spendi

Post n°45 pubblicato il 20 Aprile 2009 da Tammare
 
Tag: Salinas

Non serbare nulla, spendi,
sperpera allegrie, gioie,
scambiale con aria azzurra
perché vadano volando,
per il cielo, fanne acqua,
riempi i torrenti del mondo
delle sue schiume sprizzanti,
entra in anime assopite,
e scuotile per le ali,
agita, come di grano,
grandi campi di speranze,
straripa, straripati
d'amare e d'essere amata:
perché
né oggi, né questa notte
il tuo amore finirà,
né a me finirà l'amata.
Molto ci resta. Non senti
immense truppe di baci,
e di resistenze, stormi
d'avvenire sulle mani,
di rapimenti e di calme?
Quel che mi resta, invisibile,
taciuto, serbato in fondo
a ciò che toccano gli occhi,
a ciò che le mani toccano?
E non sta sotto la terra,
sordo minerale, attesa
di un'anima pura d'oro.
Neanche è un dono senza peso,
segreto frutto celeste,
che, attaccato
su qualche ramo dell'aria,
si prepara alle tue labbra.
No, non c'è quel che ci resta
né in miniere, né sugli alti
orti di stelle mature,
non sono diamanti né astri.
Non esiste, non ha forma,
neanche soffre dei penosi
perimetri del creato.

Palpita ciò che ci resta
solo in quello che ci diamo.
Laggiù, al di là dei baci,
degli sguardi, del piacere,
senza una forma, sicuri,
i piaceri, baci e sguardi,
aspettati, che si aspettano.
In ogni abbraccio rinasce
un nuovo essere altro abbraccio.
Il bacio che si esaurisce
ne chiede un altro a se stesso,
nel suo gioioso spirare
già sente che matura.

Darmi, darti, darci, darsi!
Non chiudere mai le mani.
Le gioie non finiranno,
e neanche i baci, né gli anni,
se non le chiudi. Non senti
quale ricchezza nel dare?
La vita
noi la vinceremo sempre,
affidandomi, affidandoti.


("Non serbare nulla, spendi" n. 43 RAGIONI D'AMORE, Pedro Salinas)



No te guardes nada, gasta,
derrocha alegrías, dichas,
truécalas en aire azul
por que vayan en volandas
por el cielo, hazlas de agua,
llena los cauces del mundo
con su espuma desatada,
entra por almas dormidas,
sacúdelas por las alas,
agita, como trigalesgrandes
campos de esperanzas,
rebosa, rebósate
de amar y de ser amada:
porque
ni este día, ni esta noche
se te acabará el amor,
ni la amada se me acaba.
Nos queda mucho. ¿No sientes
inmensas huestes de besos,
de resistencias, bandadas
de porvenir en las manos,
de arrebatos y de calmas?
¿Lo que me queda, invisible,
callado, guardado al fondo
de lo que tocan los ojos,
de lo que las manos palpan?
Y no está bajo la tierra,
mineral sordo, esperando
con alma pura de oro.
Ni es tampoco don ingrávido,
secreto fruto celeste,
suspendido
de alguna rama del aire,
preparándose a tus labios.
No, no está lo que nos queda
ni en las minas, ni en los altos
huertos de estrellas maduras,
no son diamantes ni astros.
No existe, no tiene forma,
aún no sufre los penosos
contornos de lo creado.

Lo que nos queda palpita
en lo mismo que nos damos.
Allí detrás de los besos,
de las miradas, del gozo,
sin forma están y seguros,
gozos, besos y miradas,
esperados, esperando.
Con cada abrazo le nace
un nuevo ser a otro abrazo.
El beso que se termina
otro se pide a sí mismo,
y en su dichoso expirar
le siente ya madurando.

!Darme, darte, darnos, darse!
No cerrar nunca las manos.
No se agotarán las dichas,
ni los besos, ni los años,
si no las cierras. ¿No sientes
la gran riqueza de dar?
La vida
nos la ganaremos siempre
entregándome, entregándote."

("No te guardes nada, gasta" RAZÓN DE AMOR, Pedro Salinas )

"RAGIONI D'AMORE" Pedro Salinas, Passigli Editori. Traduzione: Valerio Nardoni

 
 
 

Paura. Di te. Amarti

Post n°44 pubblicato il 20 Aprile 2009 da Tammare
 
Tag: Salinas

Paura. Di te. Amarti
è il rischio più alto.
Molteplici, la tua vita e tu.
Ti ho, quella di oggi;
ormai ti conosco, penetro
in labirinti, facili
grazie a te, alla tua mano.
E i miei ora, sì.
Però tu sei
il tuo stesso più oltre,
come la luce e il mondo:
giorni, notti, estati,
inverni che si succedono.
Fatalmente, ti trasformi,
e sei sempre tu,
nel tuo stesso mutamento,
con la fedeltà
costante del mutare.

Dimmi, potrò io vivere
in quegli altri climi,
o futuri, o luci
che stai elaborando,
come il frutto il suo succo,
per un domani tuo?
O sarò appena qualcosa
nata per un giorno
tuo (il mio giorno eterno),
per una primavera
(in me fiorita sempre),
e non potrò più vivere
quando giungeranno
successive in te,
inevitabilmente,
le forze e i venti
nuovi, le altre luci,
che attendono già il momento
di essere, in te, la tua vita?


["Paura di te. Amarti" poesia VI di "LA VOCE A TE DOVUTA" , Pedro Salinas]
 
Miedo. De ti. Quererte
es el más alto riesgo.
Múltiples, tú y tu vida.
Te tengo, a la de hoy
ya la conozco, entro
por laberintos, fáciles
gracias a ti, a tu mano.
Y míos, ahora, sí.
Pero tú eres
tu propio más allá,
como la luz y el mundo:
días, noches, estíos,
inviernos sucediéndose.
Fatalmente, te mudas
sin dejar de ser tú,
en tu propia mudanza,
con la fidelidad
constante del cambiar.

Di: ¿podré yo vivir
en esos otros climas,
o futuros, o luces
que estás elaborando,
como su zumo el fruto,
para mañana tuyo?
¿O seré sólo algo
que nació para un día
tuyo (mi día eterno),
para una primavera
(en mí florida siempre),
sin poder vivir ya
cuando lleguen
sucesivas en ti,
inevitablemente,
las fuerzas y los vientos
nuevos, las otras lumbres,
que esperan ya el momento
de ser, en ti, tu vida?

( "Miedo. De ti. Quererte" poema n. VI - LA VOZ A TI DEBIDA - Pedro Salinas)

"LA VOCE A TE DOVUTA" Pedro Salinas, Passigli Editori. Traduzione: Emma Scoles

 
 
 

La mia mente sentii fendersi

Post n°43 pubblicato il 19 Marzo 2009 da Tammare
 



La mia mente sentii fendersi -
come se il mio cervello si fosse spaccato -
Cercai di ricongiungere i due orli -
ma non riuscivo a farli combaciare.

Il pensiero anteriore al successivo
tentavo in ogni modo di allacciare -
ma la sequenza era un groviglio muto -
gomitoli sul pavimento sparsi.



(Poesia n. 937 Emily Dickinson)




I felt a Cleaving in my Mind -
As if my Brain had split -
I tried to match it - Seam by Seam -
But could not make them fit -

The thought behind, I strove to join
Unto the thought before -
But Sequence ravelled out of Sound -
Like Balls - upon a Floor -

(Poem: 937. I felt a Cleaving in my Mind - Emily Dickinson)


"Opere scelte" Emily Dickinson - Arnoldo Mondadori Spa - traduzioni: Silvio Raffo e Massimo Bacigalupo

 
 
 

Arte poetica

Post n°42 pubblicato il 19 Marzo 2009 da Tammare
 
Tag: Borges




GUARDARE il fiume fatto di tempo e d'acqua
e ricordare che il tempo è un altro fiume.
Sapere che ci perdiamo come il fiume
e che passano i volti come l'acqua.

Sentire che la veglia è un altro sogno,
sogno di non sognare e la morte
che il nostro corpo teme è questa morte
di ogni notte, che chiamiamo sonno.

Vedere nel giorno o nell'anno un simbolo
dei giorni dell'uomo e dei suoi anni,
trasfigurare l'oltraggio degli anni
in una musica, un ruomore, un simbolo,

vedere nella morte il sonno, nel tramonto
un triste oro, questo è la poesia
che è povera e immortale. La poesia
si volge come l'aurora e il tramonto.

Talora nel crepuscolo un volto
ci guarda dal fondo di uno specchio;
l'arte deve esser come quello specchio
che ci rivela il nostro proprio volto.

Ulisse, dicono, stanco di prodigi,
pianse d'amore, scorgendo la sua Itaca
umile e verde. L'arte è quell'Itaca
di verde eternità, non di prodigi.

E' anche come il fiume senza fine
che passa e resta; è specchio di uno stesso
Eraclito incostante, uno e diverso
sempre, come il fiume senza fine.

(ARTE POETICA - Jorge Luis Borges)

 

 

 

Mirar el rìo hecho de tiempo y agua
Y recordar que el tiempo es otro rio,
Saber que nos perdemos como el rio
Y que los rostros pasan como el agua.

Sentir que la vigilia es otro sueño
Que sueña no soñar y que la muerte
Que teme nuestra carne es esa muerte
De cada noche, que se llama sueño.

Ver en el dia en el año un simbolo
De los dias del hombre y de sus años,
Convertir el ultraje de los años
En una musica, un rumor y un simbolo,

Ver en la muerte el sueño, en el ocaso
Un triste oro, tal es la poesia
Que es immortal y pobre. La poesia
Vuelve como la aurora y el ocaso.

A veces en las tardes una cara
Nos mira desde el fondo de un espejo;
El arte debe ser como ese espejo
Que nos revela nuestra propia cara.

(Arte poética - Jorge Luis Borges)

"Lantologia personale di BORGES"  Longanesi & C. ediz. del 1967 - traduzione di Maria Vasta Dazzi


 
 
 

Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da Tammare




L'assenza dondola nell'aria come un batacchio di ferro
martella il mio viso martella
ne sono stordito

corro via l'assenza m'insegue
non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado

l'assenza non è tempo né strada
l'assenza è un ponte fra noi
più sottile di un capello più affilato di una spada

più sottile di un capello più affilato di una spada
l'assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l'uno all'altra i nostri ginocchi si toccano.


("Mosca 1961"  - Nazim Hikmet )

POESIE D'AMORE, 1963. Traduzione di Joyce Lussu

 
 
 

I miei pensieri sorgono e si dileguano nella solitudine

Post n°40 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da Tammare
 
Tag: Shelley



I miei pensieri sorgono e si dileguano nella solitudine,
il verso che vorrebbe rivestirli
si scioglie via come la luce della luna
nel raggio del mattino che si stende:
come eran belli, come stavano decisi,
screziando il cielo stellato come un tessuto di perle!

("I miei pensieri sorgono e si dileguano nella solitudine" di Percy Bysshe Shelley)

My thoughts arise and fade in solitude -
The verse that would invest them melts away
Like moonlight in the beam of spreading day -
How beautiful they were - how firm they stood
Freckling the starry sky like woven pearl! -

("My thoughts arise and fade in solitude" Percy Bysshe Shelley)

"OPERE" Percy Bysshe Shelley, Einaudi-Gallimard. Traduzione: Francesco Rognoni

 
 
 

Buona notte

Post n°39 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da Tammare
 
Tag: Shelley



Buona notte? ah no, cattiva è la notte
     che stacca quelli che dovrebbe unire;
restiamo ancora insieme, e allora sì,
     allora sì sara una buona notte.

Come chiamare buona la notte solitaria,
     benchè il tuo dolce augurio acceleri il suo volo?
Non dirlo, no! non lo pensare proprio;
     allora sì, sarà una buona notte.

Per cuori che vicino l'uno all'altro
     si muovono da sera fino all'alba,
la notte è buona, amore mio, perchè
     loro non dicono buona notte mai.


("Buona notte" di Percy Bysshe Shelley)

Good-night? ah! no; the hour is ill

Which severs those it should unite;
Let us remain together still,
Then it will be good night.

How can I call the lone night good,
Though thy sweet wishes wing its flight?
Be it not said, thought, understood --
Then it will be -- good night.

To hearts which near each other move
From evening close to morning light,
The night is good; because, my love,
They never say good-night.
("Good-night" Percy Bysshe Shelley)

"OPERE" Percy Bysshe Shelley, Einaudi-Gallimard. Traduzione: Francesco Rognoni

 
 
 

Le isole fortunate

Post n°38 pubblicato il 30 Dicembre 2008 da Tammare
 
Tag: Pessoa

Quale voce viene sul suono delle onde
che non è la voce del mare?
E' la voce di qualcuno che ci parla,
ma che, se ascoltiamo, tace,
proprio per esserci messi ad ascoltare.

E solo se, mezzo addormentati,
udiamo senza sapere che udiamo,
essa ci parla della speranza
verso la quale, come un bambino
che dorme, dormendo sorridiamo.

Sono isole fortunate,
sono terre che non hanno luogo,
dove il Re vive aspettando.
Ma, se vi andiamo destando,
tace la voce, e solo c'è il mare.


("Le isole fortunate" da MESSAGGIO - Fernando Pessoa)


Que voz vem no som das ondas
Que não é a voz do mar?
É a voz de alguém que nos fala,
Mas que, se escutarmos, cala,
Por ter havido escutar.

E só se, meio dormindo,
Sem saber de ouvir ouvimos
Que ela nos diz a esperança
A que, como uma criança
Dormente, a dormir sorrimos.

São ilhas afortunadas
São terras sem ter lugar,
Onde o Rei mora esperando.
Mas, se vamos despertando
Cala a voz. e há só o mar.

("As Ilhas Afortunadas", MENSAGEM - Fernando Pessoa)

"Poesie scelte" Fernado Pessoa - Passigli Editori - traduzione: Luigi Panarese


 
 
 

Si misura l'amore da se stesso soltanto

Post n°37 pubblicato il 27 Novembre 2008 da Tammare
 




Si misura l'amore da se stesso soltanto -
"Grande come son io" - dichiara il sole
a chi non l'ha sentito mai bruciare -
Lui stesso è l'unico che gli somiglia.




(Poesia n. 826 Emily Dickinson)




Love reckons by itself—alone—
"As large as I"—relate the Sun
To One who never felt it blaze—
Itself is all the like it has—

(Poem: 826. Love reckons by itself—alone— Emily Dickinson)



"Opere scelte" Emily Dickinson - Arnoldo Mondadori Spa - traduzioni: Silvio Raffo e Massimo Bacigalupo

 
 
 

Com'è triste aspettare

Post n°36 pubblicato il 27 Novembre 2008 da Tammare
 




Com'è triste aspettare - dovunque tu non sia -
seppi stanotte - quando di abbracciarmi
tentò qualcuno - forse stanca, o sola
sembravo - dalla muta pena quasi distrutta -

ed io - regale - mi volsi -
"Quel" diritto era il tuo - ad un porto solo
aspira un brigantino come il mio -

Meglio il rullio su un mare furioso
che stabile ormeggio senza te -
Meglio il carico - vuoto - qui -
che le isole beate - e tu non lì -





(poesia n. 368 Emily Dickinson




How sick -- to wait -- in any place -- but thine --
I knew last night -- when someone tried to twine --
Thinking -- perhaps -- that I looked tired -- or alone --
Or breaking -- almost -- with unspoken pain --

And I turned -- ducal --
That right -- was thine --
One port -- suffices -- for a Brig -- like mine --

Ours be the tossing -- wild though the sea --
Rather than a Mooring -- unshared by thee.
Ours be the Cargo -- unladen -- here --
Rather than the "spicy isles --"
And thou -- not there --

(Poem: 368. How sick -- to wait -- in any place -- but thine Emily Dickinson)

"Opere scelte" Emily Dickinson - Arnoldo Mondadori Spa - traduzioni: Silvio Raffo e Massimo Bacigalupo

 
 
 

Se le mie mani potessero disfogliare

Post n°35 pubblicato il 23 Novembre 2008 da Tammare
 



Io pronuncio il tuo nome
nel buio delle notti,
quando vengono gli astri
a bere nella luna
e dormono i fogliami
delle fronde nascoste.
E io mi sento vuoto
di passione e di musica.
Pazzo orologio, canto
antiche ore morte.

Io pronuncio il tuo nome,
in questa notte oscura,
e il tuo nome mi suona
più lontano che mai.
E più lontano di tutte le stelle
e più dolente della pioggia quieta.

Ti amerò come allora
prima o poi? Quale colpa
dimora nel mio cuore?
Se la nebbia sfuma,
che altra passione attendo?
Sarà tranquilla e pura?
Le mie dita potessero
disfogliare la luna!!



Granada, 10 novembre 1919


("Se le mie mani potessero disfogliare" Federico García Lorca)


Yo pronuncio tu nombre
en las noches oscuras,
cuando vienen los astros
a beber en la luna
y duermen los ramajes
de las frondas ocultas.
Y yo me siento hueco
de pasión y de música.
Loco reloj que canta
muertas horas antiguas.

Yo pronuncio tu nombre,
en esta noche oscura,
y tu nombre me suena
más lejano que nunca.
Más lejano que todas las estrellas
y más doliente que la mansa lluvia.

¿Te querré como entonces
alguna vez? ¿Qué culpa
tiene mi corazón?
Si la niebla se esfuma,
¿qué otra pasión me espera?
¿Será tranquila y pura?
¡¡Si mis dedos pudieran
deshojar a la luna!!

Granada, 10 de Noviembre de 1919

("Si mis manos pudieran deshojar"  Federico García Lorca)

"POESIE D'AMORE"  Federico García Lorca -  Passigli Editori. Traduzione: Valerio Nardoni

 
 
 

La filosofia dell'amore

Post n°34 pubblicato il 23 Novembre 2008 da Tammare
 
Tag: Shelley



Le fontane si mischiano nel fiume
     e i fiumi nell'oceano,
i venti dell'azzurro si confondono
     in dolce emozione;
niente nel mondo è solo;
     tutte le cose per legge divina
s'incontrano e si mischiano in uno spirito.
     Perché non io nel tuo?


I monti, vedi, baciano l'Azzurro
     e le onde abbracciano le onde;
nessun fiore sarebbe perdonato
     se disdegnasse il suo fratello;
e il sol la terra abbraccia con la luce
     e i raggi della luna baciano le acque:
tutto questo baciarsi cosa vale,
     se tu non baci me?


("La filosofia dell'amore" di Percy Bysshe Shelley )


The fountains mingle with the river
     And the rivers with the Ocean,
The winds of Heaven mix forever
     With a sweet emotion;
Nothing in the world is single;
     All things by a law divine
In one another's being mingle.
     Why not I with thine? -

See the mountains kiss high Heaven
     And the waves clasp one another;
No sister-flower would be forgiven
     If it disdained it's brother;
And the sunlight clasps the earth
     And the moonbeams kiss the sea:
What are all these kissings worth
     If thou kiss not me?

("Love's philosophy" Percy Bysshe Shelley)

"OPERE" Percy Bysshe Shelley, Einaudi-Gallimard. Traduzione: Francesco Rognoni

 
 
 

I viandanti del mondo

Post n°33 pubblicato il 23 Novembre 2008 da Tammare
 
Tag: Shelley

Dimmi, Stella, le cui ali di luce
ti spingono nel tuo infuocato volo,
in che caverna della notte
          si  chiuderanno le tue penne ora?

Dimmi Luna, grigia e pallida
pellegrina nel cielo senza casa,
in quali abissi della notte o il giorno
          cerchi il riposo ora?

Esausto Vento, che vaghi
come l'ospite reietto del mondo,
hai ancora un tuo segreto nido,
          su una collina o un'onda?


("Il viandanti del mondo" di Percy Bysshe Shelley)

TELL me, thou Star, whose wings of light

Speed thee in thy fiery flight,
In what cavern of the night
    Will thy pinions close now?
 
Tell me, Moon, thou pale and gray        
Pilgrim of heaven’s homeless way,
In what depth of night or day
    Seekest thou repose now?
 
Weary Mind, who wanderest
Like the world’s rejected guest,        
Hast thou still some secret nest

    On the tree or billow?

("The World's Wanderers" Percy Bysshe Shelley)

"OPERE" Percy Bysshe Shelley, Einaudi-Gallimard. Traduzione: Francesco Rognoni

 

 
 
 

Quanto son stato a guardarti

Post n°32 pubblicato il 23 Novembre 2008 da Tammare
 
Tag: Salinas

Quanto son stato a guardarti
senza guardare te, nell'immagine
esatta e inaccessibile
che ti tradisce lo specchio!
"Baciami", dici. Ti bacio,
e mentre ti bacio penso
a come saranno fredde
le tue labbra nello specchio.
"Tutta l'anima per te",
mormori, ma dentro il cuore
sento un vuoto che soltanto
potrà riempirlo quell'anima
che non mi dai.
L'anima che in una maschera
di bagliori si nasconde
nella tua forma allo specchio.


["Quanto son stato a guardarti" poesia n. 8 di "PRESAGI" , Pedro Salinas]

Cuánto rato te he mirado
sin mirarte a ti, en la imagen
exacta e inaccesible
que te traiciona el espejo!
«Bésame», dices. Te beso,
y mientras te beso pienso
en lo fríos que serán
tus labios en el espejo.
«Toda el alma para ti»,
murmuras, pero en el pecho
siento un vacío que sólo
me lo llenará ese alma
que no me das.
El alma que se recata
con disfraz de claridades
en tu forma del espejo.

("Cuánto rato te he mirado" PRESAGIOS, Pedro Salinas)

"PRESAGI"  Pedro Salinas, Passigli Editori. Traduzione: Valerio Nardoni

 
 
 

Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 15 Novembre 2008 da Tammare
 
Tag: Salinas

Questa catena di ferro

che tanto pesa, è leggera

a portarsi e non la sento.

C'è un'altra catena fatta

di onde, di terre e di venti,

di risate e di sospiri,

che mi lega non so dove,

mi soggioga a quel padrone

sconosciuto, a quel padrone...



["Questa catena di ferro" poesia n. 27 di "PRESAGI" , Pedro Salinas]

Esta cadena de hierro
que tanto pesa, me es leve
de llevar y no la siento.
Hay otra cadena hecha
de olas, de tierras y vientos,
de sonrisas y suspiros,
que me ata yo no sé adónde,
que me esclaviza a ese dueño
desconocido, a ese dueño...

("Esta cadena de hierro" PRESAGIOS, Pedro Salinas)

"PRESAGI"  Pedro Salinas, Passigli Editori. Traduzione: Valerio Nardoni

 
 
 

Olmo

Post n°30 pubblicato il 15 Novembre 2008 da Tammare
 
Tag: Plath

Conosco il fondo, dice. Lo conosco con la mia grossa
radice:
è quello di cui tu hai paura.
Io non ne ho paura: ci sono stata.

E' il mare che senti in me,
le sue insoddisfazioni?
O la voce del nulla, che era la tua pazzia?

L'amore è un'ombra.
Come lo insegui con menzogne e pianti.
Ascolta: ecco i suoi zoccoli: è corso via, come un cavallo.

Per tutta la notte galopperò così, impetuosamente,
finchè la tua testa non sarà una pietra, il tuo cuscino
una zolla,
rimandando echi ed echi.

O vuoi che ti porti il suono dei veleni?
Ecco, questa è la pioggia ora, questo grande azzittirsi.
E questo è il suo frutto: bianco-stagno, come arsenico.

Ho patito l'atrocità dei tramonti.
Bruciati fino alla radice
i miei filamenti rossi ardono ritti, una mano di fili di
ferro.

Ora mi rompo in pezzi che volano intorno come clave.
Un vento di tale violenza
non tollerà neutralità: devo urlare.

Anche la luna è spietata: vuole trascinarmi
crudelmemte, lei che è sterile
Il suo splendore mi folgora. O forse l'ho catturata.

La lascio andare. La lascio andare
diminuita e piatta, come dopo un intervento radicale.
Come mi possiedono e mi colmano i tuoi brutti sogni.

Sono abitata da un grido.
Di notte esce svolazzando
in cerca, con i suoi uncini, di qualcosa da amare.

Mi terrorizza questa cosa scura
che dorme in me;
tutto il giorno ne sento il tacito rivoltarsi piumato,
la malignità.

Le nuvole passano e si disperdono
Sono quelli i volti dell'amore, quelle pallide
irrecuperabilità?
E' per questo che agito il mio cuore?

Sono incapace di maggiore conoscenza.
Che cos'è questo, questa faccia
così assassina nel suo strangolio di rami?

Sibilano i suoi acidi serpentini.
Pietrificano la volontà. Queste sono le colpe isolate
e lente
che uccidono e uccidono e uccidono.

19 aprile 1962

("OLMO Per Ruth Fainlight"  OPERE,  Sylvia Plath)


I know the bottom, she says. I know it with my great tap root;
It is what you fear.
I do not fear it: I have been there.

Is it the sea you hear in me,
Its dissatisfactions?
Or the voice of nothing, that was you madness?

Love is a shadow.
How you lie and cry after it.
Listen: these are its hooves: it has gone off, like a horse.

All night I shall gallup thus, impetuously,
Till your head is a stone, your pillow a little turf,
Echoing, echoing.

Or shall I bring you the sound of poisons?
This is rain now, the big hush.
And this is the fruit of it: tin white, like arsenic.

I have suffered the atrocity of sunsets.
Scorched to the root
My red filaments burn and stand,a hand of wires.

Now I break up in pieces that fly about like clubs.
A wind of such violence
Will tolerate no bystanding: I must shriek.

The moon, also, is merciless: she would drag me
Cruelly, being barren.
Her radience scathes me. Or perhaps I have caught her.

I let her go. I let her go
Diminshed and flat, as after radical surgery.
How your bad dreams possess and endow me.

I am inhabited by a cry.
Nightly it flaps out
Looking, with its hooks, for something to love.

I am terrified by this dark thing
That sleeps in me;
All day I feel its soft, feathery turnings, its malignity.

Clouds pass and disperse.
Are those the faces of love, those pale irretrevables?
Is it for such I agitate my heart?

I am incapable of more knowledge.
What is this, this face
So murderous in its strangle of branches?--

Its snaky acids kiss.
It petrifies the will. These are the isolate, slow faults
That kill, that kill, that kill.


19 April 1962

("ELM For Ruth Fainlight Sylvia Plath)


"OPERE" Sylvia Plath, Arnoldo Mondadori SpA. Traduzione: Anna Ravano

  

 
 
 

Se quando l'estasi della passione è spenta

Post n°29 pubblicato il 08 Novembre 2008 da Tammare
 
Tag: Shelley

Se quando l'estasi della passione è spenta,
la verità e la tenerezza potessero durare
o vivere, lasciando gli altri tumultuosi sentimenti stretti
in un mortale assopimento, oscuro e profondo,
oh! io non piangerei, non piangerei!

Sarebbe già abbastanza sentire, vedere
i tuoi dolci occhi che mi guardano teneramente,
e sognare il resto - e ardere ed essere
il segreto alimento di fuochi invisibili,
se tu solo potessi essere come eri un tempo.

Dopo il sonno dell'anno le viole
riappaiono nei boschi; nei campi e le foreste
e in cielo e in mare, tutto torna a vivere,
tranne due sole cose, che muovono
e dànno forma a tutte le altre - la vita e l'amore.

("Se quando 'estasi della passione è spenta" Percy Bysshe Shelley)

When passion's trance is overpast,
If tenderness and truth could last,
Or live, whilst all wild feelings keep
Some mortal slumber, dark and deep,
I should not weep, I should not weep!

It were enough to feel, to see,
Thy soft eyes gazing tenderly,
And dream the rest--and burn and be
The secret food of fires unseen,
Couldst thou but be as thou hast been, 

After the slumber of the year
The woodland violets reappear;
All things revive in field or grove,
And sky and sea, but two, which move
And form all others, life and love.

("When passion's trance is overpast" Percy Bysshe Shelley)

"OPERE" Percy Bysshe Shelley, Einaudi-Gallimard. Traduzione: Francesco Rognoni

 
 
 

La mutevolezza

Post n°28 pubblicato il 08 Novembre 2008 da Tammare
 
Tag: Shelley

Noi siamo come nuvole che velano la luna a mezzanotte;
così irrequiete sfrecciano, e sfavillano, e fremono, striando
l'oscurità radiosamente! ― eppure subito
la notte si richiude attorno, e le cancella:

o come lire dimenticate, le cui dissonanti corde
rendono a ogni vario soffio del vento una risposta varia,
alla cui fragile struttura nessuna nuova vibrazione apporta
un tono o una modulazione pari all'ultimo.

Noi riposiamo ― e un sogno ha la potenza di avvelenarci il sonno.
Ci alziamo ― e un pensiero errante può inquinare il giorno.
Sentiamo, concepiamo o ragioniamo, ridiamo o piangiamo,
ci disperiamo, o gettiam via ogni affanno:

è tutto uguale! ― Sia una gioia o un dolore,
la via della sua dipartita è sempre aperta:
l'ieri dell'uomo non può mai essere simile al domani;
niente nel mondo può durare, eccetto la Mutevolezza.

("La mutevolezza" di Percy Bysshe Shelley)



We are as clouds that veil the midnight moon;
How restlessly they speed, and gleam, and quiver,
Streaking the darkness radiantly!
yet soon
Night closes round, and they are lost for ever:

Or like forgotten lyres, whose dissonant strings
Give various response to each varying blast,
To whose frail frame no second motion brings
One mood or modulation like the last.

We rest.
A dream has power to poison sleep;
We rise.
One wandering thought pollutes the day;
We feel, conceive or reason, laugh or weep;
Embrace fond woe, or cast our cares away:

It is the same!
For, be it joy or sorrow,
The path of its departure stili is free:
Man's yesterday may ne'er be like his morrow;
Nought may endure but Mutability.

("Mutability" Percy Bysshe Shelley)

"OPERE" Percy Bysshe Shelley, Einaudi-Gallimard. Traduzione: Francesco Rognoni

 
 
 

La rivale

Post n°27 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da Tammare
 
Tag: Plath

Se sorridesse, la luna somiglierebbe a te.
Tu fai lo stesso effetto:
Di un qualcosa di bello ma che annichilisce.
Tutti e due siete dei grandi scroccatori.
La sua bocca a O si accora sul mondo; la tua

Non fa una piega, tu pietrifichi ogni cosa.
Guardo, c'è un mausoleo; eccoti qui che picchietti
Il marmo del tavolino, cerchi le sigarette,
Sprezzante come una donna, ma non così nervoso,
e muori dalla voglia di dire impertinenze.

Anche la luna i suoi sudditi umilia,
Ma di giorno è ridicola.
I tuoi malumori, d'altra parte,
Arrivano per posta amorosamente regolari,
Bianchi e vani, espansivi come il gas.

Non c'è un giorno al riparo da notizie di te,
Magari a spasso in Africa, ma pensando a me.

Luglio 1961

("La rivale", OPERE,  Sylvia Plath)



If the moon smiled, she would resemble you.
You leave the same impression
Of something beautiful, but annihilating.
Both of you are great light borrowers.
Her O-mouth grieves at the world; yours is unaffected,

And your first gift is making stone out of everything.
I wake to a mausoleum; you are here,
Ticking your fingers on the marble table, looking for cigarettes,
Spiteful as a woman, but not so nervous,
And dying to say something unanswerable.

The moon, too, abuses her subjects,
But in the daytime she is ridiculous.
Your dissatisfactions, on the other hand,
Arrive through the mailslot with loving regularity,
White and blank, expansive as carbon monoxide.

No day is safe from news of you,
Walking about in Africa maybe, but thinking of me.

("The Rival" Sylvia Plath )

"OPERE" Sylvia Plath, Arnoldo Mondadori SpA. Traduzione: Anna Ravano

 
 
 

Lettera d'amore

Post n°26 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da Tammare
 
Tag: Plath

Non è facile dire il cambiamento che operasti.
Se adesso sono viva, allora ero morta
anche se, come una pietra, non me ne curavo
e me ne stavo dov’ero per abitudine.
Tu non ti limitasti a spingermi un po’ col piede, no-
e lasciare che rivolgessi il mio piccolo occhio nudo
di nuovo verso il cielo, senza speranza, è ovvio,  
di comprendere l’azzurro, o le stelle.

Non fu questo. Diciamo che ho dormito: un serpente
mascherato da sasso nero tra i sassi neri       
nel bianco iato dell’inverno-
come i miei vicini, senza trarre alcun piacere
dai milioni di guance perfettamente cesellate
che si posavano a ogni istante per sciogliere
la mia guancia di basalto. Si mutavano in lacrime,
angeli piangenti su nature spente,
Ma non mi convincevano. Quelle lacrime gelavano.
Ogni testa morta aveva una visiera di ghiaccio.

E io continuavo a dormire come un dito ripiegato.
La prima cosa che vidi fu l’aria, aria trasparente,
e le gocce prigioniere che si levavano in rugiada
limpide come spiriti. Tutt’intorno giacevano molte
pietre stolide e inespressive,
Io guardavo e non capivo.
Con un brillio di scaglie di mica, mi svolsi
per riversarmi fuori come un liquido
tra le zampe d’uccello e gli steli delle piante
Non m’ingannai. Ti riconobbi all’istante.

Albero e pietra scintillavano, senz’ombra.
La mia breve lunghezza diventò lucente come vetro.
Cominciai a germogliare come un rametto di marzo:
un braccio e una gamba, un braccio, una gamba.
Da pietra a nuvola, e così salii in lato.
Ora assomiglio a una specie di dio
e fluttuo per l’aria nella mia veste d’anima
pura come una lastra di ghiaccio. E’ un dono.

16 ottobre I960

( "Lettera d'amore"  Opere, Sylvia Plath)




Not easy to state the change you made.
If I'm alive now, then I was dead,
Though, like a stone, unbothered by it,
Staying put according to habit.
You didn't just tow me an inch, no-
Nor leave me to set my small bald eye
Skyward again, without hope, of course,
Of apprehending blueness, or stars.

That wasn't it. I slept, say: a snake
Masked among black rocks as a black rock
In the white hiatus of winter-
Like my neighbors, taking no pleasure
In the million perfectly-chiseled
Cheeks alighting each moment to melt
My cheeks of basalt. They turned to tears,
Angels weeping over dull natures,

But didn't convince me. Those tears froze.
Each dead head had a visor of ice.
And I slept on like a bent finger.
The first thing I was was sheer air
And the locked drops rising in dew
Limpid as spirits. Many stones lay
Dense and expressionless round about.
I didn't know what to make of it.
I shone, mice-scaled, and unfolded
To pour myself out like a fluid
Among bird feet and the stems of plants.

I wasn't fooled. I knew you at once.
Tree and stone glittered, without shadows.
My finger-length grew lucent as glass.
I started to bud like a March twig:
An arm and a leg, and arm, a leg.
From stone to cloud, so I ascended.
Now I resemble a sort of god
Floating through the air in my soul-shift
Pure as a pane of ice. It's a gift.

("Love Letter"  Sylvia Plath)

"OPERE" Sylvia Plath, Arnoldo Mondadori SpA. Traduzione: Anna Ravano

 
 
 
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