Gioia

 

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GIOVEDÌ 02 MAGGIO 2024

SANT’ATANASIO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

La gioia di Cristo sia in te!  Potrebbe essere questo il saluto che ciascuno di noi oggi, può dire all’altro. Non una gioia qualunque di un momento di spensieratezza, di svago, ma una gioia duratura, interiore, che penetra nella profondità nel cuore umano frutto di un amore stabile. Una gioia derivante da quell’unico evento in cui Cristo ha vinto ogni male, ha “mutato il mio lamento in danza, le mie vesti di sacco in abito di gioia” (Salmo 30,12).

Solo la gioia del Risorto dona pienezza alla nostra esistenza, dà forza al nostro vivere quotidiano, ci aiuta ad affrontare le inevitabili difficoltà e le sofferenze della vita. Afferma padre Cantalamessa: “Senza Dio, la vita è un giorno che termina nella notte; con Dio è una notte che termina nel giorno, e un giorno senza tramonto”.

L’amore di Dio ci dona il giorno della vita, perché noi possiamo vivere ogni giorno la vita nella gioia, con la certezza di poter guardare ad una gioia senza fine, che fin da ora possiamo pregustare, ma che solo un giorno sarà “piena”.

Questa gioia non si può comprare, ne vendere, si può riceve e donare: Dio desidera dare a noi tutta la sua gioia, allora rimaniamo nel suo amore, perché la nostra “gioia sia piena”. Nessuna gioia vera è senza amore, e nessun amore è completo se manca la gioia.

A te che leggi, a te che ascolti, a te che ami: la gioia di Cristo sia in te!

“Signore,

dammi un po’ della Tua gioia.

Solleva il mio cuore un po’ più su,

affinché me ne accorga,

così che il mio volto si rallegri,

perché vede in Te

quella speranza di pace

che non ha confini,

supera gli ostacoli

e mi fa riconoscere davvero,

che Tu mi ami!”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Giuseppe

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MERCOLEDÌ 01 MAGGIO 2024

SAN GIUSEPPE LAVORATORE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Oggi celebriamo la memoria di San Giuseppe lavoratore, un uomo giusto come lo definisce il Vangelo, che con il lavoro delle sue mani, provvedeva il sostentamento per la famiglia.

Ogni lavoro che svolge l’essere umano lo rende costruttore della terra, compartecipe di quel primo lavoro che Dio ha creato e consegnato alle mani dell’uomo, perché vi possa vivere e lo possa custodire.

Scrive Isaia: “egli, il Dio che ha plasmato e fatto la terra e l’ha resa stabile, non l’ha creata vuota, ma l’ha plasmata perché fosse abitata”(45,18).

San Giuseppe nella quotidianità della sua vita e del suo lavoro, non ha custodito solo il creato, ma con amore di padre, si è preso cura del suo stesso creatore nella persona di Gesù, del Figlio di Dio.

L’umile falegname partecipa in tutto e per tutto al piano di salvezza di Dio: insegna a Gesù la sua arte, cosi che anche Lui lavorerà con mani d’uomo, su questa terra, dove Dio lo ha inviato; insegna a Gesù con l’esempio l’obbedienza alla volontà di Dio, a quel piano di salvezza che porterà a compimento per tutta l’umanità.

A San Giuseppe affidiamo tutto il mondo del lavoro, perché ogni opera compiuta sia strumento di crescita e di sviluppo, conservando quella dimensione spirituale di cooperazione all’opera creatrice di Dio, dono per il bene di tutti gli esseri umani.

“O Giuseppe,

a te rivolgo la mia preghiera,

affinché tu obbediente nella tua famiglia,

mi aiuti a camminare nella mia.

Sostieni i miei passi stanchi,

affinché sappia dare a Dio il frutto di ogni mio lavoro: l’amore.

Sia capace di ascolto, di perdono

e nella mia umana incertezza,

possa la tua famiglia di Nazareth donarmi la forza di guardare in alto, presso Dio.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Vi lascio la pace

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30 APRILE 2024

MARTEDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace”. La pace che Gesù ci da non è come quella degli equilibri del mondo, assenza di guerra, buoni accordi di intenti e neppure di un quieto vivere, di una calma diffusa e riposante o di una buona sistemazione per vivere. La pace che Gesù da ai suoi discepoli

deriva da un amore più grande di tutto, infatti scrive Giovanni: lo stesso giorno della risurrezione Gesù saluta i suoi discepoli dicendo: Pace a voi! E mostrando le ferite della croce, il Risorto sigilla una pace che solo Lui può dare, perché il nostro cuore non abbia più paura. Gesù ci vuole rassicurare: la sua pace è la sua costante e perenne presenza, che nessuno può toglierci.

Tante possono essere le situazioni per cui abbiamo paura: per gli altri, per noi; il nostro cuore è inquieto e spaventato, ma Lui conosce già tutto ha vissuto: incomprensioni, offese, minacce, percosse, fino alla morte. Cristo è risorto, ha vinto tutte le paure dell’uomo, anche quella più grave: la morte. La sua pace scende nel nostro cuore per darci una stabilità di vita, non più sballottati dai turbamenti, ma fiduciosi nella sua presenza.

Fa sempre bene, quando abbiamo bisogno di ritrovare la pace del cuore, rileggerci queste parole di Santa Teresa d’Avila: “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi; tutto passa, Dio non cambia; la pazienza ottiene tutto; a chi ha Dio nulla gli manca. Solo Dio basta”.

“Signore,

la Tua pace scenda su di noi,

come una goccia di acqua nel deserto,

cosi che quelle crepe

siano segno del Tuo passaggio,

come le Tue ferite del mio.

Perdonami per il male che ho fatto,

quando alla mia fragile fede

ha prevalso il panico alla pace.

Perdonami e guariscimi,

cosi che non mi manchi nulla,

perché saprò che

Tu sei con me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Ti rendo lode

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LUNEDÌ 29 APRILE 2024

SANTA CATERINA DA SIENA, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA, PATRONA D’ITALIA E D’EUROPA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di oggi inizia con Gesù che rende lode al Padre. Ma Dio non lo si loda tanto per le cose materiali che da lui riceviamo, quanto per l’amore che ci dona, perché Lui è nostro Padre e noi siamo suoi figli. Gesù è venuto per farci conoscere il Padre, per portarci il cielo sulla terra, cosi il Verbo si è fatto carne, l’amore è diventato concreto.

E sebbene Dio si dona a tutti, non tutti però riescono a comprendere quell’amore, poiché Dio non lo si possiede con l’intelligenza, non è un’ideologia, non lo si trova nell’autosufficienza di chi vuole bastare a se stesso; Dio si rivela al cuore che lo attende, che lo cerca sebbene a tentoni e che lo desidera.

Dio è il Padre che vuole solo donare amore ai suoi figli; nella misura in cui mi riconosco bisognoso, povero, mancante e lo accolgo, Egli si dona per colmare la mia vita della sua presenza.

Gesù ha ricevuto tutto dal Padre e consegna tutto se stesso a ciascuno di noi, ci introduce nella vita del Padre a cui nessuno si deve nascondere, perché Lui vuole solo donare, accoglie le nostre povertà, i limiti, i peccati e li purifica nella sua grande misericordia.

Allora ascoltiamo l’invito di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, […] e troverete ristoro per la vostra vita”. Andiamo a Lui e preghiamo con le parole di santa Caterina da Siena, che oggi festeggiamo patrona d’Italia: “Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. […]  Trinità eterna, sei creatore ed io creatura; ed ho conosciuto – perché tu me ne hai data l’intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del tuo Figlio – che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura”. Per questo con Gesù, rendiamo lode al Padre.

“Ti rendo lode, Signore,

per un amore così profondo colmarmi il cuore,

tanto grande che ne sfioro solo la superficie.

Tu Trinità infinita,

ami e trovi bella questa tua creatura non perché ti ricorda Te medesimo,

ma perché Tu hai tra le mani

un amore frutto di un legame

tra Te e il Figlio, e lo Spirito Santo

e in quest’unione,

trovi in me un cuore

dove poter far nascere questo amore.

Un cuore che seppur fragile,

attende, spera

e chiede, perdono

e loda Te per questa gioia. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Vite e tralci

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28 APRILE 2024

V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

L’immagine della vite nelle Scritture  ha risonanze profondissime, soprattutto in rapporto alle premure di Dio per il suo popolo. Quando Gesù si dice vite vera, mostra agli apostoli la profondità del legame che li unisce e offre una chiave di lettura del mistero della sua vita e della sua persona.

Dio si prende cura della sua vigna, la pota perché crescano frutti più ricchi, più belli, la potatura toglie solo il superfluo, il tralcio che rimane unito alla vite vive nella linfa di quella pianta; in essa vi scorrono goccie di vita, goccie di amore.

Dio che scorre dentro ogni tralcio e lo rende più vivo e più fecondo, un amore che continua a pulsare a dare vita. Partecipare a tutta la bellezza di quell’amore, significa dimorare in Gesù e noi troviamo dimora, quando non attingiamo altrove motivazioni per far vivere la nostra vita, ma quando lasciamo che lo Spirito del Signore agisca e muova il nostro cuore in tutto ciò che sente e che fa, restando nella sua intimità.

Rimanendo in Gesù si realizza il desiderio di comunione di Dio con gli uomini. In noi scorre la vita di Dio, per questo grappoli maturi, frutti rigogliosi di un amore immenso vengono moltiplicati nei discepoli, perché porteranno altrettanti frutti, mostrando l’amore gli uni per gli altri.

Cosi come ogni albero dona i suoi frutti, anche la nostra vita unita a Gesù, impara a donare il frutto del suo amore. Rimanere, diventa il verbo del donare.

“Signore,

tienimi accanto a Te, stretto;

nessun dolore o fatica

mi separi da Te.

Senza di Te non posso nulla,

e Tu senza di me saresti una vite senza un tralcio,

ti mancherebbe un pezzo,

non perché io sia come Te,

ma perché mi hai reso così importante

da essere parte di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Mostraci il Volto

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27 APRILE 2024

SABATO DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

In fondo non ci stupisce la domanda di Filippo, perché l’uomo da sempre è alla ricerca del Volto del Dio vivente. Lo sono i credenti, che cercano di crescere nella fede e nella conoscenza del mistero Divino, e quanti pur non credendo, cercano risposte a interrogativi su questioni sempre aperte.

La nostra esperienza quotidiana, è spesso presa nella fatica di credere che davanti a tante situazioni Dio potrebbe agire diversamente, ma questo non è il vero Volto di Dio, quello che è venuto a mostrarci Gesù, assumendo la natura umana.

Il Volto di Gesù è tutto l’amore del Padre per noi, e tutti i gesti compiuti da Gesù, dicono questo mistero di comunione e di misericordia che si riversa su ogni uomo per puro dono.

Cercare il Volto del Signore è imparare la grandezza di un amore che ci lascia stupiti; scrive Clemente alessandrino commentando il mistero dell’Incarnazione: “Si è piegato il Signore ma si è rialzato l’uomo” (Esortazione ai Greci). Con lo “spogliamento” della sua vita, “assumendo la condizione di servo”, Cristo ci ha consacrati nell’amore del Padre. Gesù è in tutto rivelazione del Padre! Guardiamo al Figlio e vediamo il Padre.

“Signore,

dove sei?”.

Mi rispondi:

“sono qui,

in questo sole appena sorto,

ed in ogni tuo giorno”

Dammi la forza di vederti,

di scorgere il Tuo volto,

così che i miei occhi incontrino i Tuoi

e non debba più chiederti:

“dove sei?”

Perché quel riflesso di luce,

quel sole appena sorto,

è la luce che nei Tuoi occhi

illumina i miei.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Non sia turbato il vostro cuore

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26 APRILE 2024

VENERDÌ DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Alle nostre preoccupazioni, alle tempeste della vita, risuona forte la voce del Signore dirci: “non sia turbato il vostro cuore”. Non dobbiamo neanche dirglielo, Lui lo sa già che il nostro cuore è turbato, ha qualcosa che lo fa soffrire… Ecco la grande meraviglia: il Signore conosce il mio cuore! Non devo mettere maschere, non ho bisogno di mentire, ma solo stare lì, dinanzi a Lui e ascoltare la Sua voce dirmi: non sia turbato il tuo cuore. Questa è l’esortazione di chi ti ama e non vuole che tu soffra.

Non sia turbato il tuo cuore, perché c’è un posto che Lui va a prepararci, così che: “dove sono io siate anche voi”. Non c’è nessun disperso nel cuore di Dio, nessuno si deve sentire dimenticato, non amato, accolto male, perché Dio è un Dio che ama in profondità e ti pensa sempre, al punto che vuole per te: un posto accanto al Suo.

Chissà che questa parola oggi, in questo nuovo giorno, scenda e ci dia la forza di affrontare ciò che vivremo, con la consapevolezza di stare già nel cuore di Dio. C’è un posto preparato per me, che parte dall’essere nel suo cuore.

Sapere di essere amati, che siamo nei pensieri di qualcuno da sempre, dà forza a ciascuno; ecco, ora pensiamo che questo qualcuno è Dio, la cui presenza che a volte ci sembra così lontana è vicina, tanto da sentire il Suo battito nel cuore, perché Tu sei già cuore a cuore con Dio.

“Signore, aiutami

affinché il mio cuore si senta al sicuro con Te.

Desidero stare qui, nel Tuo cuore;

donami un piccolo spazio di Te,

così che Tu possa crescere in me

e ti ritrovi nei volti,

nelle situazioni,

sempre più forte,

perché la mia vita ti sta a cuore,

e io grato del Tuo amore,

sappia risponderti con il mio,

attraverso questa storia che percorro cuore a cuore con Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Andate

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GIOVEDÌ 25 APRILE 2024

SAN MARCO, EVANGELISTA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.” Un invito questo che S. Marco ha compiuto con tutta la sua fede, con tutto il suo cuore. Testimoniare che il disegno di salvezza compiuto da Dio in Gesù Cristo, è respiro di gioia e di comunione per tutta l’umanità, in ogni angolo della terra.

Sant’Ireneo, scrive: “Come il sole, creatura di Dio, è unico in tutto l’universo, così la predicazione della verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono giungere alla conoscenza della verità”.

In questo compito nessuno è da solo, e come allora, “il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”, cosi oggi continua a vivere nei nostri cuori, nei nostri gesti di umanità, di carità.

È stupendo pensare che il Dio che abita i cieli, percorre le strade della terra con noi; ogni giorno agisce anche per mezzo nostro, nonostante le nostre storture, gli errori, le debolezze.

Dio si fida di noi, ci affida il dono della sua creazione, ci affida le sue creature, perché riconosciamo e diciamo la sua grandezza, annunciamo che il Vangelo è vita, è gioia, è esultanza nello Spirito, è sguardo nel futuro di Dio. Anche noi uniti a Lui, nel suo nome, possiamo essere portatori di quella Parola che genera vita, di un amore ricevuto e ora donato.

“Signore,

aiutami ad andare in mezzo alla gente,

per dire una parola che porti verità, amore.

Quella Parola sei Tu,

una Parola che anzitutto è vita, relazione.

Aiutami Signore

a sentire sempre il tuo amore,

fa che sia sempre Tu

la forza che cerco,

l’amore al mio fianco.”

{Shekinaheart eremo del cuore)

Una luce per il buio

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24 APRILE 2024

MERCOLEDÌ DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Quanto buio è presente nel nostro cuore? C’è un passaggio importante da compiere nel nostro cammino: passare dal buio alla luce. Il cuore non ha un’interruttore, ha bisogno di tempo perché sia la luce a farsi spazio, ma noi dobbiamo consentirglielo. Dobbiamo, non perché è un obbligo di Dio, ma perché la nostra vita ha bisogno di luce, ha bisogno di vita. Potremmo addirittura non seguirlo, non ascoltarlo, è il Vangelo di oggi stesso a dircelo, in quanto Egli non è venuto a condannare, ma a salvare.

Dio è proprio il Padre che ci ama non in virtù delle cose che facciamo, ma perché siamo suoi figli. Siamo salvati perché Dio è amore infinito, perché non può fare diverso che amarci.

Ma tu, ci credi a un Dio così? Pensi sia davvero rivolto a te?

Si, te lo assicuro, perché il Signore lo impariamo a conoscere nel corso del tempo, e ciò che emerge subito è proprio questo: Dio è amore, di un amore generoso che non possiede, ma dona, che non cerca di forza nessuno e desidera che l’amato stia bene.

Vedere Gesù è vedere Dio. Amare Gesù è amare Dio. Gesù è la luce al nostro buio, allora facciamoci coraggio e apriamo una piccola finestra nel nostro cuore, lasciamolo entrare e scopriremo che siamo già salvati, siamo già amati, non per il coraggio della nostra fede, ma per il coraggio di un amore che perdura, il cui soggetto è Dio e noi coloro che possono sentirsi amati per sempre, nonostante tutto.

“Signore,

dona luce al mio cuore,

desidero farti spazio

perché il Tuo amore scenda.

Ho bisogno del Tuo amore Signore,

perché se Ti sento in me, sto bene,

il mio cuore trova coraggio

e posso essere luce per altri.

Aiutami a crescere,

così che la fede diventi amore

e quell’amore assomigli al Tuo

e io, viva con Te per sempre.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Unito a Te


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23 APRILE 2024

MARTEDÌ DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Signore ci tiene saldamente a sé, nessuno può strapparci dalla sua mano. Nella Bibbia infatti, la mano di Dio è indicata come mano “destra” che dice la sua potenza e l’abilità. Dio con le mani crea, si prende cura, sostiene, libera, salva, benedice.

Lui è il pastore che ci conduce, ci raduna, ci raccoglie e ci porta sul suo seno, come descrive anche il profeta Isaia (cfr 40,10-11).

Gesù compie l’opera del Padre in unione al Padre, la sua stessa mano è quella del Padre: Egli ha il potere di Dio, che è quello di amare senza limiti.

Cosi il potere dell’amore, ha tenuto la sua mano inchiodata sulla croce, e oggi quella mano ferita, continua a curare, salvare, liberare e benedire tutti.

A noi il compito di fidarci, di ascoltare quella voce e lasciarci prendere per mano. Solo chi desidera amare e lasciarsi amare, ascolta veramente la voce dell’altro, si fida dell’altro.

Fidarsi di Dio perché siamo custoditi dalla potenza del suo amore, che ci conduce ad una vita che non andrà mai perduta, dove ogni cosa sarà in unità con il Padre.

“Signore,

Tu unito a me,

il Tuo essere Padre

è quella mano che mi viene incontro, mi cura, mi sostiene

e mi ferma per non cadere.

E io, Tuo figlio, unito a Te

in quella speranza, fiducia

e nel riconoscermi amato.

Tu di noi l’hai pensato da sempre

e io vivente di quest’amore,

fa che non lo dimentichi mai

e sappia dirlo agli altri,

che Tu sei sempre unito a noi.”

(Shekinaheart eremo del cuore)