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« la mia mammanews tumori »

ELISABETTA FALCO  VEDOVA BARBATO

Post n°44 pubblicato il 01 Marzo 2008 da reginavittoria1954
Foto di reginavittoria1954

Elisabetta

la mia dolce mamma- è spirata - alle ore 21 del 27/2/2008 dopo giorni di lamenti per artroci dolori che forse aveva da prima e per non farmi disperare nascondeva.Ogni volta che mi riferiva un dolore immediatamente le davo un rimedio e istantaneamente lei mi informava che le era passato solo dopo ho capito che lo diceva per farmi sentire meglio ma che il dolore persisteva,si è consumata,le sue braccine erano tutte una piaga ecchimosi ed ematomi per gunta anche una ustione da cerotto salvelox,procuratale da un'infermiera insensibile e poco attenta di nome Rosanna di una coperativa ADI inviataci dalla ASL NA3,la morta l'ha sentita gia dal mese di novembre una notte mi disse" io sto morendo"si sentiva strana e non sapeva descriverlo cercava in tutti i modi di arginare il mio dolore mi confondeva. Abbiamo usato cerotti antidolorifici, gocce di contromal, novalgina, niente le giovava Le ho cucinato di tutto ma quello che a lei più piaceva erano gli gnocchi,la pizza margherita fino a che ha potuto mangiare poi le è stato difficile anche bere con il bicchiere ed io le ho subito proposto di bere con la cannuccia come i bambini,le raccontavo della vita dei santi e le cantavo la ninna nanna e stata mia madre mia sorella mia figlia in questo periodo così lungo e doloroso che si è concluso con la sua morte. Un'ora prima di spirare  l'abbiamo portata in bagno,non ha mai bagnato il letto o fatto i bisogni nel pannolone non lo accettava e questa è stato un'altro calvario,i medici già da novembre non ci avevano dato più speranze.ieri è stata sepolta.

come faro a viver senza sentirla e vederla  sono stata la sua corteggiatrice per 53 anni,la riempivo di regali,di amore ,mi arrabbiavo quando lei non mi vedeva e poi di nuovo a corteggiarla,ho vissuto così tutta la mia vita adesso non posso più dirle niente,farle in regalo,portarla a passeggio   per negozi non posso più tenerla tra le mie braccia,baciarla

‘A mamma è n’ata cosa: ‘o cereviello,
ll’ asse d’’a casa, ‘o sciato, ll’ armunìa;
è chella ca cumanna ‘a cumpagnia:
sta ‘ncapa ‘o capo ‘e casa, è nu cappiello.

Attuorno tene sempe nu ruciello,
abbada a mille cose, fa ‘a Maria;
e si nun sbatte pe’ na malatia,
va ascianno sempe ll’ ago cu ‘o rucchiello.

A chi nu punto, a chi na cera storta,
a chi nu vaso, a chi n’ avvertimento.

E se capisce ‘a mamma quann’ è morta,
quanno nun ce sta cchiù sta scucciantona:
ca pare ca t’accide ogne mumento e,
doppo nu minuto, te perdona.

 
 
 
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Un blog di: reginavittoria1954
Data di creazione: 13/07/2007
 
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la morte per cancro

Mamma, da quando la morte ti ha portata via

non c'è pace nell'anima mia.

Ancora ti rivedo tanto sofferente,

e io accanto a te senza poter fare niente.

Di cancro sei morta mia cara mamma

come tanti altri sei diventata salma.

Ora  che non ci sei più

 rabbrividisco pensando ai più

come te nella sofferenza

causata da tanta indifferenza.

indifferenza dei politici, dei sofisticatori

degli agricoli imprenditori.

Persone che per guadagnare ora

arrecano tanto dolore.

Affetti da questa malattia e con tanto dolore

sempre più persone ci sono ora.

Per loro prego sempre di più

e rabbrividisco al pensiero che domani potremmo essere io e tu.

Spero vivamente che si prenda un provvedimento

e che almeno per i nuovi nati

non ci sia aria e  alimenti avvelenati

 

MAX

Al mio cane Max

 

Dodici anni fa, nel giorno dell’epifania arrivasti,

come un regalo tu ti ponesti.

Col tempo che passava

 la tua educazione non migliorava.

Facevi pipi a più non posso,

sia sui mobili che addosso.

L’unica cosa che ci consolava,

era la tua piccola coda che scodinzolava.

Non sarai dimenticato

tu che ci  hai addestrati

Il padrone di casa sei tu,

con il tuo guinzaglio blu

questa poesia ti ho dedicato

e  tutto ti ho perdonato

per l’amore che mi hai dato

                                    maty

 

MICIA

A  micia

appena nata nella mia casa arrivasti

la gioia infondesti

curare ti facesti

Son trascorsi  tredici anni,

ne abbiamo passati di affanni.

L’ultimo è stato,

l’allergia a te, in modo smoderato.

Non posso più toccarti ne giocare

ma non è cambiato il mio modo d’ amare

alle mie figlie viviamo accanto

tu e io che le amiamo tanto.

Per la tua dolcezza un grazie voglio darti

e da lontano baciarti.

                              maty

 

 

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