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Rapina aggravata, omicidio, sequestro di persona, lesioni e porto abusivo di armi: otto anni e otto mesi.

Post n°275 pubblicato il 26 Settembre 2009 da amazzoneperforza

E' il 28 febbraio 2007, leggo su un quotidiano:

BRESCIA Famiglia in ostaggio, anche un ottantasettenne tra le vittime
Rapina e botte in cascina

DELLO (BRESCIA) - Erano pronti a consegnare tutto, soldi e oggetti di valore, ma sono stati ugualmente massacrati di botte. «Tanta cattiveria davvero inutile» racconta Aldo Mangiavini, 42 anni, sorpreso dai rapinatori all' ora di cena con il fratello Roberto e il padre Giuseppe, 87 anni. «L' avevo vista raccontare in televisione, una storia così. E mi è toccato viverla davvero» aggiunge, ricordando quegli interminabili quindici minuti di furia e terrore. «Abbiamo visto tre uomini - spiega - tuta scura e passamontagna in volto». Poche parole, tanta violenza. Uno era armato di pistola, gli altri di mazza. «Dateci la cassaforte» gridavano. E giù botte, ancor prima di aspettare la risposta: «Non l' abbiamo». Niente cassaforte, alla cascina Betulla di Dello, nella Bassa Bresciana.

La famiglia Mangiavini non aveva tesori da custodire, solo il guadagno di un mese di lavoro da allevatori di mucche. E su questo i rapinatori erano bene informati: mercoledì, ultimo del mese, era giorno di ritiro del compenso per la vendita del latte. I 5 mila euro raccolti nelle ore precedenti erano tutti lì, nella credenza. «Glieli avremmo dati subito, se solo ci avessero ascoltati» dice ancora Aldo, guancia destra gonfia per le botte e cerotto di medicazione in testa. Suo padre sta anche peggio: «E' ancora in ospedale, sotto choc» racconta la figlia Maria, tra i primi ad accorrere. «Quando sono arrivata stentava a riconoscermi - dice la donna - deve essere stato terribile: li hanno picchiati, bastonati, legati mani e piedi e buttati in fondo alle scale come animali».

Qulche mese dopo, leggo:

Per questo colpo sono ora finiti in manette due fratelli romeni, Gica e Valisica Mioaca, che un mese e mezzo dopo il furto alla villa erano stati arrestati per un’altra tentata rapina ad un commerciante. Proprio mentre erano detenuti sono emersi altri particolari contro di loro, primi fra tutti un cellulare, rubato nell’assalto alla villa di Dello, e usato da uno dei due romeni.
Da li sono scattate le lunghe indagini da parte dei carabinieri del reparto operativo di Brescia e di Verolanuova e, grazie anche all’aiuto dei testimoni, i due sono stati identificati. Uno si trovava ancora in carcere, l’altro ne era appena uscito ed è stato di nuovo arrestato. Ora proseguono le indagini per identificare anche il terzo complice.

Sono passati oltre otto mesi, siamo alla fine del 2007, leggo:

Si e' chiuso il cerchio attorno alla gang di romeni che il 28 febbraio scorso consumo' un'efferata rapina ai danni di una famiglia di imprenditori agricoli di Dello (Brescia). I tre responsabili sono finiti in manette: due, un 33enne e un 28enne, appunto rumeni, furono arrestati a luglio dai carabinieri della compagnia di Verolanuova; l'ultimo, un 23enne residente nel Veronese ma di fatto domiciliato a Brescia, e' stato invece fermato ieri sera in un'abitazione alla periferia del centro. Il fermo e' in attesa della convalida. Pesanti le accuse per la banda: rapina aggravata, omicidio volontario, sequestro di persona, lesioni e porto abusivo di armi. La rapina ha avuto infatti un esito gravissimo: Giuseppe Mangiavini, 88enne, preso a sprangate, legato e poi buttato giu' dalle scale insieme ai due figli, non e' sopravvissuto all'aggressione e dopo molti mesi d'ospedale e' morto il 13 novembre.

Oggi, 26 settembre 2009 leggo: 

Consistente sconto di pena per due dei tre immigrati rumeni che il 28 febbraio 2007 avevano aggredito, rapinato e pestato con pugni e calci i componenti della famiglia Mangiavini, durante un assalto alla loro cascina Betulla a Dello.
Giuseppe Mangiavini, di 88 anni, con i figli Roberto e Aldo, era stato picchiato, legato e imbavagliato. E non si riprese più da quell'episodio. Rimase ricoverato in ospedale fino al 16 aprile e poi morì il 13 novembre dello stesso anno nel corso di un altro ricovero a Manerbio, durante il quale gli era stata diagnostica una neoplasia cerebrale con metastasi.
I carabinieri arrestarono per un altro colpo i fratelli Vasilica Mioarca e Gica Mioaca (un errore di trascrizione all'anagrafe gli impone un cognome diverso) e scoprirono che avevano ancora in mano uno dei cellulari rubati ai Mangiavini e che per legare le vittime dell'ultima rapina avevano usato lo stesso nastro isolante dell'assalto di Dello.
Si scoprì anche che con loro c'era un connazionale romeno, Costel Toilea, che venne catturato.
I tre confessarono e sono stati processati in primo grado lo scorso febbraio con il rito abbreviato. Condannati per omicidio preterintenzionale (anziché volontario come chiedeva l'accusa) e per rapina rispettivamente a 16 anni Vasilica Mioarca, a 14 Gica Mioaca e a 12 Costel Toilea.
Venerdì i giudici della Corte d’assise d’appello di Brescia presieduta da Mario Sannite hanno tagliato consistentemente la condanna del primo grado, accogliendo probabilmente le tesi della difesa per la quale non esisterebbe un nesso causale tra la rapina, le botte e la morte di Giuseppe Mangiavini. I due fratelli hanno preso otto anni e otto mesi ciascuno. Il terzo imputato non aveva presentato ricorso.

Non so voi ma io sono furiosa!

 
 
 
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