Post n°1285 pubblicato il
01 Dicembre 2014 da
Vince198
Da un punto di vista prettamente linguistico, il vocabolo emozione deriva probabilmente dal verbo latino e-moveo, ovvero scuotere dal basso all’alto, sollevare, alzare, smuovere.
L’uso di questo termine fa riferimento a qualcosa che, provenendo dagli strati più profondi della mente, affiora alla coscienza con la capacità di scuoterla sino a travolgerla.
E’ possibile, infatti, provare emozioni intense la cui evidenza può anche essere negata a parole, ma che s’impongono certamente come segno di uno stato interiore altamente attivo, a volte emotivo oltre ogni limite.
Prendiamo ad esempio un certo tipo di emozioni negative e positive fra quelle più note: paura, tristezza, interesse, gioia.
Alcune, le prime, provocano allontanamento, le seconde il contrario, avvicinamento, le prime sono sintomo di pericolo, di malinconia, quelle positive lo identificano le parole stesse.
Estremizzare questi stati, positivi o negativi che possano essere, può rivelarsi l'anticamera di patologie di tipo paranoico, fino al delirio vero e proprio.
Mi domando: l’equilibrio che dovrebbe esistere in questi stati d’animo, si riesce sempre ad averlo sotto controllo? Difficile, molto difficile: non credo che si riesca a dissimulare, restare perfettamente o quasi insensibili a fronte di eventi che dentro potrebbero devastarci, distruggerci..
No, non credo proprio.
Si può reagire in tanti modi, tuttavia penso che quello più vero, reale e in un certo senso soddisfacente, consista nell’esprimere chiaramente quello che si ha dentro senza tema di reazioni poco consone.
Butta fuori il rospo si usa dire..
È quello che ho sempre cercato di mettere in pratica ma che in talune circostanze non sono riuscito nell'intento come avrei voluto.
Tanti buoni propositi, arrivare pure a fregarmene ma, alla fine, mi sono depresso ugualmente fino a diventare abulico, inerte, sentirmi una nullità.
No, niente scatti rabbiosi di orgoglio, nel mondo dei sentimenti no proprio, semmai un profondo senso di delusione che con il tempo sono riuscito a mitigare.
Come tanti sanno o, per lo meno immaginano, certi segni rimangono a testimonianza del nostro tempo pregresso.
Ecco, da un po’ di tempo - qualche anno, ho preso un’altra via: guardarli non per auto compatimento, ma per avere la certezza che peggio di come sono stato no, non potrà accadermi nuovamente.
Almeno provo a farmi coraggio, a pensare che la vita è un incredibile stato di grazia ricco di emozioni che non va mai sottovalutato, semmai costantemente curato, apprezzato.
E vissuta con il sole nel cuore
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