Post n°1533 pubblicato il 24 Luglio 2017 da Vince198
Tempo non proprio piacevole ieri sera e così, cercando nelle trasmissioni televisive qualcosa di interessante da guardare, mi sono imbattuto in questo film: Queen of Katwe. E’ ispirato ad una storia vera, quella di Phiona Mutesi, una giovane ragazza ugandese che, nonostante avesse abbandonato la scuola, in seguito è diventata una campionessa di scacchi. Dalla sua abitazione nella baraccopoli di Katwe a ridosso di Kampala, la giovanissima Phiona non nutre particolari prospettive di vita diverse da quelle del momento, per lo meno nel suo più immediato futuro, se non indigenza, vita grama etc. Questo nonostante che la madre Harriet, vedova, lavori sodo vendendo verdure per cercare di dare una vita decorosa ai figli. Il bello di questa storia prende corpo quando un missionario ed ex calciatore (Robert) inizia a insegnare ai bambini del posto a giocare a scacchi. Phiona, apprese le regole principali, dimostra subito grande dimestichezza con quella disciplina. Robert, accortosi del suo talento (prevedere ad esempio otto mosse in anticipo prima di dare scacco matto non è cosa alla portata di tutti), la prende sotto la sua ala protettiva e la porta in giro a far tornei in cui la ragazzina riesce ad esprimere le proprie capacità, anche se non in tutti i tornei esce vincitrice. Nonostante i dubbi della madre, Phiona comprenderà che la sua passione per gli scacchi potrà non solo dare soddisfazione a sé stessa, quanto aiutare a migliorare la vita della sua famiglia.
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Quale la morale? Semplice: l’intelligenza, le capacità di adattamento, il sapersi autogestire non hanno limiti e confini di alcun genere. D’altro canto, avendo il sottoscritto - daragazzo - giocato a scacchi (a livello amatoriale), conosce quella disciplina e l’impegno che richiede: predisposizione naturale, studio, buona memoria ed inventiva sono alla base di un possibile successo in quel mondo così particolare. Personalmente, pur essendomi avvicinato al mondo degli scacchi da ragazzino, lo stimolo più forte a praticare quella disciplina lo ebbi nel 1972 quando seguii l’avvincente sfida tra il campione del mondo del periodo Boris Spasskij (cittadino di Leningrado, oggi S. Pietroburgo) e Bobby Fischer (cittadino islandese, nativo di Chicago), finita 12,5 a 8,5 a favore di quest’ultimo. Fischer è sempre stato considerato un genio degli scacchi, peccato – però – che dopo quella clamorosa vittoria si sia rifiutato di difendere il titolo e si sia chiuso in se stesso, si dice ossessionato proprio dal gioco degli scacchi. Si suppone che Fischer, uomo di indubbia intelligenza, sia giunto a quello stadio di isolamento etc. perché pare fosse affetto dalla sindrome di Asperger, parente stretta dell’autismo. Ma questo non è determinante: il gioco degli scacchi, come altri sport/giochi/discipline di massa o di élite, è capace di avvicinare chiunque, abbattere barriere di qualsiasi tipo che solitamente allontanano fra loro gli esseri umani.
Io invece ho visto su Rai 3 un film "I dieci Comandamenti". Il film che tu hai visto ieri deve essere bello da come lo descrivi, peccato non averlo visto. Una delziosa giornata e sereno inizio di settimana.
Eh .. Anna, quei film li ho visti tutti e in tutte le "salse": senz'altro belli da rivedere, tuttavia ho fatto questa scelta - ieri sera - e ne sono rimasto del tutto soddisfatto. Te lo consiglio vivamente! Ciao, un abbraccio e buonm inizio di settimana a te ^________^
sono d'accordo. Sono solo un principiante di scacchi ma lo trovo un gioco ,sport,addestramento di disciplina,intelligente e molto cavalleresco..ciao..gino
Già! Fra l'altro quando la partita termina c'è sempre una stretta di mano fra il vincitore e il perdente. Molta cavalleria, senza dubbio! Ciao Gino, buona serata ^____^
Beh, insomma, i casi di pazzia, ad alto livello, non sono infrequenti nel gioco degli scacchi. Paul Morphy, un giovane genio della metà del 1800 viveva in completo isolamento ed allorché Andersen, il danese campione dell'epoca andò a trovarlo negli Stati Uniti, Morphy lo stracciò. Questo ragazzo aveva capacità mnemoniche fuori del comune, essendo in grado di ripetere al contrario qualunque discorso ascoltasse o testo leggesse.
Aaron Nmzovich, grande teorico della scuola ipermoderna era notoriamente pazzo e alquanto fuori di testa furono molti altri grandi maestri, Fischer incluso.
Quanto alla cavalleria, non tutti i grandi campioni lo erano cavallereschi. Alexander Alekhine, anche lui pazzerello, allorché strapò il titolo al grande cubano Raul Capablanca, si presentava spesso ubriaco alla partita e, quando perdeva, saliva sul tavolo ed urinava sulla scacchiera! ^__________________^ Richard Reti, dopo ogni sconfitta, sichiudeva in casa per uno o più giorni e via di questo passo ^___________^
Anche io ho iniziato a giocare dopo Fischer - Spasskij ed ho raggiunto un accettabile livello (2^ categoria). Ovviamente, nei tornei semilampo, ai quali partecipano anche i maestri, mi trovavo sempre a giocare nelle ultime scacchiere e, negli intervalli tra i vari turni, noi pipponi ci guardavamo in faccia dicendoci: "Ma com'è che noi pipponi abbiamo la faccia da persone normali e quelli lassù sono tutti matti?" ^__________________^
Caro Valerio, non posso - e lo faccio ben volentieri - che darti ragione su tutta la linea: il mondo degli scacchisti è molto particolare, spesso persone "border line" riescono a fare cose che noi, persone "normali", neanche riusciamo ad immaginare. Quanto a me e al tempo, studiai le metodologie di Botvinnik e Petrosian: non ti dico che mal di testa, ma quei due son stati il mio punto di riferimento, pur non disdicendo di cercare di star dietro anche all'asperger Fischer. Sono tanti gli anni che ho smesso di giocare, però la voglia non mi è certo passata: potrei riprendere, però mi ci vorrebbe un periodo di riacquisizione di certe finezze che, purtroppo, ho pressoché dimenticato. Mandi biel, bune zornade ^_____^
Qui sole e cielo azzurrissimo, dopo due giorni di pioggia non troppo forte che ha rinfrescato l'aria. Prevedo, però, che a breve tornerà la solita afa che toglie il respiro.. Uffff!
Baciones ^___________^
Adoro il gioco degli scacchi Vince :-)))) e ora che ti ho letto mi sa che ricomincerò a giocarci. Per lo più sfidavo il piccì ...
Ho letto una data interessante nel tuo post ^_____________^ petta che controllo eh .... il 1972!!!!! :-)))) mi ricorda qualcosa :-)
Per quanto riguarda la morale che ne hai ricavato, concordo con te nel dire che l'essere umano sa spingersi davvero molto lontano quando riesce a trovare il terreno e la volontà ferrea di farlo. Anche io credo molto in questo :-)
Buona serata e un bacione, Vince!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Il 1972 ti ricorda qualcosa? .. ehehehe .. Immagino! A me ricorda la fine del mio primo amore nel mese delle rose, a maggio.
Ok..
Gli scacchi sono un gioco interessantissimo, assorbe una quantità .. industriale di tempo e sviluppano la parte cognitiva, il raziocinio che ci vuole in questa disciplina bellissima. Senza trascurare il fatto che certe inventive in questo gioco fanno scuola, eccome se non la fanno!
Ciao piccola, bacione ricambiato ^___________^
Cavolo se fanno scuola!!; A me sono serviti parecchie volte e ti dirò di più! Li ho usati anche come insegnamento nei compiti per le medie e altre volte, anche se rare, nell'insegnare il piano. Incredibile, eh??? :-)))
Buonanotte caro Vince, una strenciaaaaaa
Ammetto di non averci mai giocato...non ci capisco una beata mazza Vince...non fanno per me...forse non sono sufficientemente matta ahahahahahah La tua morale però la condivido in pieno. Ti abbraccio e ti lascio una dolce buonanotte :-)))
C'è sempre tempo per imparare, Carmen, iniziando dalle regole fondamentali. Per il resto bisogna solo giocare e fare tesoro degli errori che, inizialmente, sarannno molto numerosi. Grazie per la condivisione, un bacione e serena notte ^_________^
Vabbè, visto che cantate in due, vi concederò di perdere contro di me in simultanea :-O Dai non voglio strafare: giocherò con le mani legate dietro la schiena, bendato e con un piede per aria: qualche chanche di vittoria voglio concedervela! ^______________^
Questo me lo leggo con calma :-)
Aaron Nmzovich, grande teorico della scuola ipermoderna era notoriamente pazzo e alquanto fuori di testa furono molti altri grandi maestri, Fischer incluso.
Quanto alla cavalleria, non tutti i grandi campioni lo erano cavallereschi. Alexander Alekhine, anche lui pazzerello, allorché strapò il titolo al grande cubano Raul Capablanca, si presentava spesso ubriaco alla partita e, quando perdeva, saliva sul tavolo ed urinava sulla scacchiera! ^__________________^ Richard Reti, dopo ogni sconfitta, sichiudeva in casa per uno o più giorni e via di questo passo ^___________^
Anche io ho iniziato a giocare dopo Fischer - Spasskij ed ho raggiunto un accettabile livello (2^ categoria). Ovviamente, nei tornei semilampo, ai quali partecipano anche i maestri, mi trovavo sempre a giocare nelle ultime scacchiere e, negli intervalli tra i vari turni, noi pipponi ci guardavamo in faccia dicendoci: "Ma com'è che noi pipponi abbiamo la faccia da persone normali e quelli lassù sono tutti matti?" ^__________________^
Baciones ^___________^
Ho letto una data interessante nel tuo post ^_____________^ petta che controllo eh .... il 1972!!!!! :-)))) mi ricorda qualcosa :-)
Per quanto riguarda la morale che ne hai ricavato, concordo con te nel dire che l'essere umano sa spingersi davvero molto lontano quando riesce a trovare il terreno e la volontà ferrea di farlo. Anche io credo molto in questo :-)
Buona serata e un bacione, Vince!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ok..
Gli scacchi sono un gioco interessantissimo, assorbe una quantità .. industriale di tempo e sviluppano la parte cognitiva, il raziocinio che ci vuole in questa disciplina bellissima. Senza trascurare il fatto che certe inventive in questo gioco fanno scuola, eccome se non la fanno!
Ciao piccola, bacione ricambiato ^___________^
Buonanotte caro Vince, una strenciaaaaaa