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Il cantico delle creature

«Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria e 'honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimu, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli che 'l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;

beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate»

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Composto da S. Francesco d'Assisi nel 1224, ancor oggi esprime concetti afferenti l' amore nelle sue forme più naturali, in un'epoca in cui spesso si perde il senso, il valore della vita.
Di quanto essa sia importante ce ne accorgiamo in momenti così difficili come quelli che stiamo attraversando in queste settimane.
Persone di ogni ceto sociale, giovani e meno giovani, uomini e donne, ragazzi e ragazze: nessuno è al sicuro.

Meglio lasciar perdere il solito stile di vita, godere di quella libertà (...) a cui non siamo capaci di rinunciare perchè non siamo abituati alla sofferenza, alla capacità di saper valutare, come in questi giorni cruciali, gli appelli di autorità civili e religiose.

Nessuno vuole toglierci definitivamente alcunchè di quello di cui abbiam sempre goduto, ma ora è arrivato il momento di dimostrare sensibilità, responsabilità verso gli altri soprattutto.
I patiti della corsa a piedi o in bici, chi ama la vita di società, chi ama frequentare locali in cui si balla o ci si riunisce per qualsiasi altro motivo .. si, è ora di fermarsi.
Meglio fermarsi ora che correre il rischio di fermarsi per sempre.
A chi non sopporta di dover stare in casa ed uscire solo per esigenze inderogabili: prima faremo questo sacrificio e prima questa pandemia sarà sconfitta.

Il cantico di S. Francesco è un'esortazione ad avere amore verso il prossimo e, perchè no, verso quel Dio che oggi sembra quasi essere sparito dagli orizzonti anche di chi si professa cattolico, però lo invoca solo quando si sente in pericolo.
Dio c'è sempre, anche per chi non crede in lui o dubita della sua esistenza: la sua porta è sempre aperta e le parole di S. Francesco lo dimostrano.
Sta a noi accogliere il senso di quelle esortazioni anche oggi, ai nostri tempi in cui la società, lo stile di vita ci portano lontani da quei concetti tanto semplici quanto vitali, per le nostre anime.
Una sana riflessione non può che far bene..