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Dalai Lama

Post n°376 pubblicato il 06 Aprile 2016 da LunaRossa550

Credere o non credere, non fa l'essere umano migliore; lo fanno i valori universali del rispetto e della consapevole responsabilità verso tutto ciò che ci circonda.
Questo credo di aver compreso  dalle parole del Dalai Lama (e che condivido)

 
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isry
isry il 07/04/16 alle 14:54 via WEB
tanto per convenire con Giorgio sull'uso impositivo e assurdo della religione non in quanto comunanza spirituale e fattiva ma in quanto identità culturale (tipo santanché) aggiungo anche un articoletto del corsera da far leggere agli emuli di Eco
Aung San Su Kyi e quella frase furiosa
C’è un pizzico di Trump in ognuno di noi, se persino l’inappuntabile Aung San Suu Kyi casca sui pregiudizi? Come se Nelson Mandela in procinto di diventare il padre del Sudafrica democratico nel 1994 si fosse lamentato perché un interlocutore in tv portava i capelli biondi. «E’ stata solo una caduta di stile frutto dello stress, o la crepa nel piedestallo della Signora è più profonda? E’ un episodio del 2013 quello raccontato dal giornalista Peter Popham nella nuova biografia intitolata «The Lady and the Generals». La fonte, giura Popham, è credibile. Lo scenario anche. Erano quelli gli anni incerti della lunga transizione, quando l’ex prigioniera politica più famosa del mondo giocava una lenta e feroce partita a scacchi con i generali al potere, i generali che dopo averla tenuta per decenni legata agli arresti domiciliari, murata viva nella casa di famiglia sul lago di Rangoon, avevano deciso di darle un po’ di corda, mettendola alla prova, sperando probabilmente che lei vi inciampasse o si impiccasse da sola. Il rispetto delle minoranze è un argomento scivoloso, specie in un Paese come la Birmania affetto da cronici conflitti etnici, con il buddismo a fare da collante. E così, quel giorno alla Bbc, una Lady forzatamente evasiva si fece intervistare dalla combattiva Mishal Husain, 43 anni, la prima musulmana a condurre il programma «Today» su Radio 4. Erano i giorni delle violenze anti-musulmane in Birmania, dove la minoranza Rohingya è perseguitata e costretta alla fuga. Suu Kyi si rifiutò di condannare queste violenze. E rispose così alle sollecitazioni della conduttrice: «Molti, molti buddhisti sono stati costretti a lasciare il Paese per varie ragioni. Questo è il prodotto delle nostre sofferenze sotto la dittatura».
 
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