Franny's World

Pasqua e pasquetta

Quest’anno Pasqua e pasquetta le abbiamo passate qui a Dublino. Sono stata a casa tre giorni e il lunedì ho lavorato, ma non mi posso lamentare. Tutto sommato sono stati giorni in cui mi sono rilassata e sono stata con il mio amoruccio e i miei amici. E passiamo all’archiviazione per i posteri!!!!

Quando ero piccola, mi ricordo che per le feste come il Natale e la Pasqua, ci si metteva in macchina tutti e quattro e si andava a Napoli dai parenti di mia mamma. Era un viaggio lunghissimo, almeno così pareva a me e mio fratello, ricordo che si viaggiava la notte e mia mamma ci portava i cuscini per farci dormire in macchina.

Quando, finalmente, si arrivava era una festa continua, in giro per il mercatino, in giro dai parenti, che però stringendo risultavano essere zia Fiorella! Primo, perché è la zia migliore che mai si possa desiderare e secondo, perché ha quell’atteggiamento così dolcemente democratico “Se gli altri vi vogliono verranno qui da me!!!”

Nonostante tutto, la cosa che mi ricordo meglio, e che al momento mi manca di più, è la tavolata enorme, rumorosa e imbandita che veniva fatta durante quelle occasioni. Ho 18 cugini da parte di mia mamma, solo di primo grado. Vi lascio immaginare che grandissima confusione venisse fuori tra genitori nonni e suoceri a volte!

Mi rendo conto che, soprattutto ora, iniziare a mangiare alle 3 o alle 4 e stare a tavola fino alle 9 di sera, magari perché si è troppo pieni per rotolare via dalla sedia, mi manca molto. E come dimenticare quando a mezza notte, durante l’ennesimo giro a tombola, qualcuno si alzava e diceva “Allora, qualcuno ha fame? Chi vuole gli spaghetti con il sugo dell’agnello?”, mi emoziona anche solo scriverlo.

Ora sono qui, con il mio pinguino, e sono tanto felice, ma non posso fare a meno di sentire la mancanza di queste cose. Mi rendo conto che a volte ho delle crisi di nostalgia per quello che facevo quando ero piccola, e non so se sia normale, ma tant’è! Anche considerando il fatto che erano oramai anni che si rimaneva a casa e si festeggiava in un misero tavolinetto da cinque, quello che una volta era da 40 e più!

Quest’anno ho cercato, in effetti di radunare tutte le persone che erano disponibili qui, per festeggiare tutti insieme. Il pinguino mi aveva anche tassativamente ordinato che, se fossimo davvero state così tante persone si sarebbe andati al ristorante, per evitare che mi spezzassi quello che rimaneva della mia schiena in cucina!!!

Il problema è che dopo settimane che organizzavo, come sempre, siamo rimasti in tre, io e il pinguino, ovviamente, e R. una ragazza che ha lavorato per un poco con me alla Guinness. Alla fine abbiamo fatto la cena a casa, abbiamo cucinato tutto il pomeriggio e mi sono divertita da morire, devo essere sincera. Non abbiamo fatto una tavolata super come la volevo, ma per lo meno ho fatto una parte di quello che desideravo.

Il giorno dopo, invece, era il giorno in cui il mio gruppo preferito e per il quale sto facendo un tifo sfegatato ha suonato al Button Factory, in una serata di più gruppi. Sto parlando chiaramente dei The Sound of Soul.

Ho fatto la mia giornata di lavoro, ma poi la sera siamo andati a vederli suonare, e per mia gioia sono riuscita a fare le foto e un paio di brevi video questa volta. Che dire, sono rimasta senza parole, come sempre. Non è semplice cercare di descrivere tutto ciò che si prova durante un concerto, me ne rendo conto adesso! Se volessimo davvero quantificare la passione di questi ragazzi per la musica, oserei dire che l’acqua che ricopre la superficie terrestre sarebbe una misera parte in confronto!!! Ieri sera, come le volte precedenti, mi sono ritrovata sotto quel palco mentre si esibivano e mi sono emozionata. La loro musica ti prende profondamente. C’erano altri gruppi, alcuni non hanno suonato male, canzoni orecchiabili da cantare e ascoltare, ma è proprio lì che sta tutta la differenza, credetemi. Anche le canzoni dei miei preferiti sono magnifiche, ma mentre li si ascolta è come se una forza strana penetrasse dentro di voi tramite le orecchie e si diffondesse per tutto il corpo. Ad un certo punto si diventa tutt’uno con le note, con le parole, con loro che si muovono sul palco, fino a percepire il loro ritmo, la loro passione, i sentimenti che buttano a braccia aperte a tutti coloro che li ascoltano. Fino a che la canzone termina, le luci si abbassano e, senza rendemene conto, rimango con il groppo in gola, tentata di piangere dalla commozione!

Ragazzi lo so che posso sembrare di parte, ma se li ascoltaste dal vivo vi rendereste conto di quello che dico! E quindi, il mio invito è di venire a Dublino per sentirli, perché no!? Quando c’è qualcosa di buono di nostrano il mio punto di vista e cercare di sostenerlo!