« nuvoloso | quaranta » |
Ti ho vista l'altro giorno, eri carina semplice, ma con uno sguardo triste e affranto. Uno sguardo senza speranza di chi sa che ogni giorno è uguale all'altro... e se è uguale al precedente è già una vittoria. Ti ho vista insieme alla tua amica, probabilmente compagna di mille avventure e di mille viaggi in giro per il mondo, conosciuta chissà dove e chissà quando.
Ieri ti ho rivista, ancora insieme alla tua amica, mi hai guardato e mi hai sorriso. Un sorriso dolce e stanco di chi sa cosa l'aspetta. Un sorriso dolce e adulto di chi ha visto troppe cose già da piccola. Un saluto con gli occhi e uno sguardo che si abbassa: scusa, ma non so cosa fare per aiutarti... questo vorrei dirle e questo lei probabilmente capisce. Io me ne vado insieme alle mie ruote, gomme veloci su un asfalto caldo e viscido. Tu sei rimasta lì, con la tua amica, con la tua borsa di plastica, con le tue poche cose, con il tuo trucco pesante, con la tua minigonna vertiginosa, con il tuo top aderente, con la tua pelle nera, con i tuoi viaggi disperati di migliaia di kilometri, con la speranza che arrivi qualcuno per allontanare l'incubo del giorno infruttuoso, con l'incubo che arrivi qualcuno che voglia annegare dentro di te le sue frustrazioni, che voglia morire dentro di te per un attimo, che voglia farti morire ancora un altro po' e ancora un altro attimo, che voglia sussurrarti "amore" nell'orecchio e poi ripartire e vomitare, per il civile e clericale nord, insulti contro quelli come te, contro il tuo popolo, contro la tua gente.
E' facile per loro: ci si ferma, si fa quel che si "deve" fare, si riparte... un giro all'autolavaggio e la coscienza è più pulita di prima. Ho visto tante auto fermarsi in questi anni (qualcuno, preso dalla fregola, ha pure rischiato di lisciarmi), auto di ogni genere, con sopra persone di ogni età e classe, dalla micra alla mercedes, dall'utilitaria alla familiare alla monovolume... auto che di giorno (in pieno giorno) si allontanano per un'ora dai loro quotidiani doveri e vengono a cercare gli sporadici piaceri nel corpo di un'anima lacerata.
Le ragazze ogni tanto cambiano, non so che fine facciano, ma dopo un po' cambiano: ogni tanto le vedi, ce ne son di giovanissime, ragazzine strappate al vento e ai sogni, costrette farsi rubare l'anima per due soldi.
E io pedalo... non so cosa fare... e me ne vergogno... scusate.
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