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FUOCO CHE BRUCIA

LO SPIRITO DI UN LAKOTA NON SI ARRENDE MAI

 

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Nel tempo
le tradizioni si spengono,
i miti si sbriciolano,
e gli uomini, inesorabilmente, dimenticano.
Ma gli Spiriti non dimenticano

Vittorio Zucconi

 

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« LE DUE STRADE6 Agosto 1945 »

LA RAGAZZA CHE DISSE DI NO

Post n°675 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da IndianaOglala

 

«Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata
dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata
dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba.
Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio.»

Questa onorificenza, medaglia d'oro al merito civile alla memoria,
appartiene a Norma Cossetto, studentessa italiana istriana torturata
e uccisa dai partigiani titini nel 1943 nei pressi della foiba di Villa Surani.
Perchè aveva rifiutato di tradire i fascisti e piegarsi ai partigiani.
Quando si studiano gli orrori della seconda guerra mondiale per lungo
tempo si è sempre e solo raccontato degli orrori nazisti e dell'Olocausto,
tralasciando il ricordo di migliaia e migliaia  di altre vittime, tanto che
in troppi tutt'ora non  conoscono nemmeno cosa significhi il termine foiba.
Le foibe sono enormi cavità, tipo caverne verticali o profondi pozzi,
tipiche delle zone carsiche e dell' Istria.
Nel 1945 oltre 10 mila persone furono gettate vive nelle foibe,  o
uccise dopo processi sommari, dai partigiani comunisti di Tito, in nome
di una pulizia etnica, esattamente come quella di  Hitler, che voleva
annientare gli italiani nei territori di Istria e Dalmazia.
L'orrenda morte di queste vittime fu avvolta per lungo tempo dal più
totale silenzio, perchè si sa: la storia è raccontata da chi vince la guerra!
Ma prima o poi la verità viene a galla.......Fra il 1943 e il 1947 oltre 10 mila
persone furono gettate vive o morte in queste gole, un genocidio che
non teneva conto di età, sesso e religione, riconosciuto ufficialmente
nel 2004, con la legge numero 94 che istituì la «Giornata del ricordo»,
in memoria dei martiri delle Foibe.

Norma Cossetti nacque a Visinada il 17 Maggio 1920  e fu uccisa ad
Antignana nell'Ottobre del 1943.
Il padre era segretario del Partito Nazionale Fascista, poi ufficiale
delle Milizia Volontaria della Sicurezza Nazionale.
Fu accoltellato alle spalle da un partigiano il 7 Ottobre 1943 mentre
cercava notizie sulla figlia a Costellier Santa Domenica e gettato
in una foiba.
Norma si diplomò presso il Regio Liceo Vittorio Emanuele III di
Gorizia e in seguito si iscrisse al corso di lettere e filosofia all'università
di Padova. Sognava di diventare insegnante.
In questo periodo aderì ai Gruppi Universitari Fascisti di Pola.
Dopo l'armistizio dell'8 Settembre 1943 che sancì la fine dell'allenaza
italiana con la Germania di Hitler, la famiglia di Norma cominciò a
ricevere minacce e furti da parte dei partigiani.
Norma venne convocata presso il comando partigiano composto sia da
italiani che da jugoslavi, in cui venne invitata ad aderire al movimento
partigiano e a tradire la sua famiglia e i suoi ideali, gisuti o sbagliati
che fossero.
Norma oppose un netto rifiuto, e quel giorno venne rilasciata.
Ma il giorno dopo lei e alcuni suoi parenti furono arrestati e condotti
all'ex caserma della Guardia di Finanza di Parenzo.
La successiva occupazione dei tedeschi costrinse i partigiani a spostare
i prigionieri di notte presso la scuola di Antignana divenuta un carcere
( una scuola!).
In questo luogo, sottolineo una scuola,  Norma venne tenuta legata ad
un tavolo, provabilmente un banco su cui alunni avrebbero dovuto imparare,
e ripetutamente orrendamente torturata e violentata dai partigiani.
Nella notte tra il 4 e il 5 Ottobre 1943 i prigionieri, legati mani e piedi
con del fil di ferro, furono costretti con la forza a recarsi a Villa Surani.
Le donne presenti, tre, subirono ancora ripetute violenza sessuali.
Poi tutti furono gettati, ancora vivi, in una foiba.  

Testimonia la sorella di Norma, Lidia Cossetto, in seguito anche lei
arrestata dai partigiani, quando ritrovarono il suo corpo martoriato
in fondo ad una foiba:

« Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l'abbiamo
trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno
il golfino di lana tirolese comperatoci da papà la volta che ci aveva
portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra all'addome…
Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di guardare
se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta
che l'abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando
di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: "Signorina non
le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina
alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un
tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche
i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto
fare niente, perché avevo paura anch'io" »


In seguto soldati tedeschi catturarono una quindicina di questi
partigiani e li costrinsero a vegliare per una notte intera il cadavere
di Norma.
Tre di loro impazzirono.
Furono fucilati il giorno successivo. 

In memoria di Norma Cossetto nacque nel 1944 a Trieste il Gruppo
d'Azione Femminile che porta il suo nome, unico reparto paramilitare
fascista femminile della RSI.Nel 1949 le fu conferita la laurea ad
honorem dall'Università di Padova.
Nel 2011 la medesima univeristà le conferì una targa alla memoria.
Dal 2012 una biblioteca di Limena (Padova)porta il suo nome.
A Trento e Bolzano ci sono due vie dedicate a lei. 
Da Gennaio 2013 il comune di Calalzo di Cadore (BL) le ha intitolato la sala consiliare.
Il suo corpo riposa in Croazia, nel cimitero di Santa Domenica di
Visinada.

Con questo vorrei ricordare TUTTI  i morti di TUTTE le guerre, s
pecialmente quelli di cui non si parla quasi mai e di cui qualcuno vorrebbe
cancelare la memoria e l'ingiustizia subita.
Domani, infatti, voglio ricordare le altre vittime "scomode" del
secondo conflitto mondiale: quelle giapponesi, annientate senza
pietà dalle bombe atomiche americane.




 

 
 
 
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