Creato da IndianaOglala il 04/08/2013

FUOCO CHE BRUCIA

LO SPIRITO DI UN LAKOTA NON SI ARRENDE MAI

 

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Nel tempo
le tradizioni si spengono,
i miti si sbriciolano,
e gli uomini, inesorabilmente, dimenticano.
Ma gli Spiriti non dimenticano

Vittorio Zucconi

 

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INGIUSTIZIE

Post n°698 pubblicato il 02 Maggio 2015 da IndianaOglala

Il 29 Aprile a Milano si è tenuta, nonostante l'opposizione della sinistra,
la commemorazione di Sergio Ramelli, accanto al palco che ricordava
Carlo Borsani e Enrico Pedenovi martiri della destra
milanese. Ma chi era Sergio Ramelli?
Era un semplice ragazzo che quarant'anni fa, negli anni '70, a 19 anni,
osava avere idee di destra.
Apparteneva al Fronte della Gioventù, la parte giovanile
dell'MSI. Per questo fu perfino costretto a lasciare la
scuola in cui studiava chimica, il Molinari di Milano, e finire
gli studi privatamente.
Eppure non era un fanatico fascista nè un picchiatore, come
quelli di sinistra vogliono dipingere tutti quelli che sono di
destra, ma uno studente con idee diverse dalla massa belante,
e un po' più sveglio,che in un tema in classe, reso pubblico
dalla bacheca della scuola, aveva
scritto la verità: cioè che gli appartenenti alle Brigate Rosse
erano dei terroristi. 
Questo segnò la sua condanna a morte!
Venne aggredito davanti a casa sua da un commando di sinistra
chiamato Avanguardia Operaia che con gli operai non c'entravano
proprio un bel niente: erano infatti codesti vigliacchi figli di
ricchi borghesi,studenti universitari mantenuti da papà, con
stupide ideologie trapiantate nel cervellino!
Tanti contro uno solo: così fanno i vigliacchi senza onore, quelli
che presi uno per volta si cagano nelle braghe costose.
Il povero Ramelli oppose una coraggiosa resistenza, ma
cosa può fare un
ragazzo da solo contro una banda di decelebrati imbevuti
d'odio, ignoranza e armati?
Un bel niente!
Lo massacrarono di botte, gli spaccarono la testa con
una chiave inglese spappolandogli il cervello senza un minimo
di pietà.
Sergio Ramelli morì dopo 48 lunghi giorni d'agonia in un
letto d'ospedale a soli 19 anni.
Per aver avuto il coraggio di esprimere il proprio pensiero ed
essere fedele alle proprie idee.
Gli assassini vennero processati soltanto dieci anni dopo.
Peccato che furono condannati solamente in primo grado
per omicidio preterintenzionale! Solo altri due anni dopo
venne riconosciutol'omicidio volontario!!!
Ma solo in due finirono il galera con l'aggiunta di altri reati, tanto
per non smentirsi: gli altri restarono tranquillamente liberi,
condannati a pene alternative.
Alla notizia della morte di Sergio Ramelli uno dei suoi assassini,
un certo Giuseppe Ferrari Bravo, tranquillizzò i suoi compagni
ricordando loro che nei cortei si urlava "morte ai fascisti" e
che quindi era più che giusto uccidere un fascista!
Non era certo un reato! D'altrode era questo che
insegnavano certe stampe giornalistiche, pseudo insegnanti
e pseudo intellettualoidi di sinistroso pensiero.
D'altonde solo due anni prima a Roma, nel quartiere popolare di
Primavalle, un altro gruppo di giovani sinistroidi, di Potere Operaio,
incendiò la casa di un netturbino, quindi operaio, perchè apparteneva
all'MSI. Gli assassini scrissero sulla strada " giustizia proletaria"
dopo aver dato fuoco alla casa di uno che proletario lo era davvero.
Nel rogo morirono due dei suoi figli: Virgilio Mattei, di 22 anni e il
fratellino Stefano,un bambino di soli 8.
Prima di morire bruciato vivo il fratello più grande, Virgilio, venne
fotografato mentre chiedeva aiuto per sè e per il fratellino.
Quella foto fece il giro del mondo. Oggi qualcuno perferisce
dimenticarsela.
I bastardi criminali furono tutti assolti da giudici criminali come loro!
Andarono a festeggiare nella villa di Fregene di uno di loro che di
proletario aveva solo la scritta sulla bandierina! A loro si unirono
tra gli altri ( riporto da fonti giornalistiche tra cui Il Giornale):
Albero Moravia, Dario Bellezza, Renato Schifano, Ruggero Guarini
(che ricorderà l’episodio con non poca vergogna, vent’anni dopo).
Brindarono a champagne la morte di un bambino e di suo fratello.
Questi erano gli anni '70, gli anni in cui io sono nata, in Italia:
un paese in mano alla ricca borghesia che si divertiva a fingersi
colta, intellettuale e dalla parte dei proletari per adescare mentucce
e sottometterle al proprop pensiero, alla loro dittatura schifosa.
E chi non era d'accordo doveva morire, anche i proletari se
di destra, tutti quelli che non erano si sinistra !
Tutto era lecito pur di sottomettere la gente alla nuova dittatura.
E come credete che siamo messi oggi? E' cambiato qualcosa?
Proprio i giorni precedenti la commemorazione di Sergio Ramelli
l'Anpi meneghino richiamava a raccolta gli "antifascisti" con questo
messaggio:
“Non è più tollerabile che Milano debba assistere ogni 29 aprile
alla parata nazifascista che da anni deturpa la nostra città.
Abbiamo rivolto un forte appello alle pubbliche autorità perché
quest’anno non si ripeta questa grave offesa”.....
firmato Comitato Permanente Antifascista contro il Terrorismo
per la Difesa dell’Ordine Repubblicano.ili
A Reggio Calabria la Curia ha vietato la celebrazione della messa
in memoria di Benito Mussolini e le vttime fasciste.
Motivazione? Riporto pari pari dalla nota ufficiale emessa
dalla curia:

"pur essendo lecito celebrare la Santa Messa in suffragio dei defunti,
per l’occasione, è necessario che la Celebrazione venga sospesa per la strumentalizzazione della stessa per fini politici”.
Già, meglio far inchinare la Madonna davanti alla casa di un mafioso.....
Eppure tutti i morti sono uguali davanti a Dio o sbaglio?
E mentre i colti sinistroidi bruciano librerie di destra come la
Ritter di Milano, a Pescara il sindaco piddino Marco Alessandrini si
"dimentica"di un poeta e scrittore come Gabriele D'Annunzio.
Già nel 2014 codesto sindaco aveva avuto premura di eliminare l'effgie
del poeta da qualsiasi cosa pubblica: dalle lettere al materiale
cartaceo, dai manifesti al logo “Pescara città dannunziana” del sito
web del Comune; l'ha tolta perfino dai taxi.
In Lombarida il consigliere regionale pd Onorio Rosati non ha
partecipato al giorno della memoria per le vittime delle Foibe.
Motivazione? Boooooo!!! Avrà avuto il cagotto?
Il consigliere, comunale pd di Orvieto, tale Tiziano Rosati (saranno
mica parenti?), ha definito
il massacro delle foibe una" mitologia italiana:“la celebrazione
menzognera delle foibe cui stiamo assistendo si inquadra in una più
ampia campagna di denigrazione della resistenza”.
Ieri a Milano si è vista un'altra espressione di come manifestino
quelli di sinistra!
Un'altra volta, senza che nessuno glielo impedisse a priori, mettendo
a rischio la vita e le attività di persone che non c'entrano niente
nè con la politica nè con l'Expo.
Siamo messi così, nel 2015.
E qualcuno nega che siamo sotto dittaura????
Ritengo ci sia ancora molto da fare.....
Io faccio la mia parte nelle scuole, chiunque non voglia essere
manipolato e vivere sotto un regime violento e falso faccia la sua.
E adesso bannatemi pure il blog perchè ho espresso idee di destra!


  Sergio Ramelli
                                            Milano, 8/07/1956
                                            Milano, 29/04/1975


 
 
 
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