Creato da carmen46c il 27/06/2007

CARMEN AULETTA

I ricordi, certi ricordi, sono come tatuaggi, non vanno più via, sono parte della tua anima, della tua vita.

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Post N° 53

Post n°53 pubblicato il 20 Agosto 2007 da carmen46c
 

Racconto autobiografico n. 8

                 Mia nonna invece era l’esatto contrario di mio nonno e

 come tutte le persone di carattere,  aveva un pessimo carattere.

Devo dire però che con il suo modo di fare, rude e austero, mi dava

 sicurezza, quando  lei era nei paraggi, non mi sentivo mai avvilita.

 Era sempre lei che alla fine risolveva le questioni spinose

riuscendo in imprese ardue. Insomma, quando voleva arrivare ad

 uno scopo, da mia nonna potevi aspettarti di tutto.

Pur essendo una donna analfabeta, aveva una intelligenza viva

 

e da come raccontava mio nonno, non sembrava affatto che non

sapesse leggere e scrivere quando la conobbe,   anzi, rimaneva 

affascinato dal suo modo di presentarsi,  una cosa era certa,  era

una donna fuori dal comune.

Nei miei primi anni d’infanzia mia nonna rappresentava il mio

 

Angelo Salvatore, colei che mi toglieva dalle sofferenze. Era

sempre lei che veniva a trovarmi in ospedale, era sempre lei

che mi faceva visita in collegio ed era sempre lei che mi toglieva

 dalle grinfie della matrigna. Mi dite voi come si faceva a non voler

 bene ad una donna così? Ecco perché la sua sola presenza mi

trasmetteva sicurezza, con lei mi sentivo sempre protetta.

Mio nonno, quando la conobbe, pensava che era un vero

 

peccato che una donna  come lei non sapesse   leggere e

scrivere, e si era messo in testa di farle da insegnante. Mia

nonna in un primo momento acconsentì ma poi cambiò idea

 quando vide che mio nonno appoggiava la mano destra sulla

 sua per farla scrivere.

Certo, oggi questa cosa fa solo ridere, ma stiamo parlando degli

 

anni “20”, quando la morale imponeva alle donne di seguire rigide

 regole di comportamento, purtroppo all’epoca due persone che

si amavano non potevano neanche guardarsi negli occhi con il

risultato che alla fine il desiderio di amarsi diventava cosi

prorompente da far perdere a volte anche il lume della ragione.

           Eh si, perché dopo cinque anni di fidanzamento mia nonna

si sposò perché era incinta! “Ma come?” dissi a mia nonna   

“e tu eri così severa in queste cose, come hai fatto a cedere cosi?”

 e lei,  con quel sorriso tipico della donna che ha tanto vissuto

 e tanto amato, mi rispose: “Cara nipote mia, se tu prendi un

albero robusto e per cinque anni gli dai tanti colpi di accetta,

un colpo oggi … un colpo domani  … prima o poi … l’albero cade!”

 La saggezza di mia nonna erano i suoi proverbi, ne aveva sempre

 

uno per ogni occasione, mi ricordo che da piccola non badavo 

alle cose che diceva, ma oggi mi vengono in mente tutti i suoi

 proverbi e mi stupisco del fatto che sono sempre così attuali.

E’ vero,  cambiano i tempi, cambiano le stagioni ma i

desideri e i sentimenti degli uomini non cambiano mai!

       Spesso mia nonna si rivelava un personaggio scomodo

per chi voleva prendere il sopravvento su di lei, soprattutto

detestava la cattiva educazione. Un avvenimento in particolare

 rivela il tipo di donna che era mia nonna, mi raccontarono

 che  fu costretta ad affrontare un processo perché era

stata denunciata da sua “Eccellenza” il  Dottore del paese.

All’epoca i dottori scarseggiavano, e se ce n’era qualcuno in

paese era trattato con tutti gli onori. Nessuno osava mai mettersi

 contro un medico, il perché è ovvio.

Accadde che una donna aveva il figlio gravemente malato,

 

 ma essendo povera il Dottore continuava ad ignorarla, a questo

 punto la donna, conoscendo il coraggio e la generosità di mia

 nonna, si rivolse a lei per avere aiuto. Immediatamente mia nonna

 prese in braccio il bambino e lo portò a casa del medico. Il medico

appena vide mia nonna con quel bambino imprecò contro di lei,

dicendole anche una parolaccia. Apriti Sesamo!!

Non l’avesse mai fatto! Mia nonna si dimenticò che il medico

 

era una “Eccellenza” ,  con il bambino tra le braccia prese uno

degli  zoccoli di legno che aveva ai piedi e con un colpo alla testa

lasciò il Dottore steso per terra e con la testa sanguinante!

In breve tempo la notizia si sparse in tutto il paese, il medico

 

la denunciò e dopo un po’ mia nonna si trovò in tribunale a

difendersi. Pur avendo molti testimoni nessuno volle rischiare

di mettersi contro il Dottore, ma mia nonna con la sua sagacia,

riuscì  benissimo a difendersi da sola. Si racconta che il Giudice,

dopo aver ascoltato il Dottore si rivolse a mia nonna dicendo:

“ Ma come? E lei a sua Eccellenza si rivolge con lo zoccolo?”

mia nonna rispose: “ Appunto perché è una Eccellenza non

doveva trattarmi in quel modo, tanto più che sono una donna.

Lui a me si è rivolto con una cattiva parola ed io mi sono rivolta

 a lui con lo zoccolo!” In aula tutti i presenti ridevano tranne il

Giudice e il Dottore. Alla fine mia nonna vinse la causa!

La vita di mia nonna è stata difficile ma anche interessante,

 

se fosse ancora viva ne avrebbe di cose da raccontare,

mio nonno l’ha sempre amata anche se aveva un brutto

carattere. Si racconta che prima di morire mio nonno le

 disse: “Si, mi hai fatto tribolare, ma hai sempre avuto il

cuore buono, sei sempre stata generosa!”

   

 

 

 

 
 
 
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