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Messaggi del 25/01/2018

 

Chiamami col tuo nome

Post n°14236 pubblicato il 25 Gennaio 2018 da Ladridicinema
 

Chiamami col tuo nome è un film di genere drammatico, sentimentale del 2017, diretto da Luca Guadagnino, con Armie Hammer e Timothée Chalamet. Uscita al cinema il 25 gennaio 2018. Durata 130 minuti. Distribuito da Warner Bros..

Chiamami col tuo nome ora in programmazione in 1 Sale Trova Cinema 
Attualmente in anteprime. USCITA: 25 gennaio 2018
Poster

Chiamami col tuo nome, il nuovo film di Luca Guadagnino basato sul famoso romanzo di André Aciman, è una struggente storia d'amore e amicizia, sullo sfondo della bassa padana durante la calda estate del 1983. Nonostante la sua giovane età, il diciassettenne americano Elio Perlman (Timothée Chalamet), si dimostra un musicista colto e sensibile, più maturo e preparato dei suoi coetanei. Passando, infatti, il suo tempo a trascrivere e suonare musica classica, leggere, e flirtare con la sua amica Marzia (Esther Garrel). 
Figlio di un eminente professore universitario (Michael Stuhlbarg) specializzato nella cultura greco-romana che ogni anno ospita uno studente straniero impegnato nella stesura della tesi di post dottorato, Elio attende nella villa XVII secolo di famiglia l'arrivo di un nuovo allievo di suo padre. A risalire il vialetto per trascorrere le vacanze estive nella tenuta Perlman è il giovane Oliver (Armie Hammer) un ventiquattrenne statunitense bello e affascinante. I suoi modi disinvolti colpiscono immediatamente l'adolescente impacciato, che comincia ad affacciarsi all'amore. Gli incontri tra i due giovani sono permeati da un'intensità unica e palpabile: tra lunghe passeggiate, nuotate e discussioni, nel corso di un'estate che cambierà per sempre le loro vite, nasce tra loro un desiderio travolgente e irrefrenabile.


Il regista Luca Guadagnino si sposta dalla provincia piemontese di Io sono l'amore a quella lombarda raccontata in Chiamami col tuo nome. Basato su una sceneggiatura di James Ivory, inizialmente in predicato di occuparsi anche della regia, è l'adattamento di un romanzo di André Aciman uscito dieci anni fa. 
Animo nomade, Guadagnino è nato a Palermo, da padre siciliano e madre algerina, e ha vissuto i primi anni della sua vita, fino all'inizio della scuola, in Etiopia. Questa abitudine alla coesistenza di culture e lingue diverse, molto presente in Chiamami col tuo nome, lo avvicina proprio a Aciman, nato nel 1951 ad Alessandria d'Egitto in una famiglia di ebrei sefarditi, una delle comunità Mutamassirun (di stranieri) dell'allora cosmopolita città egiziana, come tali impossibilitati a ottenere la cittadinanza egiziana. In casa parlavano francese, oltre a italiano, greco, arabo e il ladino, dialetto spagnolo parlato dagli ebrei sefarditi, da non confondere con il ladino delle nostre Dolomiti. Il giovane André, che pensava erroneamente di essere cittadino della République, frequentò scuole britanniche, mentre si trasferì con la famiglia a Roma per sfuggire alla tensione fra Nasser e Israele, nel 1964, ottenendo la cittadinanza italiana. 

Guadagnino è molto vicino a Tilda Swinton, fin dalla sua opera prima del 1999, The Protagonists, in cui è la narratrice del film; nel 2002 ha diretto un documentario su di lei, The Love Factory, mentre sono tornati spesso a collaborare, circostanza che ha aperto al regista la via per i recenti progetti internazionali. Io sono l’amore nel 2009 fu accolto con entusiasmo negli Stati Uniti (meno in Italia), ottenendo una nomination all’Oscar per i costumi di Antonella Cannarozzi e una ai Golden Globe Awards per il miglior film straniero. A Bigger Splash, presentato in concorso a Venezia, è stato girato nel 2015 con la musa Tilda Swinton protagonista, accanto a Ralph Fiennes, Matthias Schoenaerts e Dakota Johnson, girato in inglese, ma con un'ambientazione italiana, questa volta l'isola di Pantelleria. Chiamami col tuo nome è invece stato girato con un budget limitato, senza attori di grande richiamo, passando per Sundance, Berlinale e Toronto Film Festival. Subito amato dalla critica, che in qualche caso ha addirittura gridato al capolavoro, è fra i film più apprezzati finora nella stagione dei premi, con tre nomination ai Golden Globe, quattro ai BAFTA. Unanime è stato il trionfo personale, oltre che di Armie Hammer, del giovane e ora non più sconosciuto Timothée Chalamet, che interpreta il diciassettene protagonista che viene iniziato ai piaceri romantici e del sesso durante una calda estate. Nato e cresciuto a Manhattan, è perfettamente bilingue: il padre è francese, mentre la madre è americana. Qualcuno particolarmente attento può ricordare di averlo visto in Homeland e in Interstellar (nei panni del personaggio di Casey Affleck da ragazzo), mentre lo vedremo in questo 2018 in ruoli di contorno in due film importanti: Hostiles di Scott Cooper e Lady Bird di Greta Gerwig. 

Armie Hammer si è fatto conoscere nel duplice ruolo dei gemelli Winklevoss in The Social Network di David Fincher. Ora il riconoscimento anche personale per il film di Guadagnino, suggello a una carriera non lunga, ma già solida. 

Mentre il romanzo è ambientato sulla riviera ligurela versione cinematografica è stata spostata negli anni 80 a Crema, dove Guadagnino risiede, non lontano da dove venne girato Novecento di Bernardo Bertolucci. 
Il direttore della fotografia è il thailandese Sayombhu Mukdeeprom, collaboratore di Apichatpong Weerasethakul nel film vincitore della Palma d’oro a Cannes Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti. Walter Fasano è il montatore di questo, come di tutti i cinque lungometraggi diretti da Luca Guadagnino.

 

 

Il regista Luca Guadagnino sul suo nuovo film Chiamami col tuo nome:

Mi piace pensare che Chiamami col tuo nome chiuda una trilogia di film sul desiderio, con Io sono l'amore e A Bigger Splash. 
Mentre nei precedenti il desiderio spingeva al possesso, al rimpianto, al disprezzo, al bisogno di liberazione, in Chiamami col tuo nome abbiamo voluto esplorare l'idillio della giovinezza. Elio, Oliver e Marzia sono irretiti in quella splendida confusione che una volta Truman Capote ha descritto affermando "l'amore, non avendo una mappa, non conosce confini". 
Chiamami col tuo nome è anche il mio omaggio ai padri della mia vita: il mio vero padre e i miei padri cinematografici: Renoir, Rivette, Rohmer, Bertolucci...

 

 

Dal Trailer Ufficiale del Film Chiamami col tuo nome:

Oliver (Armie Hammer): E tu che fai qui? 
Elio Perlman (Timothée Chalamet): Leggo libri, trascrivo musica, faccio il bagno al fiume, esco la sera... 
Oliver: Divertente! Ok, a dopo! 

Elio Perlman: Vedrete che ci dirà addio così, quando arriverà il momento: "a dopo!" 

Lyle Perlman (Michael Stuhlbarg): Muscoli sodi. Non c'è un corpo dritto in queste statue, sono tutti curvi; a volte impossibilmente curvi e così indifferenti, da questo nasce la loro ambiguità senza tempo, come se ti sfidassero a desiderarli 

Oliver: Esiste qualcosa che non sai? 
Elio Perlman: Sapessi quanto poco so delle cose importanti... 
Oliver: Quali sono le cose importanti? 
Elio Perlman: Lo sai quali sono... 
Oliver: Stai dicendo quello che penso? 
Elio Perlman: Non dovevo dire niente! 
Oliver: Fa finta che non l'hai detto 

Lyle Perlman: La natura ha metodi ingegnosi per scovare il nostro punto debole 

Oliver: Chiamami col tuo nome e io ti chiamerò col mio

 

 

La musica del film:

Oltre a una raccolta di brani di diversi musicisti moderni e classici come John Adams, Ryuichi Sakamoto, Satie, Ravel e Bach, per la colonna sonora di Chiamami col tuo nome, il regista Luca Guadagnino si è rivolto anche a Sufjan Stevens, il cantautore e musicista statunitense la cui musica è caratterizzata dall'utilizzo di strumenti e cori tradizionali e da arrangiamenti che fondono diversi generi quali il folk, il jazz lo swing, per creare una canzone particolare per il film.

 

Di lui il regista ha detto:

Un artista di cui ho una grande ammirazione è Sufjan. La sua voce è fantastica e angelica, e i suoi testi sono così pungenti, profondi e pieni di dolore e di bellezza. La musica è insolente. Tutti questi elementi erano quelli che immaginavo per il film

Dop aver letto il romanzo di André Aciman e parlato a lungo con Guadagnino, Stevens ha deciso di comporre ben due canzoni originali per il film: "Mystery of Love" (che accompagna il viaggio in pullman di Elio e Oliver verso la cascata) e "Visions of Gideon" (per i titoli di coda). Nel film è presente una terza canzone di Sufjan, si tratta di "Futile Devices", tratta dall'album "The Age of Adz" del 2010, riarrangiata per l'occasione. 

A completare la colonna sonora del film sono state selezionati molti brani di musica pop italiana degli anni 80, l'epoca in cui è ambientato il film.

 

  • PRODUZIONE: Frenesy Film, La Cinéfacture, RT Features, Water's End Productions

 
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Made in Italy

Post n°14235 pubblicato il 25 Gennaio 2018 da Ladridicinema
 

 è un film di genere drammatico del 2018, diretto da Luciano Ligabue, con Stefano Accorsi e Kasia Smutniak. Uscita al cinema il 25 gennaio 2018. Durata 104 minuti. Distribuito da Medusa Film.

Poster
TRAMA MADE IN ITALY:

Terzo film da regista del cantante e musicista Luciano LigabueMade in Italy è ispirato all'omonimo concept album uscito nel novembre del 2016. Stefano Accorsi è il protagonista Riko, un uomo di specchiate virtù e comprovata sfortuna: incastrato in un lavoro che non ha scelto, a malapena in grado di mantenere la casa di famiglia. Può contare però su un variegato gruppo di amici, su una moglie che, tra alti e bassi, ama da sempre, e un figlio ambizioso che frequenta l'università. Nonostante questo, Riko è un uomo arrabbiato, pieno di risentimento verso una società scandita da colpi di coda e false partenze. Quando le uniche certezze che possiede si sgretolano davanti ai suoi occhi, all'uomo non resta che reagire, prendere in mano il suo presente e ricominciare, in un modo o nell'altro.


Il 12 giugno 2017 Luciano Ligabue annuncia sulla propria pagina Facebook l'uscita del suo terzo film da regista dopo Radiofreccia (1998) e Da zero a dieci (2002), pubblicando la prima foto dal set insieme a Stefano Accorsi e Kasia SmutniakMade in Italy, ispirato all'omonimo concept album uscito il 18 novembre 2016 per Zoo Aperto, arriva al cinema il 25 gennaio, prodotto da Fandango e distribuito da Medusa. 

Il 2017 è stato un anno travagliato per il cantautore di Correggio. A soli due mesi dall'apertura del tour "Made in Italy - Palasport 2017", tenutasi il 14 febbraio al Pal'Art Hotel di Arcireale (CT), è stato costretto a rinviare le 34 date rimanenti a causa di un edema alle corde vocali. La malattia gli è stata diagnosticata in seguito al concerto del 14 marzo al Forum di Assago (MI), durante il quale si è accorto di cantare con affanno e di essere quasi afono dopo solamente 3-4 pezzi. Il tour è ripartito finalmente il 4 settembre all'RDS Stadium di Rimini, e da allora Ligabue sta recuperando tutto il tempo perso. La rivicita più grande l'ha avuta con la doppia data al Forum di Assago, dove è tornato come si torna sul luogo del delitto - spiega il cantante -, affiancato da una band di otto elementi e accolto da un palazzetto pieno. 

Questa pausa forzata si è rivelata fruttuosa per il rocker romagnolo. Durante quei mesi ha infatti portato avanti il lavoro per Made in Italy e l'8 novembre ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video messaggio in cui annuncia, sullo sfondo della sua amata Correggio, l'uscita imminente del film. Nel frattempo ha avuto modo di rinnovare anche il format dei concerti del tour: in seguito all'interruzione non ha più eseguito l'album per intero, preferendo intervallare i pezzi nuovi ai vecchi successi e ai cavalli di battaglia. Ma la vera novità è stata quella di sovrapporre alle canzoni immagini e clip del film, proiettandole alle proprie spalle. Non più semplici concerti ma esperienze audiovisive, che trasportano gli spettatori nella vita di Riko, protagonista del film e alter ego di Ligabue. 

Non a caso Riko è il diminutivo di Riccardo, secondo nome di Ligabue, che in un'intervista spiega: "Ho cercato di capire se questo Riko facesse parte della vita che avrei vissuto nel caso non avessi fatto questo mestiere oppure se si trattasse di un alter ego o di una parte di me". Si riscontra anche nel film quell'intento comunicativo che pervadeva l'album omonimo, un desiderio di rivolgersi a chiunque, di creare un'opera in cui tutti si potessero riconoscere. I personaggi sono persone semplici, che fanno i conti con il loro tempo e cercano di vivere in modo dignitoso. Eroe quotidiano in piena crisi esistenziale, Riko è un uomo arrabbiato, pieno di risentimento verso una società scandita da colpi di coda e false partenze, frustrato da un amore altalenante, che punta il dito con veemenza contro gli altri. Ma nel film, come nei testi dell'album, non c'è spazio per la rabbia, che presto lascia il posto a una presa di coscienza e alla consapevolezza di dover maturare per trovare il un posto nel mondo e riprendere il controllo della propria vita. È anche un film colmo di speranza, in cui Ligabue ha dichiarato più volte di credere fermamente, proprio come Riko, che preferisce pagare il prezzo di una disillusione piuttosto che smettere di credere nella possibilità di una vita migliore.

Made in Italy è dunque figlio dell'urgenza espressiva che ha sempre caratterizzato la carriera di Ligabue, tanto che nel 2004 è stato insignito della laurea honoris causa dall'Università di Teramo in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Per l'occasione ha infatti tenuto una lectio magistralis dal titolo "Il tempo dell'emozione" per spiegare ciò che significa secondo lui comunicare attraverso musica, scrittura e cinema. Oltre alla carriera musicale, infatti, Ligabue ha ottenuto numerosi riconoscimenti anche in campo cinematografico. In particolare Radiofreccia, il suo primo lungometraggio, è entrato nell'archivio cinematografico permanente del MoMA di New York, nel 2009 era tra i cinque componenti della giuria, presieduta da Ang Lee, della 66esima Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia e nel 2010 gli sono stati conferiti sia il Premio Truffaut del Giffoni Film Festival, sia il Premio De Sica dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

 

Dal Trailer Ufficiale del Film Made in Italy

Riko (Stefano Accorsi): Sono lì da, da una vita con una specie di preservativo in testa a insaccare carne di porco e mi dico "io son quello lì?" 

Riko: Non voglio che te lo fai andare bene! È un attimo farsi andare bene tutto! 

Riko: M? Come matador? O come minchia tanta? 
Sara (Kasia Smutniak): Non azzardarti a guardare nel mio telefonino 
Riko: Era lì, era lui che guardava me... 
Sara: Non farlo mai più! 

Riko: Sara c'ha un altro 
Carnevale (Fausto Maria Sciarappa): Anche te c'hai un'altra...da quant'è che dici che non ne puoi più di lei?! Si può sapere cosa vuoi? 
Riko: Cosa voglio?! 
Carnevale: Ascolta...cambia città, lavoro, famiglia, ma soprattutto, per favore, cambia te, invece di aspettare il cambiamento 

Carnevale: Cosa ci andiamo a fare lì sotto, Riko? 
Riko: Qualche cosa va fatto!

 

 
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