Amina Narimi
con la fragilità che io immagino degli angeli quando spostano tra i fiori un buio d'aria
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Post n°939 pubblicato il 01 Gennaio 2014 da claudia.sogno
Ho messo al muro la notte e il calendario nuovo dalla parte di Swann, poco sopra dove faccio colazione, la carta patinata di gennaio ancora nascosto. Ho comprato il vischio nei sacchettini con il nastro colorato, ne ho comprati tre, uno per me e mammet, l’altro per mio padre domani, e questo è ”per te”, avrà cura dell’assenza per sempre.
Col muso spinto in avanti ai piedi tamburi fanfare nei passi, amina è andata a vedere la piena, io ripeto- narimi- minuscola donna inzuppata di bosco- rimani con l’occhio che brilla sul dorso dove l’anima tende una lenza al branzino che guizza pieno d’argento. per ore e ore. ti dico: possiamo essere ovunque con gli occhi che tingono il vino con lanterne rosse di carta porteremo dei sassolini lasceremo gli auguri cadere fin là… c’è un suono che striscia sul muro dove sfugge alla regola un filo che sale e rilascia sostanza -cos’ha da suonare- gli chiedo cercando la forma alla mano come mille orchestre d’uccelli -è la notte, vuole fare la seta sui letti portando la luce dove il sogno ha già buio- stringo forte la vista metto dentro parole non so fare altrimenti per fermare il lamento che “ti dice” qui accanto dove hai saputo arrivare raggiungendo il cuore col suono prima ancora del nero la carta prima ancora del nero la carta sto col ventre ritratto nel sogno per raccogliere tutta la pioggia, una scatola di cerini, e una mamma morbida Sognare è certezza d’esistere, e stare con le braccia tutte aperte a disegnare un luogo con l’aria, con un salto in braccio, da una piccola rincorsa, raggiungere ogni viso fin dove cresce questa pianta umana che rotola, aman aman, come una stoffa ebraica nella pancia uscendo in profondità al lamento del fiato, claudicante. Sei una pozza di luce impregnata di colore dove il destino mi ha fatto immergere le mani è pieno di spazi il tuo dentro da potersi toccare le vertebre, e ancora dove mi fai scappar lo star male, colpendo ai fianchi la notte, con un sorriso, scaturisci qualcosa che si diffonde, un nido negli occhi del canto, dove si sporge del buono, staccando la verità, e noi possiamo soltanto amare Dalla parte di Swann, a casa della zia Lèonie, nella stanza ho girato il Nuovo Anno aman aman
Žute dunje Fu l’amore fra due giovani S’ammalò Fatma la bella La cotogna andò a cercare Tornò alfine con la mela
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