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Comunytation2.0

Dimmi e dimenticherò, mostrami e forse ricorderò, coinvolgimi e comprenderò ; Confucio

 

Scuola di Formazione Ipsoa

Post n°100 pubblicato il 14 Marzo 2009 da comunytation2.0

 

L'offerta formativa della Scuola di Formazione Ipsoa comprende alcuni Master full-time rivolti a neolaureati in discipline economico-statistiche, giuridiche, umanistiche e politico-sociali e numerosi Master di specializzazione con formula weekend pensati per coloro che intendono conciliare l’esigenza formativa e di aggiornamento con l’attività professionale per fornire un apprendimento integrato e concreto.

Master Marketing Management

Master full-time
maggio 2009,
Milano

Un percorso di specializzazione ed approfondimento post lauream per chi intende acquisire conoscenze specifiche in tema di marketing e imparare ad utilizzarne in maniera efficace ed immediata gli strumenti operativi per inserirsi nelle direzioni marketing, comunicazione e vendite di aziende nazionali e multinazionali, nelle società di consulenza e nelle agenzie di comunicazione.

Il Master si svolge in formula full-time dal 4 maggio 2008 e si sviluppa nell’arco di 5 mesi d’aula + 3/6 mesi di stage garantito a tutti i partecipanti. Le lezioni si terranno dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 13.00 e dalle ore 14.00 alle 17.30.

I MODULI

Mercati e azienda
Gli "economics" per il marketing
Ricerche di marketing
Marketing strategico
Marketing operativo
Marketing internazionale
Comunicazione
Digital marketing
Controllo delle performance

Direttore Scientifico
Walter G. Scott, Professore Ordinario di "Marketing" presso l’Università Cattolica di Milano fino al 2002; successivamente è stato Docente di "Marketing" e di "Economia e gestione dell’impresa" presso l’Università Vita – Salute San Raffaele.
Stage garantito: il network consolidato

La presenza nel mercato della formazione da oltre trent’anni e l’appartenenza della Scuola di Formazione Ipsoa a un gruppo multinazionale hanno consentito di sviluppare nel tempo un’ampia rete di relazioni con prestigiose realtà aziendali e di collocare in stage, nelle passate edizioni del Master, il 100% degli iscritti.
Ai partecipanti sarà garantito uno stage presso direzioni marketing, comunicazione e vendite di aziende nazionali e multinazionali, società di consulenza in ambito marketing e comunicazione, centri media, agenzie di pubblicità, comunicazione, relazioni pubbliche.
La quota comprende il materiale didattico, il corso di inglese e il corso di informatica.

BORSA DI STUDIO
Sono a disposizione borse di studio per GIOVANI LAUREATI , borse di studio DI MERITO e borse di studio REGIONALI. Per informazioni consulta la brochure o contatta la Segreteria Organizzativa.
L’ammissione al Master è subordinata al superamento delle prove di selezione, per inviare la documentazione necessaria e conoscere la data, l’orario e la sede dei colloqui di selezione, consulta il sito internet.

 

Per maggiori informazioni
Segreteria Organizzativa

Tel. 02/82476.428
Fax. 02/82476.037
Mail: masterazienda.ipsoa@wki.it
http://www.ipsoa.it/master



 
Scarica la brochure allegata (file .pdf 677 Kb)

Master Marketing Management
 
 
 

Marketing Community, Area Marketing

Post n°99 pubblicato il 14 Marzo 2009 da comunytation2.0

 

La Marketing Community, Area Marketing - SDA Bocconi School of Management, è costituita da tutti coloro che, partecipando a un corso di SDA Bocconi nel campo del Marketing, hanno avuto modo di conoscerne la Faculty e intendono mantenere uno stretto legame con essa. L'obiettivo principale è garantire occasioni di contatto e di sviluppo di competenze a favore dei propri Member.

Key Account Management - La gestione dei clienti chiave

Corso
30-31 marzo 1-2 aprile 2009,
Milano

Fornire, attraverso un mix equilibrato di teoria e di pratica manageriale, una visione analitica, pianificatoria ed operativa della moderna gestione della clientela strategica


Il profilo dei partecipanti

Direttori commerciali, sales manager, key account manager, global e
national account manager, trade & marketing manager e in generale i manager delle aree/funzioni aziendali che beneficiano direttamente di una migliore comprensione dei processi di key account management.

I contenuti didattici

  • Il ruolo strategico degli approcci di key account management per lo sviluppo strategico del business aziendale
  • Le competenze critiche del key account manager
  • L’analisi dei criteri e degli strumenti per l’identificazione e selezione dei key account
  • L’analisi del valore per il cliente alla ricerca del vantaggio differenziale e competitivo
  • La criticità dei sistemi informativi a supporto dei processi di key account management
  • La gestione del key account team e delle relazioni negoziali interne (in azienda) ed esterne (sul cliente)
  • Lo sviluppo e la pianificazione delle azioni sul cliente chiave: l’account planning

Durata
4 giorni

Primavera: 30-31 marzo 1-2 aprile 2009
Autunno: dal 9 al 12 novembre 2009

Coordinamento
Marco Aurelio Sisti
marco.sisti@sdabocconi.it

Quota di partecipazione
€ 2.800,00 + IVA



 



 
 
 

Edilportale Marketing Awards 2009

Post n°98 pubblicato il 14 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

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Tre anni fa nasceva il riconoscimento per l’eccellenza nel marketing e nella comunicazione pubblicitaria dell’edilizia e dell’architettura. Quest’anno sono state ben 14 - dalla carta stampata al settore radio-televisivo - le categorie premiate durante la serata svoltasi nella suggestiva cornice del Jazz Club ‘Blue Note’ di Milano. Presentata dai comici Paniate & Santonastaso, ospite Maurizio Crozza, ha visto la partecipazione di oltre 400 persone tra responsabili marketing e direttori generali delle aziende candidate e leader del settore, oltreché giurati e rappresentanti delle associazioni. Due nuovi riconoscimenti per sponsorship sportive e uffici stampa, e l’associazione Adico tra i patrocinanti l’evento.

Le aziende che hanno concorso sono state: imprese di costruzioni, case editrici del settore tecnico, società di engineering, agenzie marketing, uffici stampa, gruppi immobiliari e real estate, società di servizi a supporto dell’edilizia, produttori/distributori di prodotti e materiali, imprese di costruzioni e specializzate. Tra i settori industriali più rappresentati: materiali da cantiere, prodotti per l'isolamento termico ed acustico, porte e finestre, facciate e coperture di edifici, ceramiche pavimenti e rivestimenti, laterizi etc.. A quali è stato riconosciuto il merito di avere saputo realizzare campagne di comunicazione creative ed innovative?
Ecco l’elenco dei vincitori:

  • Migliore campagna su carta stampata
    VIMAR - campagna pubblicitaria “By-Me”
  • Migliore campagna TV/Radio
    TV: DITEC - Spot e telepromozioni Ditec sulle reti Mediaset
    RADIO: FASSA - Spot radiofonici "BioArchitettura, Colore, Cappotto e Risanamento"
  • Migliore campagna web
    VELUX Italia - Campagna web "Motore solare Velux"
  • Migliore sito web
     ROCKWOOL ITALIA - sito aziendale www.rockwool.it
  • Migliore documentazione tecnica
    SAINT-GOBAIN ISOVER - Manuali "Naturalmente ISOLATO" su Acustica in edilizia
  • Migliore organizzazione di evento
    FISCHER ITALIA - Constructa 2008 REgeneration, nuova vita a spazi e costruzioni
  • Migliore sponsorizzazione sportiva
    BIGMAT - Sponsor ufficiale nazionale italiana di calcio
    RIELLO - Stand “Città Riello Group” ad MCE-Expocomfort 2008
  • Migliore magazine aziendale
    HOPPE- House Organ "HOPPE INFORMA"
  • Prodotto dell’Anno Edilportale
    SCHÜCO INTERNATIONAL ITALIA  - Facciate e coperture sinergiche
  • Agenzia Stampa dell’anno (exequo)
    STUDIO ROSCIO - Ufficio Stampa Grohe, Gobbetto, Portarredo, Roda, Ceramiche Keope, FAP Ceramiche, Scavolini
    WEBER SHANDWICK DESIGN - Ufficio Stampa Bticino, Buderus, Faram, Teuco, Osram, Lea Ceramiche
  • Ufficio Stampa Aziendale dell'anno
    Ufficio stampa aziendale PERI
  • Agenzia pubblicitaria dell’anno
    DNArt - campagna pubblicitaria per Arched, Ambrotecno, Consorzio Cortexa, Basf, Maxitalia
  • Ufficio Marketing dell’anno
    Ufficio marketing CERAMICHE REFIN -candidato per il miglior stand, sito web, evento, campagna web


Tra le menzioni, quella attribuita all’originale Festival del Manovale, tenutosi a Calvisano (BS). Raduno nazionale dedicato al settore edile italiano, organizzato da Comated Edilizia Spa, vede susseguirsi: giochi a squadre per i manovali con relativa assegnazione dell’ambito premio Cazzuola D’oro; il motoraduno; l’intrattenimento per i bambini; le degustazioni gastronomiche gratuite ed il concorso di bellezza serale.

Il settore dell’edilizia e dell’architettura riserva sempre più sorprese, e scopre le potenzialità del settore del marketing, sia online che offline, come mai accaduto negli anni passati.


Deborah Baldasarre

Per visualizzare il video dell'evento, clicca qui!

 
 
 

Manager: ho la stoffa?

30/9/2008

“Se vogliamo sviluppare le nostre competenze manageriali, non possiamo contentarci di guardare nello specchietto retrovisivo: non basta studiare l’operato delle imprese e dei managers di successo; si deve anche anticipare il futuro e i prevedibili cambiamenti e mettere le aziende con tutto il loro personale in condizione di affrontare con successo i nuovi compiti che le attendono” G.Morgan (professore di administration studies alla York University)

Questa frase che apre “Riding the Waves of change: Developing Managerial Competiencies for a Turbolent Word” del 1998, è emblematica di una domanda che da un ventennio attraversa il mondo delle organizzazioni ed in particolare i managers o coloro che aspirano a diventarlo. Quali sono le competenze manageriali necessarie per gestire le organizzazioni oggi? Esiste un “set di competenze manageriali “universali” o quanto meno trasversali a tutte le organizzazioni?”
Tutti gli approcci al tema della managerialità evidenziano un graduale tramonto del mito del “manager tutto di un pezzo”; al suo posto si sta sempre di più profilando un manager autorevole piuttosto che autoritario, dotato di intelligenza emotiva, capace di elaborare le contraddizioni, di dirigere coinvolgendo, di creare un clima empowering, di attraversare la complessità con uno sguardo al futuro. Ne emerge che l’efficacia del manager viene sempre di più associata ad un sistema complesso di capacità personali, sociali, organizzative. Queste sono spesso chiamate “competenze trasversali” proprio per intendere la loro “universalità”, anche se devono poi essere declinate tenendo conto delle politiche, della cultura, dei valori esistenti nello specifico contesto organizzativo in cui il manager opera.
Da un lato occorre comprendere profondamente la propria organizzazione, all’altro lato occorre una notevole consapevolezza, una grande capacità critica per autovalutare capacità difficilmente misurabili in modo oggettivo
. Quali sono i nostri punti forti e quali le aree da potenziare? Intanto è possibile? E poi da dove cominciare?

AVVIO DELL’ANALISI
Si parte da: curiosità, disponibilità a mettersi in gioco, capacità di riconoscere i propri limiti, ma anche di valorizzare le proprie risorse, accompagnati da determinazione e costanza. Ci siamo? Bene, allora da dove cominciare: in primo luogo si tratta di cogliere tutte le opportunità che l’azienda offre per conoscersi meglio.
Tutte le aziende hanno proprie politiche del personale; sono dichiarate spesso al momento dell’assunzione, sono contenute nelle procedure, enunciate a volte nelle carte valori o nelle politiche della qualità, sono dimostrate nelle azioni quotidiane del management. Alcune di queste hanno una particolare rilevanza informativa per lo sviluppo e la crescita professionale.

La valutazione delle prestazioni: misura i risultati ottenuti a fronte di specifici obiettivi assegnati. Permette di valutare il livello di “maturità professionale” del collaboratore; sempre più spesso non si limita a misurare il “cosa” (che si traduce in obiettivi quantitativi assegnati/perseguiti”), ma anche il “come”, ovvero i comportamenti messi in atto per raggiungere la prestazione. In molte griglie di valutazione, generalmente dopo la descrizione degli obiettivi quantitativi, sono indicati e descritti i comportamenti auspicati (le competenze trasversali sopra citate). Può trattarsi di collaborazione, integrazione, flessibilità, capacità di coordinamento/guida, attenzione al cliente, ecc. L’elenco varia a seconda dell’azienda e del ruolo del valutato, ma è un’informazione preziosa per comprendere su quali comportamenti si orienta l’azienda. Spesso temiamo la valutazione e altrettanto spesso la “incassiamo” passivamente, sia essa positiva o negativa; molto più utile al contrario un atteggiamento esplorativo: cerchiamo di capire il feedback che ci viene dato, cerchiamo di fare domande per approfondire sia le criticità che gli aspetti da consolidare. In questo modo sarà possibile trarre vantaggi immediati per migliorare la prestazione attuale ed informazioni per comprendere come orientarci nel futuro.
La valutazione del potenziale: è un po’ meno diffusa e di solito viene attuata nei confronti di giovani neo inseriti (i potenziali talenti per l’appunto) o comunque quando si aprono percorsi di carriera verticale. La valutazione del potenziale è finalizzata a valutare attitudini, capacità ancora non espresse ma necessarie per la nuova posizione o la maggiore responsabilità. Nelle piccole/medie imprese non è una prassi molto consolidata e spesso è affidata al capo diretto che indicherà le persone più promettenti basandosi sulle prestazioni ottenute nel passato (poco predittive rispetto al potenziale da sviluppare) e – inevitabilmente – sul proprio intuito personale. Dal punto di vista della riflessione che stiamo sviluppando, gli elementi informativi rischiano di essere di scarsa utilità, tuttavia può essere opportuno cercare di comprendere quali capacità sono necessarie per quel ruolo e - se non siete tra i prescelti – osservare le capacità espresse dai neopromossi e da chi già ricopre quel ruolo.
In molte aziende la valutazione del potenziale viene affidata ad esperti esterni ai quali viene descritto il profilo di ruolo atteso e i comportamenti che l’azienda giudica di successo per quel ruolo. Al termine del processo vengono stesi dei profili che sono messi a disposizione dell’azienda e del capo diretto. Benché auspicabile e fortemente consigliato, non sempre viene coinvolto nel feedback anche il valutato. Quando questo avviene è una grande opportunità per avere informazioni ricche, non solo per il proprio sviluppo in quell’azienda, ma anche, più in generale, per il proprio progetto professionale.
Oltre ai momenti valutativi, è opportuno non sottovalutare le offerte formative dell’azienda. Normalmente si tende a considerare utile ed interessante tutta la formazione relativa ai contenuti professionali del lavoro; non è raro considerare con un po’ di diffidenza e superficialità la formazione “comportamentale”; spesso sembra banale: perché partecipare a corsi sulla comunicazione? Chi non sa comunicare? A che serve il lavoro di gruppo se tendenzialmente si lavora da soli? Chi non sa come trattare con il cliente.
Un’ultima riflessione – ma non ultima per importanza – merita lo scenario in cui l’azienda si muove, le sfide che deve affrontare. E’ in fase di espansione? A quali mercati si rivolge? Sta cambiando qualcosa nel suo ambiente di riferimento? (clienti, concorrenza, vincoli/opportunità legislativi, ecc.) Occorre aumentare la propensione al rischio? Sviluppare l’approccio commerciale? Innovare? Non esitiamo a fare domande, a leggere le riviste di settore, a documentarci. Tutto serve per capire se c’è e quale è il delta tra competenze possedute e competenze necessarie.

COME FARE AUTODIAGNOSI
Non esiste nulla di tutto ciò? Ci stiamo preparando ad affrontare un nuovo impiego e non abbiamo alcuna informazione che ci orienti? In questo caso ecco un set di capacità, tra quelle considerate oggi strategiche per i manager del futuro.
Tra le capacità cooperative e di integrazione organizzativa (necessarie per la gestione di relazioni sociali ed organizzative nell'ambito di gruppi di lavoro, funzioni / unità organizzative, situazioni di cooperazione interfunzionale e per il coordinamento di processi lavorativi e organizzativi di carattere funzionale ed interfunzionale) spiccano:
Gestione e partecipazione a gruppi di lavoro (teamwork): partecipare al raggiungimento dei risultati attesi, integrando le proprie competenze con quelle di altre persone o coordinando le attività del gruppo.
Leadership: orientare i comportamenti altrui verso il risultato da conseguire, aggregando consenso.
Gestione del conflitto e negoziazione: valutare e gestire efficacemente le possibili situazioni di divergenza o contrasto, promuovendo soluzioni che soddisfino le rispettive esigenze.
Flessibilità: adeguare i propri comportamenti a situazioni diverse, interagendo con i propri interlocutori e confrontando le proprie idee.

Tra le capacità di innovazione (necessarie per mantenere vivo il know how aziendale, innovare e sviluppare processi, prodotto e servizi) hanno grande rilevanza:
Problem solving: valutare i vari aspetti dei problemi, individuarne le cause e le soluzioni più idonee.
Visione di insieme: gestire le situazioni, individuando le correlazioni fra variabili diverse e comprendendo il sistema di relazioni interne o esterne alla propria organizzazione.
Iniziativa: attivarsi prima che la situazione lo richieda, cogliendo le opportunità che si presentano e gestendo gli eventuali problemi, anche al di là dell’ambito specifico del proprio ruolo.

Tra le capacità organizzative e di sviluppo (richieste per contribuire all’organizzazione e allo sviluppo del business, in termini di comprensione e anticipazione della domanda e di relazione con il mercato):
Orientamento al risultato: perseguire i risultati attesi realizzando le attività previste con il miglior impiego possibile di tempo, mezzi e altre risorse disponibili
Orientamento al cliente (interno/esterno): recepire i bisogni dei clienti esterni e/o interni ed operare per soddisfarne le esigenze, consolidando un rapporto di collaborazione
Pianificazione: definire, programmare e monitorare le attività da svolgere, coerentemente con gli obiettivi da raggiungere, il contesto di riferimento e le risorse disponibili (tempo, denaro, mezzi, persone, …).
Sensibilità economica: sensibilità all’impatto sui costi della propria attività e abitudine a valutare la stessa in base a dati quantitativi e indicatori di costi/benefici

La breve descrizione che accompagna ogni item vuole essere un primo aiuto per autovalutarsi. Non è tuttavia sufficiente perché, come già sottolineato all’inizio, la nostra autopercezione è limitata dal naturale bisogno di conferma, dalle nostre credenze, dal punto di osservazione esclusivamente interno, dal nostro personalissimo e soggettivo modo di vedere il mondo.
E’ possibile aumentare la consapevolezza e la conoscenza di sé cercando il feedback delle persone con cui viviamo e lavoriamo, ricordandoci però di chiedere un feedback descrittivo sui comportamenti che mettiamo in campo (e non un giudizio sulla persona). In altre parole “cosa e come ho fatto” non “come sono”. Ricordiamoci anche che il feedback si accetta (eventualmente si deciderà se utilizzarlo oppure no).

Comunque affrontiate il vostro percorso, sfruttando le opportunità che offre la vostra azienda, cercando di costruirlo da soli o con il supporto di strutture pubbliche o private specializzate, consideratelo un entusiasmante viaggio di scoperta: solo così potrete trarne il massimo vantaggio, divertendovi anche di fronte a qualche insuccesso e godendo di ogni risultato.

Annunciata Maccarana

annunciata.maccarana@fastwebnet.it

 
 
 

Percorso sul catalizzatore del successo organizzativo

Post n°96 pubblicato il 13 Marzo 2009 da comunytation2.0

Tracciare la descrizione dei singoli compiti che deve svolgere un ruolo non è difficile: è un elenco delle cose da farsi. Le job description sono proprio impostate così.

Altra cosa è invece la COMPETENZA, che è il comportamento inteso come la capacità (1) di attitudine al lavoro, (2)del grado di conoscenza di "quel" lavoro e (3)dei compiti da svolgere. Il RISULTATO della Competenza è la PERFORMANCE sul lavoro.Sembra una banalità ma Sviluppare il modello di competenza è il primo indispensabile tassello della gestione delle Risorse Umane.

Vi è differenza fondamentale tra la descrizione di un lavoro e la competenza nel ricoprirlo:
la descrizione infatti espone COSA bisogna fare mentre la competenza rivela COME lo si debba fare.
La competenza studia come sia possibile fare BENE un lavoro e dunque si basa tantissimo sul comportamento.
Quali sono gli standard per l'eccellenza?
Quali quelli per il successo?

Fonte Manager.it

 
 
 

Libri - Loyalty marketing

Post n°95 pubblicato il 12 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

Oggi l'impresa crea valore passando dall'ottica della "singola transazione" orientata a generare vendite nel breve periodo - all'ottica di "relazione", focalizzata a un rapporto di condivisione e scambio nel più lungo periodo. La creazione di valore avviene in tre ambiti, documentati nel libro: nel rapporto tra impresa e consumatore finale; nella collaborazione tra industria e distribuzione per attività di marketing integrate; nei rapporti tra imprese e settori diversi con il crescente numero di fenomeni di partnership e coalizioni.

Destinato ai manager di aziende industriali, commerciali e di servizi il libro permette di valutare le opportunità offerte dallo sviluppo di relazioni durature e di adottare strumenti operativi efficaci.

 
 
 

12 tecniche di rilevamento del comportamento dei clienti

Post n°94 pubblicato il 12 Marzo 2009 da comunytation2.0



campanelli d'allarme, diagnosi, prognosi e ottimizzazioni (a cura di Antonio Tresca)


"Customer-Centrico" è il concetto-fulcro che guida l'attività di tutte le aziende. Non potrebbe essere altrimenti visto che, se non si ottiene il favore della clientela, è difficile sopravvivere in qualsiasi tipo di mercato.
Ma in che misura le aziende sono orientate in tal senso?

Di quanto viene approfondito questo nesso tra azienda e cliente?

Siamo senz'altro di fronte ad una varietà infinita e, sicuramente in alcuni mercati più di altri (vedi il retail ad esempio), è "vitale" scavare questi segreti (preziosi come tartufi) che sono meno evidenti rispetto ad altri settori.
Ma questo, non dovrebbe essere in fondo il comportamento di TUTTE le aziende? Un Basic insomma?

Antonio Tresca lavora da sempre come detective attento dei comportamenti della clientela e, grazie alla sua esperienza, ha pubblicato sul suo sito (www.belowthebiz.com) un concreto percorso di avvicinamento alle tecniche, ai campanelli d'allarme, alle diagnosi e prognosi, alle ottimizzazioni che saltano fuori da osservazioni dinamiche dei comportamenti dei clienti. Dinamiche perché, quando la cartina tornasole dei rilevamenti evidenzia dei fenomeni precisi, allora, dopo avervi posto rimedio, si continua a monitorare per vedere se si sia veramente risolto quanto riscontrato.

Qui sotto troverete, focalizzato in diverse tendine, il lavoro pubblicato da Antonio Tresca: siamo sicuri che non mancherà di sorprendervi e interessarvi, roba da.. Manager


.poo{display:none;} Studiare il comportamento del cliente... Life Time Value del cliente: trend, non valore assoluto La Relazione con il cliente: azione - reazione - feedback Qual è il ritorno per ogni euro speso in campagne di marketing? La Customer Base è un asset Stimare il valore del cliente Clienti "recenti"? = Clienti ad alto potenziale Le 3 fasi del customer marketing Customer Life-Cycle e defezione Progettare una campagna in 7 passi Calcolare il ROI di una campagna Cosa succede ai clienti test e controllo dopo la fine della promozione?

 
 
 

ITALIAN POPAI AWARD 2009

Post n°93 pubblicato il 11 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

 

In data 11 - 12 - 13 Marzo 2009, presso Fiera Milano City (Padiglione 3), si terrà l'ITALIAN POPAI AWARD 2009
(già POP AWARD), ideato ed organizzato da POPAI ITALIA in collaborazione con POPAI FRANCE.

Rivolto ai produttori di materiale POP, alle agenzie di progettazione e di creatività ed alle aziende utenti committenti, l'ITALIAN POPAI AWARD 2009 si presenta come il più prestigioso riconoscimento delle eccellenze
nell'arte del POP e del retail marketing.
Partecipare vi permetterà di promuovere il vostro know-how tra i decision-makers del mercato e tra i buyers, di aumentare il vostro impatto di marketing tra i vostri consumatori, di comunicare in modo diverso, nonchè di incontrare l'intero settore in una sola occasione!

NON MANCATE ALL'APPUNTAMENTO!

Se desiderate ulteriori informazioni per potervi iscrivere e partecipare,
contattateci all'indirizzo account.executive@popai.it

Scarica l'allegato in pdf
 
 
 

MVV? Come rinforzarli, effettuare cambiamenti positivi con 5 poteri da condividere

Post n°91 pubblicato il 11 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

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Ogni azienda che si rispetti ha ormai capito che Missione-Visione-Valori costruiscono il canovaccio su cui tessere le relazioni e il coinvolgimento dei dipendenti.

Per Missione intendiamo la ragione che sostiene il nostro esistere nel mercato, il cosa siamo qui a fare e perché.
Per Visione descriviamo il dove vogliamo andare, è il risultato a tendere, l'obiettivo che perseguiamo con costanza.
I Valori sono gli ideali che accompagnano il nostro operato, l'etica su cui appoggiamo le azioni che rendono Missione e Visione realizzabili.

In 4 puntate Marina Fabiano ( che risponde a tutti con il suo Coaching online ) ci spiegherà come rinforzare i MVV, come effettuare cambiamenti positivi, l'importanza del potere condiviso e i 5 tipi di potere per guidare il lavoro degli altri

 


.poo{display:none;} Missione - Visione - Valori:
 Come rinforzarli?
 Missione - Visione - Valori:
 Come effettuare cambiamenti positivi
 Missione - Visione - Valori:
 L'importanza del potere condiviso
 
 
 

Come coinvolgere i donatori in tempi di recessione economica

Post n°90 pubblicato il 11 Marzo 2009 da comunytation2.0

 

Festival del Fundraising

Come si comportano i donatori in tempo di crisi?
Quali fattori determinano le loro scelte?
Cosa devono fare le organizzazioni nonprofit?

Massimo Coen Cagli, Guy Mallabone e Franco Vannini ne parleranno al prossimo Festival del Fundraising. Durante la sessione verranno anche presentati i risultati dell’ultima ricerca dell’Istituto delle Donazioni in merito ai comportamenti dei donatori italiani durante la crisi economica.

A ben vedere la parte “economica” della crisi, che è quella più visibile e di cui si parla spesso in questi giorni, sembra avere forti interconnessioni anche con aspetti sociali e culturali che influiscono in modo rilevante sia sulle motivazioni e il comportamento dei donatori, sia sulle strategie attraverso le quali le organizzazioni si relazionano con essi e con l’ambiente esterno.

La sessione si propone di raccogliere elementi di esperienza e riflessione del pubblico e degli esperti al fine di disegnare un quadro interpretativo che aiuti le organizzazioni ad affrontare il delicato rapporto tra fundraising e crisi in modo sistemico e non solo come risposta tattica alla minore ricchezza dei donatori.

Per permettere a tutti gli iscritti al festival di partecipare a questa iniziativa la sessione è stata organizzata al di fuori della programmazione in parallelo.Tutti potranno portare il loro contributo alla discussione!

Ecco il programma
FUNDRAISING IN TEMPO DI CRISI

Sabato 9 maggio, ore 8.00

Massimo Coen Cagli
Scuola di Fundraising, ‘un fund raising complesso per una crisi complessa’;
Franco Vannini - Istituto Italiano della Donazione, ‘la generosità batte la crisi’;
Guy Mallabone - SAIT Polytechnic, ‘la crisi e i grandi donatori’.

L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la
Scuola di Fundraising di Roma e Fund-raising.it

Perché il Festival

Perché un “Festival”, per sua stessa natura, non è un evento privato, ma aperto all’esterno, aperto a tutti.
Il Festival del Fundraising punta a coinvolgere tutti coloro che operano NEL nonprofit e PER il nonprofit, perché l’obiettivo principale è quello della condivisione delle buone pratiche e lo scambio di esperienze.

Perché un “Festival” non veicola solo contenuti, ma offre opportunità di scambio e confronto.
Il Festival del Fundraising, grazie a un approccio basato sull’interattività, è pensato come un evento che ognuno può sentire proprio non solo partecipandovi, ma contribuendovi.

Perché un “Festival” non rimane ingessato in meccanismi formali, ma crea l’ambiente adatto per l’inizio di nuove relazioni.
Il Festival del Fundraising, grazie alla presenza di numerosi momenti informali, punta a creare una rete di persone che condividono la passione per il nonprofit e per il fundraising.

A chi ci rivolgiamo

Il Festival è diretto a tutti gli operatori del nonprofit e del fundraising (siano essi retribuiti o volontari). È dunque di grande interesse per:

  • fundraiser professionisti (retribuiti e/o volontari)
  • professionisti del fundraising (retribuiti e/o volontari)
  • consulenti  e società di consulenza sul fundraising, marketing e comunicazione nonprofit
  • operatori del nonprofit
  • responsabili marketing di aziende profit
  • fornitori di servizi e prodotti per il nonprofit
  • liberi professionisti
  • professionisti in marketing e comunicazione

I target principali del Festival sono perciò le persone che operano NEL nonprofit e PER il nonprofit. Il Festival è rivolto a tutte le figure professionali del fundraising e del nonprofit, ma anche persone che si vogliono occupare di sviluppo, comunicazione, marketing, campaigning, dentro o fuori le organizzazioni nonprofit e gli enti pubblici. Il Festival può essere utile inoltre per operatori del mondo nonprofit e degli enti pubblici, professionisti del nonprofit e impiegati o dirigenti delle aziende pubbliche del mondo profit che vogliano essere in possesso di competenze riguardanti il fundraising (addetti ufficio stampa, relazioni con il nonprofit, ethic officer, ufficio coroporate social responsibility). Il Festival è inoltre il luogo adatto per dare maggiore competenze a direttori e responsabili di comunicazione e marketing, responsabili comunicazione esterna di aziende profit e nonprofit, responsabili di pubbiche relazioni per il mondo nonprofit e profit (area nonprofit).

Considerando le necessità del settore in Italia, tale scelta è giustificata da una serie di motivi:

1. “…tutte le persone che operano NEL nonprofit…” (parte I)

In Italia la cultura del fundraising è ancora a un livello embrionale. La stragrande maggioranza delle organizzazioni nonprofit non sa ancora di cosa si tratti e, se fanno fundraising, lo fanno in modo estemporaneo, non organizzato, non rispettando quel principio di sostenibilità economica e finanziaria necessario alla loro sopravvivenza. Un Festival aperto non solo ai professionisti, ma a tutti coloro che operano nel nonprofit contribuisce a diffondere finalmente anche in Italia due principi fondamentali: il primo che il fundraising è parte integrante della vita di un’organizzazione nonprofit, il secondo che il fundraising non è faccenda esclusiva del fundraiser, ma di tutta l’organizzazione.

2. “…tutte le persone che operano NEL nonprofit…” (parte II)

Il fundraiser non è un professionista solitario, ma un agente del cambiamento che coinvolge e motiva l’intera organizzazione, formata da volontari, consiglieri, direttori, che credendo nella mission dell’organizzazione attivano i propri contatti personali e si impegnano in prima persona per la sua crescita. Rivolgersi a una platea differenziata vuol dire contribuire a questo cambiamento.

3. “…tutte le persone che operano NEL nonprofit…” (parte III)

Il Festival è l’occasione concreta per formare un vero network, gettando le premesse per una mentalità di condivisione di buone pratiche che in Italia ancora non esiste. La volontà di creare un network è giustificata da una considerazione molto semplice: fare network contribuisce a far crescere l’intero settore.

4. “…e PER il nonprofit.” (parte I)

La relazione fra mondo nonprofit e profit è bidirezionale. Il mondo nonprofit è, per sua stessa essenza, interprete dei cambiamenti che avvengono nella società. Ecco allora rappresentare un’opportunità, un interlocutore affidabile del mondo profit nell’intermediazione con i suoi mercati di riferimento. Ma tale relazione non rimane un puro matrimonio di interessi, divenendo uno spazio di promozione della responsabilità sociale.

5. “…e PER il nonprofit.” (parte II)

La crescita del mondo nonprofit si accompagna a una sempre maggiore richiesta di servizi e prodotti professionali, da qui il grande interesse che con il passare del tempo il mondo profit ha iniziato a nutrire nei suoi confronti. Il Festival può divenire così un luogo dove confrontare l’offerta di prodotti e servizi per il nonprofit con le esigenze degli operatori che lavorano e credono in questo settore.

Il Festival del Fund Raising avrà luogo nella splendida cornice del Grand Hotel Terme di Castrocaro e chi parteciperà al Festival avrà diritto gratuitamente all’esclusivo trattamento benessere all’interno del Grand Hotel Terme di Castrocaro, centro d’eccellenza per la cura del corpo.

Tutti gli iscritti al Festival del Fund Raising avranno libero ingresso alle Terme tutti i giorni fino alle 23.
Il trattamento comprende: piscina termale con idromassaggio, sauna, bagno di vapore in grotta, bagno turco, idropercorso vascolare, docce emozionali.

Come raggiungere la sede del Festival

Autostrada A14
Casello di Forlì dell’autostrada Adriatica A14 (Bologna-Rimini-Ancona-Bari) poi SS67 Tosco-Romagnola fino a Terra del Sole-Castrocaro Terme.

Strade Statali
SS67 (Tosco-Romagnola) Livorno-Firenze-Castrocaro Terme-Forlì-Ravenna.
SS9 (Via Emila) Milano-Bologna-Forlì-Rimini.
SS3 bis 71-309 (Internazionale E45) Roma-Perugia-San Sepolcro-Cesena-Forlì-Ravenna-Venezia.
SS3 (Via Flaminia) Roma-Spoleto-Fano-Rimini-Forlì.

Aereo
Aeroporto di Forlì (14 Km), Aeroporto di Rimini (60 Km), Aeroporto di Bologna (70 Km).

Ferrovia
Stazione di Forlì sulla linea Bologna-Rimini-Ancona-Bari-Lecce.
Il collegamento con Castrocaro Terme è garantito da servizio pullman ATR. Per ogni altra informazione sul servizio pullman è possibile consultare il sito della ATR di Forlì.
Il Comitato Promotore

Il Comitato Promotore del Festival del Fundraising è un’associazione nonprofit formata da un gruppo di ex-studenti del Master in Fundraising che hanno deciso di contribuire al mondo del fundraising italiano con una idea nuova, almeno per l’Italia.

Il Comitato Promotore ha pensato che fosse possibile creare un luogo per conoscere e fare le esperienze di maggiore successo e le migliori tecniche di fundraising per renderle metodo e patrimonio comune, ecco perchè è nato il Festival, con le forze di un gruppo di studenti e con il supporto insostituibile dell’esperienza di Valerio Melandri, direttore del Master in Fundraising.

Ecco dunque, in breve, come è partita l’esperienza del Festival del Fundraising, che è contemporaneamente una festa, un convegno, un luogo di incontro in una cornice affascinante, un momento di formazione ed informazione, anche un soggiorno “benessere”, ma che vuole essere soprattutto un punto di partenza per una avventura insieme, la creazione di una comunità che comunica e che ha a cuore la cultura del fundraising e la sostenibilità del mondo nonprofit.

Il Comitato Promotore Festival del Fundraising è ad oggi così composto:

Valerio Melandri - Presidente

Adele Guardigli - Segretario Generale

Mauro Picciaiola - Responsabile Sponsorizzazioni

Mariassunta Abbagnara - Responsabile Relatori

Mariangela Cappiello - Responsabile Partecipanti

Elisa Ponti - Responsabile Logistica

Vittorio Manduchi - Responsabile Grafica e Marketing

Francesco Santini - Responsabile Web Content

Il Comitato Scientifico

Il Comitato Scientifico nasce per supportare il Comitato Promotore per realizzare gli obiettivi del Festival.

Le sue principali funzioni sono:
- stabilire l’offerta formativa del Festival;
- suggerire e scegliere i relatori;
- individuare i temi e le linee guida del programma;
- favorire la partecipazione all’evento da parte degli interessati.

Del Comitato Scientifico fanno parte membri che rappresentano le cinque specifiche aree di interesse del fundraising italiano. I membri rapresentano infatti:

  • Organizzazioni Nonprofit
  • Donatori
  • Scuole di formazione sul fundraising
  • Enti ed Organizzazioni che operano a supporto del nonprofit e fundraising
  • Consulenti fundraising

I membri del Comitato Scientifico operano in modo gratuito, senza vincolo di mandato delle organizzazioni a cui appartengono o per cui operano, nell’esclusivo interesse dello sviluppo del Festival del Fundraising.
Attualmente hanno accettato di fare parte del Comitato Scientifico del Festival le seguenti persone:

Area Organizzazioni nonprofit
Dott. Rossano BartoliLega del Filo d’Oro
Dott. Niccolò Contucci
Direttore Generale Associazione Italiana Ricerca sul Cancro
Dott.ssa Ludovica Lucifero
Presidente Comitato Nazionale Femminile Croce Rossa Italiana
Dott. Valerio Neri
Direttore Generale Save the Children
Dott. Pietro Spirito
Direttore Generale
Comitato Telethon Fondazione Onlus
Area Donatori
Dott. Gianfranco ArgentinBanca Popolare di Milano
Dott. Nicola CortiFondazione Umanamente
Area Scuole di formazione
Dott. Massimo Coen Cagli
Direttore Scuola di Fundraising di Roma
Dott. Marco CrescenziPresidente Asvi
Area Enti e organizzazioni di supporto
Dott. Franco Vannini
Consigliere Delegato
Istituto Italiano della Donazione
Area Consulenti
Dott. Stefano Gianini
IDMC Srl
Ing. Paolo CelliCentrale Etica
Dott.ssa Annalisa LalumeraGeneral mfc
Dott.ssa Beatrice LentatiLentati & Partners
Dott. Raffaele PicilliRaise the Wind
Dott. Luciano ZaninErgon Project

Dott.ssa Francesca ZagniPresidente Assif
Dott.ssa Maria GuidottiPortavoce Forum del Terzo Settore
Contatti

Se non hai trovato le informazioni che cercavi allora chiamaci o inviaci una email, saremo lieti di rispondere a tutte le tue domande e richieste di informazioni:

> Segreteria Generale
Adele Guardigli adele@festivaldelfundraising.it

> Partecipanti
Mariangela Cappiello mariangela@festivaldelfundraising.it

> Relatori
Mariassunta Abbagnara mariassunta@festivaldelfundraising.it

> Sponsor
Mauro Picciaiola mauro@festivaldelfundraising.it

Festival del Fundraising
Via P. Laziosi 15, 47100 Forlì
Tel. 0543 37 41 51
Fax 0543 199 05 15
info@festivaldelfundraising.it

 
 
 

Il coaching come propulsore della leadership

Post n°89 pubblicato il 10 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

Il coaching come propulsore della leadership:
uno studio fondato sull'esperienza



manager.it.jpgParto dall'assunto che leader si diventa, concetto che sostengo da sempre e che vedo spesso applicato nei risultati del coaching con i manager (donne e uomini) che frequento. La leadership è basata sui risultati, il coaching usa come trampolino di lancio la motivazione interiore, altrimenti definita "volontà". Riassumo: volere è poter diventare, e il cerchio si chiude.

Ciascuna disciplina è ben distinta dall'altra, eppure le due si integrano tra di loro e si sostengono a vicenda. Il coaching ben applicato abbatte le inespresse barriere mentali ed organizzative, slanciando verso risultati eccellenti. Una leadership ben avviata organizza le azioni tramite nuovi sforzi che proiettano verso risultati impensati, partendo dal nuovo punto di vista interiore. Da tenere in considerazione: non è che dobbiamo agire da leader sempre ed ovunque, e non è che dobbiamo applicare il coaching in ogni occasione relazionale. Il trucco risiede nell'imparare a passare dall'una all'altra forma (leadership o coaching) secondo necessità e situazioni incontrate.

Lo stato mentale che viene acceso di volta in volta rappresenta la differenza: l'azione nella leadership, l'accoglienza nel coaching. L'intreccio di entrambi i passaggi nel proprio stile di leadership crea un insieme potente, permettendo di agire in modo efficace in qualsiasi occasione, con la sua specifica particolarità, che richiede ora azione ed ora accoglienza.

Riprendiamo il bandolo della matassa: stiamo parlando di inserire la mentalità del coach (il manager allenatore) nel proprio stile di leadership, rendendolo più efficace. Una mentalità da coach ha il grandioso vantaggio di procurare al leader la capacità di scoprire la motivazione delle persone: vi pare poco?

 
 
 

Profili retributivi ICT del XXI secolo

Post n°88 pubblicato il 10 Marzo 2009 da comunytation2.0

Difficoltà a reperire profili di middle management ICT a causa della riduzione degli investimenti in formazione su figure professionali junior nel precedente periodo
 


Capacità di governance a 360°: è questa la parola d'ordine nell'ambito delle competenze ricercate nel settore dell'Information and Communication Technology dove ai manager si richiede sempre di più una professionalità poliedrica in grado di far fronte alle necessità tecnologiche dell'azienda, ma anche maggiori capacità di vision sulle evoluzioni del mercato e di gestione degli aspetti più squisitamente organizzativi e strategici.

"Il mercato italiano e quello internazionale - sottolinea Francesco Manzini, Responsabile Divisione Technology di Michael Page - già da tempo evidenziano uno slittamento della funzione It da semplice divisione di staff verso un ruolo maggiormente strategico, che si concretizza in un crescente coinvolgimento del management tecnologico, il Chief Information Officer, su tematiche business oriented. Il nuovo CIO pone "crescita" e "innovazione" sempre più come chiavi di lettura delle future scelte informatiche, racchiudendo in questi termini un progressivo ampliamento del ruolo direzionale, che prospetta l'esigenza di nuove competenze sul mercato del lavoro. Le applicazioni di business intelligence, enterprise (Erp, Scm, Crm), storage, document management, networking e le architetture service oriented (Soa) stanno infatti orientando le aziende oltre che verso una maggiore integrazione con l'esterno, anche a una interfunzionalità sempre più spinta, in molti casi esplicata con l'inserimento di figure IT all'interno delle diverse aree aziendali, su progetti temporanei o permanenti."

Tra i fenomeni registrati nell'ultimo anno e mezzo, c'è la concreta difficoltà da parte delle aziende a reperire profili di middle management (35.000 - 65.000 euro) a causa della riduzione degli investimenti in formazione su figure professionali junior che ha caratterizzato il precedente periodo. Inoltre, si evidenzia sia nel middle che nel top management una maggiore tendenza a ricercare posizioni in aziende cliente finale piuttosto che in società di consulenza che sono riconosciute tuttavia come la miglior scuola manageriale per maturare competenze a 360°. Le maggiori esigenze di governance e le più approfondite analisi di costi-benefici poi, portano le imprese a rivedere le proprie politiche di outsourcing in favore di nuove e più proficue iniziative insourcing rivolte a figure con competenze "knowledge intensive" fino a ieri demandate all'esterno e attualmente rivalutate come uno fra i più importanti fattori competitivi.

"Torna dunque alla ribalta il tema della formazione - conclude Manzini - e soprattutto si torna a investire internamente alle società per creare i manager del domani. Tra le figure professionali maggiormente richieste possiamo sicuramente indicare i Technical Architect, IP Planner Core Network, Datacenter Virtualization Architect, DB Administrator, IT Security Manager, Responsabile Networking, Programmatori .Net, Consulenti Erp".

 
 
 

Percorso sul catalizzatore del successo organizzativo

Post n°87 pubblicato il 10 Marzo 2009 da comunytation2.0
 
Tag: manager

Tracciare la descrizione dei singoli compiti che deve svolgere un ruolo non è difficile: è un elenco delle cose da farsi. Le job description sono proprio impostate così.

Altra cosa è invece la COMPETENZA, che è il comportamento inteso come la capacità (1) di attitudine al lavoro, (2)del grado di conoscenza di "quel" lavoro e (3)dei compiti da svolgere. Il RISULTATO della Competenza è la PERFORMANCE sul lavoro.Sembra una banalità ma Sviluppare il modello di competenza è il primo indispensabile tassello della gestione delle Risorse Umane.

Vi è differenza fondamentale tra la descrizione di un lavoro e la competenza nel ricoprirlo:
la descrizione infatti espone COSA bisogna fare mentre la competenza rivela COME lo si debba fare.
La competenza studia come sia possibile fare BENE un lavoro e dunque si basa tantissimo sul comportamento.
Quali sono gli standard per l'eccellenza?
Quali quelli per il successo?

Manager.it


 
 
 

Fai quel che ti pare, basta che lavori

Post n°86 pubblicato il 09 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

Le frontiere del ROWE, Results-Only Work Environment

Se la vostra funzione si svuotasse improvvisamente, i capi progetto rientrassero alle tre di notte per una riunione after-hours e la vostra segretaria vi telefonasse dalla spiaggia per confermarvi le date di un viaggio come reagireste? In Best Buy è successo, con buoni risultati.

A sentire qualunque manager, sono i risultati che contano nella valutazione dei dipendenti. Falso, hanno detto Cali Ressler and Jody Thompson, ex HR manager di Best Buy: la maggior parte dei capi premia fattori improduttivi, come il tempo trascorso in ufficio o l'abilità nelle relazioni politiche. E hanno fatto una proposta aggressiva: adottare uno stile organizzativo (ROWE, results-only work environment) in cui ognuno abbia il pieno controllo del proprio tempo. In Best Buy pare funzioni; e ha convinto i due a fondare una società di consulenza e a scrivere il libro Why work sucks and how to fix it.

Il principio del ROWE è che ognuno può fare quello che vuole, quando vuole, purché il lavoro venga svolto. Non si tratta di flessibilità regolata da un contratto nazionale o aziendale: un vero ROWE significa nessun limite alle ferie, nessun orario, nessuna riunione obbligatoria, nessuna valutazione o commento sull'utilizzo del tempo. Qualche esempio? Lo specialista di e-learning che conclude il suo lavoro mensile in due settimane e passe le altre due in giro per l'America a seguire i suoi concerti preferiti. O l'impiegato amministrativo che lavora in ufficio dalle 6 alle 10, per poi andarsene e ricollegarsi alle 20, da chissà dove.

Questo stile organizzativo favorisce, secondo i promotori, una maggiore motivazione a guardare ai risultati del lavoro, a sostenersi a vicenda, a comunicare, a pianificare e, soprattutto, a definire le job description con buon senso. Con risultati strabilianti: fedeltà aziendale aumentata del 27% e risparmi aumentati del 50% in due anni.

L'implementazione è per ora limitata ai white collar; in Best Buy si stanno domandando se si riesca a trasferirla nel punto vendita, ma non è semplice. In effetti, ammettono gli esperti, il ROWE ha molte limitazioni nell'economia dei servizi, dove alcuni ruoli richiedono, molto semplicemente, copertura. Anche nell'industria o in altri lavori strettamente sincronizzati al fattore tempo (la borsa, gli ospedali) sembra molto improbabile trasferire la stessa libertà di gestione. Ideali per l'applicazione sono invece tutti i lavori strutturati per progetto o per compiti, come la ricerca e sviluppo.

Uno degli ostacoli al funzionamento del ROWE è, nell'esperienza fatta dagli ideatori, la necessità di disporre di un capo maturo e realmente orientato al risultato. Non tutti lo sono, e questa metodologia obbliga inderogabilmente a chiarire cosa si intende per "lavoro eseguito". D'altra parte, agli impiegati queste innovazioni richiedono una grande disciplina: è facile lasciarsi prendere la mano dalla libertà di movimento e non combinare più nulla. Almeno, questo è quanto è successo in Best Buy ai 77% di maggiori licenziati per improduttività.

 
 
 

Manageritalia

Post n°85 pubblicato il 09 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

Manageritalia è la Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato che rappresenta, in Italia, oltre 33.000 manager e alte professionalità del terziario con l’obiettivo primario di tutelarli e di promuovere il loro ruolo e di contribuire - insieme alle istituzioni politiche e alle organizzazioni economiche, sociali e culturali, nazionali ed internazionali - alla crescita economica e al progresso sociale del paese.

Attraverso un sistema decisionale democraticamente eletto e rappresentativo delle sue 15 Associazioni territoriali e un sistema organizzativo volto a rendere più condivisa e partecipata la vita associativa, Manageritalia opera a livello nazionale e locale rappresentando gli associati nella stipula dei contratti collettivi, nelle vertenze collettive e nei rapporti con enti, autorità e istituzioni.

Manageritalia è l'Organizzazione di riferimento dei manager e delle alte professionalità del terziario e si rivolge a tutte quelle figure manageriali che, qualunque sia il loro rapporto contrattuale, partecipano alle scelte e alle performance aziendali, hanno responsabilità comuni e necessità professionali.

Oggi il DNA delle professioni muta e si struttura secondo modalità del tutto nuove. Si trasforma nei tempi e nei luoghi di lavoro, moltiplica le forme contrattuali atipiche o parasubordinate. Si evolve negli stili di vita professionale sempre più complessi e "fluidi". Da questa realtà emerge una forte esigenza di rappresentanza a cui Manageritalia da risposte.

L'obiettivo è continuare ad offrire tutele e servizi ai dirigenti, ma anche a tutti quei soggetti (quadri e professional) che hanno gli stessi bisogni e mancano di adeguate risposte.

Forti di questa base associativa, ci rivolgiamo autorevolmente a istituzioni e società affinchè il management del terziario conquisti l'attenzione che merita nello scenario economico e sociale del Paese.

LA VISION DI MANAGERITALIA

DIVENTARE UNA COMPONENTE SOCIALE RILEVANTE NEL PAESE, POSIZIONANDOSI COME L'ASSOCIAZIONE DI RIFERIMENTO NELLA RAPPRESENTANZA DEGLI INTERESSI COLLETTIVI, ISTITUZIONALI, SOCIALI, PROFESSIONALI E CULTURALI, NELLA TUTELA E NELL'ASSISTENZA AL MANAGEMENT E ALLE ALTE PROFESSIONALITA' DEL TERZIARIO E DEI SERVIZI

GLI OBIETTIVI VERSO GLI ASSOCIATI

  • Rappresentarli nella stipula dei contratti di lavoro collettivi
  • Fornire soluzioni diversificate di assistenza sanitaria e previdenziale
  • Stimolare la loro crescita professionale con iniziative culturali e di formazione
  • Offrire servizi, anche a livello locale, attraverso un'organizzazione qualificata sul territorio
  • Manageritalia trova la sua origine nell'Associazione nazionale dei dirigenti di aziende commerciali (Andac) costituita a Roma nel marzo del 1945 per operare nella tutela contrattuale dei dirigenti.

    Nel 1947 assume la struttura federale e la denominazione di Fendac (Federazione nazionale dirigenti aziende commerciali) e, con la firma dei primi contratti collettivi per i dirigenti di aziende commerciali (1948) e delle aziende di trasporto e spedizione (1949), viene riconosciuta ufficialmente quale unica rappresentante dei dirigenti di aziende commerciali, di spedizione e trasporto. Negli anni '60 vengono via via stipulati i primi contratti collettivi per i dirigenti d'albergo, dei magazzini generali e delle agenzie marittime.

    Una serie di tappe fondamentali scandisce l'attività della Federazione:

    Nel 1948 crea il Fondo di assistenza sanitaria Mario Besusso (Fasdac
    Nel 1957 da vita al Fondo di previdenza integrativa (Mario Negri)
    Nel 1979 negozia convenzioni assicurative vantaggiose che, nel 1998, confluiscono nel programma assicurativo contrattuale (Convenzione Antonio Pastore)
    Nel 1992 intuisce l'importanza della formazione e istituisce il Centro di Formazione Management del Terziario (Cfmt)
    Nel gennaio 2001 la Federazione avvia il processo di aggregazione delle alte professionalità, associando i Quadri del terziario.
    Nel giugno 2003, Fendac cambia il suo nome in Manageritalia, estende la rappresentanza anche ai professional e a tutte le figure direttive del terziario e si propone con un nuovo posizionamento e una nuova mission.
    Nell'ottobre 2004 Manageritalia sigla con l'UFI il primo Accordo collettivo nazionale per la disciplina del rapporto di agenzia in attività finanziarie.
    Nel novembre 2005, in occasione della 66a Assemblea federale, viene ratificata a Torino la pre-intesa per la costituzione della CONFEDERAZIONE DEL MANAGEMENT DEL TERZIARIO PRIVATO E PUBBLICO, tra Manageritalia , DIRCREDITO-FD, CONFEDIR e FE.N.DIT.

    1945 - 2005
    UNA BUSSOLA PER MUOVERSI NEL MONDO MANAGERITALIA
    Poco più di sessanta pagine per raccontare sessant’anni di storia. Manageritalia compie sessant’anni e li celebra raccogliendo in un testo utile e agile i punti cardine del suo passato, del suo presente e del suo programma futuro.
    Si tratta di uno strumento che partendo dal lontano 1945, ripercorre la storia di una Federazione nata dalla determinazione di quattordici dirigenti che dalle ceneri della seconda Guerra mondiale crearono l’Andac, l’allora Associazione Nazionale Dirigenti Aziende Commerciali.
    Molta strada da allora, molto lavoro, molto impegno, molti obiettivi raggiunti e molti, molti associati in più.
    Oggi trentamila iscritti, tra dirigenti quadri e professional, portano avanti un progetto nato sessant’anni fa con una filosofia ancora viva e attuale, che traspare in maniera evidente tra le righe di “La tua bussola in Manageritalia”, il modo scelto da Manageritalia per celebrare questo importante traguardo temporale, offrendo a tutti i suoi associati attuali e potenziali, uno strumento di cultura associativa, di informazione e utilità.
    Partendo infatti dagli albori, ovvero dall’atto costitutivo dell’Associazione, questo breve testo (consultabile e scaricabile direttamente da questa pagina) illustra le basi sulle quali poggia da sempre la filosofia della Federazione e i servizi offerti ai suoi associati.
    Affronta il contratto e sinteticamente le parti che lo compongono anche nella declinazioni dei singoli settori rappresentati (commercio, autotrasporti e spedizioni, aziende alberghiere aderenti a Federalberghi, catene alberghiere aderenti ad Aica, agenzie marittime, magazzini generali e rapporto di agenzia in attività finanziarie).
    Completano poi il testo una panoramica sui quattro Fondi contrattuali (Fasdac, Mario Negri, Associazione Antonio Pastore e Cfmt), una presentazione di Assidir srl, intermediario assicurativo di Manageritalia e una parte sull’importante e intensa attività istituzionale della Federazione.

     Vedi la brochure Bussola 2008 - Direzione Manager  Viaggio alla scoperta di Manageritalia. Tra principi ispiratori, rappresentanza, filosofia associativa e capacità di innovare.
      Sfoglia il pdf

  • UN’ORGANIZZAZIONE DEMOCRATICA
    Il Sistema decisionale di Manageritalia riflette il modello organizzativo adottato nel 2002 nel quadro di un processo di riforma mirato a rendere più condivisa e partecipata la vita associativa.
    Gli Organi federali vengono eletti, come da  Statuto, ogni quattro anni in modo da assicurare un'equilibrata rappresentatività degli interessi e delle opinioni di tutte le Associazioni territoriali costituenti la Federazione.
    Sono quindi, per compiti, ruoli e rappresentanza, il più importante strumento di democrazia interna dell’Organizzazione.

    CONGRESSO
    Ha il ruolo di definire l’indirizzo politico e strategico della Federazione e indicarne le linee programmatiche. I lavori del Congresso - indetto ogni quattro anni in concomitanza con le scadenze dei mandati conferiti agli Organi sociali ed al quale prendono parte i delegati delle 15 Associazioni territoriali costituenti Manageritalia nonché esponenti del mondo politico, economico, sociale ed istituzionale - sono preceduti dai Precongressi nelle Associazioni, cui partecipano tutti gli associati.

    ASSEMBLEA NAZIONALE
    Determina le linee guida della politica e dell’attività federale, valuta e delibera sul programma annuale ed approva il preventivo di spesa e il rendiconto consuntivo, elegge ogni quattro anni il Presidente, i Vice Presidenti, i componenti il Collegio dei Revisori dei Conti e il Collegio nazionale dei Probiviri, designa e revoca i rappresentanti della Federazione presso gli enti, società e organizzazioni ai quali Manageritalia partecipa.
    Si riunisce almeno due volte l'anno, entro il 30 giugno ed entro il 31 dicembre, ed è costituita da tutti i consiglieri delle Associazioni sindacali territoriali, ai quali vengono attribuiti voti in proporzione al numero degli iscritti all'Associazione di appartenenza.

    COMITATO DI PRESIDENZA
    È l’Organo di governo di Manageritalia e il tramite tra le Associazioni territoriali e la Federazione. E’ composto dal Presidente, dai Vice Presidenti e dai Presidenti delle Associazioni territoriali. La partecipazione alle riunioni è estesa anche, senza diritto di voto, a tutti i componenti della Giunta esecutiva.

    GIUNTA ESECUTIVA
    È l’Organo di gestione della Federazione, per la quale cura la gestione economica e finanziaria, organizza i servizi, predispone il programma, il preventivo di spesa e il rendiconto consuntivo annuali.
    Si riunisce almeno ogni due mesi ed è composta dal Presidente federale, dai Vicepresidenti federali delegati alle aree marketing, oganizzazione e servizi e dai Presidenti dei Fondi ed Enti di derivazione federale (Fondo Mario Negri, Fasdac, Cfmt, Associazione Antonio Pastore, Assidir e Manageritalia Servizi).

    PRESIDENTE
    Il Presidente ha la rappresentanza legale della Federazione, coordina i rapporti istituzionali e le relazioni sindacali, convoca il Congresso, l’Assemblea, il Comitato di Presidenza e la Giunta, sovrintende alla gestione operativa, coordina obiettivi e strategie gestionali degli enti, società e organizzazioni ai quali Manageritalia partecipa, esegue le indicazioni e le delibere degli Organi federali e le traduce in piani di attività rispondendone dell’attuazione. Nei casi di urgenza, può esercitare i poteri della Giunta esecutiva.
    La carica di Presidente è incompatibile con la presidenza di un'Associazione territoriale e non può essere ricoperta per più di due mandati consecutivi.

    VICE PRESIDENTI DI AREA
    L’Assemblea nazionale elegge nel proprio ambito il Vicepresidente responsabile dell’area marketing associativo, il Vicepresidente responsabile dell’area organizzazione e servizi. I Vicepresidenti di area agiscono in coerenza alle linee guida indicate dall’Assemblea nazionale. Si coordinano inoltre con i Vicepresidenti responsabili di area delle Associazioni territoriali.
    Restano in carica per quattro anni e non possono rivestire l'incarico per più di tre quadrienni consecutivi.

    COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI
    È l’organo di controllo finanziario e amministrativo di Manageritalia ed è costituito da tre revisori effettivi e due supplenti.

    COLLEGIO NAZIONALE DEI PROBIVIRI
    Esamina e decide sui ricorsi riguardanti gli iscritti (per fatti relativi a cariche federali ricoperte) e gli organi della Federazione. Decide in seconda istanza sui casi esaminati dai Probiviri delle Associazioni territoriali. È costituito da nove componenti effettivi e cinque supplenti.

    IL MODELLO ORGANIZZATIVO SUL TERRITORIO
    Il modello organizzativo federale nei suoi tratti essenziali si ripropone nelle 15 Associazioni territoriali le cui Assemblee deliberano sul programma, approvano il preventivo e il rendiconto consuntivo annuali ed eleggono il Consiglio direttivo che, a sua volta, designa il Presidente e i Vice Presidenti di area dell’Associazione.

    LE FONTI DI FINANZIAMENTO
    Le fonti di finanziamento della Federazione sono rappresentate da contributi associativi, erogati dalle Associazioni territoriali in rapporto al numero degli iscritti e da contributi sindacali stabiliti contrattualmente.

 
 
 

CFMT La scuola di management del terziario

Post n°84 pubblicato il 09 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

 

Il Centro di Formazione Management del Terziario inizia l'attività nel 1994, per iniziativa della Confcommercio e della Fendac (ora Manageritalia), con l'obiettivo di costituire una scuola di formazione per il proprio management. CFMT rappresenta oggi il punto di riferimento per tutti coloro che ricercano e vogliono trovare soluzioni formative di eccellenza, costruite sulle componenti manageriali tipiche del terziario.

La nostra mission è diventare una business school altamente specializzata, focalizzata sulle specifiche esigenze del settore, in grado di proporre percorsi formativi innovativi, progettati per soddisfare le esigenze dei manager e delle aziende che ne hanno voluto la nascita.

Il nostro approccio è estremamente pragmatico e caratterizzato da un forte collegamento tra la parte didattica e la pratica quotidiana in azienda, l'utilizzo delle più moderne metodologie di insegnamento e un costante orientamento all'innovazione, grazie anche alla partnership con gli istituti e i docenti più qualificati. 

Ad oggi Cfmt ha realizzato 4.100 iniziative, coinvolgendo nei suoi 11 anni di attività più di 9.600 dirigenti provenienti da 3.800 aziende per un totale di 47.900 partecipazioni.

Attività formative

Formazione alle competenze manageriali

Il progetto "Itinera" - Corsi e seminari
Una vasta gamma di corsi e seminari nelle più importanti discipline manageriali per mettere i dirigenti del terziario sempre più in grado di rispondere alle molteplici sfide di un mercato ipercompetitivo ed in continua evoluzione:
Organizzazione e strategia - Information Technology
,
Marketing e Organizzazione Forze vendita
,
Controllo di gestione e finanza
,
Gestione risorse umane
.
Un'occasione unica di scambio di esperienze e conoscenze tra manager che condividono responsabilità, ruoli e sfide.

"Accademia delle capacità manageriali" - Progetto
Una palestra di formazione mirata al potenziamento delle capacità chiave per il raggiungimento dei risultati richiesti dal ruolo manageriale. Un percorso che va dalla fase di diagnosi preliminare all’attività in aula, al counselling e al coaching individuale, alla partecipazione attiva al Club d’Eccellenza.

"SALES OVERVIEW" - Progetto
Sales Overview si propone di fornire stimoli e strumenti nuovi per accrescere le conoscenze e le competenze nella gestione di reti commerciali. Strategia e operatività, metodologie e casi guideranno il percorso didattico. Sales Overview è strutturato con la formula “blended” che prevede momenti di formazione in aula e a distanza. Il progetto si articola in tre moduli della durata di due giornate ciascuno, gli Elective ed il Sales Lab.

"Gestione e controllo delle imprese in un ambiente ipercompetitivo" - Progetto
Un progetto, destinato ad Amministraotri Delegati, ai Direttori Generali e ai Responsabili del Controllo di Gestione che si prefigge di delineare le caratteristiche strutturali e di processo del nuovo controllo di gestione e di approfondire l'utilizzo di alcuni nuovi strumenti.



Informazione e Cultura manageriale

Convegni, workshop, eventi. Momenti di incontro e dialogo con manager e studiosi italiani e stranieri, particolarmente autorevoli in specifiche discipline aziendali. Per offrire ai manager e alle aziende la possibilità di uno scambio e di un confronto permanente di idee con interlocutori qualificati.

 

Distance learning

"Corsi on line"
Un calendario di iniziative fruibili on line per sviluppare le principali competenze manageriali.

"Business English"
Una soluzione completa, flessibile ed efficace per manager interessati all’inglese commerciale.

 

Formazione alle imprese

"Formazione su misura"
Programmi di formazione manageriale focalizzati sulle necessità della singola impresa. Attraverso un rapporto di partnership molto stretto con il vertice aziendale, vengono costruiti percorsi formativi tarati sulle specifiche esigenze e sulla realtà formativa operativa e competitiva dell'azienda stessa nelle diverse aree di intervento manageriale.

"Check_Up aziendali"
Uno strumento non di sola formazione teorica ma di utilizzo pratico. Un vero e proprio diagnostico che permette la lettura e l'analisi delle caratteristiche della propria azienda in confronto al proprio mercato e ai propri concorrenti, partendo dai tre principali punti di osservazione: la competitività commerciale, il profilo economico-finanziario e di rischio, le competenze delle risorse umane.

 

Formazione per Neo-Dirigenti

"Progetto Starting"
Ideato per fornire un supporto concreto per i dirigenti del terziario di nuova nomina, è un percorso modulare per sviluppare una nuova sensibilità al ruolo ed accrescere competenze e standing professionale.

 

Formazione per il Top Management

"Executive Forum"
Un supporto alle strategie e alle decisioni manageriali. Un ciclo di incontri a cadenza annuale sulle diverse prospettive evolutive economiche, sociali e culturali per fare il punto sullo stato del futuro in merito alle più importanti questioni di interesse per le imprese del terziario. 

"Executive Master"
Un esclusivo programma di sviluppo manageriale ideato in modo specifico per il top e senior management. Focalizzato sulle competenze distintive dei manager eccellenti, fornisce una visione sistemica e per processo delle funzioni in cui si articola il sistema azienda e si caratterizza per la faculty d'eccezione bilanciata tra i più qualificati docenti, consulenti e uomini d'azienda dello scenario nazionale e internazionale. 

 

Service Management

Progettare e gestire un'azienda su misura per il cliente
Questo l'obiettivo del progetto che si articola in 5 seminari dedicati alle nuove competenze manageriali e dell'impresa che caratterizzano la gestione delle aziende di vendita e di servizi.

On line Learning: cos’è per CFMT

Nell’ottica dell’innovazione e del continuo sviluppo la soluzione E-learning del CFMT, semplicemente attraverso l’impiego di un collegamento telematico, offre la possibilità di: valorizzare e approfondire le conoscenze mediante un apprendimento continuo, attivo e di semplice accesso.

La nuova piattaforma CFMT dedicata alla Formazione a Distanza, consente di poter mettere a disposizione del manager un moderno strumento formativo che offre la possibilità di accedere ad un ambiente virtuale interamente dedicato alla formazione, gestendone tempi, luoghi e obiettivi in maniera estremamente flessibile, senza obbligare ad allontanarsi dalla propria sede: formazione “anywhere – anytime”

La formazione a distanza consente un' education interattiva perché permette di integrare l’autoformazione on line a momenti comuni di comunicazione a distanza tra docente e discenti e confronto di esperienze.

Formazione alle aziende

"Formazione su misura"
Programmi di formazione manageriale focalizzati sulle necessità della singola impresa. Attraverso un rapporto di partnership molto stretto con il vertice aziendale, per verificare esigenze ed obiettivi, vengono costruiti percorsi formativi tarati sulle specifiche esigenze e sulla realtà formativa operativa e competitiva dell'azienda stessa nelle diverse aree di intervento manageriale. 

"Check-Up aziendali"
Sono uno strumento non di sola formazione teorica ma di utilizzo pratico. Un vero e proprio diagnostico che permette la lettura e l'analisi delle caratteristiche della propria azienda in confronto al proprio mercato e ai propri concorrenti, partendo dai tre principali punti di osservazione: la competitività commerciale, il profilo economico-finanziario e di rischio, le competenze delle risorse umane. 

"Cibiesse - CFMT Business School"
Per tutti i progetti che coinvolgono non dirigenti, Cibiesse, sarà disponibile a progettare con l'azienda, in sinergia con CFMT, le soluzioni più adatte alla singola realtà.

Eventi

 

Nell’ottica di diventare centro di creazione ed erogazione costante di valore per i dirigenti e le imprese del settore, il Centro, accanto all’attività didattica, ha dato impulso ad un’attività culturale che ruota intorno a:

- convegni di alto livello con relatori di prestigio internazionale

- momenti di incontro e confronto con relatori, scelti fra studiosi, consulenti operatori economici ed istituzionali di comprovata autorevolezza

- eventi promossi dall’Osservatorio sui mutamenti in atto nell’economia terziaria.

Osservatorio


L’ Osservatorio sul Terziario è una struttura permanente creata dal CFMT che ha l’obiettivo di supportare i manager promuovendo lo sviluppo e la diffusione di una cultura dei servizi sia generale che manageriale, attraverso:

- news on line, abstract e studi e ricerche, sintesi ad hoc di informazioni derivanti da fonti eterogenee

- la costituzione di un network tra operatori, esperti e studiosi del terziario finalizzata alla comprensione e all’approfondimento delle tematiche più innovative e “di frontiera” che impatteranno sul comparto

- la promozione di ricerche ad hoc sui fenomeni di maggiore interesse, con confronti e proiezioni internazionali

- lo sviluppo di una comunità virtuale, che favorisca la circolazione di conoscenze, competenze ed esperienze eccellenti, anche attraverso la consultazione di una banca dati disponibile su internet

- l’organizzazione di eventi, all’interno dei quali dare rilievo concreto alle conoscenze e alle esperienze maturate nell’ambito dell’Osservatorio o tramite l’Osservatorio e le sue attività.

 
 
 

Il cloaking

Post n°83 pubblicato il 09 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

La definizione di cloaking (da Wikipedia):
Il cloaking è una tecnica informatica mediante la quale, grazie a particolari script, è possibile mostrare ai motori di ricerca un contenuto differente da quello che realmente il sito propone agli utenti, consentendo così al sito stesso di ottenere migliori posizionamenti all’interno delle SERP.

Io vorrei rivedere la definizione dicendo che più genericamente il cloaking è “mostrare contenuti diversi ad utenti diversi, in base a parametri di qualsiasi tipo (geografico, tecnologico, o altro)”.

Come si fa cloaking?:
Tramite linguaggi di scripting lato server (PHP, ASP, ecc…) siamo in grado di ricavare alcuni parametri del visitatore (provenienza geografica, browser utilizzato, sistema operativo possibilità di usare javascript, …) e in base a questi valori inviamo un contenuto diverso al loro browser. Quindi potenzialmente potremmo servire un contenuto diverso per ogni persona del mondo che visita il nostro sito.

Non ho mai avuto voglia di provare a fare un test sul cloaking, perché credo che nella maggior parte dei casi sia una pratica scorretta o borderline, comunque so per certo che ci sono due modi di fare cloaking (tanto per citare una pubblicità in TV): farlo bene e farlo male.

Quando è fatto bene?:
Quando dà valore aggiunto al nostro sito, ad esempio se vogliamo servire all’utente una determinata lingua in base alla localizzazione del suo IP, o un link diverso in base al sistema operativo su cui gira il browser del visitatore, oppure mille altri motivi. Però c’è sempre il rischio che i motori di ricerca rilevino il tentativo e ci penalizzino. Quindi è bene limitare il cloaking a piccole parti delle pagine, e non fare pagine completamente diverse.

Quando è fatto male?:
Se, come dice Wikipedia, lo scopo del cloaking è fare vedere una cosa ai motori ed un altra ai visitatori, è estremamente scorretto. La tecnica, secondo me, è da considerare black hat (quindi “politicamente scorretta”) perché, anche lo facciamo a fin di bene, significa che non siamo sufficientemente bravi da posizionare il nostro sito in  maniera classica (e quindi meritocratica), ma dobbiamo prendere delle scorciatoie. Inoltre, nessuno può dirci con certezza che Google (o altri motori) non usi dei bot “mascherati” da normali visitatori e quindi potrebbe essere in grado di rilevare facilmente il nostro tentativo e…. Bye bye prima pagina!

 
 
 

Employer Branding - L' Employment Web Site

Post n°82 pubblicato il 09 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

Lo sviluppo dell’employment web site gioca un ruolo importante e decisivo nel rendere efficace una strategia di employer branding.

Internet è ormai diventato uno strumento che consente di avere, con maggiore rapidità, una enorme visibilità verso l’esterno.

Tuttavia non basta avere una sezione informativa che spieghi sinteticamente chi è l’azienda e quali profili si stia cercando. Ma è necessario una vera e propria strategia di sviluppo che tenga conto di alcune regole ben precise.
La prima regola da rispettare è la posizione del link di accesso alla pagina “job opportunities” o, molto più usato, “careers”.
Esso deve essere facilmente individuabile dal candidato. Per questo motivo è necessario che il link sia posizionato sull’home page e non in una pagina interna.

Seconda regola. Le pagine web della sezione “careers” devono essere facilmente comprensibili. Questo dipenderà dalle seguenti caratteristiche: testo, links e titoli delle pagine devono avere lo stesso stile (stessi fonts, medesima misura del corpo del testo, stessa posizione degli items)

Terza regola. Nelle pagine web dedicate al lavoro deve essere chiaro ed evidente il rispetto da parte dell’azienda delle norme sulla privacy e la sicurezza de dati personali quale condizione essenziale per gestire il processo di selezione dei candidati.

Quarta regola. Uso del link “email a friend” in ogni pagina del proprio employment web site.
In questo modo si mette in moto un meccanismo che consente di generare traffico a vantaggio della promozione del sito web.

Quinta regola. Il candidato deve poter accedere agevolmente alle pagine in cui sono pubblicate le offerte di lavoro (job posting). Non sempre questo avviene anzi sono molti i casi in cui al candidato viene prima richiesto di registrarsi sul sito dell’azienda.

Sesta regola. Un efficace employment web site se vuole attrarre i candidati migliori deve necessariamente contenere informazioni sulla cultura e suoi principali valori aziendali.

Queste semplici regole permettono, all’azienda, di aumentare la propria attrattività nei confronti dei potenziali candidati in cerca di lavoro ed, al candidato, la possibilità di costruirsi, nella propria mente, una prima immagine di quello che sarà il suo futuro ambiente di lavoro e di iniziare a vivere una prima employer brand experience, anche se solo virtuale, che lo accompagnerà durante il suo inserimento in azienda.

Per chi desidera esprimere opinioni sull’argomento è possibile collegarsi al Blog: Recruiting Leaders Forum.

Per chi è interessato ad approfondire i temi del Corporate Recruiting è in uscita un libro interamente dedicato a tali argomenti dal titolo: "Corporate Recruiting. Employer branding e nuove tendenze”.

Eugenio Amendola

Articolo tratto da Monster.it

 

 
 
 

La CSR nella gestione e selezione del Personale

Post n°81 pubblicato il 09 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

La CSR nella gestione e selezione del Personale

In che modo si può e si deve essere etici nel processo di selezione e gestione delle risorse umane? Quali elementi di Corporate Social Responsibility vanno assolutamente rispettati in fase di recruiting? Solo nella selezione dei manager o anche nella ricerca di tutto il personale? Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Truglia, presidente di Manageritalia Lombardia, che della materia è sicuramente un grande esperto essendo stato per vent’anni e fino a pochi mesi fa direttore Risorse Umane di Metro Italia, cui era approdato dopo aver svolto importanti incarichi manageriali in aziende leader, nazionali e internazionali, quali Gillette e Rinascente.

“Lavorare nelle risorse umane e nell'organizzazione assume oggi un rilievo sempre maggiore in quanto sono cambiati alcuni riferimenti e se ne creano di nuovi che non sempre sono noti a tutti gli attori che operano nel processo produttivo”, spiega Truglia. “Il ruolo dei manager e non solo dei manager che operano nelle risorse umane deve essere quello di promuovere e valorizzare il contributo di tutti i collaboratori al fine di sostenere la crescita economica e il progresso prima dell'azienda e dopo del sistema paese. I comportamenti quotidiani devono ispirarsi a principi etici non solo nei primi contatti di ricerca di nuovi collaboratori ma in tutti i passaggi successivi relativi alla formazione, allo sviluppo e alla guida assicurando criteri di oggettività, competenza e professionalità. Nessuna discriminazione in base a età, sesso, razza, religione, appartenenze politiche o sindacali. Non è una facoltà essere etici ma bisogna esserlo nelle risorse umane e non solo ma in tutta l'organizzazione ponendosi l'obiettivo di raccomandare comportamenti che valorizzino la reputazione e il prestigio delle risorse aziendali nel loro complesso sia nel breve sia nel lungo periodo; contestualmente vanno scoraggiate quelle iniziative che hanno la possibilità di ledere e danneggiare la rispettabilità delle persone e dell'azienda”.

“Il manager non è l'esecutore di decisioni altrui”, fa notare l’esperto, “ma un professionista che opera con autonomia, consapevolezza e responsabilità guidato sempre da una bussola etica che lo aiuta nello scegliere la retta via verso l'azienda, verso il mercato, verso la società civile e in particolare verso i collaboratori. Il manager riconosce il valore delle risorse umane e l’importanza di condizioni di lavoro sicure e rispettose della dignità individuale, impegnandosi a offrire a tutti i collaboratori opportunità di crescita e di sviluppo delle proprie potenzialità, consapevole che in questa maniera si persegue un interesse comune. Inoltre garantendo un ambiente di lavoro adeguato da un punto di vista della sicurezza e della salute dei collaboratori nel convincimento che la prevenzione è un investimento efficace e remunerativo”.

Truglia sottolinea l’importante ruolo del manager nel promuovere tra tutto il personale una cultura della responsabilità premiando i comportamenti collaborativi delle persone e favorendo l’adozione di modelli organizzativi orientati al lavoro per processi, così da evitare inefficienze dovute alla mancata assunzione di responsabilità.

“E in fase di recruiting, il manager delle risorse umane deve ispirarsi a principi etici che in ordine prioritario sono: onestà, imparzialità, dignità umana, giustizia retributiva ed equità, lealtà, interesse generale aziendale. Ma in una logica di corporate social responsability deve inoltre tenere in debito conto costantemente le attese e le motivazioni dei principali stake holders, a cominciare dai collaboratori per passare dopo a clienti, colleghi, fornitori, azionisti e via via tutti gli altri”.

“Essere manager”, conclude Giuseppe Truglia, “non è semplicemente essere un professionista ma anche acquisire una forma mentale che lo rende consapevole che ogni decisione viene assunta in piena responsabilità e vengono valutate le implicazioni su tutti gli attori interni all’azienda ed esterni”.

Rosamaria Sarno
Articolo tratto da Monster.it

 
 
 

Impresa e cultura: una nuova frontiera della comunicazione

Post n°80 pubblicato il 08 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

Tesi di Giada Moscardini

Tesionline

Anno:Università:Relatore:
2007-08Università degli Studi di PisaTommaso Fanfani
Area:Facoltà:Corso:
Comunicazione pubblica, sociale e d'impresaEtica d'impresa
Abstract:
Cos’è la cultura d’impresa? Perché molte imprese si stanno rendendo sempre più consapevoli dell’importanza di questo concetto? Quali sono le modalità attraverso cui l’impresa comunica la propria cultura? Sono queste le principali domande a cui cerco di dare una risposta con la presente trattazione, analizzando il fatto di come sia necessario guardare oggi all’impresa come ad un sistema che non ha più come unico scopo il raggiungimento del profitto. L’azienda deve comunicare se stessa, la propria storia ed il proprio lavoro a tutta una differenziata serie di soggetti, dimostrando nel contempo la propria responsabilità verso di essi e la comprensione del ruolo sociale che riveste, al fine di ottenere legittimazione nel contesto in cui è inserita. Per attuare efficaci strategie comunicative è basilare, prima di tutto, focalizzarsi sui soggetti che mettono in moto e ricevono tale processo, in modo bidirezionale: i manager, a cui è richiesta una nuova sensibilità “imprenditoriale”, e i soggetti della comunità, che si interfacciano con l’azienda e che hanno cambiato il loro modo di acquistare e consumare, ricercando significati immateriali nei prodotti/servizi.
Nella seconda parte della tesi viene descritto uno caso esemplare di comunicazione della cultura d’impresa: l’azienda Piaggio di Pontedera ha, dal 2000, un museo ed un archivio storico che raccontano il passato dell’impresa, fornendo elementi per la comprensione del presente e spunti per il futuro. Dal 1994 è presente anche una fondazione, con lo scopo di promuovere iniziative volte a valorizzare la cultura e a rafforzare il rapporto tra impresa e territorio.

 

Introduzione

Parte Prima - Concetti fondamentali
1.1 L'impresa socialmente ''matura''
1.2 Impresa e individui: il ruolo della comunicazione
1.3 L'impresa e il mercato
1.4 La cultura d'impresa
1.5 La cultura nella strategia aziendale
1.6 Comunicare la cultura d'impresa: i progetti culturali
1.6.1 L'archivio storico
1.6.2 Il museo
1.6.3 La fondazione

Parte Seconda - Il caso Piaggio
2.1 La storia
2.2 Una company town
2.3 L'Archivio ''Antonella Bechi Piaggio''
2.4 Il Museo ''Giovanni Alberto Agnelli''
2.5 La Fondazione Piaggio
Conclusione

Bibliografia

BETTIOL M., RULLANI E., Cultura e strategia d'impresa: produrre valore mediante significati, saggio in Cultura e competitività. Per un nuovo agire imprenditoriale, Rubbettino, Catanzaro, 2003, pp. 244 - 268.

COLANINNO R., Editoriale in Quaderni della Fondazione Piaggio, I 2007, Dall'archivio alla comunicazione d'impresa, pp. 3 - 5.

FANFANI T., Economical profitability and culture: a possibile meeting in the historical archives and in the enterprise's museums, in Quaderni della Fondazione Piaggio, I 2002, Cultura Europea e Musei, pp. 102 - 131.

FANFANI T., Gli archivi d'impresa: un modo di conservazione della ''memoria'', in Quaderni della Fondazione Piaggio, II 2004, Alla scoperta
delle carte. Storia, innovazione e design nell'archivio d'impresa, pp. 13 - 27.

FANFANI T., Gli archivi d'impresa: lo stato dell'arte, in Quaderni della Fondazione Piaggio, I 2007, Dall'archivio alla comunicazione d'impresa, pp. 97 - 143.

FANFANI T., Impresa, cultura e territorio. A proposito della responsabilità sociale d'impresa, in ''Nuova Economia e Storia'', a. XII, nn. 2 - 3, pp. 21 - 35.

GRANT R.M., L'analisi strategica per le decisioni aziendali, Il Mulino, Bologna, 2007.Impresa e cultura: una nuova frontiera della comunicazione.

LUSSANA C., Le diverse identità di un archivio industriale. La Fondazione Dalmine tra impresa e territorio, globale e locale, in Quaderni della Fondazione Piaggio, I 2007, Dall'archivio alla comunicazione d'impresa, pp. 16 - 33.

PETER J.P., DONNELLY J.H., PRATESI C.A., Marketing, McGraw-Hill, Milano, 2006.

RAVASI D., Identità e memoria nei musei d'impresa, in Quaderni della Fondazione Piaggio, I 2007, Dall'archivio alla comunicazione d'impresa, pp. 9 - 15.

SACCO P.L., Prendere la cultura sul serio? Essere competitivi nell'economia post-industriale, saggio in Cultura e competitività. Per un nuovo agire imprenditoriale, Rubbettino, Catanzaro, 2003, pp. 39 - 62.

ZAVANI M., Il valore della comunicazione aziendale, Giappichelli, Torino, 2000.


OPERE CITATE

DONALDSON T., PRESTON L.E., The stakeholder theory of the corporation: concepts, evidence, and implications, Academy of Management Review, vol. 20, 1995.

FREEMAN R.E., Strategic management: a stakeholder approach, Pitman, Boston, 1984.

PORTER M., Competitive advantage, Free Press, New York, 1985; trad. it. Il vantaggio competitivo, Ed. Comunità, Milano, 1987.


SITOGRAFIA

http://www.cultureimpresa.it

http://www.feem.it

http://www.museimpresa.it

http://www.museopiaggio.it

http://www.vespaclub.it

 
 
 

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