DOMANI CAPIRAI
Gennaio 2005: un papà separato dalla figlia di 10 mesi. Con le scuse più assurde, per 84 giorni non riesce mai a vederla. Un giorno decide di scrivere la sua sofferenza, affinchè un domani la figlia possa capire quanto amore e quale dolore..
A MIA FIGLIA (MAGDI ALLAN)
Ricordo ancora l'attimo
dolcissimo e febbrile
in cui cullandoti per la prima volta
ho capito che eri la mia scelta di vita.
Ti sarò eternamente grato
perchè grazie a te ho scoperto
l'umanità e la ricchezza interiore
di cui ignoravo perfino l'esistenza.
Regalandomi i baci e i sorrisi
mi hai reso il papà più felice.
Donandomi pienamente a te
ho conquistato la gioia di vivere.
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« 16 MARZO 2008 | » |
Tutto procede abbastanza regolarmente in questo periodo che vede profilarsi all’orizzonte l’intervento di asportazione delle adenoidi e, per quanto riguarda le beghe giudiziarie, l’udienza per la precisazione delle conclusioni che avrà luogo il prossimo 30 giugno.
Oramai ti esprimi compiutamente e racconti tutto ciò che durante la vita quotidiana avviene attorno a te, e questo succede senza che tu venga “sollecitata” dall’esterno. Da te ho quindi appreso che non vai più all’asilo da ormai circa due mesi, e hai anche raccontato che la mamma lavora e che quindi passi la maggior parte del tempo con la nonna.
Sul fatto che la mamma lavorasse, non vi erano peraltro dubbi, dato che lei stessa lo ha più volte detto, rimarcando anche il fatto che tu, a suo dire, passi più tempo con me piuttosto che con lei. E questa pare essere una colpa. Una colpa mia ovviamente.
Mi chiedo se, trascorrere 36 ore (viaggi inclusi) assieme a tuo padre, a settimane alterne, possa mai essere una cosa diseducativa per te. Ma non mi pare… Questo perlomeno a giudicare dalle tue reazioni quando mi vedi e quando ci dobbiamo, purtroppo, salutare.
A fronte del certo impiego di tua madre, mi chiedo quindi per quale motivo io debba continuare a “pagare” lei che al contrario quotidianamente mi ostacola nella già faticosa opera di costruzione del rapporto tra di noi. I 200 chilometri che ci separano costituiscono già di per se un intralcio abbastanza grave. Sarebbe molto meno faticoso e stressante se ci fosse un po’ più di sensibilità e maturità; tutti ne guadagneremmo, soprattutto in serenità; te per prima ovviamente.
Senza voler confondere le questioni economiche con quelle di ordine morale, anche se ritengo che siano strettamente connesse, spero che il giudice faccia presto il suo mestiere: giustizia.
Abbiamo passato la Pasqua assieme, in particolare siamo stati per 7 giorni in Lombardia dalla famiglia della zia, dove siamo accolti come sempre molto ma molto volentieri.
Il ricongiungimento con la mamma non è stato traumatico, e questa è una piacevole costante degli ultimi tempi. Il merito va al già noto “calendarietto”.
Oggi ti ho chiamata ed eri veramente triste, ho fatto finta di nulla anche se immaginavo il perché.. Sapevo che stamani avevi la visita preoperatoria e questo comportava il primo prelievo di sangue per te. Infatti è bastata una piccola domanda e hai iniziato a raccontarmi tutto quel che era accaduto… il dottore, la siringa, il sangue nel barattolino, il cerottino… Poverina.. mi hai fatto una pena..!
In viva voce tua nonna mi ha raccontato che alla vista del sangue ti sei spaventata al punto che sei sbiancata e ti sono venuti i conati di vomito. Mi è così tornato alla mente il mio primo prelievo dove mi ricordo di aver avuto le stesse reazioni..
Meno male che non ero presente, altrimenti, altro che uomo tutto d’un pezzo…
L’intervento dovrebbe avvenire entro fine mese. Non nego di essere molto apprensivo in vista dell’operazione. Di solito sono freddo, ma in questo caso mi sento molto irrequieto. Farò in modo di non essere presente quando ti addormentano, preferisco arrivare 5 minuti dopo…