DOMANI CAPIRAI
Gennaio 2005: un papà separato dalla figlia di 10 mesi. Con le scuse più assurde, per 84 giorni non riesce mai a vederla. Un giorno decide di scrivere la sua sofferenza, affinchè un domani la figlia possa capire quanto amore e quale dolore..
A MIA FIGLIA (MAGDI ALLAN)
Ricordo ancora l'attimo
dolcissimo e febbrile
in cui cullandoti per la prima volta
ho capito che eri la mia scelta di vita.
Ti sarò eternamente grato
perchè grazie a te ho scoperto
l'umanità e la ricchezza interiore
di cui ignoravo perfino l'esistenza.
Regalandomi i baci e i sorrisi
mi hai reso il papà più felice.
Donandomi pienamente a te
ho conquistato la gioia di vivere.
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Proprio stasera mentre stavo scambiando qualche parola (in codice) con Flo, ho deciso di scrivere qualcosa, tanto per non perdere il filo.. Ieri sera sono rientrato a casa dopo la canonica settimana di vacanza sancita dalla legge. Questa volta ero venuto a prenderti a Vicenza dove ti ho anche riportata. Abbiamo infatti passato una settimana dai parenti in provincia di Milano, a Cassano d’Adda e venendo da Udine ero di strada, quindi inutile fare lo “scambio”, come al solito, a Treviso. Come sempre invece il tempo è volato pur senza fare nulla di particolare. E proprio vero che quando due persone stanno bene insieme non serve nulla, basta la vicinanza. Abbiamo passato la settimana girando per parchi acquatici, senza organizzare nulla, e credo proprio che di meglio non avresti voluto fare. In particolare consiglio, a chi ha dei bambini da fare divertire, il parco acquatico di Antegnate. Al primo ingresso mi hanno regalato un pass omaggio per te per tutta la stagione. Peccato che quest'anno non ci torneremo più.. Ogni sera, in chiusura, ho dovuto toglierti “a forza” dall’acqua e nemmeno la promessa di riportarti la mattina successiva serviva a non farti piagnucolare. Per il resto il rapporto cresce, e la distanza nulla può. Ieri sera notavo lo sguardo rassegnato, seccato e stanco di tua madre che per la verità senza neanche un minimo sforzo di finto coinvolgimento, ti osservava mentre piangevi quando io me ne stavo per andare. Sei partita in quarta chiedendomi di salire in casa perché dovevi farmi vedere i giochi e alla fine ti saresti accontentata di molto meno: “accompagnami solo fino in cima alle scale, solo davanti alla porta”. Io rispondo con le solite scuse… “è tardi… c’è la coda.. papi ha tanta strada da fare… domani lavoro…”. Dall’altra parte silenzio totale. Comprensibile, d’altronde mica posso entrare a casa e vedere i mobili sottratti da casa mia… Imbarazzante no? Come al solito prendo coscienza dei tuoi cambiamenti in maniera piuttosto brusca. I week end di “normale frequentazione” passano troppo veloci e spesso non c’è tempo per registrare i tuoi progressi. Sconvolgente sentirti dire che “questo gioco è un regalo di Udine, non lo porto dalla mamma” oppure chiedermi se un tale gioco lo puoi portare a Vicenza. Ma certo che puoi stellina! Ti ho spiegato tante volte che i giochi non sono miei, ma sono tuoi e puoi farne quel che vuoi. Sicuramente i tuoi pensieri hanno un preciso significato che vorrei conoscere o forse no, perché so che nascondono tanta sofferenza.. |
Tutto procede abbastanza regolarmente in questo periodo che vede profilarsi all’orizzonte l’intervento di asportazione delle adenoidi e, per quanto riguarda le beghe giudiziarie, l’udienza per la precisazione delle conclusioni che avrà luogo il prossimo 30 giugno. |
Dall’ultima volta che ho scritto è passato un mese. Durante questo breve periodo si è risolto un importante e difficile problema di lavoro, e la mia vita ha subito una brusca e decisiva svolta positiva. Sono molto sereno, dopo la separazione ho passato un bruttissimo periodo senza vederti e pensavo di aver toccato il fondo. Nel gennaio del 2006 invece, proprio quando stavo rialzando la testa nel faticoso tentativo di ricostruire questo splendido rapporto con te, all’improvviso mi sono ritrovato in mezzo a dei gravi problemi di lavoro. Solo a ricordare mi vengono i brividi, con le mie forze non ce l’avrei mai fatta. E’ proprio in quel momento che ho capito cosa significa avere una bella famiglia alle spalle. Ma ora voglio resettare. Adesso che vedo la luce non mi va di guardare il buio dietro a me. La mia felicità per avere superato questo momento si riflette su tutto ciò che mi circonda. Ovviamente anche tu, con la sensibilità che contraddistingue tutti i bambini, hai percepito subito il mio benessere e ti vedo più felice, più gioviale. Grazie anche allo stratagemma del calendario, nelle due ultime volte non hai pianto al momento del distacco e mi hai salutato in maniera quasi gioiosa. Questo fatto merita di essere spiegato un po’ meglio. Innanzitutto un grazie và ad una persona che mi è particolarmente vicina e che è parte integrante della mia ritrovata serenità; è lei che mi ha dato questo suggerimento… Praticamente ti ho disegnato un mini – calendario che abbraccia il week end trascorso con me, il periodo da trascorrere con la mamma fino al successivo week che trascorrerai di nuovo con me. Ti ho fatto dipingere con colori diversi i giorni passati con me e quelli da passare con la mamma. Questo ti aiuta probabilmente di focalizzare, nel momento del distacco, che nell’arco di un relativamente breve periodo, saremo di nuovo assieme. Il dare una misura al tempo che passa fa si che tu non ti senta abbandonata da me. Quando ci salutiamo, tu tieni in mano questo foglietto dove è già fissato il momento in cui ci rincontreremo. E’ una cosa importantissima per te. Lunedì, in stazione a Treviso, una delle ultime cose che ti ho raccomandato, è stata quella di ricordarti di mettere una crocetta sui quadratini dei giorni, ogni mattina quando ti svegliavi. Martedì verso ora di pranzo ti ho chiamata e la prima cosa che mi hai detto è stata: “papi io ho messo tante crocette, quando arrivi?” E’ bastata questa telefonata per garantirmi benessere psichico per tutta la settimana…. |