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Post n°58 pubblicato il 11 Luglio 2008 da eticamedia
Dalla mezzanotte del 10 è in circolazione in 21 paesi l’iPHONE3G, l’oggetto del desiderio di tutti i patiti dell’ultimo cellulare. Ma il melafonino è ben di più, visto che le funzioni relative all’immagine ed alla rete sono diventate centrali: si tratta di una vera e propria console, che con tutte le probabilità diventerà tra breve un oggetto del tutto comune nelle nostre tasche. Infatti il quotidiano più venduto d’Italia, La Repubblica, ha già preparato un servizio per gli utenti del melafonino, che parte direttamente dallo schermo e allaccia ad un giornale loro dedicato. Prontissimi a recepire e ad investire: è la chiave del successo in questo mondo in troppo rapido cambiamento. Tutto questo è davvero rivoluzionario per la modesta capacità che la mente ha di reagire senza perdere il filo del discorso. Tutti gli over 30 dicono che i bambini sono più veloci di loro, visto che videogiocano sin dalla prima età. Ei ragazzi si sentono del tutto padroni del medium: ma ciò non vuol dire che grazie a quel medium ragionino meglio di chi non l’usa. I ragazzi in rete comprano oggetti, navigano, bloggano (questo meno), fanno foto per You Tube… ma spesso lo spessore culturale di queste acquisizioni è modesto. È il frutto, dicono gli psicologi, della diminuzione di intelligenza panoramica, dovuta alla frammentazione delle informazioni cui sono soggetti i bambini. Si aggiunga a questo il discredito delle scuole, che sono costrette nella condizione di servire il cliente e quindi non possono pretendere quel che sarebbe giusto: e la frittata è fatta. Il ragazzo che prende notizie di pochi minuti come se fossero un sapere, che non corregge questo con la capacità di tenere a mente un manuale, spesso non ragiona con la compiutezza che si raggiungeva con l’educazione non elettronica. Mentre anche l’iPHONE è una meraviglia della tecnica ed un sicuro acquisto di sapere e potere; anche chi non lo acquisterà vivrà nel mondo dove tutti lo usano. Allora è l’educazione che deve cambiare: deve conoscere i media, deve adattare il proprio contenuto al mondo in cui siamo. L’iPHONE è l’oggetto simbolo di quella che si chiama cultura convergente: cioè il mondo dei media visto come un continuum, un mondo a parte, un mondo dove le interrelazioni vanno di medium in medium ed hanno già creato relazioni virtuali e nuovi modi di pensare e sentire. Non è vero che i media sono del tutto diversi uno dall’altro: hanno tutti tra loro somiglianze e parentele che li uniscono, contro il mondo della cultura tradizionale. È con questo mondo di intersezioni e superfetazioni che la cultura tradizionale e il mondo della scuola deve dialogare, per allacciare il ponte tra passato e futuro risolvere i problemi che la tecnica crea. Con l’aiuto della tecnica, si può fare.
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