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La principesa capricciosa.

Post n°26 pubblicato il 07 Giugno 2011 da lemagichefiabe
 

 

 

 

LA PRINCIPESSA CAPRICCIOSA


Tanto tanto tempo fa, in un Regno lontano lontano, viveva una principessa di nome Luce.
Luce era brutta, cattiva, antipatica e dispettosa. I capelli, rossi come una carota, erano corti, ricci e cespugliosi. Il viso, spigoloso e ricoperto da una marea di lentiggini, terminava con un mento a punta, sul quale spiccava un brutto e grosso neo nero, con tanto di pelo.
A sedici anni, la principessa non aveva ancora un fidanzato e i genitori erano disperati. Era infatti giunto il momento di accasare la figlia con un Principe di un reame vicino, ma nessuno di loro voleva sposarla.
Infatti, i Principi che l’avevano conosciuta, erano fuggiti tutti a gambe levate sia per il suo aspetto orribile, sia per il suo caratteraccio.
E così Luce, che in cuor suo accarezzava l’idea di diventare la moglie di un Principe e, più avanti, una Regina famosa e potente, divenne sempre più capricciosa, dispettosa e cattiva.
Al castello, ormai, tutti la temevano, perché lei continuamente faceva scherzi di cattivo gusto ai cortigiani che incontrava lungo gli ampi e maestosi corridoi.
Luce faceva lo sgambetto ai camerieri, che puntualmente rovesciavano a terra vassoi carichi di succulente portate, o si divertiva ad aggiungere sale a qualche pietanza, che diventava quindi immangiabile, oppure gettava lombrichi sul letto dei genitori e degli ospiti, ridendo come una pazza dinanzi alle grida di orrore e di terrore che inevitabilmente poi si alzavano, rimbombando tra le mura del castello. Un giorno Luce, dopo l’ennesima marachella, fu ripresa dal padre, il Re Gustavo, nella grande e pomposa sala del trono.
“Figlia mia, sei una ragazza cattiva e capricciosa! Così non troverai mai un marito e sarai il disonore della nostra famiglia!” - Le disse il Re, puntandole un dito contro. Luce strinse i pugni, tremò per la rabbia e scappò di corsa dal castello, precipitandosi verso il bosco che si apriva oltre l’imponente giardino.
Si fermò dopo una lunga corsa, piegandosi in due per riprendere fiato. Sapeva di essere brutta, e proprio per questo motivo era sempre arrabbiata sia con i genitori, ai quali dava la colpa per averla fatta nascere così orribile, sia con i cortigiani, che la guardavano come se si trattasse di una strega, più che della figlia del re.
Odiava tutti quanti, perché gli altri erano normali o addirittura belli. Nessuno era brutto come lei, neppure le vecchie che chiedevano l’elemosina lungo le stradine polverose del Regno.
Luce voleva sposarsi, voleva trovare un fidanzato, ma come avrebbe potuto convincere un Principe a prenderla in moglie?
Si lasciò cadere a terra, sporcando il lungo vestito azzurro e verde di fango e foglie e permise alle lacrime di solcarle le guance pallide.
Proprio in quel momento, una vivida luce dorata attirò la sua attenzione. Sopra di lei, una sfera color del sole stava scendendo rapidamente dal cielo, sfiorando le cime delle alte querce.
La Principessa si coprì gli occhi con le mani, tremando per la paura.
Un vento tiepido le accarezzò la nuca e i capelli e, allora, Luce decise di riaprire gli occhi.
“Oh!” esclamò, spalancando la bocca.
Dinanzi a lei era apparsa una fata bellissima, con lunghi capelli biondi che le scendevano diritti fino alla vita e un lucente abito argentato che brillava sotto i raggi del sole. Luce guardò poi le ali della fata, rosa e ricoperte di brillantini viola: non aveva mai visto, in tutta la sua vita, una creatura così meravigliosa.
“Ciao, io sono la Regina del bosco e sono qui per aiutarti!” - disse la Fata, sollevando dinanzi a sé una bacchetta magica dorata - “So che sei triste per via del tuo aspetto. Ma, se mi prometti che diverrai buona, gentile e generosa, farò di te la più bella principessa del mondo.”
Luce spalancò la bocca e accettò la proposta della Fata, promettendole quanto le era stato richiesto.
“Bene, allora chiudi gli occhi.”
Luce obbedì e, quando dopo pochi istanti li riaprì, urlò per lo stupore. Il suo abito era diventato viola e rosa, e brillava di tanti cristalli argentati.
La Fata le porse uno specchio e Luce iniziò a saltellare per la gioia. Era diventata davvero la più bella ragazza del reame! Ora aveva un viso perfetto, grandi occhi azzurri e lunghi capelli rossi, ricchi di boccoli ordinati.
Luce sorrise maliziosa alla sua immagine che si rifletteva nello specchio e, senza ringraziare la Fata, corse verso il Castello.
Quando il Re e la Regina la videro, piansero per la gioia e organizzarono subito una festa, durante la quale Luce sarebbe stata presentata ai Principi dei regni vicini. Luce, però, dimenticò in fretta la promessa fatta alla Regina del bosco. Continuò infatti a tormentare i cortigiani con scherzi cattivi e crudeli, e a ridere delle loro difficoltà.
Il giorno della festa, tutti i dieci Principi dei Reami accorsero per vedere la nuova e bellissima Principessa Luce. E tutti si meravigliarono della sua bellezza.
Luce, però, era annoiata e continuava a sbadigliare. Dopo aver conosciuto otto Principi, iniziò ad averne abbastanza e pensò che nessuno di loro fosse all’altezza della sua bellezza.
Quando si presentò al suo cospetto il decimo Principe, Luce sbarrò gli occhi per lo stupore. Dinanzi a lei vi era il ragazzo più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita. Vestiva con una lucente calzamaglia dorata, aveva grandi occhi verdi e brillanti capelli biondi, che gli arrivavano fino alle spalle.
Luce capì all’istante che quello sarebbe diventato il suo futuro sposo.
Il Principe, che si chiamava Filippo, la condusse per mano nel giardino e le regalò una piccola e delicata rosa rossa.
Luce gli strappò il fiore di mano, lo gettò a terra e lo calpestò con tutti e due i piedi, tenendo gli occhi chiusi per la rabbia.
“Odio le rose, sono bruttissime! E comunque odio tutti i fiori, non mi piacciono proprio! Data la mia bellezza, tu dovresti regalarmi solo collane, bracciali e gioielli preziosi!”
Il Principe si intristì e capì che non avrebbe mai potuto amare una ragazza che odiava i fiori e che pensava solo a se stessa.
Quindi se ne andò in fretta dal castello, lasciando Luce sola e triste a guardare la rosa calpestata. Il Re e la Regina, furiosi, per punizione la misero in castigo, relegandola nella sua camera.
Luce si disperò. Dentro di lei stava nascendo un sentimento nuovo, che non aveva mai scoperto prima: era innamorata follemente del Principe Filippo e avrebbe fatto di tutto per riaverlo.
Decise così di creare una corda con le lenzuola e di calarsi giù dalla finestra.
E così fece la notte seguente.
Corse in fretta verso il centro del bosco ed iniziò a chiamare la Fata a gran voce, singhiozzando disperatamente.
“Ciao Luce! Perché piangi?” - Le chiese la Fata, che era apparsa al suo fianco, immersa nella luce dorata.
“Sono stata cattiva e ho perso l’amore della mia vita.”
La Fata le accarezzò i lunghi capelli rossi. “Luce, Luce, te l’avevo detto che avresti dovuto comportati bene, ma tu non mi hai voluta ascoltare e questa, ora, è la tua punizione più grande!”
Luce scosse la testa più volte, continuando a piangere. “No, no, non posso perdere il Principe Filippo! Farò di tutto per riaverlo.
” La Fata, allora, le sollevò il viso, obbligandola a guardarla negli occhi. “Sei pronta anche a perdere la tua bellezza per lui?”
Luce fece una smorfia di disappunto, ma pensando al suo bel Principe, che amava con tutto il suo cuore, decise che avrebbe accettato qualsiasi condizione della Fata.
In men che non si dica, Luce tornò ad essere la ragazza di sempre. Brutta … forse la più brutta di tutto il Reame.
Ma era finalmente in pace con se stessa e felice, come non lo era mai stata. Ringraziò la Fata, abbracciandola, e corse a perdifiato verso il Castello. Svegliò il re e la Regina e li implorò di convocare nuovamente il Principe Filippo.
Il ragazzo arrivò a Palazzo l’indomani, ed era ancor più bello di quanto Luce lo ricordasse.
Lei gli chiese infinitamente scusa e gli raccontò quanto le era accaduto. Il Principe la guardò negli occhi e capì che era sincera e che il suo cuore era, ora, colmo di bontà.
Le nozze furono celebrate il mese successivo, con una festa così grande e imponente, che tutti i reami ne parlarono per anni ed anni.
Luce e Filippo vissero per sempre felici e contenti, con una marea di bambini.

Alla fine, ciò che conta davvero è la bellezza, quella grande e vera, che vive per sempre nei nostri cuori, e che non sfiorirà mai.

 

M.P.Black

 
 
 
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Ora vieni con me
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principessa...è tanto
che il tuo cuore aspetta un si.
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nessuno ti dirà che non si fa...
è un mondo tuo per sempre.

Il mondo è mio...
è sorprendente accanto a te...
se salgo fin lassù
poi guardo in giù
che dolce sensazione nasce in me.

C'è una sensazione dolce in te.
Ogni cosa che ho...
anche quella più bella...
no, non vale la stella
che fra poco toccherò.
Il mondo è mio...

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fra mille diamanti volerò...
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e di magia
fra stelle comete volerò...

Il mondo è tuo...
un corpo celeste sarò...
la nostra favola sarà ...
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non tornerò mai più...
mai più laggiù...

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