Creato da Antalb il 28/07/2006
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Anno giudiziario: stanchi riti di una giustizia da cambiare

Post n°2539 pubblicato il 02 Febbraio 2009 da Antalb
 

Le relazioni con cui viene inaugurato, presenti quasi al completo le massime autorità dello Stato, l’anno giudiziario, somigliano molto a epigrafi poste sopra una pietra tombale: sotto la quale giace la giustizia italiana. Nonostante i corazzieri, gli ermellini, le toghe, gli ori e i velluti, la cerimonia è dunque mesta (gli intervenuti riescono peraltro a nascondere, con facce di circostanza, il senso di vergogna che immagino li attanagli). Non è che il naufragio del diritto in quella che dovrebbe esserne la patria sia una novità del 2009. Da quando è nata la Repubblica - con un progressivo e inarrestabile aggravamento - l’universo dei tribunali è malato di lentezza, di inefficienza, di cavillosità cartacea, di rinvii, di prescrizioni.


Capita a volte che dall’Associazione nazionale magistrati si alzino patetici accenni a lodi estere per il nostro sistema giudiziario. Mirabile infatti. In tema di processo civile abbiamo il 156° posto, dopo il Gabon e poco prima di Gibuti. Tutti gli altri Paesi europei stanno nei primi cinquanta, con l’eccezione della Spagna che tuttavia si classifica cinquantaquattresima. Può darsi che il sistema piaccia abbastanza ai delinquenti e a quanti, in una causa civile, hanno torto marcio: il tempo e le procedure lavorano per loro. Gli onesti e gli innocenti sono invece disperati.


Di questo hanno dato atto venerdì il Primo presidente e il procuratore generale della Cassazione. Ma, sia detto con tutto il rispetto, di dotte diagnosi ne abbiamo avute abbastanza per riempire una biblioteca. Quel che occorre è la terapia, non un’ennesima diagnosi. Ho l’impressione che in maggioranza i magistrati mostrino maggior zelo nel difendere il loro fortilizio corporativo che nel rinnovarlo. Il bla bla bla, anche se nobile, ci ha stancati, e quando Nicola Mancino sostiene che «la riforma deve essere praticabile e condivisa» formula il solito auspicio.


Il governo una sua strategia per la ristrutturazione della giustizia ce l’ha. Non è detto che il progetto sia senza difetti. Ma la riforma, qualsiasi riforma, è urgente perché peggio di come va la giustizia italiana non potrà in nessun caso andare. Si discuta, ma in tempi brevi e senza ubriacare gli italiani di chiacchiere. E si decida, presto. Mal che vada, alla prossima inaugurazione potremo magari essere davanti all’Angola e alla Guinea.

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Commenti al Post:
cavallaro90
cavallaro90 il 02/02/09 alle 19:21 via WEB
100 EURO PER UN PDL CHE FUNZIONA Ci sembra giusto avanzare delle proposte concrete per un partito forte. Anzitutto occorre notare che la maggior parte dei problemi relativi all’organizzazione dei movimenti politici derivano dal fatto che molti aderiscono senza poi partecipare: ad esempio se la quota da versare è di 10 euro l’anno molti aderiscono. Cosa succede?Esempio:nella citta x aderiscono 100 persone. Pensate che tutti svolgano attività politica costantemente? Se va bene 10 fanno politica attiva e gli altri 90 si sono iscritti perché glielo hanno detto gli altri 10.Ed allora come risolvere il problema? Semplice:aumentare la quota d’iscrizione, esempio:100 euro l’anno. Perché non sono troppi? Siccome ci sarà una fondamentale distinzione tra iscritti e registrati, con molta probabilità registrarsi sarà gratuito. Quindi chi vorrà essere vicino al movimento senza avere responsabilità politiche potrà registrarsi, mentre chi vorrà fare politica attiva “prenderà la tessera” pagando una giusta quota a testimoniare il suo impegno.
 
 
Antalb
Antalb il 03/02/09 alle 13:51 via WEB
E' giusto che tutti contribuiscano alla costruzione del Pdl e sono contento che ci siano delle iniziative concrete. Ritengo però di dubbia utilità l'aumento a 100 euro delle tessere perché il problema di Forza Italia sono sempre stati i cosiddetti "signori delle tessere" i quali non hanno nessun problema a pagare 100 euro le tessere e quindi si metterebbero ancora più in crisi gli altri.
 
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