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Greg BIANCONERO

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Post N° 372

Post n°372 pubblicato il 04 Luglio 2008 da PlanetGate

Comincia la stagione della Juve

Oggi raduno prima di partire, domani, per Pinzolo sede del ritiro. Per vedere la nuova squadra definitiva bisogna tuttavia ancora aspettare. Non si sono sciolti i nodi sul nome del centrocampista che deve rinforzare la squadra, da Xabi Alonso ad Aquilani passando (aihmè!!) per stankovic, e nemmeno viene ventilata l'ipotesi dell'acquisto di uno o possibilmente due terzini di spessore. Non possono bastare i rientri di tre giovani interessanti come Marchisio, De Ceglie e Giovinco, perché altri tre di questi, Criscito, Palladino e Nocerino, hanno deluso e la Juventus non ha creduto in loro, mandando i primi due in comproprietà al Genoa cedendo l'altro a titolo definitivo al Palermo, così come non hanno entusiasmato certo gli arrivi di Mellberg e Knezevic. Discorso a parte per Amauri: un buon giocatore che però viene a rinforzare un reparto che l'anno scorso non aveva dato problemi. Avrebbe dovuto rappresentare la ciliegina sulla torta e invece rappresenta, almeno fino ad ora, il colpo principale del mercato bianconero
Siamo solo ai primi di luglio e il mercato dura fino a fine agosto, con relativa scadenza di presentazione per le liste Uefa, un tempo troppo lungo per indurre la Juventus a stringere i tempi ed effettuare operazioni avventate, come fece lo scorso anno con lo stesso Tiago, Almiron, Andrade.
Nella prima fase del ritiro mancheranno i nazionali reduci dall’Europeo, Chiellini, Buffon, Del Piero, Camoranesi e in più c'è da considerare che Giovinco, Marchisio e De Ceglie salteranno gran parte della preparazione perchè impegnati con la Nazionale Olimpica. E per la Juve, impegnata nei preliminari di Champions, si prospetta un inizio di stagione davvero impegnativo. La squadra, al momento, non è molto più forte rispetto a quella dello scorso anno, ma è presto per dare giudizi e occorre aspettare la fine della campagna acquisti.
Nella circostanza oggi verranno presentate anche le nuove maglie. Con le divise ufficiali della Nike si torna alle righe larghe come nelle stagioni di Capello con la differenza che la riga centrale quest’anno sarà quella nera. Anche il giallo ritorna sostituendo il rosso della scorsa stagione e integrandosi meglio con lo sponsor. I numeri e i nomi saranno ovviamente gialli e non ci sarà nessuno scudo nero sulla schiena. Le stelline tornano finalmente sul petto sopra lo stemma. Per quanto riguarda la seconda maglia si abbandonerà il blu per tornare al giallo ma di una tonalità che dovrebbe avvicinarsi all’oro, le rifiniture saranno invece nere così come i numeri.

 
 
 

Post N° 371

Post n°371 pubblicato il 30 Giugno 2008 da PlanetGate

Una difesa del Knezevic

Dopo Olof Mellberg, Claudio Ranieri avrà a disposizione anche Dario Knezevic, 26enne croato, prelevato dal Livorno con cui ha disputato le ultime due annate in Serie A. Fa parte della nazionale croata (10 presenze) con la quale ha anche preso parte ai recenti Europei in Austria e Svizzera. Un’avventura finita prima del tempo a causa di un infortunio rimediato nella gara contro la Polonia. Il giocatore croato, in prestito alla Juve per un anno con diritto di riscatto, è stato addirittura al centro di un duello di mercato con il Torino. Allo stato attuale delle cose ignoti i motivi che hanno spinto le due squadre a tale contesa e persistono, a mio avviso, forti preoccupazioni nei confronti del reparto difensivo.

 
 
 

Post N° 370

Post n°370 pubblicato il 20 Giugno 2008 da PlanetGate

Equivalenze

Il responsabile marketing di Fiat, Luca De Meo (nella foto), al convegno 'World Marketing & Sales Forum' si è così espresso: ''Fiat ha oggi un posizionamento che non ha mai avuto nella sua storia e perderlo sarebbe un peccato dopo il lavoro degli ultimi anni. Lapo Elkann è stato un fattore importante per la ritrovata simpatia del marchio Fiat assieme alle sconfitte della Juventus''.

Quindi:

Juve che perde = Fiat che guadagna

Qualcuno di voi ha ancora qualche dubbio sul fatto che i responsabili dell'operazione farsopoli si trovino oltre che a Milano e a Roma anche a Torino???
La Juve vincente di qualche anno fa viene considerata un ostacolo per gli affari di casa Fiat.

Juve troppo vincente = troppo antipatica = fa vendere poche auto.

Ma allora, se la matematica non è un'opinione, sarà vero anche l'opposto!!!!

Fiat al tracollo = Juve che vince

Quindi, cari/e Amici/che bianconeri/e, la prossima volta che dovrete cambiare auto sappiate che scegliere Fiat significa penalizzare la Juventus.



L’unica soluzione è
comprare un'auto straniera

......insieme ai tifosi bianconeri, almeno fino a quando la Juve starà in certe mani!!

 
 
 

Post N° 369

Post n°369 pubblicato il 19 Giugno 2008 da PlanetGate
 
Tag: Mercato

Non sarà il caso di pensare seriamente alla difesa?

L'unico rinforzo, se così si può definire, apportato fino ad ora al reparto che più di tutti ci ha fatto soffrire, è stato il nazionale svedese Erik Olof Mellberg (classe 1977).

Almeno per quanto visto negli Europei in corso, caratterizzati da prestazioni altalenanti del giocatore barbuto, questo "rinforzo" non credo sia in grado di farci dormire sonni tranquilli.

 
 
 

Post N° 368

Post n°368 pubblicato il 09 Giugno 2008 da PlanetGate
 
Tag: Mercato

Paolo De Ceglie
torna alla Juve

In una nota la società bianconera comunica di avere risolto a proprio favore l'accordo di partecipazione in essere con la società A.C.Siena, relativo al diritto alle prestazioni sportive del calciatore Paolo De Ceglie. Il corrispettivo per la risoluzione è stato fissato in 3,5 mln di euro, che saranno corrisposti dalla Juventus nel corso dell'esercizio 2008/2009. Contestualmente, si dice ancora nella nota della società bianconera, Juventus e Siena hanno risolto a favore di quest'ultima l'accordo di partecipazione in essere relativo al diritto alle prestazioni sportive del calciatore Andrea Rossi. Il corrispettivo per la risoluzione è stato fissato in 1 milione, pagabile in tre annualità.

 
 
 

Post N° 367

Post n°367 pubblicato il 31 Maggio 2008 da PlanetGate
 

Che attacco!

Del Piero, Trezeguet, Iaquinta e adesso Amaurì.
Dopo un tira e molla durato settimane, il brasiliano  Amaurì Carvalho De Oliveira è ufficialmente un giocatore juventino. Giocatore molto solido, 28 an­ni (li compirà il prossimo 3 giugno), è diventato grande protago­nista nel nostro campionato facendo un passo alla volta, dopo esperienze non sempre positive nel Napoli, nel Piacenza e nel Messina. Il primo importante salto di qualità arriva invece nel triennio al Chievo dal 2003 al 2006, soprattutto nella sua ultima stagione in gialloblù dove Amaurì mette a segno 11 reti in 37 pre­senze prima di approdare al Palermo, dove avrà la consacrazio­ne definitiva. Nei primi mesi in rosanero fa vedere cose straordi­narie trascinando la squadra ai primi posti, poi però il 23 dicem­bre del 2006, durante Siena-Palermo, in seguito ad uno scontro con il portiere avversario Manninger, subisce la rottura parzia­le dei legamenti crociati del ginocchio destro e finisce ko per il re­sto della stagione. Riprende a pieno ritmo solo nell’agosto dell’an­no scorso; dopo il grave infortunio, i primi mesi di campionato non sono esaltanti, poi però finisce la stagione 2007-2008 in crescen­do con 15 gol, 4 assist ed un voto medio di 6.15 nelle 34 partite disputate. Splendida complessione fisica con un ottimo rapporto peso-potenza con il suo metro e 86 cm x 83 kg, Amauri è un atle­ta molto potente in tutte le sue espressioni di gioco. Sarà interessante vederlo giocare a fianco di assi come Del Piero e Camoranesi, grazie ai quali potrà sicuramente esaltare le sue doti migliori. "La Juventus è stata la squadra che mia ha voluto più di tutte, e non poteva che essere la mia prima scelta - le prime parole di Amaurì  a Vinovo -, la trattativa è durata molto solo perchè mancavano dei dettagli, ma volevo venire qui".

Benvenuto Amaurì!

 
 
 

Post N° 366

Post n°366 pubblicato il 30 Maggio 2008 da PlanetGate
 

Un'altra barzelletta interista

''L'inter ha abusato di vicende false ed illecite che hanno gravemente offeso il mio onore e la mia reputazione". Così roberto mancini, tecnico nerazzurro esonerato ieri, ha annunciato in una dichiarazione all'Ansa di avere dato mandato al suo legale di tutelare la sua immagine "in tutti le sedi competenti".
Adesso mancini chiederà i danni all'inter. (Notizia ANSA)


Non ci sono buoni e cattivi in questa storia. Non c'è nero o bianco. E' una storia grigia, squallida, triste.
E' una storia intertriste. Una storia che, se non fosse per i contenuti, potrebbe iniziare con il più classico dei "C'era una volta", ma purtroppo non è una fiaba. Trattandosi di Inter, è una barzelletta.
Potrebbe iniziare con "Ci sono un italiano, un francese, un tedesco e un inglese", ma questa è l'Inter, non ci sono italiani.
Allora diciamo che ci sono Moratti, Filucchi, Brescia e Mancini. Nessuno dei quattro fa l'italiano delle barzellette. L'ultimo, Mancini, non è nemmeno interista, tifa per sè stesso fin da bambino, quando qualcuno gli mise in testa di essere più grande della Juventus e del calcio stesso.
Il primo, quello che al massimo arriva terzo quando le cose si fanno come si deve, è nato interista, il più interista della famiglia.
Per questo gli hanno affidato la società. "Tu sei il più interista di tutti noi, vai a giocare con il pallone", gli disse il fratello, elargendogli una barca di milioni.
Purtroppo dopo qualche tempo i milioni diventavano troppi e tutto il mondo del calcio capiva che, milioni a parte, si stava parlando del più grande interista della storia del calcio. Più interista persino di Bertoldo, un'altro di quelli delle barzellette. A quel punto gli fu messo accanto uno meno interista, o forse uno che aveva preso dall'interismo un'altra caratteristica. Dopo due anni ci fu calciopoli, discorso che mettiamo da parte in questa barzelletta, ma che non bisogna scordare per modalità operative.
Mi sto dilungando troppo. Le barzellette di solito sono brevi. Allora restano ancora due personaggi da definire. Conosco uno dei due. Sono stato nel suo negozio un paio di volte, conosco le voci che circolano sul suo conto, so cosa ha fatto in passato. Lo sanno in tanti dalle mie parti. In tanti, ma non tutti. Quello che tutti sanno è che parliamo di un interista. Interista nel cuore, più che nel cervello. Qualcosa di diverso dal Massimo Interista. Le maglie autografate in vetrina, sempre a parlare di Inter, le foto coi giocatori, le visite alla Pinetina.
Fin dai tempi di Fraizzoli era così. Parliamo di almeno 20 anni fa. Sempre stato ad Appiano Gentile.
Quando il Liverpool sconfisse il Milan in Champion's League, fuori dal suo negozio campeggiava una maglia del Liverpool, in una teca, a mo' di reliquia Mariana.
Le voci su di lui ci sono sempre state. Passato, si diceva, presente, si spettegolava. Ma questo a noi non interessa. Non ci interessa se era in grado di procurare prostitute ai calciatori, se era in grado di comprare due chili di cocaina per qualche festino, se ricettava merce rubata. Non c'entra nella barzelletta che stiamo raccontando e quindi non vogliamo saperlo. Così come non voleva saperlo chi all'Inter c'era da anni.
Dai tempi di Cipriani, di Tavaroli, non è mai interessato. Anche allora lui c'era.
Poi venne il giorno. Una cena con Mourinho a Liverpool
, prima della partita di andata di Champion's league. Un contratto da 60 milioni di euro, staff compreso, da eliminare, un contratto da 60 milioni di euro, staff compreso, da firmare. E in mezzo il nulla.
Silenzio, mentre l'uomo nero incomincia a lavorare. Sul sito dell'Inter appare nella pagina della società un collegamento alla voce 'Codice etico f.c. Internazionale'.
Potete scaricarvi il file in PDF, approvato il 22 giugno 2007 dal consiglio di amministrazione. Vincolante per qualsiasi dipendente della F.c. Internazionale.
Chi lo viola, incorre nella possibilità di essere licenziato per giusta causa.
Fine della barzelletta, anche se forse ho dimenticato qualcuno.
Ah sì: Filucchi. Si occupa di sicurezza all'Inter. Non so se è interista. So che è stato portavoce di De Gennaro e che ha molti agganci tra polizia e carabinieri. Uno che agisce nell'ombra ma non un pirla qualunque.
Ho sentito in televisione che c'era anche lui quando Moratti ha esonerato Mancini. Potete iniziare a ridere, o almeno fingete di farlo, anche se ammetto che per qualcuno la storia non fa tanto ridere.
Questo non era un articolo di giornale. In un articolo di giornale non potrei scrivere che per licenziare Mancini si è messo in piedi un nuovo scandalo ad orologeria, anche a costo di giocarsi lo scudetto. Che tutto questo mi ricorda le fughe di notizie di calciopoli. Che in fondo, ci sono sempre di mezzo loro.
Mancini una volta trovata una squadra si accontenterà di avere metà della sua liquidazione. Moratti se non vincerà qualcosa l'anno prossimo sarà linciato. Brescia attenderà lo sviluppo delle indagini, ha già capito il perchè di tutto questo casino e forse si sente meno interista. Filucchi ha fatto il suo dovere, egregiamente, e in fondo è l'unico in questa storia che dovrebbe essere elogiato, assieme un ex agente della Digos.
Noi restiamo tranquilli, sulla riva del fiume, a guardare.
C'era una volta, un giocatore che doveva essere cacciato... Ma questa è un'altra storia, che racconteremo un'altra volta.
"E' difficile trovare le parole, penso di aver dato tanto all'Inter e non meritavo un trattamento così. Così è uno schifo, non è bello. E' una vigliaccata andare ad intercettare le telefonate delle persone. Non si fa. E' illegale. Infatti c'è una causa in corso. Moratti mi ha sicuramente deluso, perché è stato lui a fare tutto quanto, però fa parte della vita". (Christian Vieri). (Riflessioni dell'Uomo Nero)


Amali, pazzi indossatori amali. Sulle note dell’indimenticabile inno degli indossatori, le notizie odierne sono queste:
Mancini ha querelato Moratti, dopo che Moratti ha usato le intercettazioni col malvivente della Pinetina per giustificare l’esonero. Ma, soprattutto, che "the special one" non vuole Ibra, giudicato un lungagnone. Invece di ricoverarlo, almeno stando ai giornali, pare che Moratti abbia deciso di accontentare Mourinho e di provare a scambiare il più forte giocatore del mondo con due buoni giocatori del Barcellona, Deco e E’too. Ma la cosa formidabile è che una delle motivazioni morattiane, sempre stando ai giornali, sarebbe "filosofica", cioè vorrebbe dimostrare al mondo – o forse solo ai soldatini con cui gioca la sera prima di addormentarsi – di saper vincere anche senza gli juventini. Se Camogli Gigli non gli regala Buffon o Camoranesi o Trezeguet, arriverà come al solito terzo. (Dal blog di Christian Rocca)

 
 
 

Post N° 365

Post n°365 pubblicato il 28 Maggio 2008 da PlanetGate

Sono (e saranno) cavoli Amauri!

Intervista a Gigi Moncalvo

Gigi, in poche parole, cosa significa per te la Juve?
"Fino a qualche tempo fa solo gioia, allegria, passione. Ora la passione è rimasta ma la gioia passeggera di una domenica pomeriggio, in caso di vittoria, viene sempre offuscata da rabbia, desiderio di giustizia, voglia di rivincita verso chi ci ha fatto e ci fa tanto male e ha consentito agli altri di umiliarci e schiacciarci".

Fiorani, Consorte, Ricucci... Giraudo. Chi vede un filo conduttore nelle disavventure giudiziario-mediatiche di questi personaggi è un visionario o un assennato che non ha bisogno di entrature nell'universo RCS?
"Non è né un visionario né un marziano. Non c'è bisogno di entrature nell'universo RCS (Corriere, Gazzetta) o Fiat (La Stampa) per capire i tratti in comune di quelle vicende. Fiorani (e quindi il Governatore Fazio), Consorte, Ricucci sono stati distrutti da una campagna mediatica del Corriere, dalla potenza di fuoco di via Solferino. Per ragioni legate agli interessi della variegata proprietà del giornale. Fiorani rischiava di creare una banca forte e potente e fuori dal "sistema" (e Banca Intesa, Bazoli e Passera, Geronzi, sono azionisti di primo piano del Corriere, e di Bankitalia). Consorte dava man forte al banchiere di Lodi e andava fatto fuori, anche per mandare un segnale a Fassino e D'Alema, come dire "non difendetelo troppo e state lì buoni e zitti, altrimenti ce n'è anche per voi, come ben sapete. Il "povero" Ricucci (inventore della famosa e fantastica frase "So' capaci tutti de ffa i froci cor culo degl'altri!") stava scalando il Corriere e ha un po' esagerato. Andava fermato perché nel "salotto buono" i Tronchetti Provera & C. erano inorriditi dal pensiero di avere seduto accanto nel Cda uno come lui. Per non parlare di Paolo Mieli: ve la vedete Anna Falchi (l'allora signora Ricucci) salire le scale di via Solferino e andare a parlare "da padrona" con Mieli? Per quanto riguarda Giraudo, le tracce potrebbero portare a LCdM, a Luca. Almeno questo è quanto ha detto Luciano Moggi quando lo intervistai in TV a "Confronti" chiedendogli di fare le percentuali su una serie di nomi che venivano ritenuti, a torto o a ragione (infatti non ci sono nè prove nè certezze) una sorta di "mandanti". Io feci i nomi di Carraro, Galliani e Montezemolo. Su Galliani, Moggi fu benevolo. Su Carraro un po' meno, su LCdM molto ma molto meno e gli attribuì la percentuale maggiore. Il "Corriere", con la Gazzetta (e La Stampa) potrebbe aver completato, ma è impossibile dire se volontariamente o involontariamente, un lavoro iniziato un anno prima non sui giornali ma altrove. La data è quella della morte di Umberto Agnelli, un solo anno dopo la scomparsa del fratello Giovanni. Giraudo, da sempre molto legato e fedele a Umberto, voleva proseguire sulla stessa strada di sempre portando a poco a poco Andrea Agnelli, figlio di Umberto, al vertice societario della Juve. Giraudo e Moggi avrebbero consentito a Andrea di inserirsi bene, vincendo, mettendosi in luce, diventando un astro di prima grandezza (grazie alla gestione del calcio e della Spa Juve) anche nell'universo Fiat. Non c'è niente di meglio (lo insegna LCdM alla Ferrari) dello sport come "vetrina" per lanciare un personaggio e creargli un piedistallo. E Andrea faceva "paura": perché si chiama Agnelli, perché Giraudo e Moggi gli avrebbero consentito una gestione attiva e brillante della società, perché avrebbe avuto grandi successi, perché i tifosi lo avrebbero fatto diventare un idolo. Ma, in quello stesso momento, i disegni dei veri padroni della Fiat erano altri. Si stava puntando su un altro giovane, e non "soltanto" per la Juve, ma per tutto l'impero Fiat, IFI, e IFIL: John Elkann. Puntavano su di lui, solo su di lui, LCdM ma soprattutto Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens. E' chiaro che a tutti loro "conveniva e conviene" avere in mano un giovane inesperto da formare con pazienza come John, per "controllarlo", stare sempre al suo fianco, assisterlo in un lavoro difficile e irto di ostacoli come quello che gli è toccato in sorte. Se si riesce a controllare e conquistare la fiducia di colui che apparentemente è il numero uno, specie se acerbo o inesperto, l'"Erede", il nipote del nonno Gianni, si è sicuri (per i "controllori") di non perdere il potere, anzi di averne sempre di più. Ma, se l'ascesa del delfino, viene controbilanciata, in casa, da un altro giovane, bravo, brillante, serio, di successo, osannato dai giornali e da milioni di tifosi, ecco che si corre il rischio di veder tramontare i propri piani. Andrea al vertice della Juve avrebbe fatto ombra a John, o meglio a chi aveva pensato a lui come "delfino" per occupare un vuoto, apparente, di potere. E quindi Andrea avrebbe addirittura messo a rischio l'operazione di lanciare in orbita John. Infatti, dopo due anni di vittorie e di successi nella Juve, sarebbe diventata probabile la candidatura di Andrea per i galloni del comando anche in altri settori dell'impero, non solo in quello sportivo. Per frenare o impedire l'ascesa di Andrea, diventava funzionale la caduta dei due uomini, Giraudo in particolare, che lo avrebbero portato al successo e che si sarebbero battuti per lanciarlo e proteggerlo. Ecco quindi che il ramo Gabetti-Grande Stevens, verosimilmente, non può vedere di buon occhio che Andrea vada a offuscare il disegno di puntare su John. Non importa se Andrea si chiama Agnelli! Anzi, come si può concepire che sia il figlio di Umberto e non il nipote di Gianni ad avere il predominio o a rischiare di prendere un giorno il comando? Ecco quindi da dove e come potrebbe nascere l'"operazione", o quantomeno ecco il motivo di tanta accondiscendenza verso l'operazione di affossamento della Juventus perseguita da altri. E' chiaro che Gabetti e Grande Stevens potrebbero smontare questa ricostruzione dicendo che loro non hanno fatto altro che seguire, a proposito di John, i voleri dell'Avvocato, espressi nella famosa "Lettera di Monaco" scritta poco prima che Gianni Agnelli entrasse in sala operatoria per il secondo delicatissimo intervento al cuore nel Luglio 1997. In quella lettera l'Avvocato indicava John come suo successore al vertice Fiat e stabiliva anche l'assegnazione a lui di un 25% delle quote azionarie della "Dicembre Società Semplice" che è la società-cassaforte che custodisce il potere e il controllo di tutti i rami del gruppo. Tornando alla Juve non dimentichiamoci che il presidente della Juve era Grande Stevens. Egli quindi era il "datore di lavoro", il "cliente" che per conto della Juve ha ingaggiato l'avvocato Zaccone, gli ha pagato la parcella e gli ha dato la linea. Quando ci meravigliamo che un avvocato come Zaccone abbia chiesto la serie B, la condanna della società che lui avrebbe dovuto difendere e tutelare, non dimentichiamo che un legale, comunque e sempre, segue le indicazioni e i voleri del "cliente", cioè di chi gli paga la parcella. Se non gli va, dà le dimissioni e rinuncia alla difesa. Per capire quale sia il potere di Grande Stevens, quanto egli conti nel mondo forense e giudiziario, basta leggere il suo libro autobiografico "Vita d'un avvocato" (Cedam, Padova, 2004). Ve lo immaginate l'avvocato Zaccone che non "ubbidisce" a un cliente come Grande Stevens o non segue i suoi "consigli" giuridico-legali? Ecco, io credo che la colpa di Grande Stevens, del presidente onorario della Juve attuale e presidente di "quella Juve" sia doppia: egli non solo ha dato l'impressione di non aver difeso con decisione e passione la sua società (nell'ambito giuridico, se egli vuole, è ben più potente del professor Guido Rossi), ma forse ha determinato una situazione per cui l'avvocato difensore da lui scelto alla fine non ha difeso la Juve con la necessaria determinazione, e addirittura ne ha chiesto la condanna al massimo, quasi, della pena. Se si valuta ogni avvenimento del passato in questa cornice, si capiscono molte cose e si capisce bene chi sono i "colpevoli". Che cosa volete che significhi la retrocessione della Juve, se si ha di mira il controllo del gruppo Fiat, dell'IFI, dell'IFIL? Che cosa volete che importi, anche oggi, a costoro (John in testa) della Juve? Hanno il 62% delle azioni, possono fare ciò che vogliono. Ma il dato di fondo è e resterà sempre questo: se hanno lasciato mandare in B la Juve, venduto i pezzi pregiati, rinforzato le altre squadre, che cosa volete che gli importi del futuro e del presente della squadra, di noi tifosi, del senso di rispetto andato perduto, dell'onore e dell'orgoglio di tutta la gens bianconera? A questi non gliene frega niente della Juve. Se Marchionne insistesse la venderebbero in cinque minuti…."

Guido Rossi. Una scelta personale di Petrucci o un'imposizione dalla politica? Perché proprio un ex CDA Inter quando era palese che a trarre vantaggio da Calciopoli sarebbero state Roma ed Inter? Crede che Geronzi, che si dice consigliò ai soci di Abn Amro la nomina di Rossi a legale nel caso Antonveneta, abbia avuto un ruolo?
”La “cupola” del calcio è anche quella che controlla questo paese: veri poteri forti che contano molto di più della politica, della stessa magistratura, e purtroppo anche di tutti noi cittadini messi insieme. Il potere finanziario-bancario ha bisogno del calcio, e degli scandali (creati ad arte) legati ad esso per distrarre l’opinione pubblica, per far parlare di altro, per continuare a fare i suoi giochi senza che nessuno disturbi i manovratori. Guido Rossi è un uomo del sistema, ma non solo. Geronzi non è solo un grande banchiere e il datore di lavoro di Carraro, ma molto di più. Gli intrecci sono tanti e notevoli. Se uno va a vedere qual è stata la parcella di Guido Rossi per curare la vicenda Antonveneta, impallidisce e s’incazza. Ma si domanda anche: a un signore come Rossi, che ti fattura mille dollari ogni minuto del suo tempo, come è venuto in mente di dedicare alcuni mesi del suo preziosissimo, e ben retribuito tempo, per “ripulire” il mondo del calcio (si è visto con quali scarsissimi risultati!)? Beh, se tu fai un grosso favore a qualcuno, certe volte sembra che glielo hai fatto gratis, ma la riconoscenza del beneficiato poi passi a incassarla col primo grosso incarico che egli per riconoscenza e gratitudine ti affida”.

Con un Governo differente, pensi che Calciopoli avrebbe avuto il medesimo decorso e il medesimo esito?
"Il governo, i partiti, la politica contano meno di quanto si creda. Oggi, da anni, contano la finanza, le banche, gli affari. Il Sostituto procuratore Greco di Milano in un libro dice che se oggi vuoi fare affari e miliardi non ti "compri" un politico facendogli approvare le leggi che ti servono. Fai prima ad andare a Londra a "comprarti" un broker o un finanziere che manovra derivati e bond: in un attimo inventa qualche "prodotto finanziario" per fregare milioni di piccoli risparmiatori. E il guadagno è rapido è assicurato. Voglio dire: oggi è più potente un banchiere o un ministro? E' chiaro che la politica, il potere politico ti può essere utile in funzione "difensiva", allorché (dopo aver preso una botta) tu capisci la lezione e cerchi almeno di rialzarti. La Juve, contrariamente al Milan e alla Fiorentina, non ha avuto una struttura di potere difensiva (non parlo dell'avvocato del processo), un Berlusconi (che ha confessato di aver passato settimane a studiare le carte su Meani e ad "adoperarsi" perché la giustizia trionfasse, ma solo a favore del Milan, evidentemente). Anche Diego Della Valle è potente, appartiene all'alta finanza, è azionista del Corriere, è in società con LCdM, bisogna fare i conti con lui. Perfino Lotito si è dato da fare col giro politico romano e ha portato a casa qualcosa per la sua Lazio.
Noi invece da chi siamo stati difesi? Perché i potenti LCdM, Gabetti e Grande Stevens non hanno mosso un dito, anzi? Se lo avessero fatto anche noi avremmo preso solo una penalizzazione, ma in serie A. Ne sono certo. No, si voleva la Juve in B, Moggi e Giraudo dipinti come lebbrosi, gangster, delinquenti. E ora, il pm Narducci, ci dice anche: piduisti. Ma che P2 era se si è fatta mettere sotto così? Come mai Narducci non ha trasformato questi suoi proclami in capi di imputazione relativi all'organizzazione atta a sovvertire i poteri dello Stato, calcistico spero. Bum! Bum! Bum!
Mi è capitato recentemente di leggere una cosa tremenda. Su "Style", il mensile del Corriere della Sera (numero di marzo 2008), c'è un articolo di Dario Di Vico, vicedirettore del "Corriere" e uomo di fiducia di Paolo Mieli. Nelle pagine iniziali di quel magazine c'è una scheda di presentazione dei principali editorialisti e quindi anche di Di Vico. Viene scritto su di lui: "Come tutti i bravi direttori odia Totò Riina, Bin Laden, Ahmadinejad, il Ku Klux Klan e Luciano Moggi". Vi faccio notare il verbo "odiare" e l'espressione "come tutti i bravi direttori". Ma 'sta roba Di Vico se l'è scritta lui o ha consentito che gliela scrivessero? Si riconosce in quella mini-biografia? Se sì, non si vergogna? Se no, perché non fa cacciare dall'alto del suo potere quello sprovveduto che ha scritto quelle cose? Un fatto è certo: all'interno di RCS Editore, i "bravi direttori" odiano Riina, e va bene, Bin Laden, e va bene, Ahmadinejad, e va bene, il Ku Klux Klan, e va bene, ma il nostro Luciano che cosa c'entra? Per quali reati, di grazia, è stato riconosciuto colpevole e quando?
Complimenti, comunque al vicedirettore del Corriere della Sera. Nei sette anni in cui ci ho lavorato io, il Corriere aveva un altro stile, altri uomini e non erano tutti appecoronati al potere dominante, nemmeno in fatto di calcio. E alla Gazzetta sono lontani i tempi di Gualtierino Zanetti, Gianni Brera, Bruno Raschi, Luigi Gianoli, Gino Palumbo. Vedete, la cosa che mi fa più rabbia è questa: sappiamo tutti che sarebbe bastata una sola telefonata di Montezemolo a Mieli e Verdelli per far interrompere il massacro della Juve: una telefonata dell'"azionista" ottiene sempre effetto. Ma Montezemolo quella telefonata non l'ha mai fatta, anzi, sembra il contrario. L'ennesima conferma che non gliene frega niente della Juve".

Se lei fosse stato proprietario della Juve, per il processo sportivo, avrebbe scelto un pur valente penalista o un avvocato esperto in Diritto Sportivo?
"Io non ho mai visto un avvocato, penalista civilista o di diritto sportivo, chiedere la condanna del suo cliente al massimo (quasi) della pena, sia pure come richiesta subordinata. Il problema non è il valore del legale, ma quello che gli hanno detto di fare. E' grave aver eseguito i voleri del "cliente" senza ribellarsi".

A dicembre Blatter ha confermato il ruolo determinante di Montezemolo, uno che ha sempre detto di non occuparsi della Juve, dove peraltro non ha cariche, nella decisione di ritirare il ricorso al TAR. Perché lo ha fatto ed in cambio di che, secondo te?
”Anche a LCdM, così come a Gabetti e Grande Stevens, conveniva che il delfino fosse John e che nessun altro giovane astro nascente offuscasse questo disegno di potere. Il fatto è che John forse ci crede davvero di essere lui, e non altri, a decidere, ad avere il potere vero.”

Nello scandalo Telecom è saltata fuori una "pratica Como" nella quale risultano spiate e dossierate la Juve e la FIGC. Noi, a differenza dei media silenti, vorremmo sapere quali informazioni furono raccolte e per conto di chi. Ritieni che esista la possibilità di riuscirci o lo scandalo Telecom resterà uno dei tanti misteri italiani?
”Lancio un appello a tutti: cerchiamo l’indirizzo di Tavaroli, Cipriani & C., scriviamo loro una bella lettera e chiediamo di dire, se lo vogliono, quello che sanno limitatamente alla vicenda Telecom e calcio”.

Alcuni tifosi credono che ormai quel che stato è stato e che la cosa più giusta da fare sia dimenticare il passato e guardare avanti dando fiducia alla nuova Juve. Sei d’accordo?
”Sì, può essere. Ma a una condizione: che Blanc, Cobolli e la banda spariscano dalla circolazione. Piazza pulita ci sarà solo quando anche loro si toglieranno dai piedi. O tutti o nessuno. Comunque vada, non si può dimenticare, non è un peccato ricordare. La strada sarà lunga e difficile, ci hanno spezzato un sogno, ci hanno tolto certezze e speranze. E questo è delittuoso contro milioni di persone. Pensate a quanti bambini, a quanti ragazzi sono stati presi in giro dai loro coetanei solo perché tifavano Juve, pensate quanti anni ci vorranno prima che qualcuno dell’ultima generazione, nell’acerba età in cui si fa la “scelta” della squadra del cuore, torni a tifare Juve. Sapete quanti tifosi del Milan sono diventati tali grazie al Milan di Sacchi, a Gullit, Van Basten & C. Io temo (ma spero di no) che moltissimi giovani abbiano abbandonato la Juve o non l’abbiano più scelta perché si “vergognavano”. Loro, noi, tutti non abbiamo niente di cui vergognarci. E’ questa la colpa maggiore di chi ha ordito questa vicenda. Ed è rimasto impunito e nascosto nell’ombra”.

A distanza di quasi due anni dalla deflagrazione di Calciopoli c'è chi (associazioni, forum su Internet, ecc.) continua a battersi per far emergere la verità sulla regolarità del processo sportivo e sulla fuga di notizie che l'ha generato. Secondo te, a livello legale, è più probabile ottenere giustizia dal TAR o da un giudice in Europa?
”No, la giustizia secondo me non arriva per queste vie. Il potere ha modo di contrastarle, fermarle, disinnescarle. La vicenda Bosman, sfuggita alle mani di chi controllava il calcio mondiale e ha sottovalutato gli effetti di quella storia, ha insegnato ai “parrucconi del calcio” che non bisogna più correre simili pericoli. Se Platini fosse di un’altra pasta e non mirasse al potere, si potrebbe fare appello (e qualcos’altro) alla sua juventinità. Ma io temo invece che sia stato lui a consigliare Blanc e a contribuire a metterlo lì. E quindi non c’è da fidarsi. Occorre, io credo, cercare le carte, i documenti e lentamente, faticosamente, tentare di rompere questo muro che sembra invalicabile ma non lo è. Io sto scrivendo un libro. Sarà composto da quasi 500 pagine. Troppe lo so. Ma la storia va raccontata in modo compiuto. Ho bisogno anche del vostro aiuto per avere documenti, interrogatori, verbali, articoli, interviste. Scriviamolo tutti insieme, facciamo il compendio di tutto ciò che è stato scritto, riordiniamolo e mettiamolo in successione con tutto quello che è avvenuto prima, durante, dopo. Forza, ragazzi, salviamo noi la Juve”.

Queste iniziative hanno grosse difficoltà a farsi conoscere dal grande pubblico e in genere sono ignorate dai media. Pensi che a contribuire a questo silenzio ci sia anche la "compostezza", per molti "freddezza", della tifoseria juventina? Come sarebbe stata trattata la materia se avesse riguardato, per esempio, una squadra romana?
”Non ne parliamo. Non vedete che tipo di protezione hanno saputo creare intorno a Totti? Non se ne può parlare male. Mai. Ed è scattata una forma di autocensura dei media. Si tace per paura delle radio romane, delle reazioni dei tifosi, e quindi non si fa più informazione, viene a cadere la libertà di critica e di giudizio. La tifoseria juventina è più composta, ma io non mi preoccupo di questa caratteristica. Mi fa più paura la rassegnazione, la voglia di dimenticare, l’amore della Juve che prevale su tutto il resto e porta ad accettare tutto e tutti, le bufale che ci propinano sulla campagna acquisti, l’assenza di conoscenze tecniche dei dirigenti, un allenatore e alcuni giocatori che non sono da Juve. La mia paura è che noi che stiamo all’opposizione tra un po’ veniamo considerati come dei rompicoglioni e veniamo chiusi in una “riserva indiana”. E questo è l’obiettivo di Cobolli & C. Ma io nella vita ho sempre preferito stare con chi è all’opposizione, mai con chi è al governo. Sono, siamo dei “disubbidienti” che ragionano con la propria testa”.

Moncalvo, nelle redazioni le notizie "girano" prima che arrivino al pubblico o ai diretti interessati. Cosa prevedi possa accadere nel breve periodo?
“Hanno bisogno di completare l’opera di demolizione di Moggi, lo vogliono vedere lapidato, distrutto, piegato e vinto. Provano un fastidio enorme che egli sia vivo e vegeto, che scriva su “Libero”, che non stia zitto, che si difenda, che contrattacchi, che controbatta. Non vedete che cosa capita a chi, come me, è andato a presentare il suo libro e lo ha invitato nella trasmissione che avevo su Raidue? Ho dovuto andarmene. La Gazzetta ha perfino fatto scendere in campo il portavoce di Fassino (quando costui contava qualcosa), il capo del sindacato giornalisti Rai (che ha parlato di me anche se io non sono iscritto al suo sindacato, e quindi lui che vuole?), hanno cercato perfino l’on. Lusetti e attivato la Commissione Parlamentare di Vigilanza. Ho preferito andarmene. Non avete visto che cosa hanno messo in piedi per alcune recenti telefonate fatte a Moggi e che non avevano alcun rilievo di indagine? Vogliono fargli il vuoto intorno. Nessuno lo deve più chiamare, va isolato e messo in un ghetto. Rileggetevi poco più sopra le frasi del vicedirettore del Corriere della Sera, Di Vico.”

A livello di giustizia sportiva, è ammissibile, a tuo parere, un superpotere decisionale concentrato in un solo uomo, Palazzi, senza nessun contrappeso alle sue decisioni?
”No, questa è dittatura. Ci vogliono sempre dei bilanciamenti, degli organi di controllo. Altrimenti è il caos. E’ vero che quelli di adesso non controllano nulla, poiché sono stati nominati da chi dovrebbe essere controllato, ma un uomo solo avrebbe nelle sue mani troppo potere e potrebbe abusarne”.

Sono passati già due anni del piano quinquennale descritto da Blanc. Vedi segnali che fanno sperare nel pronto ritorno ad una società e una squadra competitiva ai massimi livelli italiani ed europei? Vedi le competenze necessarie?
”No, purtroppo. Non ho speranze. Vedo incapacità tecnica, confusione di ruoli, indecisione, titubanze. I nodi da sciogliere sono due: anche la Juve ha bisogno di un “padrone” che alla fine della stagione firmi l’assegno come fanno Berlusconi, Moratti, Sensi, Garrone e altri. Noi non ce l’abbiamo. Secondo: ci vuole un direttore sportivo o direttore generale, e potrebbe anche essere lo stesso allenatore a racchiudere queste due figure (ma se ci fosse un Lippi o un Capello), che diriga le operazioni dal punto di vista tecnico e di raccordo tra la squadra e la società. E’ un po’ il motivo per cui Mancini ogni tanto batte in testa e minaccia le dimissioni. Insomma ci vuole un nuovo Moggi. O forse quello di prima, il mio amico Luciano. Marotta? Può essere ma gli manca il Garrone della situazione e rischierebbe di essere stritolato dal sistema torinese. E’ bravo, intelligente, non so se cadrà in tentazione. Voi le vedete queste due figure, l’uomo dell’assegno e il nuovo Moggi, sulla piazza, e all’orizzonte?”

Cobolli è rientrato in Lega dalla finestra quando prima, a settembre 2007, gli avevano sbarrato la porta bocciandolo. Cosa pensasti allora? Chi detiene il potere ora?
“Quella sconfitta di Cobolli è una pagina tutta da ridere. Pensava di andare in Lega, raccontare due balle, fare il figo e si illudeva che i voti si prendessero così. Ci vuole il metodo Matarrese: corridoi, telefonate, incontri, promesse, alleanze, qualche balla, un pò di aiuti di quà e di là. La Juve di Cobolli nel palazzo non conta e non conterà niente. Il palazzo non è grato alla Juve per essere stata di esempio, ma a chi l’ha giustiziata (a cominciare da Moratti e dalle intercettazioni) e a chi non ha mosso un dito. Pensate che qualcuno sia “passato all’incasso” o abbia “trattato” con la Federazione quando avevamo in mano l’arma del ricorso al TAR? Era quello il momento in cui bisognava portare a casa qualcosa. Il ragionamento da fare era: “Noi non ricorriamo al Tar se voi…”. E invece avete visto gli arbitraggi? Ormai un arbitro che dirige la Juve ha una sola preoccupazione: non favorirci, non fischiare il giusto, non sembrare che egli faccia o abbia fatto parte di quel sistema, mostrarsi “onesto” fischiandoci sempre contro. Tutto il contrario di ciò che gli arbitri fanno con i nuovi padroni dell’Inter”.

Pensi di aver pagato in Rai la scelta di dare spazio a Moggi? In Rai si paga se si va controcorrente?
”Sì, l’ho detto. E vi invito a rileggere le mie precedenti risposte su questo punto. Ma io ho la coscienza a posto, non devo giustificare nulla (ci mancherebbe altro che devo spiegare le ragioni per cui ho invitato Moggi: faceva e fa notizia!), e vado a testa alta. Sempre e comunque. Trovatemi un altro che si è dimesso dalla Rai senza avere in tasca un altro contratto. Non sono mica come Santoro, io: ha fatto credere che era stato cacciato, che era disoccupato, ma quando mai? Continuava a prendere uno stipendio d’oro”.

Per ultimo, da vero juventino pensi che rivivremo di nuovo le emozioni a cui la squadra ci aveva abituati oppure dovremo dire definitivamente addio alla Juve che eravamo abituati ad amare?
“Non fatemi sembrare rassegnato e privo di speranze. Le speranze io le ho, ma alle condizioni che dicevo prima: che questi se ne vadano. Ci hanno distrutto un sogno, la cosa più bella che potesse esistere, il gusto della vittoria, l’orgoglio dell’appartenenza, la nostra forza, la nostra compattezza. Come si possono perdonare i “colpevoli” che hanno distrutto tutto questo e che hanno consentito agli altri di deriderci, umiliarci, schiacciarci. Si possono perdonare a una sola condizione: che ci spieghino, chiaro e in modo convincente, perché hanno fatto tutto questo e come sono andate davvero le cose. Ma non lo faranno mai. Altrimenti, se dicessero la verità chiuderemmo le porte della sala e gli daremmo una lezione. Comunque sia, we’ll never walk alone, anche noi non cammineremo mai soli!
Forza Juve, e scrivetemi:
www.gigimoncalvo.it"

 
 
 

Post N° 364

Post n°364 pubblicato il 23 Maggio 2008 da PlanetGate

Grazie comunque

Il TAR Lazio ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dall'Associazione Giulemanidallajuve. Appena verrà resa nota la motivazione i legali dell'Associazione prepareranno l'appello innanzi il Consiglio di Stato. Considerando che l'ordinamento giuridico italiano non tutela adeguatamente i legittimi interessi dell'Associazione è innegabile che l'obiettivo primario di quest'ultima è quello di adire i Tribunali Europei. L'iter per giungere alla Corte dei Diritti dell'Uomo obbliga tuttavia l'Associazione ad espletare prima i ricorsi nazionali.
Dal sito GiùlemanidallaJuve "Stiamo lavorando per ottenere il più celermente possibile una sentenza sul ricorso già depositato alla Commissione Europea sul Diritto alla Concorrenza. I tempi della Giustizia ordinaria certamente non ci aiutano. Siamo tuttavia convinti che la nostra fermezza verrà un giorno premiata. Come interpretare, diversamente, l'odierna condanna del TAR Lazio al pagamento dell'importo di 6000 euro (dovremo versare: 2000 euro Coni - 2000 euro FIGC - 2000 Inter) da corrispondere alle controparti? La maggior parte dei processi innanzi alla Giustizia Amministrativa terminano con una compensazione delle spese ed a noi questa sentenza è sembrata un chiaro segnale di insofferenza. Non sarà questo, tuttavia, il deterrente che fermerà la nostra sete di Giustizia. Forza GiùlemanidallaJuve, Grazie a tutti i soci di GiùlemanidallaJuve."

Comunque vada grazie al Presidente dell'Associazione, Dr. Giuseppe Belviso, e a tutti gli Amici di GiùlemanidallaJuve, grazie di cuore per tutto quello che fate.

Nel frattempo

Il presidente merdazzurro: «Restituire il 14˚ scudetto? Mai, non ho mai preso in considerazione questa ipotesi, anzi considero quello scudetto uno dei più grandi orgogli dell'Inter».

Ma Noi siamo troppo "superiori"

 
 
 

Post N° 363

Post n°363 pubblicato il 17 Maggio 2008 da PlanetGate

I Re del gol

L’ultima uscita stagionale di della Juve regala spettacolo e giocate di gran classe con Del Piero assoluto protagonista: doppietta e due rigori conquistati (uno dei quali offerto generosamente a Trezeguet). Finisce 3-3 e tutti contenti. O quasi. Sissoko si becca due ammonizioni e finisce anzitempo la partita: piccola tegola in chiave futura, salterà la prima giornata del prossimo campionato. Poi la sostituzione che non ti aspetti: esce Del Piero e al suo posto entra Marchionni; ciò causa una piccola reazione di disappunto del capocannoniere che ancora aveva benzina. Un'altra critica (si fa per dire) nei confronti di Ranieri la rivolgerei per il mancato ingresso di Birindelli che, nella sua ultima presenza nella Juve, meritava sicuramente l'applauso in campo dei tifosi bianconeri.


Onore e grazie a Birindelli e a tutti i giocatori della Juve,
nessuno escluso

 
 
 

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