Creato da tantiriccirossi il 02/01/2008

*Incedere Silente*

In punta di piedi in silenzio ti cerco...in silenzio sparisco. Affinchè le notti non abbiano l'unico suono del sospiro di chi soffre e tace, ora quel sospiro avrà una voce...e l'avrà qui.

 

Post N° 82

Post n°82 pubblicato il 21 Agosto 2008 da tantiriccirossi

 

















A gioh e all'affetto che ci lega.. ..

NOTTI DI FALENE

Notti
di voci tra parole di cristallo, che tintinnano e che s’infrangono
su
ciottoli di vialetti, calpestati da milioni di passi e dove qualcuno nel buio..
annaffia
piccole piante con foglie incrostate di salsedine.
Racconti
e sospiri, lasciati alla voce del mare e che liberi avanzano nei silenzi
dei
sonni di chi riposa stanco. Notti di sussulti e pianti e di “ti amo” portati
via
dal
vento che li conduce in una danza armoniosa e stanca.
Di
mattini ancora bui
Di
albe che si nutrono di notti e che non hanno sole.
D’orizzonti distesi su di un’acqua stanca, che non ha
movimento né tormento e vorace ingoia tramonti.









Incedere silente di ricordi ormai andati, di danze ormai
finite, di baci rubati edi profumo di caffè dove s’inzuppano abbracci donati e desiderati.
Danzano le parole nella notte… danzano con i sospiri che
impietosi le fan girare vorticosamente e
cadere sull’arenile bagnato e marchiato da orme di piedi
che si prendono, s’incrociano si lasciano…s’inseguono per poi incrociarsi ancora



E nella notte che è appena scivolata lasciando il posto
alle nebbie di un nuovo giorno ancora buio e fatto di parole e attese di un mattino che porti ancora l’aroma del
caffè, si danza la gioia della vita quando è vacanza. Notti di buio e di
niente…di gioie e tormenti che infrangono sogni e ne creano altri. Notti che si
compongono e spariscono, come piccole tessere di seta che formano ali di
farfalle bellissime e quelle tristi e
malinconiche che si adagiano su ali di falene impazzite, dal desiderio di quella luce di lampione, proprio come le
anime di giovani donne che sbattono e si bruciano la vita alla luce di un amore
ripudiato. Notti... che si formano e dissolvono come queste parole che non hanno voce, ma
solo il tintinnio soffiato del
cristallo...e che sono.... schegge di vita.. ..

GIULY



 



 




 
 
 

Post N° 81

Post n°81 pubblicato il 17 Agosto 2008 da tantiriccirossi
 




osservandoti...





Ecco che si ripetono
strani rituali che nessuno ha imposto, ma che ormai fanno parte della vita …
come quello di attendere il suo rientro e il sedersi in penombra restando a
fissare quel bicchiere di vino rosso
mezzo vuoto…il suo, aspettando di vederlo svuotarsi, di vederne la fine!
Accompagnato dal sottofondo di una canzone, ascoltare il racconto di una giornata ormai andata, nel
vano tentativo di capire frasi che si sgretolano in parole e che arrivano alla
mente una per volta e prive di senso. Anche questo è parte del programma, come
il chiedersi da dove venga quel fascino che la catturò un tempo e come tante anch'essa è la solita domanda senza risposta. Lo guarda
mentre la sua mente si posa sul movimento delle sue labbra e di quel sorriso
che sa di tanto e non concede niente e che smuove pensieri che assopiti si erano depositati nel suo profondo e non
ricordava più d’avere. Sente lo scorrere
veloce del sangue nelle sue vene e
capisce di essere ancora viva. Non c’è tempo in quella stanza, tutto fermo, tutto immobile, tutto tranne il fumo che
viene da una sigaretta dopo l'altra e che lentamente sale al soffitto ormai
brunito. NO! Non c’è spazio che li allontani! Tutto come sempre ed
intanto lei si dondola sulle due gambe di una sedia che si augura non si
spacchi in due lasciandola precipitare al suolo che ora le sembra tanto
lontano. Aveva tanti sogni, aveva mille sfide d’affrontare e mille ne aveva
superate …tutte tranne quella di vedere sparire la nebbia fatta di quel fumo che impregnava la stanza, non fosse stato
altro che per potergli guardare quegli occhi e capire se nel suo guardare
attraverso il calice, la vedesse o controllasse solo la fine di quel liquido ed
il fondo dello stesso bicchiere. Glielo aveva detto, che non lo avrebbe
lasciato andare, che il suo abbraccio lo avrebbe sorretto e ... Le sembra
d'impazzire, mentre tempeste di ricordi ed immagini le bombardano la mente
confusa. Il caldo è soffocante, lei si alza i capelli e tira indietro la testa
, ripensando a quando non avrebbe dovuto
aprire la finestra per respirare qualcosa che fosse ossigeno, ed invece il fumo continua ad uscire soffiato dalle sue
labbra, disegnando cerchi... candidi anelli che s’infrangono contro quel
dannato soffitto che andrebbe abbattuto per far entrare la luce delle stelle,
la stessa luce di stelle di cui scriveva lui un tempo. Non era bello sapersi
guardata e non vista, lei che ora era con la mente in quel suo cielo fatto di
bianche nuvole soffici dove, giocava con
i tappi saltati dalle bottiglie stappate la sera prima e che lei aveva raccolto
e riposto nelle tasche della sua gonna di mussola. Avanzano piano spinti da quel suo gesto
simile ad un pizzico, li guarda incantata come da bambina, non spiegandosi come mai tutto vada avanti, anche dei
tappi di bottiglia e solo lei resti ferma, lì in quella stanza con tutto quel dannato fumo che la soffoca e
che sa di lui e di quel vino, sapendo bene che alla fine di quella notte ci sarebbe stato il riavvolgersi di un nastro
che sembrava ripetere le immagini di giornate tutte uguali e ascoltando una
canzone, tutto sarebbe ripreso nel continuo dondolio di quella sedia che non
l'avrebbe lasciata cadere.. ..

Giuly



 

 
 
 

Post N° 80

Post n°80 pubblicato il 12 Agosto 2008 da tantiriccirossi
 

E SE FOSSE...

C’è una
lacrima che scende dai miei occhi. Non è dolore… solo una lacrima!
Scende lenta …senza
fretta, sa d’acqua e sale ma …non è pianto. Forse è il sole ad averne bisogno
per spegnere il suo fuoco ed allora scava nei miei occhi, ma  è piccola, troppo piccola, è solo una lacrima,
solo una goccia d’acqua salata! La soffia il vento giù dalle mie ciglia, dove s’era
aggrappata a dondolarsi, piccina, come in altalena . Che non sia lui a
volerla e perciò la spinge a scivolare
lungo le mie guance? Non è dolore, ne sono certa… è solo acqua… una goccia d’acqua.
 Salata come il mare…che non sia proprio
il mare  a chiedermela, convinto che sia
sua, che gli appartenga?! Brilla, rotola, scivola e si posa su di un filo di ragnatela
e là, attraversata dalla luce della luna, sembra una piccola stella. Che sia il firmamento a volerla? …Lei però, capricciosa,
piccola monella, non vuole spegnere soli, non desidera volare via trascinata da
venti, non intende cadere in mare né salire ad illuminare notti. Piccola
lacrima appena nata ed ancora piccina vuole solo scivolare dalle mie ciglia ed
illuminare il buio del mio cuore…oh si, lei sa bene cos’è e perché scivola dai
miei occhi…è una gemma e ad assaggiarla non è nemmeno salata. Rotola, gira,
striscia e scivola, così piccina, fino in fondo al mio cuore, dolce piccola
perla e... lacrima di dolore.. ..

Giuly

 
 
 

Post N° 79

Post n°79 pubblicato il 11 Agosto 2008 da tantiriccirossi
 

I SILENZI DI GIULY

E torno al mare, si, proprio quel mare che tanto ho amato e tanto amo. Torno a capo chino. Il timore e la rabbia del suo rifiuto e la tristezza di un ricordo, di un dolore e di tormento che non ho saputo gestire, reprimere, contenere e la mortificazione e l’umiliazione...nell’essermi sentita rifiutata anche da lui...da quel mare, il mio amico mare. Il cielo non è quello dei giorni d’estate; è come un tappeto pesante , grigio, soffice, minaccioso ... si allarga all’orizzonte ..cielo non trapunto di stelle, ma di fiocchi di nuvole.....più chiare, più scure.
Quel minaccioso tappeto che si specchia nell’acqua arrogante di un mare che sembra provare tormento ... un tormento che lo agita e ne scuote il colore dei verdi fondali per prendere quello straziante di un cielo più in tormento di lui.
Una danza che incalza, uno scambio di acqua, di onde sputate da un mare che urla un dolore ... che .. s’incontra e si scontra con quella di nuvole serie e piene ..ancorate a quel cielo e che si svuotano, per fuggire leggere, spinte lontano da un vento furioso, arrabbiato!! e diventa burrasca.
Mi piace guardare quel mare, vederlo ballare una frenetica danza d’amore.
Lui amante impetuoso si abbatte con furia e con braccia e con mani d’acqua l’abbraccia, la stringe, la tocca e la lascia e respinge ...per vincerne il doloroso richiamo d’amore...lui libero e sciolto e lei ferma, a guardare! ...Quel mare ...che non la può amare. Lei ferma lo guarda avvinta da tanta forza, da tanta potenza, tanta passione, lei, la COSTA, si lascia avvinghiare ... strappare; lui ...il MARE... lui uomo , lei donna! .. Lui furia, lei amore, lui ..FURIA !!..Lei NIDO..
Intanto il vento spegne il suo soffio straziando di meno i miei ricci che dopo tanto spettacolo ora odorano di sale, di mare e....spero d’amore.
Mi piace restare a guardare quel mare che piano... rallenta la furia e l’acqua che ora ha smesso di usare passione e tormento...ma stanca e lenta ,amore diventa ed infinita dolcezza . Sfinito da tanta passione e tanto tormento... dolcemente la bagna, la sfiora e il suo movimento è lento. Diventa una brezza ormai il vento. Si spegne la forza, si spegne il tormento e ...sembra spegnersi anche il resto, in un gesto, in un movimento che bagna e con amore e ... infinita dolcezza ... accarezza....accarezza e ...accarezza...
Giuly

 
 
 

Post N° 78

Post n°78 pubblicato il 06 Agosto 2008 da tantiriccirossi


Partenze

Sfioro la piccola scatola dove ripongo la delicata e
preziosa biancheria di seta e pizzo. Svuotare una valigia, è sempre un segno
d’arrivo, anche se ogni arrivo è diverso… come lo è ogni partenza. Si assapora
l’amaro di un qualcosa che è finito prima che ci si potesse abituare e desiderare di ripartire.



Partenze… partenze che restano
sospese come fiocchi leggeri e
volteggiano su biglietti che non portano da nessuna parte. Ne leggi la carrozza
il numero di un posto vicino al finestrino e chiudi gli occhi cercando di
vedere scorrere un paesaggio in movimento. Lacero il cuore, sanguina, per una
fine che non ha inizio né percorso. Si
posa sul fondo di un cassetto la
scatola piena degli indumenti
preziosi…profuma di lavanda quel
cassetto, profuma di petali di rose caduti tra pizzi e sete e che
risvegliano sensazioni di freschezza…di pulito. Si muovono leggere e precise le mani nel piegare e riporre con cura, ma
la mente non segue quel movimento, disattenta viaggia all’indietro,
ripercorrendo giorni andati,  sospiri,
lacrime, dolori …abbandoni.



Sono le promesse che ci danno
la forza di credere…sono parole che ripetono arrivederci e quei “ti voglio
bene”…che sono necessari per sopravvivere al distacco…non è cambiato nulla, per
ogni partenza un ritorno e qualcuno che attende ad un’immaginaria stazione…un
treno che non passa e che non porterà nessuno.

Giuly

 
 
 

Post N° 77

Post n°77 pubblicato il 25 Luglio 2008 da tantiriccirossi

NOTTI

Una cappa di nero velluto è questa notte che l'avvolge, Non la spaventa, non le fa paura, sa bene che non ci sarà nessuno da temere, è una notte magica e lei n' è la regina! Notte amica che la difende e la nasconde dagli sguardi che le vengono lanciati contro e l'attraversano come dardi, per scavare...per sapere...per ferire.
E' un mondo immerso nella magia, quello da cui viene...ed in cui non potrà tornare. Ammantata d'ombre e trascinata dal buio, pianta i suoi piedi proprio su quella sabbia, confine non tracciato, dove il mare accarezza la terra e l'ama con infinita dolcezza. Si bagnano quei piedi al tiepido tocco d'acqua, che quasi l'afferra alle caviglie per portarla via, come mani che senza forza si sciolgono arretrando...scivolando via. Ed è questa la danza di una zingara-strega, che gira su se stessa calpestando l'acqua che si trasforma in candida schiuma alla luce della luna. Apre il suo scialle e lo tramuta in ali che le portano lontano la mente. Si apre come la corolla di un fiore la sua larga gonna mentre lei, gira vorticosamente su se stessa lanciando l'incanto che risvegli gli spiriti luminescenti. Danza, salta leggera e continua girare. Ondeggiano nell'aria i suoi capelli che ad ogni volteggio si riempiono di vento. Tornerà a suonare il suo tamburello domani e farà tintinnare i suoi bracciali a cerchio, i capelli adornati con una fascia di seta, scura come la notte la faran sembrare più bella quando, leggerà la fortuna nella mano di qualcuno, fortuna che non venne mai scritta nella sua. Non importa ciò che le porterà il domani, ma in questa notte votata alla magia è lei la principessa, ne è la regina...anche se a guardarla diranno di lei che è solo una piccola, pazza, zingara-strega.
Suona il suo tamburello e l'accompagna quel tintinnio... danza e nel farlo sembra felice, è la sua notte, quella notte che profuma di magia.. ..
Giuly

 
 
 

Post N° 76

Post n°76 pubblicato il 22 Luglio 2008 da tantiriccirossi
 

UN SORRISO

Mi sento bene…o almeno non sento niente, né dentro …né fuori!!
Cammino senza correre, senza voltarmi ..non serve. Ad ogni passo,
percepisco alle mie spalle, il cedere  di un pezzo  che cade nel vuoto ed un tonfo finale... è solo lo sgretolarsi  di questo ponte che sto attraversando..
Dietro di me niente...e avanti a me...lo leggerò nelle foglie di tè.
No serve portarsi dietro nulla, si cammina leggeri quando sono vette
le mete da raggiungere.
Un ricordo,  quello si, quello lo porto via con me…ne ho scelto uno da tenere nella tasca della mia gonna bianca a pieghe. Mi aiuterà a sentirmi  serena a non aver paura.
Un sorriso, un solo sorriso per tutti…di quelli che quando ti vengono donati
ti aprono il cuore e t’illuminano la vita.
Lo accarezzo con la mente, lo  raggiungo col pensiero…un pensiero felice
di giorni che avevano ancora di che farti sperare.
 Ora  dovrò andare avanti… senza girarmi …senza  guardare.
Giuly

 
 
 

Post N° 75

Post n°75 pubblicato il 18 Luglio 2008 da tantiriccirossi
 
Tag: blues



Ormeggi



Dolcemente si culla lo scafo bianco



di quella barca che prigioniera,



resta ancorata al largo.



 



Ondeggiando sembra



volersi liberare



dall’ormeggio, che



ad occhio nudo non si puo’ vedere



e dal quale non si puo’ sganciare.



 



E’ così bella nel suo dondolio,



che l’onda ormai comanda,



mentre vuota e piegata su se stessa



è la sua vela di randa.



 



Ed è così elegantemente triste



quell’albero, braccio che



sale al cielo come



disperata richiesta
di pietà



d’aiuto, che non arriva!



 



E tra i colori di un azzurro grigio



di questa notte che avanza



continua a dondolare



rassegnata e stanca.

Giuly



 



 

 
 
 

Post N° 74

Post n°74 pubblicato il 16 Luglio 2008 da tantiriccirossi
 
Tag: blues

GIORNI
Sono ali, che senza spezzarsi lottano contro le correnti e a tratti le sfruttano, lasciandosi trasportare.
Sono vele bianche che non hanno padroni, né freni…né Dio, i giorni che volano in un cielo gonfio di lacrime o accecante di gioie che fuggono lontano, pur restando nelle nostre menti. Fissano i nostri occhi, racconti che scorrono nel vuoto riflesso dell’acqua sfiorata dai raggi di un sole al tramonto e che s’imprime nell’iride che resta quello di uno sguardo ingenuo di bambina. Palestra ingrata la vita, che non ci risparmia forgiatura che ci rende burattini in cerca di un guerriero che ci difenda. Burattini dai fili spezzati che fingono forze che non hanno e ridono forte per nascondere il suono del loro pianto, continuando la lotta nel trattenere una mano che mentre accarezza, ti spacca in due il petto con un sol colpo, chiedendosi cosa laceri di più…se il colpo inferto dalla vita o l’essere scartati da chi si evita la sofferenza di vederti soffrire allontanandosi da te. Danza lo sguardo di un cuore bambino che non ha colpe, mentre segue il volo di bianchi gabbiani ed in ognuno di loro ne riconosce un giorno perduto, un mattino fuggito un tramonto vicino e…una notte troppo lunga per potersi addormentare felici che non ci sia niente da sognare…niente d’attendere…
Giuly

 
 
 

Post N° 73

Post n°73 pubblicato il 14 Luglio 2008 da tantiriccirossi
 


ABBRACCI

Si aprivan gli occhi ogni mattina
su di uno scenario diverso, scelto per caso o forse cercato e scovato nella
notte a precedere.



Una sola domanda:- DOVE?-



Domanda che spesso non aveva
grande importanza… ciò che più importava era uscire da quell’isola, cercando di
oltrepassare i confini che richiudevano in essa la solitudine… il distacco dal
resto della vita.



Bastava poco, un piccolo cesto con dentro qualche tramezzino ed una
bottiglia d’acqua e poi  sedersi ed
attendere, il momento in cui si sarebbe partiti senza conoscere la destinazione…
ad occhi chiusi…fidandosi sempre.



Odore di terra, di montagna, di boschi…querce, castagni, conifere e …terra umida mista a
foglie e muffe del sottobosco.



Ci s’incamminava, passo dopo
passo, respirando l’aria fresca che a
tratti sapeva di timo, quel timo che ne rilasciava l’aroma se solo se ne
sfioravano i copiosi cuscini, ricoperti dai piccoli fiori rosa-viola.



Si continuava a fatica, scalando
il pendio e fermandosi incontrando di
tanto in tanto, una pozza fangosa da saltare…una tenera scusa per lasciarsi
stringere in un abbraccio “d’aiuto” e che ogni volta accentuava il desiderio di
un bacio…quel bacio…il suo!!



Si proseguiva, nessuna parola a
sporcare il silenzio, solo il soffio di un respiro affannoso ed il secco spezzarsi
sotto i passi, di rami resi fragili e
come…croccanti, dal rinsecchimento.



Passi su passi, senza peso e
senza forza…passi che non avevan nessuna
consistenza e che lasciavano impronte solo nello smuovere dell’aria.



Inevitabile la sosta per
raccogliere le forze, per scambiarsi sorrisi, per  un incontro di sguardi e seguire quella mano,
raccogliere un fiore, un piccolo ciclamino che avrebbe infilato tra i capelli,
dopo averli sfiorati…dopo averli spostati dal viso con una carezza che
provocava sensazioni forti e accendeva il desiderio di aspettare la fine di
tutto, lì…tra le sue braccia.



Si distendeva al limitare del
bosco, la radura, tappezzata di tenero trifoglio e muschi e licheni, morbidi e
piacevoli da calpestare fino al laghetto…ecco la meta!



La meta…l’arrivo e… l’attesa che arrivasse sera per capire se
davanti al fuoco di un camino acceso in un piccolo rifugio di montagna, si
fosse sufficientemente lontani dall’ ISOLA che teneva prigioniera la nostra mente, mentre tutto ciò che restava di
quella giornata era un piccolo ciclamino…quel piccolo ciclamino tra i capelli…

Giuly


 
 
 

Post N° 72

Post n°72 pubblicato il 27 Giugno 2008 da tantiriccirossi
 

Si  Oscura Il  Cielo..

Ed è temporale di un giorno d’estate!

Sbatte violenta la pioggia, grosse, pesanti, lacrime di cielo che suicide si schiantano sulle strade, sui viali, fitta, arrabbiata, acquista forza dal vento che muove l’aria ancora calda di un giorno rovente spalancando con furia inaudita le imposte tenute socchiuse per non far entrare l’afa.

Picchia, martella impietosa su petali di fiori indifesi che piegano le loro corolle verso il basso e come a volersi difendere un volto che non hanno, da quello scroscio furioso...e come rassegnati sembrano lacrimare. Si piegano gli steli ondeggiando sotto il peso.

Ed è ancora una saetta, seguita dal quel frastuono...la voce del cielo...il tuono!

Lo si sente allontanarsi, non più minaccioso, ma vecchio brontolone si spinge oltre i monti, portandosi dietro, nuvole pronte a bagnare qualunque cosa.

Si respira il pulito di un’aria lavata come fosse bucato, mentre il cielo si colora di un arcobaleno che sembra voler colorare lo spazio che si ripopola del volo di rondini felici di poter tornare a volare.

Temporale che attraversa una giornata d’estate e che  sembra ricordare che non  dura molto, cosi come non durano... quelli che ci attraversano la vita...

Giuly

 
 
 

Post N° 71

Post n°71 pubblicato il 25 Giugno 2008 da tantiriccirossi
 

VENTO

Ed era il vento che mi raccontava di terre lontane, di tempi perduti, di amori finiti che...ad ascoltare bene, se ne sentiva ancora la melodia dei sospiri. 

Ed era il vento....

E nel raccontare,  giocava a soffiare nei campi di orzo maturo, di grano e papaveri, per vedere il dolce ondeggiare, più simile al movimento di un mare, che ha come voce un dolce fruscio di paglia... di spighe mature.

Ed era il sole  che mi accarezzava, per farmi capire, per farmi provare...quel calore che, nasce da un contatto cercato, desiderato, rincorso.

Ed è fuoco che brucia e vento che soffia! E più soffia l’uno, più s’alimenta la fiamma dell’altro, in una competizione che non avrà fine se non quando, diventeranno un’ unica cosa...un vento di fuoco!!

Brucia, consuma e si dissolve in piccoli impalpabili petali di cenere, che salgono al cielo e si disperdono liberi di  volare lontano e quello che sembra un disperato urlo di dolore,  è solo la voce del falco che ad ali spiegate ha avvistato il suo pasto.

Era poi l’acqua, a calare la sua mano sulla mia testa, scivolando lentamente, abbracciandomi, inzuppandomi la pelle, lavando, come spugna su di una lavagna, quel racconto che oramai era giunto alla parola fine. 

Il caldo del giorno lasciava  posto alla dolce frescura della sera. I silenzi si riempivano dei battiti del cuore che, impazzito cercava pace che non trovava nell’arrivo dell’imbrunire. 

Ora è  il lento, ritmico cigolio  del dondolo che  dice al cuore di rallentare, che ne porta il tempo. Il soffio del vento ha smesso il tormento  nei campi e gioca a  nascondersi tra  i capelli, gonfiandoli d’aria, spostandoli sul viso e baciando le labbra inducendomi ad abbassare le palpebre. Si chiudono gli occhi, si spegne lo sguardo sul cielo,  che strappa la mente e conduce, anima errante,  a danzare tra le costellazioni.

Si danza nel cielo, si placa anche il vento, che dolce, leggero ora sussurra la sua ninna nanna. Questo, tutto questo era ed è lui!!

Il vento.. ..

Giuly 

 
 
 

Post N° 70

Post n°70 pubblicato il 20 Giugno 2008 da tantiriccirossi
 

MICIO...

Era  arrivato per caso da lei, in un mattino di fine estate;   non sapeva  bene perchè, né aveva mai capito come l’avesse trovata. S’era magicamente materializzato, tra le piante di rose bianche rampicanti che si conquistavano il patio assieme alle azzurre clematidi. Un mattino...proprio quel mattino, mentre, intenta a scrivere, a tutto avrebbe pensato tranne  ad un incontro come quello. Era lì e... la guardava, la osservava, la studiava! Il suo muovere il capo, prima a  destra poi lentamente a sinistra in un altalenare, la metteva a disagio ed allo stesso tempo la incuriosiva. Restò tranquilla, lasciandosi studiare e studiandolo a sua volta, occhi negli occhi ...lo stesso colore verde per entrambi e l’improvvisa sensazione di pace, di una serenità che non si spiegava, per poi... vederlo allontanarsi...

Sorrise divertita, cercando di riprendere  da dove aveva interrotto, ma incapace di concentrarsi, continuava di tanto in tanto a cercare scrutando, con la speranza di rivederlo comparire.

 Andò avanti così per un paio di mattine... un tacito appuntamento. Non avrebbe mai creduto che le stesse entrando nel cuore. Lo capì solo il mattino del terzo giorno!

Continuò a versarsi più volte il caffè americano, cominciando dopo un po’ a tormentare la tazza, tirandola su e giù, facendola battere lentamente, ritmicamente, sul piano di cristallo del tavolino in vimini. Faceva ancora caldo, ma un vento stizzoso, sfogliava le pagine bianche, del suo quaderno d’appunti, dove stava scrivendo una favola  dai profumi d’Irlanda.

Il suo sguardo si lasciava  catturare dai piccoli petali di geranio che staccandosi, cadevano, senza peso e si posavano senza rumore sul pavimento mosaicato del patio.  Mossi dal vento, strisciavano, saltellavano, si rincorrevano e quando si fermavano contro il muretto bianco, ne notava la piccola forma a cuoricino di un bel rosso acceso. Quel soffio irriverente, faceva si che in alcuni momenti si formassero dei piccoli mulinelli dove i piccoli petali danzavano  ordinatamente rotolando a terra e su se stessi. Uno strano malinconico gioco, che assieme al cielo vuoto,  dove le rondini avevano lasciato il posto  al volo saltellante, scomposto e basso di qualche passero, le facevano capire che l’estate era ormai  finita.

Per tutto il tempo, quel  soffio, aveva  rivoltato, scartabellato una dopo l’altra, le pagine bianche che per quel giorno almeno, non si sarebbero viste riempire di parole, pensieri....racconti.

Il raggio di sole che aveva illuminato e scaldato fin dal primo mattino, un ampio spazio del patio, si ritraeva, lasciando posto  all’avanzare dell’ombra, che diventata prepotentemente padrona, donava conforto agli occhi che si riposavano  della troppa luce, mentre l’afa sembrava non avere fine.

Fu un’attesa ...lunga!! Lo sapeva che  non le apparteneva e che non sempre lo avrebbe rivisto nel suo giardino...eppure ne  soffriva la mancanza.  Era l’imbrunire ed ormai aspettava l’arrivo della notte, le gambe alzate sul dondolo che l’accoglieva come una culla, mentre immersa nei morbidi, gonfi cuscini...fissava la fiammella che bruciava essenza di citronella.  Sentì di non essere sola e  spostò lo sguardo, era lì!!  Apparentemente  molto stanco, ma non abbastanza da non poter passare a salutare la sua amica. Lo chiamò sussurrando appena... e lui ...con un solo balzo le saltò in grembo lasciandosi stringere, lasciandosi accarezzare con tutta gioia, che dissolveva il lungo attendere di quella interminabile giornata.

Da quel momento in poi, non si allontanò più da lei! Giorno dopo giorno le vive vicino, donandole amore e calore, tranquillità. Fu lui a sceglierla e lei lo amò subito....

Passando li  si vede,  lui acciambellato al suo fianco, farsi compagnia in un silenzioso trascorrere del tempo...sono lì ancora adesso due castagne in un riccio ...Giuly ed il suo piccolo, dolce micio.. ..

Giuly

 

 
 
 

Post N° 69

Post n°69 pubblicato il 17 Giugno 2008 da tantiriccirossi
 

Vele lontane

Sono silenzi...quelli che nascono dentro...in profondità...non ne trovi l’origine ma li senti crescere e ti portano via...lontano da tutto e da tutti.

E sei sola...ti cerchi...ti insegui, in un vuoto che non  ha colore né suoni... ma solo l’eco di passi e del battito impazzito di un cuore che sembra pronto a schiantarsi contro le paure. Perduta la mente, siedi a guardare il mare aspettando la fine di una giornata senza vento...senza tempo!! Un mare fatto di specchietti che catturano la luce del sole e la  schizzano in piccoli bagliori donati  dalle acque che, calme, come stanche, sembrano chiedere tregua alle maree.

Sono lontane le barche che si muovono riempiendo le vele bianche con un vento che non c’è...che non soffia dal cielo...ma che è fatto di sospiri di quelle acque.  Non si accorge di questo...la gente che riempie la passeggiata domenicale con un monotono chiacchierio...sussurrare incessante, senza tono, senza cadenza. Nessuno legge in quell’ orizzonte la pace di quelle vele che solcano il mare... E’ lì che vorrei riposare il corpo e la mente... è lì che vorrei annegare quel tremore che mi assale, al pensiero che tra un po’ sarà tutto finito... sarà ora di rientrare.

Inseguono i miei sguardi, giochi di nembi bianchi che si trasformano e danno vita a disegni immaginari, che si spostano come una  lenta scenografia di sfondo, in quel  palcoscenico dove si muovono gabbiani che, ad ali spalancate, sfruttano le correnti ascensionali. Ali bianche, vele del cielo... ali piene d’ aria ,fFfcielo... ali piene di aria !..a cadenzaerme sul niente ... ali piene di vuoto.... come le mie braccia, come me!

Ferma è la penna che non sa scrivere i silenzi ... chiusi gli appunti di una favola che parla di risposte che non so trovare, di sorrisi perduti, di sguardi sprecati a fissare il vuoto di questo orizzonte fatto dal tramontare  di una giornata  al mare.. ..

Giuly

 
 
 

Post N° 68

Post n°68 pubblicato il 14 Giugno 2008 da tantiriccirossi
 

NOTTI D'ESTATE

 Siamo in estate... né  quasi primavera né quasi autunno...ma estate!

 Vestiti leggeri...gonne svolazzanti,  scarpe aperte e sole...tanto sole  Non ha importanza che faccia caldo, dopo tanto inverno ben venga anche il caldo!

E’ bello la sera, restare seduti nel patio e sentire il profumo di fieno, d'erba tagliata. Profumo che era stato cancellato dai nostri ricordi, dall’odore dei fumi dei riscaldamenti, che uscivano biancastri dai comignoli e che salivano al cielo nel primo mattino,  gonfi, morbidi, come colonne greche, quasi a voler sorreggere la volta celeste.

Odore di fieno, di fiori...rose, gelsomini, gigli, che arriva a  ondate dal giardino, portato dal soffio del vento.

Nel buio si vedono comparire di tanto in tanto gli intermittenti lanternini di lucciole, che segnalano in un alfabeto morse, a noi sconosciuto, che è stagione di amori.

Ed è estate!!

E’ dolce ascoltare i silenzi che non son tali, ma nascondono la voce di un vento caldo...e di grilli ...e del  batter d’ali di qualche uccello che ancora non ha trovato pace per la notte.

Notti passate, accoccolati nelle poltrone di vimini,  tra i gonfi, morbidi cuscini di fresco cotone, di color bianco  con stampa di rose. Chiudere gli occhi per riposare, lontana dall’arsura delle stanze della casa. Il caldo ti avvolge, si aggrappa alla pelle con piccoli uncini, ti brucia e ti diventa veste aderente che pare  irradiarti di quel fuoco e della luce che da esso ne viene.

Rabbrividire quasi, quando il soffio leggero, che si alza di tanto in tanto, ti accarezza la pelle  madida di sudore... vento che ti soffia sotto la gonna del vestito e ne alza gli orli scoprendo le gambe.  Immobile lo lasci fare mentre passi le mani tra  i capelli per sollevarli... e in quel gesto dettato dall’istinto , sposti  indietro la testa, come se ti aspettassi un bacio che parta dal collo a scenda lentamente. E’ buia la notte, è scuro il cielo, che sembra, con quelle stelle, rispondere ai segnali d’amore di quelle lucciole, che instancabili, ti volano vicino e ti si posano su di una spalla, sul vestito, su  di un ricciolo... ed è un sorriso che ti sposta gli angoli della bocca.

Il bicchiere sul tavolino, che appannato lascia scivolare una goccia, t’invita a bere, prima che il ghiaccio si sciolga completamente.

Sa di pace  questa notte, mentre, tra i contorni dei monti, simili ai seni di donna che riposa, spunta il bagliore di una luna che sembra sorridere, senti la serenità invaderti l’anima...

Non ci sono dolori, in notti come queste, non ci sono rimpianti. Arrivano le note lontane di canzoni, si balla stasera nel parco poco lontano da casa.

Io ascolto, in silenzio....

Certezze!  Che diventano sogni, che s’infilano in un rosario da sgranare...che ti prendono e ti portano lontano, dove niente può nuocerti.... Solo un sospiro ti esce di tanto in tanto per dire a  te stessa, che è arrivata un’altra  estate.. ..

Giuly

 
 
 

Post N° 67

Post n°67 pubblicato il 12 Giugno 2008 da tantiriccirossi
 

DESIDERI

Non si resta per sempre sperdute nel vuoto! Non si resta per sempre in balia del non sapere, del non capire. Sarebbe facile, non cercare, non volere e non desiderare di sapere. E’ facile restare chiusi nel proprio tenero guscio di lumaca, credendo di essere al sicuro, inattaccabili, inespugnabili. Lo s’incontra per caso il desiderio, ci si sbatte contro violentemente e si viene sobbalzati all'indietro. Un colpo secco, senza essersi accorti che era lì che ci veniva contro, senza accorgersi che tutto era un gioco predestinato.  Solo quel colpo secco, violento... e ti giri a chiedere scusa, pensando che il nostro andare sempre di corsa ci abbia distratte... e proprio in quel momento, senti che sta cambiano qualcosa...ma cosa?? Desiderare, di sapere “come”...di capire “perché”...di precisare “quando”!  Ed è sangue, quella pasta incandescente che ti scorre nelle vene e cristallizza all’altezza del cuore...della mente, quando il desiderio scava tortuosi cunicoli, quando ti fora dentro architettando intricati percorsi che rendono  il tuo corpo e la tua anima, un pizzo traforato da gallerie immensamente vuote, che ti rendono fragile, sgretolabile. E’ una melodia flautata, che sale al cielo. Un suono, il nostro, melodico concerto che riempie l’aria, che nasce  dal lasciarsi attraversare da sospiri, ingoiati rabbiosamente. Suoni che riempiono il vento, perché di vento son fatti! Note, che si scompongono in un volo privo di peso e volteggiano come piccole piume d’angelo,  mentre il sole di un tramonto si lascia guardare e definire, senza potersi nascondere ancora al tuo sguardo, incapace di ferire, di mascherarsi! E sono papaveri in un campo di grano, quei sogni intinti di rosso, che sgocciolano ancora di quel sangue, ancora fiammeggiante che... ti ha incenerito le vene. 

Guardinga, ti aggiri in quei meandri, in cerca di risposte, di certezze, di qualunque informazione  e ti stringi, ti acciambelli, nel tentativo di proteggere quel poco che rimane in te di  quel  "desiderio" di vivere 
Giuly

 
 
 

Post N° 66

Post n°66 pubblicato il 10 Giugno 2008 da tantiriccirossi
 

Lampi di luce

Un lampo di luce, quello che squarcia drappi neri, spessi come feltro. Nembi che sembrano voler coprire, soffocare e spegnere un fuoco, quello che brucia dentro e che è l’essenza della vita.

Ed è un bagliore, che  penetra quelle nubi, le trafigge e prepotentemente le attraversa e quasi a mostrare un percorso, ti arriva agli occhi, ti abbaglia...ti strappa il respiro e ti obbliga ad alzare la mano per schermarti e non rischiare di venire colpita. Lampi che portando luce, ti offrono la possibilità di sperare. Colpite, ferite...si spostano accartocciandosi in un movimento di dolore, che esprimono con un  pianto a dirotto, e si sciolgono disperate in quella goccia  d’ acqua, che lava, lenisce e...purifica. Anime che volano alleggerite del dolore, s’incontrano in quella strana atmosfera,  si scontrano ed abbracciano, mentre muore la rabbia che scuote le onde di un mare in tormento.

Si placa il vento, tutto sembra restare sospeso in un vuoto irreale, non c’è movimento né suono, il solo rimbombo del nulla e tu... lì, ferma nel mezzo...risucchiata, ingoiata nel tempo, nello spazio. Ferma l’onda, ferma la costa che travolta, sfinita, sgretolata, dalla furia che l’ha frustata, gronda di quell’acqua che l’ha impietosamente colpita. Respirare ora è dolce, illuminata da quella luce che filtra...ed ascoltare!! Ad occhi chiusi ed il viso rivolto al cielo, il racconto di un mare che ora parla d’amore. Sono parole dolci, sono sospiri di un vento che altro non vuole, che asciugare l’aria umida, che si posa come un sottile velo bagnando, le foglie dei gigli di mare. E’ lento il cammino...ma è ora di andare, di correre senza indugiare e senza timore... abbracciare un sogno, che ci si porta da sempre nel cuore.

Giuly

 
 
 

Post N° 65

Post n°65 pubblicato il 05 Giugno 2008 da tantiriccirossi
 

Oltre le barriere

Trovare un senso a quello che spesso accade e che non ha una spiegazione.

Cercare di capire ed inquadrare quello che ci si scatena contro e che tutti chiamano vita.

Guardare da fuori, come se potessimo liberarci del corpo, cercando d’impaginare, storie, atmosfere, momenti e luoghi.

Vedere sulla spiaggia qualcuno che immobile, fissa  l’orizzonte  senza cercare, senza interesse...la mente persa in una chiara follia.

Dove finisce, l’essere e l’esistere...e  dove ne è l’inizio?

Vita burrasca,  che spezza gli scafi, schiantandoli contro gli scogli, mentre gocce di salsedine incrostano le vele che il vento gonfia e spinge,  che sbatte e accartoccia senza pietà.

Tormento che strappa  alle candide vele, un rumore, un lamento altrimenti inesistente, perché sono mute le vele.

 Infame burrasca che toglie, ferisce e regala una voce, un grido, un urlo...per il gusto puro, di sentire la voce del dolore.

Ed è un  lottare, un affrontarsi, un difendersi ed attaccare...e quando tutto finisce ...E’ PACE!

Vita soffiata...risucchiata, sputata lontano!! Vento di Mistral che impietoso accompagna la risacca e ne controlla l’abbattersi con furia sulla costa, che immobile si lascia sommergere, sgretolare, travolgere...senza potersi opporre.

E’ ancora  seduta quella sagoma, che sembra guardare le sue vele distrutte e disperse in  cielo, come aquiloni, come ali di bianchi gabbiani che lasciano la terra verso il mare.

Piove inesorabilmente, acqua che ha sapore di sale, ne inzuppa i capelli e le vesti leggere...ma non si muove, non sente quel sale, hanno in fondo lo stesso sapore le lacrime..

Avanti a solcare quei mari, viso contro il vento, contro la furia....senza paura, ma solo rimpianti e la speranza che quella barriera che limita la risalita al cielo di quell'acqua, che ti bagnerà le labbra senza lasciartele bruciate dal sale, cada e ti permetta la risalita verso la luce del sole.

Giuly

 

 
 
 

Post N° 64

Post n°64 pubblicato il 03 Giugno 2008 da tantiriccirossi

Guardami!

E non è un canto quello che esce da pensieri che tormentano e ritornano.

Non è un sussurrato sospiro la tentazione che ti spinge contro la tua volontà.

Nessuna melodia,  che accompagni l’implodere della mente...ma un urlo, un disperato urlo che ti muore in gola e ti soffoca.

Tornare indietro, nel tempo, nella follia ...tenendo la testa tra le mani!!  Muta, ma non sorda al dolore.

Posare passi stanchi su prati che trasformano l’erba sui cui posi i tuoi piedi scalzi, in cardi spinosi. Avanzare comunque, a testa alta, ormai sfinita, rassegnata, tra rovi che ti strappano i capelli e li muovono al vento come un triste trofeo.

E  quegli sguardi ciechi, scagliati contro, mentre l’unica cosa chiesta ...è d’essere vista e non guardata.

Giuly

 
 
 

Post N° 63

Post n°63 pubblicato il 01 Giugno 2008 da tantiriccirossi
 

Andando verso il mare..

Si cammina lentamente, tra la gente che si riversa nei vicoli, dove ancora l’ombra e la brezza che arriva  dal mare , regala a tratti un sollievo dal caldo di quel pomeriggio. Per tutto il giorno il sole ha incendiato  le case imbiancate a calce, del vecchio borgo. Dalle persiane di legno verniciate di un verde sgargiante e leggermente accostate, profumi di un tempo che sapevano di canfora e naftalina  attraversano l’aria  regalando così una sensazione di pulito. Le pareti colpite dalla luce del sole, diventano accecanti e balconi con vecchie ringhiere in ferro battuto espongono  vaschette di gerani di un rosso fiammante. Gli occhi restano  socchiusi davanti a tanta luce  e... stanchi , trovano sollievo , quando  si entra nelle piccole botteghe che  offrono  sempre gli stessi, insostituibili ricordi. Profumi di vaniglia e zucchero a velo arrivano a folate, soffiate da un venticello leggero e monello, che gioca  passando attraverso le gonne e scompigliando dolcemente i capelli, che liberi giocano con l’aria e si lasciano accarezzare da quel soffio.  E’ un incanto arrivare...finisce il cammino su di una terrazza che affaccia sul mare. E’ quello il momento in cui il tempo non ha tempo...

Il cielo e quell’acqua s’incontrano in un dolce raccontarsi ed in un ancor più dolce accarezzarsi... e nell’attendere che il suo azzurro si colori dei fuochi di un tramonto, respirare un amore che malandrino ti ha fatto versare qualche lacrima...e che ancora ti strappa qualche sospiro, mentre le bouganville  sembrano voler lanciare con il loro rigoglioso fiorire in un’ esplosione di colore,  un muto urlo di gioia a questa vita.

Giuly

 

 
 
 

 
 

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questo è per Giuly

Per te, che ti fai i cavoletti tuoi ma che ti preoccupi sempre dei cavoletti altrui.

Giuly


.Sai...io lo leggo dai tuoi post e dai commenti che lasciano i tuoi amici

Potevo forse non far incidere che sei una forza della natura?

...e cos'altro dire?

Ogni altra parola sarebbe solo banale.
Ciao, carissima amica!
Grazie Theo "ogni altra parola sarebbe solo banale" se detta ad un amico che sa leggerti nel cuore.

 

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