Creato da kolben60 il 08/10/2006

Kolben@

matto alternato

 

 

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.. STI CAZZI..!

Post n°634 pubblicato il 11 Luglio 2007 da kolben60
 

Nasce un nuovo blog di tendenza.

Sull'onda degli ultimi successi editoriali, con la benedizione di LiberoBlog, che ne garantira' anche la promozione,
prende vita il blog collettivo "..STI CAZZI..!"
dove tutti potranno esporre, in qualita' di MEMBRI, le proprie minchiate.
(cliccate sulla foto per ingrandirla , ma attenti all'erezione)

Il fondatore PROBOSCIDE, in un comunicato ufficiale dichiara:
"oltre a tutta la redazione di LiberoBlog, anche Kolben e MeSoRottoLePalle, faranno parte dei selezionatori del materiale ricevuto."

Io prevedo un DURO lavoro, saranno cazzi amari?.

Kolben

Commenti al Post:
back2thecommunity
back2thecommunity il 11/07/07 alle 11:59 via WEB
in questi giorni ho molto lavoro ma appena posso leggo e commneto gli ultimi post :) un bacio
 
 
kolben60
kolben60 il 11/07/07 alle 12:01 via WEB
Ciao Romi, ci manchiiiiiiii
 
kolben60
kolben60 il 11/07/07 alle 16:41 via WEB
LUPO_NERO dove sei in giro a fare danno???
 
 
LUPO_NERO_M
LUPO_NERO_M il 11/07/07 alle 16:50 via WEB
in giro a far danno :)))
 
   
kolben60
kolben60 il 11/07/07 alle 16:56 via WEB
dopo SSl si incacchia...
 
     
LUPO_NERO_M
LUPO_NERO_M il 11/07/07 alle 16:59 via WEB
ma no..non sto insultando nessuno :))
 
     
kolben60
kolben60 il 11/07/07 alle 17:19 via WEB
e' permalosa..
 
LUPO_NERO_M
LUPO_NERO_M il 11/07/07 alle 17:28 via WEB
prof me ne vado..buona serata..
 
 
kolben60
kolben60 il 11/07/07 alle 17:29 via WEB
ciao Lupo a domani..
 
kolben60
kolben60 il 11/07/07 alle 21:23 via WEB
buonasera..
 
LUPO_NERO_M
LUPO_NERO_M il 11/07/07 alle 22:18 via WEB
Eshal pensa ai post tuoi che hanno bisogno di te..e sparisci dalla mia vista!!
 
resinastreet
resinastreet il 11/07/07 alle 22:53 via WEB
kolben,questa sera non riesco a trovare quella troia di tua madre,chi dei tuoi amici mi fa una pompa per 2 euro??
 
 
LUPO_NERO_M
LUPO_NERO_M il 11/07/07 alle 23:03 via WEB
in compenso vedo che ti piace prenderlo nel culo pero'...eh bravo u napoletane camorriste duu cazz...ma comme si F E S S!!!!!
 
resinastreet
resinastreet il 12/07/07 alle 01:40 via WEB
Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 21:44 via WEB ahahahahahahahahaha CHE RIDERE..UN POSTI DI FIGLI DI VACCA CHE SI DIVERTONO COME I BAMBINI PICCOLI.. (Rispondi) Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 21:45 via WEB SACO DI MERDA LA TUA PUZZA SUPERA ANCHE LA TUA STUPIDITA'.. (Rispondi) Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 21:46 via WEB HEI RAZZISTI DEL CAZZO..SUPPONGO NON VI SI ALZI PIU' VISTO L'IMPEGNO CHE METTETE NEL PARTORIRE QUESTE BOIATE INFANTILI..MA USATE QUALCHE PILLOLA O SIETE STUPIDI COSI DI NATURA? W IL VESUVIO CMQ.. (Rispondi) Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 21:47 via WEB SACO DI MERDA CI LEGGIAMO PRESTO..PORTA PURE IL KAMPER CHE CI FACCIAMO UN PO' DI CAMPEGGIO.. (Rispondi) Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 21:49 via WEB SCUSA NA DOMANDA..MA STA SQUADRA DI MERDA CHE SI VEDE QUA' MA CHE E' LA CREMA DELLA CREMA DELLA CREMA DELLA VOSTRA FISICITA'?????AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAH ATTENZIONE ALLE SCORREGGE CHE VOLATE VIA MOLLUSCHI!!! (Rispondi) Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 21:50 via WEB CIAO FIGLI DI VACCA..A PRESTO..AH..NATURALMENTE W IL DUCE!! (Rispondi)
 
resinastreet
resinastreet il 12/07/07 alle 01:41 via WEB
Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 22:10 via WEB Stragi comuniste Vittime dichiarate dai responsabili diretti - In Russia c'è stata un'unica dichiarazione nel 1942 da parte di Stalin a Churchill, il quale la riporta nella sua opera La seconda guerra mondiale: "Dieci milioni" (di contadini, al tempo della collettivizzazione della terra - N.d.R.) "rispose Stalin alzando entrambe le mani: fu una lotta terribile che durò ben quattro anni¿ più terribile di quella contro i nazisti". In Cina si è avuta l'8 ottobre 1971 una dichiarazione di Mao Sedong all'imperatore d'Etiopia Hailé Sellassié in visita ufficiale a Pechino: Mao affermò che il costo in vite umane "delle vittorie del socialismo" dal 1949 (anno della proclamazione della repubblica popolare cinese) era stato di "cinquanta milioni di morti". Turbato Hailé Sellassié (il quale, ricordiamolo, sarebbe stato dopo qualche anno ucciso a sua volta dai comunisti etiopici) "fece notare che tale cifra rappresentava il doppio della popolazione dell'Etiopia: ma soltanto una percentuale di quella della Cina, precisò Mao". (C. e J. Broyelle, Apocalypse Mao, Crassei, Parigi, 1980.) In Unione Sovietica infatti la lotta (guidata da Stalin) ai contadini piccoli proprietari ('dekulakizzazione') comportò nel 1929 e 1930 la deportazione-sterminio di 10 milioni di kulaki, più 5 milioni di subkulaki, cui seguirono 6 milioni di morti di fame nella conseguente carestia 'artificiale' del 1931-32 (con molti casi di cannibalismo). Vennero dunque sacrificate complessivamente 21 milioni di persone. Bisogna dire che questa fu la maggiore di tutte le 'repressioni' effettuate in Unione Sovietica. L'avevano però preceduta altre 'repressioni' con molti milioni di vittime, tra cui, sotto la guida di Lenin, quella (fra il 1918 e il 1921) delle classi considerate più propriamente 'sfruttatrici', ossia nobiltà, clero e borghesia; e dopo il 1921 la 'repressione', sempre guidata da Lenin, dei cosiddetti 'piccolo-borghesi' (analoghi ai nostri socialdemocratici). Una volta collettivizzati i contadini, in Unione Sovietica non esistevano più classi 'sfruttatrici', per cui (1936, anno della "nuova costituzione staliniana") Stalin cessò le 'repressioni' e passò all'epurazione sistematica di tutti gli strati della società, inclusi quelli comunisti alti e bassi (1). Anche al vertice la violenza fu tale che delle 31 persone che dal 1919 al 1938 avevano fatto parte dei 'politburo' di Lenin e di Stalin, 19 vennero fucilate, 2 si suicidarono, 4 morirono di morte naturale, solo 6 sopravvissero a Stalin. Dei comunisti di rango minore nel solo 1937 ne vennero fucilati 400.000. Ci si immagini cosa dovette subire il resto della popolazione. In parallelo alle fucilazioni anche i lager (col loro ingente stillicidio di morti) vennero moltiplicati fino a contenere 15 milioni di persone. Quante furono in totale le vittime in Unione Sovietica? Lo si sapeva già da tempo, e se ne conosceva la documentazione, comunque il 28 ottobre 1994 in un discorso al Parlamento russo (Duma) Solgenitsin ha affermato che furono 60 milioni: nessuno, sia in Parlamento che fuori, ha sollevato obiezioni. Circa le stragi verificatesi in Cambogia (dove dal 1975 al 1978 vennero dai "Khmer rossi" fatte morire 2 milioni di persone, cioè in soli tre anni circa un terzo dell'intera popolazione) riferiremo meglio più avanti. Negli altri paesi in cui i comunisti hanno preso il potere si ebbero (secondo il recente calcolo minimale di S. Courtois, Le livre noir du communisme, Laffort, Parigi 1997): in Corea del Nord 2 milioni di vittime, in Viet Nam 1 milione, nell'Europa dell'Est 1 milione, in Africa 1.700.000, in Afganistan 1.500.000. Veniamo alla Cina. Avvertiamo che in merito disponiamo di dati molto meno dettagliati che per la Russia. In ogni caso gli stermini in quel paese sono da raggruppare in tre grandi periodi. Anzitutto dal 1949 al 1958 ci furono le "Campagne di liquidazione politica", ossia d'eliminazione degli avversari (sopratutto nazionalisti vinti): secondo diverse fonti decine di milioni di persone. Nel 1959 ebbe inizio, col "Grande balzo in avanti", il secondo e massimo sterminio, nel corso del quale i contadini vennero espropriati e costretti nelle "Comuni popolari" (notizia questa che produsse un'incredibile esaltazione nei nostri intellettuali di sinistra). In realtà "nel 1960 il raccolto mancò in circa 60 dei 105 milioni di ettari messi a cultura", il che provocò la più terribile carestia della storia (anche questa dunque 'artificiale'). Secondo il grande sinologo Lazio Ladany (che fu per decenni redattore a Hong Kong del notiziario China News Analisys da cui hanno sempre attinto materia praticamente tutti i grandi giornali occidentali) tra il 1959 e il 1962 i soli morti per fame furono 50 milioni. In Occidente questa cifra venne (e viene tuttora) tenuta nascosta dalla grande stampa. Il terzo enorme sterminio in Cina è legato alla "Grande rivoluzione culturale proletaria" che ebbe inizio nel 1966 e si trascinò in vario modo fino al 1976, anno della morte di Mao. Quante furono complessivamente le vittime del comunismo in Cina? Riteniamo che, in mancanza di dati precisi, meglio d'ogni altra cosa ce lo indichi un importante studio demografico (di Paul Paillat e Alfred Sauvy sulla rivista Population nel 1974) pubblicato a Parigi dopo che Pechino ebbe finalmente resi pubblici i dati statistici relativi alla popolazione: nelle statistiche cinesi risultavano con chiarezza mancanti 150 milioni di persone. Seguirono altri studi demografici, che confermarono, e misero in luce importanti particolari. Interpellato in merito (2), il sinologo Lazlo Ladany ha risposto di ritenere la cifra di 150 milioni corrispondente a realtà, "anche se non è possibile darne dimostrazione". nonostante il tentativo comunista di nascondere i fatti oggi abbiamo una visione abb chiara di cosa in realtà sia successo..mussolini dopo le tante cose positive fatte in politiche sociali si è trovato in mezzo ad una guerra mondiale..egli ha tenuto l'italia miracolosamente fuori dalla guerra per un anno..resistendo alle pressioni naziste!! dopo questo anno il pazzo tedesco ha minacciato di fare all'italia quello che veniva fatto ad ebrei e polacchi,a quel punto mussolini ha dovuto capitolare allo strapotere militare tedesco e da quando i nazisti sono entrati in italia di fatto il fascismo non ha comandato piu' il paese!!o si faceva come diceva il tedesco o gli italiani tutti sarebbero stati truc*idati!! è cosi semplice che è altrettanto vergognosa la speculazione igno*bile fatta dagli storici comunisti e altrettanto mesc*hino il lavaggio del cervello fatto ai ragazzi dai libri di biagi e co.. Il comunismo non è morto con la fine dell'impero sovietico. Come violenza totalitaria è finito in Europa: i centri sociali, appoggiati e difesi dai partiti di sinistra, con le loro violente manifestazioni miste ad azioni delittuose impunite, ne sono la prova. Questa diabolica ideologia esiste ancora in pienezza in Cina, in Vietnam, nel Laos, a Cuba, nella Corea del Nord. Come menzogna, esiste pienamente in Italia. E la sua menzogna consiste nel dire che i comunisti non ci sono più. Come sempre la menzogna è evidente. Tutti i dirigenti Ds vengono dal PCI. Ed essi non hanno mai detto: il PCI ha sbagliato; gli anticomunisti hanno sempre avuto ragione. No, niente di tutto ciò. Invece dicono: il PCI è sempre stato antisovietico. E tutti sanno che anche questo non è vero. Eppure tanta è la potenza demoniaca di seduzione del comunismo, che tutti credono a questa evidente menzogna. Questa è la vera capacità diabolica del comunismo: fa mentire contro la verità conosciuta. il comunista non solo è invidioso,ma gioisce nel vedere individui "benestanti "regredire economicamente;e la sua gioia è maggiore in questo senso ,che non nel raggiungere egli stesso un benessere maggioreDatemi retta i comunisti vanno annientati non fidatevi mai,sono traditori e non sanno cosa sia la parola d"onore (Rispondi)
 
resinastreet
resinastreet il 12/07/07 alle 01:41 via WEB
Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 22:10 via WEB Stragi comuniste Vittime dichiarate dai responsabili diretti - In Russia c'è stata un'unica dichiarazione nel 1942 da parte di Stalin a Churchill, il quale la riporta nella sua opera La seconda guerra mondiale: "Dieci milioni" (di contadini, al tempo della collettivizzazione della terra - N.d.R.) "rispose Stalin alzando entrambe le mani: fu una lotta terribile che durò ben quattro anni¿ più terribile di quella contro i nazisti". In Cina si è avuta l'8 ottobre 1971 una dichiarazione di Mao Sedong all'imperatore d'Etiopia Hailé Sellassié in visita ufficiale a Pechino: Mao affermò che il costo in vite umane "delle vittorie del socialismo" dal 1949 (anno della proclamazione della repubblica popolare cinese) era stato di "cinquanta milioni di morti". Turbato Hailé Sellassié (il quale, ricordiamolo, sarebbe stato dopo qualche anno ucciso a sua volta dai comunisti etiopici) "fece notare che tale cifra rappresentava il doppio della popolazione dell'Etiopia: ma soltanto una percentuale di quella della Cina, precisò Mao". (C. e J. Broyelle, Apocalypse Mao, Crassei, Parigi, 1980.) In Unione Sovietica infatti la lotta (guidata da Stalin) ai contadini piccoli proprietari ('dekulakizzazione') comportò nel 1929 e 1930 la deportazione-sterminio di 10 milioni di kulaki, più 5 milioni di subkulaki, cui seguirono 6 milioni di morti di fame nella conseguente carestia 'artificiale' del 1931-32 (con molti casi di cannibalismo). Vennero dunque sacrificate complessivamente 21 milioni di persone. Bisogna dire che questa fu la maggiore di tutte le 'repressioni' effettuate in Unione Sovietica. L'avevano però preceduta altre 'repressioni' con molti milioni di vittime, tra cui, sotto la guida di Lenin, quella (fra il 1918 e il 1921) delle classi considerate più propriamente 'sfruttatrici', ossia nobiltà, clero e borghesia; e dopo il 1921 la 'repressione', sempre guidata da Lenin, dei cosiddetti 'piccolo-borghesi' (analoghi ai nostri socialdemocratici). Una volta collettivizzati i contadini, in Unione Sovietica non esistevano più classi 'sfruttatrici', per cui (1936, anno della "nuova costituzione staliniana") Stalin cessò le 'repressioni' e passò all'epurazione sistematica di tutti gli strati della società, inclusi quelli comunisti alti e bassi (1). Anche al vertice la violenza fu tale che delle 31 persone che dal 1919 al 1938 avevano fatto parte dei 'politburo' di Lenin e di Stalin, 19 vennero fucilate, 2 si suicidarono, 4 morirono di morte naturale, solo 6 sopravvissero a Stalin. Dei comunisti di rango minore nel solo 1937 ne vennero fucilati 400.000. Ci si immagini cosa dovette subire il resto della popolazione. In parallelo alle fucilazioni anche i lager (col loro ingente stillicidio di morti) vennero moltiplicati fino a contenere 15 milioni di persone. Quante furono in totale le vittime in Unione Sovietica? Lo si sapeva già da tempo, e se ne conosceva la documentazione, comunque il 28 ottobre 1994 in un discorso al Parlamento russo (Duma) Solgenitsin ha affermato che furono 60 milioni: nessuno, sia in Parlamento che fuori, ha sollevato obiezioni. Circa le stragi verificatesi in Cambogia (dove dal 1975 al 1978 vennero dai "Khmer rossi" fatte morire 2 milioni di persone, cioè in soli tre anni circa un terzo dell'intera popolazione) riferiremo meglio più avanti. Negli altri paesi in cui i comunisti hanno preso il potere si ebbero (secondo il recente calcolo minimale di S. Courtois, Le livre noir du communisme, Laffort, Parigi 1997): in Corea del Nord 2 milioni di vittime, in Viet Nam 1 milione, nell'Europa dell'Est 1 milione, in Africa 1.700.000, in Afganistan 1.500.000. Veniamo alla Cina. Avvertiamo che in merito disponiamo di dati molto meno dettagliati che per la Russia. In ogni caso gli stermini in quel paese sono da raggruppare in tre grandi periodi. Anzitutto dal 1949 al 1958 ci furono le "Campagne di liquidazione politica", ossia d'eliminazione degli avversari (sopratutto nazionalisti vinti): secondo diverse fonti decine di milioni di persone. Nel 1959 ebbe inizio, col "Grande balzo in avanti", il secondo e massimo sterminio, nel corso del quale i contadini vennero espropriati e costretti nelle "Comuni popolari" (notizia questa che produsse un'incredibile esaltazione nei nostri intellettuali di sinistra). In realtà "nel 1960 il raccolto mancò in circa 60 dei 105 milioni di ettari messi a cultura", il che provocò la più terribile carestia della storia (anche questa dunque 'artificiale'). Secondo il grande sinologo Lazio Ladany (che fu per decenni redattore a Hong Kong del notiziario China News Analisys da cui hanno sempre attinto materia praticamente tutti i grandi giornali occidentali) tra il 1959 e il 1962 i soli morti per fame furono 50 milioni. In Occidente questa cifra venne (e viene tuttora) tenuta nascosta dalla grande stampa. Il terzo enorme sterminio in Cina è legato alla "Grande rivoluzione culturale proletaria" che ebbe inizio nel 1966 e si trascinò in vario modo fino al 1976, anno della morte di Mao. Quante furono complessivamente le vittime del comunismo in Cina? Riteniamo che, in mancanza di dati precisi, meglio d'ogni altra cosa ce lo indichi un importante studio demografico (di Paul Paillat e Alfred Sauvy sulla rivista Population nel 1974) pubblicato a Parigi dopo che Pechino ebbe finalmente resi pubblici i dati statistici relativi alla popolazione: nelle statistiche cinesi risultavano con chiarezza mancanti 150 milioni di persone. Seguirono altri studi demografici, che confermarono, e misero in luce importanti particolari. Interpellato in merito (2), il sinologo Lazlo Ladany ha risposto di ritenere la cifra di 150 milioni corrispondente a realtà, "anche se non è possibile darne dimostrazione". nonostante il tentativo comunista di nascondere i fatti oggi abbiamo una visione abb chiara di cosa in realtà sia successo..mussolini dopo le tante cose positive fatte in politiche sociali si è trovato in mezzo ad una guerra mondiale..egli ha tenuto l'italia miracolosamente fuori dalla guerra per un anno..resistendo alle pressioni naziste!! dopo questo anno il pazzo tedesco ha minacciato di fare all'italia quello che veniva fatto ad ebrei e polacchi,a quel punto mussolini ha dovuto capitolare allo strapotere militare tedesco e da quando i nazisti sono entrati in italia di fatto il fascismo non ha comandato piu' il paese!!o si faceva come diceva il tedesco o gli italiani tutti sarebbero stati truc*idati!! è cosi semplice che è altrettanto vergognosa la speculazione igno*bile fatta dagli storici comunisti e altrettanto mesc*hino il lavaggio del cervello fatto ai ragazzi dai libri di biagi e co.. Il comunismo non è morto con la fine dell'impero sovietico. Come violenza totalitaria è finito in Europa: i centri sociali, appoggiati e difesi dai partiti di sinistra, con le loro violente manifestazioni miste ad azioni delittuose impunite, ne sono la prova. Questa diabolica ideologia esiste ancora in pienezza in Cina, in Vietnam, nel Laos, a Cuba, nella Corea del Nord. Come menzogna, esiste pienamente in Italia. E la sua menzogna consiste nel dire che i comunisti non ci sono più. Come sempre la menzogna è evidente. Tutti i dirigenti Ds vengono dal PCI. Ed essi non hanno mai detto: il PCI ha sbagliato; gli anticomunisti hanno sempre avuto ragione. No, niente di tutto ciò. Invece dicono: il PCI è sempre stato antisovietico. E tutti sanno che anche questo non è vero. Eppure tanta è la potenza demoniaca di seduzione del comunismo, che tutti credono a questa evidente menzogna. Questa è la vera capacità diabolica del comunismo: fa mentire contro la verità conosciuta. il comunista non solo è invidioso,ma gioisce nel vedere individui "benestanti "regredire economicamente;e la sua gioia è maggiore in questo senso ,che non nel raggiungere egli stesso un benessere maggioreDatemi retta i comunisti vanno annientati non fidatevi mai,sono traditori e non sanno cosa sia la parola d"onore (Rispondi)
 
resinastreet
resinastreet il 12/07/07 alle 01:41 via WEB
Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 22:10 via WEB Stragi comuniste Vittime dichiarate dai responsabili diretti - In Russia c'è stata un'unica dichiarazione nel 1942 da parte di Stalin a Churchill, il quale la riporta nella sua opera La seconda guerra mondiale: "Dieci milioni" (di contadini, al tempo della collettivizzazione della terra - N.d.R.) "rispose Stalin alzando entrambe le mani: fu una lotta terribile che durò ben quattro anni¿ più terribile di quella contro i nazisti". In Cina si è avuta l'8 ottobre 1971 una dichiarazione di Mao Sedong all'imperatore d'Etiopia Hailé Sellassié in visita ufficiale a Pechino: Mao affermò che il costo in vite umane "delle vittorie del socialismo" dal 1949 (anno della proclamazione della repubblica popolare cinese) era stato di "cinquanta milioni di morti". Turbato Hailé Sellassié (il quale, ricordiamolo, sarebbe stato dopo qualche anno ucciso a sua volta dai comunisti etiopici) "fece notare che tale cifra rappresentava il doppio della popolazione dell'Etiopia: ma soltanto una percentuale di quella della Cina, precisò Mao". (C. e J. Broyelle, Apocalypse Mao, Crassei, Parigi, 1980.) In Unione Sovietica infatti la lotta (guidata da Stalin) ai contadini piccoli proprietari ('dekulakizzazione') comportò nel 1929 e 1930 la deportazione-sterminio di 10 milioni di kulaki, più 5 milioni di subkulaki, cui seguirono 6 milioni di morti di fame nella conseguente carestia 'artificiale' del 1931-32 (con molti casi di cannibalismo). Vennero dunque sacrificate complessivamente 21 milioni di persone. Bisogna dire che questa fu la maggiore di tutte le 'repressioni' effettuate in Unione Sovietica. L'avevano però preceduta altre 'repressioni' con molti milioni di vittime, tra cui, sotto la guida di Lenin, quella (fra il 1918 e il 1921) delle classi considerate più propriamente 'sfruttatrici', ossia nobiltà, clero e borghesia; e dopo il 1921 la 'repressione', sempre guidata da Lenin, dei cosiddetti 'piccolo-borghesi' (analoghi ai nostri socialdemocratici). Una volta collettivizzati i contadini, in Unione Sovietica non esistevano più classi 'sfruttatrici', per cui (1936, anno della "nuova costituzione staliniana") Stalin cessò le 'repressioni' e passò all'epurazione sistematica di tutti gli strati della società, inclusi quelli comunisti alti e bassi (1). Anche al vertice la violenza fu tale che delle 31 persone che dal 1919 al 1938 avevano fatto parte dei 'politburo' di Lenin e di Stalin, 19 vennero fucilate, 2 si suicidarono, 4 morirono di morte naturale, solo 6 sopravvissero a Stalin. Dei comunisti di rango minore nel solo 1937 ne vennero fucilati 400.000. Ci si immagini cosa dovette subire il resto della popolazione. In parallelo alle fucilazioni anche i lager (col loro ingente stillicidio di morti) vennero moltiplicati fino a contenere 15 milioni di persone. Quante furono in totale le vittime in Unione Sovietica? Lo si sapeva già da tempo, e se ne conosceva la documentazione, comunque il 28 ottobre 1994 in un discorso al Parlamento russo (Duma) Solgenitsin ha affermato che furono 60 milioni: nessuno, sia in Parlamento che fuori, ha sollevato obiezioni. Circa le stragi verificatesi in Cambogia (dove dal 1975 al 1978 vennero dai "Khmer rossi" fatte morire 2 milioni di persone, cioè in soli tre anni circa un terzo dell'intera popolazione) riferiremo meglio più avanti. Negli altri paesi in cui i comunisti hanno preso il potere si ebbero (secondo il recente calcolo minimale di S. Courtois, Le livre noir du communisme, Laffort, Parigi 1997): in Corea del Nord 2 milioni di vittime, in Viet Nam 1 milione, nell'Europa dell'Est 1 milione, in Africa 1.700.000, in Afganistan 1.500.000. Veniamo alla Cina. Avvertiamo che in merito disponiamo di dati molto meno dettagliati che per la Russia. In ogni caso gli stermini in quel paese sono da raggruppare in tre grandi periodi. Anzitutto dal 1949 al 1958 ci furono le "Campagne di liquidazione politica", ossia d'eliminazione degli avversari (sopratutto nazionalisti vinti): secondo diverse fonti decine di milioni di persone. Nel 1959 ebbe inizio, col "Grande balzo in avanti", il secondo e massimo sterminio, nel corso del quale i contadini vennero espropriati e costretti nelle "Comuni popolari" (notizia questa che produsse un'incredibile esaltazione nei nostri intellettuali di sinistra). In realtà "nel 1960 il raccolto mancò in circa 60 dei 105 milioni di ettari messi a cultura", il che provocò la più terribile carestia della storia (anche questa dunque 'artificiale'). Secondo il grande sinologo Lazio Ladany (che fu per decenni redattore a Hong Kong del notiziario China News Analisys da cui hanno sempre attinto materia praticamente tutti i grandi giornali occidentali) tra il 1959 e il 1962 i soli morti per fame furono 50 milioni. In Occidente questa cifra venne (e viene tuttora) tenuta nascosta dalla grande stampa. Il terzo enorme sterminio in Cina è legato alla "Grande rivoluzione culturale proletaria" che ebbe inizio nel 1966 e si trascinò in vario modo fino al 1976, anno della morte di Mao. Quante furono complessivamente le vittime del comunismo in Cina? Riteniamo che, in mancanza di dati precisi, meglio d'ogni altra cosa ce lo indichi un importante studio demografico (di Paul Paillat e Alfred Sauvy sulla rivista Population nel 1974) pubblicato a Parigi dopo che Pechino ebbe finalmente resi pubblici i dati statistici relativi alla popolazione: nelle statistiche cinesi risultavano con chiarezza mancanti 150 milioni di persone. Seguirono altri studi demografici, che confermarono, e misero in luce importanti particolari. Interpellato in merito (2), il sinologo Lazlo Ladany ha risposto di ritenere la cifra di 150 milioni corrispondente a realtà, "anche se non è possibile darne dimostrazione". nonostante il tentativo comunista di nascondere i fatti oggi abbiamo una visione abb chiara di cosa in realtà sia successo..mussolini dopo le tante cose positive fatte in politiche sociali si è trovato in mezzo ad una guerra mondiale..egli ha tenuto l'italia miracolosamente fuori dalla guerra per un anno..resistendo alle pressioni naziste!! dopo questo anno il pazzo tedesco ha minacciato di fare all'italia quello che veniva fatto ad ebrei e polacchi,a quel punto mussolini ha dovuto capitolare allo strapotere militare tedesco e da quando i nazisti sono entrati in italia di fatto il fascismo non ha comandato piu' il paese!!o si faceva come diceva il tedesco o gli italiani tutti sarebbero stati truc*idati!! è cosi semplice che è altrettanto vergognosa la speculazione igno*bile fatta dagli storici comunisti e altrettanto mesc*hino il lavaggio del cervello fatto ai ragazzi dai libri di biagi e co.. Il comunismo non è morto con la fine dell'impero sovietico. Come violenza totalitaria è finito in Europa: i centri sociali, appoggiati e difesi dai partiti di sinistra, con le loro violente manifestazioni miste ad azioni delittuose impunite, ne sono la prova. Questa diabolica ideologia esiste ancora in pienezza in Cina, in Vietnam, nel Laos, a Cuba, nella Corea del Nord. Come menzogna, esiste pienamente in Italia. E la sua menzogna consiste nel dire che i comunisti non ci sono più. Come sempre la menzogna è evidente. Tutti i dirigenti Ds vengono dal PCI. Ed essi non hanno mai detto: il PCI ha sbagliato; gli anticomunisti hanno sempre avuto ragione. No, niente di tutto ciò. Invece dicono: il PCI è sempre stato antisovietico. E tutti sanno che anche questo non è vero. Eppure tanta è la potenza demoniaca di seduzione del comunismo, che tutti credono a questa evidente menzogna. Questa è la vera capacità diabolica del comunismo: fa mentire contro la verità conosciuta. il comunista non solo è invidioso,ma gioisce nel vedere individui "benestanti "regredire economicamente;e la sua gioia è maggiore in questo senso ,che non nel raggiungere egli stesso un benessere maggioreDatemi retta i comunisti vanno annientati non fidatevi mai,sono traditori e non sanno cosa sia la parola d"onore (Rispondi)
 
resinastreet
resinastreet il 12/07/07 alle 01:41 via WEB
Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 22:10 via WEB Stragi comuniste Vittime dichiarate dai responsabili diretti - In Russia c'è stata un'unica dichiarazione nel 1942 da parte di Stalin a Churchill, il quale la riporta nella sua opera La seconda guerra mondiale: "Dieci milioni" (di contadini, al tempo della collettivizzazione della terra - N.d.R.) "rispose Stalin alzando entrambe le mani: fu una lotta terribile che durò ben quattro anni¿ più terribile di quella contro i nazisti". In Cina si è avuta l'8 ottobre 1971 una dichiarazione di Mao Sedong all'imperatore d'Etiopia Hailé Sellassié in visita ufficiale a Pechino: Mao affermò che il costo in vite umane "delle vittorie del socialismo" dal 1949 (anno della proclamazione della repubblica popolare cinese) era stato di "cinquanta milioni di morti". Turbato Hailé Sellassié (il quale, ricordiamolo, sarebbe stato dopo qualche anno ucciso a sua volta dai comunisti etiopici) "fece notare che tale cifra rappresentava il doppio della popolazione dell'Etiopia: ma soltanto una percentuale di quella della Cina, precisò Mao". (C. e J. Broyelle, Apocalypse Mao, Crassei, Parigi, 1980.) In Unione Sovietica infatti la lotta (guidata da Stalin) ai contadini piccoli proprietari ('dekulakizzazione') comportò nel 1929 e 1930 la deportazione-sterminio di 10 milioni di kulaki, più 5 milioni di subkulaki, cui seguirono 6 milioni di morti di fame nella conseguente carestia 'artificiale' del 1931-32 (con molti casi di cannibalismo). Vennero dunque sacrificate complessivamente 21 milioni di persone. Bisogna dire che questa fu la maggiore di tutte le 'repressioni' effettuate in Unione Sovietica. L'avevano però preceduta altre 'repressioni' con molti milioni di vittime, tra cui, sotto la guida di Lenin, quella (fra il 1918 e il 1921) delle classi considerate più propriamente 'sfruttatrici', ossia nobiltà, clero e borghesia; e dopo il 1921 la 'repressione', sempre guidata da Lenin, dei cosiddetti 'piccolo-borghesi' (analoghi ai nostri socialdemocratici). Una volta collettivizzati i contadini, in Unione Sovietica non esistevano più classi 'sfruttatrici', per cui (1936, anno della "nuova costituzione staliniana") Stalin cessò le 'repressioni' e passò all'epurazione sistematica di tutti gli strati della società, inclusi quelli comunisti alti e bassi (1). Anche al vertice la violenza fu tale che delle 31 persone che dal 1919 al 1938 avevano fatto parte dei 'politburo' di Lenin e di Stalin, 19 vennero fucilate, 2 si suicidarono, 4 morirono di morte naturale, solo 6 sopravvissero a Stalin. Dei comunisti di rango minore nel solo 1937 ne vennero fucilati 400.000. Ci si immagini cosa dovette subire il resto della popolazione. In parallelo alle fucilazioni anche i lager (col loro ingente stillicidio di morti) vennero moltiplicati fino a contenere 15 milioni di persone. Quante furono in totale le vittime in Unione Sovietica? Lo si sapeva già da tempo, e se ne conosceva la documentazione, comunque il 28 ottobre 1994 in un discorso al Parlamento russo (Duma) Solgenitsin ha affermato che furono 60 milioni: nessuno, sia in Parlamento che fuori, ha sollevato obiezioni. Circa le stragi verificatesi in Cambogia (dove dal 1975 al 1978 vennero dai "Khmer rossi" fatte morire 2 milioni di persone, cioè in soli tre anni circa un terzo dell'intera popolazione) riferiremo meglio più avanti. Negli altri paesi in cui i comunisti hanno preso il potere si ebbero (secondo il recente calcolo minimale di S. Courtois, Le livre noir du communisme, Laffort, Parigi 1997): in Corea del Nord 2 milioni di vittime, in Viet Nam 1 milione, nell'Europa dell'Est 1 milione, in Africa 1.700.000, in Afganistan 1.500.000. Veniamo alla Cina. Avvertiamo che in merito disponiamo di dati molto meno dettagliati che per la Russia. In ogni caso gli stermini in quel paese sono da raggruppare in tre grandi periodi. Anzitutto dal 1949 al 1958 ci furono le "Campagne di liquidazione politica", ossia d'eliminazione degli avversari (sopratutto nazionalisti vinti): secondo diverse fonti decine di milioni di persone. Nel 1959 ebbe inizio, col "Grande balzo in avanti", il secondo e massimo sterminio, nel corso del quale i contadini vennero espropriati e costretti nelle "Comuni popolari" (notizia questa che produsse un'incredibile esaltazione nei nostri intellettuali di sinistra). In realtà "nel 1960 il raccolto mancò in circa 60 dei 105 milioni di ettari messi a cultura", il che provocò la più terribile carestia della storia (anche questa dunque 'artificiale'). Secondo il grande sinologo Lazio Ladany (che fu per decenni redattore a Hong Kong del notiziario China News Analisys da cui hanno sempre attinto materia praticamente tutti i grandi giornali occidentali) tra il 1959 e il 1962 i soli morti per fame furono 50 milioni. In Occidente questa cifra venne (e viene tuttora) tenuta nascosta dalla grande stampa. Il terzo enorme sterminio in Cina è legato alla "Grande rivoluzione culturale proletaria" che ebbe inizio nel 1966 e si trascinò in vario modo fino al 1976, anno della morte di Mao. Quante furono complessivamente le vittime del comunismo in Cina? Riteniamo che, in mancanza di dati precisi, meglio d'ogni altra cosa ce lo indichi un importante studio demografico (di Paul Paillat e Alfred Sauvy sulla rivista Population nel 1974) pubblicato a Parigi dopo che Pechino ebbe finalmente resi pubblici i dati statistici relativi alla popolazione: nelle statistiche cinesi risultavano con chiarezza mancanti 150 milioni di persone. Seguirono altri studi demografici, che confermarono, e misero in luce importanti particolari. Interpellato in merito (2), il sinologo Lazlo Ladany ha risposto di ritenere la cifra di 150 milioni corrispondente a realtà, "anche se non è possibile darne dimostrazione". nonostante il tentativo comunista di nascondere i fatti oggi abbiamo una visione abb chiara di cosa in realtà sia successo..mussolini dopo le tante cose positive fatte in politiche sociali si è trovato in mezzo ad una guerra mondiale..egli ha tenuto l'italia miracolosamente fuori dalla guerra per un anno..resistendo alle pressioni naziste!! dopo questo anno il pazzo tedesco ha minacciato di fare all'italia quello che veniva fatto ad ebrei e polacchi,a quel punto mussolini ha dovuto capitolare allo strapotere militare tedesco e da quando i nazisti sono entrati in italia di fatto il fascismo non ha comandato piu' il paese!!o si faceva come diceva il tedesco o gli italiani tutti sarebbero stati truc*idati!! è cosi semplice che è altrettanto vergognosa la speculazione igno*bile fatta dagli storici comunisti e altrettanto mesc*hino il lavaggio del cervello fatto ai ragazzi dai libri di biagi e co.. Il comunismo non è morto con la fine dell'impero sovietico. Come violenza totalitaria è finito in Europa: i centri sociali, appoggiati e difesi dai partiti di sinistra, con le loro violente manifestazioni miste ad azioni delittuose impunite, ne sono la prova. Questa diabolica ideologia esiste ancora in pienezza in Cina, in Vietnam, nel Laos, a Cuba, nella Corea del Nord. Come menzogna, esiste pienamente in Italia. E la sua menzogna consiste nel dire che i comunisti non ci sono più. Come sempre la menzogna è evidente. Tutti i dirigenti Ds vengono dal PCI. Ed essi non hanno mai detto: il PCI ha sbagliato; gli anticomunisti hanno sempre avuto ragione. No, niente di tutto ciò. Invece dicono: il PCI è sempre stato antisovietico. E tutti sanno che anche questo non è vero. Eppure tanta è la potenza demoniaca di seduzione del comunismo, che tutti credono a questa evidente menzogna. Questa è la vera capacità diabolica del comunismo: fa mentire contro la verità conosciuta. il comunista non solo è invidioso,ma gioisce nel vedere individui "benestanti "regredire economicamente;e la sua gioia è maggiore in questo senso ,che non nel raggiungere egli stesso un benessere maggioreDatemi retta i comunisti vanno annientati non fidatevi mai,sono traditori e non sanno cosa sia la parola d"onore (Rispondi)
 
resinastreet
resinastreet il 12/07/07 alle 01:42 via WEB
Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 22:10 via WEB Stragi comuniste Vittime dichiarate dai responsabili diretti - In Russia c'è stata un'unica dichiarazione nel 1942 da parte di Stalin a Churchill, il quale la riporta nella sua opera La seconda guerra mondiale: "Dieci milioni" (di contadini, al tempo della collettivizzazione della terra - N.d.R.) "rispose Stalin alzando entrambe le mani: fu una lotta terribile che durò ben quattro anni¿ più terribile di quella contro i nazisti". In Cina si è avuta l'8 ottobre 1971 una dichiarazione di Mao Sedong all'imperatore d'Etiopia Hailé Sellassié in visita ufficiale a Pechino: Mao affermò che il costo in vite umane "delle vittorie del socialismo" dal 1949 (anno della proclamazione della repubblica popolare cinese) era stato di "cinquanta milioni di morti". Turbato Hailé Sellassié (il quale, ricordiamolo, sarebbe stato dopo qualche anno ucciso a sua volta dai comunisti etiopici) "fece notare che tale cifra rappresentava il doppio della popolazione dell'Etiopia: ma soltanto una percentuale di quella della Cina, precisò Mao". (C. e J. Broyelle, Apocalypse Mao, Crassei, Parigi, 1980.) In Unione Sovietica infatti la lotta (guidata da Stalin) ai contadini piccoli proprietari ('dekulakizzazione') comportò nel 1929 e 1930 la deportazione-sterminio di 10 milioni di kulaki, più 5 milioni di subkulaki, cui seguirono 6 milioni di morti di fame nella conseguente carestia 'artificiale' del 1931-32 (con molti casi di cannibalismo). Vennero dunque sacrificate complessivamente 21 milioni di persone. Bisogna dire che questa fu la maggiore di tutte le 'repressioni' effettuate in Unione Sovietica. L'avevano però preceduta altre 'repressioni' con molti milioni di vittime, tra cui, sotto la guida di Lenin, quella (fra il 1918 e il 1921) delle classi considerate più propriamente 'sfruttatrici', ossia nobiltà, clero e borghesia; e dopo il 1921 la 'repressione', sempre guidata da Lenin, dei cosiddetti 'piccolo-borghesi' (analoghi ai nostri socialdemocratici). Una volta collettivizzati i contadini, in Unione Sovietica non esistevano più classi 'sfruttatrici', per cui (1936, anno della "nuova costituzione staliniana") Stalin cessò le 'repressioni' e passò all'epurazione sistematica di tutti gli strati della società, inclusi quelli comunisti alti e bassi (1). Anche al vertice la violenza fu tale che delle 31 persone che dal 1919 al 1938 avevano fatto parte dei 'politburo' di Lenin e di Stalin, 19 vennero fucilate, 2 si suicidarono, 4 morirono di morte naturale, solo 6 sopravvissero a Stalin. Dei comunisti di rango minore nel solo 1937 ne vennero fucilati 400.000. Ci si immagini cosa dovette subire il resto della popolazione. In parallelo alle fucilazioni anche i lager (col loro ingente stillicidio di morti) vennero moltiplicati fino a contenere 15 milioni di persone. Quante furono in totale le vittime in Unione Sovietica? Lo si sapeva già da tempo, e se ne conosceva la documentazione, comunque il 28 ottobre 1994 in un discorso al Parlamento russo (Duma) Solgenitsin ha affermato che furono 60 milioni: nessuno, sia in Parlamento che fuori, ha sollevato obiezioni. Circa le stragi verificatesi in Cambogia (dove dal 1975 al 1978 vennero dai "Khmer rossi" fatte morire 2 milioni di persone, cioè in soli tre anni circa un terzo dell'intera popolazione) riferiremo meglio più avanti. Negli altri paesi in cui i comunisti hanno preso il potere si ebbero (secondo il recente calcolo minimale di S. Courtois, Le livre noir du communisme, Laffort, Parigi 1997): in Corea del Nord 2 milioni di vittime, in Viet Nam 1 milione, nell'Europa dell'Est 1 milione, in Africa 1.700.000, in Afganistan 1.500.000. Veniamo alla Cina. Avvertiamo che in merito disponiamo di dati molto meno dettagliati che per la Russia. In ogni caso gli stermini in quel paese sono da raggruppare in tre grandi periodi. Anzitutto dal 1949 al 1958 ci furono le "Campagne di liquidazione politica", ossia d'eliminazione degli avversari (sopratutto nazionalisti vinti): secondo diverse fonti decine di milioni di persone. Nel 1959 ebbe inizio, col "Grande balzo in avanti", il secondo e massimo sterminio, nel corso del quale i contadini vennero espropriati e costretti nelle "Comuni popolari" (notizia questa che produsse un'incredibile esaltazione nei nostri intellettuali di sinistra). In realtà "nel 1960 il raccolto mancò in circa 60 dei 105 milioni di ettari messi a cultura", il che provocò la più terribile carestia della storia (anche questa dunque 'artificiale'). Secondo il grande sinologo Lazio Ladany (che fu per decenni redattore a Hong Kong del notiziario China News Analisys da cui hanno sempre attinto materia praticamente tutti i grandi giornali occidentali) tra il 1959 e il 1962 i soli morti per fame furono 50 milioni. In Occidente questa cifra venne (e viene tuttora) tenuta nascosta dalla grande stampa. Il terzo enorme sterminio in Cina è legato alla "Grande rivoluzione culturale proletaria" che ebbe inizio nel 1966 e si trascinò in vario modo fino al 1976, anno della morte di Mao. Quante furono complessivamente le vittime del comunismo in Cina? Riteniamo che, in mancanza di dati precisi, meglio d'ogni altra cosa ce lo indichi un importante studio demografico (di Paul Paillat e Alfred Sauvy sulla rivista Population nel 1974) pubblicato a Parigi dopo che Pechino ebbe finalmente resi pubblici i dati statistici relativi alla popolazione: nelle statistiche cinesi risultavano con chiarezza mancanti 150 milioni di persone. Seguirono altri studi demografici, che confermarono, e misero in luce importanti particolari. Interpellato in merito (2), il sinologo Lazlo Ladany ha risposto di ritenere la cifra di 150 milioni corrispondente a realtà, "anche se non è possibile darne dimostrazione". nonostante il tentativo comunista di nascondere i fatti oggi abbiamo una visione abb chiara di cosa in realtà sia successo..mussolini dopo le tante cose positive fatte in politiche sociali si è trovato in mezzo ad una guerra mondiale..egli ha tenuto l'italia miracolosamente fuori dalla guerra per un anno..resistendo alle pressioni naziste!! dopo questo anno il pazzo tedesco ha minacciato di fare all'italia quello che veniva fatto ad ebrei e polacchi,a quel punto mussolini ha dovuto capitolare allo strapotere militare tedesco e da quando i nazisti sono entrati in italia di fatto il fascismo non ha comandato piu' il paese!!o si faceva come diceva il tedesco o gli italiani tutti sarebbero stati truc*idati!! è cosi semplice che è altrettanto vergognosa la speculazione igno*bile fatta dagli storici comunisti e altrettanto mesc*hino il lavaggio del cervello fatto ai ragazzi dai libri di biagi e co.. Il comunismo non è morto con la fine dell'impero sovietico. Come violenza totalitaria è finito in Europa: i centri sociali, appoggiati e difesi dai partiti di sinistra, con le loro violente manifestazioni miste ad azioni delittuose impunite, ne sono la prova. Questa diabolica ideologia esiste ancora in pienezza in Cina, in Vietnam, nel Laos, a Cuba, nella Corea del Nord. Come menzogna, esiste pienamente in Italia. E la sua menzogna consiste nel dire che i comunisti non ci sono più. Come sempre la menzogna è evidente. Tutti i dirigenti Ds vengono dal PCI. Ed essi non hanno mai detto: il PCI ha sbagliato; gli anticomunisti hanno sempre avuto ragione. No, niente di tutto ciò. Invece dicono: il PCI è sempre stato antisovietico. E tutti sanno che anche questo non è vero. Eppure tanta è la potenza demoniaca di seduzione del comunismo, che tutti credono a questa evidente menzogna. Questa è la vera capacità diabolica del comunismo: fa mentire contro la verità conosciuta. il comunista non solo è invidioso,ma gioisce nel vedere individui "benestanti "regredire economicamente;e la sua gioia è maggiore in questo senso ,che non nel raggiungere egli stesso un benessere maggioreDatemi retta i comunisti vanno annientati non fidatevi mai,sono traditori e non sanno cosa sia la parola d"onore (Rispondi)
 
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resinastreet il 12/07/07 alle 01:42 via WEB
Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 22:10 via WEB Stragi comuniste Vittime dichiarate dai responsabili diretti - In Russia c'è stata un'unica dichiarazione nel 1942 da parte di Stalin a Churchill, il quale la riporta nella sua opera La seconda guerra mondiale: "Dieci milioni" (di contadini, al tempo della collettivizzazione della terra - N.d.R.) "rispose Stalin alzando entrambe le mani: fu una lotta terribile che durò ben quattro anni¿ più terribile di quella contro i nazisti". In Cina si è avuta l'8 ottobre 1971 una dichiarazione di Mao Sedong all'imperatore d'Etiopia Hailé Sellassié in visita ufficiale a Pechino: Mao affermò che il costo in vite umane "delle vittorie del socialismo" dal 1949 (anno della proclamazione della repubblica popolare cinese) era stato di "cinquanta milioni di morti". Turbato Hailé Sellassié (il quale, ricordiamolo, sarebbe stato dopo qualche anno ucciso a sua volta dai comunisti etiopici) "fece notare che tale cifra rappresentava il doppio della popolazione dell'Etiopia: ma soltanto una percentuale di quella della Cina, precisò Mao". (C. e J. Broyelle, Apocalypse Mao, Crassei, Parigi, 1980.) In Unione Sovietica infatti la lotta (guidata da Stalin) ai contadini piccoli proprietari ('dekulakizzazione') comportò nel 1929 e 1930 la deportazione-sterminio di 10 milioni di kulaki, più 5 milioni di subkulaki, cui seguirono 6 milioni di morti di fame nella conseguente carestia 'artificiale' del 1931-32 (con molti casi di cannibalismo). Vennero dunque sacrificate complessivamente 21 milioni di persone. Bisogna dire che questa fu la maggiore di tutte le 'repressioni' effettuate in Unione Sovietica. L'avevano però preceduta altre 'repressioni' con molti milioni di vittime, tra cui, sotto la guida di Lenin, quella (fra il 1918 e il 1921) delle classi considerate più propriamente 'sfruttatrici', ossia nobiltà, clero e borghesia; e dopo il 1921 la 'repressione', sempre guidata da Lenin, dei cosiddetti 'piccolo-borghesi' (analoghi ai nostri socialdemocratici). Una volta collettivizzati i contadini, in Unione Sovietica non esistevano più classi 'sfruttatrici', per cui (1936, anno della "nuova costituzione staliniana") Stalin cessò le 'repressioni' e passò all'epurazione sistematica di tutti gli strati della società, inclusi quelli comunisti alti e bassi (1). Anche al vertice la violenza fu tale che delle 31 persone che dal 1919 al 1938 avevano fatto parte dei 'politburo' di Lenin e di Stalin, 19 vennero fucilate, 2 si suicidarono, 4 morirono di morte naturale, solo 6 sopravvissero a Stalin. Dei comunisti di rango minore nel solo 1937 ne vennero fucilati 400.000. Ci si immagini cosa dovette subire il resto della popolazione. In parallelo alle fucilazioni anche i lager (col loro ingente stillicidio di morti) vennero moltiplicati fino a contenere 15 milioni di persone. Quante furono in totale le vittime in Unione Sovietica? Lo si sapeva già da tempo, e se ne conosceva la documentazione, comunque il 28 ottobre 1994 in un discorso al Parlamento russo (Duma) Solgenitsin ha affermato che furono 60 milioni: nessuno, sia in Parlamento che fuori, ha sollevato obiezioni. Circa le stragi verificatesi in Cambogia (dove dal 1975 al 1978 vennero dai "Khmer rossi" fatte morire 2 milioni di persone, cioè in soli tre anni circa un terzo dell'intera popolazione) riferiremo meglio più avanti. Negli altri paesi in cui i comunisti hanno preso il potere si ebbero (secondo il recente calcolo minimale di S. Courtois, Le livre noir du communisme, Laffort, Parigi 1997): in Corea del Nord 2 milioni di vittime, in Viet Nam 1 milione, nell'Europa dell'Est 1 milione, in Africa 1.700.000, in Afganistan 1.500.000. Veniamo alla Cina. Avvertiamo che in merito disponiamo di dati molto meno dettagliati che per la Russia. In ogni caso gli stermini in quel paese sono da raggruppare in tre grandi periodi. Anzitutto dal 1949 al 1958 ci furono le "Campagne di liquidazione politica", ossia d'eliminazione degli avversari (sopratutto nazionalisti vinti): secondo diverse fonti decine di milioni di persone. Nel 1959 ebbe inizio, col "Grande balzo in avanti", il secondo e massimo sterminio, nel corso del quale i contadini vennero espropriati e costretti nelle "Comuni popolari" (notizia questa che produsse un'incredibile esaltazione nei nostri intellettuali di sinistra). In realtà "nel 1960 il raccolto mancò in circa 60 dei 105 milioni di ettari messi a cultura", il che provocò la più terribile carestia della storia (anche questa dunque 'artificiale'). Secondo il grande sinologo Lazio Ladany (che fu per decenni redattore a Hong Kong del notiziario China News Analisys da cui hanno sempre attinto materia praticamente tutti i grandi giornali occidentali) tra il 1959 e il 1962 i soli morti per fame furono 50 milioni. In Occidente questa cifra venne (e viene tuttora) tenuta nascosta dalla grande stampa. Il terzo enorme sterminio in Cina è legato alla "Grande rivoluzione culturale proletaria" che ebbe inizio nel 1966 e si trascinò in vario modo fino al 1976, anno della morte di Mao. Quante furono complessivamente le vittime del comunismo in Cina? Riteniamo che, in mancanza di dati precisi, meglio d'ogni altra cosa ce lo indichi un importante studio demografico (di Paul Paillat e Alfred Sauvy sulla rivista Population nel 1974) pubblicato a Parigi dopo che Pechino ebbe finalmente resi pubblici i dati statistici relativi alla popolazione: nelle statistiche cinesi risultavano con chiarezza mancanti 150 milioni di persone. Seguirono altri studi demografici, che confermarono, e misero in luce importanti particolari. Interpellato in merito (2), il sinologo Lazlo Ladany ha risposto di ritenere la cifra di 150 milioni corrispondente a realtà, "anche se non è possibile darne dimostrazione". nonostante il tentativo comunista di nascondere i fatti oggi abbiamo una visione abb chiara di cosa in realtà sia successo..mussolini dopo le tante cose positive fatte in politiche sociali si è trovato in mezzo ad una guerra mondiale..egli ha tenuto l'italia miracolosamente fuori dalla guerra per un anno..resistendo alle pressioni naziste!! dopo questo anno il pazzo tedesco ha minacciato di fare all'italia quello che veniva fatto ad ebrei e polacchi,a quel punto mussolini ha dovuto capitolare allo strapotere militare tedesco e da quando i nazisti sono entrati in italia di fatto il fascismo non ha comandato piu' il paese!!o si faceva come diceva il tedesco o gli italiani tutti sarebbero stati truc*idati!! è cosi semplice che è altrettanto vergognosa la speculazione igno*bile fatta dagli storici comunisti e altrettanto mesc*hino il lavaggio del cervello fatto ai ragazzi dai libri di biagi e co.. Il comunismo non è morto con la fine dell'impero sovietico. Come violenza totalitaria è finito in Europa: i centri sociali, appoggiati e difesi dai partiti di sinistra, con le loro violente manifestazioni miste ad azioni delittuose impunite, ne sono la prova. Questa diabolica ideologia esiste ancora in pienezza in Cina, in Vietnam, nel Laos, a Cuba, nella Corea del Nord. Come menzogna, esiste pienamente in Italia. E la sua menzogna consiste nel dire che i comunisti non ci sono più. Come sempre la menzogna è evidente. Tutti i dirigenti Ds vengono dal PCI. Ed essi non hanno mai detto: il PCI ha sbagliato; gli anticomunisti hanno sempre avuto ragione. No, niente di tutto ciò. Invece dicono: il PCI è sempre stato antisovietico. E tutti sanno che anche questo non è vero. Eppure tanta è la potenza demoniaca di seduzione del comunismo, che tutti credono a questa evidente menzogna. Questa è la vera capacità diabolica del comunismo: fa mentire contro la verità conosciuta. il comunista non solo è invidioso,ma gioisce nel vedere individui "benestanti "regredire economicamente;e la sua gioia è maggiore in questo senso ,che non nel raggiungere egli stesso un benessere maggioreDatemi retta i comunisti vanno annientati non fidatevi mai,sono traditori e non sanno cosa sia la parola d"onore (Rispondi)
 
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Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 22:10 via WEB Stragi comuniste Vittime dichiarate dai responsabili diretti - In Russia c'è stata un'unica dichiarazione nel 1942 da parte di Stalin a Churchill, il quale la riporta nella sua opera La seconda guerra mondiale: "Dieci milioni" (di contadini, al tempo della collettivizzazione della terra - N.d.R.) "rispose Stalin alzando entrambe le mani: fu una lotta terribile che durò ben quattro anni¿ più terribile di quella contro i nazisti". In Cina si è avuta l'8 ottobre 1971 una dichiarazione di Mao Sedong all'imperatore d'Etiopia Hailé Sellassié in visita ufficiale a Pechino: Mao affermò che il costo in vite umane "delle vittorie del socialismo" dal 1949 (anno della proclamazione della repubblica popolare cinese) era stato di "cinquanta milioni di morti". Turbato Hailé Sellassié (il quale, ricordiamolo, sarebbe stato dopo qualche anno ucciso a sua volta dai comunisti etiopici) "fece notare che tale cifra rappresentava il doppio della popolazione dell'Etiopia: ma soltanto una percentuale di quella della Cina, precisò Mao". (C. e J. Broyelle, Apocalypse Mao, Crassei, Parigi, 1980.) In Unione Sovietica infatti la lotta (guidata da Stalin) ai contadini piccoli proprietari ('dekulakizzazione') comportò nel 1929 e 1930 la deportazione-sterminio di 10 milioni di kulaki, più 5 milioni di subkulaki, cui seguirono 6 milioni di morti di fame nella conseguente carestia 'artificiale' del 1931-32 (con molti casi di cannibalismo). Vennero dunque sacrificate complessivamente 21 milioni di persone. Bisogna dire che questa fu la maggiore di tutte le 'repressioni' effettuate in Unione Sovietica. L'avevano però preceduta altre 'repressioni' con molti milioni di vittime, tra cui, sotto la guida di Lenin, quella (fra il 1918 e il 1921) delle classi considerate più propriamente 'sfruttatrici', ossia nobiltà, clero e borghesia; e dopo il 1921 la 'repressione', sempre guidata da Lenin, dei cosiddetti 'piccolo-borghesi' (analoghi ai nostri socialdemocratici). Una volta collettivizzati i contadini, in Unione Sovietica non esistevano più classi 'sfruttatrici', per cui (1936, anno della "nuova costituzione staliniana") Stalin cessò le 'repressioni' e passò all'epurazione sistematica di tutti gli strati della società, inclusi quelli comunisti alti e bassi (1). Anche al vertice la violenza fu tale che delle 31 persone che dal 1919 al 1938 avevano fatto parte dei 'politburo' di Lenin e di Stalin, 19 vennero fucilate, 2 si suicidarono, 4 morirono di morte naturale, solo 6 sopravvissero a Stalin. Dei comunisti di rango minore nel solo 1937 ne vennero fucilati 400.000. Ci si immagini cosa dovette subire il resto della popolazione. In parallelo alle fucilazioni anche i lager (col loro ingente stillicidio di morti) vennero moltiplicati fino a contenere 15 milioni di persone. Quante furono in totale le vittime in Unione Sovietica? Lo si sapeva già da tempo, e se ne conosceva la documentazione, comunque il 28 ottobre 1994 in un discorso al Parlamento russo (Duma) Solgenitsin ha affermato che furono 60 milioni: nessuno, sia in Parlamento che fuori, ha sollevato obiezioni. Circa le stragi verificatesi in Cambogia (dove dal 1975 al 1978 vennero dai "Khmer rossi" fatte morire 2 milioni di persone, cioè in soli tre anni circa un terzo dell'intera popolazione) riferiremo meglio più avanti. Negli altri paesi in cui i comunisti hanno preso il potere si ebbero (secondo il recente calcolo minimale di S. Courtois, Le livre noir du communisme, Laffort, Parigi 1997): in Corea del Nord 2 milioni di vittime, in Viet Nam 1 milione, nell'Europa dell'Est 1 milione, in Africa 1.700.000, in Afganistan 1.500.000. Veniamo alla Cina. Avvertiamo che in merito disponiamo di dati molto meno dettagliati che per la Russia. In ogni caso gli stermini in quel paese sono da raggruppare in tre grandi periodi. Anzitutto dal 1949 al 1958 ci furono le "Campagne di liquidazione politica", ossia d'eliminazione degli avversari (sopratutto nazionalisti vinti): secondo diverse fonti decine di milioni di persone. Nel 1959 ebbe inizio, col "Grande balzo in avanti", il secondo e massimo sterminio, nel corso del quale i contadini vennero espropriati e costretti nelle "Comuni popolari" (notizia questa che produsse un'incredibile esaltazione nei nostri intellettuali di sinistra). In realtà "nel 1960 il raccolto mancò in circa 60 dei 105 milioni di ettari messi a cultura", il che provocò la più terribile carestia della storia (anche questa dunque 'artificiale'). Secondo il grande sinologo Lazio Ladany (che fu per decenni redattore a Hong Kong del notiziario China News Analisys da cui hanno sempre attinto materia praticamente tutti i grandi giornali occidentali) tra il 1959 e il 1962 i soli morti per fame furono 50 milioni. In Occidente questa cifra venne (e viene tuttora) tenuta nascosta dalla grande stampa. Il terzo enorme sterminio in Cina è legato alla "Grande rivoluzione culturale proletaria" che ebbe inizio nel 1966 e si trascinò in vario modo fino al 1976, anno della morte di Mao. Quante furono complessivamente le vittime del comunismo in Cina? Riteniamo che, in mancanza di dati precisi, meglio d'ogni altra cosa ce lo indichi un importante studio demografico (di Paul Paillat e Alfred Sauvy sulla rivista Population nel 1974) pubblicato a Parigi dopo che Pechino ebbe finalmente resi pubblici i dati statistici relativi alla popolazione: nelle statistiche cinesi risultavano con chiarezza mancanti 150 milioni di persone. Seguirono altri studi demografici, che confermarono, e misero in luce importanti particolari. Interpellato in merito (2), il sinologo Lazlo Ladany ha risposto di ritenere la cifra di 150 milioni corrispondente a realtà, "anche se non è possibile darne dimostrazione". nonostante il tentativo comunista di nascondere i fatti oggi abbiamo una visione abb chiara di cosa in realtà sia successo..mussolini dopo le tante cose positive fatte in politiche sociali si è trovato in mezzo ad una guerra mondiale..egli ha tenuto l'italia miracolosamente fuori dalla guerra per un anno..resistendo alle pressioni naziste!! dopo questo anno il pazzo tedesco ha minacciato di fare all'italia quello che veniva fatto ad ebrei e polacchi,a quel punto mussolini ha dovuto capitolare allo strapotere militare tedesco e da quando i nazisti sono entrati in italia di fatto il fascismo non ha comandato piu' il paese!!o si faceva come diceva il tedesco o gli italiani tutti sarebbero stati truc*idati!! è cosi semplice che è altrettanto vergognosa la speculazione igno*bile fatta dagli storici comunisti e altrettanto mesc*hino il lavaggio del cervello fatto ai ragazzi dai libri di biagi e co.. Il comunismo non è morto con la fine dell'impero sovietico. Come violenza totalitaria è finito in Europa: i centri sociali, appoggiati e difesi dai partiti di sinistra, con le loro violente manifestazioni miste ad azioni delittuose impunite, ne sono la prova. Questa diabolica ideologia esiste ancora in pienezza in Cina, in Vietnam, nel Laos, a Cuba, nella Corea del Nord. Come menzogna, esiste pienamente in Italia. E la sua menzogna consiste nel dire che i comunisti non ci sono più. Come sempre la menzogna è evidente. Tutti i dirigenti Ds vengono dal PCI. Ed essi non hanno mai detto: il PCI ha sbagliato; gli anticomunisti hanno sempre avuto ragione. No, niente di tutto ciò. Invece dicono: il PCI è sempre stato antisovietico. E tutti sanno che anche questo non è vero. Eppure tanta è la potenza demoniaca di seduzione del comunismo, che tutti credono a questa evidente menzogna. Questa è la vera capacità diabolica del comunismo: fa mentire contro la verità conosciuta. il comunista non solo è invidioso,ma gioisce nel vedere individui "benestanti "regredire economicamente;e la sua gioia è maggiore in questo senso ,che non nel raggiungere egli stesso un benessere maggioreDatemi retta i comunisti vanno annientati non fidatevi mai,sono traditori e non sanno cosa sia la parola d"onore (Rispondi)
 
resinastreet
resinastreet il 12/07/07 alle 01:42 via WEB
Inviato da LUPO_NERO_M il 11/07/07 @ 22:10 via WEB Stragi comuniste Vittime dichiarate dai responsabili diretti - In Russia c'è stata un'unica dichiarazione nel 1942 da parte di Stalin a Churchill, il quale la riporta nella sua opera La seconda guerra mondiale: "Dieci milioni" (di contadini, al tempo della collettivizzazione della terra - N.d.R.) "rispose Stalin alzando entrambe le mani: fu una lotta terribile che durò ben quattro anni¿ più terribile di quella contro i nazisti". In Cina si è avuta l'8 ottobre 1971 una dichiarazione di Mao Sedong all'imperatore d'Etiopia Hailé Sellassié in visita ufficiale a Pechino: Mao affermò che il costo in vite umane "delle vittorie del socialismo" dal 1949 (anno della proclamazione della repubblica popolare cinese) era stato di "cinquanta milioni di morti". Turbato Hailé Sellassié (il quale, ricordiamolo, sarebbe stato dopo qualche anno ucciso a sua volta dai comunisti etiopici) "fece notare che tale cifra rappresentava il doppio della popolazione dell'Etiopia: ma soltanto una percentuale di quella della Cina, precisò Mao". (C. e J. Broyelle, Apocalypse Mao, Crassei, Parigi, 1980.) In Unione Sovietica infatti la lotta (guidata da Stalin) ai contadini piccoli proprietari ('dekulakizzazione') comportò nel 1929 e 1930 la deportazione-sterminio di 10 milioni di kulaki, più 5 milioni di subkulaki, cui seguirono 6 milioni di morti di fame nella conseguente carestia 'artificiale' del 1931-32 (con molti casi di cannibalismo). Vennero dunque sacrificate complessivamente 21 milioni di persone. Bisogna dire che questa fu la maggiore di tutte le 'repressioni' effettuate in Unione Sovietica. L'avevano però preceduta altre 'repressioni' con molti milioni di vittime, tra cui, sotto la guida di Lenin, quella (fra il 1918 e il 1921) delle classi considerate più propriamente 'sfruttatrici', ossia nobiltà, clero e borghesia; e dopo il 1921 la 'repressione', sempre guidata da Lenin, dei cosiddetti 'piccolo-borghesi' (analoghi ai nostri socialdemocratici). Una volta collettivizzati i contadini, in Unione Sovietica non esistevano più classi 'sfruttatrici', per cui (1936, anno della "nuova costituzione staliniana") Stalin cessò le 'repressioni' e passò all'epurazione sistematica di tutti gli strati della società, inclusi quelli comunisti alti e bassi (1). Anche al vertice la violenza fu tale che delle 31 persone che dal 1919 al 1938 avevano fatto parte dei 'politburo' di Lenin e di Stalin, 19 vennero fucilate, 2 si suicidarono, 4 morirono di morte naturale, solo 6 sopravvissero a Stalin. Dei comunisti di rango minore nel solo 1937 ne vennero fucilati 400.000. Ci si immagini cosa dovette subire il resto della popolazione. In parallelo alle fucilazioni anche i lager (col loro ingente stillicidio di morti) vennero moltiplicati fino a contenere 15 milioni di persone. Quante furono in totale le vittime in Unione Sovietica? Lo si sapeva già da tempo, e se ne conosceva la documentazione, comunque il 28 ottobre 1994 in un discorso al Parlamento russo (Duma) Solgenitsin ha affermato che furono 60 milioni: nessuno, sia in Parlamento che fuori, ha sollevato obiezioni. Circa le stragi verificatesi in Cambogia (dove dal 1975 al 1978 vennero dai "Khmer rossi" fatte morire 2 milioni di persone, cioè in soli tre anni circa un terzo dell'intera popolazione) riferiremo meglio più avanti. Negli altri paesi in cui i comunisti hanno preso il potere si ebbero (secondo il recente calcolo minimale di S. Courtois, Le livre noir du communisme, Laffort, Parigi 1997): in Corea del Nord 2 milioni di vittime, in Viet Nam 1 milione, nell'Europa dell'Est 1 milione, in Africa 1.700.000, in Afganistan 1.500.000. Veniamo alla Cina. Avvertiamo che in merito disponiamo di dati molto meno dettagliati che per la Russia. In ogni caso gli stermini in quel paese sono da raggruppare in tre grandi periodi. Anzitutto dal 1949 al 1958 ci furono le "Campagne di liquidazione politica", ossia d'eliminazione degli avversari (sopratutto nazionalisti vinti): secondo diverse fonti decine di milioni di persone. Nel 1959 ebbe inizio, col "Grande balzo in avanti", il secondo e massimo sterminio, nel corso del quale i contadini vennero espropriati e costretti nelle "Comuni popolari" (notizia questa che produsse un'incredibile esaltazione nei nostri intellettuali di sinistra). In realtà "nel 1960 il raccolto mancò in circa 60 dei 105 milioni di ettari messi a cultura", il che provocò la più terribile carestia della storia (anche questa dunque 'artificiale'). Secondo il grande sinologo Lazio Ladany (che fu per decenni redattore a Hong Kong del notiziario China News Analisys da cui hanno sempre attinto materia praticamente tutti i grandi giornali occidentali) tra il 1959 e il 1962 i soli morti per fame furono 50 milioni. In Occidente questa cifra venne (e viene tuttora) tenuta nascosta dalla grande stampa. Il terzo enorme sterminio in Cina è legato alla "Grande rivoluzione culturale proletaria" che ebbe inizio nel 1966 e si trascinò in vario modo fino al 1976, anno della morte di Mao. Quante furono complessivamente le vittime del comunismo in Cina? Riteniamo che, in mancanza di dati precisi, meglio d'ogni altra cosa ce lo indichi un importante studio demografico (di Paul Paillat e Alfred Sauvy sulla rivista Population nel 1974) pubblicato a Parigi dopo che Pechino ebbe finalmente resi pubblici i dati statistici relativi alla popolazione: nelle statistiche cinesi risultavano con chiarezza mancanti 150 milioni di persone. Seguirono altri studi demografici, che confermarono, e misero in luce importanti particolari. Interpellato in merito (2), il sinologo Lazlo Ladany ha risposto di ritenere la cifra di 150 milioni corrispondente a realtà, "anche se non è possibile darne dimostrazione". nonostante il tentativo comunista di nascondere i fatti oggi abbiamo una visione abb chiara di cosa in realtà sia successo..mussolini dopo le tante cose positive fatte in politiche sociali si è trovato in mezzo ad una guerra mondiale..egli ha tenuto l'italia miracolosamente fuori dalla guerra per un anno..resistendo alle pressioni naziste!! dopo questo anno il pazzo tedesco ha minacciato di fare all'italia quello che veniva fatto ad ebrei e polacchi,a quel punto mussolini ha dovuto capitolare allo strapotere militare tedesco e da quando i nazisti sono entrati in italia di fatto il fascismo non ha comandato piu' il paese!!o si faceva come diceva il tedesco o gli italiani tutti sarebbero stati truc*idati!! è cosi semplice che è altrettanto vergognosa la speculazione igno*bile fatta dagli storici comunisti e altrettanto mesc*hino il lavaggio del cervello fatto ai ragazzi dai libri di biagi e co.. Il comunismo non è morto con la fine dell'impero sovietico. Come violenza totalitaria è finito in Europa: i centri sociali, appoggiati e difesi dai partiti di sinistra, con le loro violente manifestazioni miste ad azioni delittuose impunite, ne sono la prova. Questa diabolica ideologia esiste ancora in pienezza in Cina, in Vietnam, nel Laos, a Cuba, nella Corea del Nord. Come menzogna, esiste pienamente in Italia. E la sua menzogna consiste nel dire che i comunisti non ci sono più. Come sempre la menzogna è evidente. Tutti i dirigenti Ds vengono dal PCI. Ed essi non hanno mai detto: il PCI ha sbagliato; gli anticomunisti hanno sempre avuto ragione. No, niente di tutto ciò. Invece dicono: il PCI è sempre stato antisovietico. E tutti sanno che anche questo non è vero. Eppure tanta è la potenza demoniaca di seduzione del comunismo, che tutti credono a questa evidente menzogna. Questa è la vera capacità diabolica del comunismo: fa mentire contro la verità conosciuta. il comunista non solo è invidioso,ma gioisce nel vedere individui "benestanti "regredire economicamente;e la sua gioia è maggiore in questo senso ,che non nel raggiungere egli stesso un benessere maggioreDatemi retta i comunisti vanno annientati non fidatevi mai,sono traditori e non sanno cosa sia la parola d"onore (Rispondi)
 
resinastreet
resinastreet il 12/07/07 alle 01:46 via WEB
questa sera ho trovato la mamma di lupa nera,e ancora piu troia della tua di mamma kolbe.manda ancora quel cane frocio nel mio blog,e vado su tutti i 70.000 blog a scrivere LA MAMMA DI KOLBEN E UNA SUCCHIA CAZZI DELLA MADONNA E LO FA GRATIS!!!POMPINARA MALEDETTA!!!
 
resinastreet
resinastreet il 12/07/07 alle 01:46 via WEB
questa sera ho trovato la mamma di lupa nera,e ancora piu troia della tua di mamma kolbe.manda ancora quel cane frocio nel mio blog,e vado su tutti i 70.000 blog a scrivere LA MAMMA DI KOLBEN E UNA SUCCHIA CAZZI DELLA MADONNA E LO FA GRATIS!!!POMPINARA MALEDETTA!!!
 
resinastreet
resinastreet il 12/07/07 alle 01:46 via WEB
questa sera ho trovato la mamma di lupa nera,e ancora piu troia della tua di mamma kolbe.manda ancora quel cane frocio nel mio blog,e vado su tutti i 70.000 blog a scrivere LA MAMMA DI KOLBEN E UNA SUCCHIA CAZZI DELLA MADONNA E LO FA GRATIS!!!POMPINARA MALEDETTA!!!
 
LUPO_NERO_M
LUPO_NERO_M il 12/07/07 alle 09:22 via WEB
MA GRAZIE RESINA..HAI OTTIMAMENTE DIMOSTRATO QUELLO CHE SCRIVO SEMPRE SUI COMUNISTI..OVVERO CHE ANDATE TRUCIDATI SENZA PIETA'!!! E TU SEI LA PROVA VIVENTE..CARO IL MIO FIGLIO DI VACCA COMUNISTA!!
 
LUPO_NERO_M
LUPO_NERO_M il 12/07/07 alle 09:23 via WEB
COME VOLEVASI DIMOSTRARE I FIGLI DI VACCA COMUNISTA PRIMA INSULTANO E POI TOLGONO IL PROFILO CHE CORAGGIO...I FIGLI DI VACCA!!
 
LUPO_NERO_M
LUPO_NERO_M il 12/07/07 alle 09:53 via WEB
persaneimieisogni è un'altra brigatista napoletana!!
 
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