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Quando il corpo della mamma è più efficace dell'incubatrice
Tra i metodi alternativi adottati in alcuni reparti di Terapia Intensiva Neonatale per far fronte ai problemi di una nascita pretermine troviamo la "marsupioterapia" o "metodo delle mamme canguro" che si basa sul contatto corporeo madre-figlio prematuro.
Questa terapia è nata a Bogotà nel 1978 per opera del medico Edgar Rey che, spinto dallo scarso numero delle incubatrici e dalla mancanza di personale specializzato decise, pensando ai cuccioli dei canguri che finiscono la loro gestazione nella sacca materna, di affidare alle cure materne i bambini nati prematuri.
I primi risultati furono sorprendenti, infatti più della metà dei bambini destinati a morte sicura sopravvissero!
Questa terapia si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, soprattutto nei paesi invia di sviluppo.
Come si applica?
Il bambino viene appoggiato, in posizione verticale, al corpo della madre (o del padre), pelle contro pelle e legato con una fascia che permette di mantenere la posizione e di far rilassare il genitore.
Tra gli effetti abbiamo: una stabilizzazione dei parametri respiratori e cardiaci, un'adeguata ossigenazione e un buon controllo termico.
Effetti positivi sono stati rilevati anche per la madre come, per esempio, la riduzione dell'ansia, un maggior coinvolgimento nella cura del figlio e una maggiore sicurezza.
Questa terapia si sta diffondendo oggi anche come cura possibile dei neonati sani a termine. In un recente studio pilota condotto da Ferber e Makhoul 47 neonati sani a termine sono stati sottoposti a marsupioterapia subito dopo la nascita e confrontati con un gruppo di controllo.
Dopo un’ora di osservazione a 4 ore dalla nascita i risultati hanno evidenziato che i neonati trattati con il metodo delle mamme canguro dormivano più a lungo, piangevano di meno e si trovavano in uno stato di quiete maggiore; presentavano inoltre un maggior numero di movimenti flessori e un minor numero di movimenti estensori.