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Quando penso al mio modo di gestire una relazione, soprattutto adesso che nella mia vita c’è la Miss, mi accorgo di essere una persona gelosa. Anzi, una persona possessiva. È inutile che ci faccio tanti giri di parole intorno, nella mia testa sono ancora convinto che l’uomo debba essere uomo, quindi quando sto con una donna, quella donna è mia. È una mia proprietà, e guai a chi me la tocca.
D’altro canto, mi rendo ben conto che dichiarare di essere gelosi, o peggio ancora, possessivi, possa rimandare ad un’immagine non propriamente piacevole. Fortunatamente, non è il mio caso. Il mio concetto di gelosia è più collegato ad un atavico istinto di difesa del territorio. Per cercare di allontanare lo spettro delle corna in tutti questi anni, ho semplicemente seguito il mio istinto primordiale: ho sempre cercato di dare il meglio, e ho sempre marcato il territorio.
Se una donna la fai felice, di solito quella non comincia a zompare da un materasso all’altro appena ti giri dall’altra parte. La concorrenza c’è sempre, ma alla fine è una cosa positiva, perché ti ricorda che se la tua donna non la tratti bene, poi quella va a farsi impanare come una fettina da qualcun altro. È la realtà, mica mi sto inventando niente. Quindi bisogna sempre cercare di dare il meglio, perché altrimenti quella ti piazza un paio di corna, e magari nemmeno ha la decenza di mollarti.
D’altro canto, il momento di debolezza capita a tutti, e il mondo è pieno di gente che non ha rispetto per la proprietà altrui. Prima o poi, arriverà sempre qualche disgraziato, che in barba al mio diritto di ottuso maschio dominatore, proverà ad allungare le zampe su quello che non gli appartiene. In altre parole, potrebbe sempre esserci un momento in cui la mia donna ha la botta di troiume, proprio in prossimità di qualcuno che non condivide i miei stessi principi sul diritto e sul possesso.
Una delle cose che dico più spesso, è che il prezzo che abbiamo pagato per il progresso è stata la perdita di alcune usanze efficaci ed estremamente salutari, prima fra tutte l’uso della clava. Abbiamo sacrificato sull’altare della civiltà uno dei più versatili strumenti mai concepiti dalla mente umana, che con un semplice movimento dall’alto verso il basso poteva portare la pace, dirimere le incomprensioni, appianare le discordie ed evitare i tradimenti. Un solo gesto, una bella mazzata, e tanti problemi che affliggono la nostra società finirebbero nel dimenticatoio.
E invece no, abbiamo scelto la civiltà a posto della clava, per cui adesso dobbiamo fronteggiare i tradimenti, privi dei più elementari e funzionali strumenti per correggere questa riprovevole tendenza. Ma io non ci sto. Io continuo a sostenere, che quando una cosa è mia, non si tocca. La mia donna è in esposizione, non in vendita, per cui siete gentilmente pregati di non toccare la merce esposta. Altrimenti vi spezzo la schiena.
Intendiamoci, non sono una persona violenta, tutt’altro. Sono buono come il pane, ogni tanto faccio i capricci come una checca isterica, sorrido sempre e dico una marea di cazzate, e tolta una volta per difendere un amico da ragazzino, non ho mai alzato le mani su nessuno. Però sono alto, rasato, tatuato, con la faccia da delinquente, e ho praticato arti marziali, tirato con l’arco e sparato con tutto quello con cui si può sparare, al poligono e fuori.
Quindi ogni tanto mi scappa uno sguardo assassino che fa gelare il sangue. Soprattutto se qualcuno fa troppo il simpatico con la mia donna mentre sono lì. E il bello è che nemmeno me ne accorgo, me lo hanno fatto notare, ma tutto sommato non mi dispiace nemmeno. Alla fine dei conti, è soltanto un pensiero vagante che emerge in superficie, a dispetto della mia natura pacifica. “Ridi ridi, fai il simpatico. Poi ti strappo braccia e gambe, e voglio vederti a fare ancora il galletto. Ti spezzo la schiena.”.
All’atto pratico, è un sistema abbastanza efficace. Non c’è bisogno di lanciare minacce, di opprimere con il controllo o di fare scenate di gelosia. È soltanto una questione di proprietà. Si tratta solo di far capire a tutti che una cosa è mia, e non si tocca. Che è una pessima idea toccare la roba mia.
Ma proprio pessima.
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CHI È IL MISTER
Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".
Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.
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