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Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi di Novembre 2018
Ho una zucca sopra il frigo, ricordo (di già! Tutto si fa ricordo e rimpianto già dal giorno dopo.) di quella festività di importazione che risponde al nome di Halloween. Che mi è simpatica solo per l'ostinazione di Linus (il bambino con la coperta sulla spalla) a voler credere nel Grande Cocomero malgrado l'evidenza che una zucca è una zucca bella della sua scorza rugosa e variamente colorata e nient'altro. Ma è della zucca che vi voglio parlare – del fatto che giorno dopo giorno si sgonfia e si ritira nella sua scorza e non vuol rassegnarsi a marcire e si bitorzola e mostra le rughe impietose e tutti gli altri segni di un invecchiamento che mi è specchio del mio avventurarmi (anch'io! Ma proprio non si danno le virtuose eccezioni!? Ma non avevamo creato Dorian Gray e il suo specchio nascosto in soffitta alla bisogna?), mi avventuro, dicevo, dentro il cono d'ombra della senilità e, come tutti sappiamo, non è un bel vedere e sentire del corpo – questo nostro fragile involucro e bozzolo di un'anima che vagheggiamo ma che è come l'araba fenice: 'Che ci sia ciascun lo dice, dove (cosa) sia nessun lo sa'. E la Morte, la 'sorella nostra Morte corporale' di Francesco (il Santo dugentesco, che avete capito!) saltella qua e là nel campo come una giovinetta sventata e inconsapevole e coglie ora un robusto filo d'erba, ora un fiore in boccio - e ancora non ha voluto raccontarci il perché delle sue maledette predilezioni di raccolta: che lasciano in vita a macerare stanchi ottuagenari e castigano chi ancora non è sazio di vedere la luce nuova dei giorni e anni futuri. E il mondo dei morti è il nostro futuro ed è fitto delle ombre dei trisavoli e degli uomini di genio e dei milioni di soldati che hanno fecondato col sangue i campi di battaglia dell'Europa e del vasto mondo preda dell'odio religioso e delle insane passioni di conquista ed egemonia e sopraffazione - e davvero la Vita Eterna di tutta quella gente in attesa di illusori ricongiungimenti è astratta metafora rovesciata dei vari e diversi viaggi nell'oltretomba degli Eroi omerici e virgiliani e dei Poeti. E' lunedì e, a volte, non sempre, mi fa questo effetto, è grave, dottore? ![]() Dell'essere nei Cieli. Nice video. https://youtu.be/kg1BljLu9YY |
Peace and love 30/11/2017 E nel bel padiglione liberty dell'Ungheria si accoglie l'inno di speranza e l'auspicio di tutti noi del vivere in pace rielaborato da Gyula Vàrnai – che già il 'papa buono' nel 63 lo auspicava in latino colla sua 'pacem in terris' in cui si prediceva per tutti i viventi un futuro di giustizia, verità, amore e libertà, sempre smentito dai fatti e gli eventi a seguire. E il 'peace and love' dei movimenti hippies e floreali e 'rock and roll' è argomento canonico - sempre ferocemente contrastato, in verità, da tutti i cattivoni del mondo che fanno a gara per dircelo satanico e infernale e affetto da ogni e peggiore male, dal Vietnam alla Cambogia di Pol e compresa la presente minaccia atomica del 'rocketman' Kim Il Sung vanamente contrastata dal suo competitor americano. |
Conosco gente che afferma, senza batter ciglio, che 'melting pot è bello' - ed è vero che la Storia ci consegna le cronache di invasioni barbariche, occupazioni di eserciti e popoli e conseguenti mescolanze, a partire dai Sabini e i Romani del mitico 'ratto' - ed Einstein ha scritto 'razza umana' in un formulario di viaggio dove si richiedeva di meglio specificarla. E si dà il caso di immigrati 'nazionalizzati' e con cittadinanza americana, canadese o europea, che rispondono all'appello folle e al richiamo atavico dei popoli del deserto di osservanza mussulmana e 'coranica' e si arruolano sotto le bandiere nere del Califfato che vuole sottomettere l'Occidente e la sua civiltà e consumare vendette storiche in Europa perché memori tuttora delle brucianti sconfitte subite a Lepanto e alle porte di Vienna. La Storia che non si cancella e che va col passo del gambero. Ma quei tali di cui all'incipit continuano a non battere ciglio e, impavidi, difendono e si battono per mescolanze davvero poco mescolate e si dicono a favore di immigrazioni selvagge e non governate, ad onta dei fatti di cronache che ci narrano di quartieri degradati e in rivolta e carceri che scoppiano anche per l'apporto di un 43 per cento di gente che non è stata 'accolta' e integrata, bensì lasciata a se stessa. |
29/11/2017 E che nessuno si azzardi a pensare che quello spazzolone e quel barattolo di cera sia stato dimenticato dalla signora delle pulizie che al mattino passa a ripulire gli spazi antistanti le installazioni (e chissà che istruzioni lasciano gli artisti per la pulizia quotidiana dei loro manufatti agli uffici competenti della Biennale). Ma potrebbe anche essere una dimenticanza, per la verità; e se dimenticanza è stata in cotali luoghi artistici e teche avite subito assume forma di Opera d'Arte viva (o forse post moderna 'natura morta' chissà) e la signora in questione l'ha fatto apposta di lasciarla lì a quel modo e nutre segrete aspirazioni artistiche anch'essa da decenni e fra qualche anno la vedremo esporre al padiglione Italia tutta una serie di scope e barattoli monumentalmente e genialmente ammonticchiati fino a toccare il soffitto - e la didascalia ci informerà che l'Artista ha sublimato nell'opera i ricordi delle troppe scope e cere che hanno riempito la sua vita e l'hanno umiliata fino all'incontro fatale con il Curatore dei curatori (Sgarbi? Oliva?) ed ecco la sua consacrazione e finale elevazione – con la gigantografia dell'autrice posta sulla sommità in veste di Assunta munita della relativa aureola sacrale. Tu vedi che storie strambe biennalesche si dipanano da una scopa e un barattolo dimenticato al mattino. |
28/11/2015 Ho ri-ascoltato con grande interesse la Sinfonia N. 3 - opera 55 di Ludwig van detta 'Eroica' e, con vivo diletto, perfino quel secondo movimento che va sotto il nome di 'Marcia Funebre' e mi ricorda i vani e transitori struggimenti dei miei quindici anni – quell'età della vita in cui più acutamente ci ferisce/colpisce il senso profondo dei versi del poeta di Recanati: 'Ma perché dare al sole / perché reggere in vita / chi poi di quella consolar convenga? / Se la vita è sventura / perché da noi sì dura? Ma la 'Marcia funebre' di Beethoven che, si dice, è legata all'idea di morte degli ideali di libertà traditi dal Bonaparte nel suo arrogante ascendere verso l'Impero, ha in realtà passaggi musicali di grande spessore letterario e, al passo lento del tema funebre che va e ritorna e la scandisce e connota, coniuga vibrazioni e ascensioni e maestose distese che superano l'idea di morte e ci raccontano, invece, i paesaggi della vita che sempre si vagheggia - e di più quando si è prossimi al transito fatale e ai sogni di vita sempiterna che lo accompagnano. E sarà perché sono transitato di recente per due episodi funebri di peso e ho ri-ascoltato con attenzione, per due volte a distanza di pochi giorni, le asfittiche parole dei celebranti il rito funebre che ci rimandano a una 'vita eterna' e paradisi annessi assai dubbi e leggendari - e mai un congiunto che, dall'aldilà, ci abbia, credibilmente, confermato in quella nostra comune speranza di resurrezione - ecco che l'ascolto di quella 'Marcia funebre' mi ha suggerito l'idea che la musica di Ludwig van, una tal musica forte e solenne e pregna di tutte le speranze e di tutto il dolore dei commiati che ci percuotono lungo le nostre vite è elemento artistico vitale che, meglio di qualsiasi predica e promessa e vana attesa di improbabili resurrezioni, ci consola e conforta e splendidamente disegna i meravigliosi paesaggi di vita post mortem che spesso abbiamo sognato.
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Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38
Inviato da: fedechiara
il 23/06/2024 alle 15:31
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 12:34