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Messaggi di Novembre 2018

Andate al cinema o rileggetevi il Faust

Post n°691 pubblicato il 27 Novembre 2018 da fedechiara
 

Andate al cinema o rileggetevi il Faust - 27/11/2016

Sarà un caso che il film 'Snowden' di Oliver Stone sia uscito nelle sale solo dopo la conclusione della ferocissima campagna elettorale che ha premiato Donald Trump e condannato all'infamia la campionessa di tutto e di nulla Hillary Clinton – da troppi americani (si, anche gli arrabbiati sostenitori di Bernie Sanders) percepita come una 'fintona', una donna di colla e cadreghe, interna e complice delle schifezze segrete dell'apparato amministrativo e governativo, da troppo tempo in mano ai cinici professionisti della politica e agli spioni della Nsa e della Cia che condannano Snowden all'esilio di Mosca?

Nel film, durante i titoli di coda, si ascoltano le imbarazzate e/o sdegnate dichiarazioni degli apparatniki sedicenti 'democratici' - la Clinton e quella scialba figura del presidente Obama in primis - che condannano senza ombra di vergogna l'operato di Edward Snowden, ex agente Cia di primo livello, di aver tutto rivelato delle attività di spionaggio a tutto campo e senza distinzione di parte politica di ogni e qualsivoglia espressione di dissenso politico operate dalla Nsa e dalla Cia e dalle organizzazioni satelliti. 
E l'elezione di Trump, su questo versante, confermerà tutti i programmi di spionaggio governativo e dirà l'America 'un grande paese' macchiato, tuttavia, dall'onta secolare di infrangere sistematicamente quelle stesse leggi e regole di piena democrazia e rispetto delle libertà individuali che la dicono retoricamente 'grande' ma, in realtà, schiava delle sue ossessioni di voler tutto controllare e tutto dominare al suo interno e nelle aree del pianeta di sua influenza geo strategica.

E nel film si mostra, con dovizia di particolari tratti dalle cronache recenti, tutto l'incessante (e costosissimo) lavorio degli esperti informatici e degli hacker che piratano hacker rivali di quel mondo virtuale che è la realtà agghiacciante dei penosi e infami decenni che viviamo/vremo perché chi dominerà le reti di informazione nel prossimo futuro sarà (ma già è) il Grande Fratello che legge queste mie righe e le vostre, richiamandone le parole-chiave di ricerca e, se siete pericolosi per gli interessi geo strategici dell'America aspettatevi che uno sconosciuto vi chieda, appena fuori casa: 'Lei è il signor tal dei tali?' e vi inietti nel collo un liquido letale come si mostra nei migliori film sull'America malata degli spioni di stato, a partire dal mitico : ' I tre giorni del Condor', che tanto influenzò il nostro sentire politico da giovinetti e fummo subito, per un rimbalzo di sdegno estremistico, 'maoisti' e 'cubani', que siempre viva Fidel.

E lo ricordate, vero, quello sguardo sgomento del bravo Redford-il Condor, nel film, che si chiedeva e chiedeva alla sua prigioniera innamorata perché avessero sterminato tutti i suoi compagni di lavoro in quella sede distaccata dove svolgeva innocue ricerche da topo di biblioteca e vi si classificavano le notizie apparentemente varie e neutre di giornali e riviste di ogni genere e appartenenza - e la causa della morte di quegli innocenti impiegati era il maledetto 'petrolio' della voracissima fame di energia delle industrie americane che armavano il loro governo di tutti gli strumenti di dominio diretto e indiretto sui 'paesi del golfo', soggetti a improvvisi golpe e cambi di regime per l'azione combinata degli aiuti e/o del traffico di armi diretto ai 'ribelli' – come è avvenuto nella Siria in cui si voleva pretestuosamente introdurre la democrazia e la si è consegnata, invece, al caos sanguinoso del Califfato islamico e della guerra di tutti contro tutti . 
Tu vedi l'intelligenza acutissima delle azioni mirate della Cia - e segretario di Stato allora era la Clinton che ha recentemente concorso per la presidenza degli Stati Uniti d'America. Una 'grande democrazia' zoppa e vistosamente claudicante e un Grande Fratello orbo e stupido che non sa, mai ha saputo fermare 'quegli spiriti malefici che esso stesso ha suscitato' coi suoi alambicchi e i sofisticatissimi programmi di spionaggio a tutto campo di Snowden.

Andate al cinema o rileggetevi il Faust di Goethe.

 
 
 

OTELLO - ATTO QUINTO

Post n°690 pubblicato il 26 Novembre 2018 da fedechiara
 

 

 

OTELLO - ATTO QUINTO - SCENA SECONDA

Una camera nel castello.
Desdemona a letto addormentata.
Entra Otello con un lume.
OTELLO
È la causa, è la causa, anima mia;
ma a voi non la dirò, caste stelle.
È la causa; ma non verserò il suo sangue
né scalfirò la sua pelle più bianca
della neve e liscia come alabastro sepolcrale.
Pure deve morire, o tradirà altri uomini.
Prima spegni una luce, e poi quell'altra;
se spengo questa fiaccola, e mi pento,
posso ripristinare la sua luce;
ma una volta spenta la tua luce,
o modello compiuto della perfezione di natura,
non so dove si trovi il fuoco prometeico
che la riaccenda. Quand'ho svelto la rosa
non posso più ridarle il suo rigoglio;
appassisce per forza. L'odorerò sullo stelo.

La bacia.

O alito balsamico, che quasi induci
la Giustizia a spezzare la sua spada!
Un altro; un altro. Resta così nella morte,
e io ti ucciderò, e ancora ti amerò.
Ancora un bacio, e sia l'ultimo bacio.
Mai dolcezza fu così fatale. Piango,
sì, ma lacrime crudeli; è una pena celestiale,
colpisce l'oggetto del suo amore. Si ridesta...

 

Cosa possano dire gli uomini a proposito della violenza di genere non è chiaro – e qualsiasi cosa essi dicano è destinata a lasciare i tempi che trova, e le violenze esorcizzate continueranno, ahinoi, a riempire le cronache e avvilirci per l'impotenza di agire, con leggi più severe e 'daspo' intesi a fermare il massacro e disarmare gli assassini della porta accanto.

E già Shakespeare ci induceva a pensare, innalzando Otello al rango di poeta e figura tragica dell'assassinio rituale, che una qualche tragica nobiltà fosse contenuta nel gesto di dare morte all'amata - che una 'congiura di palazzo' aveva condannato al calunnioso ruolo di fedifraga. 
Ma oggi abbiamo superato d'un balzo ogni pretesa motivazione 'd'onore' e nessun assassinio si giustifica neanche se l'amata ha un nuovo compagno o fidanzato migliore di chi non sa farsene una ragione – e la sua mente farnetica di vendette e sogni di morte e coltelli che straziano i ventri e il cuore della pretesa fedifraga.

Non c'è nessuna Desdemona innocente e pura, di questi tempi, bensì donne libere di scegliere con chi vivere e amare – e nessun Otello di tragica nobiltà si dà in queste tragedie dell'impotenza maschile a metabolizzare una sconfitta e costruire una storia diversa e migliore; e solo ci resta l'avvilimento per la mancanza di strumenti efficaci in nostro possesso capaci di fermare la mano degli assassini prima che riescano ad abbuiare la loro e la nostra mente con le notizie quotidiane dell'ennesimo 'femminicidio'.

Violenza di genere

 
 
 

L'arte viva e quella morta

Post n°689 pubblicato il 26 Novembre 2018 da fedechiara
 

L'Arte viva e quella morta  - 26 novembre 2017

...che poi, la fortuna di queste mega esposizioni, dove puoi passarci un'intera giornata di riflessioni profonde e relative ai massimi sistemi del nostro vivere e morire ed esserci e agire e trovarci un senso (...ma un senso non ce l'ha, cantava a gola spiegata il Vasco nostro nazionale) al diverso disporsi ed accadere delle cose e delle volontà degli uomini, la fortuna sta tutta in una certa aria di festa mobile garantita da tutte queste classi in visita e dai loro commenti leggeri e, a volte, stupidini e ai 'selfie' che si fanno davanti alle istallazioni più eclatanti degli artisti neanche fossero in piazza san Marco fronte basilica o in posa appoggiati alla colonna del Todaro.
Che, se volessero o sapessero cos'è vera arte e cosa no, potrebbero in un 'workshop' guidato radunare e organizzare e stampare tutte quelle loro foto-ricordo e incollarle in un pannello grande tutta una parete ed ecco pronta un'altra riflessione/esposizione di vite vissute e ricordi e 'come eravamo' disponibile per le prossime generazioni e classi in visita alla 63sima o 65sima Biennale al padiglione Italia.

Che, mutatis mutandi, è quello che ha fatto l'artista coreano Lee Wan raccogliendo migliaia di interviste con gente la più varia e sui temi più disparati delle loro vite più altri dati raccolti nei data-base degli archivi su internet e ne ha ricavato una riflessione/installazione sul Tempo e sulla relatività di Einstein tradotta figurativamente in un'intera parete fitta di orologi ciascuno segnante un tempo diverso come diversi siamo tutti noi che viviamo un nostro tempo interiore commisurato col tempo ufficiale che ci invecchia e ci consegna alle tombe, pare, si dice, si mostra, mannaggia.

E ricordo un tempo in cui la Biennale era 'vietata ai minori' per la ragione dell'estrema libertà lasciata agli artisti di mostrare peni mozzati e sgozzamenti e/o patonze e pubi maschili allineati in simpatiche e provocatorie simmetrie sulle pareti di un'intera stanza e adesso, invece, ci sono ragazzini sotto i dieci anni che scorrazzano per ogni dove e toccano le opere esposte e ridono e commentano da par loro e chissà che impressione avranno avuto di quel pannello luminoso che ci mostra lo sviluppo dell'arte astratta in forma di corpi umani trattati come trattiamo gli animali nei macelli: appesi per i piedi e sventrati e ripuliti all'interno pronti per le braci e le fiamme del barbecue. E invano un ragazzino lo mostrava alla maestra chiedendo una spiegazione - e quella lo tirava via per un braccio e cambiava padiglione e discorso perché non tutta l'arte è spiegabile e metabolizzabile per i pargoli in visita scolastica - e ricordo il commento di una tale di fronte a certe fotografie sanguinolente di un certo rito satanico illustrato che continuava a ripetere, sconvolta, al compagno: 'Awful, awful.' 
Ma viviamo in tempi di libertà totale e incontrollabile, lo sapete, e su internet anche i ragazzini possono incorrere facilmente in scene di violenza o sesso esplicito, malgrado il parental control, che volete farci, questo è quel tempo, domani chissà. 
Viva l''Arte viva - che a quella morta dei musei e delle Gallerie ci penso io a visitarla e godermela.

 
 
 

Pencolanti sui picciuoli

Post n°688 pubblicato il 25 Novembre 2018 da fedechiara
 

 

25 novembre 2016

Dio ci scampi. - S.p.q.r. Sono pencolanti sui picciuoli questi renziani. -

Il 4 di dicembre non ci giocheremo i destini dell'umanità bensì di un pugno di parvenus della politica – imbonitori da tre palle un soldo che hanno illuso una discreta fetta di italiani di tutto cambiare per non cambiar nulla. E davvero, rivedendo nei trailers dei telegiornali degli ultimi due anni quelle facce da leopoldini allo sbaraglio che recitavano le veline renziane con l'aria dei secchioni d'antan che mandavano a memoria le poesie della vispa Teresa ci vien da sorridere al pensiero di quanto poco basti agli esseri umani per nutrire le illusioni del 'nuovo che avanza' e oggi già 'lungamente ci dice addio' - come le foglie ormai gialle che il vento distacca una a una e ci racconta della prossima primavera che chiuderà l'inverno del nostro scontento.
E un'altra stagione delle nostre vite avrà inizio e, forse, ci chiederemo fra qualche anno, inseguendo un pensiero marginale: 'Ma quel Renzi fiorentino e la sua amica Leopolda chissà dove sono andati a finire.' 
O forse no. Forse toccherà armarci della stessa pazienza che abbiamo coltivato nei tre lustri del fescennino berlusconiano e magari 'morire renziani'. Dio ci scampi.

L'immagine può contenere: fiore, pianta, cielo, albero, natura e spazio all'aperto

 
 
 

Dei nonni dei padri e dei nipoti

Post n°687 pubblicato il 25 Novembre 2018 da fedechiara
 

25 novembre 2014

Era convincimento dei nostri nonni e padri che il mondo 'è bello perché vario', ma, se avessero conosciuto la globalizzazione e il melting pot dentro le patrie frontiere, dubito che lo avrebbero mantenuto e tramandato quale saggia 'vox populi'. 
Perché la varietà del mondo porta seco il conflitto e non lo elabora, bensì lo tramanda di generazione in generazione – vedi, ad esempio, i fratelli slavi della ex jugoslavia che, dopo decenni di serena convivenza sotto le bandiere socialiste del grande combattente Tito, se le suonarono di santa ragione tra sloveni, croati e serbi - e i mussulmani di Srebrenica e Sarajevo a far da tappeto orribile di morti e feriti e dispersi nelle fosse comuni. 
Nè notizie migliori ci vengono da Ferguson, Missouri – dove i neri americani tornano ad essere gli eredi rabbiosi degli schiavi neri rivoltosi d'antan e non accettano le sentenze dei tribunali che mandano assolti i poliziotti dalla pistola facile e non gliene potrebbe importar di meno dello stato di diritto che quei tribunali legittimano e pongono (astrattamente) 'al di sopra delle parti'.

E, quanto a varietà del mondo e di opinioni gaglioffe e canagliesche, che dire del premier turco Erdogan e di tutti gli elettori filo islamisti che lo hanno voluto alla guida del governo della Turchia - che delle donne dice che devono essere sottomesse all'uomo perché la natura 'le ha fatte diverse' e il loro sacro e solo ruolo sociale è di essere madri e 'custodi del focolare' - e siano dannate le femministe di ogni ordine e grado e nazione perché bestemmiano le sure e le prescrizioni del sacro Corano e i loro comportamenti e verbi vanno additati al pubblico ludibrio? 
Senza trascurare che, se sono vere le affermazioni degli 'osservatori internazionali' che additano la Turchia quale acquirente del petrolio maledetto venduto dai capi e i califfi dell'Isis, per proprietà transitiva Erdogan e lo stato turco che rappresenta foraggiano il terrorismo internazionale e sono indirettamente corresponsabili dell'orrore dei tagliatori di teste di quell'esercito di pazzi fanatici e suonati di seconda generazione che corrono ad arruolarsi a migliaia, rinnegando l'Occidente che li ha accolti e forniti di cittadinanza e diversa civiltà.

No, davvero. Il mondo non è bello perché è vario. E' maledettamente vario, questo si, ma la bellezza del mondo raramente si specchia nella specie umana che sforna orchi orribili e macellai a migliaia e milioni.

'L'umanità è fitta di orchi con mani di carnefici e denti di cannibali' - Michel Tournier (libera citazione)

ILMESSAGGERO.IT
NEW YORK Oramai tutta l'America manifesta, da Los Angeles a New York. L'indignazione per il verdetto del Grand Jury che lunedì sera a Ferguson, nel Missouri, ha deciso che «non c'erano...

 
 
 
 
 

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