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Messaggi del 18/01/2020

Il gioco della Storia...

Post n°1115 pubblicato il 18 Gennaio 2020 da fedechiara
 

Da Stalingrado a Waterloo. Il gioco della Storia che va con il passo del gambero.

E nel gioco della Storia, che tanto ci appassiona, possiamo metterci anche la notizia di ieri: che la Commissione senatoriale preposta voterà il 20 c.m. a favore dell'incriminazione, per i fatti della nave Gregoretti, del bravo Salvini, - l'uomo dei porti chiusi in faccia ai taxi del mare sotto veste pietosetta di o.n.g. foraggiate da Soros, l'uomo del caotico e drammatico melting pot universale che tanto ci affanna.

E il 26 c.m. si vota in Emilia-Romagna, quell'Emilia rossa, bastione di un'epica Stalingrado italica, che potrebbe farsi Waterloo dell'epigono Zingaretti, generale in sedicesimo e con la divisa strappata delle armate sinistre in rotta che già furono del vittorioso Berlinguer e del Veltroni e del Bersani che smacchiava i giaguari e pettinava le bambole. La Storia che va col passo del gambero.

E quel voto malvagio e nefasto della Commissione senatoriale che affossa ogni idea di legalità imposta e rispettata da tutti, (la magistratura inclusa, che nega i domiciliari a Carola Rackete, la 'capitana' tedesca che si fa largo sui moli italici speronando le navi), quel voto potrebbe essere la mossa decisiva del pedone che dà scacco al re e manda a casa il presente governatore dell'Emilia-Romagna - che fa lo gnorri nei comizi e sulla stampa amica del suo essere iscritto e rappresentante del partito democratico perché i capi e i caporali e i soldatini di quel partito si sentono tanto impresentabili da nascondersi sotto le gonne delle sardine impolitiche (sic) che riempiono le piazze invece delle urne.

Sbellichiamoci, intanto che si apprestano i seggi e le armate degli elettori vi confluiscono bellicose.

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L'immagine può contenere: bevanda

 
 
 

Traslochi.

Post n°1114 pubblicato il 18 Gennaio 2020 da fedechiara
 

Eradicazioni e trapianti.

(...) E non siamo più quelli che siamo stati e viviamo vite a compartimenti stagni e mostriamo le 'spalle al futuro' perché apparteniamo ad ogni presente che si fa subito passato e 'paesaggio nella nebbia' come nel film di Anghelopous - che narrava di bambini sperduti e di storie patrie brumose e che 'non macinano più', come tutta l'acqua che è 'passata sotto i ponti' delle nostre vite e trascina seco i sedimenti dei monti che abbiamo scalato e della terra che abbiamo calpestato e ci ricoprirà, prima o poi. Parce sepulto.

E, non diversamente da un archeologo al lavoro sul campo, estraggo dal fondo dei cassetti gli oggetti dimenticati e 'in sonno' e li valuto per il peso e l'ingombro e l'inutilità prossima e futura – eppure li ho identificati e comperati per un uso che il tempo ha cancellato e sono stati relegati in seconda e terza fila nei polverosi scaffali e lì dimenticati, non diversamente dalle nostre vite in quest'era senile crudele in cui ci addentriamo sospettosi e rabbiosi e incerti, - ma non era da meno, nel suo farsi e definirsi, l'era lontana della giovinezza e dell'età adulta e solo la forza dei muscoli e dei tendini e dei nervi ci accompagnava nelle imprese quotidiane e ci diceva guerrieri vincenti.

E l'archeologia domestica degli scatoloni e degli scaffali finalmente vuoti e pronti per il passaggio di mano a qualche sconosciuto usufruitore ti rimanda, nel correre dei pensieri oziosi, a tutta l'archeologia sociale e politica dei giornali che leggi distrattamente mentre ne avviluppi gli oggetti più fragili. 
Epopee di carta e parole in cui abbiamo vissuto e combattuto battaglie di avanguardia e di retroguardia e mi passano davanti agli occhi Craxi e i craxiani e i 'favolosi' Ottanta della Milano da bere e da cantarne i peana dei socialisti ambrosiani arrembanti sugli altari di Montecitorio, ma poi nella polvere dei 'mariuoli' di Mario Chiesa e del Pio albergo Trivulzio. 
E, ancora, lo tsunami di 'Mani Pulite' - che sembrava consegnarci il trofeo ambitissimo di una vittoria contro la corruzione dilagante nella prima repubblica, ma oggi siamo ancora lì nei pressi: corrotti e corrompibili alla terza e quarta crociata perché è una fede, quella del rubare e malversare nella cosa pubblica, e una religione da cui mai riusciremo a congedarci, diversamente da questo mio riempire scatoloni e sacchi e valigie e cercare invano un riconoscimento e una identità del passato che sempre più ci guarda con occhi vitrei e distanti.
E non siamo più quelli che siamo stati e viviamo vite a compartimenti stagni e mostriamo le 'spalle al futuro' perché apparteniamo ad ogni presente che si fa subito passato e 'paesaggio nella nebbia' come nel film di Anghelopous - che narrava di bambini sperduti e di storie patrie brumose e che 'non macinano più', come tutta l'acqua che è 'passata sotto i ponti' delle nostre vite e trascina seco i sedimenti dei monti che abbiamo scalato e della terra che abbiamo calpestato e ci ricoprirà, prima o poi. Parce sepulto.

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