Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi del 12/12/2021

Metafore ittiche di ieri.

Post n°1869 pubblicato il 12 Dicembre 2021 da fedechiara
 

 

Quel 'tirar sardoni' mediatico che non ci incanta. 11 dicembre 2019
Quando i 'giornaloni' (i cui lettori si assottigliano vieppiù ad ogni nuova fake new partigiana che pubblicano) sbattono in prima pagina le manifestazioni degli argentei pesciolini sedicenti anti fascisti l'impulso immediato è quello di consultare i sondaggi. Che sono ballerini e partigiani a loro volta, secondo che a commissionarli sia la partigianissima 'Repubblica' (trasformatasi ormai in organo di partito delle sinistre di s-governo) o 'il Fatto quotidiano' o La7, - rete televisiva non meno partigiana ed embedded, ma meno sfrontata e un filo dignitosa nel suo recitare i titoli dei tiggi.
E i sondaggi mi sono di conforto perché ci dicono che le urne continuano a premiare il centrodestra e non c'è sostanziale spostamento di voti che possa illudere il banco delle sardine di condizionare il sentire politico degli italiani con il loro buonismo ostentato e ipocrita.
E la comica delle 'forchette' dei diversi istituti di sondaggio ben ci racconta della partigianeria smaccata di quelli de 'la Repubblica' – che davano la Lega sotto al 30 per cento solo qualche giorno fa – e la vistosa correzione al 33 della rete televisiva La7. Possiamo dormire sonni tranquilli e lasciarli sfilare tranquillamente per le piazze, perché quel loro 'movimento' ittico è tutto interno al mare in tempesta della sinistra di s-governo.
Ma che c'entra un movimento che si proclama a partitico (sic), e perché confrontare i sondaggi con i numeri dei partecipanti alle manifestazioni, insisterete a chiedermi (25.000 a Torino, ma è bene ascoltare le consuete riduzioni a un terzo della Questura).
Perché l'operazione di marketing politico che è stato avviato dagli anti Salvini di sempre usa di queste manifestazioni contro l'odio preteso come di un ariete mediatico, - una sorta di 'Bestia' che si confronta in modo sempre più aggressivo sui social forum con l'appoggio delle artigliere pesanti dei giornaloni amici e dei telegiornali al seguito. Ed è bene fargli sapere che anche noi pinguini 'non abbocchiamo' all'amo dei 'think tank' della sinistra di s-governo che non sa più a che santo votarsi pur di riguadagnare l'onda del consenso elettorale.
E gennaio è alla porte e la Stalingrado emiliana potrebbe cadere e trascinare con sé lo s-governo giallo rosso, speriamo, esprimiamo gli auguri, non se ne può davvero più di tutto questo odio anti Salvini e vecchio marketing politico mascherato di buonismo tutto e solo mediatico e delle false parole d'ordine delle sardine che ci vedono adulti e vaccinati. Alle urne, alle urne!
Nessuna descrizione della foto disponibile.
 
 
 

Le cose del Cielo e della Terra.

Post n°1868 pubblicato il 12 Dicembre 2021 da fedechiara
 


Le cose del cielo e della terra. 11 Dicembre 2020

Mi ha molto colpito la descrizione che ha fatto Francesca, la moglie di 'Pablito' del suo commiato dal marito e padre delle sue due figlie. 'Vai, lasciati andare.' gli ha detto, abbracciandolo con l'impeto dell'amore straziato dal dolore di quel commiato ineluttabile.
Che se quel 'vai' lo diciamo sulla porta di casa al marito/moglie/figlio/a che va a un suo appuntamento di lavoro o di vita esprime tutta la forza e l'allegria dell'essere tutti qui e ora - e agiamo e costruiamo cose e figure e amiamo il prossimo nostro (non sempre, non tutto) e le ardite architetture urbane e il brulicare di vita delle foreste e tutto il bello, e perfino il brutto, del mondo vario e diverso che chiamiamo 'la vita'.
Ma detto da Francesca al marito che gli moriva tra le braccia, opponendo una fiera resistenza alla contadina che pareggia tutte le erbe del prato secondo un suo incomprensibile e maledetto disegno, è strazio di un addio che non conosce la destinazione finale dell'amato e non sa immaginarsi le tappe del suo estremo viaggio – e sa che non ci sarà ritorno, bensì disfacimento e corruzione di ogni cosa comune e il venir meno fantasmatico di ogni 'usata, amante compagnia'.
E '...che sia questo morir, questo supremo scolorar del sembiante' me lo chiedo ogni mattina che dio manda in terra e, prima del risveglio, attivo il mantice della respirazione profonda che mi dà conto dello stato della macchina-corpo e ne evidenzia le ruggini e gli scricchiolii e i dolori vari e diffusi – ed è come se salissi sulla piattaforma di un meccanico a cui confidiamo il buono stato della meccanica della nostra vettura e attendiamo speranzosi il pronunciarsi di una diagnosi fausta.
E la schiena è l'asse portante di ogni mia dolorosità, l'alfa e l'omega del rimettermi in piedi e avere contezza di una nuova giornata buona o meno buona, ma poi è la volta dello stomaco, grande e complessa fucina di calorie e, di quando in quando, perfino i denti ci mandano segnali di come sarà più difficile addentare la vita da qui in avanti e maciullare le carni degli animali di cui ci nutriamo e masticare la saporita scorza della frutta e delle verdure che cuciniamo. Mors tua vita mea. Già.
E la mia morte che verrà (speriamo tardi) sarà vita futura del brulicare infinito dell'umanità lungo i suoi secoli futuri e l'Inps metterà a profitto la pensione che mi corrisponde ogni mese e la destinerà a un cassa-integrato o a un nuovo ospite immigrato e chissà che sviluppo avranno questi flussi di umanità nuova che oggi ci affannano e quali 'magnifiche sorti e progressive' ci nasconde il futuro degli eventi umani.
E vi osserverò, voi che restate a tirar l'anima coi denti, nel turbinare delle mie ceneri col vento alpino, tra le foglie degli abeti e dei larici e, a tutt'oggi, non mi è chiaro come quelle mie ceneri turbinanti si ricomporranno in un corpo presente nella valle di Giosafatte in attesa di Giudizio: tu vedi quali strampalate leggende religiose si sono immaginati gli avi nostri dei sacri Cieli, gli Empirei e dintorni.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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