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Messaggi del 13/12/2021

Le terre incognite del post moderno.

Post n°1870 pubblicato il 13 Dicembre 2021 da fedechiara
 

Le terre incognite del post moderno.
...e neanche la Chiesa italiana se la passa troppo bene. Leggetevi l'articolo qui sotto/sopra e avrete un quadro di 'disfacimento operoso' di una Chiesa (dei suoi esponenti maggiori; qualsiasi cosa voi abbiniate alla parola 'maggiori') che ci rappresenta ormai solo il ricordo sfumato dei fasti lontani – di quando nelle parrocchie si mettevano all'indice i films cochons (quasi tutti, bastava un bacio con la lingua e una mano malandrina in lenta scivolata sud) e quelli violenti, con l'eccezione di qualche 'western' datato.
Erano i tempi che i parroci inveivano dai pulpiti come novelli Savonarola, e i papi negavano le comunioni e i sacramenti ai divorziati, e l'aborto, ca va sans dire, era un omicidio tout court con l'aggravante delle premeditazione e dell'impossibilità della vittima a difendersi dalle pinze horror del chirurgo designato. Ma vinse il popolo, quello dei referendum sulle esiziali questioni, quello 'scristianizzato' e che cominciò a disertare le chiese – e i seminari erano sempre più vuoti e bisognò importare manodopera specializzata dalle terre di missione (in Francia e nel Belgio la cosa è di tutta evidenza in molte chiese).
Un popolo di 'senza Dio' prese in mano il suo destino terrestre e, sui giornali, si cominciò a parlare perfino di gestire la propria morte, orrore massimo, sganciando la vita umana dall'occhiuta vigilanza del Supremo a cui, secondo la Dottrina, la vita umana appartiene di diritto.
I semidei umani in marcia verso il terzo millennio della laicizzazione totale e dell'intelligenza artificiale computerizzata che li apparentava, presuntuosamente, al Creatore.
E il papa ultimo, il nostro amato Francesco iper misericorde, ha scritto pagine di difficilissima interpretazione in questo contesto di Dottrina che langue e si fa evanescente – e sulla questione dei gay, sempre più tonitruanti e sfrontati nelle loro manifestazioni 'pride' e le pretese di insegnare un loro 'politicamente corretto' nelle scuole, è arrivato a dire con aria mesta: 'Chi sono io per giudicare...' - roba che i cadaveri bruciati dal fuoco divino in quel di Gomorra e Sodoma si rivoltavano nelle lontane tombe archeologiche.
Ed è un pallido ricordo anche quella crudeltà assoluta della 'terra consacrata' dei cimiteri – dove i suicidi non trovavano alloggio perché avevano negato col loro gesto estremo l'assunto-base delle vite nostre che non sono nostre, bensì le abbiamo in prestito dal Creatore e a Lui le si deve restituire anche quando 'tiriamo le vite coi denti' e le sofferenze fisiche diventano intollerabili.
Che reste-t-il dei nostri lontani 'esercizi spirituali' dove si mortificavano le lingue e gli stomaci e dei collegi dei preti dove, nel cinema annesso, si proiettavano i deliziosi martirii dei 'Dialoghi delle Carmelitane', che andavano a morire sulla ghigliottina?
Una seconda, più drammatica Rivoluzione ha seppellito questa epopea 'religiosa' e non resta che la ricerca archeologica per ricordarci quei fasti e quell'impero papale sulla stampa e la politica italiana embedded che aveva egida di una intramontabile 'Democrazia Cristiana'. Parce sepulto.
Oggi non rendiamo più 'l'anima a Dio', questo sconosciuto, bensì affrontiamo a viso aperto il nostro finale Viaggio verso le terre incognite del Nulla – e ci tremano le gambe, in verità, e ci spaventa la solitudine estrema perché, come dice la nota canzone '...quando si muore, si muore soli' (De Andrè).

 
 
 
 
 

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