Creato da nick66 il 10/12/2005

SOLO JUVENTUS

Il blog di Nick66

 

"MENO 39!": QUANDO L'UOMO DIVENTA BESTIA...

Post n°307 pubblicato il 21 Ottobre 2009 da nick66
 

           

Gemellaggio tifosi Fiorentina-Liverpool per poi sfoggiare in curva una maglia rossa con su scritto "MENO 39"... ecco dove arriva la demenza di certe curve e quanto può esprimere l'odio di una parte di tifoseria becera ed ignorante. Ci si scandilizza per dei buuuh razzisti, giustamente puniti (solo quelli dei tifosi della Juve però) e si rimane inermi di fronte a certi sciacalli...

Dal Blog di www.ju29ro.com

Come non scrivere di quei tifosi fiorentini che domenica sfoggiavano, in onore del loro fresco gemellaggio con i migliori tifosi del Liverpool, delle belle maglie rosse con un bel MENO 39. Un fatto raccappricciante e osceno. Veramente indegno di una nazione civile. Per chi non lo avesse capito, dietro quella innocente maglietta del Liverpool con il MENO 39 vi è l'irrisione e la beffa per i 39 morti dell'Heysel. Tutti lo abbiamo capito.
Come tutti avevano capito le ragioni del gemellaggio quando questo era stato annunciato. Era evidente che la motivazione raccontata dalla stampa era farlocca. Chi poteva credere veramente che quel gemellaggio fosse in funzione anti-Milan?Era offensivo per la nostra intelligenza anche il solo pensare di bersi una simile giustificazione: eppure abbiamo fatto finta di crederci. Il tempo è padre della verità, e affinché la verità affiorasse l'attesa è stata breve. Solo degli idioti, o persone in assoluta malafede, possono ignorare il significato di quelle magliette del Liverpool con il MENO 39 stampato a caratteri cubitali. Infatti, tutti i giornalisti che solo due settimane fa strombazzavano dai tubi catodici la bellezza e la sportività del gemellaggio tra tifosi fiorentini e Reds, ora tacciono. Eppure gli strombazzatori di regime hanno vista acuta e orecchio fino per sentire se a Balotelli viene rivolto qualche insulto razzista (cosa sbagliata, ricordiamo che
noi appoggiammo la squalifica del campo alla Juve). In questo caso, infinitamente e oscenamente più grave, hanno però fatto calare un assordante silenzio. Noi invitiamo chiunque avesse delle foto di quelle magliette ad inviarle alla nostra redazione. Provvederemo a girarle al Ministero dell'Interno, alla Figc e alla Uefa. Con una proposta chiara e semplice: se un bruttissimo "buh" razzista merita (giustamente) la squalifica del campo, in questo caso è giusto punire la Fiorentina con un intera stagione a porte chiuse. Lo facciamo, oltre che per rispetto dei nostri morti, per amor di giustizia.

Link per votare OK all'articolo: http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=783558e108f4753d

 
 
 

THE DAY AFTER: "La Juve tiene la scia, Ranieri e Viola steccano"

Post n°308 pubblicato il 26 Ottobre 2009 da nick66
 




Tutto come da copione per Inter, Sampdoria e Juventus, mentre le sorprese negative di giornata sono gli scivoloni interni di Fiorentina e Roma, reduci dall'infrasettimanale di Coppa, quelle positive giungono invece dalle grandi città del sud come Palermo, Bari e Napoli. Ma dopo un sabato scontato, con Sampdoria e Inter che nel giro di una manciata di minuti chiudevano le rispettive pratiche contro Bologna e Catania, una Juventus quanto mai brutta ha rischiato seriamente di allungare la serie senza vittorie in campionato (non vinceva dal 19 settembre) contro un modestissimo Siena.


La Juve tiene la scia. Non si può parlare di rischio calcolato, perché la Juventus mandata in campo da Ferrara nel primo tempo è stata una squadra che si confondeva con quella del Siena. Non solo per via delle maglie. Prendere sotto gamba certe partite al suo predecessore costò carissimo, ma Ciro comunque per Siena opta per un turn over "spinto". Fuori forzatamente Iaquinta, Ferrara rinuncia anche a Grosso, Cannavaro, Sissoko, Camoranesi e Giovinco. Un po' troppi forse tutti in un colpo solo, specie se ti mancano anche Marchisio, Zebina e Del Piero. Fatto sta che la Juventus in tutto il primo tempo non impegna mai l'estremo avversario e si affaccia nell'area senese solo per un tiraccio di Diego e un colpo di testa a lato di Chiellini. Squallore. Nella ripresa le cose migliorano con l'innesto di Caceres per l'insufficiente di lungo corso Grygera, ma soprattutto con l'ingresso di Camoranesi per un Molinaro lontano dall'essere all'altezza della situazione. Si vince con una provvidenziale testata di Amauri, ma a parte il gol, non c'è da stare allegri. Di positivo, oltre ai tre punti, c'è che mezza squadra si è riposata in vista della partita contro la Sampdoria di mercoledì prossimo.

Regali di calendario. Se ne era lamentato molto Mourinho: il calendario sembrava agevolare a settembre la Juventus. Adesso la sua Inter gioca il sabato, dopo cinque giorni gioca a Palermo (mentre la Juventus gioca fra tre giorni contro la Sampdoria che ha un giorno di riposo in più) e poi domenica la trasferta di Livorno, la più comoda che ci possa essere almeno sulla carta. Certo però è che la pressione sull'Inter nei prossimi giorni sarà sempre crescente, man mano che ci si avvicinerà al 3 novembre, prima data decisiva della stagione nerazzurra. Anche un pareggio nella trasferta di Champions a Kiev potrebbe di fatto complicare non poco la strada verso il superamento del turno. Situazione psicologica di cui potrebbe avvantaggiarsi la Juventus, che nei prossimi due turni giocherà in casa, ma contro due avversarie insidiosissime quali Sampdoria e Napoli. Se la Juve di Ferrara c'è, deve per forza battere un colpo, anzi, possibilmente due!

La stecca di Ranieri e dei viola. Le sorprese di giornata arrivano da Roma e Firenze dove si consumano le sconfitte delle squadre di casa. Alla Roma si inizia ad intravvedere la mano di Ranieri. Infatti i giallorossi giocano veramente male, in superiorità numerica per mezz'ora non riescono ad approfittarne ed escono sconfitti (0-1) contro il Livorno, che abbandona così l'ultima posizione in classifica. Per commentarla alla Ranieri si potrebbe dire un: "eh beh, pazienza!" E' stato un grande ritorno in panchina per Serse Cosmi, vittorioso all'Olimpico contro la Roma di cui è tifoso. Cosmi mancava dalla serie A dal 10 febbraio 2006, giorno in cui venne esonerato dall'Udinese. Battuta d'arresto anche per la Fiorentina contro il Napoli, piegata da un altro gol di Maggio negli ultimi minuti (0-1). Seconda panchina di Mazzarri e seconda vittoria ottenuta dal Napoli al fotofinish, sempre con il gol di quel giocatore che qualche tifoso juventino avrebbe voluto vedere con la maglia bianconera. Non tanto forse per il valore del calciatore, ma perché una maglietta di "Maggio con il numero 5" sarebbe forse più venduta di quella di Diego e Del Piero.

Palermo e Bari in "zona Europa". Dietro alla terza piazza bianconera, la Fiorentina è stata acciuffata dal Palermo, che negli ultimi minuti è riuscito a piegare l'Udinese (1-0). I rosanero siciliani raccolgono così la terza vittoria consecutiva; nelle ultime 5 partite hanno messo insieme la bellezza di 11 punti, solo uno in meno dell'Inter che incontreranno a San Siro nel prossimo turno. A pari merito con Palermo e Fiorentina sbuca anche il Milan, che nel finale è stato capace di ribaltare il risultato contro il Chievo al Bentegodi. Il gol vincente di Nesta è stato segnato in pieno recupero, su azione da capovolgimento di fronte in seguito ad una grandissima parata di Dida. Appena un punto dietro c'è il Bari, che ha regolato la Lazio con un gol per tempo (2-0). Per i galletti baresi la serie positiva dura da 4 partite (2 pareggi e poi due vittorie) e la squadra di Ventura è quella che oggi può vantare la miglior difesa del torneo, con sole 5 reti al passivo in 9 turni. Ma fra i protagonisti di giornata c'è di diritto anche l'Atalanta di Antonio Conte che, con la vittoria ottenuta contro il Parma (3-1), ottiene il secondo successo consecutivo dopo 3 pareggi. Con l'imbattuto Conte in panca, gli orobici hanno raccolto tutti i loro 9 punti nelle ultime 5 partite, meglio di loro hanno fatto solo Inter e Palermo. Dopo tre sconfitte interne consecutive arriva una vittoria anche per il Cagliari, che nell'ultimo quarto d'ora ribalta il risultato contro il Genoa (3-2), che rimedia invece la terza sconfitta negli ultimi 4 incontri e, con 19 gol al passivo, è oggi la peggior difesa del campionato.

TOP DI GIORNATA

Amauri. Non che la sua sia stata una grande partita, ma nel grigiore complessivo il suo gol è di quelli che pesano. Alla seconda rete consecutiva in campionato, dopo un lungo digiuno, il suo recupero psicologico è di particolare importanza per il prosieguo della stagione, nella speranza di ritrovare lo stesso Amauri che trascinò la Juventus nella prima parte della stagione scorsa.
Voto: 7 (1 gol in campionato in 9 mesi, 2 gol nelle ultime due partite) 

Mazzarri & Maggio. Sembra la ragione sociale di una premiata ditta questa combinazione di nomi. Il colpo grosso di giornata è proprio del Napoli che, dopo risultati sconfortanti, sembra aver imboccato la strada giusta con Mazzarri in panchina, 2 partite e 2 vittorie con altrettanti gol decisivi di Maggio sempre segnati nei minuti finali.
Voto: 7+ (che svolta!)

Nesta. Se il Milan rimonta ed espugna il Bentegodi deve fare un monumento all'ex difensore centrale della Nazionale. Dopo due anni di stop e dopo aver rischiato la fine anticipata della carriera, Alessandro Nesta è tornato a giocare su grandi livelli. Sotto di un gol a dieci minuti dalla fine, Nesta si è spinto in avanti due volte e ha trovato per il suo Milan altrettanti gol, che valgono la vittoria e il potenziale rilancio della squadra in campionato.
Voto: 8 (chi ben comincia...)


FLOP DI GIORNATA

Ranieri. Dire che inizia a intravvedersi la sua mano in questa Roma è cattiveria allo stato puro, ma è anche una battuta che può far sorridere chi alla Juve non l'avrebbe voluto nemmeno per un giorno come allenatore. Ranieri de Trastevere, romano de Roma, è vero che deve fare a meno di Totti e ha un Pizarro acciaccato, ma perdere in casa contro il derelitto Livorno e fare grande Cosmi al suo ritorno in panchina è da flop assoluto.
Voto: 5 (il suo...)

Rocchi. Della sua Lazio è il capitano e anche il peggiore in campo nella partita contro il Bari. La Lazio è dalla seconda giornata che non vince, mettendo insieme solo 4 pareggi e 3 sconfitte. Brutta giornata per le romane.
Voto: 4 

Gasperini. Perde il sorriso che aveva nel dopo partita contro l'Inter dopo una sconfitta 0-5. A Cagliari vede sfilare la vittoria nell'ultimo quarto d'ora, e pure la possibilità di uscire imbattuto. Se la prende con l'arbitro e con presunti condizionamenti di dirigenti e giocatori sardi nei suoi confronti. La verità è che il Genoa ha perso 4 delle ultime 5 partite, considerando anche il tonfo in Europa League contro il Lille (3-0)
Voto: 4 (irriconoscibile da certe polemiche "sulle panchine dei colleghi" in poi...)

 
 
 

THE DAY AFTER: "Kolossal Juve, Fiction Inter"

Post n°309 pubblicato il 30 Ottobre 2009 da nick66
 


Se pensi a Juventus-Sampdoria e Inter-Palermo come fossero due film, ti viene la voglia di rivederlo, quello della Juve che azzecca una partita da Oscar. E quello dell'Inter? Ti pare un film? Più una fiction semmai con tanto di buoni sentimenti. Mourinho nel pre-partita carezza Zenga, l'ex Uomo Ragno che fa le fusa con la sua amata: l'Inter. E che bella amicizia è quella con Mourinho. "E tu sarai il mio successore..." dice uno, "E non abbiamo niente da perdere" dice l'altro. Macché! Se becchi 4 gol in un tempo e fai ridere con tutte quelle smancerie in conferenza stampa, un po' di faccia la perdi. I tre buffetti del secondo tempo sembravano giusto l'imprevisto di scena prima del lieto fine: il gol di Milito. Che bel finale Inter! Tutto è bene quel che finisce bene. E tutti continuarono il campionato felici e contenti con Zenga che fa i complimenti alla sua squadra. L'Inter? Ma no, il Palermo che ne ha beccati 5!!!

Ma che sia kolossal o fiction, comunque il campionato è di nuovo cosa fra Inter e Juventus. La Sampdoria esce ridimensionata dall'umiliante sconfitta patita all'Olimpico. Il Milan non è ancora pronto a inserirsi nella lotta per il vertice. Anzi, fino all'89' sembrava di sì, poi il ciuccio napoletano ha assestato un paio di ragliate che hanno fatto esplodere il San Paolo, nemmeno si fosse trattato di botti da finale di Champions League. Davanti al Milan c'è il Parma, che nel derby della matricola ha avuto ragione del Bari. E il prossimo turno metterà di fronte proprio Milan e Parma, in una partita dall'esito tutt'altro che scontato. Ad affiancare il Diavolo in classifica c'è il Grifone genoano, che ha battuto e scavalcato la Fiorentina. A metà del guado un bel passo avanti lo fanno il Chievo, che consolida la propria classifica espugnando il Cibali, il Cagliari, che pure coglie la vittoria esterna all'Olimpico laziale, ma anche l'Udinese, che fra le mura amiche sega la Roma cogliendo una vittoria importante. In coda il fattore campo prevale in Bologna-Siena e Livorno-Atalanta, con Conte che alla sesta partita perde la sua imbattibilità, complice una clamorosa papera del suo portiere. Ma domani è già di nuovo campionato, con la nuova Juve "che guarda avanti", ma dice che il prossimo scudetto sarà quello della terza stella, mentre Moratti replica sicuro che il prossimo sarà il quinto scudetto consecutivo degli onesti. La verità si sa ma, comunque sia, che voglia di godersela tutta fino in fondo questa serie A, anche se son giusto 4 anni che con tutto 'sto nerazzurro pare proprio unafiction scritta in quella maledetta estate vissuta da Campioni del Mondo. 

TOP DI GIORNATA

Juventus. Il top del top è la squadra bianconera. E'antipatico fare delle graduatorie perché tutta la squadra ha girato al massimo per tutta la serata. Finalmente Ferrara, potendo contare su Melo e Sissoko, ha potuto schierarli davanti alla difesa con quei tre folletti davanti (Camoranesi - Diego - Giovinco) a far girare la testa a quelli che giocano a calcio con la maglia da ciclisti. E che bisogno c'è di due punte, se dietro ci sono quei 3 che girano a mille? Ferrara lasci perdere il rombo ed insista su questo modulo! Come unica punta Trezeguet può alternarsi ad Amauri e all'occorrenza ci sarà Iaquinta. A dialogare con Diego sulla tre quarti ci può giocare anche Del Piero, che magari farà una smorfia ribadendo che "mi sento una punta", ma che per questo non può imporre a Ferrara un modulo. Marchisio poi ha un eclettismo che può farlo rendere al massimo sia in linea con Melo o Sissoko che più avanzato sulla tre quarti, in un ruolo alla Gerrard, il suo idolo. E quindi Ciro fa' tutti i cambi che vuoi a gara in corso, magari sul 3-0, ma per arrivarci al 3-0 insisti con il 4-2-3-1... E fatti comprare un Maicon!
Voto: 9 (Da anni non si vedeva giocare la Juventus così, ma forse se Ranieri avesse avuto Stankovic... ah ah ah!!!

Balotelli. Certo non è un mostro di simpatia, ma un mezzo sorriso lo aveva strappato in settimana con una battuta in risposta ai sermoni del suo mister. Ha parlato anche in campo il ragazzo e ha messo in mostra tutte le sue straordinarie qualità. In un tempo segna due gol, sforna un assist e si procura un rigore. D'accordo che davanti sembrava ci fosse una squadra di signorine, ma che questo ragazzo a 19 anni sia un'iradiddio è incontrovertibile. Poi il fatto dell'antipatia non è detto che sia cosa negativa. Questa storia dell'antipatia in bradigaa ci ricorda qualcuno...
Voto: 8 (peccato giochi con quelli là)

Mazzarri. Il suo Napoli non vince contro il Milan, ma se in 3 partite i suoi ragazzi segnano 4 gol tutti dal 89' in poi non può essere certo un caso. La verità è che Mazzarri è un tipo determinato come pochi ed è uno che non molla mai e spinge, spinge la squadra a dare sempre il massimo. La Juventus è avvisata.
Voto: 7 (tostissimo!) 

FLOP DI GIORNATA

Zenga. Nella conferenza stampa del pre-partita flirta con Mourinho e ha pensieri dolci per il grande amore della sua vita: l'Inter. Non il massimo se il giorno dopo ci devi giocare contro. Fatto sta che i suoi in campo giochicchiano per un tempo che segna il match e si fanno infilare come nemmeno le migliori mestieranti nel lavoro più antico del mondo. Poco importa poi per i 3 succhiottini messi a segno nella ripresa con l'avversario in rilassamento totale. I suoi si fermano sul più bello, forse perché c'è ancora la voglia per una sveltina, la quinta della serata. Beato a chi piace un 5-3 come quello fra Inter e Palermo, pareva una fiction con il lieto fine già scritto! 
Voto: 3/5 (un voto variabile, come i gol visti contro l'Inter)

Le Romane. Roma e Lazio sprofondano a braccetto. I giallorossi infilano la terza sconfitta consecutiva, mentre la Lazio, dopo le due vittorie nei turni iniziali, ha ottenuto 4 miseri punticini per altrettanti pareggi e 4 sconfitte. Sembrano proprio tornati i tempi cupi per le romane e, per la Roma in particolare, le nubi all'orizzonte sembra si continuino ad addensare, vista la degenza ormai cronica di Sor Totti, altri infortuni assortiti e le squalifiche di De Rossi e Taddei per la prossima delicata partita contro il Bologna. Se a questo aggiungiamo che in panchina c'è Ranieri... Mamma mia!!! Per fortuna non siamo romanisti!!!
Voto: 4 per la Roma, 5 alla Lazio (che almeno lo sfizio della supercoppa se l'è tolto!)

Cassano. L'interista più interista che non giochi con la maglia nerazzurra, invece di esaltarsi contro la Juventus, finisce sconfitto sia a livello di squadra che nel confronto diretto con Amauri. I media che ne chiedono la convocazione a Lippi un giorno sì e l'altro pure almeno adesso tacciono. Si torna a parlare di Amauri che gioca con la febbre, segna due gol, sforna un assist e si ripropone alla grande per un posto nell'Italia che si giocherà il Mondiale in Sudafrica.
Voto: 4 (è come un pugile che sta vincendo ai punti, ma va KO sul più bello)

 

 

 
 
 

HARAKIRI ALLA CIRO

Post n°310 pubblicato il 01 Novembre 2009 da nick66
 

Non è solo colpa sua, ma dell'incredibile sconfitta maturata contro il Napoli è lui il principale responsabile: Ciro Ferrara. Solo un miope poteva non accorgersi dell'autostrada che sulla fascia destra bianconera si era aperta con l'ingresso di Datolo al 13' della ripresa. Un minuto dopo il Napoli accorcia le distanze e ci sta, ma poi un allenatore degno di chiamarsi tale vara le contromosse per non farsi uccellare ancora. Invece Ferrara lascia passare colpevolmente minuti preziosi senza trovare rimedi per una squadra che in campo si dimostra sulle gambe e incapace di arginare la veemenza delle avanzate avversarie. E' proprio Datolo a pareggiare. Il Napoli in campo sovrasta la Juventus lunga e sfilacciata, ma che fa Ferrara? Le toglie ancora più equilibrio lanciando Amauri e togliendo Poulsen. Come si fa a vincere così la partita se già la squadra soffre? Passano cinque minuti e si concretizza infatti la disfatta che nasce sempre sulla fascia destra, continua con uno svarione dell'impalpabile Tiago e si consuma con il tiro secco di Hamsik. Juve 2 Napoli 3. Spiace molto, ma Ciro dimostra di essere un'apprendista come allenatore. E' un lusso che la Juventus che vuole vincere non si potrebbe concedere, ma questa nuova Juve si sta specializzando nel far fare pratica agli apprendisti in ruoli strategici: Secco, Montali, Cobolli Gigli e adesso Ferrara!

Ma, intendiamoci, non è tutta colpa di Ciro Ferrara. Se sulla fascia destra l'unico giocatore disponibile è Grygera è perché ci sono fuori infortunati, Salihadmizic, Zebina e Caceres, ma soprattutto perché comunque nessuno dei quattro sarebbe all'altezza di giocare oggi in quel ruolo in una grande squadra. Limiti quindi di organico piuttosto identificati perché troppo spesso i gol che incassa la Juventus nascono dalla fascia destra, ma anche una catena di infortuni incredibile che in parte non può essere spiegata solo con la sfortuna.

Una squadra che entusiasma e vince 5-1, ma poi cade così rovinosamente ha ancora tanta strada da fare. Speriamo che nessuno, alla prossima vittoria, parli più di scudetto o di esplosioni nucleari... sarebbero cose da interisti, quelli di una volta però. Questa Juve ci assomiglia a quell'Inter da ridere e da bere, per le tante inutili parole in libertà dei suoi tesserati. 

Fortunatamente ci si è liberati degli sproloqui del parafulmine messo sciaguratamente per tre anni alla presidenza, sarebbe ora che gli altri facessero un silenzio alla Zoff! Che parlino i fatti, ma che ci si faccia rispettare, senza farci ridere dietro come ormai succede da quell'estate in cui qualche smidollato mal consigliato ha permesso che ci macellassero. 

 

 

 

 

 
 
 

THE DAY AFTER: "La notte di Halloween strega il campionato"

Post n°311 pubblicato il 01 Novembre 2009 da nick66
 

 

Il campionato sembra già mezzo segnato. La notte di Halloween caccia a -7 la Juventus dalla testa della classifica, data la scontata affermazione dell'Inter a Livorno (0-2). Quel che è peggio é che questa Juventus sanguina per le ferite riportate in una festa in cui a divertirsi sono stati gli altri. Il sangue di Camoranesi, che lascia il campo colpito al sopracciglio da una gomitata di Contini, è in senso figurato il sangue della Juventus su cui i vampiri di "Dracula" Mazzarri si sono avventati con mostruosa veemenza.

Zucche, zombies e vampiri. No, Ferrara non c'entra nulla con la sconfitta patita dalla Juventus contro il Napoli. Nella notte delle streghe tutto si trasforma, ed ecco che sulla panca bianconera invece di un allenatore si siede una zucca. Perché, con la squadra che vince 2-0, solo una zucca può non accorgersi dell'autostrada che sulla fascia destra si è aperta contro il Napoli, con l'uscita dal campo di Camoranesi e l'ingresso di "fantasma" Tiago. Mazzarri è uno che non si maschera, legge la partita e inserisce Datolo che vampirizza più di ogni altro la partita. Il resto è storia nota, con undici "zombies" in campo vestiti di bianconero e una "zucca" in panchina. A fare festa e divertirsi sono i ragazzi del Napoli di Mazzarri. 

Il fantasma del campionato. Dopo solo 11 partite il campionato fa una brutta sorpresa alla Juventus, perché "il dolcetto scherzetto" è solo il pretesto per far volare l'Inter a +7 punti. Tanti dopo 11 partite. Davanti all'attacco più debole del campionato (4 gol in 11 partite), i nerazzurri hanno giocato al gatto con il topo, contro il niente più che volenteroso Livorno. Anche quelli della Samp hanno visto i fantasmi. Sono quelli della sconfitta contro il Bari che non si è materializzata solo perché, a tempo scaduto, i galletti hanno fallito un calcio di rigore e un solerte sbandieratore ha annullato al 96' un gol regolare agli ospiti. A trovarsi bene nella notte di Halloween è stato naturalmente il diavolo rossonero, con Borriello che ha aperto e chiuso la festa regolando il Parma. Si mette in fila la Fiorentina che, trascinata dai gol dell'ex bianconero Marchionni, liquida un Catania velleitario con un Mister in odore di esonero. Un passettino in avanti per Palermo e Genoa bloccate sul nulla di fatto nel posticipo. Brutto pomeriggio anche per Antonio Conte, con la sua rabberciata Atalanta che esce pesantemente sconfitta da Cagliari (3-0). Nella seconda parte della classifica risale la Roma che liquida il Bologna (2-1). Ranieri, quasi avesse battuto il Real Bologna e non una squadra terz'ultima in classifica, vede addirittura l'obiettivo di un posto nella prossima Champions League per la sua Roma. C'è da capirlo, visto che contro "le piccole" lui di solito fatica sempre molto. Completano il quadro due pareggi (1-1), quelli di Chievo e Udinese e di Siena e Lazio.

TOP DI GIORNATA

Mazzarri. Ancora una volta fra i top! Questa volta il suo Napoli non deve aspettare gli ultimi minuti per segnare. Sotto di due gol, capisce che sulla corsia di destra bianconera si è aperta un'autostrada senza pagamento del pedaggio, e vince la partita facendo le mosse giuste. Il Napoli insegue ora le prime con 17 punti (10 punti della gestione Mazzarri in 4 partite contro Roma, Fiorentina, Milan e Juventus, 7 punti di Donadoni in 7 partite) e punta deciso a un posto nella prossima Champions League.
Voto: 9 (giù il cappello, qui siamo vicini alla perfezione)

Borriello. Torna finalmente in campo da titolare dopo tanti infortuni ed è protagonista di una doppietta (dopo un anno e due mesi dall''ultimo gol in serie A) che rilancia il Milan in classifica. Con lui il Milan finalmente ritrova un terminale offensivo all'altezza della situazione. Huntelaar può preparare le valigie.
Voto: 8 (per la partita e per il ruolo ritrovato)

Marchionni. L'ex bianconero svenduto ai viola per 4 monete d'oro trascina la Fiorentina al successo contro il Catania realizzando anche una doppietta. In 11 presenze in questo campionato, Marchionni si è tolto lo sfizio di segnare 3 gol, gli stessi segnati con la Juventus in 3 anni per relative 63 presenze.
Voto: 7 (un giocatore ritrovato a grandi livelli, mai visti in bianconero)

FLOP DI GIORNATA

Ferrara. I tanti infortuni della squadra lo penalizzano, soprattutto quelli di Sissoko, Marchisio e Camoranesi, quest'ultimo a gara in corso. Ma Ciro ci mette del suo per far precipitare le cose. Mentre sull'altra panchina Mazzarri non si demoralizza e lancia le contromosse per rimontare lo 0-2, lui perde tempo e opta per scelte tardive e confuse che finiscono per penalizzare la squadra. Se sbagliare è umano e perseverare è diabolico, Ferrara il limite lo ha già superato. La Juve non è una scuola per allenatori e dirigenti neofiti, semmai la pratica bisognerebbe farla altrove per poi arrivare preparati alla Juventus. Ma queste sono colpe non imputabili certo a Ferrara, ma più su, e ancora più su.
Voto: 4 (sulla panchina bianconera dovrebbe sedersi un grande allenatore (Lippi, Capello) o almeno un aspirante tale con un minimo di curriculum (un nome? Conte!), Ferrara non è né nell'una e nemmeno nell'altra situazione, ma la scelta da dilettanti è stata appunto di altri)

La Juventus. Tutta la Juventus! Non solo per quello che ha fatto in campo, ma per come continua a comportarsi fuori. Blanc che parla di 29 scudetti e terza stella ma "solo" per rispetto verso i tifosi. Il fatto che ci sia in corso un Processo Civile a Napoli e un altro a Milano da cui stanno emergendo fatti da seguire con molta attenzione proprio in funzione di una possibile riapertura del processo sportivo a Blanc non interessa. Si vince una partita e qualche giocatore subito che inizia a parlare di scudetto invece di pedalare in silenzio e arrivarci davvero a quel titolo senza inutili proclami. Qualche altro vince una partita "da Juve" ed evoca un'esplosione nucleare. Ma pensarci prima di parlare a vanvera? Ci vorrebbe uno Zoff modello Mundial 1982! Ed anzi, ci vorrebbe proprio Zoff!!!
Voto: 3 (Un andazzo ciarliero che sembrava poter svanire con l'addio agli sproloqui di Cobolli Gigli, ma evidentemente ci sbagliavamo)

Ranieri. Certo che la sua Roma esce vittoriosa dalla partita contro il Bologna. Ma da uno come lui che ha sempre cercato di comportarsi con "classe ed eleganza" anche in caso di cocenti sconfitte (abbiamo perso la Coppa Italia con la Lazio? "Eh beh, pazienza..."), la polemica innescata a tempo scaduto con la Juventus e Blanc ce la saremmo volentieri risparmiata. Blanc sulla "questione Stankovic" aveva invitato Ranieri "a stare zitto", dopo le dichiarazioni poco opportune rilasciate dal tecnico romanista. L'allenatore che si chiama come un cantante, per tutta risposta, manda un messaggio al mittente molto poco signorile, "di star tranquillo", che lui non dice niente perché "è un professionista serio", ma che di cose da dire ne avrebbe parecchie... Ebbene si tratta proprio di una risposta che dimostra che Ranieri un professionista serio non è, perché la sua è un'allusione antipatica e pesante, che la dice lunga sulla presunta classe di questo personaggio. E' proprio vero che non basta un maglione di cachemire per essere un Signore, ma con certi burini ci si può pure confondere.
Voto: 2 (dopo averlo sopportato due stagioni, ci si augurava di vederlo seduto su una panchina un po' più lontano da Torino...)

 
 
 

THE DAY AFTER: "Verso Juve-Inter con un Maicon in meno e un Sissoko in più"

Post n°312 pubblicato il 23 Novembre 2009 da nick66
 

Vincono tutte le prime, chi agevolmente, l'Inter, chi con qualche affanno, Milan e Juventus. Messa alle spalle questa tappa interlocutoria adesso si fanno sotto le partite che emetteranno i primi verdetti di stagione: c'è Juventus-Inter dietro l'angolo, ma soprattutto i primi verdetti della Champions League con gli ultimi due turni del girone eliminatorio a cavallo di altrettante giornate di campionato.

L'armata dei piangina e l'infermeria bianconera. L'Inter ha surclassato quel Bologna (1-3) che aveva fatto tanto soffrire una piccola Juve costretta al pareggio. Quella di Mourinho è una squadra così forte che chi ci gioca contro, almeno in Italia, fa sempre la figura di una mediocre sparring partner. Quando qualcosa non ha funzionato a dovere, per i nerazzurri è intervenuta la dea bendata a metterci una pezza come contro l'Udinese e il Cagliari. La Juventus invece ha mostrato dei limiti di personalità forti, affiorati in particolare nelle partite contro Bologna, Palermo e Napoli. La differenza è tutta lì, fra due squadre che adesso sembrano poter essere ad armi pari, con la Juve che finalmente recupera gente fondamentale come Sissoko, Marchisio e Del Piero. E poi si va verso Inter-Juventus con un Maicon in meno e un Sissoko in più, fa una bella differenza!

Alle spalle delle prime due, un Milan ballerino consolida il terzo posto battendo (4-3) un Cagliari insidiosissimo cui la Juventus farà visita nel prossimo turno. Ritorna alla vittoria anche la Sampdoria contro il Chievo (2-1), dopo tre turni in cui aveva raccolto solo un fortunoso pareggio casalingo contro il Bari. La squadra di giornata è il Parma che espugna Firenze (2-3) e scavalca i viola in classifica, staccando il Genoa beffato a Livorno (2-1) in pieno recupero. A metà classifica perde lo slancio il Napoli bloccato sul pareggio (0-0) da una Lazio scivolata al terz'ultimo posto. E' la Roma che prende lo slancio per inseguire zone più consone al proprio blasone; a Totti sono bastati 27' per surclassare il Bari (3-1) con una tripletta. Altra occasione persa invece per i Palermo, che non va oltre il pari (1-1) nel derby siculo contro il Catania. Un piccolo ribaltone c'è in coda alla classifica con l'Atalanta, vittoriosa a Siena (0-2), e il Livorno, che agganciano Bologna e Lazio al terz'ultimo posto. Si fa dura la situazione del Siena, già a sei lunghezze da queste squadre.

TOP DI GIORNATA

Sissoko. Momo si ritrova fra i top non tanto perché contro l'Udinese abbia giocato la partita della vita, ma perché è bastato vederlo in campo per pensare a una Juve più forte e costante di quella vista fino ad ora. Del suo rientro beneficerà certamente anche Felipe Melo che, anche oggi, ha finito per risultare fra i peggiori in campo. Con i rientri di Sissoko e Marchisio in mezzo, è una Juventus che, per lo meno sulla carta, può innestare una marcia in più.

Totti. Al suo rientro dopo l'ennesimo infortunio, gli basta una mezz'ora scarsa per mettere in luce il proprio inestimabile repertorio. Gol su calcio di rigore, su punizione e su azione. Giù il cappello per un campione assoluto che con la tripletta di oggi balza al comando della classifica marcatori, affiancando Di Natale a 9 gol. Fanno 187 gol in carriera in serie A tutti segnati con un'unica maglia.

Lanzafame. Il 22enne per metà bianconero entra a venti minuti dalla fine e spacca la partita a Firenze, regalando con il suo gol la vittoria al Parma. La speranza è che questo gol segni la svolta per Davide, dopo la parentesi poco brillante di Palermo e il ritorno come comprimario a Bari. A Parma la strada intrapresa sembra poter essere quella giusta.

FLOP DI GIORNATA

Maicon e la corte interista. A tempo scaduto con vittoria in tasca si fa cacciare per un doppio "vaffa" a un guardalinee. Patetica la sceneggiata inscenata dalla corte nerazzurra, prima con Mourinho che si allontana dalla panchina, poi nel dopo partita con la dirigenza interista che fa trapelare la notizia secondo cui Maicon non avrebbe mandato a quel paese nessuno, ma che come risposta a un "vai vai" avrebbe risposto "vai via tu" ad Ayroldi. Moratti, da parte sua, spiega che si è trattato di un equivoco e che, altro che due giornate (!), si spera che Maicon nemmeno sia squalificato. Ridiculi! Da regolamento due giornate sono sacrosante. Complimenti anche a Sky per la solita intervista in ginocchio al presidente nerazzurro. Potevano chiamarlo InterSky il canale 200 già che c'erano!

La curva della Juventus. Lo sfottò ai nerassurri va bene, ma perché continuare a prendersela con la mamma di Balotelli durante un Juventus-Udinese? Il risultato è quello di fare di Balotelli un martire e, allo stesso tempo, dare occasione a certi giornalisti, che non aspettano altro, di esclamare: "Che brutti cori!", come se certi cori fossero prerogativa della curva bianconera. Brandi sembra gongolare da "Controcampo" parlando di "cori razzisti" che nulla c'entrano con il coro idiota e becero "se saltelli muore Balotelli" e ipotizzando addirittura una giornata di squalifica del campo... E allora basta con certi cori idioti, ma basta anche con il moralismo a senso unico di un giornalismo sempre più cialtrone che confonde la deficienza con il razzismo.

Genoa e Fiorentina. Escono bruciacchiate da questa giornata di campionato. Il Genoa cade inopintamente a Livorno nei minuti di recupero, mentre la Fiorentina ne becca tre da un Parma in cui vanno a segno tre ex juventini (Amoruso, Bojinov, Lanzafame). Il prossimo turno potrebbe essere quello del riscatto o dello sconfinamento nell'anonimato di centro classifica. In programma: Genoa-Sampdoria e, soprattutto, Inter-Fiorentina.

 

 
 
 

IL CASO BALOTELLI SOSPESO FRA STUPIDITA' E DEMAGOGIA A BUON MERCATO

Post n°313 pubblicato il 27 Novembre 2009 da nick66
 




Chi lancia certi cori lo sa. La prima ad essere danneggiata è la società per cui si tifa: la Juventus in questo caso. Non si parla tanto dei 20.000 euro di una pena pecuniaria, ma di un forte danno d’immagine per la società messa in difficoltà dai media in un momento di grande delicatezza per la storia bianconera. Mentre dai tribunali dei processi veri sta emergendo la verità dei fatti che potrebbe spingere a breve la Juventus a chiedere la revisione dei frettolosi processi sportivi consumati nell’estate 2006, il pericolo di rovinare tutto e risvegliare le ragioni di un mai sopito “sentimento popolare” anti juventino arriva proprio dalle viscere del tifo bianconero. Partono dalle curve cori che rischiano di far male come certe sentenze dei tribunali sportivi che, per altro, a un certo tipo di tifo sembra che poco siano interessate.

Hanno fatto propria la logica del “guardare avanti” ringraziando con tanto di striscioni il padrone del vapore che nell’estate di Calciopoli si schierò accanto alla squadra, ma lasciando al proprio destino dirigenti e società. Uno che, se gli chiedi se mai la Juventus richiederà la restituzione dei due scudetti revocati dalla giustizia sportiva, ti guarda inebetito come se gli avessi chiesto chissà che cosa e dopo un assordante silenzio di sei secondi sei (vedi
http://www.youtube.com/watch?v=izlNf5trmJw) , ti risponde con la più deludente delle banalità. Ma questa è un’altra storia che magari in certe curve nemmeno è arrivata. Gli insulti contro Balotelli lanciati nella partita contro l’Udinese erano già di per sé stupidi e poco comprensibili. Parte dell’opinione pubblica ha cercato subito di etichettarli come “razzisti”, anche se tali non erano. Il danno subito dalla Juventus va oltre la multa comminata dal giudice sportivo. Si tratta per qualcuno dell’occasione giusta per puntare il dito mettendo in difficoltà la società ed eruttare i soliti luoghi comuni che sappiamo quanto importanti possano essere nel cortile di certa informazione.

Non si può pensare che chi segue la Juventus da uno stadio all’altro in tutta Europa non abbia percepito quanto pericolosi possano essere specie oggi certi cori. Passano solo tre giorni e questa volta gli insulti partono addirittura in eurovisione da Bordeaux con tanto di venatura razzista. E’ sembrata una mitragliata sparata addosso a tutti, non solo al presunto bersaglio. Un ragazzo di 19 anni con “la colpa” di essere parecchio arrogantello esce da questa vicenda come un martire e l’ultima cosa a cui pensare è il colore della sua pelle o quello della maglia che indossa quando gioca a pallone. A fare le spese di certi cori idioti è tutto il movimento juventino che paga come società, ma che rischia ancor di più di essere ancora una volta sepolto da un clima forcaiolo agitato da tutti quegli addetti ai lavori alla ricerca del solito pretesto.

E allora? Siamo di fronte a una stupida ed inutile provocazione o a magari abbiamo a che fare con un’azione premeditata? Troppo facile pensare che sia veramente Balotelli il banale bersaglio di tanto livore. Gli insulti di Bordeaux fanno invece pensare che ci possa essere anche qualcosa di premeditato quale alternativa alla stupidità. Si tratta di un messaggio? E se sì, di che tipo? Non ci è dato conoscere il motivo dell’eventuale contendere, ma si tratta di un’arma a doppio taglio che, se continua ad essere agitata, rischia di fare molto male alla Juventus, vero e proprio ostaggio di una simile situazione. Il paradosso della vicenda è che è proprio la Juventus stessa ad essere la vittima di tutta questa vicenda in cui si scatenano anche speculazioni politiche, con partiti che parlano dei cori su Balotelli come sintomo di “allarme sociale” addirittura legato “a una brutta ondata di razzismo e xenofobia che sta contaminando l’Italia”.

Ma è vero che comunque il problema è sociale ma non quello a cui fa riferimento la demagogia spiccia della politica, bensì quello inteso come capacità del sistema di evitare che accadano certi episodi che non succedono solo nella curva bianconera, ma che per esempio sabato scorso hanno riguardato anche Bologna. Dopo aver segnato il gol, il ditino silenziatore di Balotelli si è alzato provocatoriamente a zittire la curva bolognese che, evidentemente, non stava applaudendo l’autore della marcatura. E se non si tratta di  Bologna e Torino scagli la prima pietra chi è senza peccato.  Il “se saltelli muore Balotelli” trae origine dal “se saltelli muore un altro Agnelli” che certe curve hanno cantato senza che nessuno si scandalizzasse. Che dire poi di quelle tifoserie beatificate dai media che hanno inneggiato ai 39 morti dell’Heysel augurando la stessa fine a Pessotto. Il problema non può riguardare la Juventus dunque, ma semmai sono le dormienti istituzioni del calcio italiano che devono, una volta per tutte, affrontare con efficacia un problema che arriva da lontano.

A nulla serve una legge sportiva che punisce le società con ammende pecuniarie e con squalifiche di interi settori dello stadio quando non di tutto lo stadio. Le stesse società sono di fatto ostaggio di certi comportamenti di chi certi cori li comanda sapendo comunque di restare impunito. Le società di calcio andrebbero invece aiutate da una legislatura sportiva che le supporti a ripulire le proprie curve da quegli elementi in grado di condizionarle tanto negativamente. Solo così si realizzerà quel sogno, ancora un po’ utopistico, di riportare allo stadio davvero le famiglie oggi facili prigioniere del comodo calcio in tv.

 
 
 

THE DAY AFTER: "Clamoroso, la nuova Juve è la vecchia Inter"

Post n°314 pubblicato il 30 Novembre 2009 da nick66
 

            


Chi aspettava il prossimo turno con la "madre di tutte le partite" per verificare se questa Juventus potesse valere l'Inter può pure mettersi tranquillo. La Juventus ruzzola a Cagliari andando a -8 dall'Inter, scivolando addirittura al terzo posto in classifica, scavalcata dal Milan, che nelle ultime 10 partite ha fatto 6 punti in più dei bianconeri: un ruolino di marcia, quello della Juventus negli ultimi 10 incontri, che assegna ai bianconeri 1,5 punti di media a partita, un ruolino da metà classifica al pari di Bari e Roma. Di meglio hanno fatto Inter, Milan, Cagliari, Parma e Napoli. L'ultima giornata di campionato ha così disinnescato a suon di risultati buona parte delle aspettative, ma anche delle polemiche cialtrone di questi giorni, depotenziando di fatto Juventus-Inter del 5 dicembre. Non più la prima contro la seconda, ma semplicemente la partita fra due squadre che stanno disputando due campionati diversi.

La nuova Juve e la vecchia Inter. Quasi quasi verrebbe da dire che quest'Inter ricorda la vecchia Juve, forte in campionato e con qualche difficoltà in Europa, ma la similitudine buona non è quella fra "vecchia Juve" e "la nuova Inter". Cosa può valere infatti questo ennesimo campionato nell'anno 4 d.C. (che sta per dopo Calciopoli) ,che è solamente un altro figlio illegittimo di Farsopoli? I processi, quelli veri, ce lo stanno già dicendo. Quello che invece stupisce è che una squadra, che incidentalmente si chiama Juventus, assomiglia sempre di più alla "vecchia Inter". Quella che a parole vinceva i campionati. Questa Juventus fa addirittura di più perché già parla di terza stella. "Siamo già da scudetto" ha risposto nei giorni scorsi il presidente Jean Claude Blanc a chi gli chiedeva se la Juve a gennaio sarebbe tornata sul mercato, "Se lo vinceremo metteremo la terza stella" ha ribadito più volte. Gli ha fatto eco Diego che invece di fare faville in campo si è dato da fare con le interviste: "Possiamo vincere Scudetto e Champions" ha detto qualche giorno fa, fino ad arrivare al titolo a tutta pagina di Tuttosport del giorno di Cagliari-Juventus: "Diego: Juve ci penso io!" Roba da Gialappa's. E che dire delle trasmissioni televisive della domenica pomeriggio con Ferrara che, con l'umore di un cane bastonato, si fa compatire da Mourinho sulle reti Mediaset offrendosi alle risatine dei giornalisti in studio? Questo nuovo corso della Juve è proprio come quell'Inter ciarliera che dilapidava miliardi in acquisti inutili. Almeno però Moratti ci metteva la passione, mentre John Elkann, dopo che della Juventus se n'è lavato le mani nell'estate o peggio di Calciopoli, oggi si limita ad affidare il ruolo di presidente, amministratore delegato e direttore generale ad un uomo solo, come se la Juventus fosse una bocciofila qualsiasi.

Il Diavolo e il Grifone sugli scudi. Con l'Inter che regola la Fiorentina (1-0) come da copione, anche se solo su rigore e negli ultimi minuti, i colpi di giornata sono del Milan e del Genoa. I rossoneri vincono a Catania (0-2) con una doppietta di Huntelaar messa a segno nei minuti di recupero, mentre il Genoa si è aggiudicato il derby della lanterna umiliando la Sampdoria (3-0). Per la squadra di Del Neri, comunque ancora al 4° posto, il ruolino delle ultime 5 partite è da zona allarme (1 vittoria, 1 pareggio, 3 sconfitte). Ma, tornando all'Inter, una citazione la merita Mourinho, che vince sia in campo che in conferenza stampa. Con i tre punti conquistati contro la Fiorentina manda a picco la Juventus, mentre davanti ai microfoni smentisce presidente e capitano che minacciavano la carnevalata del ritiro della squadra in caso di insulti a Torino. "Io la squadra non la ritiro, non voglio perdere la partita a tavolino". Per la serie "non sono mica un pirla!"

Tutto il resto è noia. Ci vorrebbe il sottofondo di Califano al resto della giornata di campionato dominata dal flop bianconero. Al ballo delle aspiranti "da Champions" Parma e Napoli impattano (1-1), mentre la Roma riconquista posizioni vincendo a Bergamo (1-2). I giallorossi nelle ultime 4 partite ne hanno vinte 3 pareggiando l'altra a Milano contro l'Inter. Il Bari ha liquidato in extremis un coriaceo Siena (2-1), sulla cui panchina si è seduto per la prima volta Malesani. Nuova panchina sfortunata anche quella di Delio Rossi, visto che il suo Palermo è stato sconfitto a Verona dal Chievo (1-0). Chiude il programma della domenica lo scialbo pareggio fra Lazio e Bologna (0-0). Nell'anticipo del sabato pomeriggio l'Udinese aveva sconfitto il Livorno (2-0) anche con una marcatura di Di Natale, nuovamente capocannoniere solitario del campionato con 10 gol.

TOP DI GIORNATA

* Allegri. 5 vittorie e 1 sconfitta nelle ultime 6 partite, solo Inter e Milan hanno fatto meglio con un punto in più. Allegri non dispone di grandi individualità, ma il suo è "un rombo" da corsa, che in campo è veloce ed aggressivo. Con la pesante vittoria ottenuta contro la Juventus, la squadra sarda è a un punto dall'aggancio alla "zona Europa League".

* Huntelaar. La partita sembra avviata a chiudersi sullo 0 a 0 quando Leonardo lo lancia nella mischia a sei minuti dalla fine. All'ottavo spezzone di partita che cosa t'inventa l'attaccante olandese? Niente meno che una doppietta vincente segnata a cavallo dell'ultimo minuto di recupero (93' e 94'), con la quale il Milan si insedia al secondo posto in classifica.

* Genoa. Nel derby della lanterna non c'è stata storia con il Genoa che ha letteralmente schiantato la Sampdoria. Fra i rossoblù sono da segnalare le prestazioni di Criscito e Palladino (entrambi per metà della Juventus), fra i migliori in campo. Il primo è assoluto padrone della fascia sinistra che governa con autorevolezza e propositività, il secondo detta i tempi delle ripartenze danzando con il pallone come quasi mai gli riusciva con la maglia bianconera

FLOP DI GIORNATA

Il floppone di giornata è quello della Juventus. E' un flop così clamoroso che non può riguardare il solito capro espiatorio di comodo, ma che riguarda tutta la società. Mai come in questa occasione calza alla perfezione quel vecchio detto secondo cui "il pesce puzza dalla testa".

* La proprietà. Le colpe arrivano da lontano. Quell'estate 2006 ha cambiato per sempre la storia della Juventus. Il peccato originale per non avere difeso società e vecchi dirigenti dalle infamie di Calciopoli è un fardello pesante che mai abbandonerà una proprietà che tratta la Juventus come un qualsivoglia asset aziendale. Senza amore né passione, il resto delle scelte sono una logica conseguenza per quella che nemmeno sembra essere una lontana parente della Juventus che è stata. Quella Juventus è stata uccisa deliberatamente. Quella di oggi è una controfigura affidata a improvvisati dirigenti di calcio che nulla hanno da spartire con la ultra centenaria storia della Juventus. In questo quadro, e alla luce dell'esito della sentenza dei giorni scorsi sul doping amministrativo addebitato alla Triade, pensare a come è stato dimissionato Roberto Bettega fa pensare solo a una resa dei conti tutta interna a logiche che con il bene della Juventus poco hanno a che fare. Che tristezza!

* I dirigenti. Se per Blanc i jolly erano finiti con la sconfitta interna maturata contro il Napoli, sarebbe lecito aspettarsi qualche novità dalla dirigenza dopo la doppia consecutiva sconfitta rimediata a Bordeaux e Cagliari. La scommessa di affidare la panchina a un allenatore esordiente sembra già persa a novembre. Tre allenatori in tre anni a testimonianza dell'assenza di un disegno tecnico all'altezza della situazione. Dopo la serie B con Deschamps e due anni con Ranieri, questo doveva essere un anno da non fallire, con la squadra affidata a un allenatore vincente e collaudato, un allenatore da Juventus. Dopo 14 giornate di campionato invece la Juventus è già a -8 dall'Inter, con gli stessi punti dell'anno scorso, ma due punti in più di distacco dalla capolista nonostante la dispendiosa campagna acquisti estivi. Acquisti pagati ben oltre il proprio valore di mercato (Felipe Melo) o che stanno rendendo al di sotto delle attese (Diego) e cessioni a prezzo di saldo di giocatori che potevano essere utili alla causa (Marchionni, Zanetti) per quello che è un film già visto. Il saldo negativo di mercato è stato di circa 40 milioni per un salto di qualità finora mancato.

* L'allenatore e i giocatori. Troppo facile sarebbe prendersela con Ferrara e farne un capro espiatorio dell'attuale situazione (e puntuale in serata arriva l'indiscrezione di un ultimatum di John Elkann nei suoi confronti). Ma Ciro sembra in totale stato confusionale, e non solo nelle interviste post partita in cui dice di aver visto una buona Juventus. La squadra invece sta dimostrando di non avere un gioco, variando continuamente modulo prima di arrivare a un 4-2-3-1, che presupporrebbe una rosa ricca di trequartisti per assicurare i necessari ricambi. Invece in rosa ci sono giocatori inutili con questo schema di gioco, come Tiago, i trequartisti sono giusto 3 (Giovinco, Diego, Camoranesi), mentre le punte sono 4 per un posto, tutte dai 30 anni in su (vabbè, Amauri ne ha 29 e 1/2...) e con considerevoli problemi fisici. Con Giovinco inizialmente fuori, sia a Bordeaux che a Cagliari, troviamo così schierati giocatori al rientro dopo lunghi infortuni, che per giunta giocano fuori ruolo (Del Piero a Bordeaux, Marchisio a Cagliari) e cambi in corsa, tutt'altro che convincenti. Se a questo aggiungiamo le vistose lacune di qualità e di ricambi sulle fasce laterali, il quadro di una squadra male assemblata è completo. Quanto ai giocatori, sono in tanti a rendere ben al di sotto delle attese. Cannavaro mostra i limiti di una carta d'identità ingiallita, l'apporto di Felipe Melo è stato fin qui disastroso, Diego gira a vuoto senza riuscire a guidare la squadra, mentre in avanti Amauri è irriconoscibile, risucchiato nel vortice di un'inarrestabile spirale involutiva. Se a quanto evidenziato aggiungiamo che fin qui, anche in questa stagione, le assenze per infortuni sono sui livelli da record dell'anno scorso il quadro è completo.

 

 
 
 

THE DAY AFTER: Gli Onesti perdono sul campo, mentre in Tribunale..

Post n°315 pubblicato il 07 Dicembre 2009 da nick66
 




Juve che batte l'Inter e riapre il campionato. La rabbia e l'orgoglio bianconeri hanno avuto la meglio in una partita di rara bruttezza in cui a fare la differenza è stata la giocata decisiva di Marchisio, uno cresciuto a pane e Juventus che, a soli 23 anni, della Juve di oggi è già una bandiera. Finisce la partita dell'Olimpico e mi arriva un sms sul cellulare: "Grazie!" E' di un mio amico milanista che interpreta così il sentimento di una tifoseria cui non sembra vero di essere arrivata a sole quattro lunghezze dai cugini capolista. Cinque vittorie nelle ultime cinque partite per i rossoneri che in una ventina di minuti hanno schiantato una Sampdoria (3-0) sempre più irriconoscibile rispetto a quella ammirata ad inizio stagione. Le ultime quattro trasferte i doriani le hanno perse tutte subendo la bellezza di 13 gol, con un solo golletto all'attivo.


Ma torniamo a Juventus-Inter e allo strano silenzio del dopo partita da parte della guida tecnica e della dirigenza. Un silenzio "strano" per una società che in settimana una bella batosta l'aveva ricevuta anche nelle aule del Tribunale di Napoli, in cui si sta processando Calciopoli. Il teste dell'accusa che fa riferimento a presunte pressioni per alleggerire un referto arbitrale riguardante l'espulsione del nerazzurro Cordoba in un Inter-Venezia del settembre 2001 ricorda un po' quell'autogol di Materazzi da metà campo con cui l'Inter perse contro l'Empoli al 91', in una delle ultime giornate del campionato 2005-2006. Era l'Inter dello "scudetto di cartone", fortissima sulla carta (...), che arrivò a "soli" 15 punti di distacco dalla Juve di Capello. Ma l'autogol messo a segno a Napoli rischia di fare molto più male all'Inter rispetto a quello di Materazzi sul campo. 

La sentenza di Calciopoli. I fatti che racconta l'ex guardalinee Coppola sono prescritti, e quindi a questo livello nulla l'Inter ha da temere, ma l'idea sempre più diffusa che di certi comportamenti poco etici si è resa protagonista anche la società degli Onesti per definizione è sempre più una certezza. Semmai l'aspetto inquietante della vicenda riguardante la deposizione di Coppola è la mancata verbalizzazione da parte dei Carabinieri dell'episodio accennato, quando il teste si recò a rendere loro una dichiarazione spontanea nel maggio 2006. Sembra che ai Carabinieri interessasse solo quello che faceva riferimento alle intercettazioni che, in spregio a qualsivoglia segreto istruttorio, i giornali pubblicavano beatamente in quei giorni, anticipando le sentenze di improvvisati tribunali sportivi. Non è la prima volta che al Processo di Napoli emerge una mancata verbalizzazione di fatti da parte degli inquirenti. A pensar male sembra proprio che Calciopoli sia stata fatta apposta per inseguire una tesi precostituita, rigettando qualsivoglia informazione poco utile alla costruzione del castello accusatorio. Se le cose dovessero stare veramente così, allora la revisione di certi processi celebrati con "troppa fretta" sarà presto un dovere per un sistema che ha poca voglia di vergognarsi per l'enorme scempio fatto sulle carni di un unico binomio come capro espiatorio: Moggi e la Juventus!

La Calciopoli vista dal Corrierone. Nonostante i fatti stiano smentendo certe teorie, certi giornali non sembrano accorgersene. Uno di questi, il più prestigioso, è Il Corriere della Sera che, in particolare con Fulvio Bufi, sta seguendo il Processo di Calciopoli a Napoli, segnalandosi spesso per ricostruzioni "un po' così". Un articolo l'ha scritto anche sabato scorso, 5 dicembre, sulla deposizione dell'ex guardalinee Coppola, sminuendo la portata delle dichiarazioni del teste. Non ci è dato di capire perché Bufi scriva che "la testimonianza di Coppola ha perso consistenza di fronte alle domande della corte e del pubblico ministero"Ma perché? Ma quando mai?Bufi poi riporta i fatti che sembrano dimostrare l'esatto contrario, fino a concludere cercando di rafforzare la propria tesi, scrivendo a proposito della deposizione di Coppola che "La sua testimonianza si è però indebolita quando i giudici hanno cercato di chiarire perché nelle carte dell' inchiesta non c' è traccia del racconto che l' ex guardalinee avrebbe fatto ai carabinieri. Gli è stato chiesto chi fossero i militari ai quali avrebbe riferito l' episodio, e lui ha risposto di non saperlo, in quanto «avevano nomi di copertura», circostanza apparsa alquanto strana perché i nomi di copertura li usano gli investigatori che indagano, appunto, sotto copertura, e non chi raccoglie in una caserma la deposizione spontanea di un testimone." Bufi, non così! I tuoi colleghi i nomi dei Carabinieri li hanno scritti! Sono quelli di Auricchio e di Di Laroni. Ma Bufi, ci fai o ci sei?

Il campionato di A2. Se Inter, Milan, e Juventus stanno disputando un campionato e nelle aule di giustizia se ne sta disputando un altro, il resto della serie A sembra quasi un A2 con 7 squadre nel giro di 3 punti a concorrere per arrivare a quel quarto posto che alla fine varrà la qualificazione ai preliminari di Champions League. Lo spareggio di giornata fra Genoa e Parma è finito pari (2-2) consolidando la quarta piazza dei ducali, ma la Fiorentina (2-0 all'Atalanta) e la Roma (1-0 nel derby con la Lazio) si sono fatte sotto appaiando le due liguri. Il Napoli, al termine di una partita rocambolesca, ha battuto il Bari (3-2), trascinato da un inarrestabile Quagliarella, autore di una doppietta e di un assist. Il Palermo torna alla vittoria rimontando il Cagliari (2-1), che solo una settimana fa aveva fatto disperare la Juventus, mentre il Chievo espugna Livorno (0-2) consolidandosi a metà classifica, ma a soli tre punti da un posto buono per qualificarsi alla prossima Europa League. In coda tre punti pesanti li guadagna il Bologna con la vittoria contro l'Udinese (2-1), mentre Lazio, Atalanta e Livorno perdono ancora. Sul fondo il Siena appaia il Catania dopo averlo battuto (3-2).

TOP DI GIORNATA

Caceres e Marchisio. Della Juventus il migliore in campo è lui che sulla fascia destra è un po' un riciclato. A chi pensava che alla Juventus ci fosse bisogno di coprire quella fascia, l'uruguagio sta facendo cambiare idea. La condizione atletica è straripante, tanto che sembra avere una marcia in più rispetto a compagni ed avversari che si aggirano sulla sua fascia. Se mai un difensore di fascia potesse arrivare, forse sarebbe meglio pensare a coprire meglio l'altra fascia, visto che Grosso, anche contro l'Inter, è sembrato un Molinaro qualsiasi. Quanto a Marchisio, che dire? Gli occhi di chi ama la Juventus si inumidiscono pensando a questo ragazzo di 23 anni che interpreta al meglio lo spirito Juve plasmato da oltre un secolo di storia. Il gol con cui stende l'Inter è un giochetto con cui Claudio salta di solito gli avversari a centrocampo, ma farlo a due passi dalla porta interista, scherzando Julio Cesar con uno scavetto per segnare il gol vittoria, è tutta un'altra cosa.

Ranieri. Giù il cappello per la sua Roma che, anche con un po' di fortuna, si è aggiudicata il derby.Quattro vittorie e un pareggio nelle ultime partite hanno riportato i giallorossi a un punto dalla "Zona Champions".

Quagliarella. Dopo sette turni di astinenza da gol (non segnava dal 18 ottobre contro il Bologna) azzecca una grande partita, in cui mette a segno una doppietta e si inventa pure un assist, ad affossare il Bari. Un intero stadio San Paolo è ai suoi piedi.

FLOP DI GIORNATA

Preziosi e Panucci. Vergognosa rissa fra i due nel dopo partita a Marassi. Il giocatore denuncia che il focoso presidente genoano gli ha "messo le mani addosso", ma poi il teatrino inscenato dal giocatore con frasi colorite del tipo "ti spacco la testa con uno dei tuoi giocattoli" non si sa se fa più ridere o piangere. Poi in diretta alla Domenica Sportiva continua provocando anche la piccata reazione di Gasperini, che lo liquida con un "sono contento che tu non sia venuto a Genova".

Melo. E' veramente sciocco reagire a certe provocazioni con una doppia gomitata all'avversario, gesto che gli ha procurato un'indiscutibile espulsione. Fatto ancora più grave è aver mandato a quel paese l'arbitro con una plateale e ingiustificabile sbracciata. Certe cose non si fanno mai, specialmente se addosso hai la maglia della Juventus!

Mourinho e Balotelli. L'allenatore applaude platealmente l'arbitro facendosi giustamente espellere e poi, da dietro le quinte, sbaglia le mosse inserendo Balotelli, ma togliendo incisività alla manovra della squadra, visto l'arretramento di Stankovic. Da parte sua Balotelli ci mette del suo per farsi fischiare ed insultare dai tifosi juventini con un atteggiamento provocatorio, e innesca infine una rissa simulando di aver ricevuto una gomitata in pieno volto. Il colore della pelle non c'entra nulla!

 
 
 

CHE UMILIAZIONE! E' IL PROGETTO CHE VA AVANTI...

Post n°316 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da nick66
 

La Juventus perde in casa 1-4 contro il Bayern Monaco ed è elimnata al primo turno della Champions League.


Un'umiliazione così profonda e lancinante mai l'avevamo provata. La sconfitta rimediata stasera dalla Juventus va oltre il pesante 1-4 subito dal Bayern. La squadra non è mai esistita, è stata letteralmente sopraffatta per tutta la partita da un avversario ben messo in campo, dimostratosi nettamente più forte. La scelta della formazione iniziale bianconera ha aiutato certamente il Bayern. Una formazione senza equilibrio, con un ridicolo Feliper Melo vertice basso che si è fatto continuamente scavalcare dagli avversari. Un lusso concedersi Trezeguet ed un inguardabile Del Piero in avanti con alle spalle un più che mai penoso Diego. Il pareggio sull'1-1 con cui si è chiuso il primo tempo può trarre in inganno, perché la realtà dei fatti ha visto i tedeschi dominare in lungo e in largo il campo. Ferrara è corso ai ripari cercando di sistemare la squadra inserendo Poulsen per Del Piero, ma il gol subito a inizio ripresa ha visto letteralmente franare la Juventus. Incredibile come la squadra non sia riuscita a mettere in fila due passaggi. Il Bayern ha continuato così a macinare gioco finendo per umiliare anche con il punteggio la Juventus che esce così al primo turno della Champions League. Fra i peggiori in campo si sono segnalati i due acquisti, Diego e Felipe Melo, per cui la società ha speso 50 milioni di euro. E' un'eliminazione che pesa enormemente quella dalla Champions, sia sul piano sportivo sia sui riflessi economici. A risponderne non può essere il solo Ferrara, scelta discutibile di una dirigenza che conferma la propria impreparazione tecnica. A rispondere di questo fallimento devono essere il Presidente, l'Amministratore Delegato e il Direttore Generale. Si chiama Jean Claude Blanc, è lui che nella Juventus ricopre tutti e tre gli incarichi come forse non succede nemmeno nelle società dilettatistiche. Ma questa è la Juventus di oggi, abortita da Calciopoli per volere di John Elkann e i suoi consigliori. Della Juventus è rimasto solo il colore della maglia, il resto è solo vergogna.

Pagelle: Buffon 5, Caceres 5,5, Grosso 5, Cannavaro 5, Legrottaglie 5,5, Felipe Melo 3 (Giovinco sv), Marchisio 5,5, Camoranesi 5, Diego 4 (Amauri 5), Trezeguet 6, Del Piero 4 (Poulsen 5,5). All. Ferrara 4.

 
 
 

GIU' SEMPRE PIU' GIU', FINO AL PRECIPIZIO

Post n°317 pubblicato il 09 Dicembre 2009 da nick66
 

                                



Cosa può fare il management per risollevare le sorti della Juventus? Mi vengono i brividi a pensare che cosa possa fare questo management! La dimostrazione di quanto poco assennate siano state certe scelte di mercato dal 2006 sta trovando il suo acme con Felipe Melo. Altri 25 milioni buttati a rimpolpare le casse della Fiorentina. Nonostante l'evidenza dei pesanti sbagli di certe scelte di mercato tutti rimangono al proprio posto. Mi riferisco alla nuova triade Blanc Blanc Blanc (Presidente, A.D., D.G.). Hanno fatto fuori solo Cobolli per aver sforato abbondantemente il limite del ridicolo nel triennio di presidenza "più simpatica" e perdente della storia juventina. Congedare Ferrara per la dirigenza sarebbe come congedare sé stessa ed abiurare lo scellerato patto con Lippi che ha portato un neo patentato a guidare la Ferrari bianconera, e due ronzini ormai sportivamente da abbattere come Cannavaro e Grosso quali perni della nuova Juventus. Rinunciare poi a Nedved e Zanetti per fare spazio a Diego e Felipe Melo aggiungendo una cinquantina di milioni, alla resa dei fatti si sta dimostrando scelta ben poco oculata ma soprattutto di nessuna prospettiva. Forse per Diego bisogna congelare il giudizio, ma Felipe Melo pagato quella cifra è qualcosa di aberrante e ingiustificabile. Che fare adesso? Non vedo altre soluzioni se non "continuare nel procedere con il progetto... " per dirla alla Blanc. Ci sono da serrare i ranghi per andare giù, sempre più giù, fino al precipizio. Solo allora finalmente (forse) John Elkann e i suoi consigliori, dopo aver prodotto tanti indelebili danni alla storia della Juventus, si faranno da parte lasciando la Juventus a gente più adeguata. Questa non è Juventus, è solo una controfigura che ha la stessa personalità del pallido erede di una gloriosa dinastia.

 
 
 

CAPOLINEA BARI

Post n°318 pubblicato il 12 Dicembre 2009 da nick66
 

                             

Signori si scende. La Juventus a Bari trova il capolinea, adesso si scende, tutti. Il paradosso è che, delle ultime 5 partite, questa è stata quella giocata meno peggio, anche sfortunata a tratti. Ma perdere ancora (e sono 4!) è inaccettabile, non si parla di jolly esauriti, si tratta di dignità, si tratta di battersi il petto e dire "mea culpa", iniziando dal pallido erede fino ad arrivare all'allenatore e alla squadra. Non fare nulla a questo punto equivale a mostrare una passività di fronte agli eventi davvero autolesionista. Non è  tanto la sconfitta contro il Bari a pesare, quanto Bari come punto d'arrivo di una gimcana di prestazioni altalenanti con un desolante picco negativo di risultati nelle ultime giornate. Il bersaglio è sempre una dirigenza arrogante ed incompetente, ma Ferrara non si può appellare alla sfortuna anche se contro il Bari anche un po' di sfiga ha fatto capolino. Il bicchiere è mezzo vuoto soprattutto per tanti errori compiuti dal mercato in poi. Ferrara non ha spesso convinto per non aver scelto con convinzione un modulo di gioco, tante formazioni criticabili, cambi tardivi, ma è stato anche sfortunato per via di troppi decisivi infortuni. Questa squadra senza Chiellini, Sissoko e Iaquinta perde un'asse importante e questi sono solo gli ultimi infortuni della serie portati dalla maledizione di Vinovo. Ferrara è simpatico, ma qui ci serve un allenatore vero! Non si capisce perché la Juve di questi ultimi anni è diventata una società per apprendisti. Prima Secco, passato da Team Manager a Direttore Sportivo, poi Montali da allenatore di pallavolo a Top Manager cooptato nel cda bianconero, fino a Ferrara che inizia la sua carriera da Mister non da Salerno o Lecce, ma dalla Juventus. Mi sembra troppo pure solo a scriverlo. Dovrebbe succedere qualcosa, ma invece nulla capiterà. Solo sprofondando ulteriormente tutto cambierà veramente e magari ritroveremo presto la vera Juventus. Senza gli usurpatori,

Le pagelle: Buffon 5,5; Caceres 6, Molinaro 6 (Grosso 6); Cannavaro 5,5, Legrottaglie 5; Tiago 5 (Camoranesi sv, Giovinco +), Poulsen 7, Marchisio 5; Diego 5, Amauri 4, Trezeguet 6. All. Ferrara 5.

 
 
 

THE DAY AFTER: Moggi meglio di Juve, Inter e Milan

Post n°319 pubblicato il 14 Dicembre 2009 da nick66
 


Mentre la Juventus sprofonda nel baratro della crisi (quattro sconfitte nelle ultime cinque partite), il Milan ferma la sua corsa perdendo in casa con il Palermo (0-2) e l'Inter racimola un punticino dalla trasferta di Bergamo (1-1). Risultati che mantengono accesa la fiammella di speranza di iniziare, prima o poi, a vedere un campionato con tinte differenti da quel nerazzurro imperante negli anni post Calciopoli. Si tratta oggettivamente di una speranza con poco fondamento per i colori bianconeri, vista la Juventus di questi tempi che in campionato si deve guardare anche dal Parma che, rimontando vittoriosamente il Bologna (2-1), consolida il quarto posto, portando il proprio distacco a sole due lunghezze.

Effetto Champions? Detto della batosta subita a Bari dalla Juventus, della sconfitta rossonera e del pareggio interista, rimane la Fiorentina, che ha lasciato l'intera posta in palio al Bentegodi contro un indomito Chievo (2-1). Che le fatiche psicofisiche dellaChampions si siano fatte sentire è una certezza (un pari e tre sconfitte per le italiane), ma c'è una bella differenza fra chi ha superato il turno e aspetta il sorteggio per gli ottavi di finale e chi invece è stato retrocesso nella serie B d'Europa, quale è in effetti l'Europa League.

Moggi vs. Lapo. Per uno ju29ro, sbiadito l'interesse per il campionato dopo l'ennesima sconfitta di sabato sera, un po' di spettacolo è arrivato dalle interviste televisive della domenica pomeriggio. Protagonisti, in rigoroso ordine di visione, Lapo Elkann e Luciano Moggi. Lapo, intervistato dalla giornalista Maria Latella su Sky TG 24, ha definito "raccapricciante" la Juventus che è uscita sconfitta in Champions League e a Bari, ma purtroppo il suo bersaglio sono stati solo i giocatori che, secondo Lapo, "non stanno dando il meglio di loro stessi in campo e questo non è accettabile per un tifoso né per la maglia che portano". Eh no, caro Lapo, troppo facile prendersela ora con i giocatori! E' un po' come accorgersi a metà palazzo che sta crescendo storto e prendersela solo con i muratori. E invece a questo punto se proprio Lapo vuole lamentarsi da tifoso, che lo faccia almeno con il fratellino!

Molto meglio Luciano Moggi, ospite della conduttrice Barbara D'Urso su Mediaset. Lucianone è introdotto da un servizio con tanto di"We will rock you" in sottofondo, che sa di riscossa. C'è poco da fare perché è solo lui che mantiene alto l'onore di dodici anni di legittima storia bianconera, gli anni della Triade. E' musica per le orecchie di uno ju29ro sentire Moggi rivendicare i due scudetti sottratti da Calciopoli e soffiare sul vento che sta cambiando direzione. Oggi il Direttore può dire che quello che è successo alla Juventus con Calciopoli è stato causato da una "faida di famiglia" che ha visto soccombere il ramo Agnelli. La cortina di fumo e di mistero si sta pian piano dissolvendo. "Gli unici innocenti siamo stati io, Giraudo e Bettega" sentenzia Lucianone. Per gli scettici basterebbe mettere insieme la sentenza di primo grado del Processo alla GEA, in cui è stata smontata l'associazione per delinquere, e la sentenza del Processo per l'accusa di doping amministrativo, che ha assolto Moggi, Giraudo e Bettega perché "il fatto non sussiste". E nel caso non bastasse, allora bisognerebbe seguire davvero il Processo a Calciopoli in svolgimento a Napoli, dove l'accusa sta facendo sfilare dei testi che paradossalmente stanno facendo crollare il fragile castello accusatorio.

Dove eravamo rimasti con il calcio giocato? Alle prime quattro. Il resto è roba da A2, sembra un altro campionato con Sampdoria e Roma (0-0 nel posticipo) che guidano un plotoncino di nove squadre racchiuse in due punti in zona Europa League. Dietro c'è già il filotto di squadre che, chi più chi meno, hanno a che fare con la zona retrocessione. Magari l'Udinese è l'unica nel limbo, ma dietro Lazio e Bologna, con 16 punti, hanno tre sole[/color] lunghezze di vantaggio sull'Atalanta terz'ultima. 

Sarà che la Juventus di questi tempi è una controfigura di se stessa ma, giornata dopo giornata, si sta profilando un campionato davvero mediocre con un Inter avanti solo per mancanza di avversarie all'altezza della situazione. Il tempo per rimediare in casa Juve c'è, ma tutti dovrebbero mettersi in discussione, perché i risultati sono di molto inferiori rispetto alle attese e alle spese di una campagna acquisti impegnativa. "Il progetto va avanti" continua ad asserire con spocchia francese Blanc, ma attenzione che continuando così si arriva dritti al precipizio. 

TOP DI GIORNATA

Delio Rossi. Il tecnico che ha rilevato Zenga a Palermo coglie una vittoria esterna a San Siro contro il Milan dopo aver battuto, nel precedente turno di campionato, il Cagliari. Battute quindi le due squadre date come le più in forma di questo scorcio di campionato. Ora il Palermo può veramente aspirare a raggiungere un posto utile alla qualificazione nelle coppe europee. Citazione d'obbligo per Miccoli, autore di gol e assist da funambolo.

Poulsen. Nella Juve all'apice della crisi lui emerge come il migliore fra i suoi. Gioca nel suo ruolo preferito come vertice basso del rombo e recupera decine di palloni dal primo all'ultimo minuto di gioco. Quella di Bari è stata per lui la miglior prestazione in maglia bianconera in un anno e mezzo. 

Malesani. Seconda vittoria consecutiva per il suo Siena che in due partite ha fatto tanti punti quanti nelle precedenti 14 giornate. Al suo esordio sulla panca senese, il tecnico era stato piuttosto sfortunato con la sconfitta rimediata a Bari con il gol decisivo subito in pieno recupero, ma contro Catania e Udinese sono arrivate due vittorie pesantissime.

FLOP DI GIORNATA 

Ferrara. Ci dispiace inserirlo fra i flop perché le responsabilità della crisi Juventus stanno più in alto. ma lui ci mette del suo. Rispetto a Ranieri almeno faceva meglio in conferenza stampa, ma adesso anche lì parla di un "Libro Nero" dove appuntarsi i nomi di chi lo critica; e non trova niente da rimproverare a una squadra che prende tre gol a Bari. E' in confusione completa. Se è vero che Hiddink è stato avvistato alla Malpensa (domenica mattina) proveniente da Amsterdam, ben venga chi può prendere veramente in mano questa squadra, almeno fino a giugno. Poi chi ha sbagliato l'ennesimo mercato e mandato allo sbaraglio un allenatore senza la necessaria esperienza si assuma le proprie responsabilità e si faccia da parte con il suo fantomatico progetto.

Diego ed Amauri. I due brasiliani sono quelli che rimediano i voti più bassi nelle pagelle della stampa e dei tifosi. Diego ci ha messo anche la buona volontà ed è possibile sbagliare un rigore, ma quello fallito a Bari è stato un errore pesante che dato il definitivo indirizzo alla partita. Poi del giocatore, sebbene sia rimasto in campo, si sono perse le tracce. Per Amauri il discorso è diverso. Sembra un'auto ingolfata che non riesce ad ingranare su ogni azione. Non ne becca una e, se ci arriva, lo fa sempre in modo maldestro. Si muove male sul terrenodi gioco e la sua condizione fisica sembra tutt'altro che buona.

Mourinho. Continuano a saltare i nervi all'allenatore portoghese che, secondo quanto riportato dai maggiori organi di informazione, ha aggredito verbalmente il giornalista de "Il Corriere dello Sport" colpevole, nel dopo partita di Bergamo, di essersi avvicinato alla postazione di Inter Channel, nei pressi del pullmann interista, tanto da "autorizzare" i pesanti insulti di Mourinho. Ormai non passa giorno che il tecnico portoghese non dimostri la sua insofferenza nei confronti di tutto e tutti. Acido.

 
 
 

UNA SENTENZA COL BUCO!

Post n°320 pubblicato il 14 Dicembre 2009 da nick66
 

C'era grande attesa oggi per la sentenza di primo grado del Processo con il rito abbreviato che vedeva imputato soprattutto Giraudo per cui i PM avevano richiesto la condanna a 5 anni per associazione a delinquere. Ebbene, a essere ingenui ci si aspettava un'assoluzione vista l'assoluta inconsistenza dell'accusa ed è stata grande la delusione una volta appreso della condanna a tre anni. Si va a leggere una nota ANSA che riporta il dispositivo della sentenza e si scopre che Giraudo è stato condannato perchè "ritenuto responsabile di associazione per delinquere e per tre singoli episodi di frode. 


Il primo si riferisce alle presunte dolose ammonizioni e a un'espulsione durante Udinese-Brescia del 2004
 per favorire la squadra bianconera in relazione a Udinese-Juve 0-1 del 3 ottobre 2004.

Giraudo è condannato anche per il sorteggio della terna arbitrale che sarebbe stato pilotato per favorire la Juve per Juve-Lazio del 5 dicembre 2004. Il terzo capo di imputazione per cui è stato condannato l'ex ad bianconero riguarda l'individuazione delle griglie arbitrali e il successivo sorteggio, "atti finalizzati a determinare - si legge nel capo di imputazione - il risultato di Juventus-udinese 2-1" del 13 febbraio 2005. 

Ma attenzione che in Udinese Brescia ci fu espulso solo Jankulovsky dell'Udinese in seguito a una rissa e su segnalazione del guardalinee (non indagato). Per quanto riguarda gli altri ammoniti (Pinzi, Muntari e Di Michele) giocarono tutti e tre contro la Juventus la settimana successiva. 

Strano che alcuni semplici tifosi si possano accorgere di un errore clamoroso, mentre sembra proprio che questo sia stato un fatto servito ad emettere la condanna di Giraudo.

Ma dove siamo?

Per gli altri capi d'imputazione è per lo meno strano che non risultino indagati il notaio e i giornalisti che presiedevano a quei sorteggi. Tutto molto strano e poco credibile, naturalmente nel rispetto delle sentenze, ma con la ferma convinzione che certi capi d'imputazione possano essere ribaltati in Corte d'Appello. 

 

 

 
 
 

CHE VERGOGNA... ANDATE A CASA TUTTI!

Post n°321 pubblicato il 20 Dicembre 2009 da nick66
 

  

Quinta sconfitta nelle ultime sei partite. Anche contro l'ultima in classifica, il Catania, la Juventus ha dato il peggio di sé uscendo sconfitta. Il fondo del barile è stato raschiato da tempo, eppure ci tocca ancora sentire dai protagonisti di questa epocale disfatta che non se ne vanno, non abbandonano la nave, oppure le amenità di sempre, che "bisogna stare uniti" e continuare così a sprofondare, ma il precipizio è questo, ci siamo dentro fino al collo. Ferrara sta deludendo come uomo oltre che come allenatore: al suo posto, con un briciolo di dignità, avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni almeno oggi. Cinque sconfitte in sei gare con la pesante eliminazione in Champions League costituiscono un ruolino da imporre scelte drastiche. Ma si tratta solo di una fase terminale di problemi affiorati in questi tre mesi di risultati alterni, per una crisi che arriva da lontano. Sarebbe serrio ed auspicabile aspettarsi le dimissioni di Ferrara che invece non arriveranno. Le colpe però non si limitano certo all'allenatore, perché ad essere cacciati senza se e senza ma, dovrebbe essere una dirigenza che in tre anni ha compiuto errori su errori di mercato dilapidando con i vari Andrade, Boumsong, Tiago, Poulsen, Felipe Melo, etc. un centinaio di milioni di euro. Non si capisce come certi dirigenti possano continuare a sedersi sui loro scranni in presenza dell'evidenza dei fatti a sconfessare il loro operato. C'è tanta presunzione ed arroganza soprattutto "nell'uno e trino", Jean Claude Blanc, uomo a digiuno di calcio che impersona tre ruoli dirigenziali nemmeno fosse un superuomo. Fermarsi a Ferrara sarebbe infatti come guardare alla pagliuzza e far finta che non ci sia la trave data da certe scelte che stanno a monte di tutto il problema Juventus: John Elkann! Sono state le sue scelte a far colare a picco la Juve nell'estate di calciopoli e ha continuato a sbagliare anche dopo, affidando la società a gente a digiuno di calcio. Viene da pensare che il progetto sventolato a più riprese da Blanc sia proprio il ridimensionamento della società, vista la situazione attuale e l'incapacità di assumersi le nececcarie responsabilità. Adesso sembra che ritorni Bettega. Ma che senso ha? Bettega dovrebbe tornare in pompa magna e non a far da raccordo semplicemente fra dirigenza e allenatore quale consulente della società. E' un po' come prendersi un'aspirina quando si ha una polmonite. Speriamo che Bettega non si presti a fare da parafulmine a questa sconclusionata e autolesionista Juventus che merita solo di colare a picco portandosi dietro tutta la mediocrità di una dirigenza assurda che, da Calciopoli in poi, ci fa veramente vergognare di chi ci rappresenta. Questi dovrebbero essere i primi a togliere il disturbo.

 
 
 

THE DAY AFTER: L'era glaciale bianconera

Post n°322 pubblicato il 21 Dicembre 2009 da nick66
 

 

Il freddo gelido si abbatte su mezzo mondo, ma in Italia sembra fare più freddo. In serie A, ben quattro partite su dieci sono state rinviate a data da destinarsi, complici non tanto le condizioni dei terreni di gioco, ma le infrastrutture obsolete di stadi profondamente inadeguati di cui ci siamo già occupati qui.


Gli stadi di Italia '90. Vent'anni fa stadi come Genova, Bologna, Udine e Firenze, sono stati restaurati per ospitare le partite dei Campionati del Mondo di calcio, oggi basta una nevicata, per quanto intensa, a far rinviare partite proprio in quei centri che dovrebbero presentarsi come i più adeguati. Ed invece si può giocare pure al Picchi di Livorno e sabato con la serie B in stadi come Bergamo, Cesena, Brescia e Vicenza, ma negli stadi mondiali no, troppo ghiaccio...

L'Era glaciale. Dimezzato così il tabellone della massima serie non c'è nemmeno la scusa per parlare d'altro se non del freddo pungente di casa Juventus. Fuori dalla Champions League e a -9 in campionato dall'Inter vittoriosa con il minimo sforzo sulla Lazio (1-0), quella bianconera, più che una bassa temperatura, può essere considerata una vera e propria "Era glaciale". Se una partita di novanta minuti può valere una vita calcistica, allora si può anche dire che, dall'estate di Calciopoli in poi, quella vissuta dalla Juventus è una vera e propria glaciazione da cui non merita di salvarsi nessuno. 

"Bisogna lavorare di più". Dopo le prime quattro vittorie consecutive, la Juventus ha infilato complessivamente cinque vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte, un ruolino di marcia complessivo di squadra da metà classifica. Dapprima si è trattato di risultati alterni, ma da un mese a questa parte, fra Campionato e Champions, la Juventus ha raccolto cinque sconfitte su sei partite. Si tratta di risultati che in qualsiasi realtà sportiva avrebbero provocato robusti ribaltamenti. Alla Juventus che perde in casa contro l'ultima in classifica succede invece che l'allenatore non si senta in discussione e che il Presidente, non che Amministratore Delegato, non che Direttore Generale, se ne esca con le solite banalità del tipo "Abbiamo perso per un rigore e un gol in contropiede""Bisogna lavorare di più" e altre amenità assortite. Qualcuno si sente preso in giro?

La storia del vice Nedved. Un'altra bella umiliazione arriva via satellite da Roma. Non ci riferiamo certo al risultato con cui la Roma ha liquidato il Parma (2-0) appaiandola al quarto posto, ma ai sassolini che si è tolto Ranieri opportunamente stimolato dal duo Mauro-Sconcerti nel dopo partita. I guai della Juve? "Io volevo un vice Nedved per continuare a giocare con un modulo che la squadra ben conosceva, - ha detto sostanzialmente l'ex allenatore bianconero - i dirigenti hanno voluto acquistare Diego il cui impiego presupponeva un cambio di modulo che la squadra non avrebbe assimilato facilmente. Certe cose le avevo dette prima di essere esonerato. Se ci fossi stato ancora io quest'anno sulla panchina della Juventus sarei già stato esonerato da un pezzo."Alle dichiarazioni di Ranieri, Ferrara ha replicato che "non esiste un vice Nedved", ma noi pensiamo che con 50 milioni, ovvero i soldi spesi per Diego e Felipe Melo insieme, un Ribéry e spiccioli si poteva pure acquistare senza sfigurare.

Tutti a casa? Di fronte al palese fallimento di una dispendiosa campagna acquisti e al fallimento tecnico dato dagli ultimi desolanti risultati, ci si aspetterebbe che i responsabili facessero pubblica ammenda delle proprie responsabilità e, interpretando il pensiero di milioni di tifosi, magari si facessero pure da parte. Quello contro il Catania, fanalino di coda del Campionato, sembra proprio essere, a tutti gli effetti, una sorta di capolinea. Non è certo "lavorando di più" o stando semplicemente "vicini vicini" che è possibile cambiare questo andazzo che è sia tecnico che ormai anche psicologico. Difficile a dirsi anche a che cosa possa servire il ritorno di Bettega in questo contesto. Se il suo ruolo dovesse essere veramente quello di un consulente di raccordo fra dirigenza e allenatore, sarebbe come assumere un'aspirina quando invece si è colpiti da una polmonite. Bettega meriterebbe di tornare alla Juventus con tutti gli onori e con ruoli certamente più adeguati, ma soprattutto meriterebbe di tornare in un'altra Juventus.

TOP DI GIORNATA

Ranieri. La sua Roma corona una lunga rincorsa e appaia il Parma in zona Champions League, dopo aver raccolto cinque vittorie e due pareggi nelle ultime sette partite. Oggi poi si è tolto pure qualche sassolino con i suoi ex datori di lavoro. Che cosa chiedere di più a Babbo Natale?

Inter. Vince con il minimo sforzo ma, vista l'inconsistenza degli avversari, oggi si attacca al petto un altro pezzo di scudetto che, a questo punto, nemmeno con un mezzo suicidio potrebbe perdere. 

Cavani. E' il protagonista di giornata del Palermo. Grazie al suo gol i rosanero colgono la terza vittoria consecutiva e arrivano a soli due punti dalla zona Champions. Dopo essere stato vittima di un'aggressione solo venti giorni fa, con la squadra al tempo relegata in un'anonima posizione di classifica, ora tutto è cambiato per l'attaccante uruguaiano, inseguito anche dalle sirene di radio mercato.

FLOP DI GIORNATA

La nuova Juventus. Lo striscione sposto in curva sud "BASTA DILETTANTI ALLO SBARAGLIO" ben riassume i sentimenti di milioni di tifosi. Non ci si può riferire solo a un allenatore che non riesce a venire a capo della situazione, ma anche alle pesanti responsabilità di scelte dirigenziali. Ma le colpe più pesanti sono quelle di una sciagurata proprietà che a dirigenti digiuni di calcio ha messo in mano una delle società di calcio più importanti del mondo.

Mihajlovic. Nel prepartita contro la Juventus manifesta timori nei confronti della direzione arbitrale. Poi vince con tanto di giusto rigore a favore e fa marcia indietro. Che brutta figura comunque. Interista dentro.

Russo di Nola. D'accordo che l'Inter non ha faticato gran che, ma se Maicon colpisce nettamente il pallone con un braccio in piena area bisogna fischiare il rigore, anche se è contro l'Inter...

 

 
 
 

IL SIMPATICO INGORDO

Post n°323 pubblicato il 27 Dicembre 2009 da nick66
 


Fra Jean Claude Blanc e John Elkann ci deve essere stato il fatidico colpo di fulmine scoppiato con i fuochi di quel Capodanno. La cena galeotta fu organizzata da amici comuni a Marrakech. Capitarono seduti l'uno di fianco all'altro e iniziarono a parlare di sport, di visioni e trasmutazioni, di come certe esperienze di altri sport potessero riguardare anche il mondo del calcio. Nemmeno il tempo di una stretta di mano per salutarsi che qualche mese dopo Blanc già sedeva nel CdA della Juventus. Un anno di tempo per capire dove si trovava e che cosa ci stava a fare, e poi “il botto” grazie a Calciopoli. Via i cattivi Giraudo e Moggi, dentro Monsieur Blanc de Chambéry. Che fosse sull’ingordo andante se ne sono accorti tutti subito, perché in quella Juve arrivata al dessert, di fette di torta il francese ne volle subito due, sbafandosi in un sol boccone sia il ruolo di amministratore delegato che di direttore generale. 


Stiamo parlando di una persona eclettica, che nel giro di pochi anni è passata dalle Olimpiadi al Roland Garros, dal Tour de France alla Parigi-Dakar per poi approdare al calcio. Blanc si è affermato come un vero e proprio globetrotter dello sport ai massimi livelli. D’altronde, con una laurea in International Business e un Master in Business Administration ad Harvard, qualsiasi cosa avesse fatto nella vita è comprensibile che sarebbe stata fatta ad alti livelli. Ma entrare nel calcio dalla porta principale e diventare in un colpo solo amministratore delegato e direttore generale della Juventus è un po' come aver fame, ma mangiare così tanto da rischiare un'indigestione. Per una società come la Juventus già un impegnativo doppio ruolo doveva essere inusuale, ma invece, dopo tre anni e mezzo, Blanc è diventato anche presidente, accentrando deleghe, competenze, ma anche responsabilità e conseguenti rischi. Il triplo incarico è veramente qualcosa di indigesto, che fatica ancor più ad essere digerito in riferimento alle modalità del ritorno in bianconero di Roberto Bettega in un ruolo dirigenziale. C’è un “vice” di troppo nel ruolo assegnato all’ex campione bianconero, che è un po’ come un rospetto che Blanc non ha voluto ingoiare. Il ruolo che anche formalmente spetterebbe a Bettega, dati gli incarichi assegnati, sarebbe quello quello di direttore generale. D’accordo che bisogna in certi casi badare alla sostanza più che alla forma, ma non si capisce perché, in una Juventus che riunisce i tre più prestigiosi incarichi nel Blanc “uno e trino”, si possa per Bettega solo trovare un angusto spazio nell’inusuale incarico di vicedirettore generale, godendo paradossalmente della piena autonomia nell’area sportiva.
Eppure proprio a livello sportivo gli errori di Blanc, nel corso di questi tre anni e mezzo, sono stati di così particolare rilevanza da giustificare ampiamente il passaggio di deleghe e titoli a chi più preparato in tema di gestione sportiva e più specificatamente di calcio. 

Blanc proprio in fatto di calcio non ne ha azzeccata una, surrogando fra l'altro le prerogative del proprio ruolo con un inquietante “comitato sportivo” bianconero, composto per lo più da gente che poco o nulla ha avuto a che fare con il calcio, con l'unico effetto di trascinare ciascun acquisto in tempistiche assurde e, per di più, di pubblico dominio. In tre anni la maggior parte degli acquisti è stata poi palesemente sbagliata: centinaia di milioni di euro gettati al vento. La prima estate l'unico acquisto fu Boumsong, detto anche "l’anticalcio" dagli addetti ai lavori; l’anno successivo Blanc e soci riuscirono a dilapidare quasi 50 milioni di euro per Tiago, Almiron, mezzo Criscito e Andrade, e si deve mettere nel conto anche Iaquinta relegato inizialmente a far riserva alla coppia Del Piero - Trezeguet. A gennaio si riparò con Sissoko e poi, nei mesi successivi, assicurandosi Amauri. Imparata la lezione? Macché! Blanc prese l’aereo per trattare direttamente Xabi Alonso (sulla base di 15-16 milioni, adesso ne vale 28...). Finalmente ci siamo? E invece no, perché Ranieri disse che Poulsen era quello giusto, che “è più forte di Sissoko”, ma che stesse facendo una cazzata ad acquistare il danese glielo diceva tutta l’opinione pubblica. Ma l’ingordo di Chambéry ha sempre fatto di testa sua, fino ad arrivare agli errori più recenti. Dopo l’esonero di Ranieri, la Juventus sulla scelta dell’allenatore non poteva permettersi di sbagliare: ed invece ecco prima la costruzione della squadra con l’acquisto di Diego a sconvolgere il piano tattico, e solo successivamente l’ingaggio di un allenatore e per di più esordiente. E che dire dell’abitudine di sborsare intere clausole rescissorie per giocatori difficilmente poi vendibili alle stesse cifre (Poulsen, Felipe Melo) e la svendita invece dei propri (Mutu, Zanetti, Marchionni) a cifre irrisorie? 

Ora il fatto di mantenere le tre cariche di presidente, amministratore delegato e direttore generale sembra proprio per Jean Claude Blanc il disperato tentativo di non mollare nemmeno una delega pesante a soli due mesi di distanza dall’ultimo CdA in cui è stata riaffermata con convinzione la bontà del fatidico “progetto”. Ma se l’obiettivo principale della nuova Juventus è veramente quello di “dare ai propri sostenitori le più ampie soddisfazioni sportive (...) proseguendo una tradizione vincente che si è confermata nel corso degli oltre cento anni di gloriosa storia”, così come recita il sito bianconero sotto la voce “Obiettivi e strategie”, allora non basta assegnare un ruolo di vice per correggere i troppi errori evidenziati in tre anni e mezzo di gestione sportiva di cui Blanc è il primo responsabile.

Ci vorrebbe più umiltà e consapevolezza di certi errori e "dare a Cesare quel che è di Cesare", ovvero a Bettega il ruolo di direttore generale, tenendosi stretto il ruolo di amministratore delegato, ben sapendo che presto la presidenza toccherà finalmente a un presidente vero.

PS. Questo pezzo doveva titolarsi "L'ingordo". L'aggiornamento è dovuto alla lettura della recente intervista rilasciata da Jean Claude Blanc al quotidiano francese Le Monde. Uno dei passaggi indelebili dell'intervista sta in un'uscita "alla Cobolli" che riportiamo pari pari tradotta dal francese: "Per noi la serie B è stata un'avventura straordinaria. Quest'avventura vittoriosa ci ha restituito in una stagione il capitale di simpatia che avevamo perso. Ne siamo usciti più umani." Ebbene, se nella parte finale del pezzo si ipotizzava un ridimensionamento di Blanc con un impegno quale amministratore delegato, dopo un'uscita tanto infelice la consapevolezza è che a un manager di siffatta simpatia la collocazione più giusta sia al di fuori della Juventus. L'avventura in serie B sarà stata straordinaria per Blanc e Cobolli Gigli, ma non la pensa così la stragrande maggioranza di juventini cui il presidente Blanc ha mancato di rispetto. Il capitale di simpatia a cui fa riferimento il manager francese in italiano si traduce correttamente con la parola "ridicolo", di cui la nuova Juventus si è coperta in questi tre anni e mezzo di rinnovata gestione. Purtroppo la vera Juventus è ancora ben lontana dall'essere resuscitata. Sono invece battute come quella di Blanc che contribuiscono a scavare un solco fra la Juve morta ammazzata nel 2006 e quella nuova simpatica, soprattutto agli altri, quelli che se la ridono!

 
 
 

JOHN WILLIAM CHARLES

Post n°324 pubblicato il 27 Dicembre 2009 da nick66
 

 

 

Il 27 dicembre dev'essere proprio un giorno destinato alla nascita di campioni bianconeri. Se Roberto Bettega festeggia i suoi 59 anni, in questo giorno ricorre anche l'anniversario della nascita di un altro grande, indimenticato campione bianconero: John William Charles, 150 presenze e 93 reti con la maglia della Juventus, messe insieme fra il 1957 e il 1962. Charles nei cinque anni con la Juventus vinse tre Scudetti e due Coppe Italia. Un campione veramente di altri tempi, un gigante del calcio di nome e di fatto, con il suo metro e novanta di altezza; mai ammonito, mai espulso. Come per Bobby Gol il suo pezzo forte era il colpo di testa, nonostante saltasse con le braccia unite al corpo per non far male agli avversari. Boniperti racconta, nel suo "Una vita a testa alta", come durante certe partite, fra il primo e il secondo tempo, lo invitasse a saltare con le braccia larghe per aver ragione più facilmente degli avversari nei contrasti aerei. "Il gigante buono" faceva di sì con il capo, mai poi rientrava in campo e non si azzardava ad allargare quelle braccia, non ne aveva bisogno. Anzi, Charles durante i suoi cinque anni in maglia bianconera si rese protagonista di gesti passati alla storia, iniziando dal suo primo derby contro il Toro dopo poche giornate di campionato: era il 13 ottobre del 1957, la Juventus vinse 1-0 proprio con un suo gol, ma Charles si rese protagonista di un'altra vera prodezza che iniziò a farlo conoscere per il campione di umanità che è stato. Saltò insieme al difensore granata Brancaleoni per contendergli un pallone: lo scontro fu tremendo, mentre l'azione continuava i due rimasero a terra; si rialzò prima il bianconero, che andò a sorreggere il granata che si ritrovò con il viso imbrattato di sangue per la frattura del setto nasale. Charles lo sollevò e lo sorresse fino all'arrivo dei soccorritori, riuscendo ad unire i tifosi della Juventus e del Torino in un unico grande applauso. Questo era John Charles, un campione a tutto tondo, proclamato nel 2005 il miglior giocatore gallese di tutti i tempi, un fuoriclasse assoluto di un calcio che non c'è più. John ci ha lasciato il 21 febbraio 2004. Vederlo adesso ritratto nelle foto in bianconero insieme a Sivori e Boniperti sembra quasi si tratti di una leggenda. Invece è storia vera. Charles in Italia arrivò nel 1957 insieme a Sivori,primi acquisti del giovanissimo presidente Umberto Agnelli, allora ventiduenne. I due fuoriclasse al primo anno segnarono 50 gol in due (Charles 28, Sivori 22) risollevando una squadra che l'anno precedente era arrivata a un soffio dalla retrocessione. Fu subito scudetto, quello della prima stella. "John Charles fu un Re - scrive il duo Bernardi - Novelli in "Tre Re per la Signora" - lo chiamarono King John perché aveva la regalità e la monumentalità degne della statura di un sovrano. John fu il Re dell'Aria, del gioco aereo". Quella scritta da Charles è stata una delle più belle pagine della storia bianconera, una pagina che ancora adesso è sempre piacevole ed emozionante da sfogliare.

 
 
 

SCUDETTI CHE ABBIAMO VINTO...

Post n°325 pubblicato il 28 Dicembre 2009 da nick66
 

Chissà perché, leggendo le news del sito della Juventus, ci è tornata in mente la celebre e inconsapevole battuta rilasciataci da John Elkann la scorsa estate, in risposta a chi gli chiedeva lumi riguardo al numero degli scudetti della Juventus. Ma questa è un'altra storia (il relativo video è cliccabile alla Vostra sinistra su questo blog).

Il sito della Juventus ricorda il 27 dicembre 1959, giorno in cui si disputò l'ultima gara dell'anno, in cui la Juventus rifilò un 4-0 alla Roma grazie a una doppietta di Sivori e alle reti di Stacchini e Boniperti. Fin qui tutto bene, ma perché mai aggiungere due righe come "L’ennesimo momento da ricordare di un anno, quel 1959, caratterizzato dalla vittoria dello Scudetto della prima stella..."

Peccato che nel 1959 la Juventus non vinse alcuno scudetto, ma si classificò quarta alle spalle di Milan, Fiorentina e Inter. E' vero invece che la stella arrivò nel 1959, e fu istituita sotto la presidenza FIGC di Umberto Agnelli, ma il decimo scudetto era arrivato l'anno prima, nel 1957-58, al primo campionato italiano di John Charles e Omar Sivori. Quest'ultimo, raffigurato nella foto nel sito della società, alza il Pallone d'oro assegnatogli solo nel 1961!

Ahi, ahi, ahi, siamo sempre più simpatici in Corso Galfer, ma pure le basi della storia della società stiamo perdendo!

 
 
 

BETTEGA: "LA JUVE E' DA SEMPRE LA MIA VITA."

Post n°326 pubblicato il 28 Dicembre 2009 da nick66
 

"Ho sempre considerato la Juve la realizzazione dei miei sogni. Il calcio per me è la Juve..."


Bettega è tornato a casa. Per lui calcio e Juventus sono la stessa cosa. Non aveva senso rimanere nel calcio senza essere alla Juventus. Umiliato con un contratto di consulenza post calciopoli, è stato poi dimissionato l'anno successivo. Lui non si è tolto sassolini, non ha rilasciato dichiarazioni, ma si è chiuso invece in un silenzio pieno di significati e pieno di speranza. Non solo sua questa speranza, ma anche di chi come lui ama la Juventus. Tornare alla Juventus! E oggi è stato il gran giorno in cui l'ex campione bianconero è stato presentato alla stampa. Sarà vice direttore generale con delega a tutta l'area sportiva. Una delega piena nella sostanza, ma zoppa nella forma per "l'ingordigia" del francese che oggi gli stava indegnamente a fianco. Stiamo parlando dell'"uno e trino", di "trinità", della nuova "triade", il tutto racchiuso in un'unica persona che nonostante la responsabilità di centinaia di milioni di euro gettati al vento in questi anni di errate scelte di mercato mantiene il ruolo di presidenteamministratoredelegatodirettoregenerale. Bettega in conferenza stampa ha fatto buon viso a cattivo gioco. Ai giornalisti che gli chiedevano di Calciopoli, lui ha risposto secco che non rinnega nulla nel passato, ma che guarda al futuro come gli è stato richiesto di fare. E che altro poteva dire? Adesso aspettiamo le prime mosse di Bobby gol. Certo che fare a meno di uno come lui per una società tanto sprovveduta in fatto di competenze calcistiche e di tasso di juventinità è stata una grande pazzia. Speriamo solo che il rientro di Bettega sia solo un primo passo per ritrovare presto la Juventus quella vera. Quella che nulla ha a che fare con la società simil armata brancaleone voluta dal pallido erede nell'estate 2006.

 
 
 

                 PER ORDINARLO

      CLICCA SULLA COPERTINA

 

 

PER ORDINARLO

CLICCA SULLLA COPERTINA

 

CLICCA SU LOGO

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: nick66
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 58
Prov: PD
 

MI RITORNI IN MENTE...

 

SOLO PER CHI AMA LA JUVE

 

LA MIA JUVENTUS...

 

PINZOLO 2009: "MAGNIFICENT!"

 

PINZOLO 2008: PICCOLI JUVENTINI CRESCONO

 

PINZOLO 2007:IL SOGNO CONTINUA

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 22
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cacio1965ziopalmfrancesco.ienzicarlitosbuzzkoradgl1T.SignoriniFrance.Costaas.trailcieloeilmarekrupoviesa1Terzo_Blog.Giustyu82simon741salvabaronangelo76760hamtyler_resistance
 

ULTIMI COMMENTI

Per queste cose nessuno pare avere occhi e orecchie, primo...
Inviato da: bradipoafricano
il 27/03/2011 alle 14:03
 
salve, sono pinturicchio94, blogger di...
Inviato da: Pinturicchio_94
il 18/12/2010 alle 17:42
 
Ottimo post anche per me.. grazie.
Inviato da: ordw
il 29/10/2010 alle 14:46
 
gran bel post!
Inviato da: resistenzabianconera
il 13/09/2010 alle 22:25
 
Ne sono (già) sicuro A presto!
Inviato da: cronachebianconere
il 06/09/2010 alle 06:58
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

NOTE LEGALI

L’autore dichiara di non essere responsabile per i commenti inseriti dai lettori. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi all’autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio: qualora il loro utilizzo violasse diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog (info@nicolanegro.it) che provvederà alla loro pronta rimozione.

 

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963