Creato da OutOfTarget il 03/10/2008
Inside me.

Area personale

 

Ultime visite al Blog

ITALIANOinATTESApupona2000theothersideofthebedrustyprofPSICOALCHIMIEFrance.CostaPerturbabilePerturbabiIebass.pressAglaia.79psicologiaforenseasammjejelabbb602max_6_66
 

Ultimi commenti

Citazioni nei Blog Amici: 17
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2008 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

 

 

 

"Ci sono terribili catastrofi naturali inevitabili a questo mondo, come i terremoti o gli uragani. A Gaza è in corso una catastrofe umanitaria innaturale perpetrata da Israele ai danni di un popolo che vorrebbe ridotto alla più completa miseria e sottomissione. Una popolazione disperata che non trova il pane e il latte per nutrire i suoi figli. Che non piange neanche più  i suoi lutti perché anche agli occhi è stata imposta una dieta ferrea. Il mondo intero non può ignorare questa tragedia e, se lo fa, NON INCLUDETECI IN QUESTO MONDO."

Vittorio Arrigoni da "Restiamo umani"

 

Messaggi di Novembre 2008

WISDOM = SAPIENZA

Post n°29 pubblicato il 30 Novembre 2008 da OutOfTarget
 

Questo articolo è stato pubblicato sul sito http://www.perlapace.it il 21/08/2007. Lo riporto integralmente sul mio blog per Wisdom, il bambino del Malawi, che abbiamo adottato a distanza grazie ad Action Aid 5 anni fa. Per lui più che per noi è passato, da allora,  un altro anno e mentre la "crisi economica", che tanto ci spaventa, ha investito i paesi ricchi del mondo in Africa si continua a morire veramente di fame, di guerra e di Aids. Sempre pensando a Wisdom e alla sua vera famiglia in Africa da domani pubblicherò "a puntate" la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

S.O.S. AFRICAL'editoriale di Alex Zanotelli pubblicato sul numero di luglio di Mosaico di Pace, la rivista mensile di Pax Christi, denuncia il silenzio assordante dei media italiani e delle agende politiche rispetto al continente africano e ripropone la grande sfida di liberare l'Africa da guerre e povertà.Articolo di: Alex Zanotelli

Foto di Alessandra Tarquini

 

Un silenzio assordante sembra regnare nei media italiani e nelle agende politiche. L'Africa è avvolta da silenzio e disinteresse. Nonostante le denuncie della società civile, quanta poca attenzione su questo immenso continente, in barba a una situazione estremamente difficile che esso vive.
Partiamo innanzitutto dal Congo, sull'orlo di un'altra crisi. Nei prossimi mesi, potrebbe precipitare in un'altra guerra. Nel precedente conflitto ha perso 4 milioni di persone. Siamo davvero così incoscienti nel consentire una nuova guerra, pur sapendo dove essa condurrà, cioè altre morti e altra distruzione, e pur essendo ben consapevoli degli enormi interessi (anche nostri) che ci sono in quest’area?
Altrettanto grave è la situazione nel Corno d’Africa. La sua area, divisa in tre tronconi, è crollata ed è ripiombata in una guerra che sembra non aver fine. Le truppe di Addis Abeba non hanno posto fine al problema della Somalia. Anzi, non hanno atto altro che accrescerlo. Non solo non si è realizzata nessuna normalizzazione ma la situazione è particolarmente grave. Né qualcuno può pensare che i bombardamenti americani in Somali possono costituire una soluzione! L’Etiopia sperava, con questa guerra, di risolvere alcuni suoi problemi interni, come spesso accade. Invece, non solo questo non è accaduto ma non si sa quanto si potrà andare avanti nello stato in cui è. E sempre nel Corno d’Africa ricordiamo l’Eritrea , dove vige una dittatura spaventosa che non accetta nessun dissenso politico. Eppure, in tutta quest’area africana, abbiamo enormi responsabilità storiche.
Vicino al Corno d’Africa c’è il Sudan, dove in Darfur si vive ancora una situazione spaventosa. In questa guerra hanno perso la vita oltre 300.000 persone. E’ uno stillicidio interno. Una pace mai raggiunta. Sembra non si possa fare assolutamente nulla. Talmente difficile fare qualcosa che se ne parla sempre meno. Del Sudan come del Ciad, che è teatro di una guerra civile. Come se il silenzio risolvesse i problemi.
Forse i tempi migliori si intravedono per la Costa d’Avorio, anche se rimangono irrisolti tutti i suoi problemi interni. Così come sono irrisolti i problemi dell’Uganda del Nord, dove le truppe di Musseveni si sono scontrate per lunghissimi anni con “l’esercito del Signore” di Koni. E anche se Koni adesso è in Congo e vi sono tentativi di mediazione, 6 milioni e mezzo di persone sono rinchiuse in questi “villaggi protetti” e rischiano la propria vita.
Infine vorrei insistere sulla storia della Nigeria. Siamo profondamente coinvolti con l’ENI, SHELL, e AGIP. Estraiamo ogni giorno 153mila barili di petrolio e la cosa più grave che stiamo facendo è provocare continui incendi con il gas che fuoriesce insieme al petrolio. Grandi torce, insomma, che rendono la Nigeria è il primo paese al mondo per l’emissione di anidride carbonica. Comprendo bene che la situazione è talmente tesa da comportare il rischio di rapimenti di “nostri” uomini ma credo anche che questo è un ulteriore segnale che la popolazione nigeriana vuol far giungere a noi. Perché la situazione non è più tollerabile.
L’Africa è troppo piena di conflitti pur rappresentando solo l’1% del prodotto mondiale lordo. Quindi una “nullità” totale. In campo finanziario vale ancora meno. Diventa il continente più oppresso che esiste, il più emarginato. A questo si aggiunge l’altro dato gravissimo: buona parte dei malati di Aids si trova in Africa. Sono ben 38 milioni di persone.
Ricordiamo che il Governo Prodi ha promesso al G8 ultimo di pagare (finalmente) 260 milioni al Fondo mondiale per la lotta contro l’Aids.
E poi attendiamo ancora delle risposte sul problema degli immigrati che tentano di arrivare nel nostro Paese e in Europa – e certo non in vacanza – attraversando il deserto o l’oceano.
Sono migliaia le persone che perdono la vita in mare nelle lunghissime e disumane “traversate della morte”. Dobbiamo cancellare la legge Bossi-Fini e accogliere regole più umane.
Quante parole sull’Africa! Quante promesse anche all’ultimo G8! Oserei dire che sono vuote, fayue perché sono anni e anni che si ripetono le stesse cose e che si promettono fondi per aiutare i popoli dell’Africa. Pochissime volte sono seguiti i fatti.
Sono stati promessi 50 miliardi di dollari per aiutare i popoli d’Africa. Perché non mantener fede alle promesse verso i popoli dimenticati, se occorre anche tagliando altri capitoli di spesa? Che sia veramente solo una grande commedia questa dei G8?
Non chiediamo carità, chiediamo solo un po’ di giustizia.
O mettiamo l’Africa tra le priorità delle nostre agende politiche o i tanti problemi che il continente africano vive ci travolgeranno. Saremo sommersi.
Ci attende una grande sfida:liberare l’Africa da guerre e povertà.
Una grande sfida per l’Europa. Una grande sfida per la Chiesa.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

IO PENSO POSITIVO...

Post n°28 pubblicato il 27 Novembre 2008 da OutOfTarget
 

... almeno qualche volta, percui.... vorrei che si potesse pensare sempre di me e poterlo sempre pensare di chi mi è vicino...

AIN'T NO MONTAIN HIGH ENOUGH (I'll be there when you want me)

P.S.: Io glielo dico sempre al maestro del coro che bisognerebbe dargli una scossa!   Altro che Frisina!!!!!!! (Il canto liturgico secondo me)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ODE ALLA VITA

Post n°27 pubblicato il 24 Novembre 2008 da OutOfTarget
 

Un brano tratto da questa poesia famosissima e, a mio avviso, straordinaria è da qualche giorno utilizzata come narrazione di  uno spot pubblicitario per una nota marca di rhum.   Felice di aver potuto verificare l' ottima cultura poetica dei  pubblicitari, dubbiosa sul risultato di riuscire a far riflettere sulla bellezza della vita che non può essere buttata in un incidente  stradale il sabato sera a causa dell'alcool, soddisfatta perché, comunque,  a molti  fans dell' happy hour  potrebbe venire  lo scrupolo di andare a verificare la fonte dei versi ed imparare      finalmente qualcosa, mi rimane,però, un fastidio di fondo  nel sapere che una poesia così profonda venga strumentalizzata  per vendere più.... rhum.                                                                            

Rimane l'emozione di aver avuto l'occasione di fissarla sul blog.

** Ode Alla Vita 


Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e non cambia il colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sè stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande su argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

AVERE OCCHI PER LA MERAVIGLIA.


 

“Un discepolo va dal suo guru e gli dice che vuole la verità più di ogni altra cosa. Il maestro non risponde. Lo prende per il collo, lo trascina al vicino torrente e gli tiene la testa sott’acqua finché il poveretto sta per soffocare. All’ ultimo momento lo tira fuori.                                    – Allora, che cos’è che volevi più di ogni altra cosa quand’ eri sott’ acqua? –


- L’aria -, dice quello con un fil di voce.


- bene. Quando vorrai la verità come un momento fa volevi l’aria sarai pronto a imparare. -


Ero pronto io?


Mi sarebbe piaciuto rispondergli con una risata, ma preferii essere sincero. No. Non sapevo se ero pronto. E poi, la Verità mi pareva ancora una cosa un po’ troppo grossa perché io, da solo, mi mettessi a cercarla.


Fu lui allora a fare una delle sue risate enfisematose.


- Certo -, disse. – Non siamo noi a trovare la Verità. E’ la verità a trovare noi. Dobbiamo solo prepararci. –


Poi spiegò. – Si può invitare un ospite che non si conosce? No. Ma si può mettere la casa in ordine, cosi che, quando l’ ospite arriva, si è pronti a riceverlo e a conoscerlo. –


E lui, in che rapporti, stava con la Verità?


Disse di averla intravista alcune volte, per un attimo. Ma quell’ attimo era bastato a dargli una certezza che non gli veniva dalla fede, ma dall’ esperienza. Non l’ esperienza di altri, ma la sua. Era quella certezza a tenerlo legato alla ricerca. Quanto all’ ordine in casa, gli restava ancora molto da fare. C’erano sempre dei vecchi mobili in soffitta che andavano buttati via, disse. – L’ Io pretende di avere bisogno di tante cose, ma io so che è una trappola. –


Indicò la piccola foto in bianco e nero sul mobile. Quello era stato il suo primo guru, Swami Sathyananda, l’uomo che gli aveva aperto la testa. Da un cassetto tirò fuori un’altra foto, anche quella in bianco e nero, di un vecchio. Era l’uomo che gli aveva aperto il cuore. Krishna Prem, l’inglese diventato sanyasin di cui mi aveva già parlato. Era morto di cancro nell’ashram che aveva fondato.


Anche lui di cancro. Co’mè possibile? In Occidente, dissi, si pensa che il cancro abbia a che fare con lo stress, ma in India molti dei sant’uomini dell’ultimo secolo, tutti vissuti in santa pace, lontani dalle tensioni della vita moderna, sono morti di cancro: il mistico Ramakrishna e Nisargadatta Maharj, l’uomo che faceva i bidi bidi per strada a Bombay, di cancro alla gola; Ramana Maharishi di un dolorosissimo cancro a un braccio; e J. Krishnamurti, pur già vecchio, di un cancro alla cistifellea…


- Lo stress può essere interiore – disse il Vecchio. – Chi cerca la Verità ha spesso moltissimo da soffrire. Krishna Prem riuscì a integrare la malattia nella propria vita, a vederla come parte del tutto e a raggiungere, proprio grazie alla malattia, un più alto livello di consapevolezza. -


- Vuol dire che aveva accettato la malattia? – chiesi.


- Non si tratta di accettare o non accettare, ma di rendere la malattia parte di sé. Lui c’era riuscito e alla fine era diventato per tutti noi la prova di ciò che non si può provare. –


In ogni generazione, in ogni continente, disse il Vecchio, ci sono personaggi come Krishna Prem o Ramana Maharishi che con la loro vita dimostrano che è possibile andare al di là. Basta essere determinati, perseveranti e senza paura.


Era chiaro che, discretamente, mi stava dando dei consigli. Avevo tanti libri nelle borse con cui ero arrivato? – Attento -, disse. – Quella dei libri è tutta conoscenza di seconda mano, conoscenza presa in prestito. Non vale granché. – e mi raccontò un’altra storia.


Un uomo entra in una grande biblioteca e, dopo tanto studiare e cercare, sceglie tre libri da portar via. Va al banco per registrarli e all’impiegato chiede:


- Quanti sono i libri in questa biblioteca? –


- Varie decine di migliaia. –


- E quanto tempo ci vorrebbe per leggerli tutti? –


- Oh… varie vite. –


-Allora non voglio neppure questi -, dice l’uomo. – Ci deve pur essere un’altra via. – E parte.


L’altra via, secondo il Vecchio, è quella dell’esperienza. L’esperienza fatta su se stessi. Il vero capire non avviene con la testa, ma col cuore. Si capisce davvero solo quello che si è provato, quello che si è sentito dentro di sé. Le vie per arrivare a quella esperienza possono essere varie. La sua era “il trucco della candela”: praticato regolarmente , senza mai stancarsi, senza perdersi d’animo. – Almeno dieci minuti al giorno -, disse.


Il suo primo guru l’aveva costretto a quei dieci minuti e, se ci pensava bene, forse quello era stato il più grande aiuto che avesse mai ricevuto. Col passare degli anni quei dieci minuti erano diventati ore, ma non aveva dimenticato l’importanza di quel primo passo. Che lo facessi anch’io!


- Almeno dieci minuti, per cominciare. Costringiti. –


Era l’incoraggiamento di qualcuno che pensa di aver fatto una scoperta e non la vuole tenere tutta per sé. Io ero molto interessato a quella scoperta. Il vecchio lo sentiva e continuò:


- Innanzitutto devi calmare la tua mente. Solo allora potrai ascoltare la Voce che hai dentro di te. Non devi essere impaziente perché l’intuizione che  ti apre la coscienza arriva raramente. Magari è soltanto una goccia, ma quella goccia, quando viene, è come l’oceano. Quella ch allora ti parla è la Voce dell’Uomo Interiore, dell’Uomo Cosmico, del sé. Chiamalo come vuoi. Chiamalo l’Amato, come fanno i sufi; chiamalo la pietra filosofale, come gli alchimisti; chiamalo Dio, Buddha, Purusha; chiamalo Lui, Lei. Ma sappi che c’è e che Quello è il vero te. Perché tu e Quello non siete due. Tu sei Quello -, concluse e la sua risata profonda era piena di calore e simpatia.


Tornai al mio rifugio senza accendere la pila con cui ero arrivato. La luna non era ancora sorta, ma lo scintillio del firmamento bastava a farmi vedere dove mettevo i piedi. Prima di entrare in casa mi fermai. Era freddo, ma la terra era asciutta. Mi distesi nell’erba a guardare le stelle. Mi parve di vederle per la prima volta. E forse era davvero così, perché le guardavo senza pensare ai loro nomi, senza cercare la Stella Polare o l’Orsa Minore. Immaginai d’essere un uomo delle caverne che non ha letto nulla, che non ha studiato, che non “sa”. E, libero da tutta quella “conoscenza”, mi persi nella meravigliosa, consolante immensità dell’universo. Non la guardavo più. Ne ero parte.


Brano tratto  “UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA – Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo” scritto da TIZIANO TERZANI, edito da Longanesi & C.                                                                                           

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LO SQUALO E LA SARDINA.

Post n°25 pubblicato il 16 Novembre 2008 da OutOfTarget
 

Esistono persone che farebbero qualsiasi cosa pur di accumulare di più, sempre di più… che, per un solo euro,  metterebbero i piedi in testa a chiunque, soprattutto, se indifeso. Perché svantaggiato economicamente, perché debole psicologicamente, perché mancante di attitudine per gli affari, perché ingenuo o, semplicemente, sfortunato. Di solito, questi “squali”  sono individuabili per il fatto di guidare l’  ultimo modello di SUV  o BMW, di avere quel certo sorriso di circostanza sempre ben stampato sulla faccia, dalla decisione che imprimono alla stretta di mano o dalla facilità con cui ti spiccano la pacca sulla spalla, dalla battuta pronta che attrae o distoglie l’attenzione al momento giusto, dalla sicurezza emanata da ogni poro quando cercano di… “fregarti”. Questi squali si mangiano le “sardine” indifese, appunto.. Secondo voi a quale delle due categorie appartengo io?  Vi aiuto. Spesso finisco “fritta” e con me i miei sani principi, la mia caparbietà e la mia onestà. Che strano!! Eppure mi avevano detto che con l’impegno si può ottenere sempre ciò che si vuole, che perseguendo intensamente il proprio sogno lo  si realizza sempre, che allo sforzo profuso corrisponde sempre la giusta ricompensa. Me lo dissero i miei, per imprimermi una sana educazione. Me lo dissero gli insegnanti come base su sui costruire la mia cultura. Me lo disse il  mio principale assumendomi 20 anni fa. E qui casca l’asino. Secondo voi a quale delle due categorie suddette appartiene il mio principale? Vi aiuto, di nuovo, con la storia del mio rapporto di lavoro. Per i primi due anni lavoravo 40 ore settimanali e venivo pagata per 20, cioè la metà perché… ero appena diplomata e dovevo imparare. Per altri 6 anni ho accettato che mi versasse metà dei contributi “in cambio” dello stipendio pieno perché… lo studio era ancora piccolo e si doveva avviare. Poi  è arrivata mia figlia cosicché per corrispondermi l’ indennità di maternità per intero è stato costretto a regolarizzare la mia posizione. Nel frattempo gli straordinari non erano retribuiti e le ferie e i permessi non goduti si accumulavano sul cedolino. Ora, secondo voi,  a tanto sforzo è corrisposta, in fine, la già menzionata giusta ricompensa? Che so? Un aumento di livello? Il pagamento di un superminimo? Il panettone a Natale? Beh... gli ultimi anni a Natale non ho ricevuto nemmeno gli auguri. Potreste pensare: - E se fossi una fannullona (di cui tanto di parla) che non rende niente sul lavoro? Sarebbe giusto così! – Ribatto dicendovi che, in risposta alla mia ultima “disperata” richiesta  di aumento, per sua stessa ammissione meriterei di più ma: - i tempi sono quelli che sono e le mie risorse economiche non mi permettono di darti di più e, poi, lo sai che negli altri studi commerciali prendono una miseria, dovresti ringraziarmi che ti pago a tariffa… -. Già la tariffa. Quella di una video-terminalista che… discute direttamente con il clienti i bilanci di fine esercizio e le strategie per risparmiare sulle tasse facendo, spesso, le veci del ragioniere che non c’è (e non c’è quasi mai).  Quello che mi ha infastidito di più della sua giustificazione, però,   è stato il riferimento alle sue difficoltà economiche. Purtroppo reali ma non dovute alla crisi economica mondiale come vorrebbe far intendere lui bensì ad un tenore di vita, quello sì, al di sopra delle sue possibilità. Perché, tornando alle categorie animali già  menzionate, per lo squalo  non sei nessuno se non possiedi la seconda, anche terza casa,   non cambi il Suv ogni 2 anni anche se ha 40.000 km., non compri l’ultimo TV al plasma, non telefoni con l’i-phone, non investi in oggetti d’arte, non ti vesti nella boutique più in voga e via così. Insomma è il re convinto del  “sei quel che possiedi”  ma, non certo, nel senso delle qualità morali. E possedere costa. I soldi non sempre gli bastano. Quindi, si indebita. Troppo… per concedere un “riconoscimento” al lavoro della sardina  che  telefona con lo stesso cellulare da 3 anni, ha cambiato l’utilitaria a metano solo perché la vecchia aveva 20 anni e 260.000 km. sulle ruote, compra  i vestiti solo ai saldi del centro commerciale, fà la spesa con i prodotti “primo prezzo”, guarda la stessa TV a tubo catodico (poco in verità) da 15 anni e investe quel che le rimane sulle rate del mutuo di casa… l’unica. Quella sardina che, a causa sua, prova un sentimento fortemente contradditorio sospeso fra la soddisfazione di sapere che in 4 anni, dopo enormi sacrifici e crisi permettendo, quel mutuo  l’avrà estinto mentre lo squalo annaspa  fra i debiti fino alle pinne e la paura che quegli stessi debiti possano, anche, far affogare lo squalo, nel qual caso affogherebbe pure lei. Quella sardina, come dicevo onesta,  che sperando in un suo risveglio di coscienza ha confessato ciò che pensa allo squalo quando ha tentato di avere quel famoso aumento. Dimenticando che gli squali non hanno coscienza (perlomeno quelli umani).

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

BOA (VISTA) SORTE / GOOD LUCK

Post n°24 pubblicato il 15 Novembre 2008 da OutOfTarget
 

“Ci sono molte persone speciali nel mondo."

Questa è per loro. Buon cammino.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

"VECCHI" FILMS...

Post n°23 pubblicato il 12 Novembre 2008 da OutOfTarget

 ... quanto li amo e ... 2 !!!!!

(((Messaggio di servizio: la petizione ha funzionato! La scuola non porta più i bambini in visita all'Api! Vedi post precedenti. Speriamo di avere la stessa fortuna con gli striscioni ai balconi contro le nuove centrali )))

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

"VECCHI" FILMS...

Post n°22 pubblicato il 11 Novembre 2008 da OutOfTarget
 

 

... quanto li amo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

AUTOGOL DI BERLUSCONI MILAN 0 - ANCONA 1

Post n°21 pubblicato il 10 Novembre 2008 da OutOfTarget
 
Foto di OutOfTarget

Berlusconi l’ha, proprio, combinata grossa. E’ riuscito a produrre una conversione assolutamente insospettabile. Quella di un tifoso rossonero che ha deciso di rinnegare la sua fede. Ebbene si. L’altra mattina, dopo le sparate ormai ben note del Presidente, mio marito dichiara: “Quando al lavoro mi chiedono: - Allora, ‘sto Milan come va? – Ormai mi limito a mugugnare. Se gli Italiani si vergognano di essere Italiani perché nel Mondo  gli tocca essere rappresentanti da Berlusconi io, per lo stesso motivo, mi trovo costretto, mio malgrado, a vergognarmi di essere milanista. Non lo avrei mai voluto ma è così. E visto che ci sono… non mi importa più niente nemmeno della serie A… vado fiero di avere l’abbonamento per tifare l’ Ancona in serie  B. Almeno allo stadio faccio il tifo quello vero e mi diverto di più!”.  Ho tentato di riportare il suo discorso il più fedelmente possibile. Sicuramente il senso credo di averlo reso. Ma giuro che, conoscendolo, non avrei mai potuto pensare di doverlo ascoltare. La fede biancorossa (per l’Ancona) ce l’ha sempre avuta. Negli ultimi 25 anni è andato, anche se non assiduamente, allo stadio a tifarla dichiarando, però, che il calcio di serie A non poteva, certo, nemmeno essere messo a confronto con quello di serie B. Ora la svolta. Cominciata forse anni fà con gli scandali legati ai troppi soldi che hanno, a suo dire (ma non credo sia l’unico), rovinato il calcio di serie A e terminata mestamente una sera di novembre davanti ad un televisore che rimandava le considerazioni del Presidente del Consiglio / Milan, appunto, sul colorito di Barak Obama. Ora “gli resta” l’Ancona che, a proposito, sabato ha purtroppo perso sotto una pioggia battente facendolo tornare a casa stanco, bagnato fradicio e senza punti ma, comunque fiero e battagliero. E non è poco di questi tempi.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ADE' BASTA!

Post n°20 pubblicato il 08 Novembre 2008 da OutOfTarget
 
Foto di OutOfTarget

Circa 6 anni fà ,nel giro di 3/4 mesi dalla decisione, abbiamo letteralmente abbandonato casa per andarcene… da mia suocera.  Ci siamo rimasti per 3 anni prima di “sbarcare” qui in “campagna” e la ragione principale di questa fuga fu l’ Api.

Si, Api la società petrolifera. La nostra precedente casa, l’unica che ci potevamo permettere, in edilizia convenzionata, si trovava a 500 mt. dai primi serbatoi del petrolchimico di Falconara Marittima. Finché non nacque mia figlia questa vicinanza non creò particolari problemi… non eravamo mai a casa per lavoro o per diletto. Quando lei aveva giusto 1 anno il primo “intoppo”.        Il 25 agosto 1999 un boato e un tremore scambiati da principio per un terremoto ci fà correre istintivamente verso l’esterno dove rimaniamo immobili per un istante per, poi, correre di nuovo in casa. Velocemente prendemmo borse, passeggino e poco altro occorrente alla bambina e, già, eravamo in automobile direzione Senigallia. Le foto  e la cronaca di ciò che era successe e di cosa si è “mosso” in seguito si trovano su questi siti

http://www.comitati-cittadini.net/ e

http://www.comitati-cittadini.org/ . Tornammo ad incendio spento ma, soprattutto in me,  rimase la paura... io non ero di Falconara e per me l’ Api non era una “malattia necessaria” come molti falconaresi, invece, pensano… ancora oggi. Passa un altro anno e mia figlia comincia a soffrire di strane crisi respiratorie notturne. Diagnosi: asma bronchiale. Accertamenti, cure del caso, consiglio “spassionato” del medico  dell’ospedale  (sue testuali parole): “Se volete che vostra figlia stia meglio dovete andarvene da Falconara!” Certo che l’aria di Falconara non fosse delle migliori, odorata l’onnipresente puzza all’ uovo sodo dello zolfo che fuoriesce dalle colonnine del petrolchimico, lo sapevamo già ma cosa poteva sapere il medico più di noi per fare un’ affermazione del genere? Ora diversi studi epidemiologici fatti finalmente conoscere ai cittadini svelano quello che quel medico sapeva già e noi lo ringraziamo per averci dato una spinta ad andarcene anche se, con rammarico, sappiamo che i 10 km. che ci separano dalla raffineria non ci mettono, comunque, totalmente al riparo da inquinanti come le polveri sottili o i metalli pesanti. Sta di fatto, però, che da quando ci siamo trasferiti mia figlia non ha più avuto l’asma benché passa ancora parte della giornata a Falconara per andarci a scuola. E proprio da lì  tornava 3 giorni fa quando mi ha detto: “ Mamma, la scuola ci porta in visita all’ Api!! Io non ci vado. Mica voglio stare tutta la mattina a tapparmi il naso!!” Ed io. “Bene… perché tanto non ti ci manderei io! Ma, poi, che è ‘sta storia che vi portano fuori senza consultare i genitori?” . Mi sorse in quel momento un sospetto. L’ Api ha presentato un progetto per  ottenere i permessi necessari a costruire due nuove centrali elettriche all’interno del suo impianto ma il piano per l’energia della Regione non le contempla, i Comitati cittadini sono insorti (rimando ai siti di cui sopra) e l’ amministrazione comunale… ha firmato giusto il 29 ottobre scorso una convenzione con la società petrolifera che accorda l’autorizzazione preventiva ai nuovi impianti in cambio del risanamento del dissesto di bilancio e la realizzazione di infrastrutture pubbliche. Passano pochi giorni ed il Comune presta i pulmini del trasporto scolastico per portare i bambini in visita allo stabilimento Api e i genitori non vengono interpellati in merito. E’ chiaro che in una qualsiasi testa pensante sarebbe sorto lo stesso dubbio. Cosa c’è di più meschino che utilizzare i bambini per far circolare di nuovo nelle loro famiglie quell’antica giustificazione: l’ Api è una malattia necessaria. Dà lavoro, porta denaro, migliora l’aspetto della vostra città, vista da dentro è efficiente e non fa, poi, tutta questa paura come qualcuno vorrebbe farvi credere. Ieri ho firmato la petizione che un altro genitore ha preparato per negare l’autorizzazione a fare la “gita”, oggi ho scritto questo post ed ora vado, lenzuolo e bomboletta spray sono già pronti, a scrivere lo striscione da appendere al balcone. Non l’avevo mai fatto ma “ADE’ BASTA” è ora di contribuire personalmente alle battaglie in cui si crede, fare come Don Chisciotte contro i mulini a vento magari ma non stare a guardare:

NO CENTRALI API”

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

CI SI PROVA.

 

 

 

 

Con la speranza di poterci

tirare una riga sopra

fonte

http://it.peacereporter.net/conflitti/

CONFLITTI APERTI

NEL MONDO

A F R I C A

Costa d'Avorio

Burundi

Ciad

Nigeria

Uganda

Algeria

Rep. Dem. del Congo

Sudan

Somalia

Marocco

M E D I O    O R I E N T E

Iraq

Libano

Israele - Palestina

A S I A    E   P A C I F I C O

 

 

Afghanistan

Indonesia

Filippine

Sri Lanka

A M E R I C H E

Colombia

Perù

E U R O P A

Cecenia

Georgia

Turchia

Azerbaigian

 

Iraq Body Count web counter

 

 

LA MAFIA SBANDA.

La mafia sbanda,
la mafia scolora,
la mafia scommette,
la mafia giura
che l'esistenza non esiste,
che la cultura non c'è,
che l'uomo non è amico dell'uomo.
La mafia è il cavallo nero dell'Apocalisse
Che porta in sella un relitto mortale,
la mafia accusa i suoi morti.
La mafia li commemora
Con ciclopici funerali,
così è stato per te Giovanni
trasportato a braccia da quelli
che ti avevano ucciso.

                          di  Alda Merini

 

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963