Creato da rimescolareilvolga il 28/10/2006

PAPERE E PANNOCCHIE

O PAPERE E PANNOCCHIE...

 

 

Hunger

Post n°2376 pubblicato il 05 Maggio 2012 da falco58dgl

hunger

Buona visione

"Verrà il giorno in cui tutta la gente d'Irlanda potrà mostrare il desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna »
(The diary of Bobby Sands
)

Carcere di Maze, NordIrlanda, 1981. Il corpo di Bobby Sands scheletrito, pieno di ulcere, gli organi che cedono uno per uno, la vista che si annebbia,la coscienza tenuta vigile solo da una determinazione immensa, 66 giorni di digiuno totale fino alla morte. La morte come strategia di pressione per ottenere lo status di "prigioniero politico" ed estremo tentativo di riprendersi la propria libertà, il proprio diritto di scegliere.

Ogni due settimane, un prigioniero nordirlandese inizia questo calvario, una staffetta verso un esito previsto, un passaggio di testimone da corpo a corpo, da persona  a persona, da  una vita segnata dal carcere e dalle sevizie dei secondini all'ultima protesta e affermazione di dignità.

Le mani di una guardia carceraria sanguinanti, piene di ecchimosi, screpolate dalle troppe percosse inflitte. Un reparto di poliziotti in assetto da guerra che prende posizione su due fila parallele battendo i bastoni sugli scudi e abbattendoli sui prigionieri che devono passare in mezzo a loro. I corridoi del carcere di Maze invasi  dall'urina, le mura delle celle imbrattate di escrementi. Lunghi piani-sequenza che paiono disegnati da un occhio geometrico, che scarnifica le immagini, le riduce all'essenziale, così come priva i corpi dalle protezioni della pelle, del muscoli, del grasso.

Bobby Sands e un sacerdote  che si confrontano sulla strategia dello sciopero della fame. 20 minuti di dialogo con la telecamera fissa; una guardia freddata con un colpo alla testa mentre visita la madre in una casa di riposo, la testa inondata di sangue sul suo grembo.

I parenti dei detenuti, le loro visite, la compostezza dei genitori di Sands nell'accettare il suo sacrificio. La voce della Thatcher che si oppone alle richieste dei prigionieri, che parla di pietà senza conoscere il significato della parola. Un lenzuolo bianco per avvolgere i 9 cadaveri che seguiranno Sands nel suo percorso.

Un film straordinario, dirompente, tagliente come un bisturi. Un grande esordio.

 
 
 

L'acqua è di tutti!

Post n°2374 pubblicato il 06 Giugno 2011 da n.cave

CONDIVIDETE, AMICI!

 
 
 

Capolinea

Post n°2373 pubblicato il 14 Aprile 2011 da falco58dgl

parlamento

 

 Nel giro di due settimane abbiamo assistito ai seguenti orrori:

  1. Un parlamento che approva il conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale contro i PM di Milano, sostenendo che  i reati contestati a Berlusconi (concussione e prostituzione minorile) dovrebbero essere giudicati dal Tribunale dei Ministri. In sostanza, Berlusconi avrebbe agito nell’esercizio delle sue funzioni, convinto che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Sembra una pessima barzelletta ed invece è la tesi ufficiale della maggioranza;
  2. L’annuncio di una riforma “epocale” della giustizia, in cui si limita l’autonomia dei PM  e l’obbligatorietà dell’azione penale e s’introduce nell’ordinamento una responsabilità civile per i magistrati  che aprirà un contenzioso di proporzioni gigantesche;
  3. Come succulento antipasto della “riforma epocale”, il Parlamento è impegnato ad approvare il cosiddetto processo breve (3 anni per il primo grado, due per l’appello e un anno e mezzo per la Cassazione) che porterà all’estinzione di numerosi processi per reati anche gravissimi (stupro, strage colposa come quelle del treno di Viareggio o della casa dello sudente dell’Aquila, corruzione, truffa, ecc) e, udite udite, la prescrizione breve per gli incensurati, con l’obiettivo di dischiarare estinti alcuni procedimenti a carico di Berlusconi, primo fra tutti il processo Mills.  Come qualcuno ha dichiarato, è come se un treno in ritardo sulla tratta Milano Roma, obbligasse i passeggeri a scendere a Firenze per “raggiunti limiti di orario”;
  4. In Parlamento abbiamo assistito a una sequela di insulti, risse e  dichiarazioni irresponsabili che fanno impallidire lo scontro tra ultras di diverse squadre di calcio: il Ministro della Difesa ha mandato “affanculo” il Presidente della Camera, una deputata disabile dell’opposizione è stata apostrofata con un elegante “handicappata di merda”, Maroni è stato  definito “assassino” da un cartello di un deputato dell’IDV, Il Presidente del Consiglio ha affermato di “voler liberare il paese dai giudici” ed ha definito varie volte i giudici “politicizzati” come un “cancro”, una “metastasi” o autori di iniziative degne del brigatismo rosso, Castelli e Speroni si sono lamentati di non poter sparare -almeno adesso- agli immigrati per arginare i flussi migratori (affermazione criminale, basti pensare ai più di 300 immigrati morti in mare  a causa del naufragio del barcone su cui navigavano), Maroni e Berlusconi  hanno manifestato l’intenzione di “uscire dall’Europa” perché Bruxelles non condivide le nostre politiche di gestione dell’immigrazione, Berlusconi racconta barzellette “hard” e invita studenti e ministre a partecipare al “Bunga bunga”;
  5. Gli immigrati tunisini e i profughi eritrei, somali, etiopi, sono stati prima trattenuti a Lampedusa in una condizione subumana per loro e per i residenti (seimila immigrati sull’isola a fronte di una popolazione di 5.000 abitanti), poi  concentrati a migliaia  in tendopoli come  quella di Manduria, da cui sono scappati in massa, mentre Bossi affermava che i migranti  dovevano andare “fuori dalle balle”. Poi sono stati concessi permessi di soggiorno temporanei a circa ventimila Tunisini, con la speranza che la maggioranza dei nordafricani si riversasse  in Francia e in altri paesi europei e si togliesse effettivamente dalle palle. Di fronte al rifiuto di Francia e Germania ad accogliere i migranti   in spregio alle regole dell’accordo di Schengen, dal governo si sono levate proteste vibranti all’indirizzo dell’Europa che avrebbe lasciato l’Italia da sola a fronteggiare l’emergenza, adombrando la minaccia di “uscire dall’Europa”. I  paesi dell’Unione stanno ancora ridendo di noi, a fronte di questa miscela micidiale di improvvisazione, disorganizzazione e affermazioni irresponsabili. Berlusconi  è andato a Lampedusa, promettendo la zona franca, un casinò e la costruzione di un campo da golf. I Lampedusani ringraziano…
  6. Con Gheddafi siamo passati dal “Non voglio disturbarlo” e dal baciamano  alla partecipazione all’azione militare  sancita dalle Nazioni Unite e gestita dalla Nato. Non si capisce se i nostri aerei elimino attivamente le difese contraeree delle forze leali a Gheddafi, ma poco importa. L’importante è polemizzare con la Francia che vuole accaparrarsi il petrolio libico e proporre strategie comuni con la Germania di cui  i tedeschi non sanno nulla.

 L’Italia appare come un paese allo sfascio in cui le principali preoccupazioni del governo e della maggioranza sono quelle di fare quadrato intorno a Berlusconi per proteggerlo dalle sue pesanti imputazioni giudiziarie e di comprare deputati dell’opposizione (in cambio di posti nel governo e posizioni di favore) per consolidare la propria  sopravvivenza. Di fronte ai problemi reali del paese (disoccupazione giovanile, crescita prossima allo zero dopo una pesante recessione nel 2009-2010, sostegno alle piccole imprese, sostegno alla ricerca e all’innovazione, riforma fiscale, sottosviluppo del Mezzogiorno, infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto produttivo del paese, miglioramento delle rete disastrosa delle infrastrutture, gestione efficiente della sanità e della previdenza) c’è un vuoto di iniziativa politica totale e assordante.

In compenso, si moltiplicano le presenze dell’esercito dei Berluscones nei programmi di informazione politica con il ruolo di guastatori e di difensori acritici e urlanti dell’azione del governo e la militarizzazione degli organi d’informazione, con il TG1 e la prima rete che manipolano le notizie per  accreditare un immagine del governo assolutamente smentita dagli eventi.

 E’ una situazione grottesca, umiliante, terrorizzante, che pare preludere a un regime sul modello della Federazione Russa, col potere legislativo usato come una clava dal potere esecutivo per combattere il potere giudiziario. A poco vale pensare che si tratti di una farsa, dei colpi di coda di una fase politica  che volge al termine.

Stanno mettendo in gioco gli equilibri e il futuro del paese. Il nostro futuro e quello dei nostri figli.

 
 
 

Come difendersi da Facebook

Post n°2372 pubblicato il 03 Novembre 2010 da falco58dgl

 

facebook

Le istruzioni successive riguardano gli utenti che usano come browser Firefox o Google Chrome. Non vanno bene  per chi usa Interenet Explorer. Per gli utenti di Explorer la situazione è più complicata e, forse, il modo migliore per disabilitare Facebook (nonché tutte le finestrelle pubblicitarie e promozionali) è quello di scaricare Mozilla Firefox.

 

Bene, partiamo. Vi dico quello che ho fatto io per liberarmi dai pulsanti Facebook e dagli avvisi indesiderati.

Per prima cosa, andate qui; componenti aggiuntivi per Firefox. Arrivate in questo modo nella pagina di Adblock Plus, cliccate su “Aggiungi a Firefox”, si apre una finestrella che dice “istallazione software”. Cliccate su “Istalla adesso” e, nel giro di pochi secondi, il computer  vi scarica il programma. A quel punto, riavviate il computer per rendere effettiva l’istallazione del programma.

Aprite a questo punto Firefox; in alto a destra, a fianco della barra degli indirizzi web, appare un tasto rosso con una scritta bianca dentro (ABP).

Andate adesso sul vostro blog e posizionate il cursore sopra il pulsante facebook  o anche il box laterale Facebook. Fate click con il tasto destro del mouse, si aprirà un menù a tendina. Scegliere la voce “blocca con Adblock Plus”, click, si apre una finestra ”nuovo filtro di Adblock plus”, click su “aggiungi nuovo filtro”  et, voilà, il pulsante è scomparso.

Il procedimento si può ripetere per qualunque elemento che vi dia fastidio: riquadri pubblicitari nelle mail, annunci promozionali su qualunque sito.

Faccio un esempio che forse mi renderà antipatico a qualcuno. Andate su un gold blog che vi interessa, ma vi disturbano gli adsense pubblicitari di Google. Click con il tasto destro del mouse sugli avvisi pubblicitari, “blocca con Adblock Plus” e, come per miracolo, gli avvisi sono scomparsi. Puff, volatilizzati.

Per chi ha una conoscenza maggiore del computer c’è un’altra strada  per ottenere lo stesso risultato. Andate su un sito, cliccate sul pulsante ABP e vi appare una lista di elementi bloccabili con Adblock plus, selezionate l’elemento che vi interessa (in questo caso http://www.facebook.com/plugins/ ), click sull’elemento, si apre una finestrella, click su “aggiungi nuovo filtro” e l’elemento scompare.

Spero di essere stato chiaro. Ripeto, queste indicazioni vanno bene per chi usa Mozilla Firefox e non per Explorer. Nel giro di poco, ho reso la mia navigazione molto più rapida (le finestrelle pubblicitarie e/o promozionali rallentano il caricamento della pagina) e, soprattutto libera da avvisi, immagini e pulsanti non richiesti.

 Adesso tocca a voi… J

 

Writer

 
 
 

Contro la "Legge Bavaglio"

Post n°2371 pubblicato il 12 Giugno 2010 da biancaonera

Un grido chiaro e forte contro ogni forma di censura e prevaricazione alla libertà di stampa e informazione.

NO ALLA LEGGE BAVAGLIO: FIRMA ANCHE TU

 

 


 
 
 
 
 

ciao a tutti

Post n°2369 pubblicato il 28 Gennaio 2010 da rimescolareilvolga

Diffondere, Divulgare, DiramareLe Tre D che salveranno il mondo!
Puoi disiscriverti dalla newsletter direttamente da
ByoBlu - Il video blog di Claudio Messora

 
 
 

ricevo e pubblico

Post n°2368 pubblicato il 22 Gennaio 2010 da rimescolareilvolga
Foto di rimescolareilvolga

da ilsalvagente.it
18 gennaio 2010
 

Il governo attacca Internet, ma Google e Facebook reagiranno
Luca Neri, autore de "La Baia dei Pirati", spiega perché il decreto Romani fallirà.
Michela Rossetti

“L’Italia non è un Paese per Internet, forse perché la sua classe politica, semplicemente, non la capisce”: quando chiediamo a Luca Neri (foto), giornalista fiorentino e consulente informatico, di commentare il recente decreto Romani su Internet e tv, è un fiume in piena.
“Mi sembra un’allucinazione barbarica: l’idea di dotare Internet delle stesse regole della televisione è un’idea assurda, oltre che impraticabile”.
L’autore de “La baia dei pirati”, edito da Cooper - da cui in seguito è nato il sito no-copyright.net - da tempo si dedica all’analisi del mondo dei pirati informatici, della libertà in rete, e dell’inutilità del copyright, forse non poteva esprimersi diversamente.
Ma le sue argomentazioni non sono scontate. Anzi…

In questi giorni abbiamo letto sui giornali titoli che esprimevano un unico concetto. “Il governo vuole trasformare la rete in una grande televisione”.
In pratica si applicheranno le stesse regole della tv anche a quei prodotti web che rientrano nella definizione. Quindi autorizzazione ministeriale per trasmettere, e ai  telegiornali e gli altri prodotti informativi gli stessi principi del Tg3 o il Tg5: direttore responsabile, dovere di rettifica…
Perché per un “TgPincopallo.it”, mettiamo universitario, dovrebbe essere diverso?
Perché i prodotti del web sono, di fatto, diversi dai media tradizionali.
E su Internet ognuno ha il diritto, e la possibilità, di dire la sua.
Il diritto di replica - mettiamo - parte da un presupposto corretto: tutelare il piccolo, il privato, dai grandi mezzi d’informazione.
Ma su Internet che senso ha? Penso che il tgpincopallo.it abbia detto una sciocchezza su di me? Bene, scrivo su Facebook di stare alla larga da quel tg, scrivo un post sul loro sito, replico sul mio blog.
Sulla rete c’è un “passaparola” praticamente illimitato, e chiunque può esprimere la sua idea.

Passiamo a chi rientra o meno nelle nuove regole. Il decreto Romani esclude le attività non economiche e quelle che non sono in concorrenza con la tv; poi precisa che non devono avere carattere “incidentale”, quindi una diffusione di contenuti  audiovideo costante.
Prendiamo il blog di Pippo.it, con il pallino dei video, che tutti i giorni pubblica i filmati degli amici e quelli di YouTube: sicuramente non ha fini economici, ma potrebbe far concorrenza alla tv - con gli spezzoni di programmi già trasmessi sul piccolo schermo - e magari rientra nel carattere “non incidentale”, perché manda filmati tutti i giorni. Per chi vedi pericoli?
A me sembra un tentativo di regolamentazione da “azzeccarbugli”, confuso e poco chiaro.
Torno da poco da New York e ti assicuro che lì, dove non solo la  rete è stata inventata, ma è da sempre considerata circolazione del sapere, simili concetti sono impensabili.
È facile ricondurli a una battaglia tra sistemi “vecchi” e “nuovi”. Tra colossi industriali dove le “vecchie tv” si sentono minacciate.
Sarebbe perfino scontato dire che qui il presidente del Consiglio è a capo di alcune delle reti principali…ma se vuoi scriverlo…

In effetti in molti hanno ricordato la causa di Mediaset contro YouTube… e nel decreto - articolo 6 - si parla chiaramente di “protezione del diritto d’autore”, in cui si diffidano tutti i fornitori di servizi media audiovisivi “dal trasmettere o ritrasmettere, o mettere comunque a disposizione degli utenti, programmi oggetto di diritti di proprietà intellettuale di terzi o parti di tali programmi”.
Appunto.
Sai come andrà a finire? Che Google se ne andrà dall’Italia, proprio come sta lasciando la Cina.
Per chi gestisce piattaforme di milioni di utenti, controllarle è realmente impossibile. La Cina ci prova con 30.000 persone che ci lavorano dalla mattina alla sera, e neanche ci riesce.

Google, infatti, si è detta “preoccupata”. Però YouTube “prende in prestito” parecchi spezzoni dalle trasmissioni.
Perché, se posso vederle lì, dovrei accendere la televisione?
Non è così semplice. Prima di tutto YouTube non trasmette intere trasmissioni, ma, come hai precisato, spezzoni.
Perché non considerarlo un modo per farsi pubblicità? Perché non accordarsi e inserire degli spot? Ancora: perché non offrire piattaforme dove scaricare direttamente, dal sito della rete televisiva, quello che si vuole?
Mettiamo che si elimini YouTube. Gli utenti del web sono “attivi” e non “passivi” come quelli dei mezzi tradizionali. Troveranno il modo di scaricare illegalmente il materiale.
E chi ci guadagnerà allora? Chi frequenta certi siti e programmi lo sa: sono pieni di spam, materiale porno. Per queste aziende, sì, è un guadagno assicurato. Ma non per le “vecchie” tv.
Negli Stati Uniti, a partire dal 2003, si è iniziata una battaglia simile. E i media tradizionali  hanno perso, su tutta la linea.

Racconta...
In nome della violazione al copyright si è cominciato a denunciare migliaia di utenti, circa 40.000 cause civili. Con un costo sociale - peraltro - non indifferente, visti i costi delle spese legali.
Cosa hanno ottenuto? Che alla fine le grandi major audiovisive sono state viste come il “nemico”, come dei soggetti che danneggiavano i consumatori.
Hanno ricevuto un enorme danno di immagine, e le persone acquistavano meno.
In più, nessun beneficio a livello pratico, perché la pirateria è aumentata.
Dopo 3 anni la strategia è stata, naturalmente, abbandonata.

Qual è, allora, la soluzione per i vecchi media?
Cambiare. L’istituzione del copyright non è “sacra”, ha solo due secoli di vita. E sul web non ha senso.
I “vecchi” media devono capire i vantaggi della rete, e non solo pensare ai pericoli. Devono comprendere che la pirateria non è incompatibile con il profitto.
Prendiamo Avatar: è il film più piratato della storia, ma allo stesso tempo quello che sta incassando di più.

Sembra un paradosso.
Non lo è. Perché il cinema e il web sono due mezzi diversi.
Avatar in sala offre qualcosa di più: il 3D, gli effetti speciali sul grande schermo, lo rendono un “evento” irripetibile.
Quello che sta succedendo in questi giorni in Italia è, davvero, assurdo. E soprattutto non otterrà le conseguenze sperate.
Prima di tutto perché limita la libertà degli utenti. Che, semplicemente, la aggireranno.
Non posso “ritrasmettere” sul mio blog, su Facebook, su Twitter, spezzoni coperti da copyright? Devo chiedere l’autorizzazione ministeriale per la mia web-tv? Bene, si inizieranno a registrare sui server statunitensi, o svedesi. E si scaricherà più materiale pirata.
Si impone ai provider la stessa responsabilità delle tv?
Di nuovo: Google e Facebook lasceranno l’Italia. E il Paese subirà un costo enorme: a livello economico e culturale.
Si sta arrivando alla morte dell’innovazione attraverso mille taglietti. Non solo con questo decreto.

A cosa ti riferisci?
Potrei parlarne per ore.
Partendo dall’ultima, penso al decreto di Bondi.

La tassa su tutti i supporti tecnologici dotati di memoria per contrastare la pirateria non piace a molti. Anche perché con il nuovo decreto si teme che le chiavette per lo scambio di dati, i decoder che permettono di registrare i programmi, ma anche pc e telefonini multimediali, costeranno di più.
Mi sembra di essere tornato nel Medioevo. Non conosco provvedimenti simili all’estero, sicuramente non negli Stati Uniti.
L’idea di tassare i supporti vergini per salvare un’industria ormai "decotta" mi lascia sbigottito. Nonostante sia innegabile che da Napster in poi il fatturato mondiale dell’industria discografica sia dimezzato, non si riesce a vedere il fenomeno nel suo complesso, e a capire che la spesa dei consumatori, in assoluto, non è diminuita, ma si è semplicemente diversificata.
Si comprano meno cd – è vero – ma si spende di più per i concerti dal vivo. A rimetterci sono le industrie che fanno da intermediari, ma per gli artisti il discorso è diverso. Un musicista guadagna circa il 50% da un concerto; mentre tra il 5 e il 10% per un cd.
Aggiungiamo poi a tutto questo i mancati investimenti per la banda larga, la recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha dichiarato sequestrabile il celebre sito "Pirate Bay", e il quadro è quasi completo: l’Italia – oggi – non è un Paese per internet.

 
 
 

A chi conviene una crisi di governo

Post n°2367 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da rimescolareilvolga
Foto di rimescolareilvolga

A chi conviene una crisi di governo

Dracula
  Le Elezioni politiche del 2008, secondo l’ultimo Referto della Corte dei Conti, a fronte di una spesa complessiva di 110.127.757,19 euro ci sono costate ben 503.094.380,90 euro, ovvero 200 milioni di euro in più rispetto al taglio di risorse per la scuola e l’università programmato dall’ultima finanziaria. Non solo, il valore totale dei rimborsi statali versati ai partiti, che nel 1994 ammontava a circa 47 milioni di euro, negli ultimi 14 anni si è più che decuplicato, facendo esborsare agl italiani, tra il 1994 e il 2008, un totale complessivo di 2.253.612.233,79 euro.

Tabella aumento rimborsi elettorali partiti politici
cliccare sull'immagine per ingrandirla
 
 E pensare che il finanziamento pubblico ai partiti. introdotto con la legge n.195 del maggio 1974, era stato abrogato grazie a un referendum dei radicali, impegnati da 30 anni sul fronte, che con 31.225.867 voti su 34.598.906 votanti ottenne un consenso del 90,3%.
 No, dico: e che problema c'è... Siamo in Italia! Avete abrogato il "finanziamento pubblico" ai partiti? E noi introduciamo il "rimborso elettorale".  Togliete il rimborso elettorale? E vorrà dire che approveremo la "donazione forfettaria". Basta cambiare nome alle cose e il gioco va avanti. Questo è un paese di forma, non di sostanza.
 Così, senza neppure aspettare il tempo necessario a salvare la faccia, nello stesso anno del referendum si vara la legge 515/1993, che all'art.9, comma 1 cambia la rosa in patata - per dirla alla Shakespeare -, ovvero introduce i rimborsi elettorali, specificando che il rimborso non è calcolato in base alle spese effettive - non sia mai! -, ma moltiplicando il numero degli italiani quale risultava dall'ultimo censimento, compresi i non aventi diritti al voto, per lit 1.600, per poi spartirsi il montepremi in misura proporzionale ai risultati elettorali. La seconda Repubblica inziava bene, non c'è che dire!

 Tutto qui? Illusi. Nel 1999 il Parlamento porta il rimborso da 1.600 a 4.000 lire. Poi, con il cambio di moneta, il contributo passa a 5 euro, da moltiplicarsi non più per tutti i cittadini della Repubblica, cani e gatti compresi, ma per il numero dei cittadini iscritti nelle liste elettorali per le elezioni della Camera dei deputati, e solo per i partiti che abbiano superato una soglia di sbarramento dell'1%.
  In base a alla legge 5122/2006, poi, l'erogazione dei rimborsi è saldata in cinque comode rate annuali, che ovviamente sono indipendenti dalla durata effettiva della legislatura.  L'Udeur di Mastella, insomma, continua a percepire i rimborsi elettorali della tornata del 2006, e lo farà fino al 2011. Tutti gli altri partiti, tra 15° e 16° legislatura, percepiscono doppio stipendio. E' come se facessero un doppio lavoro, sebbene ci sia qualcuno fra loro che non arriva a farne neppure mezzo. E via così almeno fino al 2013!

 E io che mi credevo che una crisi di governo fosse un evento luttuoso per un partito... Macchè: è vero l'esatto opposto! Quando ti servono un po' di soldi, fai tornare il paese alle urne e ti riempi le tasche.

  Ecco la classifica dei più furbacchioni: in testa, manco a dirlo, la Lega di Roma ladrona. Se Roma è ladrona, Umberto Bossi è il miglio ricettatore sulla piazza: spende 3,4 milioni e se ne fa dare 41,3, un bel +1190% secco. Quale fondo di investimento garantisce un rendimento simile? Giocatori di borsa: vendete tutto e investite in una competizione elettorale. Forse non andrete al governo, ma avrete realizzato la più grande speculazione della vostra vita.

Grafico rimbrosi elettorali partiti classifica ladri
cliccare sull'immagine per ingrandirla


PARTITOSPESERIMBORSO%
LEGA NORD€ 3.476.704€ 41.384.5531190%
ASSOCIAZIONI ITALIANE IN SUD AMERICA€ 35.282€ 383.1481086%
PARTITO DEMOCRATICO€ 18.418.044€ 180.231.506979%
AUTONOMIE LIBERTE’ DEMOCRATIE€ 106.146€ 605.401570%
MOV. PER L’AUTONOMIA ALL. PER IL SUD€ 880.697€ 4.776.891542%
DI PIETRO - ITALIA DEI VALORI€ 4.451.296€ 21.649.227486%
IL POPOLO DELLA LIBERTA’€ 68.475.143€ 206.518.946302%
LA DESTRA - FIAMMA TRICOLORE€ 2.442.360€ 6.202.918254%
VALLEE D’AOSTE€ 158.032€ 224.021142%
UDC – UNIONE DI CENTRO€ 20.864.206€ 25.895.850124%


 n.b. grazie a Luigi Bosco per l'elaborazione dei dati e per la bozza dell'articolo

 
 
 

BUON 2010, MAURO

Post n°2366 pubblicato il 01 Gennaio 2010 da rimescolareilvolga

 
 
 

Buon Anno

Post n°2365 pubblicato il 01 Gennaio 2010 da stelladanzanteforeve

Il primo giorno dell'anno
Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli...
La terra accoglier? questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegher? in colline
lo bagner? con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolger?
nell?ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell?anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Pablo Neruda

 

 

 auguri Mauro.. per tutto ciò che desideri.
Un abbraccio Marie.

 

 
 
 

Auguri in ritardo

Post n°2364 pubblicato il 26 Dicembre 2009 da biancaonera
 
Foto di rimescolareilvolga

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Scusa il ritardo ma....

SBRONZA NATALIZIA

... come puoi vedere...

le mie facoltà sono un pò "annebbiate": HIC! HIC! HIC!

Auguriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!

 
 
 

auguri!

Post n°2363 pubblicato il 24 Dicembre 2009 da stelladanz

 
 
 

NATALE, RICEVO E PUBBLICO

Post n°2362 pubblicato il 23 Dicembre 2009 da rimescolareilvolga

 

 
XVIII Convegno Ecumenico Internazionale di Spiritualità ortodossa

XVIII CONVEGNO ECUMENICO INTERNAZIONALE
COMUNIONE E SOLITUDINE


Bose, 8 - 11 settembre 2010

Tra i relatori finora presenti:

✠ Kallistos DI DIOKLEIAS, ✠ Hilarion DI Volokolamsk, ✠ SERAFIM DI GERMANIA

KRITON CHRYSSOCHOIDIS, Atene, Andrej ČILERDZIĆ, Belgrado, Athanasios PAPATHANASSIOU, Atene, Konstantin SIGOV, Kiev, MICHEL Van Parys, Chevetogne, Petros Vassiliadis, Tessalonica, Georgij ZAPALSKIJ, Mosca, SABINO Chiaia, Bose, ADALBERTO MAINARDI, Bose

Il grande Padre della Chiesa indivisa, Basilio di Cesarea, Mette al centro della vita cristiana l'esperienza della comunione in Cristo: solo Nella quotidiana condivisione della vita è possibile sperimentare e REALIZZARE I Comandamenti evangelici. Al tempo stesso, tuttavia, la personalissima esperienza di Dio. Nella preghiera Richiede uno spazio irrinunciabile di solitudine e verità con se Stessi: "Quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto" (Mt 6, 6).

Se per i padri "Solo Un cristiano" significa "nessun cristiano" (Unus christianus, nullus christianus), Solo nell'irripetibile unicità di Ogni uomo è possibile una libera risposta al dono di Dio. Il cristianesimo è un'arte di comunione, non un'ideologia di massa, ricerca dell'unità dei MOLTI Riconciliazione e delle diversità, non una religione uno dimensione.

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convegni@monasterodibose.it

www.monasterodibose.it














NATALE 2009

Mi ha circondato
L'Abisso
della Misericordia e della compassione
con la tua amorosissima discesa tra noi:
Incarnato,
O Sovrano,
E Assunta
la forma di servo,
Tu mi hai deificato,
E insieme a te
glorificato.

Dalla Liturgia bizantina


Il priore Enzo Bianchi
E i fratelli e le sorelle
di Bose

IN COLLABORAZIONE CON LE CHIESE Ortodosse

con il contributo di Regione Piemonte e Università di Torino

CONVEGNO ECUMENICO INTERNAZIONALE DI BOSE dal 1993

Safe Unsubscribe
Questa mail è inviata Stata uno mi8designe@tiscali.it, da parte di newsletter_it@monasterodibose.it
 
Monastero di Bose | Magnano | Biella | 13.887 | Italia

 
 
 

IMPORTANTE...

Post n°2361 pubblicato il 17 Dicembre 2009 da rimescolareilvolga
Foto di rimescolareilvolga

16 dicembre 2009 - 19.12

Discorso dal Cesso

Discorso dal Cesso
Discorso dal Cesso

 Cari amici, vi parlo dal cesso. Lo faccio per simboleggiare quel cesso di paese che potrebbe diventare l'Italia se le norme che verranno presentate domani al Consiglio dei Ministri venissero approvate, addirittura con Decreto Legge, come minaccia di fare Maroni. Parlo dal cesso anche perché non so più neppure se questa parola, CESSO, potrà essere usata sul web senza incorrere in oscuramenti, in provvedimenti restrittivi.

 Come potete vedere nel video, è finita anche la carta igienica. Questo rappresenta il fatto che forse potremmo non essere più in grado di ripulirci da questa serie di provvedimenti che ci avvicinano molto di più a un regime come quello cinese, che non a uno stato membro della comunità europea alla quale apparteniamo, o appartenevamo fino a ieri.

 Tutto questo in conseguenza di cosa? in conseguenza del gesto di un folle, che viene utilizzato a pretesto per intervenire sulla rete con tutta quella serie di normative ed emendamenti, dalla Carlucci a D'Alia, che erano già stati presi in esame e poi fortunatamente demoliti dalla reazione chiara, forte e decisa del popolo della rete.

 Ieri sera Maroni è andato a Matrix a parlare dei provvedimenti che il governo vorrebbe adottare. Prima di esprimersi su una serie di punti alquanto opinabili, ha cominciato subito con una piccola bugia. Così, come aperitivo iniziale. Ha asserito di non essere stato contestato dal parlamento, durante la dichiarazione delle intenzioni del governo di ieri mattina, ma soltanto dalle agenzie di stampa, che si erano con tutta evidenza inventate tutto. Per fortuna la rete c’è (ancora) ed è in grado di smentirlo (guardate il video).

 Poi, per giustificare le normative che vogliono introdurre, Maroni ha parlato di Facebook e dei gruppi che istigano all’odio e alla violenza. Ha lamentato il fatto che lo stato non può intervenire perché la società che gestisce il social network è americana, e dunque è necessario chiederle di rimuovere qualsiasi contenuto giudicato inappropriato con una richiesta scritta che, a causa della differenza di fuso orario, può essere elaborata solo a distanza di ore. Maroni tuttavia non spiega in cosa una nuova normativa potrebbe essere utile a risolvere il problema, dato che non è tecnicamente possibile per lo stato italiano rimuovere contenuti mirati in maniera autonoma senza inoltrare tale richiesta scritta, sia pure redatta da un magistrato, a meno di non oscurare facebook per intero. Poiché una nuova normativa in tal senso lascerebbe inalterata di fatto la necessità di fare richiesta ed attendere che la rimozione dei contenuti offensivi venga gestita dalla società americana, appare del tutto strumentale l’esigenza di adozione di nuove norme, perlomeno per quanto riguarda il grosso portale web 2.0.
 Diversa sarebbe l’applicazione di tali provvedimenti ai siti web gestiti da società italiane, per cui il problema di facebook appare strumentale all’introduzione di norme atte a chiudere piuttosto i nostri blog, i blog italiani.

 Maroni si dichiara uno strenuo difensore della libertà di pensiero. Naturalmente. Aggiunge che tutti devono avere il diritto di manifestare anche contro, nei limiti della non violenza, una manifestazione in piazza, anche del Presidente del Consiglio. Bontà sua. Però un conto è la libertà di espressione del pensiero - specifica - un conto è l’apologia di reato o l’istigazione a delinquere.
Sono d’accordo, e mi pare di averlo espresso chiaramente (vedi questo post, scritto immediatamente dopo l’aggressione, e vedi i video allegati a questo post e a questo). Ma quale esempio fa Maroni come tipo di messaggio intollerabile, che deve quindi essere oscurato?

« Siamo felici che Berlusconi abbia preso un cartone in faccia, perché ha dimostrato che il potere non è intoccabile.»

 Voi sapete che io sono CONTRO ai gruppi che istigano alla criminalità e che fanno apologia di reato, ma qui stiamo parlando di un commento dove un cittadino italiano scrive di essere felice. Per quanto opinabile, per quanto criticabile e non condivisibile, è comunque l'espressione della libertà individuale di pensiero che Maroni dice di voler tutelare.
  Essere felici non è un reato. Da domani potrebbe diventarlo.

 Maroni continua sostenendo che è il web a influenzare maggiormente i giovani, più della televisione.
 Su questo, caro Maroni, dissento energicamente. Specialmente dopo una recente puntata di Matrix, quella in cui si vede Fabrizio Corona che si alza, in diretta, per sfasciare lo studio e ritorna con una vistosa bendatura imbottita di ghiaccio. E vogliamo parlare delle innumerevoli violenze fisiche e verbali che sono state sfruttate per fare audience, come quella tra Zequila e Pappalardo, come le furibonde sfuriate di Sgarbi, come decine e decine  di atteggiamenti aggressivi ripresi dalle telecamere del Grande Fratello e mandate in onda a beneficio proprio di quella fascia di interlocutori giovani che tu dici di voler tutelare con questo provvedimento restrittivo? Tu vai in televisione a parlare di web e non parli di queste televisioni spazzatura, di queste trasmissioni degne di un circo Barnum, di questi spettacolini circensi allestiti in quelle che sembrano piuttosto gabbie di uno zoo. Ma con quale pudore?

 E il governo si spinge oltre: sembra che d’ora in poi non sarà neppure più concesso fischiare alle manifestazioni di piazza. Il dissenso verrà represso in ogni modo e maniera.

 Ma la cosa peggiore, segnalata questa mattina da Repubblica, è che con tutta probabilità le normative conterranno un provvedimento per limitare le dirette streaming sulla rete.
  Oggi un qualsiasi cittadino che voglia trasmettere in diretta dal suo appartamento, dalla sua scrivania piuttosto che da un evento o da una manifestazione di piazza, deve solo innestare una webcam al suo computer, con una chiavetta per collegarsi alla rete. Con servizi come Livestream o come Ustream è online in pochi secondi. Bene, secondo quanto appreso questa mattina, le normative conterrebbero un vincolo, ovvero il Garante dovrebbe scrivere normative per regolamentare qualsiasi diretta live. Sulla base di queste normative, il governo in persona sarebbe quindi successivamente investito dell’autorità di autorizzare le singole trasmissioni. Quindi, cari concittadini, noi non saremo più liberi di trasmettere in diretta alcunché come abbiamo fatto, per esempio, in occasione del terremoto.

 Si vuole limitare la libertà di pensiero e le nuove opportunità offerte da una tecnologia versatile e fertile per avvantaggiare ancora una volta le vecchie logiche del mercato televisivo e i soliti affaristi senza scrupoli.

 Vergogna!


Nota

 A Daniele Martinelli va tutta la mia solidarietà per le minacce di aggressione fisica ricevute. Che sia un segnale dei tempi che cambiano?
DI  ByoBlu - Il video blog di Claudio Messora

 
 
 
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