Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

 

Non sono una scrittrice! una con tante stelle nella vitaaaaa....

Post n°282 pubblicato il 13 Novembre 2009 da zoeal
 

Non sono mai riuscita a definirmi, non basta scrivere un libro per autoproclamarsi scrittrice, quindi non lo sono... c'è però chi ha individuato un termine nei miei confronti:

a una casalinga "sonata" proprio non ci avevo mai pensato!

Dai su... casalinga si spera solo momentaneamente... "sonata" riferito alla mia passione etrusca, può darsi... ma nel senso buono...

 

 
 
 

SINGOLARE!

Post n°281 pubblicato il 12 Novembre 2009 da zoeal
 

Avete mai notato come la necropoli Nabatea di Petra (Siria)...

 

a parte l'abbondante vegetazione, somigli alla necropoli etrusca di Norchia (VT)?

 

 
 
 

XXX

Post n°280 pubblicato il 09 Novembre 2009 da zoeal
 

 

 
 
 

IL BELLO DEI TOPONIMI

Post n°279 pubblicato il 04 Novembre 2009 da zoeal
 

Premetto che sono solo mie supposizioni senza alcuno studio scientifico alla base, però l'idea mi diverte... toponimi etruschi anche nella Maremma grossetana?

Cellena e Selvena

Cellena è una frazione del comune di Semproniano (GR) situata alle pendici del monte Amiata a m.881 s.l.m., è un piccolo borgo che conta circa 80 abitanti. Il paesino attuale è piuttosto recente e sorto per effetto dello sfruttamento minerario della zona.

derivazione ufficiale del nome:

intorno al X secolo su questi territori appartenenti all’abbazia amiatina di San Salvatore, furono erette delle Celle, piccoli centri religiosi e amministrativi. Anche Cellena probabilmente ebbe la sua Cella, e intorno a questa forse sorsero altre cellette minori, da qui il nome del paese. Si trova menzionata per la prima volta in un documento del 1144.

leggenda:

La leggenda narra che a Cellena esistesse un castello situato sulla sommità della ripa. Intorno ad esso si trovavano le abitazioni dei sudditi e della plebe. In una notte, nella sala principale del castello, si festeggiava il fidanzamento della giovane castellana cellenese con il conte di Calegiano (attuale Calizzano). Erano intervenuti anche i castellani di Selvena (Rocca Silvana).

Nel mezzo della festa un improvviso e funesto terremoto squassò la ripa, aprendo una grandiosa frana: il castello, le case e tutte le persone furono inghiottite dalla voragine. Ancora oggi la ripa mostra la sua enorme ferita, sferzata dal vento come in quella notte fatale.

A tutt'oggi i resti del castello non sono stati trovati, ma negli anni sessanta, quando era in funzione la cava, ogni tanto venivano alla luce materiali in terracotta, teschi umani e ossa.

Il nome Cellena non potrebbe essere di derivazione etrusca? A parte l'assonanza di tutte le parole che finiscono in -ena/enna ma anche in etrusco la parola "Cela" (Kela) significa cella, i territori amiatini sono stati abitati da tempi remotissimi e da tempi remotissimi sono stati sfruttati i giacimenti minerari. Che la parola Cela, non indichi invece le celle estrattive del minerale? Da notare che vicino c'è il paese di Selvena, immerso ancora oggi nelle foreste amiatine il cui nome richiama l'etrusco "Selvans" il dio delle foreste.

 
 
 

Etruscheggiando...o quasi

Post n°278 pubblicato il 02 Novembre 2009 da zoeal
 

Della città d Cosa ho già parlato in un post precedente. Essa fu abitata (e forse edificata) dai Romani dopo la presa di Roselle e dopo aver ottenuto il controllo del territorio vulcente (intorno al 280 a.C). Secondo alcuni fu costruita su una preesistente città etrusca, secondo altri invece è totalmente romana. Di fatto tutti gli edifici all'interno della città sono romani...ma le mura fanno sorgere dei dubbi: massi ciclopici incastrati tra di loro del tutto simili alla struttura difensiva di Roselle. Giudicate voi:

Cosa, le foto

 

La mattina ho girellato per la mia città... nonostante tutte le pecche che ha, le voglio bene, perchè nelle domeniche e nei giorni di festa verso le 10.00-11.00 del mattino, nell'aria aleggiano i profumi di cucina che fuoriescono dalle case, un tripudio di arrosti e di ragù che si insinua tra le vie del centro storico ma anche in periferia, come in un paese, come se ottantamila abitanti fossero solo poche centinaia...qua il tempo passa ma ugualmente resta fermo.

 
 
 

Occuparsi di sè

Post n°277 pubblicato il 27 Ottobre 2009 da zoeal
 

Non aggiorno molto spesso il blog, come avete potuto notare. Il fatto di aver smesso di lavorare mi aveva fatto pensare di avere più tempo ma in realtà non è propriamente così, è che questo tempo si dirotta verso altre cose, tutte le cose che ho tralasciato, dimenticato, sottovalutato da anni. Tra queste, occuparmi di me, compresa la mia salute, un passettino alla volta per rimettere insieme il puzzle che una lunga e poderosa ventata aveva spazzato via. Perchè non ricominciare proprio da se stessi? Il tempo fa vedere alcune cose con occhi diversi e certi aspetti sembrano meno gravi oppure vedi sfaccettature che nella rabbia si erano offuscate.

Non scappo e gli Etruschi rimangono la mia passione, continuo anche a scrivere anche se più lentamente.

Ricomincio da me stessa, per una volta tanto.

Dipano questa matassa...

 
 
 

Etruschi alla conquista di Roma

Post n°276 pubblicato il 19 Ottobre 2009 da zoeal
 

GSG9?

NO GSE

(Gruppo storico etrusco!)

Mamma li Celtiiiiiii!!!!!!!!

Tremate Tremate, le Etrusche son tornate!

Invaso l'accampamento romano...

Vittoria se ne vanno!

Libera interpretazione degli eventi di domenica 18 ottobre 2009 in quel di Castel S.Elia.... che qualcuno mi da una foto di gruppo, che il marito non ne ha fatte? Grazieee....

TUTTE LE MIE FOTO QUI

ad un certo punto sembrava di essere tornati indietro nel tempo oppure di trovarsi su un set cinematografico così da chiedersi:" sogno o son desta?"

 I RIEVOCATORI ERANO: Gruppo Storico Romano (Legio XI); Evropantiqva (per l'occasione membri di vari gruppi celtici tra i quali i Fianna ap Palug); X Legio - Roma.

 
 
 

MISTERO!

Post n°275 pubblicato il 16 Ottobre 2009 da zoeal
 

Impavidi, temerari, coraggiosi...

GSG9?

oppure...

il mistero sarà svelato verso... diciamo... lunedì!

 
 
 

Le mura di Perugia

Post n°274 pubblicato il 16 Ottobre 2009 da zoeal

le mura etrusche, con uno sviluppo lineare di circa 3 chilometri, che vennero edificate tra il IV ed il III secolo a.C. e furono costruite in modo piuttosto unitario. Caratterizzate dalla grandezza delle pietre impiegate nella sua realizzazione, vennero rimaneggiate nel periodo romano e successivamente nel medioevo, tanto che oggi l'unica porta d'accesso rimasta nella forma e nella collocazione originaria è l'Arco Etrusco.

  • L'Arco Etrusco o di Augusto rappresenta la più integra e monumentale delle porte etrusche cittadine. Costruito nella seconda metà del III secolo a.C., è costituito da una facciata attraversata da un solo fornice e da due torrioni trapezoidali. L'apertura monumentale non fa parte dell'impianto murario originale, essendo sorto in sostituzione di una porta precedente che si trovava in una posizione più arretratadi circa venti metri. L'ampliamento ottenuto in questo modo fu minimo, ed il motivo della riedificazione va cercato soprattutto nell'intento di dare maggiore monumentalità ad un ingresso cittadino ritenuto particolarmente importante: in effetti, questa porta si distingueva dalle altre sin dalla tarda antichità e già nel VII secolo era denominata porta pulchra, ossia la "porta bella".

 

  • La Porta Marzia è una delle antiche porte della cinta muraria etrusca della città. Costruita in travertino, presenta un arco a tutto sesto inquadrato da lesene con capitelli a rosetta centrale, sormontato da una balaustra scandita da quattro pilastri in stile italo-corinzio dalla quale sporgono cinque sculture: Giove tra i Dioscuri Castore e Polluce, e due cavalli alle estremità.

 

  • La Porta Trasimena, situata in via dei Priori, venne rifatta nel XIV secolo. Dell'originale porta etrusca rimane ben poco, l'arco è infatti ogivale e non più a tutto sesto, e la scultura di forma leonina è stata anch'essa aggiunta nel medioevo.

  • Porta Sole è una delle più antiche porte d'ingresso di Perugia. Citata da Dante Alighieri nel Paradiso, aveva la sua collocazione originaria nel punto più alto della città, l'omonimo colle del Sole. Oggi non più esistente nella forma originaria, ne ha ereditato il nome l'Arco dei Gigli, situato in via Bontempi e ricostruito nel medioevo. L'area venne fortificata nel XIV secolo, ma la cittadella militare fu abbattuta dopo una sommossa popolare nel 1376.

 

  • Arco della Mandorla o Porta Eburnea

  • Arco di Sant'Ercolano o Porta Cornea

le pietre marchiate con segni etruschi

fonte wikipedia e qui

 
 
 

Scoperta nuova tomba etrusca

Post n°273 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da zoeal
 

La notizia è fresca fresca, perchè la tomba è stata aperta venerdì scorso e pubblicata sul giornale oggi. E' in località Casenovole nel comune di Civitella Paganico, vicino a Casal di Pari al confine tra le province di Grosseto e quella di Siena. La tomba è stata violata in epoca antica ma raccoglie un gran numero di scheletri in ottimo stato di conservazione, è databile tra il III e IV secolo a.C. I tombaroli hanno lasciato però almeno un paio di oggetti: un orecchino in oro e un anello d'oro di manifattura etrusca con incastonato uno scarabeo in pasta vitrea nera di fabbricazione egiziana. Chi ha visto il pezzi (che sono già ben custoditi) ha affermato che sono bellissimi.

Oggi sono andata a visitare il luogo del ritrovamento (non potevo non farlo, la curiosità era troppo grande) ed ho avuto la fortuna di trovare gli archeologi. Uno di questo stava illustrando la scoperta ad alcuni amici e colleghi così ho approfittato di questa visita guidata improvvisata. E' stata un'emozione molto forte velata da un pò di tristezza perchè stavano insacchettando i resti mortali dei primi dieci deposti ed in questi casi ho sempre l'impressione che la scienza violi la pace eterna di chi l'ha avuta per più di 2400 anni ed in me prevale il senso del rispetto. E' anche vero però che è la nostra storia che ritorna in superficie, una memoria lontana che mostra chi eravamo prima che la restante storia andasse avanti.

In sito, nel 2007 è stata scoperta un'altra tomba, stavolta di incinerati e non violata e si pensa che nella collina potesse trovarsi un'intera necropoli. Gli scavi sono condotti da giovani archeologi che scavano ed indagano gratuitamente in quei luoghi.

Una particolarità: le tombe si trovano confinanti con un piccolo antico cimitero del secolo scorso quasi a significare la continuità della sacralità del luogo.

La città forse si trovava nella collina al di sopra della necropoli, dove ora sorge un castello medioevale probabilmente costruito sopra i resti dell'antico centro abitato etrusco.

La sovraintendenza ha tacitato tutto e proibito le foto, per cui di queste non ce ne sono per ora, noi non le abbiamo fatte primo per il divieto, secondo perché non mi piace fotografare i resti dei nostri progenitori, che sono le uniche cose che per ora si vedono nell'apertura oltre il dromos di accesso. Per arrivare al piano di calpestio, devono essere ancora asportati circa 50 centimetri di terra.

 
 
 

Etruria morta ma Etruria viva

Post n°272 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da zoeal
 

Da questo pezzo tratto da “Storia ed arte della Maremma” di Aldo Mazzolai si evince il dramma della fine di un popolo che si collocò culturalmente a metà strada tra la cultura orientale e quella Greca così che qualcuno ha osato definirli “Etruschi provinciali”. Ed è anche vero ma ebbero pure un carattere proprio e vivo: “ seppero essere ad esempio più vicini all’astuto ed esperto Ulisse, errabondo in ogni mare, piuttosto che ad Achille, eroe destinato a morir giovane ed incorrotto; più a Marsia che ad Apollo”.

Inutile sforzarsi a cercare inutilmente il patrimonio genetico di un popolo che quando fu vinto da Roma, questa lasciò la sua antica e ben diversa madre, l’Etruria, “nella solitudine di chi sta morendo quasi a non turbarlo con parole fuori luogo, mentre tutta la sua vita velocemente scorre nella memoria a dirgli addio”.

Ci vollero quattrocento anni per essere spazzati via definitivamente ma se nel sangue non scorre più, o scorre lieve l’etrusca essenza, qualcosa è pur rimasto nell’aria e nei comportamenti. L’Etruria morì ma è sempre viva. Ed ecco la cronaca dolce nella sua nostalgia e spietata e terribile al tempo stesso di un disastro della storia che fu particolarmente atroce nella zona da Populonia a Vulci: la Maremma.

“ In Maremma  vivo è il richiamo alla Grecia, per la presenza di antiche città poco lontane dal mare, per i miti mediterranei che ancora vivono nelle leggende popolari, per certi aspetti del paesaggio, per le colline che si alzano sul mare e vi si specchiano; ma anche per il clima che d’inverno è mite presso la costa e rigido nell’interno e per la continuità della cultura tra l’antico, il medioevale e il moderno. Se ti sposti di pochi chilometri, al giardino della pianura, alle acque si sostituisce la selvaggia macchia mediterranea impenetrabile ricovero di cinghiali. Come in tutte le terre di antica civiltà, la vita vi è ristagnata… Qui puoi ancora godere la vista di ruderi solitari fusi con le case di un paese di pietra, di un’abbazia perduta dentro le selve; su tutto si evidenzia ancora un sapore pagano. La letteratura popolare e i toponimi confondono le leggende classiche con il mondo dei paladini, dei santi, dei barbari in una ridda irreale di satiri, streghe, da cui l’uomo esce più vivo e ridente per quanto chiuso e solo è stato nei secoli. Qui si ritrova il senso mediterraneo di una vita che deve essere vissuta all’aria aperta, nel caldo del sole, nel fresco dei boschi, nella libertà del mare. L’Etruria vera, maestra di Roma e della sua antica filosofia esistenziale è qui soprattutto, al contatto del mare e al bivio delle strade che avevano portato nel cuore dell’Europa. L’Etruria vive ancora nella parlata toscana, nei lineamenti della gente, negli incontri e nelle fusioni di popolazioni diverse, nel mitico simbolismo degli animali che decorano le facciate delle chiese, nei battibecchi, in quel voler essere al contempo appartati e pubblicani che fa tipico il carattere dei maremmani. Una continuità che visse con Dante, maestro dottore guida esiliato fiero innamorato mago e sapiente, personificazione del genio toscano, etrusco pontefice erede di Roma e sintesi del Medioevo…. Con la decadenza della civiltà etrusca, venute meno le vigili e quotidiane difese dell’uomo contro le forze selvagge della natura, la Maremma si impaludò sempre più gravemente. Formatosi il latifondo, durante il dominio romano, Tiberio Gracco, sbarcato a Talamone nel suo viaggio a Numanzia vide la desolazione della regione e costatò che i contadini ed i pastori erano tutti schiavi e prigionieri di guerra; Plinio definì le spiagge etrusche gravemente corrotte; Vopisco nel quarto secolo testimonia che l’imperatore Aureliano sosteneva la necessità di ripopolamento; Orienzo nel V secolo fece questa agghiacciante descrizione della campagna: “Per borghi o poderi, per campi, quadrivi e villaggi, per tutte le vie, vi è la morte, il dolore, il deserto”. Nel 416 Rutilio Namanziano  di fronte alle devastazioni dei Visigoti di Ataulfo descrive le spaventose condizioni della costa maremmana: ovunque le strade erano interrotte e gli impianti portuali distrutti, la selva e il padule avevano ripreso il sopravvento sulle opere dell’uomo, gli abitati erano ridotti a cumuli di rovine, la popolazione rarefatta e chiusa nella solitudine si comportava in modo gretto e dimostrava gravissimi attardamenti culturali; la religione si esprimeva in contraddittorie dimostrazioni di culti orientali millenari e di monachesimo asociale….. poi nell’809 arrivarono i corsari dall’Epiro e dall’Albania….”

Una lieve ripresa vi fu sotto il dominio degli Aldobrandeschi, caduta la loro egemonia per opera di Siena, il tutto ricominciò dal principio e fu ancora fame, miseria, malattie. Quando nel 1765, Pietro Leopoldo di Lorena venne in Maremma, “vide una terra quasi deserta e il resto di un popolo che aveva perduto la capacità di considerare come diritto le primordiali esigenze della vita. In certi luoghi la vita media  non superava i 25-30 anni. Grosseto aveva 640 abitanti e la popolazione sparsa nelle campagne viveva quasi allo stato selvaggio”.

Inutile cercare prove nel sangue.

 
 
 

SALVIAMO ROSELLE!

Post n°271 pubblicato il 06 Ottobre 2009 da zoeal
 
Tag: ROSELLE

Chi c'è stato lo sa che il sito etrusco/romano di Roselle merita di essere visitato. Purtroppo la situazione attuale è critica. Non si fanno scavi da decenni, l'ultimo intervento è stato il restauro conservativo della cinta muraria ad opera del Comune e di alcuni finanziatori privati. La cosa però che fa piangere il cuore è il totale degrado in cui versano le strutture: erbacce altissime hanno invaso ogni cosa, solo in piena estate quando sono secche si può vedere un pò di più tra la paglia che si è formata. C'è una polemica in corso, a fronte infatti delle migliaia di visitatori che hanno sancito il successo delle mostre sugli Etruschi a Grosseto e a Vetulonia, il sito di Roselle ha avuto pochissimi visitatori. Perchè? Assoluta mancanza di promozione. Il Comune assume toni di scontro e dice che ci deve pensare la sovrintendenza che però non ha il becco di un quattrino. Una custode del parco archeologico si è provata a protestare sul fatto che non funzionano neanche le toilettes e di fronte a questa protesta il sindaco è andato fuori di sè (qualcuno le critiche non le accetta). Qualcuno ha proposto di farlo diventare patrimonio dell'Unesco, ma sinceramente la vedo dura. Peccato è un vero peccato.
Anche perchè pare che in tutto il comune di Grosseto siano solo una decina le persone a cui interessa valorizzare e mantenere la città di Roselle.

Un appello: quando vi capita un' occasione di consigliare una gita non dimenticatevi quella che fu la ricca città di Rusellae! (magari la pipì la tenete per quando uscite... c'è tanto bosco intorno!)

 

 
 
 

pomeriggio romano

Post n°270 pubblicato il 05 Ottobre 2009 da zoeal
 

Sabato il mio consorte doveva recarsi a Roma per lavoro, pensando che il mal di testa del giorno prima fosse passato mi sono aggregata. Non abbiamo chiamato nessuno dei nostri amici romani perchè quando il marito lavora con il suo capo si sa quando inizia ma non si sa quando finisce comunque verso le due del pomeriggio abbiamo iniziato il grand tour de Rome: Colosseo, Palatino, Fori Imperiali. Gelatino al chiosco su Via dei Fori imperiali dove c'è il punto informativo del comune e, piccolo è il mondo, il barista è di Poggio la Mozza ma vive da anni nell'Urbe! Quante probabilità ci sono di trovare un grossetano del Poggio a Roma? pochissime però l'abbiamo trovato e l'abbiamo rassicurato che la fontina da cui si attinge l'acqua potabile buona è sempre funzionante. Risultato piedi sfatti, m'è tornata l'emicrania terribile ma ne è valsa la pena. Ho pure messo due fiorellini di campo sull'ara di Giulio Cesare, sotto gli occhi stupiti dei turisti americani.

Le tre testone:

romani esagerati con l'autocelebrazione

la modesta casettina imperiale

il pavimento della Curia

quando eravamo impero

Un tuffo al cuore quando ho imboccato il "vicus tuscus" (a proposito a me non va mica bene che avete piazzato le toilette puzzolenti proprio lì!).... poi abbiamo piantato la bandierina rasenia e ci siamo riappropriati del tutto...ancora non lo sapete ma Roma è tornata nostra  dopotutto gli Americani sulla Luna non hanno fatto la stessa cosa?

 
 
 

Grosseto etrusca

Post n°269 pubblicato il 30 Settembre 2009 da zoeal
 

 

Chi L’avrebbe detto? Anche Grosseto che ad eccezione della parte medioevale racchiusa entro le mura Medicee, (tra l’altro oggetto di rifacimenti e distruzioni praticate dal rinascimento fino all’era del cemento armato) appare al visitatore moderno come un centro che ha avuto il suo sviluppo urbanistico a partire dagli anni ’40,  ha invece origini etrusche. Non ce ne accorgiamo ma calpestiamo lo stesso suolo che fu della gente Rasenia.

 

Eppure non si vede nulla! Infatti, i pezzi di storia vengono fuori a frammenti e casualmente quando si costruiscono o si fa la manutenzione di opere di pubblica utilità, vengono raccolti, catalogati, immagazzinati e poi addio! Qualcuno però ne ha preso nota nel corso degli anni (Aldo Mazzolai) per cui si sa, che nella periferia NE della città ci sono canali di sgrondo con sezione a doppio angolo retto nel cui fondo sono stati trovati pezzi di vasi di impasto e di bucchero del VI secolo a.C. Tali canali hanno direzione est-ovest e misurano 5-6 metri da sponda a sponda per una profondità di 2-3 metri. Sempre nella zona est della città durante scavi per l’acquedotto e la rete fognaria sono stati recuperate parti di vasellame italo-corinzio, impasti e buccheri sempre del VI secolo. Sono state trovate nel medesimo luogo anche delle tombe: una a fossa con resti di ziro e un anfora di terracotta rossiccia, altre alla cappuccina con vasellame a vernice nera di fabbricazione locale del II-I secolo a.C.. Anche nell’attuale periferia ovest sono stati trovati dei resti: monete romane di Gordiano e un canale navigabile che probabilmente portava alle sponde del lago Prile. Quindi, benché pochi Grossetani moderni lo sappiano, la mia città ha origini ben più remote di quanto possiamo immaginare e sicuramente fu abitata dagli Etruschi sin dal VI secolo e successivamente dai Romani fino ad almeno il I secolo a.C, poi diventò per secoli la sede dell’unico abitante: la malaria. Secondo alcuni potrebbe identificarsi con “un villaggio che fu bruciato durante il sacco della campagna” di cui parla Tito Livio a proposito della caduta di Roselle. Lo stesso Livio (e più tardi Rutilio Namaziano pare confermarlo) identifica l’odierna Grosseto con il “porto Lauretano” o meglio con quella che i Romani chiamarono “Ostia Umbronis”. Del resto, l’attuale corso Carducci prima di essere tale si chiamava Via Colonnella in virtù di una pietra miliare ivi ritrovata e l’antica Chiesa di San Pietro (che risale all’anno 1000) era detta “ Chiesa stazionale aureliana” (vediamo l'esterno dell'abside nella foto)

 

il che fa presupporre che il centro sorgesse lungo uno dei tracciati romani della via Aurelia e che vi fosse localizzata una delle tante stazioni di posta.

Successivamente Grosseto cade nell’oblio, se ne riparla nell’anno 803 (dopo Cristo naturalmente) quando il vescovo di Lucca Iacopo concede in locazione alcuni beni situati presso il “castello di Grosseto”, questo atto è importante perché sancisce il passaggio del territorio sotto l’egemonia degli Aldobrandeschi… ma questa è un’altra storia.

Domandina:

Per chi sa bene il latino (io non lo conosco purtroppo) da che cosa può derivate il nome “Grosseto” o “Grossito” (come alcune fonti medioevali attestano)?

 

Ringrazio chiunque sappia la risposta.

 
 
 

L'alabastro di Volterra

Post n°268 pubblicato il 26 Settembre 2009 da zoeal
 

"Alabastro” è un termine di origine egizia che deriva forse dalla città Alabastron dove nei tempi antichi si fabbricavano vasetti ed anfore destinati alla conservazione di profumi. L’alabastro gessoso, quello che viene lavorato a Volterra ed in particolare quello estratto dal sottosuolo di Castellina Marittima, si è formato nel periodo miocenico in seguito ad un processo di sedimentazione e concentrazione del solfato di calcio contenuto nelle acque marine.
Si tratta di una pietra malleabile la cui lavorazione, grazie alla sua particolare morbidezza, è estremamente più facile rispetto a quella del marmo e quindi è adatta a riprodurre in scala ridotta certi motivi ornamentali ricchi di dettagli e a ritrarre nei particolari il volto umano, secondo i canoni estetici che dominavano gli indirizzi dell’arte classica. Più di due millenni sono trascorsi da quando gli Etruschi iniziarono a lavorarlo, ma l’alabastro si lavora ancora a Volterra e, pur non costituendo, come è stato in un recente passato, il settore trainante della sua economia, rappresenta ancora l’elemento caratterizzante della sua cultura e della sua stessa storia.
fonte: QUI
Al museo Guarnacci di Volterra sono conservati esempi davvero eccezionali della perizia etrusca nella lavorazione dell'alabastro

 
 
 

Vale più di mille parole...

Post n°267 pubblicato il 18 Settembre 2009 da zoeal

 
 
 

Ancora vittime

Post n°266 pubblicato il 17 Settembre 2009 da zoeal

un pensiero ai nostri ragazzi che non ci sono più e alle loro famiglie che devono fronteggiare un vuoto incolmabile.

immagine da "Il Signore Nero"

 
 
 

Devo tenermi occupata

Post n°265 pubblicato il 17 Settembre 2009 da zoeal
 

Devo concentrarmi su altro, devo tenere la mente occupata perchè già l'ansia mi attanaglia di mattinata.

Faccende domestiche, poi ho deciso che continuerò a scrivere il mio nuovo "romanzo".

 

 
 
 

Tristezza

Post n°264 pubblicato il 16 Settembre 2009 da zoeal
 

Carissimi amici,

Sto sperimentando sulle mie spalle, da un pò di tempo una profonda amarezza. Sono successe cose che hanno finito per stravolgere la mia vita, per spazzare via le mie certezze, che hanno annientato la mia autostima. Alcune di queste cose non sono dipese da me, altre sì e nell'insieme mi hanno portato a compiere degli errori gravi, di cui sono consapevole e che sto pagando sia a livello economico, ma soprattutto a livello emotivo. E' come se fossi caduta in un antro buio o se mi fosse caduto addosso un palazzo, tutto in un batter d'occhio è distrutto, sacrifici, anni di studio. Mi sono assunta le mie responsabilità ma c'è anche chi vorrebbe adesso farmi assumere anche quelle che non sono mie e mi accusa di tradimento. Tradimento no, non ci sto. Sono talmente demoralizzata che desidererei polverizzarmi all'istante e scomparire dalla faccia della terra, diventare il nulla cosicchè non rimarrebbe neanche il ricordo di me. Però questo farebbe del male a tutte le persone che mi vogliono bene e che in questo periodo soffrono per me e per quello che mi è accaduto, tutte le persone per cui vale la pena vivere. Mi scuso con loro perchè sono preoccupati a causa mia.

Vorrei che chi ce l'ha con me in questo momento la smettesse di tartassarmi, che capisse che non sono in grado di reggere una pena ulteriore a quella che mi sono già inflitta.

Che rimane da fare? la risposta è vivere e ricominciare cercando di rialzare gradatamente la testa.

Scusate ma dovevo mettere per iscritto questo sfogo dato che a parole non sono riuscita a farlo, così vi ho reso partecipi del brutto stato d'animo che sto vivendo.

verrà il sereno? E quando?

 

 
 
 

Il trono di Verrucchio

Post n°263 pubblicato il 13 Settembre 2009 da zoeal
 

VII secolo a.C e ho detto tutto...dalla foto non si vedono bene ma è completamente intagliato con piccole figure umane e geometriche. Mi inchino davanti al re...

 
 
 

GIOCO LETTERARIO

Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

INCIPIT

 clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto

ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

DEUXIPPO (seconda parte)

DEUXIPPO (terza parte)

DEUXIPPO (ultima parte)

L'INFAME (prima parte)

L'INFAME (ultima parte)


 

E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!

 

MAGIA DEL PHOTOPAINT

 

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ENIGMATICO APOLLO DI VEIO:IL SORRISO CHE AMMALIA

CIAO BELLOCCIO!

 

LA LETTURA NOBILITA LA MENTE

"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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PIACEVOLI DISCUSSIONI

POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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