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Senza se e senza ma

Se avete delle ore di straordinario che vi bondano (contrazione gergale da "abbondare", ahimè, non c'entra il bondage, non fatevi film strani..), quindi potete prendere tranquillamente mezza giornata senza manco intaccare le ferie;

se un fornitore della vostra ditta è a Torino, e possiede i ganci giusti;

se Jean Claude Blanc ha posto l'autografo d'autorizzazione su 3 biglietti nominativi, aggratisse..

MA avete un fracco di lavoro da completare.

Voi che fate, ve ne rimanete in ufficio a farvi smarronare immaginandovi poi alla sera, fantozzianamente davanti alla TV, sul divano, frittatonadicipollebirraeruttolibero, o dopo la pausa pranzo scappate a Torino a vedervi Juve- RealOdiatissimo Madrid?

La seconda che hai detto. Per forza.

La vita ha la simpatica tendenza a non aspettare. Un dilemma analogo l'ho vissuto cinque anni fa. Juve-Real 3-1 ed accesso alla finale di Champions (poi persa. Col Milan). Non sono andato per preparare meglio un esame. Preparato così bene che per due errori nei conti sono stato segato allo scritto. Ed allora, fanculo.

"Guti Guti Guti maricòooon!! Maricòooon!! Maricòooòon!!!"

Dilemmi

Vivo di corsa, ma sono sempre in ritardo con la vita. Ma come cazzo funziona???

Mitologia rock

C’era una volta uno dei gruppi che ha rivoluzionato la storia del rock. Si chiamavano Nirvana, come il post precedente, e sono tra i principali esponenti del movimento grunge. Era composto da un musicista dal nome biblico di cui francamente ho perso le tracce e da due esseri mitici.

Uno dei due, di nome germanico e molto ruvido all’udito e dalla voce graffiante, il frontman del gruppo, è assurto nell’Olimpo dei rockers, andando a far compagnia ai vari Jimi, Janis, Jim, Jeff (oh porterà mica sfiga la J?) e compagnia.. cantante. L’altro, quello di cui ho già parlato nel post intitolato “Faccia da Fumetto”, è un mito ancora in carne ed ossa. Non era oppresso dal male di vivere, ai tempi, o comunque lo sfogava pestando come un forsennato sulla batteria. Mai scelto scorciatoie liquide, da liquefare ed iniettare, da ingoiare o da cui farsi definitivamente attraversare. Il dolore per la dipartita dell’amico l’ha sfogato in sala d’incisione. Ha composto interamente un album, suonando tutti gli strumenti e scrivendone i testi. Poi ha pensato che sarebbe stato carino chiamare altri a suonare con lui, magari in un tour. Così sono nati i Foo Fighters, in cui imbraccia una Gibson e canta. Ora è lui il frontman del gruppo, nel mito c’è già e non ha bisogno di scorciatoie. Si sente che ha ancora da dire e da dare, sa che l’Olimpo lo aspetta, e può fare con calma. 

Nirvana

Casa nuova. Entrati dalla porta d’ingresso, un corridoio che pone la scelta se dirigersi verso la “zona giorno” o la “zona notte”, in cui frontalmente si staglia una libreria. Sopra la libreria, una finestra, con due tendine blu da rimuovere per aumentare la luce, ma al momento statiche causa mancanza di voglia di procurarsi una scala. A sinistra, due camere ed uno sgabuzzino. Una delle due camere rispetta il nome, l’altra è adibita a ripostiglio. A destra, quattro scalini portano alla zona giorno. TV, i-Pod collegato alle casse che fa degnamente le veci di uno stereo, tavolo, divano, frigo, zona cottura, suppellettili varie, bagno. Vista sui tetti. Appartamento molto, troppo grande per me, ma appena l’ho visto.. that’s ammmore.

Il sabato pomeriggio è il momento dedicato alle pulizie: col disordine convivo felicemente dalla nascita, e non c’è pretesa verso me stesso di azioni contro natura. Per la pulizia il discorso diverso, e pur cercando di fare qualcosa ogni giorno c’è comunque il bisogno di ritagliarsi uno spazio appositamente dedicato all’interno della settimana. Non sopporterei di essere soprannominato Augia.

Alla fine, la sigaretta della soddisfazione, sul divano, non me la toglie nessuno. La musica rimane a canna, nessun pensiero, il cervello per cinque minuti vuole nutrirsi solo di sensazioni. Dalla finestra in corridoio filtra, in uno spiraglio lasciato libero dalla tendina, un raggio di sole che mi passa poco sopra la testa. Per esserne investito dovrei quantomeno alzarmi dalla posizione debosciata assunta. Metafora del fatto che il sole bacia i belli ma ogni cosa ha un prezzo in fatica. Comunque, l’autostima indotta vale molto meno del senso di pace del momento. Il raggio di sole è limpido, puro, etereo. Sembra quasi filtrato. Al suo interno si nota del pulviscolo (polvere? Occazzo, ecco da dove viene!) vagare disordinatamente. Una voluta di fumo lo attraversa, e cattura la mia attenzione. In quel punto sembra sparire il pulviscolo, ed il fumo da grigio diventa più chiaro, quasi bianco. Anzi, il raggio di sole ed il fumo espirato sembrano darsi luminosità a vicenda. Tiro un’altra boccata, inspiro avido ma stavolta non espiro casualmente, magari dal naso, ma nella sua direzione. La leggera brezza provocata da un’altra finestra aperta crea l’illusione ottica del movimento del fumo all’interno del raggio, facendo sì che lo riempia man mano e che alla fine il raggio sembri un nastro, o meglio un tubo trasparente all’interno del quale è possibile scorgere i vortici del liquido trasportato. Che viaggia al suo interno in un moto piuttosto turbolento. Il sottofondo, poi è quello giusto. Ripeto l’esperimento.Ancora una volta. Ancora. Ancora. Ancora. Praticamente, sto flippando. Se non è il Nirvana, somiglia parecchio.

Nomenclatura

Facile, che mentre stia camminando o guidando, mi perda via nei meandri della mia mente. Facile, che i pensieri si accavallino, mescolino, shakerino, senza soluzione di continuità. D’altra parte la mia capacità di concentrazione, se non stimolata, è un delfino che affiora dall’acqua giusto il tempo necessario per inalare aria di rifornimento per i polmoni. Lo stesso vale per lo spirito d’osservazione, anch’esso in stato di quasi perenne apnea. La memoria fotografica ripesca i dati immagazzinati in una fase simile a quella REM. Ogni tanto però i pensieri non sono assillanti o pressanti. Non schiacciano. Risultano leggeri e facilmente accantonabili al fine di inseguirne di altri più complessi, o altri ancora più leggeri, stimolati comunque da una curiosità invece sempre attiva dotata di una discreta propensione per la cultura dell’inutile e atta alla produzione di cazzate. Noto qualcosa. Scatta una molla. Boing. I due delfini emergono entrambi e si mettono ad evoluire goiosi fuori dall’acqua.

I vicoli spesso non hanno nomi altisonanti. Giacomo Matteotti, Giuseppe Garibaldi, Camillo Benso Conte di Cavour, Guglielmo Marconi, Giuseppe Verdi, Dante, Leonardo da Vinci, Vittorio Emanuele, Giuseppe Mazzini, Antonio Gramsci.. difficile non siano destinati a designare “Piazze”, “Viali”, “Corsi”, già raramente normali “Vie”. I “Vicoli” danno libero sfogo alla fantasia, spesso fanno sorridere, generano battute e commenti. “Vicolo dell’Anguilla”, è caratterizzato da una chicane, sinuoso, accostato ad un serpente sarebbe stato lo stesso, come anche  per “Vicolo della Lucertola”. “Vicolo della Disciplina” cerco di evitarlo. “Vicolo della Dimenticanza” può essere lesivo o auspicabile. “Vicolo Deserto” è parallelo a “Vicolo Fontanone”, che avrebbe potuto rinunciare alla propria grandeur e lasciare un po’ d’acqua al primo. Stronzo. E “Vicolo Solitario” è giustamente parallelo a “Vicolo della Speranza”. Gli abitanti tra i due devono essere ciechi. “Vicolo dell’Ombra” deve essere ricercato nelle ore di canicola, “Vicolo delle Stelle” è perfetto per romantici e sognatori.

Perché questo? Perché l’altro giorno ho scoperto che abito in un palazzo il cui perimetro è delimitato ad ovest da “Vicolo delle Dimesse”, ad est da “Vicolo dell’Inganno” (se fate battute m’incazzo , e tanto sono in affitto). Vuoi che la biciclettata successiva alla scoperta non sia stata improntata alla ricerca di altre perle del genere?

Post N° 306

A volte, ci sono degli accadimenti che in realtà sono dei segnali, inviatici dal fisico, dalla mente, dal cuore. Tocca fermarsi un po' ad interpretarli. Forse.

Calunnia

PRIVILEGIO

Definizioni

Damiazzo :"Minchia Rhino, sei una fucina di cazzate!!!"

Anna (in Joux): "A furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie. Esse continuano a vivere dopo di lui, e così egli diventa immortale" - da "Big Fish"
Fagianazzo:"Sei l'unica persona che dopo aver bevuto ininterrottamente dalle 18:00 alle 2:30 ha fatto 0,29 al palloncino!!! Tu sei un OGM!!!"
Balduz: “Riesci a parlare di certe cose con una lucidità ed una serenità invidiabile. Il tronco d’un albero. Intorno a te un delirio, un uragano che muove tutte le tue foglie, e tu.. niente! Lì, fermo, saldo, pacifico, sereno. Grande!"

Post N° 302

Ultimamente, ho cambiato radio. Ascoltandola soprattutto alla mattina, nei venti minuti/mezzoretta che separano la vita privata da quella pubblica nella sua versione seriosa, che a volte avvicina a trasformarsi in serial killer (ma non è di questo che volevo parlare), ho bisogno di qualcosa che mi svegli. Fino a poco tempo fa, probabilmente per pigrizia, per distrazione o chissà, la stazione radio selezionata non cambiava mai. Dee Jay all’infinito. Ad oggi, complice un impianto stereo che non si capisce bene in base a quale logica scelga di estrarre, all’accensione della vettura, note e parole dalla radio piuttosto che dal CD piuttosto che dalla chiavetta USB, mi tocca stendere il braccio e giocare con il suo quadrante. A questo punto, dato che i miei comportamenti mattutini sono spiegabili con le leggi riguardanti i fluidi non newtoniani pseudoplastici (avete presente il dentifricio? Che inizialmente va premuto con forza, mentre poi quando inizia a scorrere è sufficiente una leggera pressione perché continui ad uscire dal tubetto? Ecco.), posso anche effettuare lo sforzo di controllare se la sintonizzazione sia corretta. Su Virgin Radio, piacevole scoperta di mezza primavera. Una radio che trasmette solo rock, rock appartenente a tutte le sue ere geologiche, semplicemente e puramente rock. Una radio dove è improbabile ascoltare le ultime hit del momento, perlomeno non una volta ogni ora e mezza; invece è facile provare una punta di nostalgia pensando: “Cazzo... questa la ball.. pogavo da storto a 18 anni al fu “Donne&Motoriiii..”” “Miii ero in overdose da questa canzone durante un’occupazione..”.. nostalgia però bella, non malinconica, di quelle che sfociano in un sorriso. Soprattutto pensando che, pur essendo cambiate tante cose ed essendo maturato parecchio, lo spirito cazzaro da cui sono posseduto resiste imperterrito. Come il vizio di farmi sorprendere dagli sbalzi climatici per cui saluto l’arrivo dell’autunno con le tonsille in fiamme. Loro sono diventati famosi, hanno già passato il periodo: “Eh ma cosa vuoi, hanno perso la loro spinta propulsiva, stanno diventando commerciali..”, hanno iniziato a mettere in mostra un po' di pancetta. Mentre io nel contempo.. mi azzuffo ancora col mio self esteem.