ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 07/01/2010

SARA E IL SUO BAMBINO; GRAN NOTIZIA CHE NON FA RUMORE

Post n°2895 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Fino all’Epi­fania le favole di Natale si possono raccontare. Se poi sembrano favole ma sono storie vere, raccontarle è necessario. La notte del 23 dicembre scorso, Sara, di Montebelluna, Treviso, trentadue anni, incinta alla ventinovesima settimana, si sente male. Diagnosi pesante: « aneurisma dissecante all’aorta ascendente » , patologia molto grave in sé ma ancora più grave in quanto Sara non solo è incinta ma ha anche già subito un importante intervento al cuore, di diversa natura, nel 2005. Sara e il bambino che porta in grembo hanno bisogno urgente di ricovero in una struttura altamente attrezzata: se no, moriranno tutti e due. Comincia il giro convulso di telefonate in vari ospedali del Veneto e del Friuli, ma il posto non si trova: periodo difficile, molti operatori hanno appena cominciato le agognate ferie natalizie. All’ospedale civile ' Ca’ Foncello' di Treviso, il cardiochirurgo professor Carlo Valfrè, con la sua équipe, è impegnato in un intervento d’urgenza. Ma i dirigenti di Ca’ Foncello non si arrendono. Con un giro di telefonate, fanno l’impossibile per reperire altro personale in tempi record, medici, infermieri, ostetriche, anestesisti: e ci riescono. Anche perché trovano in tutte le persone allertate la massima disponibilità a tornare immediatamente in servizio anche se sono appena rientrati a casa per il meritato riposo e si apprestano a festeggiare il Natale in famiglia.
Nessuno dice di no: in poche ore nasce una seconda équipe cardiochirurgica in grado di far fronte alla difficile situazione.
L’elicottero del Suem porta la mamma Sara a Ca’ Foncello alle sedici e trenta. Comincia l’intervento. Sara dice: pensate prima al bambino. Così si fa: alle sedici e 41, il primario di ginecologia Giuseppe Dal Pozzo e la patologa neonatale dottoressa Linda Bordignon portano alla luce Lorenzo, 942 grammi di peso, vitale e sano. È il primo bambino trevigiano che nasce in cardiologia. Poi comincia l’intervento su Sara: otto ore di duro lavoro e alle due di notte della vigilia è salva anche lei.
Cardiologia dei miracoli quella natalizia di Treviso? Chi se ne intende, dice che l’espressione non è esagerata. Però di questa meravigliosa storia nessuna traccia è arrivata sui mass media nazionali. I quali, anche a Natale, non hanno mancato di informarci di tutt’altre vicende. Vedi il caso della sfortunata bambina di Agrigento che ha perduto la vita in quanto non soccorsa in tempo dai volontari (?) del 118: che avrebbero litigato per ore su chi avesse il compito di intervenire prima di passare ai fatti.
O l’altra bambina di Cosenza, cui medici... disattenti, hanno ingessato il braccino sano invece di quello rotto. Anche stavolta, il circo mass- mediatico italiano ha obbedito all’antica , cinica legge secondo la quale « una buona notizia non è una notizia » . E che importa se, a dare solo cattive notizie, si altera in negativo il profilo morale e professionale del Paese, si distrugge la speranza delle persone, si scoraggiano i giovani. Nel suo discorso di Capodanno alla nazione, il presidente Napolitano ha detto con forza che l’Italia reale è migliore di come la si fa apparire. Il presidente dice il vero, e chi sta in mezzo alla gente lo sa. Tanto più noi credenti per i quali Natale o ' è' la Buona Notizia o non è Natale. Per questo, noi sappiamo che, a Treviso, quest’anno il Bambino è nato in un reparto di cardiologia, che sua madre, che l’ha voluto a rischio della vita, si chiama Sara, che gli angeli sono scesi dal cielo con l’elicottero del Suem, e che i pastori che l’hanno soccorso indossavano i camici bianchi della sala operatoria. È una buona notizia: e vogliamo che sia conosciuta. -  Grabriella Sartori - I segni dei tempi -

 
 
 

IL ROSARIO E GLI ANGELI

Post n°2894 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il Rosario ci ricorda continuamente l'esistenza degli angeli.  Basti pensare che il Rosario è essenzialmente la ripetizione (ripetizione contemplativa) dell'Ave Maria. Ma, l'Ave Maria è anche detta salutazione angelica, non essendo altro che il saluto dell'angelo.  Ed è molto significativo che noi ci rivolgiamo alla Beata Vergine ripetendole le parole dell'angelo.  Infatti, se riflettiamo bene, ci accorgiamo che alla Vergine purissima, immacolata, senza macchia, Madre castissima, Madre inviolata, Madre intemerata, solo un angelo può rivolgersi degnamente.  Noi dunque facciamo nostre le parole dell'angelo, la salutazione angelica, perché soltanto delle parole angeliche si addicono alla Vergine purissima: "Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te". Maria SS. infatti è Vergine, è la Vergine per eccellenza (notiamo le litanie: Sancta Maria, Sancta Dei Genitrix, Sancta Virgo Virginum ... ). Ora la verginità rende simili agli angeli.  Vivere verginalmente significa condurre una vita che in certo qual modo è simile alla vita degli angeli.  Dice S. Girolamo: "è significativo che alla Vergine sia stato inviato un angelo" (In serm.  Assumpt.). Gesù stesso mette in stretto rapporto la verginità con gli angeli quando dice: "Nella risurrezione né gli uomini avranno moglie, né le donne marito, ma saranno come gli angeli di Dio" (Mt. 22,30). Il primo mistero gaudioso, l'Annunciazione, ci presenta il sublime dialogo fra l'angelo, anzi l'arcangelo, Gabriele e Maria Immacolata, la Regina degli Angeli.  E, caso unico, vediamo l'angelo che rende omaggio a Maria SS.  Una creatura angelica per sua natura più alta e più nobile, rende omaggio a una creatura umana, che per natura sua le è inferiore. E’ l'angelo che saluta per primo: "Ave, o Maria, piena di grazia".  Nel suo commento all’Ave Maria S. Tommaso si chiede il perché di questo fatto, e risponde che la Beata Vergine Maria era superiore agli angeli per tre motivi.  Primo, perché aveva una grazia più abbondante (ecco perché l'angelo le dice: "Ave, o Maria, piena di grazia").  Secondo, perché aveva una familiarità con Dio superiore a quella degli angeli (ecco perché le dice:  "Il Signore è con te").  Terzo, perché aveva     una purezza maggiore di quella degli angeli, nel senso che non solo era pura in se stessa e per se stessa, ma anche fonte di purezza per gli altri, portando agli uomini la benedizione: "Benedetta tu fra le donne": la benedizione della divina maternità, fonte di salvezza per tutto il genere umano.  Il meraviglioso, sublime dialogo fra l'angelo e la Beata Vergine Maria costituisce il primo mistero del Rosario, ma si estende a tutta la corona, perché tutto il Rosario si svolge in questa luce angelica, attraverso la continua ripetizione delle parole dell'angelo. E anche negli altri misteri spesso incontriamo gli angeli: nel terzo mistero gaudioso gli angeli cantano sulla grotta di Betlemme. Nel primo mistero doloroso un angelo scende dal cielo a confortare Gesù nell'orto degli ulivi: "Gli apparve allora un angelo del cielo a confortarlo" (Lc. 22,43). E quando vengono per catturarlo e Pietro trae fuori la spada, Gesù gli dice: "Rimetti la spada nel fodero... Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?". Incontriamo poi gli angeli alla Risurrezione: "Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore scese dal Cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa.  Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve.  Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie tremarono tramortite.  Ma l'angelo disse alle donne: "Non. abbiate paura.  So che cercate Gesù, il Crocefisso.  Non è qui, è risorto, come aveva detto…” (Mt. 28,8 ss.). All'Ascensione incontriamo ancora gli angeli: "Mentre essi stavano fissando il cielo, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea, perché ve ne state a fissare il cielo?  Questo Gesù che voi avete visto salire al cielo tornerà allo stesso modo in cui l'avete visto salire al cielo" (Atti 1,10 ss.). Nel quarto mistero glorioso vediamo la Beata Vergine Maria trasportata dagli angeli in Paradiso.  Ricordiamo la bella antifona della liturgia: "Maria è stata assunta in Cielo. Gioiscono gli angeli e lodando benedicono il Signore".
Infine l'ultimo mistero del Rosario ci mostra Maria SS. incoronata Regina del Cielo e della terra, nella gloria degli angeli e dei santi.  E così il Rosario, possiamo dire, ci si presenta come una preghiera angelica: angelici sono i due misteri iniziale e finale (l’Annunciazione e l'Incoronazione).  E notiamo di passaggio come questi siano anche i due temi in cui eccelle quel meraviglioso pittore che fu il Beato Giovanni da Fiesole, chiamato appunto il Beato Angelico (il nome è significativo), insuperabile nel dipingere la Beata Vergine Maria e gli angeli, i suoi soggetti preferiti. Il Rosario è quindi preghiera angelica per i due misteri che lo inquadrano, che lo incorniciano, per così dire.  Ed è preghiera angelica per tutta la sua struttura, la ripetizione cioè della salutazione angelica, dell'Ave Maria. Recitando il Rosario ci manteniamo in contatto con il mondo sublime degli angeli, ci manteniamo in un clima di purezza angelica.  E ne abbiamo tanto bisogno oggi, in questo mondo cosi materialista, così sensuale, così corrotto.  Che i santi angeli ci aiutino a dire sempre bene il santo Rosario, e ci aiuti soprattutto la Beata Vergine Maria, Regina degli Angeli. - fra Roberto Coggi -

 
 
 

DALL' AUTO ESCE UNO SPOT CONTRO L'ABORTO. IMPROVVISAMENTE LA PUBBLICITA' DICE LA VERITA'

Post n°2893 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da diglilaverita
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Improvvisamente la pubblicità dice la verità, ma una verità così potente che va contenuta nei limiti dell'accettabile. Ma non ci riesce, esplode lo stesso, e io la trovo bellissima. C'entra con la festa dei bambini quale è da sempre l'Epifania, che vuol dire «manifestazione» della verità di un bambino dinanzi al mondo. La Ford ha lanciato la campagna degli ecoincentivi per il 2010 per chi acquisti una sua vettura il cui punto forte è uno spot dove i protagonisti sono tre animali. Sono un orso, un elefante e un delfino. Ovvio il nesso: proteggi la natura usando auto pulite e l'ambiente diventa più accogliente non solo per l'animale uomo, ma per qualunque specie creata. Fin qui niente di particolarmente nuovo. La réclame va però più in là. Sono cuccioli. Ma cuccioli non ancora nati. Essi nuotano beati nelle acque materne. Sono già formati, si riconosce la piccola proboscide, il musetto. Sono azzurri come le cose belle dei nostri sogni, però sono reali anche se per vedere questi mammiferi ancora immersi nel liquido amniotico ci saranno volute telecamere grandi come una capocchia di spillo infilate sotto la pelliccia dell'orsa, dell'elefantessa e della delfina. Dunque il messaggio di protezione della natura, ma anche l'impulso a spendere denari, a mettere in moto l'economia è affidato a creature che devono nascere, che vogliono nascere, che è bello nascano. Creature che non vanno rigettate, non vanno sputate come rifiuti in un mondo schifoso, ma bisogna rispettare loro e il loro destino. Vogliamo dirlo: è la prima pubblicità contro l'aborto che si sia vista. Mostra come l'aborto sia non solo contro gli esserini che non nascono, ma anche contro le madri che vorrebbero il loro bene, contro il desiderio di vita, di moltiplicazione e protezione che è in noi. Insomma contro la natura e l'ambiente. Ho detto aborto. I creativi della pubblicità Ford però si sono accontentati della metafora, della analogia: i mammiferi, ma non quel tipo particolare di mammifero di nome uomo. Infatti se i tre protagonisti dello spot fossero stati tre bambini, magari di colori diversi, esso avrebbe diviso. Tutti infatti sono d'accordo che gli animali non vanno fatti abortire, ci sono campagne giustissime contro chi strappa gli agnellini persiani - i karakul - dal ventre di mamma pecora per farne pellicce di astrakan. Cito: «In un video diffuso da Human Society e girato nel 2000 in una fattoria in Uzbekistan (con 10. 000 capi) si vede la pecora gravida tenuta a terra, le viene tagliata la gola e squartato il ventre per estrarre il feto». Orrore, non si fa. Né uccidere la madre e neanche il cucciolo. Anche il cucciolo d'uomo direi. È contro natura, contro gli ecoincentivi che sono dentro di noi. C'erano i verdi tedeschi - almeno una loro corrente - che negli anni '80 si dissero d'accordo con Ratzinger nella contrarietà all'aborto perché contro natura. Ogni tanto bisogna ricordare che questa tragedia continua. E che non va bene. La nostra legge, la 194, si chiama «Per la tutela della maternità», poi legalizza l'aborto. Si era detto, quando nel 2008 Giuliano Ferrara presentò la lista No all'aborto, che il Parlamento avrebbe fatto di tutto per spingere verso il sostegno della vita nascente e di chi ne era artefice (la donna). Invece l'aborto fa progressi inesorabili grazie alla Ru486, che rende pericolosa per la donna, ma facile e solitaria la distruzione di un certo tipo di mammifero, che andrebbe tutelato. Il cucciolo d'uomo. Mi rendo conto che sarò criticato per questa espressione presa di peso da Kipling. Si dirà: bisogna dire feti, che sembrano un po' meno bambini e molto meno persone. Ma io stavo citando la pubblicità della Ford, che nel sito Internet ufficiale viene descritta così: «La campagna di lancio, che punta sullo slogan "Perché l'ambiente conta davvero", si intitola "Baby Animals" e ritrae tre cuccioli (un delfino, un orso e un elefante, nelle foto) che riposano nel grembo materno». Li chiamano «animali bambini» e «cuccioli nel grembo materno», non dicono «feti». Mi viene in mente che bisognerebbe imparare a trattare e chiamare il mammifero umano con la stessa delicatezza che la Ford ci insegna verso delfini, orsetti ed elefantini non ancora nati. - Renato Farina - I Segni dei Tempi -

 
 
 

OROSCOPI DI TV E GIORNALI CREANO FALSI ED ILLUSORIE ASPETTATIVE

Post n°2892 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da diglilaverita
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" La verità sta in Dio e nelle scelte responsabili dell'uomo, mai negli oroscopi": il noto teologo, don Luigi Lorenzetti é categorico. Approfondisce con rigore il tema maghi ed oroscopi affrontato dal Papa domencia scorsa: " in questo campo bisogna distinguere bene tra il dato scientifico della astrologia e le cattive enfatizzazioni che ne vengono fatte con brutte conseguenze. La scienza astrologica, che é una cosa seria, non ha mai condiviso gli oroscopi e quello che sentiamo in Tv, sui giornali o in libri, é privo di qualsiasi fondamento razionale e serietà". Poi precisa: " per linee generali l'uomo é condizionato dagli astri, ma si tratta di condizionamenti per vie generali e mai operanti in senso deterministico". Che cosa intende dire?: " che, come ho detto, esistono probabilmente delle fasce generali, ma gli astri non possono arrivare mai ad infondere il determinismo. Ovvero, non é serio e tanto meno logico, pensare che quel segno in quel giorno, farà compiere determinate azioni o risultati. In sostanza, la vita dell'uomo non é governata mai dai capricci delle stelle". E da chi?: " in primo luogo da Dio che é il terminale della storia. Ma anche dallo stesso uomo. Dio non impone nulla, lascia liberi gli uomini di decidere tra bene e male. Alla fine valuterà. Nel suo libero arbitrio, che mai é irresponsabilità, l'uomo prende le sue decisioni". In sostanza lei dice che esiste una predisposizione astrale: " esattamente. E' lecito parlare di predisposizione astrale, ma mai di di determinismo che é fuori da ogni regola logica e teologica. Una visione di tal fatta, ci spinge al fatalismo e alla rassegnazione". Cristo  che era il Figlio di Dio non sapeva né il giorno e tanto meno la ora: " infatti e parliamo del Figlio di Dio. Dunque, la cosa seria é quella di affidarsi sempre alla Provvidenza e con docilità, senza fatalismi. La Provvidenza opera, noi dobbiamo contribuire a questo con le nostre azioni quotidiane ispirate al bene. Gli eventi vanno ispirati e considerati alla luce di libertà e responsabilità, situazioni che non significano anarchia o relativismo.Dio non impone mai niente, ma prende sul serio quallo che l'uomo fa nella vita". Parliamo di omnosessualità, qual é la sua opinione?: " la scienza ancora non sa dire se essa é congenita o successiva. Ma certamente l'omosessuale come uomo va rispettato e accettato misericordiosamente". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

IL VESCOVO PALATUCCI E L’INDEMONIATA DI CAMPAGNA

Post n°2891 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da diglilaverita
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Oggi tantissimi, anche all’interno della Chiesa, non credono all’esistenza e all’azione del demonio, riporto un avvenimento di quasi sessant’anni fa avvenuto a Campagna in provincia di Salerno. Il 2 Ottobre 1954 un avvenimento strano di ossessione di particolare rilevanza per le modalità con cui si è manifestato e per la credibilità del testimone oculare che lo riporta mons. Giuseppe Maria Palatucci, vescovo di Campagna, in una lettera inviata al parroco della chiesa di Sant’Antonino a Zappino don Ludovico Cutino. La figura di questo pio vescovo è ricordata ancora oggi con una medaglia d’oro alla memoria, donatagli dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano e sulla cui motivazione  è scritto “Mons. Giuseppe Maria Palatucci Vescovo di elevate qualità umane e civili, nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, si prodigava con eroico coraggio e preclara virtù civica nell'assistenza morale e materiale degli ebrei internati a Campagna, riuscendo a salvarne circa mille dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Fulgido esempio di coerenza, di solidarietà umana e di rigore morale fondato sui più alti valori cristiani e sull'intensa condivisione delle altrui sofferenze. Campagna (SA) 1938-1944.” - Questa onorificenza,  data per la disponibilità e l’accoglienza dimostrate in modo particolare, nei confronti di Ebrei rifugiati presso l’ex convento domenicano di San Bartolomeo - convento noto per aver avuto come studente di teologia e poi sacerdote Giordano Bruno - durante l’applicazione delle leggi razziali in Italia nel periodo fascista. Suo nipote, Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume, oggi venerato dalla Chiesa, inviava di nascosto proprio qui a Campagna, gruppi di Ebrei integralmente la sua testimonianza. Cominciamo col dire che ancora oggi, come anche mezzo secolo fa, nell’idea comune, coloro che si sottopongono a riti di esorcismo sono spesso considerati malati o fissati. Da tale testimonianza emerge un fatto, però, da salvare. Visto l’alto profilo morale e umano di mons. Palatucci e vista l’eccezionalità del fatto, riteniamo utile riportare totalmente inspiegabile e non certo riconducibile alla semplice volontà umana: l’indemoniata presenta un fenomeno di levitazione visibile a molti. Riportiamo quindi, di seguito il testo integrale della lettera: “Carissimo parroco Don Cutino. Ieri 2 Ottobre nel pomeriggio, l’indemoniata A.A. di Campagna fu condotta quassù a Santa Maria d’Avigliano, per essere esorcizzata da me. Feci gli esorcismi, ma la ragazza non fu liberata, perché il diavolo disse chiaro che è l’anno mariano e deve restare ancora tre mesi, anche se lascia libera la ragazza per poco tempo. Infatti, alla mia presenza, la lasciò libera varie volte, a intervalli. E poi, quando i parenti decisero di ricondurla a Campagna, il diavolo disse: “ potete andare, ma vi aspetto alla cappella”. Infatti, arrivati alla cappella, mentre fino a quel momento la ragazza era stata tranquilla, al punto della cappella, fu presa letteralmente a volo dal diavolo, e volando all’altezza di quattro cinque metri, andò a posarsi vicino al cancello della centrale elettrica; volando, così, per più di cento metri per aria,con gran terrore dei parenti e di altri che la videro in volo. E’ bene far saper questa cosa a tutti i fedeli, poiché molti di loro non credono che la ragazza sia indemoniata e la considerano fissata e malata. Ma da che mondo è mondo, nessuna persona fissata o malata è volata per aria. Ci troviamo dinanzi ad un fatto che conferma chiaramente la presenza del diavolo nel corpo della ragazza. E a proposito è bene far notare che non è l’anima di una donna o di un giovane che dicono di essere nel corpo della ragazza, ma è il diavolo che finge di essere questa o quell’anima, come nota espressamente il Rituale, che mette in guardia l’esorcista dal credere che si tratti di anime di defunti. Perché il Signore permette che il diavolo si impossessi di un corpo umano? Vi sono molte ragioni, ma la più pratica è questa: mentre il diavolo tenta di allontanar le anime dal pensiero dell’eternità e cerca di far credere alla gente che non esiste l’inferno e non esiste il diavolo stesso; il Signore, invece, permette che vi siano gli indemoniati per far toccare con mano che esiste il diavolo ed esiste l’inferno.
E perché permette che tante volte il diavolo non venga scacciato subito con gli esorcismi e resti mesi e anni in un corpo? Una delle ragioni è questa che dinanzi agli indemoniati tanta gente non crede alla possessione diabolica e dice che gli indemoniati non sono tali, ma sono fissati o malati: e il Signore permette che gli indemoniati non siano liberati subito, appunto per far toccare con mano che gli indemoniati sono veramente posseduti dal diavolo. Infatti, quando durano a lungo queste ossessioni diaboliche, presto o tardi capitano certe manifestazioni, che assolutamente mettono in evidenza il fatto che si tratta di veri indemoniati. Così, per esempio, anche di A.A. dicevano che era fissata o malata, ma di fronte al fatto del volo di ieri, anche i più increduli debbono riconoscere che si tratta di vera possessione diabolica.
E lasciamo a certi intellettualoidi a tempo perso dire che si tratta di certe manifestazioni naturali che la scienza non ha ancora approfondite. Poveri melensi! Se ne persuaderanno in appresso, e speriamo che non abbiano a persuadersene all’inferno, troppo tardi! E notiamo che se son tanto terribili i tormenti che il diavolo dà agli indemoniati, e ora si tratta solo di tormenti nel corpo, che cosa farà nell’inferno contro i dannati in eterno? Anzi, se la condizione di questi poveretti che hanno il diavolo nel corpo, è tanto terribile, quanto più spaventosa è la condizione di quelli che hanno il diavolo nell’anima, per mezzo del peccato mortale?
Son verità che fanno tremare. Beato chi sa considerarle facendone profitto per mettere l’anima in grazia di Dio. Questa, in conclusione, è la lezione che ci viene dagli indemoniati. Facciamone profitto. Leggi queste cose ai fedeli domenica prossima in tutte le messe festive e, la sera, alla Benedizione Ti saluto e ti benedico con tutta la Parrocchia. Aff.mo in Gesù Sacr. e Maria Immacolata. Fra Giuseppe Maria Palatucci, Vescovo di Campagna”.

Il giorno successivo, i parenti della ragazza indemoniata la condussero alla venerata colonna per essere nuovamente esorcizzata dal Parroco. Alla presenza di numerose persone, essendo convenuti in quella data ben due gruppi di pellegrini, il fenomeno si verificò nuovamente. Così descrive il fatto il parroco, don Ludovico Cutino: “ Nel pomeriggio di Domenica 3 u. s., mentre nel Santuario di San Antonino v’era un pellegrinaggio di Acerno di oltre 70 persone, si sentono improvvisamente delle urla. La stessa ossessa di Campagna A.A. viene condotta dai familiari alla venerata Colonna per essere esorcizzata. Frattanto, arriva anche un altro pellegrinaggio, questo da San Cipriano Picentino. Tutti si riversano presso il Cappellone di Sant’Antonino, già affollato da molta gente di Campagna e dai pellegrini di Acerno. Presso la colonna è necessaria la forza di dieci uomini robusti per mantenerla saldamente durante gli esorcismi.
- Chi sei? ( domando io).
- Sono l’anima di C. e di M.
- Non è vero, dico io, tu sei la brutta bestia.
In questo momento il viso della ragazza si trasforma in quello di un bruto e più volte mi sputa. Però, pur dirigendo lo sputo verso di me, non riesce a colpirmi. Urla per ben due ore e cerca di distrarmi. Ma ecco che verso la fine delle preghiere, con un tremendo urlo, che non poteva essere di persona umana, la giovane si svincolò dalle strette mani degli uomini e si elevò sino all’altezza del cancello, gridando: “ E’ inutile, è inutile, debbo stare qui altri tre mesi: non ci fate niente, non ci fate niente”. Tutta la gente, atterrita, incomincia la recita del Santo Rosario; frattanto, la ragazza viene lasciata libera dalla brutta bestia, ma quasi priva di forze, per cui consigliai i parenti di condurla subito a casa”. Per completare il quadro riporto l’intervista del professore Raffaele Leso anche un’altra testimone oculare, la sig.ra Cosimina Pollice di Campagna.
Raffaele Leso, autore di una bella tesi di laurea su sant’Antonino scrive: “Riportiamo in forma integrale l’intervista a lei fatta il giorno 15 febbraio 2007, ringraziandola per la sua disponibilità e del tempo che ha voluto gentilmente concederci.- Signora Cosimina, può parlarci di come sono cominciate le manifestazioni di quali fossero i comportamenti ritenuti “strani” di sua cugina A.A. (preferiamo conservare l’anonimato in rispetto alla persona interessata non più vivente)?
- Era l’estate del 1954, stavamo lavorando a Battipaglia per la raccolta dei pomodori quando, ad un certo punto, A.A. incomincia a sentirsi stanca e si va ad appoggiare sulle cassette per la raccolta, in una baracca per ripararsi dal sole e là si addormenta. - Quanti anni aveva A.A. all’epoca dei fatti?
- Oggi io ho 72 anni, lei 2 o 3 anni prima di me, quindi all’epoca aveva circa 22 o 23 anni, era giovane. Quel giorno cominciò a sentirsi male e molto stanca si addormentò per mezza giornata. Ad un certo punto andai a sincerarmi delle sue condizioni, anche perché era una ragazza e stava da sola nella baracca. La sera, di ritorno dal lavoro, la portammo a casa sua, era rigida come un tronco. A quel punto decidemmo di portarla a casa mia, da mia madre, dove rimase per due giorni e due notti, dopodichè la portammo alla chiesa di Sant’Antonino a Zappino, qui a Campagna, per pregare il Santo affinché la liberasse dal male. Finite le preghiere la portammo di nuovo a casa di mia madre. Il giorno seguente io andai a lavorare la sera quando ritornai a casa, come mio solito, me ne stavo a mangiare vicino alla finestra situata a di fronte alla Cattedrale. Ad un certo punto mia cugina dal letto mi disse per ben tre volte: “Cosimina togliti dalla finestra, perché se voglio uscire vai a finire giù” e mia madre mi fece spostare immediatamente da lì. La mattina seguente, la portammo di nuovo alla Colonna di Sant’Antonino;, quando uscì stava bene ma appena tornata a casa cominciò di nuovo a stare male, si mise nel letto con gli occhi chiusi e là stava. Mons. Palatucci ci consigliò di portarla al santuario della Madonna d’Avigliano, così due miei fratelli la condussero là. All’entrata stava calma, ma ad un certo punto intravide la statua di Sant’Antonino e incominciò ad agitarsi dicendo: “Devo uscire! Devo uscire!”.  Appena varcato il portone, incominciò una corsa furiosa, sollevata da terra di circa un metro, dirigendosi verso la cappella piccola della Madonna d’Avigliano posta a poche centinaia di metri dal Santuario. I miei due fratelli non riuscivano a tenere il passo, tanto era la velocità con cui volava da terra. Essi dicevano che era una cosa impossibile, correva alzata con una velocità tale da non essere facilmente raggiungibile. Una volta arrivata in quel luogo si fermò, e aspettò che arrivassero i parenti che, subito, l’afferrarono di nuovo, ma lei disse: “Lasciatemi andare, io ora devo salire su quel costone di roccia, e scenderò subito giù”. I miei fratelli cercavano di dissuaderla da tale gesto che avrebbe voluto significare che , una volta arrivata in cima, si sarebbe buttata giù. Afferratala i cugini, nonostante la loro forza, riuscirono a fatica a riportarla a casa sua. Appena ritornati, si mise a letto. La sua camera era situata sotto la cucina e, ad un certo punto, la ragazza aprì la mano e vi trovarono dei carboni ardenti di legno di nocciola provenienti dal focolare della cucina soprastante. Lei nel letto se li ritrovava in mano: si ustionò tutta la mano, ma il giorno dopo le era scomparso tutto, non c’era traccia di niente. La sera A.A. mi chiese di dormire a casa sua e di farle compagnia, ma io avevo paura, e le dissi di no con la scusa che il giorno dopo dovevo andare a lavorare per la raccolta delle olive, ma lei insistette per farmi restare. Andai a casa per avvisare mia madre, la quale non era affatto d’accordo, ma vista la mia insistenza e avendole fatto notare che se lei avesse voluto farmi paura avrebbe potuto farlo sia a casa sua che a casa mia, acconsentì. Quando giunsi la sera, mi coricai tra la madre e lei, figurarsi se riuscivo a dormire, tanta era la paura! Durante la notte tremavo e non riuscivo a chiudere occhio. Ad un certo punto A.A. stese la mano, mi afferrò la gamba e disse: “Chiudi gli occhi, che non ti faccio niente”. La mattina seguente dovevo alzarmi per andare a cogliere le olive, lei durante la notte mi aveva fatto sentire la pioggia e un gocciolio di acqua in un “cupiello” (secchio), tanto che non mi alzai dal letto pensando che la terra fosse tutta bagnata, quindi impossibile lavorare.
Mia madre venne a casa di A.A. e quando mi vide, chiese perché non ero andata a lavorare visto che le altre donne erano partite per lo “staglio” e io le spiegai che pioveva, ma lei mi rispose di no, il sole era già alto.
- Quale era l’atteggiamento dei familiari nei confronti della loro congiunta?
- Quando alla poverina venivano le crisi, la prendevano per i capelli e la buttavano per le scale, la maltrattavano, la portavano quasi tutti i giorni alla Colonna, nella segreta speranza che il demonio la lasciasse.
-Quindi il giorno 3 Ottobre del 1954, dopo gli avvenimenti del giorno precedente su al Santuario, la riportarono alla colonna per essere di nuovo esorcizzata e qui si alzò da terra, conferma?
- Sì! All’interno della chiesa. Venne legata alla colonna, recitammo le preghiere, all’uscita stava bene, ma appena tornata a casa stava di nuovo male e si rimetteva a letto.
- Quanto tempo è durato il manifestarsi di quelle crisi?
- Più di quattro mesi.
- Successivamente questi episodi di malessere sono scomparsi?
- Sì. Dopo i continui esorcismi da parte di Padre Cutino il fenomeno non si è più presentato.
- Durante la vita ha avuto ancora manifestazioni o malesseri?
- No. Sant’Antonino le aveva fatto la grazia! Si trasferì a Battipaglia dove è sposata regolarmente, ha avuto dei figli e dove è morta l’estate scorsa con un male inguaribile.
- Dopo la guarigione, la ragazza si ricordava degli avvenimenti accaduti?
- Sì! Ricordava tutto, peccato che non ci sia lei a raccontarli.
- A.A. le ha mai raccontato cosa avvertiva dentro di lei in quei momenti, che so qualche “presenza” dominante?
- Sì, queste non la facevano alzare dal letto, stava coricata sempre da un lato.
- La ragazza, quando parlava, usava altri linguaggi, cambiava il timbro della voce?
- Si, usava una voce maschile, quella di M. un ragazzo ucciso in modo accidentale, con un colpo di fucile partito da suo cugino, che lo colpì alla testa e che rimase agonizzante per 14 ore prima di spirare. L’altro era lo spirito di una vicina di casa.
La possessione secondo l’opinione comune è dovuta al fatto che, quando il sacerdote celebra il battesimo non pronuncia tutte le parole : ci sono parole “mancanti”.
Dopo aver letto l’intervista di Raffaele Leso e le testimonianze del vescovo Palatucci e del parroco Cutino, ci chiediamo: può realmente una persona con problemi psichici o fisici, sollevarsi da terra spiccando un volo ad altezza d’uomo e avanzare per un centinaio di metri? Come si può razionalmente spiegare tale fenomeno?
Ci troviamo, senza ombra di dubbio, di fronte ad un fatto che supera le leggi della natura e che lascia certamente aperte molte domande.
La fede non è in contrasto con la ragione, ma la ragione non può sempre dare risposte alle realtà di fede. Ci sono per il credente, ma anche per lo scettico, delle situazioni di fronte alle quali si incontrano e si scontrano la razionalità e la fede: è questo, ad esempio, il caso del “volo”. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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