ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 21/01/2010

DON AMORTH : COSA SIGNIFICA ESSERE SANTI

Post n°2968 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Andiamo a rileggere uno dei messaggi del passato. Quest’oggi ve ne propongo uno tra i tanti. E’ quello di giovedì 9 ottobre 1986. “Cari figli, voi sapete che io desidero guidarvi sulla strada della santità, però non desidero costringervi ad essere santi per forza. Io desidero che ciascuno di voi aiuti se stesso e me per mezzo dei propri piccoli sacrifici, in modo che io vi possa guidare ad essere di giorno in giorno più vicini alla santità. Perciò cari figli, non desidero neppure costringervi a vivere i miei messaggi, ma questo lungo tempo in cui sto con voi è segno che vi amo immensamente e desidero che ciascuno di voi diventi santo. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. E’ un messaggio interessante perché ci trasmette due insegnamenti, il primo è il desiderio di Maria che diventiamo santi. Quando parliamo di santità siamo un po’ troppo abituati a pensare alle persone canonizzate. “Santo” è colui che vive in grazia di Dio. Credo che qui tutti viviamo in grazia di Dio e quindi questa è un’assemblea di santi. Pensate quanto è efficace la nostra preghiera comunitaria, proprio perché sale a Dio da un’assemblea di santi. La prima cosa che la Madonna vuole per noi è la santità, ma non la vuole per forza, non ci vuole obbligare. Dio ci vuole santi! Già nell’Antico Testamento il libro del Levitico diceva: “Siate santi perché Io sono Santo; e il Vangelo: “Siate santi come il Padre vostro celeste”. Cari miei ce ne vuole per arrivare a quel punto lì, se qualcuno di voi è già arrivato ad essere santo come Iddio Padre, alzi la mano, io mi inginocchio davanti a lui… e gli do due sculaccioni. “Siate santi come il Padre vostro celeste, questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione”. Dio ci ha creato per il Paradiso e in Paradiso ci si va se si è santi, se si è in grazia di Dio, ma dal momento che noi tutti commettiamo tante colpe, ecco allora che la immensa misericordia di Dio ci è venuta incontro, quando ci si pente, con quel grande sacramento che è il sacramento della riconciliazione o della confessione. Il Signore ci perdona sempre, a condizione che anche noi a nostra volta perdoniamo sempre. “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Ecco il primo insegnamento che ci viene da questo messaggio del 9 ottobre dell’86: il richiamo alla santità. Il secondo insegnamento ci dice però come è grande il rispetto di Dio verso ciascuno di noi. Dio ci vuole santi, ma non per forza, non ci obbliga. Ci ha dato il dono immenso della libertà che è la nostra grandezza, è il motivo per cui facendo il bene meritiamo il premio e facendo il male meritiamo la punizione. “Ci vuole santi ma non per forza, non ci obbliga.” Però ci invita continuamente a santificarci. Così anche la Madonna. Guardate come è commovente quell’espressione finale: “…questo lungo tempo in cui io sto con voi è segno che io vi amo immensamente…” ecco perché sta così a lungo con noi, perché ci ama immensamente, senza misura, “… e desidero che ciascuno di voi diventi santo...” E’ possibile sbandarci, è possibile sbagliare. Avevo un amico quando ero in provincia di Cuneo, in Piemonte, un sacerdote tanto buono, il quale, vedendo un sacerdote che sgarrava diceva: “Signore tienigli la mano sul capo perché non c’è niente fatto da altri che non possa farlo anch’io”. Sappiamo di un Vescovo che ha sgarrato forte e ha ricevuto una punizione che, speriamo, lo faccia rinsavire. Preghiamo per lui. Io sono sempre grato a Monsignor Milingo per gli esorcismi, le preghiere di guarigione e liberazione che abbiamo fatti insieme. Non si può negare che in passato abbia fatto tanto del bene. Però, vedete, ad un certo punto e a una certa età è possibile sgarrare. Allora vuol dire che dobbiamo sempre essere umili e non buttare i sassi addosso a nessuno. Per lui prego e per lui si fa bene a pregare, perché si converta, perché torni sui suoi passi, sui suoi obblighi, sui suoi doveri così importanti e così gravosi. Si può pregare per lui? Sì, sì, è una grande carità! Però teniamo conto che come lui, giunto a una certa età in cui si dovrebbe avere giudizio, anche noi, se siamo giovani o meno giovani, se siamo già anziani, possiamo sempre sgarrare. Che il Signore ci tenga la Sua mano sul capo. “…Ecco, siate santi…”, questo vuole il Signore da noi, per questo la Madonna sta così a lungo con noi per dimostrarci il suo immenso amore e perché ci vuole veramente salvi. Perseverate! E’ chiaro il Vangelo quando dice: “Chi persevererà fino alla fine sarà premiato, sarà santo”. Occorre la perseveranza che è un grande dono dello Spirito Santo. Facciamo bene a chiederlo. Il Padre Mio, ci dice Gesù, dà lo Spirito Santo a chi glielo domanda. Basta domandarglielo e Lui ce lo dà. Che ci dia la perseveranza, che ci tenga la mano sul capo affinché veramente, come ci dice la Madonna, “... io vi possa guidare ad essere di giorno in giorno più vicini alla santità…” e il vostro cammino sia un cammino in avanti, tenendo conto che dobbiamo sempre stare all’erta perché siamo sempre in grado di usare male della nostra libertà e di usarla a nostro danno. - centroreginadellapace -

 
 
 

AMORE E SESSO, LA DIFFICOLTA' DI FAR CONVIVERE DUE LINGUAGGI

Post n°2967 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per qualcuno la sessualità è indispensabile, altri ne fanno a meno per lunghi periodi, altri ancora hanno scelto di restare casti.

Anche il grande amore può essere più o meno erotico. Per alcuni l'erotismo è indispensabile, i loro corpi si cercano come se fossero affamati. Per altri l'amore è soprattutto intimità spirituale, convivenza quotidiana, cura reciproca. Ciascuno di noi si colloca all'interno di uno di questi schemi mentali e fisici e, se è quello adatto, si sente bene e completo. Credo sia opportuno ripetere queste cose perché oggi i sessuologi cercano di imporre un unico modello a tutti, e non si rendono conto di esercitare, in questo modo, una vera e propria violenza. La grande diversità nel rapporto fra sessualità e amore in Occidente ha alla sua base una separazione abissale che risale perlomeno a duemila anni fa. Il linguaggio dell'amore, dalle poesie di Dante, di Petrarca o di Neruda, dal «Roman de la Rose» ad «Anna Karenina» a «Love Story» ha al suo centro la mancanza, la perdita, lo spasimo dell'attesa, ed è sempre alimentato dalla sofferenza e dal patire. Quando appare il sesso, il piacere fisico, il godimento dei corpi, l'amore si ritira, svanisce. In Occidente non sappiamo usare il linguaggio erotico per l'amore. Il linguaggio erotico viene usato solo in tre casi. Il primo è quello dello scherzo, della battuta come in «Sex and the City», o nei discorsi della Littizzetto. Il secondo caso è quello del disprezzo e della violenza come nel libro «Porci con le ali» o nelle opere del Marchese de Sade. Il terzo è pura pornografia. In tutti i casi il discorso erotico finisce sempre al di fuori dell'amore, della passione. Concludendo, in duemila anni di storia sesso e amore sono stati separati e non esiste ancora un linguaggio scritto per raccontare un grande sincero amore erotico totale. Nel libro «Sesso e amore» ho studiato tutti i passaggi fra la sessualità pornografica e violenta andando a quella personale, poi all'innamoramento, fino all'amore consolidato e felice. E mi sono accorto che non c'è un solo luogo dove sesso e amore, emozione e godimento si fondono e convivono. Per questo ho volutamente scritto dei dialoghi degli amanti a un tempo appassionatamente amorosi e intensamente erotici. Io non ci sarò forse riuscito, ma sono convinto che si tratta di un traguardo che dovremo realizzare nel futuro, oppure saremo sempre emotivamente schizofrenici e non dovremo meravigliarci se gli amori e i matrimoni durano poco. - Francesco Alberoni - Corriere della Sera -

 
 
 

MEDJUGORJE, DOVE LA FEDE DIVENTA TANGIBILE

Post n°2966 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Sono in coda ad un semaforo. Vedo automobilisti con gli occhi stanchi dopo una giornata di lavoro, stressati e molto nervosi. Anche il mio sguardo è spento: le immagini della distruzione di Haiti, quei corpi senza vita lasciati a se stessi mi tormentano. Sono le 17.40. Penso che i nostri occhi siano molto diversi da quelli delle sei persone di Bijakovici, frazione di Medjugorie, comune di Citluk in Erzegovina che, dal 24 giugno 1981, appaiono radiosi al comparire della Gospa, la Madonna. Sei veggenti, in possesso di segreti sul futuro prossimo dell’umanità, che vedono chi periodicamente, chi quotidianamente, le apparizioni mariane. Dopo Fatima, Lourdes, Medjugorie è l’unico posto dove ancora la Vergine, pare si presenti con assiduità, verosimilmente intorno alle 17.45 per lasciare dei messaggi al mondo. Penso ai mille commenti lasciati su facebook rispetto al dramma di Haiti e mi ritorna in mente il messaggio di Pietro, che scrive preghiamo che trovino e salvino quelle povere persone. Ha scelto preghiamo non speriamo. Abbiamo chiuso il 2009 con discussioni sul crocefisso nelle scuole e sul diktat di non far costruire nuovi minareti: operazioni di sottrazioni, rancori vecchi e mai sopiti tra le varie religioni. Mi domando: ha senso ancora pregare? Ho cercato risposte a questo amletico quesito, unendomi ad un pellegrinaggio di fedeli verso Medjugorie, dal 29 dicembre 2009 al 3 gennaio 2010. Mi sono mescolata sul pullman di 50 pellegrini partiti da Pordenone e Trieste. Sono salita senza vangelo/rosario, conoscendo solo le principali preghiere. Ero incuriosita, desideravo guardare quella cittadina bosniaca senza pregiudizi, come un bambino che osserva ingenuamente il nuovo che avanza. Arrivata a Medjugorie, ho trovato persone di ogni nazionalità: una babele di lingue in una piccola località, le cui apparizioni mariane si addentrano su pendii impervi, terre rosse e colline sassose con alberi di quercia, corniolo, frassino, alberi di melograno, nonché la tipica bassa vegetazione mediterranea (rovi, spineti, salvia). Ho visitato i luoghi dove si verificherebbero le apparizioni di una giovane donna bellissima, spesso coperta da un semplice vestito grigio ed un velo bianco. Le sembianze di quella donna dagli occhi azzurri ed i capelli neri, descritte dai veggenti, ora si scorgono su una statua e nei molti depliant di preghiere disseminati ovunque, non solo a Medjugorie. La notte di Capodanno ero insieme ad un numero incalcolabile di persone, all'omelia del cardinale Schönborn, arcivescovo di Vienna. La chiesa di San Giacomo era gremita di persone, impossibile entrarvici. Ho quindi scelto di seguire la messa davanti ad un maxischermo, all'aperto. Pioveva, avevo freddo e non riuscivo a smettere di guardare contemporaneamente lo schermo e le persone stipate accanto a me. Occhi inumiditi, molta commozione che ha prodotto anche singolari paragoni: c'è stato un momento nel quale il volto di quel cardinale austriaco è sembrato a molti ricordare quello di papa Wojtyla. Si intenda, non una mancanza di rispetto verso il pontefice attuale, bensì forse il desiderio di rivedere vicino un volto amato. E le curiose situazioni createsi a Medjugorie non furono solo queste. La notte del 1 gennaio 2010 salimmo sul monte Podbordo con piccole torce, arrampicandoci sul sentiero sassoso, incuranti del diluvio che si abbatteva lungo il nostro cammino. La veggente Marija ci aveva parlato di un'apparizione straordinaria della Vergine, chiamata anche Regina della Pace. Non un red carpet, un tappetto rosso, ad attenderla, bensì rivoli di fango e pellegrini bagnati fradici. Per seguire il momento, come altri, ho cercato un sasso dove sedermi. In quei frangenti, ho realizzato che i sassi intorno a me erano pieni di fessure contenenti foglietti vergati a mano con la richiesta di grazie. Ho visto un uomo lasciare là il proprio cartellino aziendale, che ho scoperto poi non avrebbe utilizzato più in quanto licenziato su due piedi per il fallimento della sua azienda.Terminata l'apparizione, siamo scesi con facilità, sebbene i nostri abiti fossero un concentrato di fango e acqua, incollati al corpo come una seconda pelle! Ho visto sorrisi e persone tristi perché avrebbero voluto un segno speciale ad hoc. Oltre al Podbordo, ho percorso la via Crucis sul monte Krizevac , sulla cui cima, a 448 m di altezza, è collocata una croce di cemento armato che riporta la dicitura: 33-1933, in ricordo del 1900° anniversario della resurrezione di Cristo. Lungo questo monte, situato a 2,5 km dalla chiesa di Medjugorie, c'è un ripido sentiero di pietra e 14 rilievi in bronzo che rappresentano le tappe della passione, della morte e della resurrezione di Gesù. Anche qui, vi salgono fedeli, molti dei quali scalzi o in calzini e per nulla preoccupati di scivolare. Medjugorie è cambiata rispetto al 1981. Ora ci sono pensioni, alberghi, negozi di souvenir, persino pizzerie. Per i detrattori questo è business allo stato puro, onestamente posso riferire che la decisione di digiunare a pane ed acqua per un'intera giornata è stata accolta con un sorriso da parte dei proprietari della pensione dove alloggiava il mio gruppo. Con il digiuno, a detta della Gospa, si fermerebbero le guerre. Il nostro piccolo sacrificio, di un giorno, ha alleggerito i guadagni della pensione ospitante ma aiutato i bambini di un orfanotrofio locale: quasi 500 euro! Non sono tornata con verità in tasca da dispensare, anzi a dirla tutta, neanche sapevo che questo mio viaggio sarebbe diventato un reportage! Ho riferito ciò che ho visto, senza edulcorare la realtà. Sono una piccola persona e, francamente, da giornalista, ho cercato di raccontarvi questa mia parentesi spirituale nel pieno rispetto anche di chi è ateo o scettico. I miracoli, le grazie, le conversioni le lascio raccontare ad altri, non ultimo a Paolo Brosio che ho incrociato lassù - di Sonia Bianco - Affaritaliani -

 
 
 

I CINQUE SALMI DEL NOME SANTISSIMO DI MARIA

Post n°2965 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La pratica consistente nel recitare cinque salmi le cui lettere iniziali corrispondono alle cinque di cui si compone il Nome di Maria:
 
M: Magnificat (Luc. 46-55);
 
A: Ad Dominum cum tribularer clamavi (Sal. 119);
 
R: Retribue servo tuo (Sal. 118, 17-32);
 
I:  In convertendo (Sal. 125)
 
A: Ad te levavi animam meam (Sal. 122).

La recita dei cinque salmi, con le antifone che li uniscono, fu indulgenziata da Papa Pio VII (1800-1823).
 
V. O Dio, vieni a salvarmi
R. Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre
e al Figlio e allo Spirito Santo,
com’era nel principio e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Così sia.
 
Ant. Maria il tuo nome è la gloria di tutte le chiese, a te grandi cose fece l’Onnipotente, e santo è il tuo nome
 
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore,
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre
 
Ant. Maria il tuo nome è la gloria di tutte le chiese, a te grandi cose fece l’Onnipotente, e santo è il tuo nome
 
 
Ant. Dall’oriente al tramonto si deve lodare il nome del Signore e di Maria Madre sua.
 
Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto.
Signore, libera la mia vita dalle labbra di menzogna, dalla lingua ingannatrice.
Che ti posso dare, come ripagarti, lingua ingannatrice?
Frecce acute di un prode, con carboni di ginepro.
Me infelice: abito straniero in Mosoch, dimoro fra le tende di Cedar!
Troppo io ho dimorato con chi detesta la pace.
Io sono per la pace, ma quando ne parlo, essi vogliono la guerra.
Gloria al Padre
 
Ant. Dall’oriente al tramonto si deve lodare il nome del Signore e di Maria Madre sua.
 

Ant. Nelle tribolazioni il nome di Maria è il rifugio per tutti quelli che lo invocano.
 
Sii buono con il tuo servo e avrà vita, custodirò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io veda le meraviglie della tua legge.
Io sono straniero sulla terra, non nascondermi i tuoi comandi.
Io mi consumo nel desiderio dei tuoi precetti in ogni tempo.
Tu minacci gli orgogliosi; maledetto chi devia dai tuoi decreti.
Allontana da me vergogna e disprezzo, perché ho osservato le tue leggi.
Siedono i potenti, mi calunniano, ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
Anche i tuoi ordini sono la mia gioia, miei consiglieri i tuoi precetti.
Io sono prostrato nella polvere; dammi vita secondo la tua parola.
Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto; insegnami i tuoi voleri.
Fammi conoscere la via dei tuoi precetti e mediterò i tuoi prodigi.
Io piango nella tristezza; sollevami secondo la tua promessa.
Tieni lontana da me la via della menzogna, fammi dono della tua legge.
Ho scelto la via della giustizia, mi sono prostrato ai tuoi giudizi.
Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore, che io non resti confuso.
Corro per la via dei tuoi comandamenti, perché hai dilatato il mio cuore.

Gloria al Padre
 
Ant. Nelle tribolazioni il nome di Maria è il rifugio per tutti quelli che lo invocano.
 
 
Ant. Ammirabile in tutta la terra è il tuo nome, o Maria.
 
Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva tra i popoli:
"Il Signore ha fatto grandi cose per loro".
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia.
Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo.
Nell’andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni.
Gloria al Padre
 
Ant. Ammirabile in tutta la terra è il tuo nome, o Maria.
 
 
Ant. I cieli hanno annunciato il nome di Maria e tutti i popoli hanno veduta la sua gloria.
 
A te levo i miei occhi, a te che abiti nei cieli.
Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni;
come gli occhi della schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
già troppo ci hanno colmato di scherni,
noi siamo troppo sazi degli scherni dei gaudenti, del disprezzo dei superbi.
Gloria al Padre
 
Ant. I cieli hanno annunciato il nome di Maria e tutti i popoli hanno veduta la sua gloria.
 
 
V. Sia benedetto il nome della Vergine Maria.
R. Da questo momento e nei secoli.
 
Preghiamo: Ti preghiamo, Dio onnipotente, affinché i tuoi fedeli, che si rallegrano del nome e della protezione della santissima Vergine Maria, grazie alla sua pietosa intercessione siano liberati da tutti i mali sulla terra, e meritino di giungere alle gioie eterne in cielo. Per Cristo nostro Signore. Così sia.
 
Se cerchi il Cielo, anima,
invoca il nome di Maria;
a chi invoca Maria
apre le porte del Cielo.
Al nome di Maria i celesti
si rallegrano, trema l’inferno;
il cielo, la terra, il mare,
e tutto il mondo esulta.
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen.

[Innamorati di Maria]

 
 
 

NOTIZIE E STRAGI DAL PIANETA SHARIA

Post n°2964 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

È impressionante la serie di notizie che il mondo della sharia ci ha riversato nelle ultime 48 ore.

Per ordine decrescente di gravità: nella città di Jos in Nigeria è stato imposto il coprifuoco dopo gli incidenti tra musulmani e cristiani che hanno fatto 500 morti e 800 feriti, 3. 000 abitanti sono stati trasferiti altrove per ragioni di sicurezza. A Mosul, in Iraq, è stato trucidato a colpi di pistola il siro-cristiano Youssif Joris, in concomitanza con i festeggiamenti per l’insediamento del nuovo vescovo caldeo; è la quinta vittima cristiana in 30 giorni nella città. In Pakistan, il tribunale di Faisalabad ha condannato all’ergastolo a causa della “legge sulla blasfemia” il giovane cristiano Imran Masih, accusato di avere bruciato versetti del Corano “per offendere i sentimenti dei musulmani”; a oggi, mille sono i cristiani incriminati sulla base di questa legge e 33 sono i cristiani uccisi da singoli musulmani o linciati da folle inferocite per l’accusa di blasfemia. In Iran, il procuratore di Teheran ha chiesto al tribunale la condanna a morte per cinque manifestanti, arrestati durante gli incidenti durante l’Ashura, contestandogli il reato di Moharebeh (essere nemici di Dio), segnando così una svolta drammatica: chiunque manifesti contro il regime può essere condannato a morte. In Italia è stato arrestato ieri a Fano, assieme alla moglie, il pakistano Aktar Mhamoo che lunedì aveva rapito la figlia, per imporle di seguire la sharia e non i “costumi corrotti”; la ragazza, era in precedenza stata assegnata dal tribunale ad un centro di assistenza in seguito alle percosse subìte dal padre. A questa serie, va poi aggiunta la fatwà emessa sei giorni fa in Yemen dallo sheikh Abdelmajid Zendani e dai principali ulema con cui si proclama il Jihad contro ogni prospettiva di intervento militare nel paese degli Usa –o di “stranieri”- per contrastare al Qaida (come prospettato imprudentemente per giorni da fonti della Casa Bianca), fornendo così un eccellente copertura alla sua libertà d’azione. Come si può constatare, è impossibile separare le iniziative dei terroristi islamici, da quelle di folle islamiche, da quelle di tribunali islamici di paesi “moderati”, da quelle della giustizia islamica di paesi “fondamentalisti”, dalle convinzioni di un normale emigrato, che lavora da anni in Italia, ben inserito socialmente che ritiene di dovere imporre la “autorità tutoria” che la più diffusa sharia gli riconosce su una figlia, solo colpevole di voler vivere normalmente come ogni sua coetanea. E’ evidente la radice comune di queste tragedie, è palese che tutte, con mille altre, riportano ad un nodo unico: i modelli di riferimento del terrorismo islamico sono inscindibili con quello di tutte le componenti maggioritarie dell’Islam e hanno nella sharia ortodossa la loro forza generante. Solo la Chiesa, con la svolta impressa ieri dal sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, ha colto e denunciato questo nesso, segnando un superamento netto di 40 e più anni di sterile “dialogo interreligioso: “La crescita dell’Islam politico nelle società musulmane a partire dagli anni ‘70 ha prodotto correnti estremiste che rappresentano una minaccia per tutti, cristiani e musulmani, e noi dobbiamo affrontarle insieme”. Questa definizione di “Islam politico” non è casuale, perché permette ai vescovi cattolici di evocare uno scontro frontale interconfessionale, ma si riferisce comunque al nodo shariatico. Purtroppo però, tutta l’impostazione seguita da Obama nel discorso del Cairo del 4 giugno scorso, nega esplicitamente qualsiasi nesso tra qualsiasi componente islamica e i nodi di crisi disseminati nel mondo islamico, là dove –sia pure solo in nuce- i riferimenti di George W. Bush all’Asse del male, indicavano tutt’altro percorso. Certo è che la esplicita volontà dei vescovi cattolici di alzare la testa e di elevare un’accusa frontale e diretta, introduce un nuovo e salutare elemento di riflessione di cui è auspicabile che l’occidente prenda infine atto. - Carlo Panella - miradouro -

 
 
 

SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI

Post n°2963 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

QUARTO GIORNO (21.1.)

“Testimoniare celebrando la fede che abbiamo ricevuto”
“Che cosa?” “Il caso di Gesù il Nazareno” (Lc 24, 19)

Deuteronomio 6, 3-9
   

Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo!

Salmo 34(33), 1-23
   

Benedirò il Signore in ogni tempo

Atti 4, 32-35
   

La comunità dei credenti viveva unanime e concorde

Luca 24, 17-21
   

Noi speravamo...


Commento:
 

    Abbiamo un enorme debito di gratitudine verso coloro la cui fede ha dato fondamento alla nostra vita cristiana oggi. Numerosi uomini e donne, attraverso la preghiera, la testimonianza e il culto, hanno assicurato che la fede venisse tramandata alle generazioni successive. La storia del cristianesimo in Scozia è rimarchevole: ricordiamo, ad esempio, san Niniano nel IV secolo, san Colombano nel VI, e molti santi celtici la cui fede era radicata nell’amore a Dio e nell’ammirazione per la sua creazione. La fede del popolo scozzese può esser attestata anche dall’importante ruolo avuto durante la Riforma nel XVI secolo e nel modo in cui questo spirito è stato saldamente mantenuto da allora.

    Le letture di oggi affermano l’importanza di sostenere la comunità di fede per assicurare la diffusione della parola di Dio. Il brano del Deuteronomio ci offre la bellissima preghiera che le nostre sorelle e i nostri fratelli Ebrei usano ogni giorno per glorificare il Signore. Il salmo ci invita a rendere testimonianza con la lode di quanto abbiamo ricevuto come credenti, per mostrare la nostra fede attraverso la glorificazione e il rendimento di grazie. Il brano degli Atti descrive una comunità unita nella fede e nella carità. Il brano evangelico ci mostra Gesù al centro della fede che abbiamo ricevuto.

    Mentre ci uniamo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle nella preghiera per l’unità in questa Settimana, accogliamo la ricca varietà dell’eredità cristiana. Preghiamo che la consapevolezza di questa comune eredità possa unirci maggiormente, mentre cresciamo sempre più nella fede.


Preghiera:

Signore Dio Padre,
ti rendiamo grazie per tutte le persone
e le comunità che hanno comunicato il messaggio dell’evangelo a noi,
e ci hanno perciò dato oggi un solido fondamento per la nostra fede.
Ti preghiamo perché anche noi possiamo, insieme, testimoniare la nostra fede,
cosicché altri possano conoscerti e accogliere con fiducia la verità della salvezza
offerta in Gesù Cristo per la vita del mondo. Amen.

Domande per la riflessione personale

1. Chi ti ha ispirato nella fede?

2. Quali sono gli aspetti della fede che ti stimolano di più nella vita di ogni giorno?

3. Quali pensi siano stati gli insegnamenti più importanti che ti sono stati tramandati?

4. In quale modo puoi riconoscere Dio che opera in te nel trasmettere la fede alle generazioni future?

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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