Creato da Eulalie2 il 20/09/2011

RUMORI SECONDARI

Ascolterò il frastuono universale senza che m'ingannino rumori secondari

 

 

« Una MadreMeraviglioso Mesa »

Made in Italy

Post n°18 pubblicato il 15 Gennaio 2012 da Eulalie2

Stamani mentre stavo leggendo sul web le poesie crude feroci schiette dannatamente vere di Simone Cattaneo ho pensato:ma no dai gli  italiani non  sono diventati così spietati!

Poi  ho ricevuto una telefonata che mi ha  sommerso , trascinandomi in un mondo fatto di meschinità ,avidità e  assenza di umanità 

e allora ecco a voi il Made in Italy di Simone Cattaneo

Non mi importa niente dei bambini del Burchina Faso che muoiono di fame,

non ne voglio sapere delle mine antiuomo,

se si scannassero tutti a vicenda sarei contento.

Voglio solo salute,soldi e belle fighe. Giovani belle fighe, è chiaro.

Che gli appestati restino appestati, i malati siano malati e

i bastardi che vivono in un polmone d’ acciaio

fondano come formaggio in un forno a microonde. Voglio bei vestiti,

una bella casa e tanta bella figa. Buttiamo gli spastici giù dalle rupi,

strappiamo fegato e reni ai figli della strada

ma datemi una Mercedes nera con i vetri affumicati.

Niente piani per la salvaguardia delle risorse energetiche planetarie

vorrei solo scopare quelle belle liceali che sfilano tutti i sabato pomeriggio

con la bandiera della pace. Non ho soldi e la botta è finita.

Ma sono un uomo rapace, per le vacanze pasquali

quindici milioni di italiani andranno in ferie lasciando

le loro comode case vuote.

Alla fine non sono razzista. Bianchi, neri, gialli e rossi

non mi interessano un granché.

*

Mi sono svegliato di colpo e ho visto le finestre aperte della camera da letto

e un’aria densa e grigia che mi faceva tremare dalla testa ai piedi.

La mia ragazza ucraina nuda sul davanzale mi indica il confondersi

senza retorica della luna con il sole attraversato

da un lampo d’aeroplano schiacciato.

L’avrei voluta strangolare sul posto con la cintura dei pantaloni

se solo li avessi avuti addosso. Quindi le ho chiesto gentilmente di chiudere

le finestre e di tornare a letto per un ultimo chiarimento.

Due giorni dopo l’ho prestata al mio migliore amico in cambio

di tre prime linee di Versace e di un aperitivo al bar.

Perchè l’amicizia è sempre l’amicizia.

*

Troppo bello per essere un pugile,

troppo brutto per fare il magnaccia

camminavo nel centro di Buccinasco

senza lavoro e inzuppato di grano

aspettando l’ora dell’aperitivo

quando mi sale la voglia di farmi fare le carte dalla vecchia strega del quartiere.

In realtà i suoi tarocchi non sono altro che

pezzi di bibite strappati a dentate ma alla fine ci si arrangia con quel che si può.

Rifilato un carico da venti alla vecchia le chiedo brutale

quando morirò, lei mi sorride e risponde presto a ventisette compiuti.

La informo dei miei ventinove e la mia anziana strega di Buccinasco mi

conforta dicendomi, vedi allora sei un uomo fortunato.

I soldi migliori spesi negli ultimi dieci anni.

*

Si è tagliata le vene e ha disegnato con il sangue

sul muro che costeggia il mio palazzo dei dolci gabbiani d’amore.

Non è servito l’intervento di pulizia del comune, un po’ di pioggia

nella notte ha cancellato tutto. Chi fosse questa strana tipa

non si è voluto mai sapere, aveva solo una specie di ponteggio

che le reggeva il mento. Sarà stata una grave malattia dal decorso fulminante.

Certo è che novizi, discepoli e santoni

portano tutti gli stessi cognomi

contraggono il viso ed è un omicidio,

credono nell’ospitalità di un’unica soluzione,

una sola dimensione, una fatale emarginazione.

*

Non luogo a procedere.

Guardo dalla finestra di casa lo scheletro di una lavatrice

partorire sotto i platani del viale una nidiata di conigli elettrici,

alzo la testa e vedo un soffitto di stagno rosso arancio

sbilanciarsi in avanti con rumori assordanti, cammino rasente i muri

con la paura di inciampare nel materasso di lana arrotolato e

fracassarmi di nuovo la clavicola.

Vorrei che qualcuno mi picchiasse sulla schiena con degli asciugamani bagnati

e mi scaricasse fra le macchine abbandonate in zone isolate.

*

 

Vorrei smorzare tutto questo pessimismo cosmico cantando a squarciagola...... ma il cielo è sempre più blu

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Commenti al Post:
frabonvi
frabonvi il 15/01/12 alle 13:46 via WEB
Non sono "spietate" sembrano fredde e disilluse. Forse vere, è il mondo che cè e non vogliamo vedere. Non lo conoscevo..
 
 
Eulalie2
Eulalie2 il 15/01/12 alle 14:48 via WEB
fredde e disilluse e insisto "spietate disumane ", mi riferisco alle persone e ai mondi che cattaneo descriveva. Grazie Frabonvi
 
   
frabonvi
frabonvi il 15/01/12 alle 14:55 via WEB
Con quel "disumane" dici che non sono persone umane e mondi umani? Se è così che ci frega a noi? Noi siamo "umani"
 
claudia.sogno
claudia.sogno il 15/01/12 alle 13:57 via WEB
Versi che intossicano per bene,
"E' un mestiere che mi va poco a sangue
tagliare i margini dei pini il mattino
e salto all'inizio di vene secche a fiorire
raccolte a caldo sopra i rimbalzi dei muri
dove il colore si dimezza come l'ombra dietro il tiglio.
Ora che mi sanguina il naso
e il mio sudore pare
linfa d'amianto,
steso sul pavimento
non sono altro
che un gelato spiffero di carne" Si tolse la vita un anno fa,se non ricordo male..il corpo non è che un ghetto a sorte e in sorte e alcuni spiriti lo sanno altri non lo sapranno mai. la poesia ti fa cadere nel mondo e dal mondo al contempo...
 
 
frabonvi
frabonvi il 15/01/12 alle 14:19 via WEB
Non so.. forse non al contempo, Capirne il messaggio che voleva è presunzione, almeno per me. Tutto sta se accetti o cerchi di combattere quel mondo.. questo mondo
 
   
frabonvi
frabonvi il 15/01/12 alle 14:56 via WEB
Cadi nel mondo con rabbia o cadi dal mondo con rassegnazione
 
 
Eulalie2
Eulalie2 il 15/01/12 alle 14:59 via WEB
"Versi che intossicano per bene"
Già e lui era ,a soli 35 anni, così pieno di veleno da volerne scappare...
Gazie Claudia
 
 
Eulalie2
Eulalie2 il 15/01/12 alle 15:15 via WEB
"la poesia ti fa cadere nel mondo e dal mondo al contempo....."
la poesia alta espressione dell'animo umano apre le porte della percezione facendoci sentire vedere ciò che distratamente nella nostra quotidianeità non riusciamo a capire ma può anche farci estraniare dalle nostre realtà regalandoci le beltà dei sogni .
 
 
Eulalie2
Eulalie2 il 15/01/12 alle 15:18 via WEB
Non riesco postare le risposte alla persona giusta , fatto confusione scusate
clicca
 
Lolablu7
Lolablu7 il 15/01/12 alle 15:46 via WEB
Versi apparentemente orribili che d'istinto rifiuto.Poi,li leggo e li rileggo e capisco che altro non sono che la fotografia di quella parte di mondo che non mi appartiene,che rifuggo,ma che esiste e che sta guadagnando terreno;sta a noi fermarla con i piccoli gesti quotidiani,che piccoli non sono!Sta a noi fermarla con il non cedere mai alla rabbia,alla rinuncia,alla totale disillusione.Mi dispiace per quella telefonata;dimenticala!Un abbraccio,Grazia:-))
 
 
Eulalie2
Eulalie2 il 15/01/12 alle 17:05 via WEB
Mi trovi pienamente d'accordo Tutto deve partire da ogni singolo individuo per intraprendere la strada dell'umanesimo.
la telefonata per ora non la dimentico ,anche perché mi serve da viatico (forse viatico non è la parola giusta ,ma mi piace è così armoniosa dolce) per porre fine ad una situazione lavorativa insostenibile e insopportabile !
Io non mi sento Italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono , così cantava Gaber
 
   
frabonvi
frabonvi il 15/01/12 alle 19:58 via WEB
Canta.. ogni volta che lo ascolti canta. Cè gente, come i poeti che non muore,
 
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QUESTO ORDINARSI DI VIVERE NON TI FA BENE

Spremiti Toma
spremiti come
un limone
o spezzati come
si spezza un ramo
d'alloro per
respirare dal vivo, dal profondo.
Questo ordinarsi
di vivere non
ti fa bene non
ti rappresenta più.
Arditi Toma
datti fuoco acqua terra
datti luce
batti palpita schiuditi
battiti.

- Salvatore Toma -

 

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                                          Scrivendo

Scrivendo, volevo
Salvarmi l’anima.
Tentai di fare versi
Non funzionò.
Tentai di raccontare storie
Non funzionò.
Non si può scrivere
Per salvarsi l’anima.
Lei, data per persa, passa avanti e canta

                                                 Marie Luise Kaschnitz

 
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