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Post N° 123

Post n°123 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Seventeent

CAROSELLO

TV in Bianco e Nero…….

..vorrei vorrei …

..riavvolgere il nastro un po’….

..per chi.. ..non sa..

..di quel nostro tempo là…

..vorrei ..vorrei…

Bambini, dopo Carosello tutti a dormire!

   Tutti quanti noi abbiamo sentito questa frase tantissime volte: nella nostra infanzia lo spartiacque che delimitava la tipica giornata piena di compiti e giochi e il mondo dei sogni era rappresentato dalla messa in onda di cinque comunicati pubblicitari (non esisteva ancora la parola spot) preceduti da brevissimi telefilm, disegni animati o pupazzi animati.

La trasmissione televisiva Carosello nacque il 3 febbraio 1957 con un ritardo di un mese e due giorni sulla data annunciata in precedenza (1° gennaio 1957). Per evitare di attirare su di sé le critiche di coloro che pagavano il canone e che non   apprezzavano la pubblicità in televisione, la RAI pensò bene di associare ad ogni comunicato commerciale un mini-filmato introduttivo che sintetizzasse in una manciata di minuti delle storie di senso compiuto.

La produzione di questi mini-film fu demandata all'industria cinematografica nazionale: Carosello diventò così una palestra sulla quale si fecero le ossa tutti i maggiori registi nazionali. Il successo di pubblico fu tale che anche i più famosi attori non disdegnarono di partecipare a queste scenette. Alcuni nomi danno subito il senso dell'importanza di Carosello: fra i registi si possono annoverare i fratelli Taviani ed Ermanno Olmi mentre fra gli attori è sicuramente da ricordare la partecipazione del grande Eduardo De Filippo e del futuro premio Nobel Dario Fo.


La RAI impose alle industrie cinematografiche che giravano le varie mini-storie un vero e proprio regolamento: la durata di ogni singola pubblicità era fissata in due minuti e quindici secondi di cui al massimo trentacinque secondi potevano essere dedicati al messaggio pubblicitario vero e proprio (il cosiddetto codino). Dal 1974 la durata di ogni singolo comunicato fu accorciata e passò a un minuto e quaranta secondi.
La censura diventò ferrea: non si potevano utilizzare parole sconvenienti o allusive. Durante tutti gli spot di Carosello non fu mai utilizzata la parola "uccello". Una nota marca di lassativi nel vantare le qualità del proprio prodotto non ha mai potuto utilizzare la frase "regola l'intestino" ma si è sempre dovuta mantenere in una frase molto più casta: "regola l'organismo".

Una delle caratteristiche di Carosello che è rimasta maggiormente impressa nella nostra memoria è sicuramente la sua sigla musicale e i disegni che caratterizzavano la sua scenografia. Nel 1963 la vecchia sigla ideata da Luciano Emmer, musicata da Raffaele Gervasio e sceneggiata da Nietta Vespignani fu cambiata con una nuova sigla disegnata da Manfredo Manfredi: i suoi quadri a tempera raffiguravano le piazze delle città di Venezia, Siena, Napoli e Roma.


Parlare di Carosello senza far riferimento ad alcune delle pubblicità più famose e rimaste impresse nell'immaginario collettivo è praticamente impossibile. Dall'immenso archivio di Carosello si possono, a titolo puramente esemplificativo, ricordare:

Pannolini Lines: Pippo l'ippopotamo blu   che con le sue morbide forme di gommapiuma (sotto le quali erano nascosti due attori-ballerini) ballava la rumba, la samba e il rock&roll. 
Una curiosità: il colore blu si poteva scoprire solo osservando la pubblicità sui giornali poiché le riprese di Carosello venivano girate sempre e solo rigorosamente in bianco-nero.

Caffettiere Bialetti:   Il testimonial delle   caffettiere Bialetti era "l'omino coi baffi" ideato da Paul Campani.




Caffè Paulista
: Armando Testa   inventò per la pubblicità di questo caffè la coppia di pupazzi formata da Caballero e Carmencita. Fra pistole e peones messicani dall'accento napoletano restarono nella nostra memoria le frasi: "Bambina, sei già mia, chiudi il gas e vieni via!", "Pazzo, l'uomo che amo è un uomo molto in vista: è forte e bruno e ha il baffo che conquista!"


Cynar : Un attore signorile di stampo prettamente anglosassone,  dotato di un aplomb inconfondibile, siedeva a un tavolo in mezzo al traffico di una grande città e sorseggiava un liquore: era Ernesto Calindri che pubblicizzava l'amaro Cynar per combattere "il logorio della vita moderna".

Detersivi Mira Lanza: I fratelli Pagot inventarono per la campagna pubblicitaria del detersivo Miralanza il pulcino Calimero,    piccolo e nero. Calimero diventa forse il personaggio più famoso di Carosello ma il suo contributo al successo dei detersivi a cui le sue storie furono associate non fu per nulla elevato.

Elettrodomestici Philco: Su un pianeta all'avanguardia nella scienza e nella tecnica vivevano strani esseri a forma di palla con dei mini-televisori al posto degli occhi: erano i papallesi. Ogni scenetta terminava sempre con la battuta: "Mia moglie aspetta un Philco!". Anche questa pubblicità fu inventata da Armando Testa.

Pentole Lagostina: Osvaldo   Cavandoli inventò nel 1968 un cartone animato minimalista: la Linea. L'omino Lagostina, altro nome con cui veniva chiamata la Linea, fu protagonista di ben ottantadue cortometraggi.

Ferrero: La pubblicità della Ferrero fu associata alle perfide imprese di Jo Condor. Ogni malefatta del perfido uccellaccio veniva risolta dal gigante buono che veniva in soccorso degli abitanti del villaggio.

Tè Ati: Una carrozza trainata da un cavallo percorreva le strade di una Roma ancora addormentata. Bellissima la musica e stupende le immagini. Il regista era Ermanno Olmi.


Dopo circa quarantaduemila filmati il primo gennaio 1977 andò in onda l'ultimo Carosello: l'ultima pubblicità fu della Stock e l'onere di dare il commiato a questa trasmissione cult fu assegnato a Raffaella Carrà che, con evidente commozione, ringraziò tutti quelli che avevano lavorato al successo di questa trasmissione ventennale.

FONTE: PAGINE70

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