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Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 29/12/2022

BASSETTI: DATI SCIENTIFICI, NON C’È PROBLEMA LI HO PRESI DA UNA CHAT!

Post n°1422 pubblicato il 29 Dicembre 2022 da scricciolo68lbr

Fino a qualche mese fa le polemiche erano all’ordine del giorno, sulla pro=eminenza dei dati sui contagi, sui positivi asintomatici, sulle morti da Covid e per Covid. E ciascun giornalista o invitato nei talk show, era attaccato dai virus star o dai conduttori, se le fonti non erano di loro gradimento. Poi si è scoperto che l’ISS ha commesso degli errori sui vari conteggi riguardanti i morti per Covid.

Adesso Bassetti ne tira fuori un’altra delle sue. Snocciola dati sul nuovo focolaio cinese di Covid e dice di avere preso i dati... da una chat! E QUESTA È LA SCIENZA DI BASSETTI?

 

Coronavirus, Matteo Bassetti svela i dati su morti e contagi in CinaIl virologo: "350 milioni di cinesi negli ultimi 20 giorni hanno avuto il Covid. I numeri parlano anche di 10mila morti al giorno".Coronavirus, Matteo Bassetti svela i dati su morti e contagi in Cina nel programma "Controcorrente".

Si continua a parlare di Covid, e del nuovo, ennesimo allarme per il dilagare dei contagi in Cina: e se ne è parlato anche nel corso della puntata di "Controcorrente" in onda ieri, 28 dicembre, su Rete4. Durante il collegamento video, Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova, ha svelato i veri numeri del Covid in Cina: "Siamo davanti a una situazione di fronte alla quale non avremmo voluto trovarci. 350 milioni di cinesi negli ultimi 20 giorni hanno avuto il Covid. Purtroppo i ho numeri che provengono da ALCUNE CHAT GIAPPONESI E COREANE (no dico da alcune chat ndr) e che parlano anche di 10mila morti al giorno. Un virus che circola liberamente in un Paese poco vaccinato o vaccinato con un vaccino che non funziona vuol dire avere tante persone con il virus”.

 

 
 
 

FORMULA 3 - DIES IRAE

Post n°1421 pubblicato il 29 Dicembre 2022 da scricciolo68lbr

 

Febbraio 1970: top ten della rivista "Giovani". Tra i vari Morandi, Modugno, Ranieri e Sinatra, fa capolino il 45 giri di un anomalo terzetto di musicisti, già noti per essere stati il gruppo di accompagnamento di Lucio Battisti nel 1969.

Il disco, celebre anche per essere stato il primo 45 giri di un gruppo edito dalla "Numero Uno" (la casa discografica dello stesso Battisti) ha per titolo "Questo folle sentimento".
Il gruppo si chiama "Formula 3", loro sono: Alberto Radius, Tony Cicco e Gabriele Lorenzi.

Radius è già un rinomato chitarrista. Nativo di Roma, inizia la sua carriera (settemila lire al mese) con l'orchestra di Mario Perrone per poi unirsi ai napoletani Campanino (successivamente Big Ben). Appena maggiorenne poi, si ritrova a Milano a militare nei Simon and the Pennies. Questi ultimi però, chiudono brutalmente la carriera a Torino quando durante il concerto di capodanno, il cantante Simondeclama ubriaco una serie di insulti all'Italia di fronte al questore locale.

Rimasto disoccupato, Radius però non demorde e si ricorda dell'invito del vecchio amico Franz di Cioccio ritrovandosi prima nei Quelli e successivamente nella PFM in sostituzione del coscritto Mussida, venendo sbattuto via malamente al suo ritorno.

Infine, grazie all'impresario Franco Mamone e allo sponsor Amati (proprietario del club L'Altro Mondo di Rimini) che mette a disposizione due mesi di vitto, alloggio e impiantistica, assembla la Formula 3 con l'ex "Samurai" Gabriele Lorenzi che conosceva già ai tempi dei night clubs e il fratello del suo amico napoletano Ciro Cicco, Tony, un giovanissimo e biondissimo batterista prodigio, il cui talento lo porta nei primi anni '60 ad esibirsi nelle balere di mezza Europa.

Lorenzi, dal canto suo si distingue invece come ottimo tastierista rock-blues e che all'occorrenza si cimenta anche al basso.

I Formula 3, quando apparvero sulle scene, nel lontano 1969, destarono non poco interesse. L’Italia, era ancora un Paese abituato alle soavi melodie di Mina (solamente per citarne una) o alla musica leggera - che più leggera non si può - della banda dei “sanremesi”, che tra un ti amo e una melense melodia, si trascinavano oramai da tempo, sul Palco dell’Ariston. Forse per molti era già stata una vera rivoluzione Lucio Battisti.

Era tuttavia un periodo di grande cambiamento, di grande entusiasmo, e fortunatamente i talenti non mancavano. Qualcosa si avvertiva nell’aria. Molto prima dell'esplosione dei gruppi progressive nostrani, si stavano già muovendo dietro le quinte, tutta una serie di gruppi che rappresenteranno il traino per tutti coloro verranno dopo. Così accadeva che Battisti fosse il pianeta attorno al quale gravitavano, di volta in volta, i Dik Diki Giganti, i New Trolls, i CamaleontiRiki Maiocchi e molti altri. 

Rivoluzione, si diceva. I tempi erano maturi e non era troppo presto per pensare come Gabriele, Tony e Alberto. Di sicuro, qualcosa di nuovo, loro, l'avevano: erano solo in tre, per l’epoca un gruppo un po’ risicato, si, tanto più che mancava il bassista, ma loro pungevano musicalmente come fossero stati molti di più.

Alberto Radius aveva suonato con Battisti (ecco, di nuovo lui...), Gabriele Lorenzi aveva collaborato con i Camaleonti e poco più, Tony Cicco era un perfetto sconosciuto. Le svisate di Gabriele e la violenza di Tony erano inconcepibili (ed incontenibili) in Italia per quei tempi, e la chitarra di Radius era l'asse portante su cui poggiavano tutti i loro brani. 

Così, per il singolo di lancio, scelsero un pezzo di Battisti, “Questo Folle Sentimento”. In fondo, si dissero, loro avevano qualcosa in più rispetto gli altri e non c'era la necessità di scrivere canzoni, almeno non subito. E quel "qualcosa in più" in effetti, c'era: un'attitudine spiccata per l’hard rock, appena mitigata dalle melodie di stampo battistiano, arricchita dalla crescente onda progressive, che scelsero di cavalcare.

E così, dopo pochi mesi dall'ultima affermazione a 45 giri, fa capolino sugli scaffali il loro primo album l'album "Dies Irae" con tanto di splendida copertina in puro stile psichedelico e 37 minuti di musica intensissima.

 

Cosa significa Dies Irae? Dies irae è fra le maggiori liriche religiose del Medioevo - lat. dies irae è propr. “il giorno dell’ira” - per estensione, il giorno del giudizio universale. È una delle 5 sequenze del Messale di Pio V, usata durante la messa di rito romano per i defunti. È opera italiana del sec. XII-XIII, sorta, sembra, in ambiente francescano. Se ne considerò autore Tommaso da Celano, ma è certamente a lui anteriore. Nella prima parte l'inno esprime in modo drammatico e apocalittico il terrore dinanzi all'ultimo giudizio; nella seconda eleva un appello appassionato alla misericordia di Dio. La sequenza è scomparsa dal nuovo Messale di Paolo VI


Torniamo all’album: otto brani che non solo consolidano il definitivo spartiacque tra "vecchio e nuovo", ma che ribadiscono quanto fosse praticabile l'evoluzione del post-beat in un linguaggio "underground", moderno ed autoctono.

Alla fine, quando fu l'ora di riversare quell'inaudita energia su vinile, le canzoni erano pronte: quattro brani di Battisti, uno persino dei fratelli Bennato - che proprio allora cominciavano a muovere i primi passi - e altre due cover. Loro ci misero del proprio, e la novità fu subito chiara, quando uscì l'album.

L'LP si apre con il brano omonimo: sette minuti e mezzo "presi a prestito" da un vecchio 45 dei "Samurai" di Lorenzi ("Dies Irae", appunto), ed è' subito un terremoto timbrico con tanto di chitarre in larsen, percussioni pesantissime, tastiere barocche e cori tenebrosi.

Il tutto a far intendere che, anche se la Formula 3 veniva considerato un gruppo commerciale (per non dire fascista),i tre musicisti dimostravano di avere le idee ben chiare su come si sarebbe evoluto il rock negli anni a venire. 

Per capire di cosa sto parlando, basta ascoltare la title track: echi dei King Crimson di "Larks' Tongues in Aspic" (che sarà pubblicato tre anni dopo), bordate chitarristiche che si intrecciano alle atmosfere tetre imbastite dall'Hammond di Lorenzi, e Tony Cicco, il più indiavolato di tutti, che lo sarà per tutto il disco.

In un colpo vengono rivisitati e rivoltati con sfacciataggine i cavalli affermati “Non è Francesca”, “Questo Folle Sentimento” e “Sole Giallo Sole Nero”, quest'ultimo con una lunga coda strumentale nel finale. I classici del cantante capellone che ormai tutta la nazione ammira, non ci sono più, stravolti come lo erano stati, dalla foga di tre ragazzi che guardavano al suono duro d'oltremanica come ad un modello da seguire, quando non lo facevano per cantare un facile riempitivo come Walk Away Renee.

Il finale di "Dies Irae", brano che apre l’album, asciutto, corposo e pesante traccerà anche la strada per quello che sarà il capolavoro prog della Formula, "Sognando e risognando" (1972).

Il resto dell'album, composto principalmente da cover riarrangiate in chiave hard, ci fornisce ulteriori dimostrazioni di capacità creativa (vedi la stralunata versione di "Non è Francesca" di Battisti, l'assolo di batteria in "Sole giallo, Sole Nero" ecc.) mettendo di volta in volta in luce le indiscutibili e poliedriche capacità esecutive dei singoli musicisti che, tra l'altro, ebbero mano libera nella realizzazione degli arrangiamenti. 

Realizzato praticamente in presa diretta, "Dies Irae" ha stabilito a suo modo un "punto di non ritorno" della musica Italiana riuscendo a mutuarne perfettamente la tradizione melodica con le nuove pulsioni pop-rock pre-progressive. 

Comunque capeggia in tutto il disco, un'atmosfera specialeuna strana miscela di hard progressive mista a canzonetta italiana. Era appena l'inizio, il primo capitolo per un gruppo che si perse presto per strada, e che diede, forse, molto meno di quanto avrebbe potuto.

Loro, mai aderenti alle avanguardie politiche e conseguentemente snobbati dalla parte più trasgressiva dell'audience, ebbero comunque un preciso ruolo "a se stante" e seppero portarlo avanti più che dignitosamente, fino allo scioglimento (1973). 

Un album da suonare "a tutto volume", come caldamente consigliato sulla label del 45 giri "Se non è amore, cos'è?".

 

 

 
 
 

CINA: DISASTRO MONDIALE!

Post n°1420 pubblicato il 29 Dicembre 2022 da scricciolo68lbr

Covid, il disastro mondiale della Cina e del regime comunistaIn Cina lockdown inutili, vaccini fasulli e morti ammazzati: tutto questo non è servito a sconfiggere il virus come in Occidente.Covid, Cina responsabile della crisi sanitaria-economica mondiale

Partiamo da una notizia bomba ma purtroppo attesa: a Malpensa sono risultati positivi nei primi due voli dalla Cina il 46% dei passeggeri rientranti in Italia. Una percentuale discreta, 

L’ulteriore “prova provata” del fallimento del comunismo è infatti quella della gestione del Covid. Nel 2020 la Cina, non paga di aver mal gestito il laboratorio di Wuhan, è stato il focolaio di diffusione del virus che avrebbe provocato una crisi sanitaria. Il condizionale è d’obbligo, per ora. La storiella infatti dell’origine casuale nel mercato del pesce a Wuhan non solo non convince più nessuno, ma sa anche di ennesima beffa. Infatti il mercato è a 800 metri dal più grande “centro mondiale di sperimentazione virale” in cui si stavano e si stanno compiendo esperimenti di migrazione dei virus dei pipistrelli all’uomo. Il Gain Function oramai è storia comune. Si studiavano armi biologiche e magari si stavano anche selezionando tipologie atte ad infettare determinati tipi di DNA, magari quelli Occidentali.

La complicità della dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) gestita pessimamente dal suo direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha fatto il resto.

Eppure i due leader che hanno quasi contribuito a collassare il mondo, sono ancora al loro posto: il comunista cinese Xi Jinping e Ghebreyesus, come “premio” per il disastro combinato, sono stati infatti rieletti. La Cina ha una responsabilità gravissima per tutti i morti e per il disagio provocato al mondo, ma nessuno l’ha attaccata perché i leader mondiali ne hanno paura per motivi “economici”.

Solo l’ex Presidente Usa Donald Trump ebbe il coraggio di attaccarla direttamente e di chiedere esplicitamente del denaro per rimborsare il mondo intero. Solo lo stato del Missouri, tramite il suo procuratore generale Eric Schmitt, ha intentato una causa federale dichiarando che "il virus ha scatenato una crisi sanitaria come risultato diretto delle azioni intraprese dal regime del presidente cinese Xi Jinping”. E poi ancora:

"Durante le settimane decisive dell'epidemia iniziale, le autorità cinesi hanno ingannato l'opinione pubblica, occultato le informazioni cruciali, arrestato gli informatori anonimi, negato la trasmissione da uomo a uomo di fronte a prove crescenti, distrutto la ricerca medica critica, permesso a milioni di persone di essere esposte al virus e persino accumulato dispositivi di protezione individuale, causando così una pandemia globale che non era necessaria ed era prevenibile".

Per questo motivo lo stato del Missouri chiede un risarcimento: "per l'enorme perdita di vite umane, sofferenza umana e tumulti economici vissuti da tutti gli abitanti del Missouri dalla pandemia di Covid-19 che ha sconvolto il mondo intero". Azione meritoria, ma isolata negli stessi States.

Ma la Cina non solo è stata la responsabile della pandemia ma ha gestito in maniera disastrosa l’intera vicenda. Dapprima ha dato alla sua popolazione un vaccino assolutamente farlocco poi li ha chiusi nelle case per mesi e mesi, arrivando addirittura a sparare su chi usciva. Successivamente, quando tutto il mondo apriva poiché il virus mostrava tendenze a divenire endemico loro hanno continuato la pazzesca politica dello “zero contagi” pensando che potessero tenere chiusi ermeticamente più di un miliardo di persone.

Questo ha prodotto, di nuovo, un grossissimo problema per il mondo e come al solito l’OMS il cui direttore Ghebreyesus è sostenuto direttamente dalla Cina, è stata compiacente. Ora i comunisti cinesi si sono accorti di avere fatto una sonora cappellata con la chiusura totale e hanno invertito la rotta: “Contrordine compagni!”: si apre tutto. Risultato: centinaia di milioni di casi di Covid e ospedali collassati.

Ma quello che è più pericoloso per l’Occidente e per il resto del mondo è che i cinesi si stanno comportando piuttosto male nella gestione della crisi sanitaria attuale. Staremo a vedere!

 
 
 

BIG TECH: LA PACCHIA È FINITA!

Post n°1419 pubblicato il 29 Dicembre 2022 da scricciolo68lbr
 

Google pronta a licenziare i dipendenti: finisce la favola del gigante buonoAnche Big G pronta a correre ai ripari dopo il calo dell'utile del 27%Google pronta a licenziare

Per ora è solo una voce, riportata dal New York Times. Ma, a quanto si apprende, Google, o meglio Alphabet - cioè la holding che detiene le azioni del gigante di Mountain View - sarebbe pronta a ridurre la forza lavoro. Attualmente si tratta di 174.014, alla fine del secondo trimestre2022, in aumento del 20,8% rispetto all'anno precedente. Ma il calo del fatturato del 27%, ovvero a 13,9 miliardi, preoccupa Sundar Pichai, il ceo di Google che è al timone dell'azienda da tempo. I due fondatori, Sergej Brin e Larry Page, hanno perso in un anno quasi 80 miliardi di dollari della loro fortuna personale, e l'intero comparto tech è in crisi. Google sembrava immune alle difficoltà che affliggono la Silicon Valley e il mondo tech ma, evidentemente, non si fanno prigionieri. Così, la favola del gigante buono, con l'algoritmo intelligente capace di predire gusti e preferenze degli utenti, rallenta un po'. Non ha ancora i piedi d'argilla, quello no. Ma forse deve iniziare a riflettere sul mondo che sarà. 


 
 
 

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                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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